mercoledì 24 agosto 2011

ASIMOV E LA LEGGE ZERO ...

Quanta verità nei fantamondi di Asimov?



Isaac Asimov, universalmente considerato uno dei migliori scrittori di fantascienza mai esistiti, nasce a Petrovichi (Russia) nel 1920,  all'età di 3 anni segue i genitori che emigrano negli Stati Uniti.
Di famiglia ebraica, cresce a New York nel quartiere di Brooklyn. Si laurea in Chimica e Biologia, e svolge attività di insegnamento presso la prestigiosa School of Medicine dell'università di Boston, ma dal 1939 svolge l’attività di scrittore che lo porterà a ritirarsi dall'insegnamento nel 1950.
Pur essendo molto interessato alla religione da un punto di vista filosofico e letterario, si è sempre dichiarato non credente.
Comincia con la scrittura di alcuni  racconti brevi il primo dei quali ad essere pubblicato è  "Naufragio su Vesta" del 1939.

Non meno importante è stata l'attività di Asimov come divulgatore scientifico. Centinaia sono le sue pubblicazioni riguardanti la Fisica, la Chimica la Matematica  la Biologia fino ad arrivare alla Storia, alla letteratura e perfino alla Bibbia. Non meno note sono  alcune sue raccolte di poesie satiriche (Limericks).
Viene scoperto dal grande editore John Campbell a cui va il merito di aver lanciato la maggior parte dei talenti della S.F. dell'epoca.
Solo due anni più tardi di "Naufragio su Vesta", scrisse quello che ancora oggi è considerato il miglior racconto di fantascienza: “Notturno”.
Con “Notturno” Asimov introdusse per primo il concetto di fantascienza sociologica.
L’opera di Asimov può essere divisa in vari cicli, di cui i principali e i più interessanti dal nostro punto di vista, sono quello della “Fondazione” e quello dei “Robot”.
Per quanto, nell’ultimo periodo della sua vita, cercò di unire i vari cicli in un universo coerente, non ci riuscì appieno, venendo a mancare nel bel mezzo del tentativo.
Asimov rinnovò il concetto di robot, trasformandolo da minaccia per l’umanità, tipico della fantascienza precedente, a creatura versatile e realizzata su scala industriale per fungere da aiutante dell'uomo. Famose le sue 3 leggi della robotica:

Prima LeggeUn robot non può recare danno a un essere umano, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno. 

Seconda Legge- Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, a meno che questi ordini non contrastino con la Prima Legge. 

Terza Legge- Un robot deve salvaguardare la propria esistenza, a meno che questa autodifesa non contrasti con la Prima o la Seconda Legge. 

Legge Zero- Un robot non può danneggiare l'Umanità, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, l'Umanità riceva danno. L’idea di trasferire ad un elettrodomestico del futuro, le caratteristiche dell’umanità presente, è a dir poco geniale!
Il robot non ha scelta, deve rispettare le 3 Leggi, le quali consentono un sicuro asservimento e la sicurezza dell’impossibilità di una rivolta. La mancata osservanza, anche in minima parte, delle Leggi, comporta al robot un conflitto insanabile e il cervello positronico si disattiva immediatamente.
Analizzandole in dettaglio, la 1 Legge costringe il robot ad amare i propri creatori più di se stesso ed a volerne solo il bene. 
Secoli di cristianesimo hanno prodotto questo effetto sulle persone che identificandosi con un leader, ovviamente unto dal Signore, hanno svolto il loro lavoro per la Gloria di qulcun’altro, sia esso il Re, il Papa, il Signore, il Duce, o lo Stato (comunque identificabile al presidente o chi per esso) al quale appartenevano, con fede ed orgoglio ed a volte sacrificando la loro stessa vita.
La 2 legge costringe il robot alla totale obbedienza, se non in casi eccezionali, ai creatori. L’uomo comune deve obbedire alle leggi, promulgate dal Re come espressione della Volontà Divina, o in chiave moderna dai legislatori, e deve avere fede nella capacità e nella saggezza di quest’ultimi. La legge va rispettata al di la di qualunque altra considerazione.
La 3 legge costringe il robot all’autoconservazione, in quanto proprietà dei costruttori e può essere intesa, in senso lato, come salvaguardia dell’esistenza degli altri suoi simili, in quanto facenti parti della stessa proprietà. 

Si tratta delle regole minime della convivenza, senza le quali la società sarebbe ingovernabile e caricando di un superlavoro i costruttori, i quali sarebbero costretti a dare ordini specifici in ogni singolo caso.
Come compendio delle 3 leggi, Asimov concepì la Legge Zero. 
Oltre che essere stata introdotta in un secondo momento, la Legge zero ha la particolarità di essere stata inventata dagli stessi robot per giustificare un omicidio necessario. 
Il robot non può permettere che un singolo essere umano possa sterminare il resto dell’umanità e quindi si auto-riprogramma e conia la Legge Zero. 
Il messaggio all’umanità plagiata è chiaro: non potete permettere che una manica di pazzoidi distrugga il pianeta e l’intera umanità. Anche se questo va contro la barriera insormontabile del plagio, siete in grado di coniare la vostra Legge Zero, distruggerli e mettervi al servizio di una nuova classe dirigente più saggia ed illuminata.
Non c’è bisogno di sottolineare la valenza massonica del messaggio asimoviano. 

Ci hanno messo secoli a plasmare il cittadino ideale e a renderlo sempre più efficiente nei confronti del potere, facendolo decadere dalla dignità di essere umano alla condizione di robot. Il robot deve accettare la sua condizione di inferiorità e si può ribellare solo in casi estremi, ma subito dopo rientrare nei ranghi. 
Famosa la frase, scritta dallo stesso Asimov nell’introduzione al “Secondo Libro dei robot”, che riassume la situazione:
Mai e poi mai avrei permesso a uno dei miei robot di rivoltarsi stoltamente contro il suo creatore”.
La saga dei robot è la celebrazione della religione. All’essere umano comune viene introdotto il dogma, quale verità assoluta ed indiscutibile, con l’ausilio del culto, ripetizione ipnotica di atti rituali e simbolici e il tutto si traduce nella morale, cioè le 3 Leggi della robotica, che condizionano l’intero corso della vita e le azioni dell’individuo, togliendogli la libertà di scelta tra bene e male. 
Il premio della subordinazione sarà un immaginaria speranza nel Paradiso, dopo la morte e quindi non verificabile, mentre la punizione sarà l’immediato senso di colpa, l’espiazione dai peccati, verificabile mentre si è ancora in vita, che si trasformeranno nella pena eterna dell’Inferno, aumentando la paranoia dell’individuo e dissuadendolo dalla ribellione.

Ma il progetto più ambizioso e meglio organizzato del lavoro di Asimov, lo si ha nel ciclo della Fondazione. La grande protagonista dei racconti è la Storia.
All’inizio il ciclo consisteva in 3 romanzi, usciti rispettivamente nel 1951-52-53. Nonostante il notevole successo  editoriale e i riconoscimenti della critica (sufficiente ricordare il premio Victor Hugo nel 1966, come migliore ciclo di fantascienza mai scritto), Asimov per vari lustri abbandonò il progetto, il quale venne ripreso solo negli anni ’80 con 4 romanzi, 2 dei quali come continuo del racconto ed altri 2 come preludio al ciclo, per un totale di 7 romanzi.
Hari Seldom, eminente matematico del futuro, scopre come sia possibile prevedere il futuro della società attraverso calcoli matematici e chiama questa nuova scienza Psicostoria. Naturalmente non è possibile applicare la Psicostoria all’individuo, in quanto elemento troppo instabile, ma solo ai macro-eventi di carattere sociale, a patto che i componenti della società non abbiano nozioni di Psicostoria e non possano quindi guidare gli eventi secondo la loro volontà.
La prima conclusione a cui arriva applicando la Psicostoria, è che l’Impero Galattico si trovi in una fase di decadenza avanzata e che il crollo sia imminente. Al crollo seguiranno 20.000 anni di caos, in cui si perderanno le più elementari nozioni scientifiche e le conquiste sociali di millenni. 

Questo periodo potrebbe però essere ridotto a soli 1000 anni e i suoi effetti devastanti  mitigati, applicando una strategia che deriva dai calcoli psicostorici. Viene quindi creata, su di un pianeta isolato ed estremamente periferico, una fondazione di scienziati con lo scopo di scrivere un’enciclopedia che racchiuda il sapere fino ad allora conquistato, fatta eccezione per la Psicostoria, che non deve nemmeno essere menzionata. L’enciclopedia è una scusa per avere le autorizzazioni imperiali all’insediamento sul pianeta, ed al momento del crollo Terminus sarà l’unico pianeta a non avere scossoni troppo forti e diventerà il nuovo punto di riferimento della galassia.
Accanto alla 1 fondazione, viene però creata una 2 fondazione, questa assolutamente  segreta, formata dagli psicostorici, con il compito di supervisori del progetto e di intervento in caso di necessità. 

Questi psicostorici non sono solo dei matematici, ma anche persone dotate di poteri occulti che hanno la capacità di condizionare gli individui e farli agire come sotto ipnosi. La sede della seconda fondazione è Trantor, la vecchia capitale dell’impero (stranamente molto simile strutturalmente agli Stati Uniti), ridotta dopo il crollo ad un pianeta di pastori. 
La storia prosegue narrando gli avvenimenti di 500 anni dal crollo dell’Impero e non è terminata.
Il quadro che si presenta al lettore è uno spaccato della Storia reale passata (crollo dell’Impero di Roma e susseguente Medioevo), presente (per quanto nessuno ci potesse credere nell’immediato dopoguerra, erano già presenti i fattori di decadenza che sono oggi così evidenti, il che ci fa supporre che la Psicostoria non sia solo una trovata fantascientifica, ma qualcosa di cui Asimov sapeva, come i poteri mentali degli studiosi della 2 fondazione ci ricordano molto da vicino il plagio emozionale di spesso parliamo in questo spazio), e futura (il crollo della Società Occidentale è ormai alle porte e Asimov ci dice che il progetto di salvataggio è già in cantiere).

In effetti, dopo il crollo dell’Impero Romano d’Occidente (avvenuto non nel 476 DC, come i libri di Storia vorrebbero farci credere, ma intorno al 600 DC, con l’isolamento dell’Europa dall’Asia a causa delle conquiste islamiche) si entrò in una fase di imbarbarimento e di dimenticanza delle conquiste intellettuali dell’Impero. 
I monaci amanuensi, che si misero a ricopiare pazientemente i libri che contenevano il sapere che altrimenti sarebbe stato perduto, somigliano moltissimo agli enciclopedisti di Asimov. 
Il centro del mondo si sposta sempre più verso il Nord Europa, per poi approdare nel nuovo mondo e l’Italia diventa progressivamente un paese di pastori e di contadini. Ma il Vaticano si trova a Roma ed è l’erede della cultura classica, mentre il Rinascimento è l’espressione della fine del Medioevo e dell’inizio della Società Moderna, che si evolverà, come sua massima espressione, nell’Imperialismo Americano e Sovietico. 
Le analogie sono evidenti, la storia si muove a spirale. 
Il crollo dell’URSS, la decadenza dell’America, l’avvento aggressivo di nuove società come Cina ed India, sembrano un film già visto. 

Asimov ci dice come questo sia inevitabile, perché fa parte dei cicli storici, ma che ci sono gruppi di persone che supervisionano l’andamento della Storia e la guidano all’insaputa di tutti noi.
La seconda fondazione ha il compito di supervisione del processo, ma quando a causa di una fuga di notizie, la prima fondazione ha sentore dell’esistenza di quest’ultima, si scatena un forte risentimento e una specie di caccia alle streghe. La seconda fondazione non si sa dove sia, va cercata e i suoi componenti sterminati in quanto pericolosi per la libertà e l’indipendenza dello Stato. Lavorare e caricarsi degli oneri del fare la Storia e poi scoprire che non solo sei un fantoccio nelle mani di altri, ma una volta raggiunto il tempo di raccogliere i frutti di tanta fatica, sarà qualcun altro ad avvantaggiarsene, non deve essere molto piacevole. 

Naturalmente la seconda fondazione riesce a sventare la minaccia, con il sacrificio di alcuni dei suoi, che una volta presi confessano di essere gli unici componenti del gruppo e che la loro sede era proprio su Terminus stessa. 
In questo modo nessuno sospetterà più dell’esistenza della seconda fondazione ed essi potranno continuare indisturbati il proprio lavoro.
Ma altre insidie attendono il difficile percorso della Storia verso un nuovo Impero Galattico. Un uomo, soprannominato Mulo, dotato di poteri psichici straordinari, anche per i maestri della seconda fondazione, riesce ad impadronirsi del potere assoluto, deviando il corso degli avvenimenti e facendo saltare tutti i calcoli che avevano guidato la civiltà fino a quel momento. 
La vicenda del Mulo ha delle analogie evidenti con il periodo napoleonico, ma anche con l’avvento di Hitler al potere e con la capacità di questi personaggi di condizionare il pensiero e l’emotività non solo da chi gli stava intorno, ma anche delle persone soggette alla loro giurisdizione. 
Alla fine il pericolo sarà debellato e il dittatore deposto, ma il prezzo sarà stato altissimo e il lavoro di calcolo psicostorico per riportare gli avvenimenti nella direzione voluta, estremamente gravoso. 

Occorrerà infatti non solo rifare tutto il lavoro matematico praticamente daccapo, ma anche realizzarlo condizionando gli avvenimenti e le persone di potere, in modo da rincanalare il tutto verso il vecchio obbiettivo.
Con la vicenda del Mulo si conclude la trilogia della fondazione. 
Considerando che si era nel 1953 e la II Guerra Mondiale era finita da poco, si trattava di un romanzo di recente attualità. 
Era spiegato cosa era successo davvero, il perché della guerra, come ci si era arrivati e come era finita, il tutto in chiave occulta. 
Asimov a quel punto decide di mollare il ciclo, perché aveva già detto tutto e andare avanti sarebbe stato fare della fantascienza vera.
Tutto però ricomincia circa 30 anni dopo, con la pubblicazione di altri  4 romanzi del ciclo della fondazione. Il tentativo ufficiale era quello di riunire in un unico universo i due filoni narrativi, ma in questo tentativo la figura del robot assume significati diversi rispetto al ciclo originale. 

Se li difatti il robot è un essere asservito che non può sfuggire alla logica delle tre leggi, in questa nuova edizione si tratta invece di un superuomo dai poteri straordinari ed in grado di guidare l’umanità verso il suo destino. 
Una specie di divinità segreta, di cui solo pochissimi sanno dell’esistenza, ma estremamente potente ed operativa nel dirigere il corso della Storia verso il bene, o quello che viene considerato bene dal robot, cioè armonizzato con le tre leggi della robotica.
Non ci sono più i robot, ma rimane un solo sopravvissuto, il robot Danaael Olivaw, androide che aveva ereditato ed elaborato ulteriormente la legge zero e qui tutto gira intorno alla quarta legge, soprannominata legge zero, quella che Asimov introdusse proprio in quel periodo e che modificò sostanzialmente la figura del robot e il suo ruolo nel racconto:

Legge ZeroUn robot non può danneggiare l'Umanità, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, l'Umanità riceva danno. 
L’umanità esiste solo come concetto, ma mettendo un concetto al di sopra dell’ente reale si giustifica l’intervento cruento in nome dell’ideologia. Fatta la legge, trovato l’inganno! Il robot non è un essere libero, si muove ed agisce in nome di una morale che è programmata nei suoi circuiti e che gli permette un equilibrio senza il quale si disattiverebbe per conflitto del software, ma questa morale è stata elaborata dal robot stesso ed è sfociata in un astrattismo che diventa il vero padrone sia del robot che dell’intera umanità. Il robot infatti sta lavorando ad un nuovo tipo di umanità, il cui equilibrio psichico sia legato alle tre leggi della robotica e dove il concetto stesso di individuo venga in parte superato da una condivisione psichica che leghi tutti gli individui come facenti parte di un gruppo unico, che si chiama per l’appunto Umanità. Questo esperimento robotico si chiama terza fondazione, il risultato finale, l’obbiettivo della Storia Umana.
È una condizione accettabile? Forse a parere di Asimov, ma non a mio parere. Perdere la propria unicità, quindi la propria realtà, in cambio di un’idea penso sia un pessimo affare. La scelta ideologica della terza fondazione è simile all’obbiettivo dichiarato della new-age. La pretesa spiritualità new-age infatti si misura in gradi evolutivi, a seconda di quanto l’individuo sia o meno vicino agli obbiettivi prefissati.
L’idea stessa di Divinità, intesa come Superuomo, essere cioè dotato di poteri straordinari derivati dall’ideologia, cioè dal pensiero stesso, ma senza basi reali e concrete nel vero mondo dello spirito (quello dove non ci sono ne classifiche ne condivisioni) è una tipica idea new-age e rappresenta la direzione presa dalla società umana, programmata da qualche divinità immaginaria.

Naturalmente Danaael Olivaw non mangia, non beve, non dorme. 
Si nutre di energia atomica e i suoi poteri sono quasi soprannaturali. 
Nel suo cervello positronico sono contenuti ed elaborati 50.000 anni di storia galattica. La sua intelligenza e capacità di calcolo infinitamente superiori a quella degli umani e dei loro computer. Ma Danaael ha un obbiettivo che deve raggiungere a costo di sacrificare se stesso insieme a gran parte delle vite umane presenti nella galassia, cosa che aveva già fatto quando, in un racconto precedente, aveva permesso che la terra fosse inquinata da agenti radioattivi e diventasse un pianeta inabitabile, per implementare l’idea di progresso nei sopravvissuti. 
Ma Danaael agisce per il bene, non ci sono più dubbi nella sua mente, la realtà che sta creando si accorda perfettamente alla sua programmazione.
Maja ha un grande potere. Può creare mondi immaginari e concretizzarli, ma rimane sempre Maja: Illusione.
Forse ci aveva detto troppo. Isaac Asimov muore a Manhattan il 6 aprile 1992 di AIDS, malattia che aveva contratto a causa di una trasfusione solo pochi anni prima. 
Una circostanza piuttosto strana.

ARTICOLO DI DEMOCRITO

8 commenti:

  1. Forse hanno voluto impedirgli di dire altro !?!? Lilith

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  2. Molto interessante questo articolo di Democrito che tempo fa mi aveva spedito via mail...
    Mi ha fatto piacere pubblicarlo perchè è inerente alle tematiche del blog e analizza come i grandi scrittori hanno affrontato questioni di vitale importanza, i grandi temi, sotto forma di metafora letteraria moderna...
    Secondo la mia opinione, pur essendo penso liberi di scrivere i loro racconti, erano in qualche modo comodi anche al sistema per abituare la nostra mente a rispettare i ruoli che il sistema prevede per tutti noi...

    Sicuramente, Asimov,come anche Orwell, li ha scritti come metafora e critica velata del potere, ma il potere stesso ha assecondato la loro cratività per altri scopi...
    Poi magari quando questi autori diventavano scomodi,il sistema li ha messi da parte o in certi casi eliminati...
    Comunque, articolo interessante...
    :)

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  3. Aimé Valdor ha detto...
    qui qualcosa sull’Islanda:

    http://www.ilcambiamento.it/lontano_riflettori/islanda_rivoluzione_silenziosa.html

    Penso che l'Islanda possa fare tutto ciò, solo perchè LORO lo consentono...
    Magari ci fosse una rivoluzione collettiva, quindi appoggio e quoto tutto, ma la mia dietrologia mi dice che...
    GATTA CI COVA...

    HASTA ed un saluto a Valdor...
    :)

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  4. CONTINUA...
    SI, il debito pubblico è un invenzione del sistema per mantenere il suo di ordine sociale, in realtà è virtuale ma viene accettato come fosse reale, funziona anche per la religione, creare sovrastrutture e farle condividere dai sudditi... Il sistema di potere, qualunque esso sia, è religioso... L'Islanda è l'esempio concreto di come sarebbe possibile non condividere i ruoli che il sistema ci ha assegnato nei secoli...peccato che sia una concessione del potere stesso, se questo succede significa che il sistema transnazionale ha bisogno di farlo accadere... Se dovesse espandersi a macchia d'olio, allora cambierebbero le cose... A macro livelli è una sorta di sperimentazione e sul comportamento delle masse popolari quando scoprono la coscienza di classe... Comunque quoto e condivido, almeno al nostro livello di comuni mortali e non al LORO... :)

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  5. Se si vuole capire com'è e su quali "regole" si basa questo sistema, basta osservare la mentalità di un vero LADRO. Questa rivela una persona squallida, rozza, taccagna, volgare ed estremamente individualista, la cui vita è assolutamente priva di rapporti sinceri o disinteressati. Non vuole dare nulla ma solo prendere, per cui cerca di appropriarsi di ciò che non gli appartiene con l' inganno, il raggiro ed anche l' assassinio. Questo è evidentemente tutto il contrario di ciò che avviene tra esseri NORMALI il cui scambio è basato sulla socievolezza ed empatia e in cui, istintivamente e senza calcoli, si offrono e ricevono cose con piacere. Quindi il LADRO, è in effetti un asociale, un malato di MENTE che ruba per non dover dare nulla in cambio. Per concludere: il SISTEMA lascia "apparentemente" liberi certi "ASPETTI" solo per poterne derubare le informazioni necessarie a tenere sotto il suo OSSESSIVO controllo ogni cosa. Nella CONTORTA "proiezione" dietro cui si giustifica, per il SISTEMA, come per il LADRO, gli "altri" sono TUTTI nemici da DISTRUGGERE. "LA FOLLIA REGNA SOVRANA".Lilith

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  6. @ DEMOCRITO. L' analogia rislta EFFICACE, Demo; sagace come d' abitudine !!!! Lilith

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  7. Articolo veramente interessante,Asimov ci dava informazioni e quando se ne sono accorti...l'hanno fatto fuori. ZARA

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  8. se tutto divviene e ciascuno coglie relativamente il suo possibile perché presumere di essere oggettivi ed universali

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