venerdì 31 maggio 2013

L'INTERNAZIONALE NERA E LA STRATEGIA DELLA TENSIONE...



LONDRA – Se l’estremismo di destra neo, post o cripto fascista è in gran forma in questo momento storico in Italia, qualcosa lo si deve anche una struttura londinese, una sorta di Spectre molto vicina al concetto di Internazionale Nera, che negli anni difficili subito dopo il piombo degli anni 70 ha dato rifugio a molti “neri” italiani accusati o sospettati di terrorismo. Lo racconta a Ferruccio Pinotti di Sette, il magazine del Corriere della Sera, Carlo Calvi, il figlio di Roberto Calvi, il “banchiere di Dio” misteriosamente “suicidato” a Londra nel 1982.
Carlo Calvi ha speso 20 milioni di dollari con l’agenzia investigativa americana Kroll per ricostruire i percorsi spesso intrecciati di estremismo nero, banda della Magliana e finanzieri spregiudicati: “A Londra esiste una misteriosa rete, la League of Saint George, che offre ospitalità ai terroristi neri di tutto il mondo. Ha anche un braccio finanziario, il Saint Michael’s the Arcangel Trust, un piccolo quanto ricchissimo gruppo nazista in contatto con personaggi e fondi delle ex SS”.
Ben 17 dei 19 “neri” accusati o sospettati o condannati per terrorismo all’indomani della strage di Bologna, in gran parte membri dei Nar (Nuclei armati rivoluzionari), trovarono protezione nella capitale inglese. Fra loro ci sono il fondatore e leader di Forza Nuova Roberto Fiore e il defunto “De Gregori nero” Massimo Morsello.
Denuncia Calvi: “Oltre ad aver creato a poco a poco una rete di mutuo soccorso che è divenuta un piccolo impero economico, questi estremisti di destra avevano rapporti con i servizi segreti inglesi: stando a quanto ci ha riferito la Kroll, Fiore, Morsello e l’altro ex Nar Stefano Tiraboschi avrebbero lavorato per i servizi segreti inglesi [...] I neofascisti italiani erano aiutati anche da National Front”. Fiore, sentito da Sette, ha smentito ogni rapporto con gli 007.
Fatto sta che insieme a Morsello, Fiore, pur condannato e braccato dalla giustizia italiana, è riuscito a trovare i finanziamenti per reinventarsi come imprenditore e diventare miliardario in Inghilterra, mettendo su Meeting Point poi evolutasi in Easy London, una struttura tutt’ora in piedi di servizi e accoglienza per chi voleva studiare o lavorare a Londra, che è arrivata a fatturare 10 miliardi di vecchie lire. Con quei soldi ha potuto mettere in piedi Forza Nuova, una volta tornato in Italia. Fiore mantiene ancora ottimi rapporti con l’ultradestra inglese, con personaggi come Nick Griffin, capo del National Front. E non solo: giri di conferenze in Russia e in tutto l’est Europa, corsi formativi per i quadri della nuova destra ungherese.


La destra neofascista e neonazista scoppia di salute in Europa. Riesce a fare rete e non le mancano mai i capitali per inondare le città di manifesti. A volte riesce anche ad ottenere voti per governare a livello locale. Per esempio, fino a pochi anni fa era inconcepibile che la capitale italiana avesse come sindaco uno che era stato segretario giovanile del Fronte della Gioventù. Ancora meno concepibile che un tale sindaco abbia avuto le contestazioni più dure proprio da destra, in una città dove più organizzazioni di destra estrema – come Forza Nuova, CasaPound e Militia – si contendono il florido mercato della crisi delle ideologie e delle inquietudini prodotte dalla crisi economica.

http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-europa/internazionale-nera-londra-fiore-forza-nuova-calvi-1095927/

http://youtu.be/1L3fC0ME4DU

lunedì 27 maggio 2013

METTI UN PARAMASSONE A CENA... L'ETERNA LOTTA INTERNA DIETRO LE QUINTE !!!

Lettera di Gioele Magaldi, Gran Maestro del Grande Oriente Democratico. da http://popoff.globalist.it/Detail_News_Display?ID=74800&typeb=0

Gioele Magaldi, Gran Maestro del Grande Oriente Democratico

Lo sapevate che Enrico Letta, il nostro presidente del consiglio, è un para-massone? Non un massone. Non è affiliato alla massoneria. Però, in qualche modo ne fa parte, seguendone gli schemi, i ragionamenti e le strategie. Che cosa vuol dire, che le decisioni che prende sono eterodirette? Per capirne di più, partiamo da una società para-massonica, la cui tradizione deriva direttamente dalla fine del XVIII secolo: il Council on Foreign Relations o Cfr.

GIOELE MAGALDI

Questo tipo di associazioni possono essere definite para-massoniche in quanto sono sempre fondate da un nucleo ristretto di Liberi Muratori, i quali poi coinvolgono nelle loro attività sociali anche non-massoni (cosa che non potrebbero fare in Loggia, dove si può accedere soltanto dopo un lungo percorso preparatorio e una iniziazione ufficiale di tipo misteriosofico) per finalità più direttamente politiche, diplomatiche, civili, culturali o economiche di quanto (ufficialmente) può concedersi di fare una singola officina libero-muratoria o una federazione di logge (Comunione o Obbedienza che dir si voglia), vincolate a determinati principi rituali e sapienziali che limitano l'intervento diretto nelle questioni della Polis nazionale, inter-nazionale o globale.

GIOELE MAGALDI

È un po' come il noto principio ecclesiastico cattolico in uso fino a secoli recenti, secondo cui "Ecclesia abhorret a sanguine" ("La Chiesa aborre lo spargimento di sangue") e dunque, anche quando prescriveva di fatto la condanna a morte di qualcuno, essa veniva ufficialmente eseguita da una qualche forma di potere civile che recepiva le indicazioni superiori di matrice ierocratica. Alcune organizzazioni massoniche si comportano analogamente, con non minore ipocrisia, per quello che attiene a questioni di politica, religione, diplomazia, economia e finanza. Esse, cioè, dichiarano la loro trascendenza esoterico-spirituale rispetto a questo tipo di interessi, e tuttavia delegano con minuzia strategica ad associazioni specifiche l'esecuzione dei propri desiderata.

Letta alla camera

Rimane il fatto, però, che, immancabilmente, queste società (segrete o palesi) para-massoniche sono sempre dirette (in modo riservato e più o meno velato) da una ristretta cerchia di massoni: i non-massoni vi figurano come comprimari subalterni, compagni di viaggio, semplici ospiti occasionali, anche se si tratta di personalità ragguardevoli, a livello nazionale o internazionale, della politica, dei media, della diplomazia, dell'industria, della finanza, della cultura. Nella prima parte dell'Ottocento, le principali società-paramassoniche (in questo caso, in gran parte segrete, dovendo lottare contro regimi assolutistici, tirannici, illiberali e anti-democratici) furono gli Adelfi, i Filadelfi, i Sublimi Maestri Perfetti, la Filikí Etería, la Giovine Italia, la Giovine Europa, il B'nai B'rith (società non segreta) e naturalmente la Carboneria, organizzazione inter-continentale (diffusa in Sud e Nord America, oltre che in tutta Europa), che costituì il più poderoso braccio armato del circuito massonico progressista.

Enrico Letta

Tra fine XIX e XX secolo vengono fondate nuove tipologie (non più segrete, ma solo riservate nella struttura, nel funzionamento e nelle finalità più importanti) di associazioni para-massoniche. Nascono così il Bohemian Club (1872, a San Francisco), la Fabian Society (costituita a Londra nel 1884), la Pilgrims' Society britannica (1902) e la Pilgrims' Society statunitense (1903), il Round Table movement (1909, con il cerchio interno della Society of the Elect), il Royal Institute of International Affairs o Chatam House di Londra (1920), il Council on Foreign Relations (1921) con sedi a New York e a Washington, il Lucis Trust (1920-22, attualmente con sedi a New York, Londra e Ginevra, è anche membro del Consiglio economico e sociale dell'Onu), il Tavistock Institute of Human Relations (1947), la Mont Pelerin Society (1947), il Bilderberg Group (1954), la Ditchley Foundation (1957), la Trilateral Commission (1973), il Group of Thirty (1978), il Bruegel (2005) ed altre ancora.

Enrico Letta nuovo premier

I partecipanti tecnicamente non massoni a queste società paramassoniche sono considerati dei "profani utili".
Quelli che vengono invitati una tantum alle riunioni esterne dei club para-massonici come il Bilderberg Group, la Trilateral Commission, il Cfr, il Riia, non rivestono una grande importanza nell'ambito di questi consessi e la loro utilizzazione (da parte dei Fratelli Muratori che controllano rigorosamente i citati club para-massonici) è contingente e limitata.

Club bilderberg

Coloro che invece vengono convocati stabilmente e utilizzati con qualche frequenza per qualche operazione politico-diplomatica, economico-finanziaria o mediatica, godono di una più ampia considerazione e ricevono benefici maggiori di quei profani che solo una o due volte siano stati invitati. Quei soggetti, maschi e femmine che, pur senza avere compiuto il rito d'iniziazione massonico propriamente detto, vengono cooptati come membri a tutti gli effetti di queste società para-massoniche sovra-nazionali, sono considerati dei Para-Massoni, una specie di fratellastri, i quali non avranno mai un ruolo di indirizzo gestionale o strategico in capo alle varie associazioni mondialiste di cui sono parte (tale ruolo è riservato esclusivamente a Massoni passati per il gabinetto di riflessione e tra le colonne Jachin e Boaz), ma vi manterranno comunque un ruolo servizievole e utile (per sé e la propria carriera/sorte personale; per gli altri, specie per i danti causa/mandanti in grembiulino), ancorché subalterno.

TRILATERAL COMMISSION

Ma c'è modo e modo di essere subalterni: alcuni rimangono per tutta la vita dei "camerieri" (anche se di rango elevato), altri possono arrivare ad essere dei "caposala", qualcuno più fortunato può persino trovarsi ad impersonare un ruolo di "maggiordomo" o "gran ciambellano". Tuttavia, i ruoli veramente direttivi e strategici sono riservati ai Fratelli Liberi Muratori propriamente detti, che non solo sono all'origine di tali società para-massoniche (avendole costituite), ma ne mantengono sempre il ferreo controllo, di generazione in generazione, attraverso un lascito che non è familiare in senso profano, ma di precipua ascendenza spirituale-iniziatica. Il perfetto Para-Massone, in questi contesti, solitamente deve essere una persona ambiziosa, ma anche servile e cosciente dei propri limiti e della propria subalternità rispetto a chi sia Massone a tutti gli effetti; una persona furba e sveglia più che veramente intelligente, piena di spirito di iniziativa ma senza grandi idee o principi troppo radicati. Il perfetto Para-Massone non deve avere una Weltanschauung troppo complessa e raffinata, ma in compenso deve essere un infaticabile collettore e/o organizzatore di visioni e proposte (tanto teorico-intellettuali che pratico-operative) semplificanti e trasversali. Naturalmente, stiamo parlando di para-massoni e massoni che costituiscano l'élite globale sovra-nazionale. 

Tutto ciò premesso, dichiariamo e riconosciamo ufficialmente e pubblicamente che Enrico Letta è quasi un perfetto Para-Massone.
Ciò, a differenza di suo zio Gianni Letta, che non è mai stato direttamente cooptato in seno ad associazioni para-massoniche sovra-nazionali, ma che ha comunque ottenuto a suo tempo la sua peculiare iniziazione libero-muratoria, ottimo viatico per mediare da par suo fra interessi massonici conservatori e altrettante istanze di matrice reazionaria e ascendenza curiale e opusiana (cioè di ambiente Opus Dei). Nel caso del giovane Enrico, Letta Junior, gravitante nell'area delle associazioni para-massoniche Bilderberg Group e Trilateral Commission. Abbiamo dunque a che fare con un individuo che, proprio in virtù della propria mediocrità intellettuale, dell'assenza di idee che non siano del tutto banali, conformiste e rabberciate nel solco del pensiero politico ed economico mainstream, del proprio carattere diplomatico, servile e opportunista (rispetto ad ogni potere forte e costituito), è stato da anni prescelto come uno dei più promettenti allievi Para-Massoni per l'Italia, da parte di coloro che fanno "girare la ruota" in Europa, in Occidente e nel Mondo, da qualche decennio. Questi attuali "volgitori della ruota" ("chakravartin"), dopo circa due secoli e mezzo di ininterrotta egemonia della Libera Muratoria progressista (creatrice delle moderne società aperte fondate su stato di diritto, parlamenti rappresentativi, laicità delle istituzioni, trinomio Libertà, Fratellanza Uguaglianza, diritto al lavoro e alla dignità personale per ogni cittadino), sono alcuni estesi e influenti gruppi di Massoni contro-iniziati, reazionari e conservatori, desiderosi di realizzare una graduale ma inesorabile involuzione illiberale, anti-democratica, tecnocratica e neo-oligarchica nella gestione della res publica occidentale (fuori dal sistema politico occidentale non è ancora mai esistita né la democrazia né la società aperta laica, libera e pluralista). Questi attuali "volgitori della ruota" ("chakravartin") stanno mettendo in atto non già un complotto o una cospirazione occulta, bensì un progetto che è potenzialmente sotto gli occhi di tutti, salvo per coloro che si rifiutino di guardare. Del resto, come insegna un vecchio motto di matrice iniziatica, non c'è verità fattuale meglio occultata di quella che sia esposta in bella evidenza, in un contesto in cui i potenziali osservatori siano distratti da svariati giochi d'artificio, collocati sapientemente da chi sappia come sviare quotidianamente l'attenzione. L'Europa è un laboratorio a cielo aperto di questo progetto di involuzione tecnocratica, illiberale, anti-democratica e neo-oligarchica nella gestione della res publica occidentale. 

La Grecia (e con essa Spagna, Portogallo, Irlanda e Italia, ciascuno a suo modo) è un laboratorio nel laboratorio, onde sperimentare fin dove ci si possa spingere nell'imporre, tramite la manipolazione mediatica diuturna, reiterata e pervasiva, una macelleria sociale inesorabile e assoluta. Qualcosa che possa trasformare gradualmente i cittadini europei, orgogliosi e consapevoli dei propri diritti, in sudditi depressi, frustrati e rassegnati al proprio destino di subalternità ad una nuova aristocrazia dello spirito (e non del lignaggio, come era ancora nel XVIII secolo) che è anche oligarchia nel controllo della finanza, dei media, dell'eurotecnocrazia, della casta di piccoli cortigiani insipienti e vili che costituiscono gli attuali ceti politici (di destra, centro e sedicente sinistra) del Vecchio Continente tutto.

GRAN LOGGIA D ITALIA MASSONERIA 

Laboratori per creare la de-industrializzazione sistematica di questi Paesi, per far fallire aziende e licenziare lavoratori, far crollare i consumi e dunque far crollare la domanda di merci e servizi e, con tale crollo, come in un diabolico circolo vizioso, far fallire ulteriori aziende, che non sanno più a chi vendere i propri prodotti sul mercato interno. Crisi delle aziende e dei lavoratori, ma crisi anche dei liberi professionisti, che lavorano sempre meno e i cui clienti diminuiscono a vista d'occhio o non hanno più soldi per pagare i servizi richiesti.
E il circolo diabolico e vizioso continua, perché anche i liberi professionisti, al pari di ex imprenditori o ex lavoratori (ora disoccupati) sono costretti a consumare di meno.

GRAN LOGGIA D ITALIA MASSONERIA 

A chi giova tutto ciò? Giova a chi ha speculato per mesi e mesi sulle differenze tra i rendimenti dei vari titoli di Stato delle nazioni europee (sarebbe bastato creare degli eurobond, cioè dei titoli di stato europei unificati, per far cessare all'istante qualsivoglia speculazione sul famigerato spread); giova a chi ha i mezzi per acquisire aziende dei vari Paesi in crisi a prezzi di saldo; giova a chi si accinge ad acquistare a prezzi vantaggiosi e stracciati beni e aziende di Stato messi in vendita a quattro soldi per fare cassa e favorire amici e amici degli amici di amministratori pubblici corrotti e infingardi; giova a chi si accinge a speculare sulla privatizzazione di servizi pubblici essenziali per la vita quotidiana; giova a chi desidera avere, nel cuore dell'Europa e dell'Occidente, una massa enorme di disoccupati disperati, rassegnati a costituire una manodopera a buon mercato per i nuovi padroni sovra-nazionali dei mezzi di produzione locali, acquisiti a prezzo di favore proprio grazie alla crisi; giova a chi ha progettato una de-strutturazione sociale e politica delle lande europee, ri-trasformando i cittadini in sudditi con gli occhi rivolti al basso e solleciti soprattutto della propria sopravvivenza materiale, in modo tale che la sovranità, dal popolo, venga dirottata de facto (salvando le forme esteriori della democrazia, ma svuotandole di senso e contenuti) verso nuovi aristoi, padroni e sorveglianti elitari di un nuovo perimetro concreto del Potere, in cui la stessa politica rappresentativa dei partiti-movimenti sia decisamente subalterna ad ambienti altri, esterni e sopra-elevati rispetto ad essa.

dagospia.com

BORDER NIGHTS, INTERVISTA GIOELE MAGALDI...

http://youtu.be/qf2AkfWuOlc


martedì 21 maggio 2013

IL CASO LA MOTTA-IOR, OVVERO L'OCCULTAMENTO DEI MEDIA DELLO STATO PARALLELO...


Franco La Motta, ex vice capo dell'Aisi, il servizio segreto civile, e capo tra il 2003 e il 2006 della Direzione del Fondo edifici di culto del Viminale è un potentissimo "Gentiluomo di sua santità" con il privilegio di un conto allo IOR in cui si possono effettuare ogni genere di operazioni finanziarie senza controllo. Massimo Teodori
Ancora una volta è probabile che lo IOR sia al centro dei milioni di euro spariti dal Viminale, lo scandalo per cui è indagato per peculato e corruzione Franco La Motta e sono incarcerati Eduardo Tartaglia, cugino di La Motta, e il broker Rocco Zullino accusati di riciclaggio di denaro camorristico.
BASTIONE NICCOLO' V - SEDE DELLO IOR
Lo IOR, banca offshore di Roma-vaticana, ha una lunga tradizione di malaffare finanziario, di riciclaggio e di corruzione i cui protagonisti sono stati spesso gratificati dell'onorificenza di "Gentiluomo di Sua Santità" con licenza di operare nella banca occulta.
Questo è il caso di Franco La Motta, come in passato è stato il caso di Umberto Ortolani e Angelo Balducci, anch'essi "Gentiluomini" pregiudicati.
Tirate il fiato perché questa è la storia che ci riporta a un tempo antico, quello in cui camorra e servizi segreti operarono insieme. In questo caso invece camorra e Stato, ministero dell'Interno, hanno investito i propri capitali nella stessa banca. Ma i soldi del Viminale sono spariti.

Iniziamo da un passaggio del decreto di fermo della Procura antimafia di Napoli contro due riciclatori del clan camorrista Polverino, Eduardo Tartaglia, produttore cinematografico, Rocco Zullino, broker che opera a Lugano. Fermati martedì scorso, nello stesso giorno in cui gli uomini del Ros dei carabinieri entravano nella sede dell'ex Sisde, oggi Aisi, il servizio segreto civile, per perquisire gli uffici di Franco La Motta, prefetto in pensione da un mese, da aprile, e fino allora numero 2 dell'Aisi - e prima ancora numero uno del Fondo Edifici di culto (Fec) presso il Viminale - e fino a martedì consulente dell'Aisi.
Il procuratore aggiunto Gianni Melillo e i pm Ardituro, Del Gaudio e Ribera scrivono nella richiesta di convalida del fermo: «Numerose sono risultate poi le conversazioni intervenute tra Eduardo Tartaglia e Rocco Zullino aventi ad oggetto un investimento eseguito dal Ministero dell'Interno, in particolar modo dal Dipartimento per le libertà civili e per l'immigrazione (da cui dipende il Fec, ndr). Non è ancora chiara la natura del consistente impiego di denaro pubblico presso la Hottinger (banca svizzera, ndr), ma è oltremodo evidente l'imbarazzo degli interlocutori nell'affrontare le conversazioni relative alla vicenda».

Aggiungono i pm: «In tale vicenda risulta coinvolto il Prefetto Franco La Motta, come osservato in contatto con il Tartaglia, oltre che individuato dal Perrone (Roberto, imprenditore, ai vertici del clan Polverino oggi pentito, ndr) come soggetto a cui il medesimo Tartaglia si riferiva come esponente in grado di fornire informazioni sulle indagini in corso».
Sappiamo poi che il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri, appreso del buco di una decina di milioni di euro sottratti al Fec, investiti da La Motta nella «Hottinger» e poi scomparsi, ha inviato un esposto alla Procura di Roma - che indaga il prefetto La Motta per peculato e riciclaggio - e messo in piedi una commissione d'inchiesta formata da un avvocato dello Stato, un generale della Gdf e un ispettore del Tesoro.
Il fermo dei due riciclatori avviene nell'ambito di una inchiesta che riguarda «il trasferimento - attraverso una serie coordinata di varie operazioni finanziarie internazionali - della somma di circa 7 milioni e 200 mila euro, provento del delitto di associazione mafiosa, inizialmente presso la Projeckty Investice s.r.o. utilizzando una banca sul territorio della Repubblica Ceca, successivamente nel Regno Unito, apparentemente ad una società denominata Willbest Ltd. ed, infine, su un conto aperto presso un istituto bancario elvetico.». I 7 milioni e 200 mila euro sono il provento del clan «per la realizzazione di un centro commerciale IPERCOOP a Quarto».

A proposito di Tartaglia e Zullino, i pm napoletani si sono convinti che il secondo fosse «completamente asservito e pervaso da una sorta di sudditanza nei confronti del socio padrone Tartaglia anche per le decisioni più banali». A Zullino che gli dice di aver fissato un appuntamento di lavoro, Tartaglia gli suggerisce «di mettere nel suo studio le foto che ha con Maroni o altre personalità per dare più credibilità all'incontro...».
Racconta Roberto Perrone: «Il Tartaglia fece particolare riferimento ad un suo cugino, prefetto in Roma, che - grazie alla sua posizione - era riuscito ad ottenere informazioni sulle mosse della Procura in relazione a questa vicenda. Devo dire che, in seguito, in colloqui riservati tra me e l'Imbriani, quest'ultimo mi ha poi riferito di aver stretto un rapporto costante con questa persona, tanto che spesso la frequentava recandosi in Roma».
Sempre Perrone racconta un episodio che avvenne nel 2007, quando lui e gli altri imprenditori camorristi volevano acquistare una caserma, «che era l'arsenale dismesso della Marina Militare di La Spezia, nella zona delle Cinque Terre».

Il progetto necessitava di «un cambio di destinazione d'uso» per la «successiva costruzione di numerosi appartamenti o, addirittura, di una struttura alberghiera». «Data la particolare difficoltà nell'acquisizione di un terreno demaniale, Nicola Imbriani si avvaleva inizialmente dell'appoggio politico del senatore Gaetano Pellegrino (Udc, ndr) che gli aveva fornito le dovute assicurazioni al riguardo.
Il prefetto La Motta, entrava in gioco in questa vicenda per i necessari contatti per essere favoriti sia nell'acquisto e sia per gli eventuali successivi atti urbanistici, come per esempio i cambi di destinazione d'uso, di un immobile di proprietà demaniale e successivamente dismesso».

http://www.leggo.it/NEWS/ITALIA/killer_camorra_lady_clan/notizie/278345.shtml
Venerdì 10 Maggio 2013
NAPOLI - C’è una donna che viene definita «tragicatora», espressione neanche tanto difficile da capire, buttata lì nel bel mezzo di un’indagine per fatti di camorra. C’è una donna che viene indicata come responsabile di una strategia di alto profilo criminale, una che invece di invitare i maschi di casa alla calma e alla moderazione, avrebbe aizzato gli animi.
Lo ha raccontato di recente un ex killer, il pentito del rione Sanità Giuseppe Granieri, che sta ricostruendo presunti ruoli e livelli di responsabilità nel sempre più confuso scacchiere criminale del centro cittadino. E sulle donne del clan, sulle «quote rosa» della camorra napoletana, pare che il collaboratore di giustizia non si sia risparmiato quanto ad immagini ad effetto. Che significa «tragicatora»? La risposta chiarisce ogni dubbio: «Una donna che mette le tragedie, che diceva sempre che bisogna uccidere, bisognava fare i morti».
Storie criminali, indagini dei carabinieri del comando provinciale di Napoli, c’è anche questo nell’ultimo affresco malavitoso del rione Sanità.

Agli atti le accuse di un pentito, arrestato una quindicina di giorni fa con l’accusa di essere il killer di Francesco Bara, uomo dei Lo Russo nel ventre cittadino. Viene bloccato grazie a un fermo dei pm della Dda di Napoli, conferma le accuse che lo tengono in cella. Confessa. E apre lame di luce nella storia della conquista della Sanità, nel sogno di crescita malavitoso che sarebbe stato covato per mesi dal gruppo di Giovanni Della Corte, almeno secondo le indagini della Dda. Inchiesta condotta dal pool dell’aggiunto Gianni Melillo e dai pm Sergio Amato e Enrica Parascandolo, la parola passa ai giudici del Riesame.
In un filone parallelo, in questi giorni sono state scarcerate Carla e Giulia Della Corte (difese dal penalista Guido De Maio), che erano state arrestate per droga e armi proprio nelle stesse ore in cui i presunti killer di Bara finivano in cella.
Stando alla ricostruzione degli inquirenti, nel corso dell’ultimo anno sarebbero venuti al pettine vecchi nodi, nei rapporti di forza per il controllo dei traffici criminali nella zona della Sanità. E così di fronte alla reggenza di Bara - sostenuto dai «capitoni» di Miano - sarebbe montata l’insofferenza delle giovani leve, per altro legate al gruppo Savarese, famiglia da sempre radicata all’ombra di Porta San Gennaro.

Frizioni striscianti, scortesie reciproche, fino ad arrivare alla resa dei conti.
In tutto il quartiere, viene diffusa una sorta di messaggio sinistro: «Giovannone» non vedrà l’anno nuovo, sarà ammazzato prima dell’inizio del 2013. Clima da coprifuoco lo scorso Natale, paura per regolamenti di conti, per tiri incrociati, di quelli che hanno già mietuto vittime estranee al crimine organizzato. Fatto sta che, stando alla ricostruzione della Dda di Napoli, Giovannone avrebbe provato a giocare in contropiede, a lavorare d’anticipo, ad utilizzare il fattore tempo.
È il trenta dicembre scorso, quando Francesco Bara viene ucciso. «Ho fatto prima io», si sente in una conversazione intercettata nel covo di Della Corte. Ad esplodere i colpi, sarebbe stato proprio Giuseppe Granieri, vale a dire l’uomo che oggi sta raccontando parte del suo vissuto ai pm della Procura. Da brividi la ricostruzione dell’agguato: per ore chiusi in una guardiola, forti di una telecamera per studiare le mosse di Bara, poi il momento opportuno, quando il bersaglio decide di farsi vedere in giro, tanto per ribadire il proprio ruolo.
È il momento clou, Granieri gli va incontro, sa di non avere un volto conosciuto, estrae la pistola e punta al viso. Aveva in testa una sola filastrocca, quella di una donna che andava dicendo che «bisognava fare i morti, bisognava fare le tragedie».

http://www.articolo21.org/author/Nicola-Tranfaglia/
di Nicola Tranfaglia - 12 maggio 2013 Non passa giorno nella nostra repubblica in cui alti funzionari dello Stato, magari andati l'altro ieri improvvisamente in pensione, non si trovano imputati di fronte a giudici che fanno il loro dovere e si limitano ad applicare la legge. Quando stamattina ho letto la vicenda del prefetto Franco La Motta (in foto), fino a pochi giorni fa numero "dell'AISI, ex Sisde, insomma del Servizio Segreto Civile (e consulente dell'AISI fino a marterdì scorso e prima ancora responsabile del Fondo Edifici di Culto presso il Ministero degli Interni, quasi non credevo ai miei occhi.
Ma due grandi quotidiani del nostro paese che peraltro seguono indirizzi diversi come La Stampa di Torino, diretta da Mario Calabresi e La Repubblica di Roma diretta da Ezio Mauro, hanno pubblicato, con un notevole rilievo giustificato dal personaggio implicato, le accuse che i pubblici ministeri della Procura Antimafia di Napoli, il procuratore aggiunto Gianni Melillo, e i sostituti Ardituro, Del Gaudio e Ribera hanno fatto all'ex prefetto. Si tratta di una grossa somma, dieci milioni di euro impiegato nella banca svizzera Hottinger.
"In tale vicenda risulta coinvolto il prefetto La Motta (fermato ieri con decreto dalla Procura) con il broker Rocco Zullino, come osservato in contatto con il Tartaglia, oltre che individuato dal Perrone (Roberto,imprenditore ai vertici del clan Polverino, oggi pentito) come soggetto a cui il medesimo Tartaglia, produttore cinematografico, si riferiva come esponente in grado di fornire informazioni sulle indagini in corso." I giudici sanno anche che l'ex ministro degli Interni nel governo Monti e oggi della Giustizia nel governo Letta, avendo appreso del buco di dieci milioni di euro investiti da La Motta nella banca Hottinger e poi scomparsi, ha inviato un esposto alla Procura di Roma che indaga l'ex prefetto per peculato e riciclaggio e messo in piedi una commissione di inchiesta formata da un avvocato dello Stato, un generale della Guardia di Finanza e un ispettore del Ministero del Tesoro.
Il decreto di fermo della Procura dei due riciclatori Tartaglia e Zullino è avvenuto mentre stavano entrando nella sede dell'AISI per perquisire gli uffici del prefetto La Motta all'interno di una inchiesta che riguarda "il trasferimento -attraverso una serie coordinata di varie operazioni finanziarie internazionali- della somma di circa 7 milioni e 200 mila euro, provento del delitto di associazione mafiosa, inizialmente presso la Projecty Investice s.r.o. utilizzando una banca sul Territorio della repubblica Ceca, successivamente nel Regno Unito ,apparentemente ad una società denominata Wiilbest Ltd ed, infine, a su un conto aperto presso un istituto bancario evetico.
I 7 milioni e 200 mila euro sono il provento del clan Polverino per la realizzazione di un centro commerciale IPERCOOP a Quarto.
A proposito di Tartaglia e Zullino, i pm napoletani si sono convinti che Zullino fosse "completamente asservito e pervaso di una sudditanza nei confronti del socio padrone Tartaglia anche per le decisioni più banali" .
Racconta in una telefonata intercettata come molte altre il pentito Perrone: "Tartaglia fece particolare riferimento a ad un suo cugino, prefetto in Roma, che -grazie alla sua posizione- era riuscito ad ottenere informazioni sulle mosse della Procura in relazione a questa vicenda.
Devo dire che, in seguito, in colloqui riservati tra me e l'Imbriani, questo ultimo mi ha riferito di aver stretto un rapporto con questa persona, tanto che spesso lo frequentava recandosi a Roma."
Sempre Perrone racconta un episodio del 2007 quando lui e altri imprenditori camorristi volevano acquistare una caserma" che era l'arsenale dismesso dalla Marina Militare di La Spezia, nella zona delle Cinque Terre.

"Data la particolare difficoltà nell'acquisizione di un terreno demaniale, Imbriani si avvaleva inizialmente dell'appoggio politico del senatore Pellegrino dell'UDC che gli aveva fornito assicurazioni al riguardo. Il prefetto La Motta entrava nell'affare per i necessari contatti con il Ministero per essere favoriti sia nell'acquisto sia per i successivi atti urbanistici, come ad esempio i cambi di destinazione di uso necessari per un immobile di provenienza demaniale poi dismesso."
Di fronte a vicende come queste non c'è poi da stupirsi di quello che succede nel nostro paese di fronte a manifestazioni contro i giudici come quella organizzata da Berlusconi (con il vicepresidente del Consiglio Angelino Alfano e i ministri in carica Lupi e Quagliariello) che ripete discorsi incendiari contro i magistrati e propugna riforme imminenti per zittirli e costringerli forzosamente alla sua,personale ragione.
Sarà per questo che osservatori come Eugenio Scalfari nel suo articolo domenicale su La Repubblica ma anche Stefano Folli sul Sole 24ore e i due, come è noto, non la pensano allo stesso modo, sono d'accordo per non avanzare previsioni positive sul futuro del governo delle larghe intese.
Certo, nessuno dei molti aspiranti (si parla di cinque o sei da Renzi alla Bindi, da Civati a Franceschini, da Cuperlo a Zingarelli) a succedere a Guglielmo Epifani sulla sedia bollente del partito di riferimento del Centro-sinistra potrebbe  accettare le riforme contro i giudici, a meno di presentarsi agli elettori, con una volontà di martirio molto poco consigliabile a chi ha a cuore la ricostruzione dell'Italia dopo il drammatico ventennio del populismo berlusconiano.

domenica 5 maggio 2013

"IL MURATORE", IL FEMMINICIDIO CHE AVANZA E IL NUOVO TREND DEI SUICIDATI...


Brutte storie, tante storie, troppe anche per me...
Purtroppo me l'aspettavo, da tempo sostenevo e scrivevo che quest' anno sarebbe stato particolarmente fertile per quanto riguarda le disgrazie.
Da un lato i CLASSICI omicidi rituali mediatici, come Sara Scazzi, Yara Gambirasio, Garlasco e tanti altri, volgono al termine e stanno esaurendo il loro impatto plagiante sulla massa, un pò come un Serial televisivo che ha finito le idee e non sa più cosa proporre, mentre dall'altro sono arrivati i nuovi omicidi rituali mediatici e il 2013, anno di trapasso e di trasmutazioni varie, presenta nel suo palinsesto grandi novità...
Oggi va di moda il FOLLE che, preso da improvvisi raptus, compie atti criminali demenziali...
La cronaca nell'ultimo mese ne ha proposti veramente tanti ai fedeli utenti nostrani, è uscita perfino una bella rivista di cronaca nera dal titolo GIALLO, alla modica cifra di 50 centesimi...


La serie televisiva di maggior successo è quella del MURATORE calabrese che voleva sparare ai politici nel momento della formazione del Governo, ma che cambiò idea all'ultimo momento rimediando su due poveri Carabinieri, anzi su un agente, il secondo sparì dalla scena immediatamente, e su una donna incinta, anche lei divenuta presto un fantasma, ma sicuramente torneranno più avanti e li vedremo nel corso della storia...
Questa è stata la prima puntata, molto bella, direi un metafilm dato che si vedeva lo stesso aiuto regista coordinare le comparse ripreso dalla stessa regia che poi era ripresa anche da un cameraman Rai, e come in un gioco di specchi, ogni micro realtà ne conteneva un'altra, una sorta di matrioska...
Il protagonista un MURATORE calabrese vestito da MAN IN BLACK o da matrimonio, a seconda della prospettiva, emigrato in Liguria che preso dalla disperazione, dai debiti, dal fallimento della sua vita coniugale, decise di preparare un attentato al sistema prenotando un alberghetto a Roma con la sua pistolina taroccata comprata anni prima al mercato delle pulci e una punta di trapano come portafortuna per programmare l'agguato il giorno X della nascita del nuovo Governo...
Ovviamente andò tutto a puttane e non riuscì nemmeno a spararsi come solitamente accade ai folli, almeno secondo la prassi e l'estetica vigente... Ma preso dal panico si buttò in braccio ad altri agenti che gentilmente lo buttarono a terra arrestandolo...
Nella seconda puntata, abbiamo però notato un grave errore nella produzione.
Nel montaggio della scena dove il MURATORE esce dall'ospedale, alcuni hanno notato che indossava abiti completamente diversi da quelli che portava il giorno prima, addirittura calzava baldanzoso scarpette bianche e un piumino invernale obsoleto per la stagione, soprattutto a Roma e accanto ad un poliziotto in maglietta nera...
Quale misterioso messaggio gli autori avranno voluto comunicarci subliminalmente???
E dove saranno finiti gli abiti eleganti che indossava la puntata precedente???
Saranno stati rubati???
Vedendo il trailer della prossima imminente uscita,  si scopre che il MURATORE era un asso nel biliardo e viene ritratto sorridente in una vecchia foto insieme ad amici anche loro sorridenti...
Forse bisogna ripartire da quel losco ritrovo per capire la psicologia del protagonista, quindi si prevedono nelle prossime puntate flashback della sua vita passata e una inquietante rivelazione del figlio di 11 anni, e sottolineo 11, dove rivela che la punta del trapano ritrovata apparteneva a un noto frate scomunicato di Genova che abita nella zona portuale e che usava abitualmente per esorcizzare adepti di uno strano culto osirideo...



Il secondo Serial di successo, un sempreverde ma con qualche variazione di sceneggiatura, è MULTI-FEMMINICIDIO, una Fiction terrificante, veramente volgare, triviale, che punta alla pancia dell'utente, dove povere giovani donne muoiono vittime quasi sempre di presunti carnefici appartenenti alla fascia più povera della popolazione, contadini, spazzini, extracomunitari, studentelli, disoccupati, cassintegrati (governo permettendo) e FOLLI vari...
L'innovazione della serie è il sincronismo dei delitti, ovvero il compiersi di questi in relazione a fatti ed eventi politici, come se esistesse una regia occulta che da mondi ultraterreni comandasse ed eteropilotasse gli assassini tutti in perfetto timing con quello che succede nei piani alti, una sorta di contrappasso intrinseco naturale, come se ad un'elezione corrispondesse necessariamente un crimine. E come da contrappasso, mentre si edifica dall'alto il Tempio del potere, dal basso muoiono poveracci senza colpe, senza una motivazione plausibile, così in random, perché il meccanismo prevede questo...
Unico difetto della serie è l'esagerato numero di morti che confonde lo spettatore e satura poi la richiesta morbosa di coloro che seguono con attenzione tutte le puntate, troppe vittime e troppi omicidi, si rischia di perdersi dietro alle singole storie che però sono in qualche modo collegate tra loro...


Passiamo all'ultima proposta mediatica... "I SUICIDATI"...
La serie prende spunto dalla realtà e dai tanti veri o falsi suicidi che il bel paese ha raccontato agli italiani in 60 anni di SOAP mediatiche... Ovvero il tema del suicidio impossibile, estremo, senza apparente movente, sempre misterioso e spesso balisticamente improbabile...
Ogni puntata è conclusiva e presenta un caso nuovo, ma poi anche in questa Fiction tutta l'intera serie sottende un mondo dove questi fatti sono in qualche modo intimamente collegati tra loro...
C'è da fare una precisazione, la serie stessa ammette che esistono anche casi di veri suicidi, ma alterna puntate con falsi suicidi, altresì chiamati appunto i suicidati...
E' come una catena di San Antonio, appena i media ne veicolano uno a macchia d'olio ne arrivano altri 3 e così aumentano per progressione geometrica fino ad un limite di 33, per poi rallentare e scemare nella frequenza fino a diminuire...
Il tutto sempre in sincrono con le vicende di quello che propone la vita politica nostrana ed estera, ma anche quella economica, come quella spirituale, ecclesiastica e di costume...
Gente che spara a senegalesi poi si uccide e si scopre che leggeva cose strane, gente che stermina la famiglia poi si uccide buttandosi in piscina e lasciandosi affogare per inerzia, gente che si spara ma la pistola fugge impaurita nella stanza accanto, sportivi senza gambe che uccidono le proprie donne scambiandole per ladri ma non fanno in tempo a suicidarsi, si ci sono anche i mancati suicidi.
Forze dell'ordine che si sparano in caserma... Gente che si impicca a tre metri di altezza con una corda senza nulla sotto e che, con un balzo felino nel giro di un millisecondo, è riuscita, dopo aver fatto un bel buco con il trapano nel soffitto, ad attaccare un gancio, averlo stretto, averci messo il cappio, essersi infilata dentro con il collo, sempre rimanendo in aria sospesa nel vuoto, ma questi sono dettagli,  ed essersi uccisa mentre il loro cellulare mandava un sms alla pizzeria d'asporto sotto casa...
Povero pakistano, indiziato per aver avuto la sfiga di portare una 4 stagioni nel momento sbagliato alla persona sbagliata, ed essere arrestato perchè il messaggio è arrivato proprio nel suo cellulare...
Questa serie è la più FANTASY perché effettivamente propone casi estremi, quasi demenziali ed impossibili, ma sarà apprezzata molto dalle nuove generazioni...
Serie Pulp, ritmo frenetico, location solitamente di provincia e sempre vittime della fascia mediobassa della popolazione.


 


Questa mattanza fa parte della nuova produzione televisiva, ci sono gadget, trasmissioni pomeridiane e serali, riviste e giornali che presentano i casi alimentando il fuoco sacro della PAURA, del sangue, perché in fondo alla gente piace il macabro, da un lato avverte una forte ansia e bisogno di protezione, da un lato esorcizza la sua metà oscura scaricando la sua aggressività virtualmente nel tubo catodico che poi è un pò come il nostro buco del culo, pozzo infinito e contenitore di falli e totem di ogni tipo. Un pò come quando il grande regista ELIO PETRI mise in scena nel 65 il suo capolavoro "LA DECIMA VITTIMA", una sorta di Grande Fratello antelitteram, dove il gioco era reale e il carnefice doveva uccidere la sua vittima, scelta direttamente da un MEGA-CALCOLATORE della produzione televisiva e il gioco si svolgeva nella vita reale, un pò come per le nostre storie.
Petri anticipò e svelò l'arcano, ma lo fece in quasi tuti i suoi capolavori...
In fondo un grande gioco di società, dove il più forte mangia il più debole, una metafora del mondo, della natura, una sorta di legge della giungla programmata, dove tutto è prestabilito dall'alto o dove l'ALTO necessita di farsi percepire tale per indurre RUOLI SOCIALI e stabilire una gerarchia che permette l'edificazione di quel sistema oracolare che in fondo è sempre lo stesso da millenni, che usa gli stessi riti per mantenere lo scettro del potere nel tempo e nel TEMPIO...

Prossima Fiction in produzione, a proposito di BISOGNO LATENTE DI PROTEZIONE che il cittadino invoca allo Stato quando percepisce il caos e la paura intorno a sé, sarà la terribile e agghiacciante serie dal nome emblematico: "THE PROTECTOR"... Una storia di polizia, di protezione, di sangue che funziona sempre, ma soprattutto di diritti negati, serie dai sapori orwelliani che apre una finestra sul porcile della nostra fragile democrazia, uno sguardo sul futuro che avanza e su chi lo guiderà...

Buonanotte a tutti i telespettatori i programmi sono terminati... cit.
La messa è finita, andate in pace... cit.