domenica 19 agosto 2018

SERGIO MARCHIONNE: IL COCCODRILLO


http://www.mardeisargassi.it/sergio-marchionne-il-coccodrillo/
di Pasquale Manella


Se chiedessimo cos’è un coccodrillo, sicuramente la stragrande maggioranza delle persone risponderebbe un animale. I più precisi, invece, parlerebbero di un rettile, mentre quelli “veramente” informati si spingerebbero a dire che si tratta probabilmente di uno degli ultimi dinosauri viventi giunti fino a noi in quanto fatalmente scampato all’estinzione di massa del Paleocene, ma nessuno – o in pochissimi – sarebbe in grado di rispondere che, in gergo cine-televisivo, il coccodrillo è uno di quei documenti lacrimevoli, girati per la TV o stilati per i media in genere, utilizzati all’indomani della scomparsa di un personaggio famoso di cui si vogliono celebrare le gesta sportive, artistiche, politiche, scientifiche e, perché no, anche economiche, industriali e manageriali.
Ebbene, questo coccodrillo che vi accingete a leggere, se lo farete, non verserà lacrime.
Il soggetto preso in esame è la vita eroica del Sig. 
Sergio Marchionne, nato a Chieti nel 1952 da padre abruzzese e madre istriana, cresciuto in Ontario, residente fino a ieri in Svizzera e AD di FIAT prima e di FCA poi, dal 2004 fino al 2018. 
Un uomo che è stato di per sé un coccodrillo, che non versò lacrime quando si trattò di dover divorare in un sol boccone alcuni dei suoi “figli”.

Si è mosso sempre così, il Dott. Marchionne, in sordina, a pelo d’acqua, lasciando fuori solo gli occhi, e, al momento giusto, con la vittima ben in vista e a tiro, ha sempre colpito senza esitazione. Come nel caso di Termini Imerese, quando nel 2010 venne decretata la chiusura dello stabilimento lasciando a casa circa 2000 lavoratori. 
Perché? La produzione in Sicilia costa troppo, è fuori mercato. 
Il governo di allora pure tentò di proporre forme di incentivo per spingere il gruppo industriale ad avviare ricerche in ambito costruttivo ed esplorare quindi nuovi mercati, con conseguente rinnovo delle linee di montaggio dello stesso stabilimento, ma l’AD preferì Obama, a cui erano già stati ceduti tecnologia e know-how italiani per poter acquisire Chrysler, dando così vita a uno dei gruppi automobilistici più grandi e ricchi al mondo, con sede direzionale a Detroit, quotazioni a Wall Street e in minima parte a Milano, residenza legale in Olanda per consentire ad Exor S.p.a. (gruppo di controllo di FCA nelle mani della famiglia Agnelli-Elkann) di avere la maggioranza della proprietà delle azioni pur con una copertura limitata al 30% del totale, e residenza fiscale in quel paradiso fatto di aguzzini dell’alta finanza mondiale che è la City di Londra. 
Al governo italiano, quindi, non restò che fare dietrofront con la coda tra le gambe, senza neanche chiedere in cambio imilioni di euro versati per gestire le casse integrazioni del passato. E no, cara Italia, la FIAT ti ha dato motori, strade, lavoro, modernità, progresso e poi… quando si diventa grandi è naturale andar via di casa.

Nel 2011, Marchionne decise allora di lasciare Confindustria, mollando definitivamente gli ormeggi due anni dopo per liberarsi le mani e preparare il terreno per i successivi agguati. 
Non contento, infatti, passò al tentativo di chiusura, ma ne ottenne solo il ridimensionamento forzato, degli stabilimenti di Pomigliano d’Arco, vicino Napoli, e di quello di Mirafiori, nell’amata Torino. Operazione che si salvò in parte solo grazie all’azione dura della FIOM, guidata allora da Maurizio Landini, che dovette comunque cedere alla proposta ricattatoria di un referendum a cui gli operai furono sottoposti allo scopo di scaricare su di loro la responsabilità di decidere in prima persona su un destino diviso tra licenziamenti da un lato e dolorosa accettazione di cospicue riduzioni dei compensi e assunzioni capestro dall’altro. 
I lavoratori, la maggior parte dei quali portatori di stipendi necessari per garantire il sostentamento di famiglie monoreddito, accettarono l’umiliazione. 
Fu risparmiato solo lo stabilimento di Melfi (PZ), in Basilicata, dove il costo della vita e, dunque, della manodopera è pari a quello di un territorio sottoposto a dinamiche di carattere sostanzialmente neo-coloniale, situazione molto vantaggiosa sul piano socio-economico per poter produrre in tutta tranquillità la Jeep, da esportare sia in Europa che oltreoceano.




A questo punto, la FIAT non aveva già più nulla di italiano, tantomeno oggi i cui vertici, dopo la dipartita dell’AD italo-canadese, affidato ormai alle attenzioni di un’équipe di medici presso l’ospedale universitario di Zurigo, hanno già riassegnato tutti i ruoli chiave a nomi di personaggi che nello Stivale hanno messo piede solo di recente per venire a spolpare, se non a raschiare, quanto ancora rimane sul fondo del barile degli aiuti pubblici – e, dunque, delle nostre tasche – per continuare a garantire “sostenibilità” agli insediamenti produttivi del Bel Paese.
L’ultima chicca il manager la riservò infine alla Ferrari, dove senza batter ciglio cacciò via dalla Presidenza Luca Cordero di Montezemolo per affidarla alle sue amorevoli cure, con l’obiettivo di farla tornare a vincere. Perché questo è stato Sergio Marchionne, un cinico vincente, e lo Stato italiano non ha saputo costruire proposte alternative capaci di tenergli testa. 
Uno Stato già progressivamente indebolito a partire dal 1989, anno che segnò l’inizio del lento e inesorabile processo di deindustrializzazione a cui il Paese fu anzitempo condannato da quelle forze di sinistra le quali, passando dalla lotta contro il capitale a quella per il capitale, hanno sposato la causa del grande coccodrillo. Nozze culminate e suggellate attraverso l’istrionico appoggio di Matteo Renzi, il cui governo confezionò ad hoc una riforma del lavoro, passata tragicamente alla storia con l’international sound di Jobs Act, abbandonando così definitivamente la causa operaia, portatrice di un bacino elettorale ormai in profonda crisi ideologica e decadenza materiale.

Questo è stato, dunque, Sergio Marchionne, un coccodrillo che ha ucciso i figli dell’Italia senza versar lacrime, lavorando a piè sospinto per dei pescecani tuttora vivi, vegeti e affamati di dividendi, così come i capostipiti di un tempo lo erano dei loro ragguardevoli profitti, a testimonianza del fatto che buon sangue non mente: la FIAT nasce, non a caso, lucrando sulla pelle degli italiani caduti e affamati durante e a seguito delle vicende che hanno segnato la Prima e soprattutto la Seconda guerra mondiale, e cresce e prolifera oggi sulla pelle degli italiani lasciati digiuni da crisi indotte tramite meccanismi di speculazione finanziari, che portano con sé percentuali di distruzione della ricchezza reale pari a quelle di un vero e proprio evento bellico. 
Sergio Marchionne, quindi, è stato il cane tenuto al guinzaglio dorato di una famiglia di squali, buttato via in un letto d’ospedale come un bastardo qualunque non appena la sua capacità di intendere e volere ha dimostrato d’esser venuta meno. Dopotutto, bisogna render conto ai mercati, non si può mica perder tempo stando chini al capezzale di un uomo che più di ogni altro ha fatto crescere un gruppo industriale, ormai totalmente finanziarizzato, che fino a poco prima del suo arrivo era stato dichiarato cerebralmente morto.

Eppure, oggi a esser morto sei tu, Dott. Marchionne, che non hai avuto probabilmente nemmeno il tempo di renderti conto che, nonostante tutto, per quanto possa aver trascorso la tua vita a lavorare infaticabilmente consumandoti quotidianamente i polmoni con il fumo di circa cento sigarette, dormendo mediamente per tre ore a notte e girando l’intero globo, ebbene, nonostante tutto questo, il giorno della fine è giunto anche per te e di sicuro non ti servirà l’inglese parlato da tutti i mandanti che ti hanno utilizzato alla stregua di un gerarca nazista, sacrificato in qualità di esecutore sull’altare di una Norimberga post-industriale verso cui hai scrupolosamente condotto quella patria della quale, in fondo, non sei mai stato figlio.




7 commenti:

  1. Non è una gran perdita per gli italiani, morto un Marchionne se ne fa un altro. Muoiono i contenitori, gli involucri di certe ideologiche super liberiste, ma le eggregore vanno avanti, troveranno altri coccodrilli (con tutto il rispetto per i coccodrilli veri) da utilizzare per le loro cause. E' stato un cinico opportunista ma ammesso che si sia reso conto, questo tipo di esemplari che sono la norma nell'epoca attuale, lui come tanti "muoiono senza essere mai nati a se stessi". "Muoiono ancora mentre sono in vita", quel tipo di esistenza che le eggregore gli hanno concesso. Ora verrà rimpiazzato, la logica dell'eggregora è equiparabile a quella di una fredda calcolatrice. Dedicare la propria attenzione al neo-disincarnato equivale soltanto a mantenerlo cosciente, i disincarnati di questo calibro si mantengono in "vita", cioè coscienti di sé stessi tramite l'attenzione che gli viene convogliata dai "quelli sono ancora vivi".

    RispondiElimina
  2. https://it.wikipedia.org/wiki/Sic_transit_gloria_mundi

    RispondiElimina
  3. Marchionne non è mai apparso un tipo in salute, ma secondo me non è affatto morto, e tra l'altro non ricordo di aver mai visto un video in cui fumasse. Pannella era un fumatore accanito, aveva non si sa quanti bypass ed e' vissuto fino a 90 anni e passa e Marchionne dovrebbe essere morto?
    I turbo capitalisti (cit. Fusaro) sionisti globalisti Elkann lo hanno fatto fuori si, ma con una buonuscita d'oro e un mega villone in Sudamerica, il luogo dove nessuno viene più trovato e questi ricconi possono farsi cazzi propri con le chiappe al sole finché campano. D'altronde e' notizia di questi giorni che vogliano vendere la FIAT a stranieri.
    Diciamo che Marchionne non era più utile al loro cambio di paradigma e in poche settimane lo hanno silurato; era già abbastanza sospetto che da un intervento alla spalla un una clinica svizzera, non a Napoli o Palermo eh, si potesse arrivare a delle complicanze talmente gravi da indurlo alla morte...in Svizzera notoriamente i ricconi ci vanno a guarire, loro si, da cancro e malattie varie, o a morire per scelta di eutanasia, non a crepare di complicanze da intervento.
    La sua storia è falsa tanto quanto quella di Steve Jobs. Nell'ultima apparizione pubblica Marchionne aveva donato una Jeep ai carabinieri e aveva il suo solito aspetto bruttino e fantozziano ma non da moribondo di tumore come i media vogliono farci credere per giustificare la velocità con cui è stato messo da parte. Jobs nella sua ultima apparizione era più magro ma era già uno stecco di suo, non sembrava moribondo.

    Insomma la Matrix continua a vele spiegate, i veri morti sono quelli del ponte Morandi a Genova perché si sa che i poveracci muoiono sempre prima e sempre nei modi più strani e assurdi, spesso per mano del potere che se ne sbatte il cazzo della vita umana, lo insegnano i Benetton con le loro feste a Cortina il giorno successivo alla tragedia, d'altronde noblesse straccivendola ricca coi soldi nostri oblige....

    RispondiElimina
  4. Ponti che crollano, bombe d' acqua che straripano fiumi ( neanche il sindaco del posto ci crede !), "promesse" di tremendi terremoti, e via discorrendo...E tutto ciò per non far governare chi è stato eletto dalla volontà popolare. E mica per fare "chissà cosa", solo far stare un po' meglio la gente
    .
    Siamo nelle mani di feroci criminali, porci e pedofili PORTATORI di MORTE, che non vogliono sentir ragioni; l' idea che noi si possa stare un pochino meglio li manda ai matti...la VITA li manda ai matti, la ODIANO!

    C' è soltanto una via d' uscita: che i SANI si organizzino, aprano per costoro le porte delle patrie galere e ripristinino le ghigliottine.

    E chi s' è visto s' è visto.

    RispondiElimina
  5. Non se ne puo' letteralmente più della vera e propria invasione di "buonisti" catto-comunisti-PD=fascisti, (e già, perché a casa mia chi sta coi padroni è FASCISTA e punto ! ).
    Qualcuno a dedicato due programmi di un' ora ciascuno per spiegare il termine "buonista": la prima volta gli è andata male, perché a telefoni aperti la gente a dimostrato di sapere esattamente cosa volesse dire; cosicché, poiché non si era raggiunto lo scopo "desiderato", ne è fatta una seconda -'stavolta- a telefoni chiusi; con, come unico ospite, uno psicologo freudiano il quale sosteneva "l' istinto di morte" (veccia balla contestata egregiamente da Jung, giacché l' istinto di morte NON è naturale ma sopravviene dopo l' inizio del "decadimento"); comunque, la teoria del suddetto (a cui si voleva "evidentemente" giungere a favore dei buonisti) consisteva nel pericolo che stiamo correndo di diventare "cattivi" (cattivi coi cattivi? MA MAGARI!) a causa di un mancato controllo dell' istinto di morte e blablablà...E qui la chiudo!
    Ora, senza stare tanto a menare il torrone, un "buonista" è semplicemente un FINTO BUONO, chiaro?!? e in più: un OPPORTUNISTA, un IPOCRITA, un MANIPOLATORE, un IMBROGLIONE, e insomma un GRAN pezzo di merda!

    Tutto ciò per dire che l' analisi fatta da P. Manella su Marchionne, che ho apprezzato tantissimo, è PERFETTA.

    RispondiElimina
  6. Io i buonisti e i loro padroni li butterei dentro i mattatoi al posto degli animali, non so se mi spiego.
    Devono crepare tutti male, molto male.
    È ora di una bella pulizia dalla merda, di volontari ce n'è, cominciamo al più presto.

    RispondiElimina
  7. resta comunque il fatto che si prospetta un "autunno bollente", ovviamente non dal punto di vista climatico, credo che a breve ci sarà la resa dei conti, i fintobuonisti progressisti pur di raggiungere i loro scopi ricorreranno alle maniere forti, non che non le stiano già utilizzando, ma semplicemente di maniere forti ne stanno utilizzando ancora in esigua quantità per lo meno rispetto agli scenari che si stanno un po' alla volta concretizzando. Oltretutto sento sempre più spesso dire che l'autunno che sta per venire a breve sarà un periodo turbolento, a livello intuitivo credo di sapere a cosa si riferisca, ci sarà una rivolta contro i fintoprogressisti, i vecchi poteri si stanno prendendo una bella rivincita, gli esponenti del progressismo degenerato dovranno incassare dei duri colpi. Attenzione però perché chi ci andrà di mezzo sarà come al solito la gente inerme e completamente all'oscuro di questa guerra senza esclusione di colpi fra le super eggregore. C'è anche il rischio di una possibile riorganizzazione delle albe dorate in versione italica. Da una parte i progressisti a suon di intimidazioni, avvertimenti in codice, attentati con precisione chirurgica, e quant'altro, dall'altra parte l'estrema destra, quella violenta e machista si sta organizzando seriamente su larga scala, e non staranno certo con le mani in mano, dalla lotta sul web lo scontro si sposterà nel contesto quotidiano.

    RispondiElimina