domenica 10 gennaio 2021

TRUMP 2021: IL PRESIDENTE PIU' KATTIVO DELLA STORIA


La narrazione mediatica a senso unico, martellante ed incessante, in stile minculpop durata 4 anni su Trump ha funzionato alla grande. Tutti i più importanti organi d'informazione ufficiali al mondo, tutti i giornali, tutte le televisioni, tutti gli intellettuali, emeriti e vip di ogni latitudine, hanno combattuto strenuamente il magnate con il ciuffo arancione a suon di accuse, critiche, radiografie pornografiche per mostrarlo all'opinione pubblica come il male assoluto, come un cancro per l'umanità, come un novello dittatore populista, come il pericolo pubblico #1.
Tutta la politica mondiale o quasi, si è spesa per distruggerlo e nessuno si è accorto di questa discrepanza di trattamento, rispetto ad altri presidenti, sicuramente più "buoni e saggi", tipo i Bush, o i Clinton, e questo perché esiste una lavagna dei buoni e dei cattivi condivisa ed accettata.
Personalmente, come ho sempre scritto un po' ovunque, non ho mai amato Trump come persona, sono lontano anni luce dai suoi valori e, soprattutto, da quelli dei suoi elettori, sono stato perfino molto critico sulla scelta di appoggiarlo inizialmente da parte degli ambienti massonico progressisti, ma un conto è la mera considerazione personale sull'uomo, un conto è la comprensione del RUOLO che esso incarna, se utilizzato per motivi strategici importanti. 
Quindi è necessario scindere la sua figura tra l'aspetto strettamente personale, ed il suo utilizzo strategico e strumentale da parte di altri poteri.
Bisogna ripercorrere a questo punto la sua storia e le motivazioni che lo hanno visto scendere in campo.

Trump fu scelto per diverse ragioni di opportunità politica, economica e, soprattutto, geopolitica da parte di ambienti latomistici progressisti e non conservatori.
L'opzione Trump fu valutata, contemplata e plasmata, in primis perché era un personaggio famoso che poteva attirare una buona fetta di elettorato USA, colui che poteva maturare un valore da spendere politicamente contro diverse fazioni del deepstate, perché era più trasversale ed utile per destrutturare lo schema cristallizzato della finta contrapposizione Dem vs repubblicani. 
Trump è stato il cavallo di troia dei circuiti massonico progressisti internazionali per arginare l'opposto fronte massonico e del deepstate di segno reazionario che appoggiava i moderati Dem, e parte del partito repubblicano avverso a Trump, quindi, l'estrema destra del klan Bush ed accoliti.
In pratica, gli schieramenti in campo sono ribaltati rispetto a quelle che potrebbero essere le apparenze.
Il fronte del deepstate e degli ambienti massonico progressisti, in assenza di candidati forti da utilizzare sulla piazza, hanno scelto un candidato populista e trasversale che potesse contrastare l'avversario (operazione riuscita con la Clinton), una sorta di jolly o di joker. 
Al contrario, gli ambienti massonico conservatori ed anche più marcatamente elitari e di destra, hanno portato avanti i falchi Dem ed il klan Bush, avendo interessi geopolitici, economici e strutturali in comune, ed essendo molti di questi, massoni reazionari infiltrati in entrambi i partiti. 
Il potere è molto più elastico e trasversale del buon senso comune che ragiona per schemi preconfezionati, ed è quindi logico esistano queste posizioni trasversali, ribaltate e labirintiche, non facilmente comprensibili dal cittadino, abituato alla partigianeria indotta, al campanilismo di comodo, alla visione ingenua e dicotomica dello scontro politico, alle tifoserie da stadio. 
Bisogna scindere i due livelli, ovvero, la pedina Trump, spendibile per ragioni progressiste e di contraltare alle posizioni estremiste dei falchi guerrafondai diversamente declinati, e la persona Trump, criticabile fino all'indignazione collettiva, dal quale tutti possono prendere le distanze come fosse un infetto malato, pericoloso e del quale tutti possono sperticarsi in inutili insulti e critiche più o meno fondate, come un Berlusconi a stelle e strisce, scordandosi che fino a pochi anni prima era stato un Democratico. Anche sulla funzione apolide ed antidemocratica dei social, intesi come entità intoccabili ed evanescenti, prima alleati dell'ex-presidente e poi nemici giurati, ci sarebbe molto da dire a riguardo.


Prima dell'arrivo della pandemia, eteropilotata e manipolata su vari fronti dal backoffice del potere, sempre per ragioni geopolitiche e di creazione di nuovi assetti strutturali, Trump stava portando l'economia USA ai massimi storici.
Erano decenni che non si vedevano livelli di crescita simili, erano stati introdotti i primi elementi neo-keynesiani nella spesa pubblica, quindi si era rotto un tabù neoliberista che non andava toccato. 
Era stata l'unica governance USA a non aver fatto guerre imperialiste, "limitandosi" solo all'omicidio di Soleymani, facendo una finta contrapposizione con la Corea del nord, in realtà creando una distensione con quel paese, prima impensabile, bloccando una guerra che avrebbe fatto volentieri la Clinton contro la Russia di Putin, attraverso l'Ucraina ed altri paesi satelliti, non invadendo militarmente il Venezuela come era stato più volte paventato dagli stessi Dem e dagli altri Neocon, preferendo piazzare un inutile burattino oppositore contro Maduro, scomparso dalle scene poco dopo le elezioni. 
Per carità, facendo anche tante schifezze, come i peggioramenti dei rapporti diplomatici con Cuba, in parte anche esasperandone l'embargo, come le diverse tensioni ancora con il Venezuela e con altri paesi sud-americani, ma alla fine dei conti, limitando i danni per quanto fosse possibile, sempre considerando i rapporti di forza sbilanciati tra un paese imperialista come gli USA e l'America latina. 

Questo processo è però terminato, da un lato a causa del fuoco nemico, dall'altro lato a causa del fuoco amico, e qui parliamo degli errori epocali della sua governance.
Trump avrebbe dovuto fin da subito condannare, in maniera netta e senza ambiguità, il razzismo e la violenza secolare della polizia che ha scatenato l'ira degli afroamericani questa estate, a costo di perdere parte del suo elettorato.
Non avrebbe dovuto affidarsi alla narrazione di Qanon e di tutte quelle entità dei servizi che si dicevano vicine a lui, e che invece, come fin da subito avevo indicato tramite post ed articoli, erano probabili gatekeepers.
Non doveva aver paura di essere ritenuto attaccabile e ricattabile e, quindi cambiare in corso d'opera quei compiti che la massoneria progressista gli aveva affidato prima delle elezioni.
Non doveva fidarsi troppo ed ingenuamente di chi lo ha puntualmente tradito.
Infine, il suo ego smisurato al limite della patologia, gli ha causato diversi problemi relazionali, comunicativi con conseguenti scelte politiche sbagliate. Con il senno di poi, sarebbe dovuto essere più scaltro, furbo ed intelligente, soprattutto, durante la fase elettorale. 

Dopo la pagliacciata dell'invasione al Congresso, concessa dai nemici per sputtanarlo e portare a casa un bel risultato da spendere successivamente, incarnando così il ruolo dei guardiani della democrazia, ha firmato la sua condanna a morte o, forse, l'aveva già "concordata" segretamente tempo fa proprio con i suoi nemici, per aver magari qualche vantaggio dai processi futuri che dovrà affrontare in campo fiscale, una volta dismessi gli abiti presidenziali.
Questa opzione di accordo con il nemico, mentre in pubblico venivano aizzate le folle contro le elezioni rubate, potrebbe essere presa in considerazione, e se probabile, potrebbe essere avvenuta fin da Novembre, ovvero, quando Trump ha dismesso gli abiti di araldo massonico progressista, ed ha forse preferito indossare i suoi vecchi abiti di magnate per tutelare se stesso ed i suo figli, rendendosi meno ricattabile per tutti quei processi in ambito fiscale che potrebbero decurtare molti dei suoi capitali, a costo di apparire un cospiratore antidemocratico e sputtanarsi pubblicamente.
Della serie, "TENGO FAMIGLIA".
Cosa aveva da guadagnarci in questa sciarada mascherata? 
Nulla, semmai avevano da guadagnarci i suoi nemici che, potrebbero e lo dico sottovoce, essere diventati meno nemici di un tempo.
Come si diceva una volta? "A pensare male..."







3 commenti:

  1. https://notizie.tiscali.it/cronaca/articoli/vaccini-algoritmo-priorita-vaccinazione/

    https://notizie.tiscali.it/esteri/articoli/usa-pelosi-25mo-emendamento-altrimenti-impeachment/

    ("A preoccupare non è però solo l'imprevedibilità di Trump.I timori sono alti anche per possibili nuove manifestazioni. "La minaccia di gruppi estremisti violenti resta alta e le prossime due settimane sono decisive nel nostro processo democratico" con la cerimonia di insediamento di Biden, mette in guardia il leader dei democratici in Senato. Lancia l'allarme anche il sindaco di Washington, Muriel Bowser, che chiede un rafforzamento della sicurezza. Secondo le voci circolate in rete, nuove proteste sarebbero già in via di organizzazione al grido: "abbiamo conquistato" il Congresso "una volta. Possiamo farlo ancora". Le date a rischio sarebbero il 17 gennaio o il 20 gennaio, il giorno dell'insediamento quando Biden intende giurare come da tradizione al Campidoglio.").

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  2. https://www.detoxed.info/presidente-messico-sono-contro-la-censura-non-la-accetto-e-una-santa-inquisizione-i-media-sono-sottomessi-al-potere-da-sempre/

    https://www.enzopennetta.it/2021/01/come-possono-disarticolare-il-dissenso/

    https://www.youtube.com/watch?v=GVNXCimrGxM
    (What's up e le nuove regole della privacy...)

    https://www.youtube.com/watch?v=99QzFspdTw4
    ([Nagualismo] Agguato 2021...piccoli agguati quotidiani...)

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  3. Enough is enough... E' arrivato il momento?

    https://www.youtube.com/watch?v=tRBxUgNSNW0
    https://www.independent.co.uk/news/world/americas/us-politics/lindsay-graham-trump-capitol-b1783648.html

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