L'opera d'arte non deve necessariamente essere "bella o brutta", può essere quello che vuole, ma per essere tale deve prevedere e contemplare una certa dose di originalità, un'estetica personale ed una forte volontà creativa della persona o delle persone che la realizzano, deve rappresentare qualcosa di unico e raro.
L'opera d'arte deve far pensare, sognare, far provare emozioni, anche provocare, ma si porta dietro la sua grammatica, il suo linguaggio, i suoi simboli, i suoi significati, non deve avere utilità come un bagno pubblico, deve nutrire le menti, lasciare dei segni, seminare elementi che poi verranno elaborati nel tempo. Quando non lascia traccia, significa che l'autore non è riuscito a comunicare nulla o che l'opera valeva poco.
Nella nostra epoca attribuiamo valenze artistiche ad ogni forma di creazione industriale, come il design di un palazzo, di una macchina, di un cellulare, di un salotto, la stessa moda, fino l'oggettistica d'arredamento, ed è forse per questo motivo che il concetto di Arte, inteso in senso tradizionale, è morto. La differenza però è molto semplice, un quadro, una scultura, un brano musicale, conservano l'impronta dell'artista e la loro unicità è in qualche modo eterna, una sorta di impronta digitale che si distingue da tutte le altre e, per quanto possa ricordarci qualcosa di già visto o sentito, sarà sempre differente da tutto il resto, al contrario, tutto ciò che viene prodotto in serie, ripetuto, clonato, per quanto degno di interesse estetico, perderà quel primato originale.
Oggi, nella psicologia di massa della nostra veloce e vorace società, per far emergere un'opera, non si tende più ad andare in profondità, trasmettendo visioni e significati archetipici, nell'era della ripetizione, si tenderà a scioccare lo spettatore, ad urlare di più, ad alzare il volume.
L'originalità e la lenta semina vengono sostituiti dalla provocazione, dal plagio emozionale, vince l'istinto primordiale di cogliere quell'attimo per suggestionare, come succede nella pubblicità, il linguaggio è concettualmente simile.
Nella nostra epoca attribuiamo valenze artistiche ad ogni forma di creazione industriale, come il design di un palazzo, di una macchina, di un cellulare, di un salotto, la stessa moda, fino l'oggettistica d'arredamento, ed è forse per questo motivo che il concetto di Arte, inteso in senso tradizionale, è morto. La differenza però è molto semplice, un quadro, una scultura, un brano musicale, conservano l'impronta dell'artista e la loro unicità è in qualche modo eterna, una sorta di impronta digitale che si distingue da tutte le altre e, per quanto possa ricordarci qualcosa di già visto o sentito, sarà sempre differente da tutto il resto, al contrario, tutto ciò che viene prodotto in serie, ripetuto, clonato, per quanto degno di interesse estetico, perderà quel primato originale.
Oggi, nella psicologia di massa della nostra veloce e vorace società, per far emergere un'opera, non si tende più ad andare in profondità, trasmettendo visioni e significati archetipici, nell'era della ripetizione, si tenderà a scioccare lo spettatore, ad urlare di più, ad alzare il volume.
L'originalità e la lenta semina vengono sostituiti dalla provocazione, dal plagio emozionale, vince l'istinto primordiale di cogliere quell'attimo per suggestionare, come succede nella pubblicità, il linguaggio è concettualmente simile.
Duchamp, oggi, esporrebbe nei cimiteri delle biennali un quadro potente e denso, e non certo un orinatoio come nel 1917, perché la sua provocazione aveva senso all'epoca, oggi, dopo più di un secolo, si replica all'infinito quella stessa provocazione, decontestualizzandola e ripresentandola spudoratamente come novità. Ecco che per 60 anni ci siamo subiti "merde d'artista" all'infinito, merde tutte uguali che non dissacravano nulla, tranne appunto la prima, realizzata in quel dato momento storico, dove poteva avere un senso preciso, dopo, paradossalmente, assumeva il significato opposto, ovvero, di conservazione, di chiusura mentale, in qualche modo di morte.
Equivoco su equivoco, voluto ed alimentato per un discorso solo speculativo e di potere, legittimo per chi ne trae vantaggio, oggi decisamente da destrutturare, spezzando l'incantesimo, in nome proprio del gesto simbolico di rottura dello stesso Duchamp.
Oggi artisti transumanisti, ovvero, ingegneri con "velleità creative", sponsorizzano intelligenze artificiali che, debitamente programmate, deformano attraverso un innumerevole serie di pattern e frattali matematici, quadri d'epoca, affermando che le macchine possono creare Arte in serie, limitandosi ovviamente a storpiare.
Oggi artisti transumanisti, ovvero, ingegneri con "velleità creative", sponsorizzano intelligenze artificiali che, debitamente programmate, deformano attraverso un innumerevole serie di pattern e frattali matematici, quadri d'epoca, affermando che le macchine possono creare Arte in serie, limitandosi ovviamente a storpiare.
Non ha alcun senso far replicare ad una macchina, con l'equivoco che sarebbe la macchina a crearle, e così non è, opere d'arte. Semmai ha senso usare la tecnologia per creare opere possibilmente originali, interessanti e che portino qualcosa di nuovo nel triste panorama odierno.
La macchina in questione non crea nulla, fa quello che fa una stampante, esegue ed illude gli stolti,
La macchina in questione non crea nulla, fa quello che fa una stampante, esegue ed illude gli stolti,
Sarebbe meglio dire, più onestamente, arte manipolata tramite le macchine, ma NON arte fatta dalle macchine, perché così non è.
Si crea un equivoco culturale, fingendo di aver creato qualcosa di nuovo. Oltretutto, certe manipolazioni si possono fare con qualsiasi buon programma dedicato, senza invocare moloch senzienti, che poi tali non sono, perché sono programmati per essere operativi, l'intelligenza è altra cosa.
Stiamo confondendo strumento con volontà creatrice, confondiamo contenitore con contenuto e nell'epoca del post-umano, dove abbiamo giustamente abdicato i vecchi oracoli, orfani, ne creiamo altri più artificiali, quindi la volontà di potenza dell'uomo rinuncia ad esprimersi ed affermarsi, delega al nuovo oracolo digitale la creatività che un tempo coltivava, rassegnadosi al random di un pattern cibernetico. E' l'uomo che crea l'opera d'arte, quindi se si usa la tecnologia per realizzare copie e manipolazioni di quadri esistenti fatti in serie, ed io sono laicamente pronto ad accettare qualsiasi sperimentazione (ma che sia tale), la dovremmo chiamare "programmazione di arte cibernetica per produzione seriale", non confonderla come volontà di potenza di una macchina che, realisticamente, fa solo quello che noi vogliamo.
Si crea un equivoco culturale, fingendo di aver creato qualcosa di nuovo. Oltretutto, certe manipolazioni si possono fare con qualsiasi buon programma dedicato, senza invocare moloch senzienti, che poi tali non sono, perché sono programmati per essere operativi, l'intelligenza è altra cosa.
Stiamo confondendo strumento con volontà creatrice, confondiamo contenitore con contenuto e nell'epoca del post-umano, dove abbiamo giustamente abdicato i vecchi oracoli, orfani, ne creiamo altri più artificiali, quindi la volontà di potenza dell'uomo rinuncia ad esprimersi ed affermarsi, delega al nuovo oracolo digitale la creatività che un tempo coltivava, rassegnadosi al random di un pattern cibernetico. E' l'uomo che crea l'opera d'arte, quindi se si usa la tecnologia per realizzare copie e manipolazioni di quadri esistenti fatti in serie, ed io sono laicamente pronto ad accettare qualsiasi sperimentazione (ma che sia tale), la dovremmo chiamare "programmazione di arte cibernetica per produzione seriale", non confonderla come volontà di potenza di una macchina che, realisticamente, fa solo quello che noi vogliamo.
"Metropolis" e "2001-Odissea nello spazio" hanno già splendidamente mostrato il superamento ed il fallimento del dominio della macchina sull'uomo, oggi stiamo tornando indietro, siamo affascinati dal nuovo totem come novelli uomini delle caverne, tribali e tecnologici.
La macchina ESEGUE operazioni di programmazione, l'artista DECIDE cosa realizzare.
Gli scenari determinati dalla tecnologia potrebbero essere infiniti e stupefacenti, magari usare le potenzialità per espandere il nostro di ingegno, ma senza farsi dominare dalla macchina, perché in quel caso non ci sarà mai una rivoluzione, una vera evoluzione, una nuova creazione, ma solo ripetizione e noia, l'esatto contrario di Arte.
E' un pensiero squisitamente reazionario, per quanto legittimo, quello di far "implodere" i gesti artistici nel replicare schemi sempre uguali, è pura masturbazione fine a se stessa, ancor peggio illudersi che sia un robot a crearli.
E' un pensiero squisitamente reazionario, per quanto legittimo, quello di far "implodere" i gesti artistici nel replicare schemi sempre uguali, è pura masturbazione fine a se stessa, ancor peggio illudersi che sia un robot a crearli.
E' tipico delle dittature un'Arte che replica se stessa, basta guardare la cosiddetta Arte di Stato nei fascismi e nei comunismi, un'arte paradossalmente molto simile alle nuove avanguardie, che oggi abbracciano anche la tecnologia usata come rotativa, un'arte che si basa sulla ripetizione, sullo snaturamento dell'individuo, sulla soppressione del pensiero creativo, premiando appunto l'estetica da propaganda (gli esempi del faccione del duce, ripetuti e clonati sui palazzi, anticipano di quasi mezzo secolo la pop-art e la pubblicità).
Non può esserci novità nella replica ad oltranza, è la morte dello spirito questa "simmetria industriale". Non c'è nessuna sinapsi che lavora per intuire e cogliere nuovi modelli estetici, che non siano quelli di programmare una macchina e glorificarla, annichilendo l'uomo a subalterno, è una volontà che sottende un'ideologia transumanista pervasiva e mortifera.
E' la celebrazione del congegno e non di cosa serva codesto congegno.
E' il COME che si è sostituito al PERCHE' delle cose, è pensiero magico scambiato per libertà, quindi fotocopie scambiate per Arte. Dispiace ribadirlo, ma questo paradigma vigente è il vero "fascismo culturale". Paradossalmente, anche sotto il ventennio c'erano artisti meravigliosi come Sironi, a mio avviso, uno dei più grandi artisti del secolo passato, che compensavano tanta brutta Arte di stato, in parte anche della sua, quando doveva fare marchette, ma la sua produzione vera ed importante, ci ha donato opere e visioni eccezionali di una sensibilità e di una poesia difficilmente replicabili; perfino sotto quella brutale dittatura c'erano lavori degni di interesse che potevano avere voce in capitolo e non essere sepolti dal conformismo dilagante.
Questo paradigma del "NUOVO" a tutti i costi, è in realtà una visione passatista, per questo motivo le nuove avanguardie, che da oggi dovrebbero chiamarsi "retroguardie", vanno verso un discorso di pensiero unico. Non c'è nessuna complessità, arricchimento e varietà in questo, c'è la negazione della differenza, sostituita dallo scimmiottamento della macchina eretta a totem e non utilizzata solo come mero strumento, ma come mente. La pigrizia culturale fa si che l'autore goda nel delegare al novello HAL 9000, la voglia di pensare, di creare, in un certo senso, anche di vivere. Da oggetto, la macchina diventa soggetto, a differenza di Pinocchio, però, il nuovo golem non cerca l'anima.
Ciò non è colpa della tecnologia in quanto tale, ma delle mode del momento e della passività intrinseca di chi vorrebbe essere sostituito nella sua funzione primaria, un "nuovo" ideologico che auspica la fine del libero pensiero, oscurando e censurando tutti gli esempi di artisti fuori dal coro, di tutti i generi considerati "cattivi esempi" per il conformismo imperante, che metterebbero in discussione l'attuale governance dell'Arte Moderna. L'accettazione acritica dello status quo rappresenta il tipico atteggiamento fideistico religioso di un tempo.
La tecnologia è sicuramente meravigliosa, la usiamo quotidianamente e svolge funzioni importanti nella vita quotidiana, ma per dominarla ed utilizzarla al meglio, per soddisfare le nostre comodità e renderci più "liberi e felici", dobbiamo comprenderne le derive e capire che deve essere considerata sempre e solo uno strumento per migliorare la qualità della nostra vita. Se deve diventare un ostacolo, un impedimento, una perdita di tempo od un pericolo, bisogna utilizzarla in altro modo.
Se l'arte è relegata solo alla replica di se stessa ed alla finta provocazione che non scomoda nessuno (e sono 60 anni che viene ripresentata come nuova, come in un loop all'infinito), diventa noia, non emoziona, ci abbruttisce dentro, significa che l'Arte ha abdicato al suo ruolo, diventando effimera, superficiale, triviale, consumistica e fine a se stessa.
Sarebbe allora auspicabile una rivoluzione, un nuovo rinascimento culturale, un risveglio dal sonno della ragione, più poesia e meno cibernetica, più originalità e meno ripetizione.
Se l'arte è relegata solo alla replica di se stessa ed alla finta provocazione che non scomoda nessuno (e sono 60 anni che viene ripresentata come nuova, come in un loop all'infinito), diventa noia, non emoziona, ci abbruttisce dentro, significa che l'Arte ha abdicato al suo ruolo, diventando effimera, superficiale, triviale, consumistica e fine a se stessa.
Sarebbe allora auspicabile una rivoluzione, un nuovo rinascimento culturale, un risveglio dal sonno della ragione, più poesia e meno cibernetica, più originalità e meno ripetizione.
la cosiddetta "intelligenza" artificiale è solo MEMORIA, non è CONCETTO. Imita, non fa. Come quei poveri ragazzetti che scavalcano il gard rail a ponte milvio e ci rimettono la pelle loro e di quelli che hanno la digrazia, fatti o non, di incontrarli. Complimenti per il risultato ! Del reto ggente che va dietro a ferragnez...e similari...meglio essere sterili. Luana
RispondiEliminaA proposito, il caso delle due sedicenni investite a Roma è sembrato strano fin dall'inizio. Ogni anno, in Italia muoiono investite più di 600 persone, ma la cronaca si è focalizzata in maniera ossessiva su questo incidente. Le parole chiave: il numero 16, 2 ragazze, Corso Francia (un riferimento alla Corsica?), Genovese, roulette russa. L'incidente è avvenuto a sole due ore dal solstizio d'inverno. Ora, analogamente ad altri casi molto mediatizzati (ad es omicidio di Cogne-avvocato Taormina), ecco l'entrata in scena di un avvocato famosissimo: Giulia Bongiorno, la quale ha esordito sul caso dicendo "Questa non è una fiction". Qualcun saprebbe dare (se è possibile darla...) una lettura simbolica della faccenda?
EliminaNon voglio essere offensivo ed irriguardoso anzi stimo molto l'autore del post che sto commentando.
RispondiEliminaSecondo me l'essere umano è un robot se pur non di metallo ma di materia organica. Lo desumo dal fatto che ogni singola attività dell'umanoide è ascrivibile ad una necessità (mangiare dormire etc.) e risiede, stando alla neurologia, in una parte precisa del cervello. L'intervallo tra un sempliciotto ed un genio è derivante da vari fattori sempre identificabili seppur a volte a fatica.
insomma se un bimbo appena nato nel posto più povero del mondo fosse "adottato" da Berlusconi diventerebbe molto probabilmente un peronaggio importante, una grande mente, direttore di questo e quello o entrerebbe in politica o, insomma, non diventerebbe un muratore o falegname.
Questo per dire che le potenzialità sono più o meno identiche in ciascun umanoide e si espandono oltremodo se ben stimolate, curate e guidate.
Robot perché siamo tutti schiavi intenti a lavorare e produrre qualcosa per guaagnarci da vivere per poi, comunque, morire verso gli 80 anni.
Quale fessacchiotto di essere eccelso poteva creare degli umanoidi che devono guadagnarsi da vivere anzichè contemplare tramonti o fare tutto il giorno il bagno in Sardegna.
Morire è imperfezione e nessun essere perfetto avrebbe potuto creare un essere imperfetto che vive, pasce e muore come una pecorella.
E che deve mangiare e fare la cacca.
E' che nessuno conosce il senso della vita, il perché il percome ed il perquando.
Da qui anche l'arte, che per lei deve prevedere originalità, estetica personale e creatività, parrebbe non avere senso. Io amo l'arte sia ben chiaro. Forse un bimbo nato nel posto più povero del mondo non saprà mai cos'è l'arte magari perché troppo impegnato a procacciarsi da vivere. Per poi inevitabilmente morire da lì a qualche anno.
A proposito dell'esempio che ha fatto sul bambino nato nel posto più povero del mondo e adottato da Berlusconi, potrebbe spiegare come ha fatto, per fare un esempio, la materia organica chiamata Peppino Impastato, nata e vissuta in una famiglia e in un ambiente mafioso, a diventare quello che è diventato?
EliminaRiflettendoci attentamente la macchina, lo strumento per intenderci è frutto della continuità dell'attenzione cognitiva umana, alla fine chi crea il cyborg o il macchinario per produrre il quadro? per "creare" intendo proprio a livello sensoriale, il "creare" è un elaborazione successiva, cioè un rimodellamento, quindi tale arte transumanista riflette la configurazione mentale dell'uomo moderno, purtroppo (o per fortuna secondo altri punti di vista) questo agghiacciante scenario è il linea con il piano karmico collettivo, la macchina, il cyborg supererà l'uomo in qualsiasi settore, o forse l'ha già superato ma gli effetti si vedranno nei prossimo anni. Questo è il classico caso in cui l'allievo fa le scarpe al maestro, fino a sottometterlo e infine ricongiungersi e accorgersi che entrambe sono delle creazioni virtuali, il dialogo tra Twain e Marco Pizzuti alla fine del libro "evoluzione non autorizzata" spiega perfettamente cosa intendo dire con "sia noi che i cyborg" siamo delle creazioni", siamo il sogno qualcos'altro che ci pensa, ci immagina e ci sogna cosi come siamo. Con l'intelligenza (ancora più artificiale di quella attuale) un'ulteriore velo di maya verrà posto dinanzi agli occhi dell'uomo. La situazione è ormai fuori controllo, si sta ripetendo uno scenario molto simile a quello che è accaduto ad Atlantide, quando ormai quest'ultima civilizzazione aveva oltrepassato ogni limite della decenza e della dignità, e giustamente fu spazzata via perché aveva perso il contatto con lo spirito, un potenziale superfluo allo stato puro.
RispondiElimina"Ho citato varie forme d’arte, perché se c’è del divino in noi per quanto
sepolto sotto cumuli di spazzatura tanto da far pensare che l’uomo, nel
Creato, sia quanto di peggio quale manifestazione dell’Assoluto..., allora
l’arte, in ogni sua forma, è sicuramente un’espressione di questa divinità
che cerca di uscire allo scoperto.
L’arte è la comunicazione e il collegamento con ciò che sta al di fuori
delle nostre normali percezioni. È il linguaggio dello Spirito. La società,
dicevamo, ha bisogno che gli individui siano prevedibili e controllabili
attraverso la normalità di pensieri e azioni. Tutto ciò che esce dai binari
della normalità viene osteggiato e combattuto". (capitolo XIV - FARE E NON FARE: https://www.docdroid.net/4gliFlu/viaggi-oltre-lo-specchio.pdf.
Ora siccome il collegamento con l'astratto, con il divino è stato soffocato da una società quasi completamente votata verso un materialismo sterile e asfittico, anche l'arte stessa quella profonda è stata snaturata della sua essenza intrinseca.
https://notizie.tiscali.it/innovazione/articoli/internetdei-sensi-tra-10-anni-interfaccia-cervello/
Credo anche che uno degli scopi reconditi del transumanesimo nella società attuale sia anche quello di demotivare e fiaccare psicologicamente la fiducia che l'essere umano ha sempre riposto in sé stesso, si dice che il diavolo seduce, tale tecnologia ha un effetto seduttivo molto forte, molta gente si lascerà incuriosire e (inculare), anche sfruttando la mentalità da gregge, pur di non rimanere indietro e tagliati fuori dal meccanismo sociale del pecoronismo, tale tecnologia si insinuerà con tanto di approvazione, di stupore e di meraviglia, ecco che dal 2020 inizia una nuova epoca, la tecnologia robotica sarà sempre più invasiva e invadente, sarà davvero una dura battaglia, ci ripeteranno sempre più spesso che se vogliamo uscire dall'immobilismo economico ci verrà in aiuto la cibernetica, ma l'uomo non necessita realmente di essere salvato o liberato da alcunché, ma ha soltanto bisogno di riscoprire il proprio potere personale. Concludo le macchine sono in grado e saranno in grado di riprodurre qualsiasi cosa, ma l'anima, il principio vitale sarà assente, raggiungeranno una precisione e un'eccellenza che un umano non riuscirà mai ad equiparare, ma mancheranno di quel principio spirituale che è infuso in ogni cosa e in ogni dove.
Sono d'accordo con Maestro qui.
RispondiEliminaL'arte moderna è per lo più merda spacciata appunto per arte. Film che cito spesso e che è un perfetto esempio di come nessuno ormai abbia la più pallida idea di cosa sia davvero l'arte, è "La grande bellezza", dove una ragazzina incazzata e maltrattata dai genitori getta secchiate di colore su enormi tele sotto lo sguardo rapito di cafoni arricchiti che compreranno quelle croste senza alcun senso. Ecco, questa è la società che ha prodotto finti artisti alla Cattelan che lascia del tutto indifferenti e a me al massimo provoca peristalsi liberatorie, e molti altri nel corso del 20-21esimo secolo.
L'arte è per antonomasia bellezza e armonia, equilibrio, deve appagare e arricchire l'osservatore e il fruitore, non necessariamente provocare, ma poi perché deve provocare? Al massimo deve provocare riflessioni serie come fa quella di Banksy, che vuole essere denuncia sociale, perché la provocazione fine a se stessa è la poraccitudine spacciata per genio, niente di più.
Siamo sommersi dalla merda da troppo tempo, personalmente il mio interesse per certe forme di arte, in particolare pittorica, si ferma a Frida Kahlo, o a Gaudi' per l'architettura, oltre nel Novecento non si può andare se non in rarissimi casi perché è cominciato il completo sfacelo dell'arte già da fine Ottocento.
Il resto sono solo masturbazioni mentali, frustrazioni e perversioni tradotte in roba inguardabile, non commentabile e che se mi regalassero butterei subito dentro il cassonetto dell'indifferenziata, qualunque sia il prezzo stimato per quella merda.
Concordo con Maestro qui.
RispondiEliminaL'arte moderna è perlopiù merda, inutile girarci intorno.
Cito spesso un film che fa capire bene quale sia il concetto di arte oggi: La grande bellezza, in particolare la scena dove la bambina incazzata perché maltrattata dai genitori che su di lei campano, getta secchiate di vernice su enormi tele davanti ad un pubblico estasiato e rapito di cafoni arricchiti e ignoranti che poi compreranno quelle croste senza senso. La cosiddetta arte astratta è stata la più grossa inculata del XX secolo, e tutti hanno ovviamente abboccato. Questa è la società che ha prodotto finti artisti alla Cattelan, che a me non ha mai provocato altro se non peristalsi molto liberatorie, nulla di più, o le puttanate inutili della Abramovic, che farebbe meglio a dedicarsi al satanismo full time, le riesce molto bene visto che a quasi 80 anni ne dimostra 50. Quella è l'unica arte da mettere da parte per lei.
L'arte non è affatto soggettiva, ha delle "regole" come tutto: Deve trasmettere bellezza in senso classico, armonia, deve appagare e arricchire l'animo e il bagaglio esperienziale del fruitore, non provocare. Perché poi deve provocare? Al massimo deve stimolare serie riflessioni come fa quella di Banksy, che vuole essere denuncia sociale; la provocazione fine a se stessa è merda tanto quanto chi la produce.
Ma aridateme Canova, Michelangelo e gli Impressionisti.
Al Moma di New York c'è su una parete una piccola cornice nera mi pare, con dentro nulla. Titolo: Vuoto d'autore. L'artista, per modo di dire, è un italiano. E tutti a definirlo un genio. No, sono imbecilli quelli del Moma a esibire ste cagate convinti sia arte. Meno male che ai piani superiori si trovano quadri di Frida Kahlo, dopo la quale a parte rarissime eccezioni ho smesso di interessarmi all'arte pittorica. Stesso dicasi per le altre arti. La post modernità finora non ha creato niente che possa farmi dire "che meraviglia". Uso computer e smartphone, ma per me sono solo obbrobri tecnologici necessari, non arte tecnologica. Gli aerei servono ma sono orrendi, i treni pure, le navi idem. Non a caso i musei di arte moderna espongono i primissimi modelli di bicicletta, di aereo, di elicottero, eccetera.
Siamo sommersi dalla merda e siamo pure convinti che in qualche modo sia arte per giustificare a noi stessi la nostra profonda disconnessione dallo spirito e dalle leggi universali naturali, la nostra insuperabile idiozia e ignoranza.
No signori, la merda è solo frutto di una cagata ed è un mucchio di tossine di cui liberarsi, non qualcosa da tenere in giro per casa o pagare persino un biglietto al museo per vederla.
Mi rendo conto che non sia semplice da accettare ma, in questo caso, la "macchina" ha effettivamente creato. Non si tratta di un filtro di photoshop o di un programma tradizionale, ma di una rete neurale, la quale non viene programmata ma "si auto programma" per tendere ad un generico risultato che otterra' in modo approssimativo e a volte sorpendente senza indicazioni dirette. In questo caso "la macchina" non ha eseguito un programma scritto da un programmatore. Il programmatore ha indirizzato la macchina cosi' come un'insegnate indirizza i suoi allievi senza averne il controllo completo. In questo caso non si tratta di un quadro base ritoccato o manipolato ma l'intera immagine e' stata generata, non alterata, tramite un processo che di fatto non siamo in grado di comprendere nel suo insieme in quanto semplice ma (numericamente) troppo vasto e intricato. Cosi' come abbiamo un'idea di come funziona un singolo neurone ma poco capiamo di come collabori con altri per creare il pensiero cosi' sappiamo come funziona un neurone artificiale ma non sappiamo in che modo e perche' questi vadano ad organizzarsi in un modo specifico per apprendere l'attivita' richiesta. Il programma analizza migliaia, a volte milioni, di immagini e anche se la procedura di analisi e' fissa sono i dati e il modo in cui si stratificano a creare qualcosa di altro dal programma base che inizialmente non e' in grado di fare nulla.
RispondiEliminaLavorando quotidianamente su questa tecnologia ho spesso la sensazione che ci sia qualcosa di speciale nel modo, autonomo, con cui risolve problemi che non saremmo altrimenti in grado di programmare direttamente. Questo e' il motivo per cui questo "primo" quadro ha un valore speciale, cosi' come la prima fotografia. Il valore e' certamente piu' storico che artistico ma segna sicuramente un'evoluzione importante per l'arte e non solo.
No, la macchina non crea nulla, le complesse operazioni che fa, non le fa di sua volontà, è semplice da capire, le fa perché qualcuno ha creato quel programma che analizza, APPUNTO, migliaia di immagini.
RispondiEliminaLa macchina in questione è stata costruita per adempiere ad un certo lavoro, senza l'uomo quella macchina manco esisterebbe, non ha volontà.
La volontà e la consapevolezza sono solo umane.
La macchina produce su input umano, non DECIDE nulla, il resto chiamasi effetto domino, probabilità, matematica. ;-)
E' esattamente l'esatto contrario di ARTE, che necessita di impronta umana unica ed originale, sarebbe come dire che il pennello fa il quadro, tu confondi STRUMENTO con Volontà, infatti non ha nessuna rivelanza artistica perché non ha nessuno spirito e potenza di volontà cosciente, essendo artificiale.
Non importa la complessità dei calcoli che la macchina fa, li fa perché qualcuno l'ha progettata per fare quelle complesse operazioni.
Stiamo facendo una gran confusione, tra desiderio intimo e profondo e mero calcolo.
Sono due cose opposte, una si chiama fisica e matematica, l'altra arte.
L'uomo sta dietro ad entrambe, gli altri sono meri strumenti esecutori, per quanto complessi.
https://www.corriere.it/esteri/20_gennaio_03/soleimani-uomo-chiave-dell-influenza-iraniana-medio-oriente-8b92b6a8-2ddc-11ea-b175-4a50d07a03f0.shtml
RispondiEliminahttps://www.repubblica.it/politica/2020/01/02/news/times_giorgia_meloni_tra_i_20_personaggi_che_potrebbero_cambiare_il_mondo_nel_2020-244827805/ ("Fra i più anziani della lista c'è il "Machiavelli del Medio Oriente", Qassem Sueiman, capo della Forza al Quds, braccio estero delle Guardie della Rivoluzione iraniana").
Tutto dipende dal significato che diamo ai termini e dalle assunzioni da cui partiamo.
RispondiEliminaSe "La volontà e la consapevolezza sono solo umane" e l'arte "necessita di impronta umana" allora la discussione e' conclusa, ma forse la parte interessante puo' essere osservare queste assunzioni.
Su cosa siano l'intelligenza, la coscienza e la volonta' si sono interrogati molti filosofi e la risposta e' sempre rimasta sfuggente. Anche solo il confronto che l'intelligenza animale e' complesso.
Non c'e' creazione senza volonta'? La volonta', cmq la si definisca, e' solo umana (e sempre lo sara')?
L'affermazione "senza l'uomo quella macchina manco esisterebbe" la trovo molto debole: nemmeno l'uomo, a mio parere, si e' creato dal nulla per pura volonta' (anche se certo qualcuno lo potrebbe sostenere): la fisica e l'evoluzione ci hanno "progettati" in un certo modo e su quella base ogni individuo e' poi diventato quello che e'.
Alcuni ritengono che il pensiero non sia altro che "chimica" e non trovano strano che il pensiero e la coscienza ne siano il risultato. Che lo si condivida o meno la componente fisica del pensiero a mio parere e' evidente (se poi ce ne siano altre ad animarla non lo so).
Nella programmazione tradizionale ogni step e' sotto controllo del programmatore. Con le reti neurali la quantita' di dati lo rende oggettivamente impossibile e questo non e' un passaggio da ignorare o sottovalutare. Alla fine del processo si ottiene una "scatola magica" su cui e' ad esempio impossibile intervenire per fare correzioni. E' un soggetto altro rispetto a quanto avvenuto fino a quel momento, al programmatore e agli input perche' gli input sono stati memorizzati/aggregati/riassunti in modo parziale e approssimativo (cosi' come un pittore apprende dalla natura e dagli artisti precedenti?).
Dire che non e' altro che il risultato di quanto successo prima lo trovo come dire che un adulto non e' altro che il risultato meccanico di tutti gli eventi avvenuti dal concepimento a oggi. Alcuni lo sostengono, a torto a ragione, ma io lo trovo in ogni caso molto riduttivo. Come dire che il corpo umano e' solo un ammasso di atomi: seppur ci sia una base di verita', perde il modo in cui quegli atomi interagiscono (i "ricordi" della rete neurale che non sono stati direttamente programmati e non possono esserlo).
[segue...]
[...continua]
RispondiEliminaNon si puo' confondere una rete neurale con un pennello in quanto entrambi artificiali. La prima ha memoria di cio' che ha visto e le sue capacita' migliorano enormemente con l'apprendimento. Un pennello nasce e muore pennello e non ci sono parti "inaccessbili" nel processo produttivo. Qui la semplificazione e' davvero eccessiva, quasi come dire che un quadro e una parete imbiancata sono la stessa cosa: entrambe le ha fatte un uomo per sua volonta'.
Nella vita umana c'e' una componente meccanica indiscutibile (il respiro, il sangue) e' presente anche un livello piu' alto di cui sappiamo poco e non sappiamo se questo, in sfumature piu' o meno complesse, non possa essere riprodotto in maniera artificiale. Esiste un solo tipo di intelligenza e volonta'? Oppure molteplici sfumature che si sviluppano in direzioni diverse come vediamo studiando l'intelligenza animale?
Se, a insaputa dell'osservatore, un quadro "artificiale" fosse in grado di suscitare le stesse emozioni sarebbe giusto considerarlo comunque altro rispetto alla vera ARTE (umana)? Fino ad ora il processo artistico ha (quasi) sempre coinvolto solo uomini ma si tratta di un fatto accidentale o fondamentale? Per fare un esempio, gli abitanti di Alpha Centauri potrebbero produrre Arte? E se poi, colpo di scena, scoprissimo che altro non sono che sofistcati "programmi"?
Certamente se la nostra assunzione e' che l'intelligenza e' solo umana/biologica e che mai un "programma" potra' riprodurla (per limiti pratici o per mancanza di "anima" o altro) allora tutto cade, ma assunzioni di questo tipo negli anni si sono spesso rivelate immotivate, ritenendo molte cose impossibili per il solo fatto di non averle mai viste prima.
Ti rispondo così...
RispondiEliminaLa macchina è costruita da uomini, l'uomo invece è il prodotto della natura (corpo, anima e spirito) e non è costruito da macchine, serve sempre lo sperma e il sangue.
Se poi vogliamo parificare artificiale con il naturale, nel senso proprio etimologico del termine, decade tutto e allora va bene tutto, ma è proprio l'equivoco delle intellighenzie transumaniste e della loro religione, che vogliono imporre come nuovo dogma. La macchina non ha una coscienza spirituale, l'uomo si, l'animale in qualche misura, pure, la macchina esegue, non ha nessuna volontà di potenza, ha la potenza, semmai... anch'essa progettata dall'uomo. L'uomo desidera creare macchine, le macchine non desiderano nulla, non provono sentimenti, possono essere programmate per provarli, ma sono simulazioni, non c'è un cazzo da fare. :-)
Il goal dell'Arte transumanista, non è tanto quello di essere "bella o brutta", sarà sempre una replica, perché a monte le figure che essa manipola e ricrea, sono state introdotte dall'uomo, non le ha portate nemmeno la cicogna. L'uomo ha connaturato in se' un bagaglio spirituale ancestrale fatto di archetipi che la macchina non ha, e non ha nessun desiderio la macchina, l'uomo si. Poi può esser programmata ad avere desiderio, ma esso non sarà un desiderio, ma l'ennesimo calcolo, per quanto magnificente, per la natura succede l'esatto opposto, c'è poco da fare.
Se costruisco un droide perfetto, intelligentissimo, che apprende e fa calcoli quantistici, ESSI li farà sempre e solo perché qualcuno A MONTE l'ha costruito, non è uscito dalla pancia della mamma, capisci, non avrà mai un SE' SUPERIORE, proprio in quanto macchina.
Stiamo parlando di due tensioni, di due stati energetico-spirituali opposti, ed il transumanesimo, che è gestito dalla META' OSCURA della forza, lavora proprio per l'implosione della natura,
Credi ci siano solo ragioni di pecunia nel voler introdurre, a piccoli passi, certi paradigmi culturali? Quelli esistono, ci sono ma stanno ad un gradino inferiore, sopra c'è solo l'oracolo che è sempre arcontico e religioso.
Queste cose le conosco bene, non è certo complottismo, è conoscenza diretta di certi mondi.
Esempio finale, l'evoluzione della natura.
RispondiEliminaPensa al desiderio di potenza connaturato dallo spirito della natura e dal caos (leggi ordine superiore), che da piccoli esseri monocellulari, ha creato tutta la natura senza un creatore, solo per il desiderio di potenza connaturato in se', pensiamo come si sono sviluppate le prime forme animali, prima negli oceani, poi sulla terra ferma, poi nell'aria, le piante, le infinite variazioni, fino all'uomo, che è differente l'uno dall'altro, proprio perché è anche spirito oltre che carne.
Pensa che cazzo di ARCHITETTO DELL'UNIVERSO ci abbiamo in natura e pensiamo ai droidi replicanti.
Pensa alla follia masochista dell'uomo che vuol essere DIO.
Il GRANDE ARCHITETTO DELL'UNIVERSO, non è un Dio antropomorfo, che non è mai ovviamente esistito, ma una LEGGE universale, uno schema spirituale/energetico, che si materializza per "desiderio" e necessità d'AMORE (intesa in senso iniziatico, ovviamente) in natura, e contiene tutti gli scismi universali, tutte le sovrapposizioni dimensionali, tutto l'inconscio collettivo che ne deriva, tutte le forme possibili, compreso il nulla quantico, tutte le correnti energetiche senzienti e non, tutte le forme di vita diverse e non, perché le ha già vissute su piani metafisici dove il tempo ha diversa misurazione e le proietta sullo specchio materiale, circolarmente e per sempre.
E noi stiamo qui a parlare di 3 cazzo di disegni deformi fatti da una macchina?
Ma capisci la folliaaa???
Quindi, l'artista, che coglie nel mondo delle idee visioni ed archetipi, SUBLIMA e fa arte, la macchina no, la macchina non sublima un cazzo e non ne sente la necessità, è proprio questa la differenza tra ARTE e FOTOCOPIA.
:-)