Unum castigabis, centum emendabis significa letteralmente "Ne castigherai uno, ne correggerai cento".
Il significato latino è analogo a quello del detto cinese "Colpirne uno per educarne cento" che compare nel Libro degli Han come motto del funzionario cinese della dinastia Han Yin Wenggui (morto nel 62 a.C.), utilizzato successivamente da Mao Zedong.
Pure il motto rubato a un dispotico aguzzino di una dinastia cinese imperiale, si è rivoltato contro di loro.
Dopo aver ascoltato questa interessante quanto deludente intervista di repertorio, fatta ai tre amigos BR, Moretti, Balzerani e Curcio, mi è talmente scesa la catena che ho deciso di scrivere questo articolo per mettere ordine ai miei pensieri. Dedicato ai famosi e inquietanti protagonisti del terrorismo rosso degli anni 70.
Un bel trio di manipolati, scelti dalla sovragestione atlantista proprio per i palesi tratti borderline che presentavano, per le loro fragilità umane ed intellettuali, per le non capacità di aver incarnato il ruolo di veri rivoluzionari.
Un'armata Brancaleone delle peggiori che non vuole ammettere di essere stata plasmata dal nemico giurato.
Il trio non si è mai sentito un burattino nelle mani di altri?
Evidentemente, no!
Perché evitano accuratamente di essere stati eteropilotati ed infiltrati, utilizzati talvolta come capri espiatori per trame oscure quanto logiche di altri poteri?
Perché non CONTRIBUISCONO a smascherare le dinamiche del capitalismo, che si serve degli opposti estremismi per cristallizzare il potere costituito?
Sembrano le sentinelle inconsapevoli dei padroni del vapore.
Tutta la loro narrazione, di una lucida quanto grottesca follia, verte nel crogiolarsi nell'amarcord della piena responsabilità di ogni scelta che, guarda caso, corrispondeva sempre e solo ai desiderata politici, massonici e atlantisti del momento. Sincronici sempre con lo status quo.
Nessuno di loro che cita i Servizi Segreti, Kissinger, tutto quello che è venuto fuori dai processi, sembrano più omertosi dei peggiori picciotti.
Il tutto condito da intellettualismi che servono a giustificare la loro follia e a negare la complessità del back-office del potere.
Vogliono apparire genuinamente rivoluzionari, mentre erano solo naif, più che criminali, dei perfetti idioti.
Follia che non è tanto quella di aver creduto di combattere una guerra donchisciottesca, non è quella di aver voluto fare i partigiani mancati (e quelli veri si rivoltano nelle tombe), ma quella di NEGARE gli intrecci con il potere che si illudevano di combattere, mentre lo stesso li guidava dall'alto.
Perché non hanno mai colpito o provato a colpire personaggi importanti come Andreotti, come Cossiga, come Agnelli, come Licio Gelli, come Generali Nato (l'elenco potrebbe essere eterno), limitandosi a colpire scientemente solo personaggi invisi all'agenda atlantista?
Ma guarda che coincidenze, pensa che grandi combattenti con la schiena dritta!
Il fatto più triste e deprimente, che ne mostra la miseria umana e intellettuale, è quando affermano all'unisono che la LOTTA RIVOLUZIONARIA è terminata.
Tipo la messa è finita, andate in pace. Quello è il momento più desolante della storia.
Lo decidono loro che è finita?
Perché mai dovrebbe essere finita?
Per coerenza dovrebbero auspicare che la lotta continui in eterno, quando mai una rivoluzione finisce con un nemico del genere?
La loro è una resa incondizionata?
Un'armata Brancaleone delle peggiori che non vuole ammettere di essere stata plasmata dal nemico giurato.
Il trio non si è mai sentito un burattino nelle mani di altri?
Evidentemente, no!
Perché evitano accuratamente di essere stati eteropilotati ed infiltrati, utilizzati talvolta come capri espiatori per trame oscure quanto logiche di altri poteri?
Perché non CONTRIBUISCONO a smascherare le dinamiche del capitalismo, che si serve degli opposti estremismi per cristallizzare il potere costituito?
Sembrano le sentinelle inconsapevoli dei padroni del vapore.
Tutta la loro narrazione, di una lucida quanto grottesca follia, verte nel crogiolarsi nell'amarcord della piena responsabilità di ogni scelta che, guarda caso, corrispondeva sempre e solo ai desiderata politici, massonici e atlantisti del momento. Sincronici sempre con lo status quo.
Nessuno di loro che cita i Servizi Segreti, Kissinger, tutto quello che è venuto fuori dai processi, sembrano più omertosi dei peggiori picciotti.
Il tutto condito da intellettualismi che servono a giustificare la loro follia e a negare la complessità del back-office del potere.
Vogliono apparire genuinamente rivoluzionari, mentre erano solo naif, più che criminali, dei perfetti idioti.
Follia che non è tanto quella di aver creduto di combattere una guerra donchisciottesca, non è quella di aver voluto fare i partigiani mancati (e quelli veri si rivoltano nelle tombe), ma quella di NEGARE gli intrecci con il potere che si illudevano di combattere, mentre lo stesso li guidava dall'alto.
Perché non hanno mai colpito o provato a colpire personaggi importanti come Andreotti, come Cossiga, come Agnelli, come Licio Gelli, come Generali Nato (l'elenco potrebbe essere eterno), limitandosi a colpire scientemente solo personaggi invisi all'agenda atlantista?
Ma guarda che coincidenze, pensa che grandi combattenti con la schiena dritta!
Il fatto più triste e deprimente, che ne mostra la miseria umana e intellettuale, è quando affermano all'unisono che la LOTTA RIVOLUZIONARIA è terminata.
Tipo la messa è finita, andate in pace. Quello è il momento più desolante della storia.
Lo decidono loro che è finita?
Perché mai dovrebbe essere finita?
Per coerenza dovrebbero auspicare che la lotta continui in eterno, quando mai una rivoluzione finisce con un nemico del genere?
La loro è una resa incondizionata?
Terroristi da appendice?
No rivoluzione, no party?
Tutto sembra irrimediabilmente legato alle loro gesta, non riescono ad uscire dal loro ruolo di Zorro mancati, intrappolati dal e nel loro loop, servi inconsapevoli che decidono che è giunto il momento di fermarsi e che ci debba essere un confronto politico, ma de che?
Un confronto su cosa? Sul fatto che hanno creduto alle favolette e manco ne hanno capito la metafora?
Questi sarebbero i gloriosi guerrieri del popolo?
Lo vedete voi il Che Guevara che, una volta arrestato, a un certo punto afferma che la lotta è terminata, come fosse un film di serie B, arrendendosi triste e sconsolato alle domande edulcorate di un giornalista RAI?
Ma ci rendiamo conto con quali "rivoluzionari" abbiamo avuto a che fare?
No rivoluzione, no party?
Tutto sembra irrimediabilmente legato alle loro gesta, non riescono ad uscire dal loro ruolo di Zorro mancati, intrappolati dal e nel loro loop, servi inconsapevoli che decidono che è giunto il momento di fermarsi e che ci debba essere un confronto politico, ma de che?
Un confronto su cosa? Sul fatto che hanno creduto alle favolette e manco ne hanno capito la metafora?
Questi sarebbero i gloriosi guerrieri del popolo?
Lo vedete voi il Che Guevara che, una volta arrestato, a un certo punto afferma che la lotta è terminata, come fosse un film di serie B, arrendendosi triste e sconsolato alle domande edulcorate di un giornalista RAI?
Ma ci rendiamo conto con quali "rivoluzionari" abbiamo avuto a che fare?
Solo omicidi inutili, marginali, che giustificavano la reazione del sistema, spostando l'asse sempre più a destra.
Tre guerrieri che si difendono con decadenti quanto tristi intellettualismi, il cui unico scopo era darsi una ragione di vita, un ruolo sociale. Vederli oggi sembrano tre attori che parlano dell'uscita del loro ultimo film.
Rivoluzionari spaghetti, terroristi della porta accanto e di proprietà del SISDE, che si addebitano in toto il caso Moro, evitando di parlare di essere stati protetti dalla P2, evitando accuratamente di parlare degli appoggi militari, che non spiegano come fossero diventati cecchini provetti (Mossad scansate), che colpirono la scorta senza colpire Moro accanto, di chi gli avesse spifferato dall'alto dei cieli che Moro sarebbe passato con la scorta dove non era stabilito passasse, di via Gradoli di proprietà dei Servizi Segreti e di mille altre dinamiche emerse e documentate nei processi.
Curcio che non ha mai ucciso nessuno, ci tiene come un matto ad accreditarsi come colpevole morale, nonostante le prime BR fossero completamente differenti dalle successive BR. Non una parola sull'azione delle Intelligence, silenzio sul Mossad, nada de nada.
Tre guerrieri che si difendono con decadenti quanto tristi intellettualismi, il cui unico scopo era darsi una ragione di vita, un ruolo sociale. Vederli oggi sembrano tre attori che parlano dell'uscita del loro ultimo film.
Rivoluzionari spaghetti, terroristi della porta accanto e di proprietà del SISDE, che si addebitano in toto il caso Moro, evitando di parlare di essere stati protetti dalla P2, evitando accuratamente di parlare degli appoggi militari, che non spiegano come fossero diventati cecchini provetti (Mossad scansate), che colpirono la scorta senza colpire Moro accanto, di chi gli avesse spifferato dall'alto dei cieli che Moro sarebbe passato con la scorta dove non era stabilito passasse, di via Gradoli di proprietà dei Servizi Segreti e di mille altre dinamiche emerse e documentate nei processi.
Curcio che non ha mai ucciso nessuno, ci tiene come un matto ad accreditarsi come colpevole morale, nonostante le prime BR fossero completamente differenti dalle successive BR. Non una parola sull'azione delle Intelligence, silenzio sul Mossad, nada de nada.
I suoi primi approcci politici vanno in direzione dell'estrema destra, secondo quanto contenuto in alcuni opuscoli riconducibili a quest'area. Ad Albenga milita dapprima nel gruppo "Giovane nazione", quindi in "Giovane Europa", due piccole organizzazioni che riprendono le tesi nazional-socialiste di Jean Thiriart.
Curcio viene anche citato come capo della sezione di Albenga e celebrato il suo zelo militante nella rivista Giovane Nazione-
Curcio è quello che fa più tenerezza, si vede che soffre e non sa nemmeno il perché, o meglio, lo sa bene ma se ne vergogna, essendo prigioniero della sua maschera sociale.
La Balzerani, che curiosamente sembra la sosia della Salis, si vede lontano un miglio che mente spudoratamente ed ingoia il boccone amaro servito da altri per ogni sua inutile affermazione, sempre con occhi bassi e quell'accento fiero rugantino.
Lei sembra una caricatura surreale, il prototipo della partigiana de noialtri, riciclata come scrittrice.
Poi c'è l'infame, l'uomo ricattato dai Servizi, il mentitore seriale, Moretti.
Curcio è quello che fa più tenerezza, si vede che soffre e non sa nemmeno il perché, o meglio, lo sa bene ma se ne vergogna, essendo prigioniero della sua maschera sociale.
La Balzerani, che curiosamente sembra la sosia della Salis, si vede lontano un miglio che mente spudoratamente ed ingoia il boccone amaro servito da altri per ogni sua inutile affermazione, sempre con occhi bassi e quell'accento fiero rugantino.
Lei sembra una caricatura surreale, il prototipo della partigiana de noialtri, riciclata come scrittrice.
Poi c'è l'infame, l'uomo ricattato dai Servizi, il mentitore seriale, Moretti.
Il figlio della domestica della contessa Anna Casati Stampa, "uccisa dal marito", alla quale giurò fin da giovane di volere la sua morte, nonostante lo mantenne agli studi e fino all'ingresso nelle BR.
I Casati Stampa erano i proprietari della Villa di Arcore, poi comprata con sotterfugi dal giovane e rampante Berlusconi.
Vedete come sono interscambiabili questi personaggi, come si intrecciano fisiologicamente fin dalle origini anche in situazioni diverse da quelle per cui vengono ricordati dalle cronache giudiziarie?
Moretti fa di tutto per screditare il complotto, odia la dietrologia, ma la mimica parla chiaro. Sembra il classico piddino che sorride alle teorie cospirazioniste e fa di tutto per accreditarsi qualsiasi evento successo in quegli anni, pur di evitare un vero confronto.
I Casati Stampa erano i proprietari della Villa di Arcore, poi comprata con sotterfugi dal giovane e rampante Berlusconi.
Vedete come sono interscambiabili questi personaggi, come si intrecciano fisiologicamente fin dalle origini anche in situazioni diverse da quelle per cui vengono ricordati dalle cronache giudiziarie?
Moretti fa di tutto per screditare il complotto, odia la dietrologia, ma la mimica parla chiaro. Sembra il classico piddino che sorride alle teorie cospirazioniste e fa di tutto per accreditarsi qualsiasi evento successo in quegli anni, pur di evitare un vero confronto.
Protettore del sistema ancor più dei terroristi neri, il peggio del peggio.
Pensate quanto potrebbe essere utile alla causa democratica se solo osasse liberarsi di quel grande peso che si porta dentro lo stomaco. Guai mai, lo avrebbero subito fatto fuori, e lui lo sa bene come funziona il gioco.
Moretti è il Re dei cazzari, ricattato dai Servizi, sovragestito da Gladio e dagli amerikani, che vorrebbe accreditarsi al mondo come guerriero del nulla quantico.
Tutti e tre con doppia personalità, al limite della schizofrenia, mentre si arrampicano sugli specchi, addossandosi le responsabilità di altri, tacendo sui misteri della Repubblica, colonia di fine impero.
Si evince dagli sguardi, dalle vistose ambiguità, dalle supercazzole di questi tre cialtroni (altro che combattenti del popolo), che mentono a livello spudorato, soprattutto, su cose che loro non hanno mai compiuto e nemmeno pensato.
Chi pone solo la violenza come motore delle dinamiche sociali è un venduto, oppure un inetto, a maggior ragione quando dichiara conclusa la sedicente lotta armata e solo perché rinchiuso in carcere. Soprattutto, se sbaglia scientemente i bersagli, colpendo solo quelli più marginali e, comunque, comodi al sistema, prestando il fianco alla strategia della tensione.
Buonanotte guerrieri...
Moretti è il Re dei cazzari, ricattato dai Servizi, sovragestito da Gladio e dagli amerikani, che vorrebbe accreditarsi al mondo come guerriero del nulla quantico.
Tutti e tre con doppia personalità, al limite della schizofrenia, mentre si arrampicano sugli specchi, addossandosi le responsabilità di altri, tacendo sui misteri della Repubblica, colonia di fine impero.
Si evince dagli sguardi, dalle vistose ambiguità, dalle supercazzole di questi tre cialtroni (altro che combattenti del popolo), che mentono a livello spudorato, soprattutto, su cose che loro non hanno mai compiuto e nemmeno pensato.
Chi pone solo la violenza come motore delle dinamiche sociali è un venduto, oppure un inetto, a maggior ragione quando dichiara conclusa la sedicente lotta armata e solo perché rinchiuso in carcere. Soprattutto, se sbaglia scientemente i bersagli, colpendo solo quelli più marginali e, comunque, comodi al sistema, prestando il fianco alla strategia della tensione.
Buonanotte guerrieri...