giovedì 20 giugno 2019

CLIMAX E LE PORTE DELL'INFERNO




Climax è il nuovo film del regista franco-argentino Gaspar Noè.
Opera originale e disturbante, Climax è la metafora della nostra società che si presenta modernista, giusta ed arcobaleno, danzereccia ed apparentemente libera sessualmente, ma che si scopre, via via, sempre più tribale, feroce ed autodistruttiva.
Climax è una visione nichilista, ma ponderata, dell'impossibilità di rinunciare alla nostra natura maligna e animale che, nonostante le sovrastrutture accettate come dogma, riemerge violentemente quando si confronta con la paura della morte, con i nostri demoni interiori ed il nostro profondo più recondito.
E' al tempo stesso un'estetica della morte vista come unica via di fuga, un po' sulla scia del nuovo paradigma esistenzialista luciferino e, talvolta, pure arimanico, del cinema d'avanguardia europeo degli ultimi anni, ma anche una visione critica dello stesso mondo magico che ha partorito questo bravo ed eccentrico regista.
Nella stessa direzione della nouvelle vague del cinema danese alla Refn, anche se con un'estetica molto personale e nuova, per certi versi mutuando anche il linguaggio di Von Trier, Noè rappresenta un'ade che ci ricorda la nostra realtà da incubo, attraverso lo stereotipo del Grande Fratello, declinato questa volta in chiave "scuola di danza".


L'esterno non è mai rappresentato, se non per pochi attimi, mostrando una vallata nei pressi di una foresta seppelita dalla neve, mentre tutta la pellicola ci mostra l'interno di questa scuola fatiscente e labirintica, isolata da tutto e da tutti, dipinta con colori caldi e sensuali, come fosse una sorta di caverna, di lager alternativo o di una biennale dell'orrore. 
Noè, con le dovute differenze, cita quella scuola di danza che Argento metteva in scena in Suspiria, film culto dello stesso regista, e che Guadagnino ha ripreso proprio in chiave magico-sessuale nel suo recente remake.
Il film inizia con una selezione di un casting, tramite interviste individuali ad ogni giovane ballerino in cerca di fama e gloria, mostrato attraverso un televisore vintage, circondato da una libreria di DVD cari al regista, ed una voce fuori campo che fa domande precise per conoscere ogni singola psicologia. Notiamo tra i film volutamente esposti quelli dell'espressionismo tedesco di Lang, di Murnau, appunto Suspiria, Zombi ed altri titoli che sono i riferimenti che il regista ha metabolizzato per questa sua nuova produzione.
Montaggio frenetico, soggettive e mezze-soggettive, sonoro spettacolare e molto realista (sembra di stare dentro un locale berlinese con diverse gamme di dinamiche tra ambienti diversi), forse in certi momenti alcune scene ed alcune inquadrature sono troppo prolisse, anche se la scelta stilistica generale ritengo sia azzeccata.
La prima parte mostra in maniera ossessiva e volutamente manieristica le performance di questo gruppo, che appare inizialmente molto affiatato ed unito, sembrano tutti grandi amici, felici di essere stati scelti dall'entità e di avere questa occasione per emergere, ma che si trasformerà nella seconda parte del film in una sorta di inferno senza via di uscita, un incubo senza risveglio, a causa della pozione magica di LSD, bevuta ad insaputa delle giovani promesse, in una sangria consumata a fiumi durante tutta la nottata dopo le prove coreografiche.
E' quello il momento di passaggio dalla società "felice" e scanzonata, alla vera natura distruttrice dell'uomo.
Dopo il rito orgiastico dei commensali a suon di Giorgio Moroder, Marss, Lil Louis e Daft Punk, ecco che viene evocato, loro malgrado, un malvagio demiurgo che si imposseserà delle loro anime, facendoli scontrare l'uno con l'altro, fino a decimarli quasi tutti sotto l'egida della bandiera francese, mostrata ironicamente come simbolo di unità/disgregazione. 
Una delle ballerine in dolce attesa "perderà" il suo bambino, un po' come succede in certe storie macabre che prevedono un sacrificio rituale, ma non sarà l'unica tragedia, da quel momento in avanti l'incubo avrà inizio.
Una metafora sul destino del nostro mondo, incapace di stabilire relazioni vere e non solo consumistiche, proiettato sul cieco individualismo, anche se mascherato dalle convenzioni di una sempre più pervasiva struttura, nel film sempre sottintesa e mai palesata, che domina lo spirito dei nostri tempi, ma anche una rappresentazione di come sia già morta questa nostra società del futuro, che per "natura" nasce divisa e prevaricatrice sul più debole e rivela violenti tribalismi mai realmente sopiti.




2 commenti:

  1. Non ho ancora visto questo film, ma due che mi hanno inquietato nell'ultimo anno sono "Madre!" con Javier Bardem e Jennifer Lawrence mi pare e "Il sacrificio del cervo sacro" o qualcosa del genere in italiano, con Colin Farrell e Nicole Kidman.

    Per chi li abbia visti sono anch'essi la quintessenza della follia moderna che se la prende soprattutto con i bambini manco a dirlo, satanismo allo stato puro...di sicuro non li rivedrò mai più perché non sono sicuramente capolavori e in più non ho bisogno di rivederli.

    Anna

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    1. "Il sacrificio del cervo sacro" me lo sono perso, devo recuperare...

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