3.2. I Massoni, la Gnosi, l’unione degli opposti (luce-tenebre, bene-male…) e il demoniaco
Ci sono testimonianze esplicite di Maestri Massoni (specialmente quelli insigniti di Alti Gradi) che sostengono la teoria esoterica della unione degli opposti-contrari la quale conduce a (o suppone) una sorta di “divinizzazione” e necessità del Male e del Demoniaco.
Ulisse Bacci 33°, nel primo volume del suo Il Libro del Massone italiano (1908) – più volte pubblicizzato dallo stesso autore persino negli Anni Venti, dalle righe della Rivista Massonica (la rivista del GOI) – spiega vari simboli e riti massonici: le due colonne del portico del tempio massonico, e il pavimento della loggia, formato da piastrelle bianche e nere, sono simboli dell’alternarsi e dell’unità degli opposti-contrari (luce-tenebre, bene-male, verità-errore, ecc.), l’uno necessario all’altro, dalla cui unione – sottolinea il Bacci – è generata la Vita. Questa complementarietà/armonia/unione degli opposti è ben figurata dal numero tre («numero della luce») e dal Delta massonico con l’occhio al centro, che troneggia in Loggia . Il Bacci sottolinea il culto solare-naturalistico presente in Massoneria, attraverso simboli (es. rosa-croce) e ritualità .
Ad esempio, illustrando vari simboli massonici, Bacci scrive che «il serpente, che si piega su sé stesso e si morde la coda, è l’emblema delle rivoluzioni solari, e, in altri termini, dell’eternità» .
Con l’iniziazione massonica, il candidato deve lavorare per compiere su di sé una trasmutazione simile a quella alchemica . E il Serpente (o Drago) alchemico che si morde la coda (Ouroboros), simboleggia l’Unità assoluta, «l’Uno il Tutto» da cui proviene tutto e a cui tutto ritorna.
Questa «unità assoluta» è «il nulla», è «l’abisso», «la notte», «il caos» è il «tutto-nulla» e «l’ente non ente» dei Cabalisti .
Nel 1971, la Rivista Massonica pubblica un articolo del massone Giorgio Jonas sul simbolismo e la filosofia del Capitolo Rosa-Croce (la loggia che amministra il 18° grado del Rito Scozzese Antico e Accettato), il cui scopo è – recitano i rituali – la «emancipazione dell’umanità» attraverso «la conoscenza» o «gnosi».
La rosa indica il segreto e la croce, l’immortalità.
Jonas spiega che la rosa si collega al simbolo del labirinto che è simbolo del mondo della morte e degli Inferi (nonché del grembo materno e terrestre) da cui sorge la nuova vita . Secondo la leggenda, al centro del labirinto si svolgevano scene carnali tra il Minotauro e la regina. Nel Medioevo, il Minotauro al centro del labirinto è simbolo dell’inferno e del demonio. Il labirinto è anche simbolo dei Massoni medievali costruttori di cattedrali. Il centro del labirinto è chiamato dagli alchimisti androgino, rosa, città, centro alchemico .
La rosa corrisponde al labirinto . La croce è antichissimo simbolo di sessualità (maschile+femminile) . Jonas spiega inoltre, che la rosa sulla croce (simbolo massonico) è «l’espressione dello amore intero, come sesso e come sentimento spirituale» . E il centro della rosa-labirinto posta sulla croce? A cosa corrisponde? Risponde il massone Jonas: è “luogo” di «sacralità» in cui si trova «tutto»: «colpe», «incubi», bramosie, il Divino degli Ebrei, «l’ostia consacrata per i cristiani», la «carnalità del Minotauro», ecc... Jonas pone la possibilità di sbagliare come intrinsecamente costitutiva della libertà . Il massone Jonas pone la mèta della filosofia massonica-rosacrociana nella trasmutazione alchemica ed illuministica dell’uomo, totalmente libero da dogmi e «repressioni teocratiche» .
Nel 1973, la Rivista Massonica pubblica l’articolo di G. Pilaz, massone della loggia “Dante Alighieri” di Ravenna, riguardante il simbolismo del serpente. Pilaz presenta positivamente il serpente come «il simbolo della vita», «l’UNO-TUTTO» . Il serpente che si morde la coda formando un cerchio (l’Ouroboros = serpente che si morde la coda), simboleggia l’unione degli opposti (vita-morte, luce-tenebre, maschile-femminile…), «il principio dualistico dell’assoluto», l’eternità ed il perpetuo autogenerarsi della natura . Il serpente, nel mondo ebraico-cristiano, è invece simbolo del male.
Pilaz osserva ancora:
«Riassumendo: il serpente, seppure nelle diverse e contrarie interpretazioni, ha sempre simboleggiato l’elemento energetico che partecipa al processo perenne della vita, lo spirito divino che vi presiede, la materia prima» .
Il massone A. Monaldo Monaldi (GOI e RSI) ha scritto che la Massoneria ha in gran conto la tradizione alchemica, condividendone simboli, metodi e princìpi.
L’Alchimia vuole dare all’iniziato la capacità, dunque il potere di conoscere, agire sulle leggi dell’evoluzione dell’uomo nei piani spirituale-morale-fisico e di dirigere le leggi che regolano l’evoluzione del cosmo.
Tra i concetti base dell’Alchimia è quello della Grande Opera che corrisponde a: il «tutto panteistico», il G.A.D.U., il Superiore e l’Inferiore, la Manifestazione...
La Grande Opera ha due aspetti inscindibili (opposti, ma in realtà UNO), chiamati con vari nomi: Fisso e Volatile (termini alchemici), Yin-Yang (termini taoisti), J e B (le due colonne massoniche del portico della Loggia), il 2 (o Diade), «Dio e Diavolo – senza le valenze morali di questa coppia» .
In un convegno massonico svoltosi a Roma nel novembre dell’anno 2000, il massone Claudio Bonvecchio ha presentato alcune analogie tra la Gnosi e la Massoneria.
La Gnosi rifiuta ogni dogmatismo e tende verso l’irrazionale, coltiva il magico e ricerca una sincretica «complexio oppositorum», ossia congiunzione degli opposti. Tra i gruppi di tendenza gnostica: catari, cabalisti, rosacrociani, alchimisti, ermetisti...
La Gnosi vuole riportare l’uomo a quella perfezione divina anteriore alla sua Caduta.
Il mondo sarebbe stato creato – secondo gli gnostici – da un dio malvagio (che in genere si identifica nel Dio dell’Antico Testamento). L’uomo deve scoprire in sé la Gnosi – scintilla divina di conoscenza che è già in lui – per poter ritornare nella totalità del divino (Pleroma). La Gnosi comprende due vie: 1) quella «ascetica», «mistica», «ascensionale»; 2) quella «ctonia» (cioè infera), passionale, «discensionale», spesso accusata di essere trasgressiva, licenziosa, immorale .
Bonvecchio spiega che il percorso simbolico offerto dalla Massoneria presenta tracce gnostiche.
Il Grande Architetto dell’Universo è un simbolo che evoca il mistero del divino che può essere considerato sia come persona che come non persona. Anche la Massoneria vuole guidare l’uomo alla «Luce», «alla vera Conoscenza». Il Maestro Massone (3° grado) si identifica a Hiram, passa attraverso la «morte rituale» e risorge «a nuova vita»; egli fa così l’esperienza della Luce o pneuma (spirito). Come gli gnostici, i Massoni distinguono regno della Luce (gli iniziati) e regno delle tenebre (i profani). Il Massone che ha raggiunto la condizione pneumatica-spirituale, è superiore al mondo terreno, appartiene ormai al divino (il Pleroma), e perciò può camminare sul pavimento massonico, passando tra gli scacchi bianchi e neri. Il vizio – secondo gli iniziati – è la profanità, il mondo creato e la virtù iniziatica consiste nel capovolgere ciò che è male .
Nei giorni 13 marzo 2002, a Firenze si è svolto un convegno dal titolo Sulla soglia del Sacro: Esoterismo ed Iniziazione nelle grandi religioni e nella tradizione massonica, promosso dal Grande Oriente d’Italia (GOI). Nella Prefazione al volume che raccoglie gli Atti del suddetto convegno, l’avv. Gustavo Raffi, Gran Maestro del GOI, sottolinea che il Convegno ha voluto occuparsi di temi quali esoterismo ed iniziazione, in genere deformati da «ciarpame occultistico e irrazionalistico».
Tuttavia, nonostante tali “buone intenzioni”, Raffi lascia intravedere il carattere magico dei rituali massonici, poiché ammette che essi «aprono quindi la soglia di una dimensione “altra”, esoterica perché volta a investigare una realtà diversa da quella profana, quindi iniziatica» .
In quel convegno fiorentino, lo studioso (e massone) Claudio Bonvecchio analizza i princìpi dell’iniziazione e dell’esoterismo. L’iniziazione offre all’uomo la possibilità di scoprire la sua vera identità di essere «totalità» unito al tutto, «concreatore del mondo», e a entrare in contatto con «esseri soprannaturali» (es.: «il divino») . L’esperienza iniziatica consiste nello scendere «nel buio della tenebra primordiale», per poi «risalire alla visione della luce uranica» . L’esperienza iniziatica ed esoterica è «l’esperienza della morte iniziatica, della morte simbolica» .
L’iniziato («in ogni dimensione iniziatica ed esoterica») deve scendere negli ìnferi, «nel buio dell’inconscio» per scoprire «le immagini archetipiche delle Madri», ossia le «forze pulsionali o istintive» che sono «datrici di vita» («la vita infatti è pulsionalità, desiderio inconscio e incontrollabile di movimento, di generazione e rigenerazione») ma – spiega ancora Bonvecchio – esse possono dare anche «la morte», la «dissoluzione» o «unione indistinta con il tutto». Bonvecchio spiega che tali concetti iniziatici sono illustrati da «Mefistofele» (il demonio) a Faust, nella celebre opera goethiana (Faust) . L’iniziato deve reintegrare tali «Madri» nella propria coscienza superiore .
Dal punto di vista iniziatico-esoterico, la morte «è la verità della vita», mentre la vita, per i non iniziati, è morte .
L’accostamento tra la discesa di Faust nel regno infero (o infernale) delle Tre Madri (generatrici di morte-vita) e la discesa agli inferi offerta dall’iniziazione massonica (processo di morte-rinascita) non è una novità del massone Bonvecchio, ma è stata già messa in evidenza da Giuliano Lazzani in un articolo su Hiram (rivista del GOI) di circa 20 anni prima .
Sembra però che il massone Michele Cianciulli sia stato il pri-mo a descrivere su una rivista massonica (L’Acacia Massonica, rivista del GOI dal 1947 al 1952) l’esoterismo delle Tre Madri nel Faust goethiano . Cianciulli sembra disprezzare Mefistofele, «il diavolo», «Satana metafisico», tutto «immerso» nella «Materia», nello «scetticismo», nelle «negazioni», incapace di elevarsi alle cose dello Spirito come invece Faust… . Tuttavia il massone Cianciulli mostra una oggettiva e magica simpatia per il Diavolo. Infatti è Mefistofele che dà a Faust «una piccola chiave», «un mezzo sicuro ed infallibile per forzare il regno delle Madri», regno che è «inferno». Solo così Faust può scendere sicuro e indenne «nel più profondo del più profondo abisso», al cospetto delle Madri…
Quella piccola chiave – spiega Cianciulli – è «il simbolo del sapere divenuto saggezza e della saggezza divenuta forza e servita da una volontà, fortemente e lucidamente operante!». Ed è il Diavolo che dà quella chiave a Faust!
Chi sono le
Tre Madri per Goethe: «il principio creatore», visto come Femminino, che crea, distrugge e rigenera in una «eterna metamorfosi degli esseri». Per Cianciulli si tratta di manifestazioni dell’Assoluto .
Ora, dall’insieme di queste interpretazioni esoterico-massoniche del Faust goethiano (Mefistofele e le Tre Madri) comprendiamo che la Massoneria (come Mefistofele) dà al massone (Faust) la chiave per discendere negli inferi (il regno infernale delle Madri) e sperimentare la morte-rinascita iniziatica …
Nel corso della Gran Loggia del GOI nel 2001, Antonio Panaino (membro del GOI) ha sostenuto che l’homo religiosus è homo necans (l’uomo religioso è uomo che uccide) per cui l’uccisione o sacrificio rituale di una vittima (anche umana) costituisce l’evento-esperienza che fonda il sacro e che accomuna il Cristianesimo agli antichi culti sacrificali pre-cristiani…
Anche il Terzo Grado di Maestro Massone è basato sulla «morte iniziatica», o «immolazione» simbolica dell’iniziato, messa in atto dai Maestri di Loggia . Dalle parole di Panaino si comprende che l’omicidio rituale o sacrificio umano, dunque, fonda il sacro!
Alla medesima Gran Loggia del 2001, Umberto Galimberti (ateo dichiarato) afferma che il sacro è «il tremendo, il devastante, lo scatenante, il furioso, il folle», è «follia» che «talvolta può esplodere» e che il mondo greco presentava nella tragedia del dio Dioniso (divorato dalle donne invasate e orgiastiche). Il Cristianesimo (con l’Incarnazione di Cristo) avrebbe invece operato una desacralizzazione o secolarizzazione ponendo dei recinti al sacro.
Addirittura Galimberti sostiene che il Cristianesimo sarebbe «principio di ateismo». Ma l’ateo Galimberti non sta con il Cristianesimo . Insomma, il sacro includerebbe anche il demoniaco, il male…
Di questo parere sembra essere anche Mariano L. Bianca, già Direttore Responsabile – poi Vice Direttore – della rivista Massoneria Oggi (rivista del GOI dal 1994 al 1999), poi Direttore Responsabile di Hiram (rivista della Massoneria del Grande Oriente d’Italia-Palazzo Giustiniani dal 1999-…) fino al 2002 , e (almeno nel 2002) Direttore Responsabile di Arkete, rivista di esoterismo-sacralità-gnosi pubblicata dall’editrice massonica Atanòr (di cui Bianca è anche Direttore editoriale nel periodo 1999-2005 ).
Nel 1999, le Edizioni Atanòr (legate a uomini del GOI: Bianca, Natale Di Luca…) pubblicano un volume dal titolo Il Tempio. I luoghi del sacro a cura di Mariano L. Bianca che ne scrive anche la Prefazione. Bianca definisce il sacro quale «l’universo-dimensione del sovrumano, trascendente o immanente (o divino) rispetto all’uomo e alla natura, e dei valori supremi» . Pertanto «il sacro è riferito a ogni forma di religiosità e di religione» .
Quel volume, curato da Bianca, include anche uno studio di Michele Del Re sul tempio satanista.
Nei vari «satanismi», Satana non è solo «anti-dio» (in opposizione al Dio giudeo-cristiano) ma è anche «altro-dio», per cui nei riti satanici si ha una miscela di «dissacrazione» (es. di luoghi di culto cristiano) e «sacralizzazione» (luogo trasformato magicamente in “tempio” satanico) .
Quel volume curato dal massone Bianca offre un approccio sociologico o fenomenologico allo studio della religione e della religiosità. In ogni caso esso mostra oggettivamente che (agli occhi del massone Bianca) anche il Diavolo fà parte del Sacro…
Sul numero 2/2003 di Arkete è pubblicato un interessante articolo di Mariano Bianca sul sacrificio umano e sul cannibalismo rituale .
Bianca illustra due tipi di motivazioni del sacrificio umano (cannibalico o non): a) motivazioni manifeste; b) motivazioni profonde.
Le prime si suddividono in motivazioni: «economiche» (cannibalismo alimentare), «sociali e psico-sociali» (vittima = sfogo e ridirezione dell’aggressività del gruppo; sacrificio umano = omicidio fondatore o ristabilitore, o equilibratore dell’ordine sociale), «magico-religiose» (sacrificio umano = mezzo per collegarsi al sacrodivino e manipolarlo) .
Invece le motivazioni profonde (cioè fondanti quelle manifeste) si distinguono in bio-etologiche (il sacrificio placa l’aggressività insita nell’uomo, mantiene l’armonia nel gruppo) e antropologiche.
Circa queste ultime, Bianca spiega che nell’uomo (Homo Sapiens sapiens) è presente
«la possibilità omicidiale»; inoltre, il sacrificio umano, «all’interno di un rituale sacro», trova «legittimazione-giustificazione». Esso è compiuto per controllare la vita e la morte e per superare i limiti dell’esistenza umana.
La vittima assume su di sé la morte individuale e collettiva e, in tal modo, (la vittima) dispensa la vita a coloro che la sacrificano.
Inoltre, Bianca spiega che «
nella complessa struttura paleoencefalica» dell’uomo risiede la tendenza a uccidere che viene limitata al minor danno possibile dall’attuazione del sacrificio umano .
A mio parere, l’articolo del Bianca, non è soltanto una trattazione scientifico-antropologica del sacrificio umano, ma presenta anche una personale simpatia-giustificazione-legittimazione di tale pratica da parte dello stesso prof. Bianca. Questi presenta la tendenza all’omicidio come insita nella natura dell’uomo e il sacrificio umano è – secondo le riflessioni del Bianca – il mezzo per rendere tale tendenza distruttiva il meno dannosa possibile.
Oltre tal articolo è bene anche considerare un recente libro del Bianca, recensito proprio in quello stesso numero di Arkete, nella rubrica Recensioni (da Paolo Piccari) a pag. 71.
Si tratta di L’oltre e l’invisibile. Meditazioni iniziatiche .
Mariano Bizzarri, nella sua prefazione al libro, afferma la necessità di superare, andare «oltre» «l’infausto dualismo» (ossia «finito-infinito, bene-male, materia-spirito, razionale-irrazionale») .
Altra prefazione al sopracitato libro del Bianca, è scritta da Natale M. Di Luca, il quale afferma che la «deificazione od indiamento» iniziatica implica la «morte simbolica», la «discesa ad inferos» .
Il massone Bianca interpreta in chiave ermetistica il simbolismo del pavimento del Tempio massonico. Il bianco e il nero del pavimento e la volta della Loggia fanno riferimento alla via ermetistica del salire e scendere, di cui si fa riferimento negli scritti ermetistici: salire più alto di ogni altezza, scendere più basso di ogni profondità. Questa via spirituale-esoterica implica che l’Iniziato-massone,
se vuole salire più in alto, debba necessariamente scendere sempre di più «nel mondo degli ìnferi» del suo io, entrare in contatto con le forze ed i mostri tellurici, superare ogni limite .
Bianca spiega che l’Iniziato («guerriero dell’oltre»), ad imitazione del dio (es. Odino), sacrifica se stesso («iniziazione sacrificale»), si rigenera con la morte, entra nel regno dei morti per acquisire la sapienza, compie «l’estremo sacrificio» che è «ribaltamento di ciò che si è». La via iniziatica conduce a «superare ogni limite e porsi nell’al di là di ogni cosa» .
L’Iniziato deve sprofondare sempre più in basso, giungere alla fine della «burella» (dove forse troverà il «Graal»), nel «ghiaccio occulto» dove si trova il «sangue caldo». Nel «ghiaccio oscuro» l’Iniziato potrà accedere al «mondo ctonio». La penetrazione o sprofondamento metafisico nell’occulto, nel mondo degli ìnferi («burella», «ghiaccio occulto», «mondo ctonio», «sangue caldo») implica il contatto – spiega Bianca – con agenti tellurici («demoni tellurici») capaci di guidare l’Iniziato …
A conclusione del suo inquietante libro (pregno di misticismo demoniaco o luciferino), il massone Bianca parla de «l’oscuro Venditore di Mele» che accompagna sempre l’Iniziato facendolo sprofondare sempre più giù e poi tirandolo sempre più in alto, per poi precipitarlo…
Quel «Venditore di Mele» è «l’oscurità che immerge e trasforma» l’Iniziato… .
La «burella» e il «ghiaccio occulto» nel cui abisso l’Iniziato deve sprofondare (e incontrare i «demoni tellurici») richiama ovviamente l’Inferno dantesco, nel cui profondo centro c’è «Lucifero» (Inferno, cantico XXXIV). E, anche se Bianca non lo scrive espressamente, il misterioso «Venditore di Mele» ricorda indubbiamente il Diavolo o Serpente della Genesi che iniziò Adamo ed Eva al “frutto proibito”…
In un suo articolo su Hiram N° 3/2002, Bianca afferma che il primo e centrale carattere della speculazione massonica attiene alla sfera iniziatico-esoterica e a proposito dei «caratteri della via iniziatica», Bianca rinvia al suo libro L’oltre e l’invisibile. Meditazioni iniziatiche .
È interessante notare che sul numero 4/2002 di Hiram, nella rubrica Esoterismo e pensiero massonico, Antonio D’Alonzo illustra alcuni contenuti fondamentali della poesia di William Blake (1757-1827), autore inglese affascinato dalla teosofia di Jacob Boehme (1575-1624).
Blake è contro la morale razionale. Il suo «immoralismo energetistico» anticipa, per certi versi, quello di Nietzsche. In Blake è importante la dottrina della unione dei contrari: il “negativo”, «il Male», inteso come «Energia» attiva, è il vero motore del progresso; il Male è necessario al Bene...
Blake espone tali teorie nella sua opera Il Matrimonio del Cielo e dell’Inferno in cui condivide il punto di vista del «Diavolo», al quale fa dire: «Senza Contrari non c’è progresso.
Attrazione e Ripulsa, Ragione e Energia, Amore e Odio sono necessari all’umana esistenza».
Dunque, per Blake, il Bene è passività, mentre il Male è attività. Nell’opera suddetta, il poeta inglese enumera (con evidente approvazione) Proverbi Infernali di “saggezza satanica” pronunciati dal Diavolo... D’Alonzo osserva che in Blake, come nel «Tantrismo», troviamo il gusto della «trasgressione reiterata e sistematica», ritenuta capace di rovesciare e trasformare il negativo in positivo e dunque in «Liberazione». Insomma, Blake elogia la ribellione prometeica-faustiana-satanica-infernale .
È davvero interessante trovare un articolo come quello di Alonzo (sopra citato) su una rivista massonica nella rubrica riservata all’«Esoterismo e pensiero massonico»!
Su Hiram N° 3/2003, ancora nella rubrica Esoterismo, troviamo un interessante studio di Ezio Albrile esperto di gnosticismo antico e moderno . Albrile spiega che lo gnostico non accetta questo mondo materiale; esso sarebbe stato prodotto da una entità malvagia
(il «Demiurgo gnostico», «Demiurgo omicida» o “Creatore”). Lo gnostico è alieno dal mondo e dalla trascendenza, vive insomma quell’angoscia espressa dalle categorie esistenzialistiche di Martin Heidegger.
Il mondo è una prigione ed è abitato da entità demoniache. Lo gnostico cerca la salvezza e mediante una illuminazione superiore egli scopre il suo vero io, la sua vera natura divina e luminosa, oscurata e imprigionata nella materia corporea.
Anche se non approvate da tutti gli gnostici, tuttavia nell’ambiente gnostico non è impossibile pervenire a «oscure pratiche di magia sexualis» (es. «tantrismo») che manifestano il disprezzo per il corpo-prigione e per l’ordine fisico-morale “creati” dal malvagio «Demiurgo». Albrile spiega che la presenza di ritualità gnostiche trasgressive «anche nella cultura contemporanea è elevata: prediletti sono i luoghi più inusuali» .
Dottrine gnostiche si trovano anche nel film Inferno, di Dario Argento (1980). In quel film è ripresa l’idea gnostica delle Tre Madri (entità femminili demoniache), le tre sataniche ipostasi della Morte: l’architetto di Londra, Varelli avrebbe costruito una dimora a ciascuna di esse (Friburgo, Roma e New York). Nell’ultima abita la più giovane e la più terribile: Mater Tenebrarum.
Nel film, Varelli le chiama anche «le Sorelle le Grazie le Furie». Le dimore infernali delle Tre Madri ricordano le dimore filosofali dell’alchimista Fulcanelli, sul cui nome è ricalcato quello di Varelli .
Albrile illustra quella che nel mondo culturale e letterario gnostico costituisce una pedagogia alla rovescia ossia
«uno stratagemma luciferico: anatematizzare per affascinare.
Lucifero attende, gioioso, negli abissi...
L’adepto stregonico in questo senso si associa elettivamente al Princeps tenebrarum e, nella familiarità con esso, vive in una condizione di soddisfacimento, traendone i poteri malefici e sovversivi, oggetto della glorificazione mondana» .
In quello studio, Albrile cita anche un’opera gnostico-esoterica (Mémoirs du sang) la quale, in apparenza, condannerebbe la magia sessuale demoniaca, ma in realtà la promuove.
Albrile spiega che «al centro dell’opera dei démoni» – e quindi degli gnostici che si dedicano alla praxis o culto –
è «la manipolazione dello sperma, veicolo dell’essenza luminosa» .
Nella ricerca gnostica, «mente e sessualità» (gnosi intellettuale e magia sessuale) sono «aspetti complementari di una ricerca infinita da non confondere con il fine auspicato», ossia la riconquista di «un Paradiso perduto». Albrile riconosce che qualora si ha la «sovrapposizione» tra tali «veicoli» (ossia «mente e sessualità») ed «il fine auspicato», allora «il risultato trascina l’adepto verso il basso, verso quella dimora alchemica che si è trasformata in un sacello infernale» .
Ed io, a questo punto, mi chiedo: come fa uno gnostico massone o non massone (pieno di odio verso la creazione, verso le leggi morali di questa vita fisica-morale, verso il Dio Creatore, verso i Dogmi cristiani) a resistere all’impulso veemente di scendere verso il basso… verso i sacelli infernali?
Anche in questo caso è interessante notare che lo studio di Albrile è stato pubblicato su di una rivista massonica, alla rubrica Esoterismo.
Il Gran Maestro Gustavo Raffi ha sottolineato che i Massoni sono «Iniziati e Testimoni della Luce», «soldati della Luce» contro le Tenebre dell’intolleranza. I Massoni sacralizzano il Tempio Massonico e nel corso dei Lavori rituali si manifesta «la Luce spirituale», la «Gnosi Muratoria», «la Luce Iniziatica». Il Maestro Massone può sperimentare «la possibilità di ricongiungere gli opposti» («complexio oppositorum»), unendo l’uomo e il cosmo. Il Maestro Massone è «libero da dogmi, imposizioni e catene materiali» .
Su Hiram N° 2/2004, il massone Claudio Bonvecchio ripropone la dottrina (neo)gnostica della conciliazione degli opposti. Egli spiega che le Religioni e le Istituzioni Iniziatiche, tra cui la Massoneria, cercano la Luce… La Luce splende nelle Tenebre… Occorre entrare (o scendere) nelle Tenebre per vedere brillare la Luce… Occorre entrare in contatto con l’Ombra (le Tenebre che sono dentro di noi) ed integrarla (assorbirla) coscientemente in noi…
Bonvecchio attinge alla psicologia di Jung, tutta ispirata da motivi gnostici ed alchemici. Però, Bonvecchio non dice che per Jung l’Ombra è rappresentata dal Diavolo…
Bonvecchio sottolinea che non bisogna eliminare l’Ombra ma «integrare l’Ombra» in noi («accettazione delle tenebre») perché è dalla «unione degli opposti» (Luce-Ombra) che si raggiunge il «fine ultimo, la Luce», la «totalità»… E tale è il sogno degli «Alchimisti», «Kabbalisti», «Maghi», «Illuminati» . La Massoneria si presenta come dispensatrice di Luce…
Bonvecchio sa bene che la Massoneria vuol guidare il profano verso la Luce …
Anche se Bonvecchio non lo dice espressamente, però è chiaro che al Maestro Massone compete la qualifica di
“lampadoforo”, ossia un portatore di Luce» , frase che Bonvecchio usa in altro contesto, ma che – alla luce di tutto l’articolo del Bonvecchio – si addice bene all’autocoscienza massonica. Forse, più che “lampadoforo”, Bonvecchio avrebbe potuto scrivere più chiaramente “lucifero”…
Nello stesso numero di Hiram, il massone Alberto Samonà spiega i significati esoterici della Menorah, il candelabro a 7 braccia usato nella Loggia dei Maestri Massoni (o Camera di Mezzo).
I Maestri Massoni trasmettono la Luce (o «Tradizione»). La «luce centrale» del candelabro massonico rappresenta la «Luce Originaria dell’increato», in cui si ha la «riunificazione degli opposti nel Principio, nella Fiamma primordiale», di cui le altre 6 fiamme sono emanazioni.
La «luce centrale» del candelabro rappresenta «Saturno», il cui metallo corrispondente è il Piombo.
Ma «Saturno è Seth», ossia «la nuda terra», «la pietra che è l’uomo stesso». Saturno è «l’Unica vera luce» . Samonà non lo dice, ma gli esperti di esoterismo sanno bene che Saturno corrisponde a Satana…
Su Hiram N° 3/2004, Dario Banaudi illustra alcuni concetti iniziatici e massonici legati alla figura del Labirinto: l’Iniziato, guidato da «Arianna, arachné tessitrice» (Banaudi non lo dice, ma arachné, in greco = RAGNO) deve intraprendere il viaggio iniziatico nel Labirinto, ossia «la discesa agli inferi», nel «centro segreto e oscuro, grembo della madre terra, del chaos primigenio» («ventre», «Madre», «spirale», «utero») .
La Donna-Terra è associata al «serpente», che è anche simbolo del «viaggio al centro della terra», de «l’infinito», «il processo continuo dell’Universo che crea se stesso». Inoltre – spiega Banaudi – il serpente è legato anche «alla trasmissione della conoscenza»: il Serpente «si presenta avvolto a spirale attorno all’albero della conoscenza del bene e del male, per offrire ad Eva il frutto dell’albero, e, attraverso di lei, consegnarlo all’uomo» . Come il simbolo del Serpente anche il Labirinto comprende gli opposti (bene-male…) . Il «centro del labirinto» corrisponde a «l’albero della conoscenza del bene e del male, l’albero del serpente» . Il Labirinto è associato anche al Re Salomone e Banaudi scrive che il Santo dei Santi al centro del Tempio salomonico è «il luogo della conoscenza del bene e del male, il luogo della coincidenza degli opposti» .
Dunque, dire che l’Iniziato deve entrare nel simbolico labirinto, vuol dire che l’Iniziato deve entrare simbolicamente negli Inferi (o Madre-Terra) e nel Serpente per congiungere gli opposti…
Dopo aver trattato di principi importanti dell’esoterismo massonico (unione dei contrari, discesa agli Inferi, luce dalle tenebre e dal caos, vita dalla morte…) passiamo ora ad un romanzo noir, su alchimia e satanismo, intitolato Il Quadro dei delitti.
Un’indagine del Principe di San Severo (2006) e pubblicizzato nella rubrica I testi che leggiamo del website della Loggia Har Tzion - Montesion N° 705 di Roma (GOI).
L’autore del libro è Nathan Gelb (1962-...), ebreo askhenazita residente a Boston (USA). Gelb, che apprezza molto il website della suddetta Loggia Montesion, è massone e cultore di alchimia esoterica la quale mira a realizzare il Rebis, l’androgino, che unisce in sé gli opposti…
Il libro tratta di uno spietato serial killer (assassino seriale) cultore di alchimie perverse, templarismo, sodomia, satanismo… Alla fine il detective (il Principe Di Sangro, massone ed alchimista) scopre che l’assassino è Bernabé De Grâce, omosessuale all’età di dieci anni, poi ex novizio benedettino , poi alchimista, assassino, consumatore di droghe inebrianti , quindi capo misterioso di una setta templare, sodomita , cannibale, cultore di Baphomet, l’androgino e demoniaco idolo la cui venerazione fu rimproverata ai Templari...
Dietro questo romanzo è possibile scorgere dei principi iniziatici…
Sebbene, nel romanzo, Bernabé sia condannato alla morte ed al disprezzo, però mi sembra che oggettivamente egli sia una figura importante da un punto di vista esoterico…
Infatti Bernabé coniuga alchemicamente in sé i contrari : luce-tenebre , bene-male, vita-morte, maschile-femminile, “investigatore”-assassino, amore-odio, bellezza-malvagità,
alchimista “bianco” (discepolo di Upupa , vecchio mago-alchimista, filantropo, “cattolico”, consumatore di droghe “iniziatiche”…) - alchimista “nero” (sadico neo-templare)...
Nel romanzo, anche il detective alchimista non è tanto lontano intellettualmente da Bernabé: per il Principe di San Severo, Cristo e Satana sono entrambi figli di Dio…
l’Uno la mano destra e l’altro la mano sinistra di Dio… . Nel romanzo, anche Gelb tenta di realizzare una unione alchemica degli opposti: unisce in amicizia il Papa e il massone detective, il dogma cattolico e l’alchimia esoterica… Alcuni principi alchemici: dalla putrefazione nasce la vita, dal letame esce fuori la pietra filosofale che gli alchimisti “pii” identificano con il Cristo… .
Alla fine del suo romanzo, Gelb condanna Bernabé rimproverandolo di non aver capito bene l’Alchimia, di averla interpretata troppo rozzamente…
La vera Alchimia sarebbe quella perseguita da «Rosacroce» e «Liberi Muratori» …
Gelb definisce il sito internet della
Loggia Montesion N° 705 (GOI) «un faro di luce» .
Ora, nei Quaderni di Simbologia Muratoria, curati da Ivan Mosca 33° (†2005, Gran Maestro Onorario del GOI, SGC Onorario del RSAA) e consultabili on-line su quel website massonico, vi è una relazione su La Magia, in cui è scritto che il Massone deve padroneggiare la Legge del Binario o della Polarità, ossia deve Conoscere e Amare le Forze Opposte (del Cielo e dell’Inferno), deve esser capace di praticare la «Teurgia» e la «Demonurgia» (o «Magia Nera»), per cui (è scritto nella suddetta relazione, consultabile on-line):
«Per conoscere Dio, insomma, non si deve odiare Lucifero» .
A questo punto, le rassicuranti e ingenue distinzioni di Gelb tra alchimia “correct” ed alchimia perversa non mi persuadono tanto… Se il massone (così insegna quel «faro di luce» della Loggia Har Tzion-Montesion N° 705 – GOI !) deve sapere unire Cielo-Inferno, Magia Bianca-Magia Nera, Dio-Lucifero, allora non sarà forse possibile giungere ad unire anche i due tipi di alchimia? 2=1?...
Inoltre, la passione iniziatica per la Morte, gli Inferi e il Delitto (simbolico), è evidente nella ritualità di morte simbolica del Terzo Grado di Maestro Massone: il Maestro di Loggia (o Maestro Venerabile), deve impersonare il Re Salomone (detective divino…) e anche il brutale Assassino di Hiram…
Senza l’assassinio simbolico, il massone non diviene Maestro Hiram, non diviene Architetto, non diviene “divino”… Tale passione iniziatica cresce negli Alti Gradi, dove cresce lo studio e la pratica dell’occultismo .
3.3. I Massoni, la discesa agli Inferi, l’Inferno di Dante e Lucifero
Nel pensiero iniziatico-massonico è una costante la tesi della necessaria (e incessante) discesa agli ìnferi (adombrata nel rituale massonico, in cui si dice che i massoni si riuniscono in Loggia «per scavare oscure e profonde prigioni al vizio»), del necessario contatto con il vizio, il male, per ascendere sempre più alla Luce... Al Primo Grado di Apprendista Massone, l’adepto entra nel Gabinetto di Riflessione (uno stanzino tutto nero con simboli di morte…), simbolo della discesa nel ventre della terra, agli Inferi (o Inferno).
Ulisse Bacci 33° spiega che nell’iniziazione al primo grado massonico – come negli antichi misteri di Eleusi – il candidato è condotto in una luogo oscuro, la camera di riflessione, simbolo della discesa agli inferi («discesa all’Averno»), in se stessi, nell’«abisso delle tenebre», discesa necessaria per raggiungere «la luce»; in essa vi sono simboli alchemici e mortuari e in essa il candidato si prepara alla «morte simbolica» , poiché – spiega l’autore – egli deve «morire alla vita profana, per rinascere in una forma superiore di vita» .
In genere, in ambiente massonico si collega tale discesa iniziatica alla discesa di Dante nell’Inferno... . Nel poema dantesco, il corpo di Lucifero è conficcato al centro della terra, e il centro, nel linguaggio esoterico, è il luogo dove i contrari si conciliano in un’unità superiore .
Il massone Emilio Servadio commenta la frase rituale pronunciata dal 1° Sorvegliante di Loggia all’inizio dei lavori rituali: i massoni si riuniscono in Loggia «per scavare oscure e profonde prigioni al vizio» . Cosa è il vizio a cui si riferisce il rituale massonico? Servadio dice che non si tratta del vizio inteso in ambito profano: es. abitudini discutibili (es. il fumare) o comportamenti deviati (omosessualità, tossicodipendenza...) .
Si tratta invece del «vizio metafisico» («forza avversa», «il male», «il peccato»), «alterità» iniziatica collegata inscindibilmente alla «virtù» . Il vizio è rappresentato da «Satana» .
Infine, Servadio spiega che sulla via iniziatica, «“l’incontro” con le oscurità e gli aspetti terrorizzanti del “vizio”» è «una tappa necessaria e condizionante» che ricorda la discesa di Dante nel buio dell’Inferno (ìnferi, tenebre) necessaria per raggiungere il Paradiso e la Luce. La discesa nel buio, negli ìnferi («angosciante presa di contatto con quella che vorrei chiamare la “metafisica del vizio” sin nelle sue più profonde propaggini»), è – per il massone Servadio – «condizione necessaria per la successiva “risalita”» .
Nel giugno 1972, la Rivista Massonica pubblica un commento esoterico alla Divina Commedia, scritto dal massone Giuseppe M. S. Jerace . Costui presenta Dante come un Iniziato e assimila l’iniziazione al viaggio dantesco nell’oltretomba.
Come Dante, anche l’Iniziato deve compiere «una discesa agli inferi» che è necessaria per raggiungere «gli stadi superiori dell’essere» .
La discesa all’Inferno è necessaria per realizzare la «metamorfosi» o «trasformazione» e per quanto riguarda questa mèta iniziatica, Jerace fa riferimento a vari personaggi della letteratura iniziatica, tra cui anche Hiram .
Nel poema dantesco, il corpo di Lucifero (e precisamente la parte corporea corrispondente alle anche) è situato al centro della terra (ossia il punto equidistante tra i due poli della circonferenza terrestre), a cui corrisponde, pertanto, il punto più basso dell’Inferno (IX° ed ultimo Cerchio) .
Inoltre il centro, nel linguaggio esoterico, è il luogo dove i contrari si conciliano in un’unità superiore . Jerace osserva anche che nei gruppi occultistici satanici la mèta del superamento degli opposti si realizza attraverso la conquista della Luce, il superamento e la conoscenza delle tenebre, dunque del male .
Infine, Jerace sostiene una certa somiglianza tra il passaggio di morte-resurrezione che Dante compie attorno al «corpo di Lucifero» (posto nel centro dell’Inferno, luogo, in cui, dal punto di vista esoterico, si realizza la coincidenza degli opposti) e la cerimonia iniziatica-massonica in Camera di Mezzo (la Loggia al Terzo Grado di Maestro Massone), ossia la cerimonia di iniziazione al Terzo Grado di Maestro Massone, in cui l’iniziato scavalca la bara dove poi sarà posto per identificarsi al mitico Hiram, morto e risorto.
Il centro della Terra (ossia l’Inferno), quale “luogo” in cui si congiungono e si risolvono gli opposti, la necessità benefica della discesa all’Inferno per la risalita alla Luce, l’analogia tra il passaggio di Dante attraverso Lucifero (al centro dell’Inferno) e la morte-resurrezione del Maestro Massone sono idee già espresse dal massone ed esoterista René Guénon, idee che costituiscono il contenuto appropriato ed autentico dell’esoterismo racchiuso nel Terzo Grado di Maestro Massone .
Nel numero 4/1996 di Massoneria Oggi (rivista del GOI dal 1994 al 1999), nella rubrica Esoterismo e Pensiero Massonico, Giuseppe Cognetti (Università di Siena) illustra il pensiero di René Guénon circa la discesa agli ìnferi o il processo di «dissoluzione» e «perversione» in cui si trova la modernità. Secondo la filosofia induista, la modernità si sta dirigendo verso il Kali Yuga, tappa di distruzione-putrefazione a cui seguirà immediatamente il rovescio benefico ed un’epoca luminosa.
Cognetti spiega che nel pensiero iniziatico, ermetico-alchemico (vedi la “Tavola di Smeraldo”), shivaista-induista, taoista (Yin-Yang, ossia l’unione degli opposti), junghiano e anche guénoniano, la tappa oscura, negativa e malefica (Kali Yuga, ovvero discesa agli Inferi, contatto con l’Ombra, con il Negativo) è in realtà positiva e necessaria («positività profonda») per avere un nuovo ciclo benefico. Cognetti spiega ancora che si tratta della dottrina esoterica dell’unione dei contrari o analogia dei contrari dove l’uno si converte nel suo opposto (il basso diventa alto, ecc.), dottrina che, riconosce Cognetti, supera la logica razionale e tradizionale fondata sul principio di non-contraddizione .
La tesi guénoniana, della discesa necessaria per ogni risalita, esprime bene, afferma Cognetti, «tutti i miti iniziatici», in cui la morte è nello stesso momento una rinascita. Citando (con approvazione) A. Silesio, Cognetti scrive che «se non si gusta l’Inferno, non ci si può elevare al Paradiso» e aggiunge: «Solo ab chao ordo, solo post tenebras lux, attesta l’esoterismo occidentale, e gli fa eco, nella tradizione orientale, il motto taoista fan ts’ing fou ming, “rovesciare la confusione, restaurare la pace”» .
Cognetti illustra ancora la dottrina iniziatica (occidentale e orientale) dell’analogia dei contrari (recepita da Guénon) affermando come Guénon , che nel XXXIV Cantico dell’Inferno dantesco, dopo aver raggiunto il corpo di «Lucifero», al centro della Terra («il punto di massimo allontanamento dalla luce principiale»), si ha la repentina risalita verso la Luce; similmente, Shiva, il divino distruttore nel pantheon induista, in realtà distrugge per rigenerare e preparare un nuovo ordine .
Si tratta, in effetti, di teorie esoteriche già riscontrabili nella iniziazione al Primo Grado massonico (il candidato entra nel Gabinetto di Riflessione = simbolica discesa agli inferi) e al Terzo Grado di Maestro Massone (Leggenda di Hiram), in cui le Tre Luci di Loggia (MV, 1° Sorv. e 2° Sorv.) fanno la parte degli Assassini di Hiram il quale rappresenta la Luce, il Giusto, l’Innocente...
L’Iniziato può arrivare a comprendere la necessità benefica della presenza del male, della morte, del demoniaco… Alla luce di tali teorie fondamentali nell’esoterismo (o esoterismi) coltivato filosoficamente-simbolicamente-ritualmente nella e dalla Massoneria regolare, comprendiamo che tutto ciò che porta al Kali Yuga diviene necessario… Il male, il disordine sociale, morale, sessuale… tutto diviene acceleratore verso il Kali Yuga, verso la discesa nel profondo degli abissi incontro a Lucifero attraverso il quale (passaggio necessario) si avrà l’ascesa alla Luce…
Si tratta di teorie davvero infernali!
A questo proposito, ho scoperto che in un articolo su Rivista Massonica del 1969, il massone Ugo Poli dava una giustificazione esoterica al movimento di contestazione globale e giovanile scoppiato nel 1967. La rivoluzione giovanile e sessuale ebbe uno dei suoi ideologi nel filosofo di Sinistra, Herbert Marcuse, il quale – spiega Poli – contestava la società contemporanea accusandola di essere troppo autoritaria e repressiva. Il massone Poli sosteneva che le cause esoteriche di quella contestazione globale erano da cercarsi nel passaggio epocale dall’Era dei Pesci a quella dell’Acquario.
Ogni Epoca, o Era, o ciclo, ha un inizio ed una fine.
Ogni ciclo è una Manifestazione dell’Assoluto.
L’Era dei Pesci è stata dominata dall’autorità, dal paternalismo ecclesiastico e civile, dal Cristianesimo, dalla sofferenza e dalla rinunzia ai piaceri della vita.
L’Età Acquariana (iniziata il 5 febbraio 1962) sarà invece dominata dallo spirito collettivo, da un nuovo «ordine mondiale», dal superamento delle religioni dogmatiche in una «nuova religione mondiale», dalla gioia della vita, dall’Amore…
Alla luce di tali teorie esoteriche, tutti i fermenti contestatori (caos, anarchia, sessualità orgiastica…) diventano inevitabilmente manifestazioni necessarie e positive del Divino immanentistico-panteistico… anche il Male, le orge sessuali, le rivoluzioni… tutto sarebbe divino!
Ecco a quali assurdità può condurre questo pensiero esoterico.
Bene in linea con la causalità esoterica della “contestazione”, si trova lo spirito trasgressivo della Chiesa di Satana.
Su Rivista Massonica del 1972, il massone Giuseppe M.S. Jerace dava notizia dell’esistenza della Chiesa di Satana di Anton S. La Vey, il quale praticava i suoi riti infernali alla luce del sole.
Jerace si chiede allora: «un altro segno della sopraggiunta Età dell’Acquario?» .
Nel pensiero di La Vey:
«Satana rappresenta l’oscura, misteriosa forza della natura, responsabile di ciò che la scienza e la religione non hanno sotto controllo, né sono in grado di spiegare.
Nella Chiesa di Satana si combattono le repressioni e le inibizioni, le ipocrisie e le banalità delle religioni comuni.
Il Satana di La Vey è crudamente realista, egoista, brutale» .
Un articolo di Giorgio Rocchi, pubblicato da Rivista Massonica nel 1977, fa capire al lettore perspicace che il Diavolo, dal punto di vista massonico, può essere anche interpretato come la manifestazione dell’Assoluto (per cui nella Dualità, dunque nel Male, si manifesterebbe l’Unità!), ovvero come una tendenza ciclica ed eterna di involuzione-manifestazione necessaria dell’Assoluto, secondo idee di matrice panteistica, induistica e guénoniana .
NOTE:
Sigle di alcuni importanti Ordini massonici e termini massonici (in lingua italica).
GM = Gran Maestro (presiede una Grande Loggia o Grande Oriente).
GOI = Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani.
MM = Maestro Massone o Maestro Muratore, o Maestro Libero Muratore.
MV = Maestro Venerabile (presiede una Loggia).
RSAA = Rito Scozzese Antico Accettato (è in tutto il mondo). Il Supremo Consiglio Madre RSAA è in USA.
SGC = Sovrano Gran Commendatore (presiede il Supremo Consiglio del 33° e ultimo grado RSAA).
1° Sorv. = 1° Sorvegliante di Loggia.
2° Sorv. = 2° Sorvegliante di Loggia.
UGLE = United Grand Lodge of England (Gran Loggia Unita d’Inghilterra).
Ho appreso che di recente, don Rosario Francesco Esposito, in palese contrasto con la Santa Sede, si è fatto iniziare alla Gran Loggia d’Italia – Palazzo Vitelleschi (GLDI). La cerimonia iniziatica è stata presieduta dal Gran Maestro Luigi Danesin 33°, alla presenza di circa 400 massoni.
Con questo atto (gravemente peccaminoso), don Esposito ha voluto “dimostrare” ciò che va predicando da anni, ossia la conciliabilità tra l’essere cattolico (prete) e l’essere massone.
Addirittura, don Esposito ha ricevuto il Terzo Grado di Maestro Massone, con tanto di grembiule e fascia indossati sul suo clergyman… (cf. A. CUSTODERO, Il sacerdote che si è fatto massone, in Il Venerdì di Repubblica, N° 987, 16 febbraio 2007, Supplemento de la Repubblica, Roma, pp. 36-37).
Cf. R. F. ESPOSITO, Le Grandi Concordanze tra Chiesa e Massoneria, Nardini Editore, Firenze 1987, p. 387.
M. INTROVIGNE, La massoneria, Editrice ElleDiCi, Leumann (Torino) 1997, pp. 56-57.
Se ho ben capito, ci sono dei cattolici che difendono la libertà di associazione dei Massoni appellandosi al diritto civile e anche alla Dottrina Sociale della Chiesa.
Mi permetto di dire che i Massoni non hanno certamente bisogno dell’aiuto di noi cattolici per difendersi.
Quei cattolici contrari a misure governative contro l’associazionismo massonico, temono che tali norme (antimassoniche) potrebbero poi essere estese dallo Stato laico (o laicista) anche alle associazioni cattoliche e religiose (cf. R. L. ZANINI, Un posto in Loggia, in Avvenire, domenica 18 maggio 1997). Ma, in tal modo, non si rischia, forse, di divenire acquiescenti al modo di ragionare di laicisti e Massoni, i quali appunto vogliono mettere su totale parità (socio-politica) Massoneria e Chiesa Cattolica? Forse, questi cattolici a favore dell’associazionismo massonico non sono capaci di difendere la peculiarità dell’associazionismo cattolico e di far capire (a politici, giudici, ecc.) che i Cattolici non possono essere trattati allo stesso modo dei Massoni e che i Massoni non possono pretendere di esser trattati come la Chiesa Cattolica? Non dimentichiamo che l’associazionismo massonico (sia per principi che per prassi) non è affatto equiparabile a quello cattolico.
Chi ignora cosa sia davvero la Massoneria, e cosa sia la Chiesa Cattolica, mette facilmente sullo stesso piano le due Istituzioni difendendo anche l’associazionismo massonico. Inoltre, la difesa promassonica patrocinata persino da cattolici (pur ispirati da nobili ideali) aiuta oggettivamente i Massoni ad infiltrarsi e a restare ben inseriti nelle istituzioni civili e religiose.
Credo che quei “difensori” cattolici partano dal presupposto che la Massoneria sia innocua e non complotti affatto contro la Chiesa…
A questo punto tali cattolici (zelanti per la dottrina sociale e per la libertà di associazione) potrebbero logicamente spingersi anche a sostenere la difesa della libertà religiosa e di associazione per i satanisti, purché questi, pur celebrando il Diavolo, non uccidano alcuno…
In effetti, una legislazione laicista anticlericale (“alla francese”) o liberale (“all’inglese” o “all’americana”) è basata oggettivamente su principi comuni alla Massoneria (soggettivismo religioso ed etico, secolarismo, separatismo Chiesa-Stato…) e perciò può mettere tutti sullo stesso piano (sia nel bene che nel male, sia nella difesa che nella persecuzione): Chiesa Cattolica, Massoneria, Chiese di Lucifero… proprio come avviene nei liberali USA. Certamente gli Stati “alla francese” tendono maggiormente a perseguitare i cattolici che non i massoni.
Certamente, in un contesto democratico “all’americana”, c’è libertà di spazio e di azione anche per la Chiesa Cattolica (ma fino a che punto?). Comunque, anche nella democrazia “all’americana” trionfa il punto di vista massonico, anche se i Governanti si dichiarino ufficialmente non massoni o poco simpatizzanti per le Logge massoniche.
Vedi il caso della povera ammalata Terry Schiavo, la cui morte (2005) è stata, in effetti, decretata dalla maggioranza della Corte Suprema USA, dinanzi al cui verdetto (2001), persino il Presidente Bush (pro-life, filo-cattolico) non ha potuto far nulla. Questo prova che (contrariamente a quanto asserito da alcuni ambienti cattolici) gli USA non sono affatto gli Asburgo del XXI secolo ed il modello politico americano non è affatto il nec plus ultra della libertà, poiché esso, ispirato ad un secolarismo tinto di religiosità, è in realtà chiuso ad accogliere in pienezza la Dottrina Sociale della Chiesa. La Massoneria americana (super-patriottica) non permetterà mai che negli USA trionfi il punto di vista dogmatico (in etica e religione) della Chiesa Romana… Stimo e rispetto il popolo americano che è padrone di governarsi come vuole, mentre esprimo il mio dissenso verso quei laici e cattolici italiani che vorrebbero importare in Italia il separatismo tra Chiesa e Stato made in USA col pretesto che esso è più innocuo di quello “alla francese”.
Cf. C. MODIANO, Influenza dell’Illuminismo e del Controilluminismo sulla Massoneria settecentesca e al giorno d’oggi, in Hiram, Rivista del Grande Oriente d’Italia, N° 3/2002, pp. 35-42.
Tra sociologi e studiosi cattolici, c’è chi, “dogmaticamente” e superficialmente, relega le “teorie sul complotto massonico” nel campo della mitologia, del folklore urbano e della paranoia...
In realtà, sin dal 1717 (nascita della Massoneria moderna) esiste davvero un macro-complotto massonico (includente vari “micro-complotti”): ossia creare una nuova Società, un nuovo Uomo, assolutamente indipendenti dal Dogma cattolico. Ciò lo si deduce chiaramente dall’analisi filosofica e teologica di Costituzioni e rituali massonici.
Cf. A. COMBA, Attualità di Lutero, in Hiram, organo bimestrale del Grande Oriente d’Italia - Palazzo Giustiniani, N° 6, Dicembre 1983, p. 148 (148-149); cf. L.I., Il Grande Oriente d’Italia festeggia i suoi duecento anni al servizio del Paese, in Erasmo Notizie, Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, N° 7-8, 15-30 aprile 2005, p. 2.
In una recente intervista, il Gran Maestro del GOI, Gustavo Raffi ha rimproverato la Chiesa Romana di partire «dal presupposto di avere la verità in tasca» [Raffi: “Qui stiamo crescendo”, (“il Resto del Carlino” – Pesaro, 21 gennaio 2007), in Rassegna Stampa di Erasmo Notizie, Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, Anno VIII, N° 1-2, 15-31 gennaio 2007, Roma, p. 20].
Cf. [G. GAMBERINI], Laicismo, in Hiram, organo mensile del Grande Oriente d’Italia - Palazzo Giustiniani, N° 2, Aprile 1980, Società Erasmo, Roma, p. 36.
Sui contatti e simpatie tra ambienti massonici e Sinistra partitica (es. PCI, PSI, DS): cf. M. GASPERETTI, Lo storico: tanti massoni tra i Ds, intervista ad Aldo A. Mola (“Corriere delle Sera”, 29 dicembre 2004), in Rassegna Stampa di Erasmo Notizie, Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, Anno VI, N° 1-2, 15-31 gennaio 2005, p. 12.
Il 16 settembre 2006, il Direttore di Radio Radicale, Massimo Bordin, ha partecipato alla Tavola Rotonda organizzata dal GOI, sul tema Attualità della questione laica nell’Italia di oggi.
C’è piena sintonia tra il laicismo dei Radicali e quello massonico del GOI (cf. Erasmo Notizie, Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, N° 17-18, 15-31 ottobre 2006, pp. 7-8).
Cf. G. RAFFI [Gran Maestro del GOI], Il diritto alla felicità, in Hiram, Rivista del Grande Oriente d’Italia, N° 2/2003, pp. 13-14.
Cf. U. LENZI, Del carattere e della coscienza massonica, in Lux, Bollettino del Supremo Consiglio dei 33.·. (Palazzo Giustiniani), N° 1, gennaio 1924, Roma, p. 12; cf. [Anonimo], La Chiesa di fronte al divorzio, in Rivista Massonica, organo del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, N° 1, Gennaio 1967, pp. 3-7; cf. N. PESVELOSSI, La prima proposta di legge nella nuova legislatura italiana. L’introduzione del divorzio in Italia, in Rivista Massonica, N° 8, Agosto 1968, pp. 341-347. Lino Salvini, Gran Maestro del GOI (1970-1978) ha sostenuto l’introduzione del divorzio in Italia; così ha scritto il massone (GOI) Aldo Chiarle: A. CHIARLE, Lino Salvini – Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia (1970-1979), Bastogi Editrice Italiana, Foggia 2002, pp. 25-26, 104-105. Nel 1968 Lino Salvini era vice-presidente dell’Unione Nazionale Italiana dei Centri per l’Educazione Matrimoniale e Prematrimoniale.
Cf. Il Fuoco di Prometeo nella ricerca di Galileo. La libertà di ricerca scientifica, in Erasmo Notizie, Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, N° 16, 30 settembre 2001, pp. 2-3; cf. A. MANTOVANI, La dignità non è negli embrioni (“Il Sole 24 Ore”, 22 giugno 2003) in Rassegna Stampa di Erasmo Notizie, Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, Anno V, N° 15-16, 15-30 settembre 2003, p. 14.
D. MINERVA, Perché dico 4 volte sì (“L’Espresso”, 20 aprile 2005), in Rassegna Stampa di Erasmo Notizie, Bollettino di informazione del Grande Oriente d’Italia, N° 7-8, 15-30 aprile 2005, p. 35.
Cf. A. TRAMONTANO [GOI-33° RSAA], La Massoneria quale io la vidi, Publisicula Editrice, Palermo 1993, pp. 17-25. Il numero 7-8/2006 di Erasmo notizie (bollettino di informazione del GOI), alle pp. 42-47 ha riportato integralmente il colloquio tra il Cardinale Carlo M. Martini e il biologo Ignazio Marino, pubblicato su L’Espresso 27 aprile 2006. Secondo il Card. Martini, scienza (laicista) ed etica cristiana possono concordare su temi quali: fecondazione artificiale, aborto, cellule staminali, adozione da parte di single, uso del preservativo per malati di Aids, eutanasia. È ovvio che le posizioni del Card. Martini, poiché contrarie alla Dottrina della Chiesa Cattolica, hanno trovato consenso tra i Massoni del Grande Oriente d’Italia che non si sono lasciati sfuggire l’occasione pubblicando quel colloquio.
Cf. C. BALACCO GABRIELI 33°, La missione del RSAA nel contesto dinamico del futuro – 44a Conferenza Europea dei Sovrani Grandi Ispettori Generali, in Logos, Pubblicazione periodica a cura dell’Ispettorato Regionale del Lazio RSAA [Rito Scozzese Antico e Accettato], N° 2 – 2001, Roma (P.zza del Gesù, 47), pp. 33-34.
Cf. Sconfiggere l’intolleranza, in Erasmo Notizie – Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, N° 6, 15 giugno 2000, p. 2; cf. A. CHIARLE, La libertà anzitutto (“Avanti!”, 14 febbraio 2007), in Rassegna Stampa di Erasmo Notizie, Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, Anno VIII, N° 3-4, 15-28 febbraio 2007, p. 32.
Cf. Pacs e scuola statale, le scelte dei massoni, (“Corriere della Sera” 2 aprile 2006), in Rassegna Stampa di Erasmo Notizie, Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, N° 7-8, 15-30 aprile 2006, p. 32; cf. anche l’articolo di CHIARA SARACENO, Il Respiro d’Oltretevere, (“La Stampa” 10 gennaio 2007), in Rassegna Stampa di Erasmo Notizie, Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, Anno VIII, N° 1-2, 15-31 gennaio 2007, p. 37. In genere i Massoni dei GOI (e i loro vertici) sono contrari al Concordato del 1929 tra Stato italiano e Chiesa. I Massoni auspicano anche in Italia un completo separatismo tra Stato e Chiesa con la supremazia del primo sulla seconda. In ogni caso, i Massoni non sopportano che la politica e la società civile siano conformate all’insegnamento etico-sociale della Chiesa Cattolica. Seguire i dettami della Chiesa, sarebbe, per i Massoni, fonte di regresso per l’Italia, per l’Europa, per la democrazia, per l’uomo… (Laicità, costituzione e società civile (Tavola rotonda – Gran Loggia GOI, 2006), in Erasmo notizie, Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, N° 7-8, 15-30 aprile 2006, pp. 15-18).
Cf. S. RODOTÀ, Se la Chiesa sfida la Costituzione (“la Repubblica”, 14 febbraio 2007), in Rassegna Stampa di Erasmo Notizie – Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, Anno VIII, N° 3-4, 15-28 febbraio 2007, pp. 32-33; cf. Sì ai Dico dal 67% dei cattolici, (“la Repubblica”, 15 febbraio 2007), in Rassegna Stampa di Erasmo Notizie, N° 3-4, 15-28 febbraio 2007, p. 35.
Su Hiram del 1985, Severino Briccarello pretende di difendere dall’accusa di blasfemia il famigerato film di Godard, Je Vous salue Marie, in cui tra l’altro si vedono, in realtà, vere e proprie blasfemie: la Madonna tutta nuda, la Madonna che affronta la gestazione come qualsiasi altra donna, la Madonna che si ribella al suo stato di maternità voluto da Dio (addirittura ella accusa Dio di essere «un vampiro») …!!! Per Briccarello quel film è «una vera forma d’arte» e l’unico peccato di quel film «è quello di far pensare» (Cf. S. BRICCARELLO, Il vero “peccato” è quello di far pensare, in Hiram, organo del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, N° 3, Giugno 1985, Roma, pp. 74-75).
Relativismo etico e religioso, progetto di un governo mondiale (ovvero globalizzazione ispirata ovviamente dagli ideali massonici), naturalismo misterico (che congiunge la Madre Terra, di pagana memoria, e san Francesco d’Assisi!) sono i contenuti culturali ribaditi in un foglietto pieghevole (di provenienza massonica) che illustra i temi dell’XI Convegno della Massoneria Toscana (con la presenza del Gran Maestro Gustavo Raffi), tenutosi a Firenze il 12 febbraio 2005 e promosso dal Collegio dei Maestri Venerabili della Circoscrizione Toscana (Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani), sul tema I Valori Universali e la riforma dell’ONU. Quel pieghevole mi è stato gentilmente fatto recapitare da una persona che ha partecipato a quel Convegno massonico fiorentino.
G. RAFFI, Una provocazione inaccettabile. Il Risorgimento da riscrivere, in Hiram, Rivista del Grande Oriente d’Italia, N° 4/2000, in http://www.grandeoriente. it/riviste/hiram/2000/04editoriale.htm, pp. 5, (24-04-2006).
Cf. D. CANCELLIERI, Genesi storica del Real Segreto e sua importanza nei vari Riti massonici, in Rivista Massonica, anno XLI, N° 1-2, gennaio 1910, Roma, p. 12 (9-17).
D. CANCELLIERI, Genesi storica del Real Segreto e sua importanza nei vari Riti massonici, in Rivista Massonica, anno XLI, N° 1-2, gennaio 1910, Roma, p. 15.
Cf. R. ASCARELLI, Le Colonne, da IDEM, Scritti e discorsi, Gran Loggia di Rito Simbolico Italiano 1971, in RITO SIMBOLICO ITALIANO, sito visitato il 02 gennaio 2006. Ecco il brano di Ascarelli: «Il mondo, per il suo futuro, e cioè nella sua eternità, ha bisogno di procreare. Il «iod» ebraico, che corrisponde grosso modo all’J di Jachin, è il simbolo del sesso maschile; il «Bed », che corrisponde grosso modo al B di Booz, corrisponde al simbolo femminile, perché Bed significa casa, da cui l’idea di ricettacolo, caverna, utero. Se vogliamo ancora una curiosa conferma magica di questa interpretazione e teniamo presenti unicamente le consonanti, ben sapendo che in ebraico non si scrivono le vocali, e scriviamo Jachin con un «caph» (c duro) e un «nun» (n), e leggiamo a viceversa, troviamo che il nun ed il caph sono il segno scritto del coito e della copula, mentre scrivendo il Bed (b) e il Zain (z) e li leggiamo a viceversa, abbiamo il segno scritto dell’organo fecondatore, il fallo (il leggere al contrario è comune dell’interpretazione magica cabalistica). Ecco dunque rivelato nel simbolo delle colonne il segreto della continuità del mondo, il meraviglioso mistero che tutte le menti occupa e che nessuna mente fino ad oggi ha saputo risolvere, il mistero della generazione e della fecondità, su cui poggia il nostro universo e che dobbiamo tener presente anche nella costruzione del Tempio ideale che si protende con la nostra opera, nel futuro eterno».
Cf. EDITRICE ATANOR, Prefazione all’edizione italiana, in J. BOUCHER, La Simbologia Massonica, Atanòr, Roma [1975], [Ristampa anastatica, Atanòr, Roma 1998] pp. XI-XII. Per conoscere l’anno della prima pubblicazione della edizione italiana di quest’opera del Boucher [1975]: cf. N. M. DI LUCA, L’opzione occultistica e magica nell’esoterismo massonico, in M. BIANCA – N. M. DI LUCA (a cura di), Le radici esoteriche della Massoneria. L’arca vivente dei simboli, Prefazione di Gustavo Raffi, Atanòr Editrice, Roma 2001, p. 207, nota n. 54.
Atanòr – Catalogo 1999, p. 39; Atanòr – Catalogo 1999/2000, p. 39; Atanòr – Ca-talogo 2001, p. 54; Atanòr – Catalogo 2003, p. 54; Atanòr – Catalogo 2005, p. 54.
J. BOUCHER, La Simbologia Massonica, pp. XX-XXII, p. XXII, nota, n. 13.
La Costituzione del Grande Oriente d’Italia, art. 2, in www.grandeoriente. it/Archivio/costitutio.htm (04 gennaio 2004); R. CHISSOTTI, Moderno Dizionario Massonico, art. Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, p. 255.
Così scrive il Gran Maestro del GOI, Gustavo Raffi: «Il G.A.D.U. rimane solo un concetto generale ed universale che la Massoneria non può né deve determinare, perché di per sé inesprimibile e indefinibile nel contesto di un’istituzione che si pone come luogo di incontro di diversità.
Questa entità divina e suprema rappresenta pertanto un concetto centrale, che deve essere interpretato direttamente da ciascun fratello, secondo la propria libera coscienza e la sua fede» [G. RAFFI, Alcune riflessioni a proposito del Grande Architetto dell’Universo - Editoriale, in Hiram, Rivista del Grande Oriente d’Italia, N° 4/2002, Società Erasmo, Roma, p. 5 (3-12)].
Rituale e catechismo del Terzo Grado simbolico di Maestro Libero-Muratore coi rituali per la inaugurazione di un Tempio, per la installazione di un Loggia, per i Lavori funebri, Roma 1880, p. 29. Nei suddetti rituali si fa esplicita menzione del Grande Oriente d’Italia. All’inizio della processione massonica all’interno del Tempio, alla domanda «Cosa venite a fare Voi in questo Tempio», il Maestro Venerabile risponde: «Noi veniamo a compiere l’opera, ed a consacrarlo alla G.∙.D.∙.G.∙.A.∙.D.∙.U.∙. alla virtù ed alla verità. Portiamo il fuoco sacro» (ivi, pp. 27-28). Accendendo, a Oriente (nel Tempio), il primo candelabro a tre luci, il Venerabile dice: «Che queste tre fiamme misteriose possano illuminare con la loro luce i profani che avranno accesso a questo Tempio, e facciano loro apprezzare la grandezza e la santità dei nostri lavori» (ivi, pp. 28-29). Il 23 luglio 1863 è inaugurato a Firenze un nuovo Tempio massonico in via Vigna Nuova n° 19. Il verbale di Loggia offre dettagli interessanti sul simbolismo della Luce nella inaugurazione del Tempio, che confermano quanto sopra riportato dal rituale massonico del 1880: «[…] Scoperta poscia dal Fratello Maestro delle Cerimonie, la Stella Lucente, il Venerabile sceso dal Trono, invoca che la sua luce, simbolo venerato del G.·.A.·. illumini il nostro spirito, i nostri lavori ed i nostri cuori, e infonda nelle anime il fuoco vivificante della Franca massoneria» [cit. da (Anonimo), Storia della Loggia massonica fiorentina “Concordia” (1861-1911), Grafica Bertieri e Vanzetti, Milano 1911, p. 66. Si tratta di opera massonica].
Rituale e catechismo del Terzo Grado simbolico di Maestro Libero-Muratore coi rituali per la inaugurazione di un Tempio, per la installazione di un Loggia, per i Lavori funebri, Roma 1880, p. 41. In senso piuttosto panteista, il rituale prevede che il MV dice anche questa frase: «In presenza di questi tetri colori o del lugubre silenzio di morte che qui domina, ricordiamoci o Fratelli che dalla corruzione nascono i profumi e le bellezze della vita: che la morte non è che l’iniziazione ai misteri di una vita seconda, e che nulla si disperde o si estingue nella natura» (ivi, pp. 41-42). In quel rituale massonico (1880) è precisato che il rito funerario massonico chiude «all’alba», perché «come l’astro che nasce disperde le tenebre della notte così la speranza che il nostro F.∙. riposi nel grembo del G.∙.A.∙.D.∙.U.∙. dissipa ogni nostro dolore e cambia in giubilo il nostro pianto» (ivi, p. 44). I conoscitori di scienze esoteriche sanno bene che all’alba splende il pianeta Venere, detto dagli antichi romani Lucifer…
G. RAFFI, Magistero e Ritualità, in Erasmo notizie, Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, Anno V, N° 5, 15 marzo 2003, p. 2.
Rituale per la Festa delle Rose – O Rituale di San Giovanni Battista – S. Gio-vanni d’Estate – da eseguirsi il 24 Giugno –, in Loggia Montesion N° 705 (GOI), Massoneria - Rituale della Festa delle Rose - San Giovanni d'Estate - (website visitato il 17 ottobre 2006); cf. Rituale per la Festa delle Rose, in R. CHISSOTTI, Moderno Di-zionario Massonico, pp. 496-497.
Rituale per la Festa della Luce – O Rituale di San Giovanni Evangelista – S. Giovanni d’Inverno – da eseguirsi il 27 Dicembre –, in Loggia Montesion N° 705 (GOI), Massoneria - Rituale per la Festa della Luce - San Giovanni d'Inverno - (website visitato il 17 ottobre 2006); cf. Rituale per la Festa della Luce, in R. CHISSOTTI, Moderno Dizionario Massonico, p. 495.
Rituale per la Festa della Luce, in www.montesion.it/_tavole/_Rituali/Rituale della_Luce.htm.
Cf. G. RAFFI, Prefazione, in M. BIANCA – N. M. DI LUCA (a cura di), Le radici esoteriche della Massoneria. L’arca vivente dei simboli, Atanòr Editrice, Roma 2001, p. 9; cf. anche G. RAFFI, Via esoterica, partecipazione sociale e comportamento morale (allocuzione del Gran Maestro Gustavo Raffi, 8 aprile 2001, a chiusura della Gran Loggia del 2001), in Erasmo Notizie, Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, Anno III, N° 7-8, 30 aprile 2001, p. 2 (pp. 2-4).
A seconda dei vari gruppi o teorie magiche, la magia sessuale può includere una varietà di perversioni: auto-erotismo (masturbazione), spermatofagia, sodomia (anche eterosessuale), ritenzione del seme (secondo le “tecniche” del Tantrismo induista o buddista)…
Nel mondo gnostico non è rara la tesi della identità o “consustanzialità” tra il seme virile e la luce… Per cui l’idea (ossessiva!) di trasmissione della Luce all’interno dei gruppi maschili gnostici e magici può tradursi, operativamente, in perversioni sessuali (sodomia, spermatofagia). La magia sessuale comprende due orientamenti ben distinti (almeno in teoria): l’uno che prevede esercizi ascetici assai rigidi per il controllo dei sensi e l’esercizio magico-sessuale; e l’altro indirizzo che invece elogia apertamente una sessualità orgiastica…
Questo, nella teoria, ma forse nella pratica (a causa della concupiscenza umana) il confine tra i due indirizzi è assai più labile di quanto si creda. Nella cultura gnostica si ha l’unione di erotismo ed ascesi; scopo dell’ascesi gnostica è il superamento di questa condizione terrena e delle sue leggi morali. La mitologia gnostica, in genere, offre la contraddizione di ritenere l’erotismo sia l’elemento fondamentale della formazione del mondo e sia il mezzo per annientare il mondo, ritenuto essenzialmente malvagio poiché opera di un “dio” malvagio. Su queste tesi e sulla identità-consustanzialità gnostica tra luce (divina)-fuoco (cosmico-divino)-sperma virile, secondo antichi testi gnostici e manichei (dell’antichità pre- e post-cristiana) e secondo moderne forme di “gnosi”: cf. E. ALBRILE, Desiderare la Luce, in Zenit, sito di cultura massonica e esoterica, diretto da Maurizio Nicosia [GOI], http://www.zen-it.com/symbol/desiderareluce. htm website visitato il 12 novembre 2006. Ezio Albrile è un rinomato studioso di gnosi antica e moderna.
Sulla realtà della magia sessuale all’interno di ambienti magici, gnostici e massonici (le cosiddette massonerie “di frangia”) sopra elencati, sono molto importanti gli studi di Massimo Introvigne: cf. M. INTROVIGNE, Il cappello del mago. I nuovi movimenti magici, dallo spiritismo al satanismo, Sugarco Edizioni, Milano 19952 [19901], pp. 18-19, 164-173, 231, 249-252, 267-287, 303-305.
Il Dr. Massimo Introvigne è cauto ad evitare generalizzazioni ed afferma che non si può dire che tutti gli adepti di tali gruppi esoterici qui elencati, e quindi tutti i gruppi, giungano a praticare forme di magia sessuale (cf. M. INTROVIGNE, Il cappello del mago, p. 19). In ogni caso, ci rendiamo conto che si tratta di ambienti oggettivamente assai propizi per tali Arcana Arcanoruim, per cui gli “spiriti forti” (uomini e donne) possono giungere a eseguire tali alchimie interne…
In data 18 giugno 2003, l’Agenzia Stampa della Gran Loggia d’Italia-Palazzo Vitelleschi (GLDI), ha comunicato che nel Solstizio d’Estate (dell’anno 2003), a San Leo (località in cui Cagliostro è morto impenitente, prigioniero del Sant’Uffizio), il Sovrano Gran Commendatore Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia-Palazzo Vitelleschi (GLDI), Luigi Danesin avrebbe conferito post-mortem il 33° ed ultimo grado della Gran Loggia d’Italia (GLDI) al Conte di Cagliostro. Per “assenza forzata” del Cagliostro, il Danesin 33° avrebbe consegnato la bolla del 33° grado al sindaco di San Leo (GLDI Home Page sito internet della GLDI, visitato il 3 novembre 2006). Luigi Pruneti 33°, LtSGC della GLDI, ha elogiato Cagliostro, «Libero Muratore», vittima della «intolleranza» e lo ha annoverato tra i «martiri del libero pensiero». Pruneti ha ricordato il dovere dei massoni: combattere per il trionfo della «luce» contro le «tenebre» [cf. L. PRUNETI, Solstizio d’Estate, Anno 6003 V.L., in Officinæ, Trimestrale internazionale di attualità, storia e cultura esoterica, Anno XV, N° 3 Settembre 2003, Roma, EDIMAI (Edizioni Massoniche d’Italia – Gran Loggia d’Italia-Palazzo Vitelleschi), pp. 12-13 (8-13)].
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