INTRODUZIONE:
Quella della morte di Catricalà è una vicenda oscura e poco trattata dai media, troppo impegnati nel quotidiano terrorismo pandemico e nella propaganda vaccinale.
Forse la morte dell'avvocato e magistrato è in qualche modo legata alla presidenza dell'attuale premier Draghi, o di qualche ambiente a lui vicino o inviso.
Le nostre suggestioni, perché allo stato attuale non disponiamo di nessuna certezza e, soprattutto, di nessuna prova riguardo al fatto sia stato ucciso o si sia suicidato, possono rappresentare solo l'incipit di ulteriori e più approfondite ricerche che tutti possono fare.
Alcuni giornali, tra i tanti consultati, rilevano diverse incongruenze sulle dinamiche della morte, alimentano dubbi sulla versione ufficiale, ci costringono a riflettere su altri scenari e questo blog è il luogo adatto alla trattazione di certi eventi.
Mi limiterò questa volta a fare un collage degli articoli più interessanti, citando alcuni stralci in ordine sparso e solo apparentemente caotico. Lascerò poi voi lettori a districarvi nel labirinto, oppure, ad interpretare la notizia come mero fatto di cronaca casuale e nulla più, senza dietrologia alcuna.
LE ORIGINI:
- Antonio Catricalà (Catanzaro, 7 febbraio 1952 – Roma, 24 febbraio 2021) è stato un avvocato, magistrato, dirigente pubblico e politico italiano.
Avvocato cassazionista, è stato magistrato del Consiglio di Stato della Repubblica italiana, presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con funzioni di segretario dello stesso durante il Governo Monti, Viceministro al Ministero dello sviluppo economico durante il Governo Letta. Il 30 giugno 2015 viene nominato presidente dell'OAM (Organismo per la gestione degli Elenchi degli Agenti in attività finanziaria e dei Mediatori creditizi). Il 20 aprile 2017 è stato nominato presidente di Aeroporti di Roma S.p.A.. Il 18 febbraio 2021 viene nominato presidente dell'Istituto Grandi Infrastrutture (IGI).
Avvocato cassazionista, è stato magistrato del Consiglio di Stato della Repubblica italiana, presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con funzioni di segretario dello stesso durante il Governo Monti, Viceministro al Ministero dello sviluppo economico durante il Governo Letta. Il 30 giugno 2015 viene nominato presidente dell'OAM (Organismo per la gestione degli Elenchi degli Agenti in attività finanziaria e dei Mediatori creditizi). Il 20 aprile 2017 è stato nominato presidente di Aeroporti di Roma S.p.A.. Il 18 febbraio 2021 viene nominato presidente dell'Istituto Grandi Infrastrutture (IGI).
LA MORTE:
- A scoprire il corpo è stata la moglie Diana Agosti. Era riverso sul pavimento del terrazzo della sua abitazione nel quartiere Parioli di Roma, al primo piano.
Non si vedeva la pistola, che era finita sotto il corpo, come accertato dai poliziotti intervenuti con la Squadra mobile e il pm di turno.
Antonio Catricalà, 69 anni, è stato trovato morto mercoledì mattina alle 9.10 dalla moglie che sotto choc ha chiamato il 118. La procura ha aperto un fascicolo contro ignoti per istigazione al suicidio, come «atto dovuto». Dai primi accertamenti investigativi Catricalà si sarebbe tolto la vita sparandosi un colpo di pistola alla tempia. L’arma, un revolver Smith&Wesson calibro 38, regolarmente detenuta, è stata recuperata proprio sul terrazzo. Si cercano in casa eventuali messaggi di addio nei quali l’avvocato potrebbe aver spiegato i motivi del tragico gesto. La moglie agli inquirenti avrebbe parlato di un profondo stato depressivo di cui soffriva Catricalà.
LA VITA, GLI AMICI, IL LAVORO:
- Cattolico praticante, professionalmente attivo, assiduo al circolo del Tiro al piattello che ai Parioli rimane il club dell’upper class, Catricalà sarebbe caduto vittima della depressione. Delinea subito quel perimetro la persona a lui più vicina, la moglie Diana Agosti che dirige alla Presidenza del Consiglio il dipartimento delle Politiche Europee. Il Presidente di Aeroporti di Roma aveva ricevuto l’ultimo incarico la settimana scorsa. Il Consiglio direttivo dell’Istituto grandi infrastrutture, infatti, pochi giorni fa aveva nominato presidente l’ex magistrato ed esponente del governo Letta. Nella carica di presidente Igi era succeduto a Luigi Gianpaolino, alto magistrato di lungo corso, morto il 2 novembre 2020 per un malore improvviso. Dall’Igi ci rispondono sotto choc. «Abbiamo appreso increduli la notizia, aveva appena inaugurato una stagione intensa e ricca di prospettive». Al telefono il segretario generale del centro ci rivela di aver intrapreso con il presidente Catricalà un fitto rapporto, anche se l’incarico di Presidente lo aveva accettato solo il 18 febbraio scorso. «Si era messo subito al lavoro, due riunioni in presenza nei primi cinque giorni di attività, con una serie di incontri che teneva a fare, di iniziative cui stava iniziando a lavorare». Approfondiamo la natura dell’incarico: qualcuno parla di nomina pubblica, ma è sbagliato. Il centro studi Igi, ci viene detto, è una associazione privata e ha per finalità quella di approfondire i temi degli appalti pubblici nei loro aspetti normativi, anche in vista degli investimenti europei in predicato di arrivare.
È il Segretario generale Igi, Federico Titomanlio, ad aprirci la schermata del suo cellulare: «Questo gruppo Whatsapp è stato creato quattro giorni fa da lui. E’ stato il neo presidente Catricalà a dirmi “Bisogna fluidificare la comunicazione interna, apriamo una chat tra tutti i membri del direttivo così ci aggiorniamo in tempo reale, tutti allineati”. Era così che lo abbiamo conosciuto solo la settimana scorsa: pieno di energia, vitale, veloce. E determinato a produrre risultati». Non solo buone intenzioni. «Questa nella chat è una comunicazione di ieri (martedì, nrd). Qui stavamo fissando la riunione di giovedì 25, pomeriggio. Ecco il suo intervento, qui ci chiede di posticipare di un’ora la nostra call perché l’ora prima avrebbe avuto un’altra persona da incontrare». Stiamo parlando di recentissimi aggiustamenti nell’agenda di oggi, giovedì 25, richiesti da Catricalà appena poche ore prima dell’estremo gesto. Domando se avessero l’impressione di avere a che fare con una persona fortemente depressa.
«Ma che dice? Era più vitale di tutti. Guardi qui i suoi frequenti interventi, il suo impulso all’agenda. Era super attivo, positivo, determinato». Niente lasciava presagire il gesto? «Proprio no. Ed è per questo che siamo increduli. Una persona che nella giornata di martedì sistema per bene gli appuntamenti del giovedì, non si spara in testa il mercoledì mattina». Mentre si susseguono le attestazioni di stima della politica e i più autorevoli messaggi di cordoglio delle istituzioni vanno alla famiglia, gli amici personali di Catricalà, nella high society del Tiro al piattello dei Parioli sono letteralmente scioccati. L’avvocato Massimiliano Sammarco non trova le parole. «Non è possibile», ripete. «È incappato in qualcosa di brutto», ipotizza.
L’economista Fabio Verna è attonito. «Mai avrei potuto immaginare da una persona così attiva e impegnata che potesse essere caduto in una depressione così grave». Si parla di un tumore all’ultimo stadio, il colpo finale che avrebbe spezzato quel filo invisibile che separa la vita a colori dalla depressione più nera. L’avvocato d’affari Paolo Zagami – anch’egli socio del Tiro a volo, calabrese come Catricalà – lo frequentava assiduamente ed insieme stavano lavorando a più di un progetto, da sviluppare nelle prossime settimane. «Iniziative, presentazioni di libri, tra Roma e la Calabria. Sono devastato, era una delle persone su cui si sapeva di poter fare affidamento per determinazione, organizzazione, costanza». Il professor Gianluca Maria Esposito, che insegna diritto amministrativo a La Sapienza, aveva con Catricalà una consuetudine ventennale rinnovata in questi ultimi giorni.
«Non sapevo affatto che fosse malato e questo mi ha colpito, perché ci vedevamo spesso, anche a tavola e in contesti familiari», ricorda. «Era un uomo di Stato, sempre umile e con la testa sulle spalle.
https://www.mittdolcino.com/2021/02/26/il-suicido-fatto-male-di-catricala/
https://leorugens.wordpress.com/2021/03/04/il-suicidio-di-antonio-catricala-mi-fa-sovvenire-quello-di-thomas-schafer/
È il Segretario generale Igi, Federico Titomanlio, ad aprirci la schermata del suo cellulare: «Questo gruppo Whatsapp è stato creato quattro giorni fa da lui. E’ stato il neo presidente Catricalà a dirmi “Bisogna fluidificare la comunicazione interna, apriamo una chat tra tutti i membri del direttivo così ci aggiorniamo in tempo reale, tutti allineati”. Era così che lo abbiamo conosciuto solo la settimana scorsa: pieno di energia, vitale, veloce. E determinato a produrre risultati». Non solo buone intenzioni. «Questa nella chat è una comunicazione di ieri (martedì, nrd). Qui stavamo fissando la riunione di giovedì 25, pomeriggio. Ecco il suo intervento, qui ci chiede di posticipare di un’ora la nostra call perché l’ora prima avrebbe avuto un’altra persona da incontrare». Stiamo parlando di recentissimi aggiustamenti nell’agenda di oggi, giovedì 25, richiesti da Catricalà appena poche ore prima dell’estremo gesto. Domando se avessero l’impressione di avere a che fare con una persona fortemente depressa.
«Ma che dice? Era più vitale di tutti. Guardi qui i suoi frequenti interventi, il suo impulso all’agenda. Era super attivo, positivo, determinato». Niente lasciava presagire il gesto? «Proprio no. Ed è per questo che siamo increduli. Una persona che nella giornata di martedì sistema per bene gli appuntamenti del giovedì, non si spara in testa il mercoledì mattina». Mentre si susseguono le attestazioni di stima della politica e i più autorevoli messaggi di cordoglio delle istituzioni vanno alla famiglia, gli amici personali di Catricalà, nella high society del Tiro al piattello dei Parioli sono letteralmente scioccati. L’avvocato Massimiliano Sammarco non trova le parole. «Non è possibile», ripete. «È incappato in qualcosa di brutto», ipotizza.
L’economista Fabio Verna è attonito. «Mai avrei potuto immaginare da una persona così attiva e impegnata che potesse essere caduto in una depressione così grave». Si parla di un tumore all’ultimo stadio, il colpo finale che avrebbe spezzato quel filo invisibile che separa la vita a colori dalla depressione più nera. L’avvocato d’affari Paolo Zagami – anch’egli socio del Tiro a volo, calabrese come Catricalà – lo frequentava assiduamente ed insieme stavano lavorando a più di un progetto, da sviluppare nelle prossime settimane. «Iniziative, presentazioni di libri, tra Roma e la Calabria. Sono devastato, era una delle persone su cui si sapeva di poter fare affidamento per determinazione, organizzazione, costanza». Il professor Gianluca Maria Esposito, che insegna diritto amministrativo a La Sapienza, aveva con Catricalà una consuetudine ventennale rinnovata in questi ultimi giorni.
«Non sapevo affatto che fosse malato e questo mi ha colpito, perché ci vedevamo spesso, anche a tavola e in contesti familiari», ricorda. «Era un uomo di Stato, sempre umile e con la testa sulle spalle.
Sono atterrito due volte: per la sua morte e per aver appreso le circostanze di questa morte». Circostanze inspiegabili, ripete per tre volte il giurista. «Non è spiegabile.
Due volte ci siamo parlati nell’ultima settimana.
Rileggo i suoi ultimi due messaggi sul cellulare, sempre pronto a rispondermi…
Alla vigilia della formazione del governo Draghi qualcuno fece girare il suo nome. Lo chiamai per sentire se fosse vero. “Farei il consigliere solo a titolo gratuito”, aveva risposto.
Non aveva ambizioni di governo ma era di quegli statisti sui quali sai di poter sempre contare, soprattutto nei momenti difficili», aggiunge il professor Esposito.
«Depresso? Non lo avrei mai detto. Con me era sereno, lucidissimo.
«Depresso? Non lo avrei mai detto. Con me era sereno, lucidissimo.
E innamorato della sua famiglia, era non solo padre ma nonno e parlava con grande gioia del suo nipotino».
IL MISTERO DELLA PISTOLA , L'IRI, I POTERI FORTI:
- Strano modo di suicidarsi, comunque, sul balcone di casa (temeva di sporcare la tappezzeria?), con il bossolo trovato su quello di un appartamento vicino, peraltro vuoto.
Ma, dopo i suicidi con due colpi di pistola, questo particolare che sarà mai?
Di solito chi compie questo gesto ed è credente, si rifugia in un angolo a lui caro per un momento di raccoglimento, perché l’atto è definitivo!
Analogamente strana l’indecisione sul tipo di pistola usata, una Smith & Wesson che, all’inizio, era un revolver (non rilascia bossoli), poi diventata una semiautomatica, ma in questo caso non “riporterebbe” il tipo di bossolo trovato, che è un “9 lungo”, mentre la S & W di Catricalà usa solo il “9 corto”.
E poi così, senza un biglietto d’addio.
Nessuno avrebbe sentito il colpo. Sarà interessante conoscere l’ora precisa del suicidio. O magari … no, non lo diciamo.
La Procura, in effetti, sta indagando d’ufficio.
Il mondo della politica sembrerebbe sconvolto, si era parlato di lui come Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Vale più di un Ministero.
Lo era già stato con Monti e, forse, è questa la ragione per cui è stato dirottato su un altro incarico, seppur prestigioso. Sarebbe stata troppo evidente l’analoga matrice politica del Governo Draghi con quello di Monti, nonostante i tempi siano molto diversi.
Alcuni quotidiani hanno rimarcato la figura della moglie, Diana Agosti, cui vanno le nostre doverose condoglianze. E questa curiosità ci sembra un po’ strana. Ci aspettavamo altro.
Si sarebbero conosciuti nei corridoi della Presidenza del Consiglio. Lei vi entrò per concorso, nel 1984, e oggi è a capo Dipartimento per le Politiche Europee. E’ un ruolo poco menzionato ma d’importanza fondamentale. Si mormora, e niente più di questo, che avrebbe reso la vita impossibile al Ministro per gli Affari Europei del Conte 1, Paolo Savona, mentre invece il Sottosegretario, Luciano Barra Caracciolo, sembrava che la portasse in palmo di mano.
Ne pubblichiamo una brevissima sintesi che, miracolosamente, ci sentiremmo in parte di condividere in relazione alla creazione di una nuova, se abbiamo ben compreso, IRI.
Un articolo quanto mai attuale, dedicato all’intervento dello Stato nell’economia e scritto citando anche Mario Draghi pochi giorni prima che l’ex banchiere centrale ricevesse l’incarico di formare il nuovo Governo:
«Nel dibattito pubblico quando si discute dell’intervento dello Stato nell’economia si evoca il fantasma dell’Iri additandolo a esempio negativo» — osserva Catricalà — «Invece, dobbiamo ripartire proprio da quell’acronimo che indicava nella Ricostruzione Industriale la mission dell’Istituto. Siamo in una fase straordinaria, che richiede la mobilitazione di tutte le energie del Paese e l’abbandono di contrapposizione ideologiche».
«L’emergenza, dunque, impone di concentrarci sulle condizioni dell’intero tessuto produttivo e sull’assetto che si intende dare al sistema economico italiano» — e in questo quadro, secondo l’ex Presidente dell’Antitrust — «l’intervento diretto dello Stato nelle imprese è infatti solo uno strumento da utilizzare, con attenzione, per ridare slancio a un’economia che da troppi anni stenta a crescere, con ciò ampliando in modo inaccettabile le diseguaglianze sociali».
«Siamo davanti a un passaggio epocale durante il quale occorrerà contaminare modelli antitetici tra loro. Perché ha ragione il documento del G-30 coordinato da Mario Draghi a evocare “una certa quantità di distruzione creatrice” e a prevedere che “alcune aziende si ridimensioneranno o chiuderanno, altre apriranno; alcuni lavoratori dovranno cambiare imprese e settori con un appropriato re-training e assistenza nella transizione. Ma non sarà il libero mercato a sprigionare la sua distruzione creatrice: sarà la mano, visibilissima, dello Stato a guidare la direzione. E non solo in Italia», spiega Catricalà.
Che così continua: «Next Generation EU rappresenta, del resto, il tentativo di tutta Europa di ridisegnare la propria economia rendendola competitiva, sostenibile e inclusiva. E ovunque il ruolo dei Governi sarà determinante. L’Italia non potrà essere da meno, anche a costo di utilizzare strumenti invisi ai puristi del libero mercato. Purché non si compiano gli errori del passato dei quali ancora oggi paghiamo il conto».
Di solito chi compie questo gesto ed è credente, si rifugia in un angolo a lui caro per un momento di raccoglimento, perché l’atto è definitivo!
Analogamente strana l’indecisione sul tipo di pistola usata, una Smith & Wesson che, all’inizio, era un revolver (non rilascia bossoli), poi diventata una semiautomatica, ma in questo caso non “riporterebbe” il tipo di bossolo trovato, che è un “9 lungo”, mentre la S & W di Catricalà usa solo il “9 corto”.
E poi così, senza un biglietto d’addio.
Nessuno avrebbe sentito il colpo. Sarà interessante conoscere l’ora precisa del suicidio. O magari … no, non lo diciamo.
La Procura, in effetti, sta indagando d’ufficio.
Il mondo della politica sembrerebbe sconvolto, si era parlato di lui come Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Vale più di un Ministero.
Lo era già stato con Monti e, forse, è questa la ragione per cui è stato dirottato su un altro incarico, seppur prestigioso. Sarebbe stata troppo evidente l’analoga matrice politica del Governo Draghi con quello di Monti, nonostante i tempi siano molto diversi.
Alcuni quotidiani hanno rimarcato la figura della moglie, Diana Agosti, cui vanno le nostre doverose condoglianze. E questa curiosità ci sembra un po’ strana. Ci aspettavamo altro.
Si sarebbero conosciuti nei corridoi della Presidenza del Consiglio. Lei vi entrò per concorso, nel 1984, e oggi è a capo Dipartimento per le Politiche Europee. E’ un ruolo poco menzionato ma d’importanza fondamentale. Si mormora, e niente più di questo, che avrebbe reso la vita impossibile al Ministro per gli Affari Europei del Conte 1, Paolo Savona, mentre invece il Sottosegretario, Luciano Barra Caracciolo, sembrava che la portasse in palmo di mano.
Ne pubblichiamo una brevissima sintesi che, miracolosamente, ci sentiremmo in parte di condividere in relazione alla creazione di una nuova, se abbiamo ben compreso, IRI.
Un articolo quanto mai attuale, dedicato all’intervento dello Stato nell’economia e scritto citando anche Mario Draghi pochi giorni prima che l’ex banchiere centrale ricevesse l’incarico di formare il nuovo Governo:
«Nel dibattito pubblico quando si discute dell’intervento dello Stato nell’economia si evoca il fantasma dell’Iri additandolo a esempio negativo» — osserva Catricalà — «Invece, dobbiamo ripartire proprio da quell’acronimo che indicava nella Ricostruzione Industriale la mission dell’Istituto. Siamo in una fase straordinaria, che richiede la mobilitazione di tutte le energie del Paese e l’abbandono di contrapposizione ideologiche».
«L’emergenza, dunque, impone di concentrarci sulle condizioni dell’intero tessuto produttivo e sull’assetto che si intende dare al sistema economico italiano» — e in questo quadro, secondo l’ex Presidente dell’Antitrust — «l’intervento diretto dello Stato nelle imprese è infatti solo uno strumento da utilizzare, con attenzione, per ridare slancio a un’economia che da troppi anni stenta a crescere, con ciò ampliando in modo inaccettabile le diseguaglianze sociali».
«Siamo davanti a un passaggio epocale durante il quale occorrerà contaminare modelli antitetici tra loro. Perché ha ragione il documento del G-30 coordinato da Mario Draghi a evocare “una certa quantità di distruzione creatrice” e a prevedere che “alcune aziende si ridimensioneranno o chiuderanno, altre apriranno; alcuni lavoratori dovranno cambiare imprese e settori con un appropriato re-training e assistenza nella transizione. Ma non sarà il libero mercato a sprigionare la sua distruzione creatrice: sarà la mano, visibilissima, dello Stato a guidare la direzione. E non solo in Italia», spiega Catricalà.
Che così continua: «Next Generation EU rappresenta, del resto, il tentativo di tutta Europa di ridisegnare la propria economia rendendola competitiva, sostenibile e inclusiva. E ovunque il ruolo dei Governi sarà determinante. L’Italia non potrà essere da meno, anche a costo di utilizzare strumenti invisi ai puristi del libero mercato. Purché non si compiano gli errori del passato dei quali ancora oggi paghiamo il conto».
ASTROLOGIA E NUMEROLOGIA:
- Secondo quanto si apprende, la donna che era in casa al momento del suicidio del marito, ha riferito di aver udito lo sparo e prima di fare qualsiasi altra cosa ha chiamato le forze dell'ordine.
Ora voglio ricordare alcuni tratti per delucidarvi. Ad esempio lui è Acquario un segno d'acqua legato alla rivoluzione, mutamento, rottura con il vecchio. Altro tratto che vorrei rimarcare è la litigata che lui ebbe per il caso Vivendi per la diatriba Vivendi Mediaset e guarda caso Berlusconi esclama: atto doloroso la morte.
Poi altro tratto da ricordare l'attacco di Catricalà a Morgan Stanley.
C’è, per esempio, la Morgan Stanley chiamata in causa dalla Corte dei Conti per un affaruccio di qualche miliardo di derivati sui titoli pubblici italiani che il governo italiano sull’orlo della crisi finanziaria ha dovuto pagare alla banca d’affari per una rescissione unilaterale del contratto.
Poi altro tratto da ricordare l'attacco di Catricalà a Morgan Stanley.
C’è, per esempio, la Morgan Stanley chiamata in causa dalla Corte dei Conti per un affaruccio di qualche miliardo di derivati sui titoli pubblici italiani che il governo italiano sull’orlo della crisi finanziaria ha dovuto pagare alla banca d’affari per una rescissione unilaterale del contratto.
Sgarbo avvenuto proprio mentre Catricalà era a Palazzo Chigi, dall’altra parte della barricata.
Vorrei dire per esempio che Catricalà diceva che lo stato doveva aiutare le imprese non le banche.
Il Corriere della Sera invece ricorda che sei anni fa, sempre a febbraio, la polizia sventò un furto nella sua abitazione, da dove fuggirono tre uomini incappucciati.
Il Corriere della Sera invece ricorda che sei anni fa, sempre a febbraio, la polizia sventò un furto nella sua abitazione, da dove fuggirono tre uomini incappucciati.
Cosa cercavano i 3 uomini in casa sua?
La pistola detenuta da Catricalà è un revolver Smith&Wesson calibro 38.
Il bossolo non viene rinvenuto nella stanza ma molto lontano.
Ora la questione di salute del cuore che molti accennano non porta a un suicidio. Poi nondimeno la depressione può scaturire un suicidio soprattutto per un uomo che stava per insignito del ruolo a breve. Se si fosse ucciso di mattina presto senza neanche aver fatto altre azioni come la colazione sorgerebbe un dubbio, poi come mai la moglie sente lo sparo ma non si precipita? Ora in ultimo voglio soffermarmi sulla questione cardine il bigliettino di addio che ad ogni suicidio fa capolino ebbene si stavolta è assente.
Poi la data 24 febbraio 2021 cioè 2-4-2-2021 porta risultato 13, il numero 13 significa la trasformazione, il cambiamento e la rinascita, il punto di arrivo di una nuova era, che in questo caso è il nuovo ordine mondiale.
Il predecessore di Pitruzzella, Antonio Catricalà, si è dimesso proprio perché nominato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del Governo Monti. Catricalà eseguiva l'ordine di Montiecco. Dopo il richiamo del premier Monti, il presidente del colosso aerospaziale Guarguaglini è stato ricevuto dal sottosegretario nel novembre 2011.
Il presidente del gigante controllato dallo Stato è accusato di aver creato fondi neri e di aver corrotto alcuni politici, ma resiste alle pressioni.
Come ben sapete i fondi neri sono soldi proventi da illeciti finanziari, criminali come accadeva con il fondo Ambrosiano.
Per tornare a giorni odierni dove un ministro di Draghi era CEO di Leonardo azienda ex Finmeccanica cioè Cingolani.
Un Catricalà che voleva dire cose secondo voi lo avrebbero messo in condizione di vuotare il rospo?
La pistola detenuta da Catricalà è un revolver Smith&Wesson calibro 38.
Il bossolo non viene rinvenuto nella stanza ma molto lontano.
Ora la questione di salute del cuore che molti accennano non porta a un suicidio. Poi nondimeno la depressione può scaturire un suicidio soprattutto per un uomo che stava per insignito del ruolo a breve. Se si fosse ucciso di mattina presto senza neanche aver fatto altre azioni come la colazione sorgerebbe un dubbio, poi come mai la moglie sente lo sparo ma non si precipita? Ora in ultimo voglio soffermarmi sulla questione cardine il bigliettino di addio che ad ogni suicidio fa capolino ebbene si stavolta è assente.
Poi la data 24 febbraio 2021 cioè 2-4-2-2021 porta risultato 13, il numero 13 significa la trasformazione, il cambiamento e la rinascita, il punto di arrivo di una nuova era, che in questo caso è il nuovo ordine mondiale.
Il predecessore di Pitruzzella, Antonio Catricalà, si è dimesso proprio perché nominato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del Governo Monti. Catricalà eseguiva l'ordine di Montiecco. Dopo il richiamo del premier Monti, il presidente del colosso aerospaziale Guarguaglini è stato ricevuto dal sottosegretario nel novembre 2011.
Il presidente del gigante controllato dallo Stato è accusato di aver creato fondi neri e di aver corrotto alcuni politici, ma resiste alle pressioni.
Come ben sapete i fondi neri sono soldi proventi da illeciti finanziari, criminali come accadeva con il fondo Ambrosiano.
Per tornare a giorni odierni dove un ministro di Draghi era CEO di Leonardo azienda ex Finmeccanica cioè Cingolani.
Un Catricalà che voleva dire cose secondo voi lo avrebbero messo in condizione di vuotare il rospo?
La frode americana, intercettazioni, controlli ambientali audio e video, uso dei satelliti vi dice qualcosa?L'arresto a Fiumicino di un informatico di Leonardo?
Catricalà stava per parlare e lo hanno silenziato. Tempo fa Alessandro Profumo AD di Leonardo, viene citato da Benotti non casualmente perché Profumo tempo fa elogiò Cingolani. Ancora non mi seguite?
Quindi Catricalà se parlava faceva cadere Cingolani, Profumo e molti altri.
Catricalà stava per parlare e lo hanno silenziato. Tempo fa Alessandro Profumo AD di Leonardo, viene citato da Benotti non casualmente perché Profumo tempo fa elogiò Cingolani. Ancora non mi seguite?
Quindi Catricalà se parlava faceva cadere Cingolani, Profumo e molti altri.
CASO DERIVATI: (Cassazione conferma difetto di giurisdizione per Morgan Stanley)
- La Corte di Cassazione, Sezioni Unite Civili, con la sentenza n. 2157 del 1° febbraio 2021, ha confermato il difetto di giurisdizione della Corte dei Conti sulla domanda di risarcimento del danno formulata dalla Procura Regionale nei confronti di Morgan Stanley con riferimento alla sottoscrizione con la Repubblica Italiana di alcuni prodotti finanziari derivati e all’operazione di ristrutturazione contrattuale degli stessi prodotti avvenuta tra il 2011 ed il 2012.
La sentenza ha affermato principi molto rilevanti in merito al perimetro della giurisdizione contabile e, in particolare, alla nozione di rapporto di servizio.
In particolare, con specifico riguardo alla posizione della Banca, la Corte di Cassazione ha escluso la sussistenza di giurisdizione contabile sulla base del fatto che le condotte contestate riguardano la veste contrattuale di specialista del debito pubblico e si sono estrinsecate secondo modalità tali da non determinare l’assunzione di un modello funzionale di esercizio di potestà pubblica integrante una relazione di servizio e di inserimento organico nell’Amministrazione.
Sotto un secondo profilo, la sentenza ha rilevato il difetto di giurisdizione contabile anche alla luce della particolare competenza del Ministero dell’Economia e delle Finanze nella materia della gestione del debito pubblico e della relativa qualificazione come controparte qualificata, dalla quale discende una posizione di assoluta parità con la Banca e l’assenza di asimmetria, avendo la Corte paritariamente individuato in capo alle parti contraenti il patrimonio di conoscenza, esperienza, informazione e autonoma capacità valutativa.
Anche nel giudizio dinanzi alla Corte di Cassazione, Morgan Stanley è stata assistita da Freshfields Bruckhaus Deringer, con un team guidato da Enrico Castellani, partner responsabile del team Dispute resolution, coadiuvato dagli avvocati Eugenio Pizzetti (oggi passato allo studio Cappelli RCCD), Elisa Salatino e Stefania Guarino; dallo studio legale internazionale BonelliErede, con un team guidato dal partner e leader del Focus Team Debt Capital Markets Massimiliano Danusso (nella foto a sinistra), coadiuvato da Francesca Marchetti, senior counsel, ed Ettore Frustaci, managing associate; e da Lipani Catricalà & Partners, con un team composto da Antonio Catricalà e da Fabio Baglivo.
- La Corte di Cassazione, Sezioni Unite Civili, con la sentenza n. 2157 del 1° febbraio 2021, ha confermato il difetto di giurisdizione della Corte dei Conti sulla domanda di risarcimento del danno formulata dalla Procura Regionale nei confronti di Morgan Stanley con riferimento alla sottoscrizione con la Repubblica Italiana di alcuni prodotti finanziari derivati e all’operazione di ristrutturazione contrattuale degli stessi prodotti avvenuta tra il 2011 ed il 2012.
La sentenza ha affermato principi molto rilevanti in merito al perimetro della giurisdizione contabile e, in particolare, alla nozione di rapporto di servizio.
In particolare, con specifico riguardo alla posizione della Banca, la Corte di Cassazione ha escluso la sussistenza di giurisdizione contabile sulla base del fatto che le condotte contestate riguardano la veste contrattuale di specialista del debito pubblico e si sono estrinsecate secondo modalità tali da non determinare l’assunzione di un modello funzionale di esercizio di potestà pubblica integrante una relazione di servizio e di inserimento organico nell’Amministrazione.
Sotto un secondo profilo, la sentenza ha rilevato il difetto di giurisdizione contabile anche alla luce della particolare competenza del Ministero dell’Economia e delle Finanze nella materia della gestione del debito pubblico e della relativa qualificazione come controparte qualificata, dalla quale discende una posizione di assoluta parità con la Banca e l’assenza di asimmetria, avendo la Corte paritariamente individuato in capo alle parti contraenti il patrimonio di conoscenza, esperienza, informazione e autonoma capacità valutativa.
Anche nel giudizio dinanzi alla Corte di Cassazione, Morgan Stanley è stata assistita da Freshfields Bruckhaus Deringer, con un team guidato da Enrico Castellani, partner responsabile del team Dispute resolution, coadiuvato dagli avvocati Eugenio Pizzetti (oggi passato allo studio Cappelli RCCD), Elisa Salatino e Stefania Guarino; dallo studio legale internazionale BonelliErede, con un team guidato dal partner e leader del Focus Team Debt Capital Markets Massimiliano Danusso (nella foto a sinistra), coadiuvato da Francesca Marchetti, senior counsel, ed Ettore Frustaci, managing associate; e da Lipani Catricalà & Partners, con un team composto da Antonio Catricalà e da Fabio Baglivo.