E' interessante, a proposito del filosofico dilemma su DIO ed il creato, il tema dello scisma primordiale che avvenne quando l'universo, per come lo conosciamo, era in via di formazione ed espansione, quando i piani ed i livelli dimensionali non erano così SCISSI come oggi.
Un tempo il livello, che noi chiamiamo erroneamente metafisico, era un tutt'uno con quello fisico nascente, come lo era "conscio ed inconscio" negli uomini primitivi, che percepivano i loro pensieri come esterni, come una serie di manifestazioni reali e tangibili.
La materia e l'energia invisibile, come le stesse "stanze dimensionali", convivevano sistematicamente nello stesso livello contenitore apparente, il manifesto, quello che oggi chiamiamo piano materiale. Era un po' come se avessero suonato contemporaneamente tutte le stazioni radiofoniche in un'unica onda ed ognuna di esse avesse influenzato l'altra, evolvendo la "RA-DIO" stessa o quello che alcuni chiamano DIO.
I piani mescolati del brodo primordiale diedero vita agli archetipi, che possono essere considerati i cluster acasici della nostra matrice, tanti mattoncini della sua struttura.
Ritengo che le cosiddette divinità ancestrali, le stesse immagini archetipiche primordiali, il senso di divino antropomorfizzato esternamente attraverso totem ed idoli, vengano da lontano, dalla notte dei tempi e derivino anche dal contagio degli elementi chimici e delle forze che l'universo presentava al suo formarsi, dove i piani si mescolavano influenzandosi reciprocamente, contaminando e seminando la struttura futura materiale, la nostra, plasmando di fatto la natura stessa, figlia della mescolanza, andando a programmare la vita nelle sue svariate e potenziali forme che quel dato ambiente fisico poteva permettersi di ospitare.
Un tempo il livello, che noi chiamiamo erroneamente metafisico, era un tutt'uno con quello fisico nascente, come lo era "conscio ed inconscio" negli uomini primitivi, che percepivano i loro pensieri come esterni, come una serie di manifestazioni reali e tangibili.
La materia e l'energia invisibile, come le stesse "stanze dimensionali", convivevano sistematicamente nello stesso livello contenitore apparente, il manifesto, quello che oggi chiamiamo piano materiale. Era un po' come se avessero suonato contemporaneamente tutte le stazioni radiofoniche in un'unica onda ed ognuna di esse avesse influenzato l'altra, evolvendo la "RA-DIO" stessa o quello che alcuni chiamano DIO.
I piani mescolati del brodo primordiale diedero vita agli archetipi, che possono essere considerati i cluster acasici della nostra matrice, tanti mattoncini della sua struttura.
Ritengo che le cosiddette divinità ancestrali, le stesse immagini archetipiche primordiali, il senso di divino antropomorfizzato esternamente attraverso totem ed idoli, vengano da lontano, dalla notte dei tempi e derivino anche dal contagio degli elementi chimici e delle forze che l'universo presentava al suo formarsi, dove i piani si mescolavano influenzandosi reciprocamente, contaminando e seminando la struttura futura materiale, la nostra, plasmando di fatto la natura stessa, figlia della mescolanza, andando a programmare la vita nelle sue svariate e potenziali forme che quel dato ambiente fisico poteva permettersi di ospitare.
Plasmando il "progetto" di NATURA in codici che ancora oggi assumiamo e dei quali siamo costituiti, in quanto programmati dalla stessa, l'inconscio collettivo si è espanso come una biblioteca quantica, in relazione all'esperienze della vita sotto ogni forma si presenti, come un sapere che ha dato le basi strutturali alle macchine umane/animali odierne, ma anche per quanto riguarda lo spirito, che penso si evolva insieme alla materia e non trascenda il TUTTO.
Semmai lo trascende solo relativamente al nostro stato, in quanto "superiore" al contenitore corpo fisico, ma cresce con esso, attraverso diverse vite, oppure all'interno della stesa vita, se non si crede alla trasmigrazione delle energie spirituali, dove morte e rinascita sono elementi della circolarità eterna del tutto quantico.
Le immagini ancestrali "rettiliane" e non, le antropomorfizzazioni primitive inconsce di natura fantastica e magica, provengono dall'interferenza di diversi piani dimensionali coesistenti in un unico contenitore, causate ed innestate dallo scisma degli elementi che ha influenzato anche l'inconscio collettivo delle più svariate forme senzienti, una banca dati collettiva esperienziale in progress, ricca di input ai quali accedere ed esserne permeati come dal sole che riscalda la pelle.
Dati esperienziali che hanno evoluto nel tempo la vita, la natura e l'infinita gamma di manifestazioni del creato.
In seguito, espandendosi e dando vita alle RAPPRESENTAZIONI, poi sviluppate dai culti animisti atavici e successivamente dalle religioni patriarcali, oltre a rappresentare il nostro pantheon interiore psichico.
Gli elementi mescolati creano vita e sono creati dalla vita stessa, in questo senso non c'è un prima e un dopo, il prima e dopo esistono solo su un piano PESANTE, perché tutto circola internamente ed eternamente; panta rei dicevano gli antichi greci.
Dati esperienziali che hanno evoluto nel tempo la vita, la natura e l'infinita gamma di manifestazioni del creato.
In seguito, espandendosi e dando vita alle RAPPRESENTAZIONI, poi sviluppate dai culti animisti atavici e successivamente dalle religioni patriarcali, oltre a rappresentare il nostro pantheon interiore psichico.
Gli elementi mescolati creano vita e sono creati dalla vita stessa, in questo senso non c'è un prima e un dopo, il prima e dopo esistono solo su un piano PESANTE, perché tutto circola internamente ed eternamente; panta rei dicevano gli antichi greci.
Non esiste un PRIMA DIO ed un DOPO UOMO, i piani dimensionali convivono circolarmente, influenzandosi. Se esistesse un DIO primigenio sarebbe un essere finito in una dimensione bidimensionale, come in un disegno su carta. Non esiste questo foglio di carta con le sue due dimensioni come rappresentante del creato, esiste in senso iconografico ed artificiale, ma esiste la curvatura totale del tutto sferico, ovvero nel e del tutto-infinito, logico, ordinato e caotico al tempo stesso; fuori da questa circolarità sferica forse non esiste nulla, perché coincide con il TUTTO quantico.
Essa è il concetto che si rincorre, creandosi, morendo, rinascendo come la Fenice, ancora circolarmente, per sempre o per "nulla"...
Pensiamo alle galassie, agli universi, ai pianeti quando erano ancora massa gassosa e vivevano in un etere realmente metafisico per come potremmo concepirlo oggi, vuoto apparentemente assente ed invisibile, nati in un punto zero senza tempo, il centro della sfera, un blob primordiale che si trasforma e "CADE" lucifericamente, creando la futura vita, o come vedremo, solo momentaneamente futura.
Un vuoto apparente che viene a crearsi attraverso questo respiro, attraverso la loro espansione ed il relativo rapporto spazio-temporale che ne deriva dal loro moto, spazio che non preesiste, ma si crea come fosse aria all'interno di un palloncino sito in nessuna dimensione certa, in un punto zero, circolare, dove non esiste realmente un prima ed un dopo, ma inizia ad esistere materialmente come forma di TEMPO MISURABILE solo con l'esplosione dello scisma, con la rinascita e alla fine di un ciclo.
Dove gli elementi costitutivi lo sono solo in potenza e nascono da una contaminazione. Contaminazione reciproca, perché i livelli si mescolano e si condizionano a vicenda, dal micro al macro, dall'esterno all'interno.
Essa è il concetto che si rincorre, creandosi, morendo, rinascendo come la Fenice, ancora circolarmente, per sempre o per "nulla"...
Pensiamo alle galassie, agli universi, ai pianeti quando erano ancora massa gassosa e vivevano in un etere realmente metafisico per come potremmo concepirlo oggi, vuoto apparentemente assente ed invisibile, nati in un punto zero senza tempo, il centro della sfera, un blob primordiale che si trasforma e "CADE" lucifericamente, creando la futura vita, o come vedremo, solo momentaneamente futura.
Un vuoto apparente che viene a crearsi attraverso questo respiro, attraverso la loro espansione ed il relativo rapporto spazio-temporale che ne deriva dal loro moto, spazio che non preesiste, ma si crea come fosse aria all'interno di un palloncino sito in nessuna dimensione certa, in un punto zero, circolare, dove non esiste realmente un prima ed un dopo, ma inizia ad esistere materialmente come forma di TEMPO MISURABILE solo con l'esplosione dello scisma, con la rinascita e alla fine di un ciclo.
Dove gli elementi costitutivi lo sono solo in potenza e nascono da una contaminazione. Contaminazione reciproca, perché i livelli si mescolano e si condizionano a vicenda, dal micro al macro, dall'esterno all'interno.
Per comprendere questo ci viene in aiuto l'iniziato Stanley Kubrick, nelle ultime scene di "2001 Odissea nello spazio", dove viene ben rappresentato filosoficamente il ciclo della vita umana, della natura e dell'universo, dove tutto non ha un inizio ed una fine, ma semplicemente si rincorre eternamente, ed alla fine di un ciclo cosmico, su un piano materiale avviene lo scisma creativo, ovvero, il punto dove nascita e morte coincidono, un viaggio interiore circolare senza fine.
Infinito nel senso di interno al "FINITO", attorno ad esso, perpetuo, dove non può esistere un creatore ma solo creazione e CONTAMINAZIONE perpetua che si rincorre, un serpente che si morde la coda, una sorta di UROBORO.
La nostra dimensione è retta simbolicamente dal dualismo del simbolo del CADUCEO.
Il caduceo di Mercurio è un simbolo antico rappresentato da due serpenti attorcigliati a un bastone, chiamato anche “Il bastone alato del dio Hermes”, divinità dell’antica Grecia che nei romani diviene Mercurio.
La spirale dei due serpenti ci ricorda anche la catena del DNA e, come la ruota e la sfera, anche il concetto di spirale è fondamentale per comprendere il percorso eterno della vita stessa.
I due serpenti rappresentano le due forze duali di questo mondo: il positivo e il negativo, il maschile e il femminile, il bene e il male. I due serpenti, nel momento che s’incontrano conciliano gli opposti facendo nascere le ali, simbolo della visione unica che abbandona il conflitto interno dell’essere umano nel mondo materiale duale (bene/male).
Secondo la cultura orientale il Caduceo rappresenta anche l’energia sessuale risvegliata e trasmutata che prende nome il di Kundalini. L'energia sessuale è l'essenza primordiale della vita, la benzina senza la quale non esisterebbe nessuna ruota, nessuna sfera e nessuna spirale.La nostra dimensione è retta simbolicamente dal dualismo del simbolo del CADUCEO.
Il caduceo di Mercurio è un simbolo antico rappresentato da due serpenti attorcigliati a un bastone, chiamato anche “Il bastone alato del dio Hermes”, divinità dell’antica Grecia che nei romani diviene Mercurio.
La spirale dei due serpenti ci ricorda anche la catena del DNA e, come la ruota e la sfera, anche il concetto di spirale è fondamentale per comprendere il percorso eterno della vita stessa.
I due serpenti rappresentano le due forze duali di questo mondo: il positivo e il negativo, il maschile e il femminile, il bene e il male. I due serpenti, nel momento che s’incontrano conciliano gli opposti facendo nascere le ali, simbolo della visione unica che abbandona il conflitto interno dell’essere umano nel mondo materiale duale (bene/male).
Ritengo che lo spazio "fisico" dell'etere sotteso, sia determinato dalla forza e dalla forma del suo contenuto, un po' come quelle immagini subliminali che sottendono altra forma, determinata dagli spazi lasciati come ombra delle figure reali, forse accade anche per l'universo o per gli universi, esso esiste in quanto rapporto tra elementi planetari, o meglio, nasce dalla loro relazione e non sarebbe preesistente, ma coinciderebbe circolarmente con esso, come nell'esempio precedente del vuoto interno che viene a crearsi dentro un palloncino quando si gonfia d'aria...
Il concetto di circolarità che sostituisce il DIO o il demiurgo di turno, rappresenta una vera spiritualità non basata sulla fede tradizionale ma sulla razionalità, non intesa in termini dogmatici religiosi o allegorici, ma intesa in termini di "Natura delle cose".
Se fosse diversamente, bisognerebbe ritenere esista un Dio fuori dal nostro Dio che l'ha creato, e così all'infinito.
Il concetto di circolarità che sostituisce il DIO o il demiurgo di turno, rappresenta una vera spiritualità non basata sulla fede tradizionale ma sulla razionalità, non intesa in termini dogmatici religiosi o allegorici, ma intesa in termini di "Natura delle cose".
Se fosse diversamente, bisognerebbe ritenere esista un Dio fuori dal nostro Dio che l'ha creato, e così all'infinito.
Invece, con il principio di circolarità, è la rotazione con il suo moto che muove il tutto, perché in essa non c'è un prima ed un dopo, tutti i punti coincidono nello stesso istante in un eterno presente; anche geometricamente il centro della sfera è equidistante da tutti i punti della sua stessa superficie.
Il presunto DIO delle religioni, in una realtà sferica e circolare che fisicamente si evolve a spirale, non verrebbe prima dell'uomo, ma nascerebbe nello stesso istante in cui è pensato, la sua forma pensiero sarebbe il prodotto metafisico dell'uomo, come l'uomo sarebbe il suo prodotto senziente, quindi potremmo dire che il concetto più "alto" di DIO, coincide con il nostro SE' superiore, ovvero quello status spirituale di conoscenza e consapevolezza interiore della nostra divinità e non di quella altrui, sempre di natura proiettiva ed artificiale...
E' quello che avviene nel sopra citato "2001 Odissea nello spazio", quando il viaggiatore uomo, dopo un lungo viaggio a spirale ai confini dello spazio e del tempo, ritrova se stesso e si vede vecchio morente e feto al tempo stesso, rappresentando iniziaticamente il significato di Trinità, in quel momento lui è DIO e percepisce se stesso come creatore, creato, nascituro e morituro...
Alla fine del lungo viaggio interiore scopre se stesso come DIO e non gerarchicamente un'espressione di un DIO minore, egli si scopre D'IO.
La fine del viaggio circolare interiore coincide materialmente con il nostro piano fisico, questa fusione da vita allo scisma che plasma il creato.
Questo ciclo infinito viene a creare l'egregora della ruota stessa, del loop della vita e della morte, un ritornello senza fine, sempre presente in quanto panta rei, e non cronologicamente un "prima ed un dopo", venendo a produrre il suo moto perpetuo.
Il punto ZEN ZERO del viaggio interiore e della scoperta della nostra divinità/eternità, diventa sinonimo di creazione, la scoperta del nostro SE' superiore scatena il fenomeno di causa ed effetto della struttura della matrice ed essa condiziona il suo creatore, ovvero NOI...
Ridurre il concetto di DIO ad essere infinitamente "grande" ed immanente, è un po' come uccidere il concetto di spiritualità, se DIO esistesse sarebbe finito, in quanto enunciabile, circoscrivibile, una entità finita sarebbe solo un'entità più grande di noi, una sorta di demiurgo spaziale, invece, proprio perché è concetto infinito non può esistere, può solo "non esistere", e questa è paradossalmente la prova della sua "esistenza".
Lo stesso Universo non è infinito, è solo "infinitamente grande", a meno che non si intenda infinito come circolare, quindi ETERNO.
Se DIO esistesse, ci sarebbe altro DIO ad averlo creato, mentre se si fosse autocreato, potrebbe anche la natura essersi autocreata, e NATURA e DIO coinciderebbero senza troppi sofismi, quindi il grande architetto, potrebbe essere un codice matematico di un circolo perpetuo eterno, quindi infinito, "dentro il finito".
E poi chi avrebbe creato il cerchio magico del Panta Rei, chi avrebbe creato la circolarità dell'eterno ritorno?
E se fosse solo una nostra egregora, un nostro desiderio innato che esiste in quanto evocato, in quanto bramato, una forma pensiero che ha preso vita e creato le fondamenta del sistema "illusorio", ovvero un desiderio che si proclama in quanto tale e si materializza, una possibilità nel tutto quantico che ciò possa accadere, accanto a tante altre possibilità?
Se la vita in tutte le sue forme non esistesse, forse non esisterebbe neanche Dio, perché non saprebbe di esistere, non sarebbe evocato, mentre dato che esistiamo, almeno relativamente alla matrix, siamo noi a crearlo, pensandolo, ed in questi termini esiste realmente o relativamente alla percezione che la matrix ci fornisce o che noi pensiamo ci fornisca. Se tutto è un gioco, DIO è come minimo una nostra creazione di cui la fede ne rappresenterebbe la fiamma energetica, la sua egregora.
Se linguisticamente intendiamo DIO come entità superiore, allora paradossalmente può esistere un'entità senziente superiore o inferiore anche altrove, in altre dimensioni, in altri mondi, in questo caso non sarebbe DIO inteso come divinità assoluta, ma solo un DIO tra in tanti, un'altra forma di vita. Invece per DIO potremmo intendere l'insieme della natura, del mondo e di tutte le infinite possibilità di vita e di manifestazioni, quindi il contenitore matematico quantistico della realtà, perché se fosse semplicemente superiore sarebbe FINITO e quindi perderebbe quelle qualità presunte riferite ad un DIO religioso, non sarebbe più "quel DIO".
Perché dovrei credere ad un creatore alieno?
Perché dovrei allora aver fiducia in un inseminatore intergalattico di razze umanoidi?
Si svaluta il "povero" DIO ad essere trattato e definito in termini FINITI, perché se DIO è RIASSUMIBILE ad entità creatrice, possiamo chiamarlo NATURA, che differenza fa?
Se invece, lo si intende in senso religioso, di fede, lo si intende necessariamente in termini antropomorfi di creatore, ma allora chi ha creato il creatore?
Questo è semplicemente un altro livello della matrioska.
Invece, secondo me, DIO può esistere solo in sua assenza, quindi più come CONCETTO che riassume il TUTTO, bene e male, TUTTO il CERCHIO.
DIO come concetto di tutte le possibilità del dado, l'insieme di tutte le combinazioni possibili e l'insieme di tutte le non combinazioni possibili.
Ogni cosa che esiste ha un suo corso, muore e si trasforma in altro stato e forse, allora, è questo il concetto finale di DIO, ovvero la trasformazione della natura e di tutto ciò che ha vita senziente e spirituale. Al contrario, se DIO esistesse, sarebbe MORTO e forse si sarebbe già trasformato in NOI...
Quindi, più che entità, un'essenza globale delle e nelle cose, che più laicamente verrebbe a coincidere con il concetto di NATURA stessa. Non esisterebbe più DIO senza qualcuno che possa pensarlo o percepirlo tale.
Se invece crediamo in un padre antropomorfo di altra fattezza ed immensità, ci dovremmo allora porre il problema di chi ha creato DIO...
Forse noi?
Ridurre il concetto di DIO ad essere infinitamente "grande" ed immanente, è un po' come uccidere il concetto di spiritualità, se DIO esistesse sarebbe finito, in quanto enunciabile, circoscrivibile, una entità finita sarebbe solo un'entità più grande di noi, una sorta di demiurgo spaziale, invece, proprio perché è concetto infinito non può esistere, può solo "non esistere", e questa è paradossalmente la prova della sua "esistenza".
Lo stesso Universo non è infinito, è solo "infinitamente grande", a meno che non si intenda infinito come circolare, quindi ETERNO.
Se DIO esistesse, ci sarebbe altro DIO ad averlo creato, mentre se si fosse autocreato, potrebbe anche la natura essersi autocreata, e NATURA e DIO coinciderebbero senza troppi sofismi, quindi il grande architetto, potrebbe essere un codice matematico di un circolo perpetuo eterno, quindi infinito, "dentro il finito".
E poi chi avrebbe creato il cerchio magico del Panta Rei, chi avrebbe creato la circolarità dell'eterno ritorno?
E se fosse solo una nostra egregora, un nostro desiderio innato che esiste in quanto evocato, in quanto bramato, una forma pensiero che ha preso vita e creato le fondamenta del sistema "illusorio", ovvero un desiderio che si proclama in quanto tale e si materializza, una possibilità nel tutto quantico che ciò possa accadere, accanto a tante altre possibilità?
Se la vita in tutte le sue forme non esistesse, forse non esisterebbe neanche Dio, perché non saprebbe di esistere, non sarebbe evocato, mentre dato che esistiamo, almeno relativamente alla matrix, siamo noi a crearlo, pensandolo, ed in questi termini esiste realmente o relativamente alla percezione che la matrix ci fornisce o che noi pensiamo ci fornisca. Se tutto è un gioco, DIO è come minimo una nostra creazione di cui la fede ne rappresenterebbe la fiamma energetica, la sua egregora.
Se linguisticamente intendiamo DIO come entità superiore, allora paradossalmente può esistere un'entità senziente superiore o inferiore anche altrove, in altre dimensioni, in altri mondi, in questo caso non sarebbe DIO inteso come divinità assoluta, ma solo un DIO tra in tanti, un'altra forma di vita. Invece per DIO potremmo intendere l'insieme della natura, del mondo e di tutte le infinite possibilità di vita e di manifestazioni, quindi il contenitore matematico quantistico della realtà, perché se fosse semplicemente superiore sarebbe FINITO e quindi perderebbe quelle qualità presunte riferite ad un DIO religioso, non sarebbe più "quel DIO".
Perché dovrei credere ad un creatore alieno?
Perché dovrei allora aver fiducia in un inseminatore intergalattico di razze umanoidi?
Si svaluta il "povero" DIO ad essere trattato e definito in termini FINITI, perché se DIO è RIASSUMIBILE ad entità creatrice, possiamo chiamarlo NATURA, che differenza fa?
Se invece, lo si intende in senso religioso, di fede, lo si intende necessariamente in termini antropomorfi di creatore, ma allora chi ha creato il creatore?
Questo è semplicemente un altro livello della matrioska.
Invece, secondo me, DIO può esistere solo in sua assenza, quindi più come CONCETTO che riassume il TUTTO, bene e male, TUTTO il CERCHIO.
DIO come concetto di tutte le possibilità del dado, l'insieme di tutte le combinazioni possibili e l'insieme di tutte le non combinazioni possibili.
Ogni cosa che esiste ha un suo corso, muore e si trasforma in altro stato e forse, allora, è questo il concetto finale di DIO, ovvero la trasformazione della natura e di tutto ciò che ha vita senziente e spirituale. Al contrario, se DIO esistesse, sarebbe MORTO e forse si sarebbe già trasformato in NOI...
Quindi, più che entità, un'essenza globale delle e nelle cose, che più laicamente verrebbe a coincidere con il concetto di NATURA stessa. Non esisterebbe più DIO senza qualcuno che possa pensarlo o percepirlo tale.
Se invece crediamo in un padre antropomorfo di altra fattezza ed immensità, ci dovremmo allora porre il problema di chi ha creato DIO...
Forse noi?