domenica 30 settembre 2018

L'ERRORE DI METODO DELLA SINISTRA di Rosario Picolla


Non voglio entrare ancora nel giudizio della manovra economica che il Governo ha deciso di varare.
Noto soltanto che da "sinistra" - ovvero quella parte a cui politicamente io appartengo, ma che tanti altri hanno abbandonato a loro insaputa, nonostante dicano di farne parte - leggo commenti che mettono in risalto un errore grossolano di metodo e ignoranza sesquipedale di merito.
Oltre che i soliti, onnipresenti, paradossi.
L'errore di metodo sta nel fatto che, siccome la manovra viene adottata dai 5Stelle e dalla Lega, allora è sbagliata a prescindere.
E' un'equazione senza senso, che non trova alcun fondamento e che evidenzia, semmai, il carattere inutilmente fazioso, stomachevole e intestinale tipico dell'italiano medio.
"Italiano medio" come categoria socio-antropologica, di cui anche il "sinistroide" medio - che si sente culturalmente superiore, più illuminato e più progressista... ma che alla fine non è NULLA di tutto ciò - fa parte.
Ne fa parte anche perché, mentre il pensiero critico continua generalmente a latitare e, anzi, a piegarsi alle idee economiche mainstream - che dovrebbero essere "normali" per un partito di destra ultra-liberista, ma non per partiti che si dichiarano progressisti e socialdemocratici - i commenti alla manovra sono critici perché - udite udite!! - si accusa il Governo di "aumentare il debito pubblico e il deficit" e che tutto ciò "verrà pagato dai nostri figli e dai figli dei nostri figli".

Allora, a parte il fatto che mi chiedo se avremo mai figli, visto che la crisi economica - diventata nel frattempo crisi sociale, esistenziale e della democrazia (cosa che mi ricorda il famigerato rapporto del 1975 della Trilateral Commission, "The Crisis of Democracy") - non sta lasciando scampo a nessuno, a parte pochi privilegiati.
Poi, come dicevo, rilevo ancora una volta generale ignoranza in fatto di temi economici, pericolosissima, perché dopo le esperienze nefaste dei Governi tecnici e di "larghe intese", è ancora profondamente radicata.
Quell'ignoranza che il "sinistroide medio" stesso addebita all' "italiano medio", categoria di cui - come dicevo - fa parte a tutti gli effetti.
La situazione diventa tanto più grave quando si ha pure il coraggio di presentarsi al mondo come difensori della "laicità".
Ma "laicità" de che esattamente?
A cosa serve dichiararsi, ad esempio, "anti-clericali", contro il Vaticano e i fondamentalismi religiosi cattolici (contro quelli islamici no, perché è da "razzisti", ma questa è un'altra storia), se poi si aderisce - consapevolmente o meno (in quest'ultimo caso è più grave, date le presunte capacità critiche e culturali vantate) - a un pensiero dominante, che si auto-definisce "responsabile" e che si rifà a un modello che venera e teme i "mercati" come se fossero divinità?
Dove sta la "laicità" quando - come le pecore di "Animal Farm" di George Orwell - vengono ripetuti concetti che sono parte integrante di quella che è diventata ormai una vera e propria teologia dogmatica, cioè il "neoliberismo"?
Non vi sorprendete, allora, cari amici sedicenti "sinistroidi" se la Lega alle prossime elezioni europee prenderà il 30% e diventerà il primo partito in Italia: la responsabilità, prima di addebitarla a cittadini che esercitano una determinata scelta in DEMOCRAZIA - ovvero quel regime, quell'insieme di "regole del gioco" o se preferite, quella "cosa", secondo cui se vince qualcuno che a me non piace, devo accettarlo e basta - andrà ricercata innanzitutto in chi sistematicamente fallisce nella lettura della realtà che lo circonda e nella sua incapacità di rendersene conto, tanto per cominciare.

di Rosario Picolla


giovedì 27 settembre 2018

IL GLOBALISMO E' IL NAZIONALISMO DEI PIU' FORTI


IL GLOBALISMO E' IL NAZIONALISMO DEI PIU' FORTI...
cit. Paulo Ermes Pagani

La precarizzazione del lavoro, il job act, la distruzione dello Stato Sociale, i tagli all'istruzione, i tagli alla sanità, i mancati rinnovi dei contratti degli ultimi anni, perseguiti sia dal centro-destra che dal centro-sinistra, fino al capolavoro diabolico del governo tecno-fascista di Monti/Fornero, hanno creato più povertà, più disoccupazione, più debito pubblico, meno investimenti sul territorio, meno infrastrutture e più disagio sociale.
Perché è stato perseguito questo paradigma autodistruttivo, spacciato per i gonzi ed il popolo bue, come panacea ai mali italici???
E' stato perseguito e realizzato proprio per distruggere l'economia e la ricchezza italiana, per favorire la ricchezza altrui, è stato compiuto perché il globalismo non è altro che il NAZIONALISMO dei più forti a discapito dei più deboli, perché sotto la voce GLOBALISMO si nasconde il peggior conservatorismo tecnocratico della storia umana, perché oggi in occidente non si occupa più militarmente un paese limitrofo, ma lo si annulla distruggendo la sua capacità di produrre ricchezza e spesa, lo si distrugge finanziariamente schiacciandolo attraverso ricatti NAZIONALISTI dei paesi nemici.
Bisogna iniziare a capire che EURO, EUROPA e GLOBALISMO sono paradigmi SUPRA-NAZIONALISTI, voluti da stati nazionali contro altri stati.

Però bisogna stare attenti, ci sono manovratori occulti che utilizzano i partiti populisti per aggiornare il sistema globale in senso autoritario, ma fatto passare come esigenza di sicurezza. 
Questa è l'anticamera di una dittatura che non sarà più come un tempo, frontale e riconoscibile, sarà più liquida, pervasiva e sofisticata.
Come i partiti di finta sinistra (vedi PD) sono serviti ai manovratori occulti a spostare l'asse economico occidentale a destra in senso iperliberista, distruggendo lo stato sociale, facendo privatizzazioni e svendendo le ricchezze ai potentati transnazionali, i cosiddetti partiti populisti di destra saranno utilizzati dagli stessi manovratori per aggiornare il macro-sistema globale sul versante della militarizzazione, del controllo e dell'accettazione sociale sul versante di minori diritti civili in nome della sicurezza.
Il MACRO SISTEMA, quello che contiene entrambe le fazioni, sovranisti vs anti-sovranisti, oggi utilizzerà i vincitori per gestire meglio la res publica, aggiornando il sistema ad oriente, espandendo il turbo-capitalismo e consolidandolo in Cina, India, Russia. L'antagonismo populista, falso, osteggiato dai media collusi in questa dicotomia strumentale, serve e servirà soprattutto a questo, aggiornare il sistema ed allargare il NWO.


Le soluzioni???
Molto semplice, già applicate altrove e sempre con successo.
Politiche keynesiane, con investimenti pubblici e partecipazioni statali, oppure, socialiste democratiche/libertarie e sovraniste economiche, proprio quelle correnti politiche da sempre osteggiate dal padronato turbocapitalista...
Il Globalismo sta al Nazionalismo, come il Sovranismo sta all'Internazionalismo, importante distinguere storicamente le due equazioni.
Un conto è il nazionalismo, dove si presuppone che il più forte imponga la sua supremazia su altri paesi, alimentato dalla retorica e dalla propaganda di Stato, è un conto è il sovranismo economico che presuppone un'autonomia di spesa pubblica, di nazionalizzazioni per il controllo statale di specifici settori ed asset strategici.
Sono due prospettive diverse ed è intellettualmente disonesto sovrapporle e confonderle indistintamente.
Autonomia è la parola chiave.




lunedì 24 settembre 2018

IL GOVERNO OMBRA DEI 5S





"Condividono la memoria, le esperienze, le sensazioni. La memoria diventa oggetto di normale commercio."
cit. Prometeus


VISIONI E DELIRI DISTOPICI:
In Prometheus, video distopico ed inquietante del 2007, viene presentato il mondo prospettato dalla Casaleggio Associata, costola ed avanguardia liberista transnazionale del macro-sistema.
La propaganda narrata gioca volutamente sull'ambiguità di un futuro post-apocalittico ed un augurabile modernismo (non si capisce bene per quale assurda ragione) ricco di auspici riguardo l'uomo macchina con strizzate d'occhio al transumanesimo da film fanta-politico, spiegoni positivi sul pensiero unico (bella roba...), sull'eliminazione della diversità, ergo, sulla perdita di milioni e milioni di posti di lavoro, sull'eliminazione del diritto d'autore, mostrato subdolamente come rivoluzione per la massa ignorante.
La distruzione del diritto d'autore, prospettata come paradigma da perseguire, per loro di una importanza strategica primaria, assume particolari inquietanti perché ricalca, senza celarlo troppo, quel mondo orwelliano che ne criticava proprio i presupposti totalitari.
Qui, al contrario si esaltano, vengono edulcorati e fatti accettare.
La distruzione del diritto d'autore, per lor signori, è un fattore strategico importantissimo, perché è uno step transumanista che rappresenterà l'ancora di salvataggio del tecno-fascismo, oramai svelato nei suoi intenti.
Il problema si porrà quando il cittadino si troverà in futuro a non poter possedere più la sua memoria, la sua creatività, questo significherà averlo completamente annullato come individuo, sottomesso totalmente, svuotato spiritualmente.
Per questo motivo la propaganda di "Prometeus" auspica e prospetta il discorso delle memorie collettive da condividere, di cui FB, Instagram e affini sono solo i primi esperimenti transumani ben riusciti.
La memoria condivisa che potrà essere un giorno cancellata, rimossa, manipolata, comprata dal migliore acquirente che potrà sottomettere chi non ne possiede affatto, che rappresenterà la classe sociale dominante, in quanto possessore di più quote di memoria, magari vendute come azioni in Borsa ed utilizzate per i più loschi fini di potere.
L'eliminazione della memoria di un popolo, di un individuo, ricorda le peggiori pagine buie dei secoli scorsi e rappresenta l'anticamera di ogni totalitarismo ed autoritarismo.

La distruzione del diritto d'autore è il primo passo verso la distruzione del pensiero individuale, l'annullamento della propria creatività e, quindi, del proprio spirito (per osmosi collettivo), che diverrà in un futuro prossimo, ASSOLUTA PROPRIETA' delle multinazionali che saranno i nuovi casati monarchici (altro che eliminazione degli stati sovrani obsoleti, qui si costituiranno Tecno-Stati ben più totalitari).
Il globalismo è solo un Supra-Nazionalismo.
La distruzione del diritto d'autore, tanto prospettata e fatta piacere all'utente medio che crede ingenuamente sia cosa buona il fatto che solo i giganti mediatici guadagnino qualcosa nel mondo digitale lasciando solo le briciole agli artisti, capirà solo in seguito di essere stato il cavallo di troia del peggior liberismo totalitario.
Equivale alla distruzione del diritto dei lavoratori e alla distruzione dello Stato sociale, sono fenomeni che vanno di pari passo e non a caso, equivale anche alla distruzione del sovranismo e delle comunità, perché per questi novelli neo-aristocratici sono modelli da resettare, perché rappresentano quelle garanzie progressiste che le lotte popolari, in concerto con le avanguardie illuminate, avevano ottenuto con il sangue nei secoli scorsi.
Loro vogliono un mondo transumanista e non umanista.
La distruzione del "diritto di ingegno", significa che l'autore (solitamente il piccolo autore) non potrà guadagnare più nulla o comunque sempre meno, mentre una sovrastruttura ne trarrà i benefici dalla sovragestione, molto di più di quanto già non accada oggi, in un mondo di falsa uguaglianza dove qualcuno è più uguale degli altri (vedi multinazionali che non pagano tasse, facendole indirettamente pagare poi agli utenti gonzi attraverso il rincaro dei prodotti delle pubblicità trasmesse).
La cosa peggiore di questo grande orrore è che viene fatto piacere alla gente, presentato ed imbellettato come una giusta e sana rivoluzione liberale, mentre si tratta sempre e solo, di rigurgiti totalitari della peggiore conservazione aristocratica nera, in un solo termine, Tecno-fascismo.
cit. AVATAR PASOLINI



IL GRANDE CAPO DIETRO LE QUINTE:
Enrico Sassoon. Tre lauree, la prima in economia alla Bocconi nel 1973, Sassoon proviene da una famiglia di origini ebraiche, imparentati con i Rothschild.
Nel 1974, le altre due sono state conseguite in Scienze Politiche e Storia, Enrico Sassoon mette piede nell’Ufficio Studi della Pirelli, “allora considerato un think tank tra i migliori d’Italia in campo economico”. Una carriera fondata all’insegna dei think tank, dove le lobby economiche incontrano il potere politico per decidere le sorti future di uno stato (o di un insieme di stati). E deve averne fatta di strada il nostro Sassoon se è vero com’è vero che nel tempo è diventato Board Member e Presidente del Comitato Affari Economici dell’American Chamber of Commerce in Italy, la camera di commercio americana in Italia, “un ponte qualificato tra Italia e Stati Uniti con un network di cinquecento soci che include il cuore del mondo produttivo italiano, un gruppo di aziende ad alto tasso di internazionalizzazione capace di rappresentare il 2% del PIL nazionale.”

Praticamente una super lobby di multinazionali, banche e grandi gruppi che unisce le forze per proteggere in maniera più efficace i propri interessi e che promuove lo sviluppo dei rapporti commerciali tra Italia e USA.
Per rendere bene l’idea di quanto esteso sia questo cartello basta leggere i nomi di alcuni dei gruppi presenti in Amcham: Standard & Poor’s, Philip Morris, IBM, Microsoft, ENI, Enel, Intesa San Paolo, Sisal, Rcs Editori, Esso, Bank of America, Coca Cola, Fiat, Fincantieri, Finmeccanica, Italcementi, Jp Morgan, Pfizer, Rai, Sky, Unicredit…
Tutti i migliori/peggiori gruppi che hanno generato la crisi economica in cui versiamo.
Enrico Sassoon, primo e più importante socio della Casaleggio, siede fianco a fianco con certi personaggi. Che poi sono gli stessi componenti dell’Aspen Institute Italia, think tank tecnocratico, diretta emanazione del gruppo Bilderberg. Quando il Sistema si organizza è capace di tutto: persino di creare un Comitato Esecutivo Aspen formato – oltre che da Enrico Sassoon della Casaleggio – anche da Mario Monti, John Elkann, Romano Prodi, Giulio Tremonti, tutti componenti italiani del Bilderberg.
Ora: come diavolo è possibile che la Casaleggio, a detta di molti spin doctor e influencer di Grillo e del Movimento 5 Stelle, abbia il suo membro più importante all’interno di un Istituto popolato da quelli che dovrebbero in realtà essere i nemici dichiarati proprio di Grillo? Qual è la ragione per cui questo accade?
Le stranezze, purtroppo, non finiscono qui: a parte il fatto che il dominio beppegrillo.it risulta intestato ad un certo Emanuele Bottaro di Modena, e potrebbe trattarsi di un normale prestanome (ma la trasparenza?), a destare sospetti è la domiciliazione del gestore tecnico del dominio, Via Jervis 77 a Ivrea. Lo stesso indirizzo della sede legale Olivetti, gruppo Telecom Italia.
Cosa c’è di così strano? C’è che Gianroberto Casaleggio, il secondo socio per importanza della Casaleggio, fa partire la sua avventura professionale proprio nella Olivetti, guidata all’epoca da Roberto Colaninno, attuale presidente di Alitalia e padre di Matteo, deputato Pd. Poi Gianroberto inizia la scalata sociale e diventa amministratore delegato di Webegg, joint venture tra Olivetti e Finsiel. A fine giugno 2002 Olivetti cede la propria quota del 50% in Webegg S.p.A. a I.T. Telecom S.p.A., che nel frattempo partorisce Netikos Spa, dove il più famoso dei Casaleggio partecipa al Cda con Michele Colaninno (secondogenito di Roberto e presente nel Cda Piaggio). Questo fino al 2004, quando decide di fondare la Casaleggio Associati, attuale editore di Beppe Grillo, con altri dirigenti Webegg. Tra cui proprio Enrico Sassoon.
La Casaleggio parte forte e chiude due contratti importanti, prima con Grillo poi con l’Italia dei Valori, quest’ultimo finito a male parole quando Di Pietro e De Magistris capiscono chi si sono messi in casa. Grillo, invece, decide di continuare il suo percorso di crescita con gli strateghi legati ai più noti gruppi di potere italiani e non.
A questo punto le domande che sorgono sono tante: può Grillo non sapere che Sassoon siede, fianco a fianco, con Monti, Tremonti e gli altri? Può Grillo non sapere che la gestione tecnica del suo dominio è domiciliata nella sede di un’azienda legata al Gruppo Telecom, contro cui lui si è scagliato più e più volte?



Sassoon-Shoshans-family
APPUNTI DI STORIA:
LA FAMIGLIA SASSOON, alias SHOSHANS

Famiglia ebraica tra le più ricche ed antiche del mondo, probabilmente di origine mesopotamica. I Sassoon infatti deriverebbero dai Shoshans, uno dei cui esponenti più importanti fu il Principe (“Nasi”) spagnolo Ibn Shoshans (Yazid ibn Omar ha-Nasi). Nel Cinquecento, per sfuggire alle persecuzioni spagnole, i Sassoon si rifugiarono a Baghdad. Alla fine della Prima Guerra Mondiale furono tra i protagonisti della formazione dell’Irak, il cui primo Ministro delle Finanze fu proprio Eskell Sassoon, che diresse questo ministero per ben sette governi consecutivi. In questo ruolo Sir Eskell firmò l’accordo con British Petroleum, pretendendo che i proventi iracheni per l’estrazione del petrolio fossero corrisposti in oro e non in sterline. L’idea si sarebbe rivelata geniale, poiché nonostante l’abbandono del Gold Exchange Standard degli anni Trenta, con conseguente flessione della sterlina, l’Iraq non avrebbe risentito della crisi internazionale.

Nella prima metà dell’Ottocento il nonno di Sir Eskell, David Sassoon, fondò una grande banca a Bombay, la David Sassoon & Co, diventando una delle personalità più influenti dell’India. Il fratello di David, Albert Abdallah David Sassoon, per i giganteschi guadagni procurati alla Corona inglese, nel 1890 fu addirittura nominato Barone dalla Regina Vittoria.
David, tramite la sua banca ed i virtù del prestigio della sua famiglia, ottenne dalla Banca d’Inghilterra (controllata dai Rothschild), il monopolio in India per lo sfruttamento del cotone, della seta e dell’OPPIO. Soltanto in un anno, tra il 1830 ed il 1831, David vendette 18.956 casse di oppio. I suoi otto figli, inviati in tutti i posti chiave del commercio in Oriente con la solita tattica Rothschild, riuscirono ad estendere il loro monopolio dell’Oppio in Cina ed in Giappone. In quei Paesi i Sassoon hanno naturalmente aperto importanti filiali della loro banca, a cui hanno aggiunto, società finanziarie, gigantesche aziende tessili ed agricole ed imponenti società di assicurazioni come la Oriental Life Insurance.
La scintilla che fece scoppiare la Guerra dell’Oppio tra Inghilterra e Cina vide proprio i Sassoon come i principali protagonisti. Nel 1839 l’Imperatore cinese Dao-Guang proibì l’assunzione ed il commercio di questa sostanza. I suoi soldati gettarono nei fiumi migliaia di casse di droga appena uscite dai laboratori di Canton della famiglia Sassoon, che chiesero aiuto al Governo britannico tramite l’intermediazione dei Rothschild (i quali, insieme alla Regina, fino a quel momento avevano fatto grandi affari con i Sassoon proprio grazie all’oppio). E la guerra iniziò.
Dopo tre anni il Trattato di Nanchino sanciva la piena legalizzazione dell’oppio in Cina, la sovranita della vittoriosa Inghilterra su diverse aree costiere del Paese e un forte risarcimento (pari a due milioni di sterline) ai “danneggiati” Sassoon. Da notare che i cinesi dovettero pagare interamente anche le spese di guerra agli inglesi, per la favolosa cifra di 21 milioni di sterline.

Il monopolio della droga da parte dei Sassoon, però, si limitava alle zone costiere della Cina, così alla ricca famiglia fu necessaria una seconda Guerra (1858-1860), per sperare di raggiungere finalmente l’obiettivo dell’esclusiva sulla vendita di oppio in tutto il territorio nazionale. Il nuovo conflitto fu sanguinosissimo, gli inglesi non esitarono a radere al suolo e saccheggiare i templi ed i santuari di Pechino. Il successivo Trattato di Pace, stipulato il 25 ottobre 1860, assicurò ai Sassoon l’esclusiva del commercio di droga sui sette ottavi della Cina. L’Inghilterra riuscì ad annettersi Hong Kong oltre ad una serie di altre zone strategiche all’interno della nazione. Gli affari di famiglia si moltiplicarono, grazie anche al contributo della società Russell & Company, che armava per conto dei Sassoon le navi commerciali che trasportava oppio dall’India alla Cina tornando indietro cariche di Tè. La società (fondata dal cognato di William Huntington Russell, co-fondatore della discussa società segreta Skull & Bones), era in mano a Warren Delano, principale azionista, nonno materno del futuro Presidente degli USA Franklin Delano Roosevelt, il quale ereditò una gigantesca fortuna proprio grazie a questa joint venture con i Sassoon.
All’inizio degli anni ’80 dell’Ottocento la famiglia Sassoon poteva ormai contare su un immenso commercio di oppio, che nella sola Cina superava le 105 mila casse all’anno. Nel 1887 Edward Albert Sassoon sposò Caroline Rothschild e l’alleanza economica tra le due famiglie fu consacrata definitivamente.
Un’alleanza Rothschild/Sassoon/Delano Roosevelt che causò – e causa ancora – la morte di milioni di cinesi.
I Sassoon, al giorno d’oggi, possiedono la ED Sassoon Bank, la David Sassoon & Co Bank, l’Oriental Life Insurance e controllano, tra gli altri, The Observer ed il Sunday Time.

Enrico Sassoon – Direttore dell’Harvard Business Review Italia, Amministratore delegato di StrategiQs Edizioni, Presidente di Leading Events e di Global Trends, esponente di spicco dell’Aspen Institute Italia (di cui è Presidente Giulio Tremonti), nonché fondatore e principale azionista della Casaleggio Associati (società di comunicazione informatica che gestisce, tra l’altro, le edizioni ed il blog di Beppe Grillo) – è fratello del noto sociologo Joseph Sassoon, che è anche fondatore e Presidente della Alphabet. Il loro padre, Léon Sassoon – importante imprenditore siriano con un forte giro d’affari in Siria ed in Italia – è stato Presidente e Tesoriere della Sinagoga sefardita di Holland Park, a Londra.

Harvard Business Review Italia, direttore Enrico Sassoon, collaboratori Corrado Passera, Carlo Pesenti.
Harvard Business Review Italia
Stato bandiera Italia
Lingua italiano
Periodicità 10 numeri all’anno
Genere business management
Fondazione 2006
Formato magazine
Editore Strategics Edizioni Srl
Diffusione 15.000
Sito web http://www.hbritalia.it/

Harvard Business Review Italia è l’edizione italiana della Harvard Business Review, rivista di management pubblicata per la prima volta nel 1922 dalla Harvard Business School Publishing, di proprietà della Harvard Business School. È una rivista a cadenza mensile, basata sulla ricerca, scritta per i professionisti del business e del management. Da 85 anni si colloca sul mercato editoriale come un ponte tra la formazione accademica e la realtà delle aziende.
Tra i suoi collaboratori annovera personaggi del mondo accademico e finanziario tra i quali Corrado Passera, Pietro Guindani, Carlo Pesenti, Andrea Illy, Alessandro Di Fiore, Vittorio Terzi, Leonardo Zaccheo, Ignazio Rocco di Torrepadula, Umberto Bertelè, Anna Gervasoni, Franco Giacomazzi e Walter J. Scott.
A contributi di rilevanza internazionale affianca analisi delle case history nazionali di maggior successo.
Concetti di management e business, termini come Balanced scorecard, Core competence, Strategic intent, Reengineering, Globalizatione Marketing myopia sono stati diffusi per la prima volta nelle pagine di HBR.
Il numero di copie di tiratura: Stati Uniti: 240.000 ; resto del mondo: 250.000, in 11 edizioni nazionali (Cina, Russia, Taiwan, Giappone, Germania, Polonia, Sud America, Ungheria, Italia).
La rivista è editorialmente indipendente dalla Harvard Business School.
L’edizione italiana di Harvard Business Review è pubblicata da Strategiqs Edizioni S.r.l., il cui fondatore e Presidente è Alessandro Di Fiore. Direttore della rivista è Enrico Sassoon.
Storia e organizzazione
L’Harvard Business Review nasce nel 1922 come progetto editoriale della Harvard Business School e dei suoi studenti. Nella prima pubblicazione, il preside della Harvard Business School, Wallace B. Donham, descrisse gli obiettivi della rivista nell’articolo An Essential Groundwork for a Broad Esecutive Theory e scrisse che la teoria del business si dovrebbe sviluppare in modo da consentire al manager di imparare dalle altrui esperienze come comportarsi nelle situazioni reali. Altrimenti, il business continuerà ad essere non sistematico, casuale e, per molti, un patetico gioco d’azzardo.

Il Preside Donham e gli editori credevano che la rivista sarebbe stata un naturale complemento alla scuola. Nei suoi primi anni, la rivista si focalizzava sul trend e lo sviluppo macroeconomico e pubblicava articoli industriali specifici come Are Railroad Freight Rate Structures Obsolete? La rivista conteneva, inoltre, una sezione con i contributi degli studenti che fu interrotta nel 1939. HBR ha iniziato a spostare il suo focus editoriale sul general management dopo la seconda guerra mondiale, quando un crescente numero di manager cominciò ad interessarsi alle tecniche di gestione introdotte dalla General Motors e da altre grandi aziende. Nei successivi tre decenni, la rivista ha continuato perfezionare il suo focus sulle problematiche del general management incontrate dai business leader, presentandosi come la rivista per decision maker. Alcuni tra i principali articoli pubblicati in questo periodo includono Marketing Myopia, Barriers and Gateways to Communication e How Competitive Forces Shape Strategy.
Un importante periodo nella storia della rivista risale alla fine del 1980, quando Theodore Levitt era editore della rivista. Levitt, il professore di HBS, realizzò cambiamenti editoriali e di design tesi a rendere la rivista meno specialistica e più fruibile ad un’audience di general business, con articoli più brevi riguardanti una gamma più ampia di argomenti e l’introduzione di vignette in stile newyorchese.
Originariamente pubblicata da HBS, HBR a partire dal 1993 viene pubblicata dalla Harvard Business School Publishing, una filiale non-profit di Harvard_University che pubblica anche casi, libri (grazie alla HBS Press), “newsletter”, e programmi e materiali formativi aziendali. Nel 2001, la rivista ha cambiato la sua periodicità da bimestrale a mensile.
Dal 1959, il McKinsey Award premia, grazie ad un gruppo di giudici indipendenti, i due più significativi articoli di management pubblicati ogni anno.
Alcuni dei vincitori includono guru del management come Peter Drucker che è stato premiato per 7 volte, Theodore Levitt, Michael Porter, Rosabeth Moss Kanter, e C.K. Prahalad.


Per approfondimenti vedi anche JewishEncyclopedia e Finanza In Chiaro.it
http://katehon.com/it/article/chi-e-enrico-sassoon-padrino-di-casaleggio-associati-e-movimento-5-stelle
https://www.panorama.it/news/politica/gianroberto-casaleggio-massoneria/

lunedì 17 settembre 2018

IL PONTE DELLA MORTE


Lo scorso 14 Agosto a Genova crollava il Ponte Morandi a seguito del crollo parziale della struttura, provocando 43 morti e 566 sfollati.
Rappresentava un simbolo per il capoluogo ligure, un ponte che da troppi anni aveva cantieri aperti, manutenzioni e costi infiniti, da alcuni descritta come una tragedia annunciata.
Il viadotto Polcevera (noto anche come ponte Morandi o ponte delle Condotte) fu progettato dall'ingegner Riccardo Morandi e venne costruito fra il 1963 e il 1967 per opera della Società Italiana per Condotte d'Acqua. Fa parte del tracciato dell'autostrada A10 (gestita dalla concessionaria Autostrade per l'Italia), costituendone un'infrastruttura strategica per il collegamento viabilistico fra il nord Italia e il sud della Francia, oltre a essere il principale asse stradale fra il centro-levante di Genova, il porto container di Voltri-Pra', l'aeroporto Cristoforo Colombo e le aree industriali della zona genovese.



Ponte morandi = codice mor?
Nessuno può sapere esattamente come sono andati i fatti, nessuno pretende di avere la verità in tasca, nonostante ciò, nel massimo rispetto delle vittime e di tutti i loro familiari, proverò a dare un'interpretazione della tragedia ed una chiave di lettura diversa da quella ufficiale.
Ho aspettato un mese prima di esprimermi perché avevo intenzione di raccogliere dati, video ed informazioni utili per farmi un'opinione su quello che può essere accaduto.
Sono arrivato alla conclusione che non sia stato un banale incidente, anche se le condizioni dell'intera struttura erano precarie, anche se erano anni che venivano fatti importanti lavori di manutenzione. Ritengo che il Ponte Morandi sia stato fatto crollare per diversi motivi funzionali a diversi livelli di potere, come si conviene simbolicamente ad una celebrazione, ad una fondazione o rifondazione che sia, o ad una rappresentazione rituale su vasta scala.

Possiamo individuare 3 livelli principali che possono aver determinato la volontà di compiere questo crimine, ogni livello è complementare all'altro:
1- Una volontà economico-finanziaria dettata dalla contingenza delle condizioni strutturali del Ponte, scegliendo la strada dell'abbattimento, come soluzione più vantaggiosa rispetto alle infinite ristrutturazioni.
Una tragedia che sigillasse ritualmente, attraverso il sangue ed il dolore, una MORTE per una grande RINASCITA, per una nuova vita, una sorta di contro-celebrazione ed un auspicio per chi avrà in gloria la ricostruzione dell'opera.

2- Una guerra tra multinazionali transnazionali per rubare e depredare le infrastrutture nazionali nelle partecipazioni rimaste, facendo crollare le azioni quotate in borsa, acquistando successivamente le quote di maggioranza che, passo dopo passo, sposterebbero la proprietà altrove, magari in casa dell'attuale concorrenza, probabilmente ad ORIENTE, in ASIA.

3- Un messaggio meta-politico a determinati schieramenti partitici (Genova/Grillo/M5S), una sorta di dichiarazione di guerra, di intenti che, se compresa ed accettata, si trasformerebbe in un grande ricatto politico all'attuale governo, e quindi in una chiara cooptazione per scelte strategiche e successiva metabolizzazione di presunti e dichiarati intenti di non seguire direttive europeiste, come i loro predecessori supinamente seguivano, riportando sulla retta via gli antagonismi populisti, veri o presunti che siano, contro l'attuale establishment.
Da un lato si comprimerebbero le volontà di cambiamento, spostandole verso posizioni più moderate e gestibili dalla sovragestione, e dall'altro si andrebbero a formare nuove scuole di pensiero, nuove agende, nuovi uomini da piazzare in posti chiave.
Una sorta di Strategia della Tensione su scala industriale per cristallizzare lo status quo e "stoppare" eventuali prese di posizione non consone all'agenda, come eventuali colpi di testa, ribellioni non gradite e/o impreviste, evitando ostacoli che possano minare certezze e nuovi corsi stabiliti dallo schema di potere. Per esempio, cambiare alcuni vertici della nostra Intelligence, magari su consiglio di alcuni epigoni massonico reazionari che da tempo ruotano attorno al nostro attuale assetto governativo.

Questi 3 livelli possono esprimere la volontà di creare a tavolino un attentato, in una data simbolica, in un'ora di punta, alla vigilia di Ferragosto, in pieno giorno, ben sapendo che transiteranno molti veicoli e che moriranno diverse persone. Ogni motivazione soddisfa il proprio livello e tutti i livelli insieme vanno a formare il codice operativo utile alla comprensione di questa curiosa "opera al nero".
La fase del nero è dominata dall’influsso di Saturno. La materia deve cioè essere condotta a putrefazione per permettere all’"artista" di rinascere a una nuova modalità di vita.
La volatilità del Mercurio è causata dall’elemento che più di tutti è influenzato dalla Luna, l’Acqua.
Infatti il rito è stato celebrato durante giorni di pioggia...


1-IPOTESI DI REATO:
-Secondo Enzo Siviero, ingegnere esperto di ponti e accademico, il crollo del viadotto Morandi potrebbe essere compatibile con la dinamica di un attentato eseguito utilizzando microcariche esplosive. Lo ha detto martedì in una intervista a una rete televisiva locale veneta, scatenando un putiferio anche sui social media. "Il ponte è collassato rapidamente dal basso ma voi non avete idea di quanto fossero robusti quei pilastri. Io conosco il viadotto Morandi molto bene, l'ho studiato a lungo", ha spiegato Siviero per sostenere la sua valutazione. 
Poi però ha precisato: "La mia è un'ipotesi puramente accademica, come quelle che altri hanno formulato sui fulmini, e viste le reazioni forse ho fatto male a parlarne".
Siviero è un docente stimato, che ha sostenuto pubblicamente il programma del "Ponte sullo Stretto", è stato professore all'Università di Venezia, prima di statica e poi di progetto di ponti.
L'eco della sua intervista è stata amplificata dalla notizia - riportata da alcuni quotidiani veneti - che avesse ricevuto un incarico dal gruppo Autostrade per analizzare le cause del crollo di Genova.
Il professore in passato risulta essere stato consulente di Sprea, la controllata di Autostrade che si occupa delle costruzioni, per le valutazioni di sicurezza sui viadotti.
Ieri ha negato a Repubblica di avere ricevuto incarichi dal gruppo Autostrade. Su questo punto l'azienda è stata netta e fa sapere di avergli inviato mercoledì mattina una formale diffida a rilasciare dichiarazioni per conto del gruppo.

2-OPERAZIONE FINANZIARIA OCCULTA:
La holding dei Benetton controlla la maggioranza relativa. La parte flottante penso sia detenuta principalmente da Hedge Fund (conto speculativo).
I giorni scorsi hanno fatto crollare il prezzo dell'azione in borsa permettendo di comprarla a buon mercato. Una possibile spallata perché ora è possibile che qualche avversario la compri a 4 soldi dall'estero.
Le autostrade sono in mano a una famiglia italiana e in questo modo si ottengono due risultati importanti:
1) Spingere il governo a far salire il valore degli asset in portafoglio, facendo salire il vero valore di lungo termine della società e i conseguenti potenziali profitti generati dall'operazione.
2) Rendere una società costosa, capace e che funziona con un azionariato consolidato a buon mercato.
Dunque, accessibile a chi vuole comprarla a 30 invece che a 100, ed il governo c'è cascato in pieno, fungendo da utile idiota.
Vogliono far scendere il valore della partecipazione di Atlantia in autostrade per comprarsela completamente svalutata.

3-IPOTESI ESOTERICA:
Il 14 agosto è una data esoterica fondamentale.
In prossimità del 15 agosto, Sirio, la stella del mattino, comincia ad essere visibile all’alba e sta a significare l’inizio del riposo delle piante e la fine del raccolto. 
Il Ferragosto è una celebrazione che risale all’imperatore Ottaviano, in quanto la derivazione del termine giunge da feriae Augŭsti, ovvero, il riposo di Augusto. 
Solo successivamente il cristianesimo ha rielaborato i significati della festa con la celebrazione dell’Assunzione della Vergine Maria.
Dietro la festa del 15 agosto, però, si nasconde un significato esoterico profondo. 
Acqua e fuoco, gli elementi che caratterizzano la magica notte, hanno infatti origini molto antiche.
Il fuoco veniva acceso per chiedere alle divinità di prolungare le giornate per non piombare nel buio dell’inverno e nel gelo della terra, un buio che spaventava e che lasciava avvicinare i demoni delle credenze popolari.
Con il fuoco si voleva prolungare ancora per qualche settimana il caldo estivo e la lunghezza delle giornate, ormai destinate ad accorciarsi irrimediabilmente fino alla famosa notte del 24 dicembre.
L'acqua aveva un significato magico: gli antichi si immergevano nelle acqua del mare, o dei laghi e dei fiumi, come gesto lustrale in previsione dell'autunno e del lavoro che esso comportava. 
L'acqua purificava il corpo e lo spirito dopo un periodo di sosta, che serviva a ridare le energie necessarie a svolgere il duro compito che aspettava i contadini nei campi.

4-IPOTESI COMPLOTTISTA:
Potrebbero aver usato micro-cariche per demolire il Ponte Morandi, hanno probabilmente usato armi ad energia diretta per surriscaldare gli stralli.
I bagliori che precedono il crollo parlano chiaro, non sono lampi, sono più simili a deflagrazioni, appaiono nel punto esatto sottostante ai piloni ed hanno una dinamica tipica delle esplosioni delle demolizioni controllate.
L'attentato potrebbe essere stato realizzato volutamente durante il mal tempo per mascherare rumori ed i lampi delle esplosioni.
In questo caso, il mal tempo funge da "filtro" percettivo (uditivo e visivo) alla stessa stregua dei filtri che vennero applicati nel crollo delle due torri per confondere le immagini e manipolarle; il temporale di Genova è stato il filtro per occultare agli occhi delle persone quello che è accaduto realmente.
E' il solito elefante in salotto, fatto sotto gli occhi di tutti, affatto occultato, ma depistata la ricerca della verità, come sempre accade per questi fatti di cronaca.
I video in questione sono stati giustamente requisiti per le indagini dagli inquirenti, come da prassi, ma in realtà, ne sono stati volutamente divulgati in rete e nei media alcuni, tagliati e palesemente manipolati.
Uno tra tutti quello puntato sulla zona del disastro che filma e riprende in direzione del collasso autostradale, ma poi, magicamente sono state sfumate le immagini prima del crollo, come fossero una sequenza montata di un film. Sono sparite, anche quelle magicamente, tutte le posizioni delle cam presenti nel sito di AUTOSTRADE, fino a poco tempo prima del disastro, nel senso che ne è stata visivamente negata l'esistenza, poi si è detto che il maltempo avrebbe compromesso i filmati, non prima di aver affermato, quasi comicamente, che il collasso poteva essere stato causato da un fulmine, tesi alla quale, fortunatamente, non ci ha creduto nessuno, ma loro ci hanno ugualmente provato.
Inizialmente, è stato detto che i filmati non c'erano perché le cam sarebbero state distrutte dal crollo, cosa impossibile, perché le immagini contenute rimarrebbero comunque e nonostante tutto, in quanto non impresse su nastro, ma veicolate via radio, come avviene oramai ovunque, ergo, sono sparite magicamente anche loro.
Poi qualcuno ha ripreso, sotto il temporale, strani e curiosi lavori di cantieri proprio il giorno prima, ed allora chiediamoci perché nessun giornalista serio ha avuto la banale idea di intervistare gli addetti alla manutenzione accorsi di sera sotto una pioggia torrenziale?
Perché il viadotto non è stato chiuso se davvero c'era una tale emergenza proprio il giorno prima del fatto?
Erano tecnici di AUTOSTRADE, non si può sapere nulla dei lavori e dei controlli fatti così urgentemente proprio in quella zona?
Perché è stato scientemente depistato tutto, salvo poi ammettere che i video non erano spariti?
Perché dei piloni così grandi sono crollati in un nano secondo come si fossero sbriciolati facendo una curiosa torsione, accartocciandosi su se stessi, e perché non è crollato solo il manto stradale, come avviene solitamente quando un grande ed imponente ponte è disastrato e rovinato?

La rappresentazione mediatica funge da favola, da narrazione oracolare, per far accettare alle persone un destino infausto e ristabilire ruoli sociali in campo che, se condivisi, permettono allo schema di potere di raccontare qualsiasi fandonia ed imporre il dogma religioso, oggi incarnato dal fronte scientista che spinge sul fattore della casualità (prima o poi doveva succedere).
Si vede chiaramente che i bagliori delle esplosioni precedono il crollo, nei filmati mostrati solo in un secondo momento dai media ufficiali. I bagliori se fossero causati dal tranciamento dei fili della corrente sarebbero contemporanei, invece, prima il ponte è ancora intatto.
Dopo i bagliori, il ponte si sbilancia, cade e si sbriciola. Ecco perché ha subito quella famosa torsione, perché sapevano che sarebbe bastato sbilanciarlo per farlo cadere, tagliando gli stralli con piccole cariche.
Sembra proprio la dinamica di un attentato, ma queste sono ovviamente solo supposizioni e congetture di noi dietrologi...


PS: Una curiosità a livello di messaggi in codice mediatici che potrebbero essere stati veicolati proprio il giorno dopo il tragico fatto e durante la liturgia televisiva.
Fin dall'inizio si è puntato il dito sulla famiglia BENETTON ed il nome è stato massivamente veicolato come notizia del giorno, questo è accaduto sempre prima di un altro nome, comparso in una news completamente differente e di ben altra natura.
Per almeno 5 giorni i tg hanno mandato in onda gli aggiornamenti della tragedia di Genova e, solo dopo, in perfetta cronologia e successione, ci hanno informato della telenovela del caso ASIA ARGENTO, veicolando il nome del suo giovane accusatore, che ricorda proprio quello di BENETTON, ovvero, BENNETT, il ragazzo americano che ha affermato a reti unificate di essere stato violentato dall'attrice quando era minorenne.
Senza entrare in merito alla questione, è significativo questo abbinamento giornalistico, quasi pubblicitario, dove i due nomi, identici e con lo stesso etimo, si affiancano parallelamente su due strade differenti, forse uniti, ed è ovviamente solo una congettura, per formare il messaggio in codice nascosto.

Guardiamo la curiosa sovrapposizione dei due nomi nella loro etimologia:
Il cognome Benetton è una declinazione regionale (veneta) del cognome Benedetti molto diffuso in tutta Italia con tantissime varianti: De Beneditti, Benetelli, Benettini, Venditti...
Deriva dal nome proprio Benedetto già affermato nel medioevo, che adatta al volgare il personale romano Benedictus, che esprime un augurio in quanto deriva da benedicere, benedire, consacrare.
Il significato che il cognome Benetton assume è quello di “benedetto – quindi – protetto da Dio”.
Augurio confermato dal successo della famiglia Benetton che negli anni ha creato un impero, a partire dal settore tessile. Nomen est omen!
Ed ora il nome Bennett ...
Origine e significato: Abbreviazione anglosassone di Benedict. Il significato di questo nome è esplicito nella sua origine latina: Benedictus, "colui di cui si dice ogni bene, benedetto".
Come BENETTON deriva dal medievale Benedictus, anche BENNETT ha lo stesso esatto etimo, nonostante sia declinato in inglese.
Quindi a livello metaforico, BENNETT diventa l'accusatore, mentre BENETTON diventa, almeno pubblicamente, l'accusato.
Il più giovane BENNETT accusa ASIA (che in questa assonanza potrebbe assumere il valore simbolico della multinazionale asiatica concorrente di Atlantia) e "rinasce", mentre il più grande BENETTON "muore" e fa, simbolicamente, il passaggio di consegne verso altri competitors.
Ecco perché le notizie, come fossero carte dei tarocchi, sono state veicolate assieme dai media di tutto il mondo occidentale, in successione una dopo l'altra, un po' forzatamente.

Chi conosce il flusso di queste energie sottili le sa cogliere e pilotare per realizzare i suoi scopi.
Una bella sincronia tra eventi mediatici apparentemente lontani, ma analogicamente vicini per esprimere messaggi significativi.
Non c'è un Grande Vecchio dietro a tutto ciò, ma c'è chi sa cogliere certi flussi sincronici sottili e sa mettere in relazione eventi distanti apparentemente tra loro.


http://www.atlantia.it/it/il-gruppo/azionariato
http://www.atlantia.it/it/il-gruppo/dati-di-mercato
Dati di mercato - Atlantia
atlantia.it
https://it.wikipedia.org/wiki/Falco_Accame
https://comedonchisciotte.org/perche-non-ci-ascoltano/
http://www.lintellettualedissidente.it/italia-2/autostrade-per-litalia-miniera-doro-sulla-pelle-degli-italiani/
http://www.ingegneriaedintorni.com/2011/01/il-degrado-del-cemento-armato-la.html?m=1
https://it.wikipedia.org/wiki/Atlantia
http://www.atlantia.it/it/il-gruppo/azionariato
http://www.atlantia.it/it/investor-relations/titolo-borsa
Andamento Titolo - Atlantia
A Genova un'altra tragedia a pochi metri dal disastro del crollo del viadotto Morandi: forse peqr un fulmine, nell'abitazione di due coniugi sardi è divampato un devastante incendio
lanuovasardegna.it
https://www.lindaliguori.it/benetton-benedetto-soprattutto-a-pasqua/
https://www.nostrofiglio.it/nomi/bennet
https://it.wikipedia.org/wiki/Viadotto_Polcevera
http://ghiandolapineale.blogspot.com/2017/08/ferragosto-ecco-il-significato-esoterico.html