giovedì 24 giugno 2021

LA SOCIETA' DELL'INCHINO

                                   
La genuflessione è un atto di sudditanza dal sapore monarchico e religioso. Un tempo si stava orgogliosamente in piedi con il pugno chiuso, quello era un gesto antirazzista, di impatto e anti-sistema. L'antirazzismo d'accatto non solo non serve a nulla, ma conforma tutti, assolvendo il "male".
Un po' come andare a confessarsi in oratorio.
Questa è la fine del progressismo, quindi un atto fortemente reazionario.
cit. Subcomandante Narcos

L'inchino preteso dai calciatori per celebrare l'anti-razzismo è qualcosa di veramente ridicolo, patetico e conformista. Come se servisse a qualcosa, mi ricorda l'uso della mascherina.
Tutti lo devono fare, perché è la REGOLA.
La regola prima di tutto! Siamo figli della regola, delle regole, dobbiamo essere conformati tutti, vaccinati, digitalizzati, inchinati, in fila e pure contenti.
Andiamo verso uno Stato etico, che di etico non ha proprio nulla. Andrebbe chiamato Stato ipocrita!
L'ipocrisia è la vera malattia di questa triste epoca.
Esauriamo la nostra indignazione nelle celebrazioni, nuove messe laiche, nei giorni della memoria, nelle ricorrenze di Stato, siamo una società molto conformista, talmente conformista che manco ce ne rendiamo conto. Ci laviamo la coscienza e dopo siamo pronti a sporcarcela nuovamente. 
Non solo, siamo legittimati a farlo. Non importa risolvere i problemi del razzismo, basta la percezione di risolverli.
Lo stesso sistema che fa guerre nel 3° mondo, che sfrutta in ogni modo il 3° mondo, facendo lavorare come schiavi bambini nelle miniere, nell'agricoltura, lo stesso sistema che arma il 3° mondo per alimentare le guerre fratricide, ma anche lo stesso sistema che fa sperimentazioni criminali di vaccini e farmaci (vedi storia della Pfizer ed accoliti), facendo stragi e compiendo crimini di ogni natura, sempre nel 3° mondo, PRETENDE l'inchino da calciatori miliardari per celebrare il Campionato Europeo, e che sia un campionato FORMALMENTE anti-razzista e per il bene comune.
Il bene comune, si occupa quotidianamente del male comune, ma ha bisogno di santificare eventi, date e flashmobe di propaganda, per farsi accettare democratico ed unico modello possibile per l'unica società possibile, quella di un eterno presente immanente, sacro e sacralizzato.
Quello che conta è la liturgia, e poco importa se sia religiosa o meno, fa parte del DNA dei popoli, quello di sostituire un culto con un altro, l'importante è la cerimonia, lo schema mentale è identico.
Ce lo dice la TV, ce lo dice la scienza è il nuovo slogan che ha sostituito "In nome di Dio".
Una società basata sulla formalità e non sulla sostanza, un po' come il DDL Zan, che nulla serve alle donne (facesse una seria battaglia per mandare in pensione le lavoratrici molti anni prima), agli omosessuali e gender di ogni latitudine (considerati categorie prima che persone), ma è solo uno dei primi tasselli per sviluppare censura per abituare il popolino alla censura.
Uno Stato etico che deve educarti al lessico idoneo, che decide cosa è lecito dire e non dire, che mette all'indice chi usa certi termini, che inizia a dire anche cosa devi pensare, leggere, come devi curarti.
Dopo un anno e mezzo di delirio paranoico sull'uso delle mascherine, sulle chiusure, sull' "andremo a stanare i non vaccinati, i contagiati...", sulla cancellazione voluta e mirata di ogni espressione dello spirito, quindi, musica, teatro, cinema, arte, è proprio questa società, quella si realmente malata, a fare la morale sui media, mettendo nella lavagna dei cattivi chi non si adegua, indicandoci la strada come in uno Stato confessionale, altro che laicità.
Un modello che sviluppa solo ansia, paranoia, divisione.
Un po' come l'ipocrisia del piccolo borghese benpensante, che si straccia le vesti per i migranti in alto mare, poi, una volta sbarcati se ne frega altamente del fatto che finiscono per essere sfruttati dalle mafie, che vengono sottopagati come schiavi dal caporalato, quando va bene.
Le uniche donne libere nel PD, puntualmente silurate ed espulse, sono attiviste musulmane democratiche che vorrebbero che il loro partito si occupasse anche delle condizioni criminali in cui vivono le donne islamiche, dei loro diritti ad essere donne liberate da certe tradizioni maschiliste e repressive, che vorrebbero aprire le moschee a tutti i gruppi musulmani, talvolta esclusi dal culto, dato che sono favoriti ovviamente solo quelli che portano più pecunia ai comuni. Non una sola parola per scardinare certi retaggi infami, quelli sono considerati tradizioni dai sinistroidi da salotto con servitù diversamente colorata, nei loro fortini di marzapane.
Celando un razzismo di fondo terrificante, perché lor signori considerano gli ALTRI come categorie protette, magari molto pittoresche diverse da LORO, e non come umani simili, con le stesse esigenze, diritti e doveri.
L'importante è nascondere la polvere sotto il tappeto, la polvere rimane, ma non si vede e tutti sono felici e contenti.
Un po' come il Black Lives Matter, che nasce con giusti propositi di giustizia sociale, ma subito dopo, è diventato organo e strumento delle peggiori e reazionarie società filantropiche neo-liberiste, ovvero, cavallo di troia dei DEM americani, ergo, di certi poteri forti neo-aristocratici, che lo finanziano e lo eterodirigono come propaganda di partito e non solo.
Vige una voglia di Re, un sentimento monarchico instillato nella nostra memoria cellulare, che ci fa piegare verso la regola, a prescindere da cosa essa rappresenti.
Un po' come tanti Fantozzi al cospetto del megadirettore galattico.
E allora fatelo sto cazzo di inchino al mondo globalista etico, green e bio, verso la corona inglese, verso il corona virus, verso il politicamente corretto in salsa etico-fascistoide.
Fatelo, siate schiavi fino in fondo.









martedì 22 giugno 2021

HANNO SEMPRE AVUTO RAGIONE LORO...

VENDESI: Penisola vista mare, soleggiata, più giardino uso pascolo, con 60 milioni di pecore... 
cit. Un pastore stanco

Si, hanno ragione LORO. L'hanno sempre avuta. Il Potere ha sempre ragione, sennò che potere è?...  Inutile ribellarsi, basta ribellismo adolescenziale, basta, non serve! Lasciamoci andare, non pensiamoci più, basta fare i Don Chisciotte digitali, tiriamo a campare, facciamoci i cazzi nostri. La MAFIA non esiste, non esistono i complotti, il sistema lavora per noi ed è il miglior sistema possibile, e che l'eterno presente sia con noi e con il nostro spirito, forever & ever. 

W il vaccino che ci sta liberando dal MALE. W la Scienza che si preoccupa della salute dei cittadini. W i nostri cari virologi che contribuiscono a diffondere il verbo. Basta criticare il vaccino sperimentale, e fatevela voi una bella passeggiata in terapia intensiva su di un monopattino elettrico! Siate contenti di essere cavie di questa sperimentazione. Pazienza se ci rimanete secchi a causa del vaccino, pure l'aspirina uccide, non siate disfattisti, sacrificatevi e tacete una buona volta, negazionisti, sciovinisti e terrapiattisti che non siete altro!

Le mascherine sono fondamentali, peccato non siano più obbligatorie all'aperto dal 28 Giugno, io le avrei mantenute per altri 13 anni, come minimo. Cosa dovrebbero dire, allora, le donne fondamentaliste islamiche che indossano belle, contente e sorridenti il Burqa? Vi risulta si lamentino? E non diciamo sciocchezze sulle varianti causate dal vaccino, perché gli UNTORI siete voi, poveri straccioni che non volete salvarvi e che volete pure andare a ballare nelle sale da ballo. Vergognatevi, al posto che andare a votare alle primarie del PD!

Basta pensare che è tutto un complotto, le cose avvengono per caso, non è colpa di nessuno se voi siete dei morti di fame, è solo frutto di un caso fortuito e sappiate che gli ultimi saranno i primi. I complotti non esistono, prendetevi le vostre responsabilità personali e non rompete i coglioni con sta ROSA ROSSA, che poi potrebbe anche essere azzurra o a pois. Basta criticare questa dittatura sanitaria, pensavate di vivere in una democrazia? Ve ne siete accorti solo ora? Dovreste essere grati alle entità criminali che compiono sacrifici rituali per celebrare la nostra bella società, perché anche voi, in piccolissima parte, ne traete giovamento.

Basta lamentarsi dei licenziamenti, fate come la CGIL che sono 50 anni che si occupa di altro, proprio perché non può occuparsi di voi, tipo fare manifestazioni contro l'IRAN, paese canaglia sotto pressione NATO. Basta lamentarsi che stiamo perdendo sovranità economica. Camperemo con debiti che sposteranno la nostra società sempre più a destra in termini liberisti. LIBERISMO E' BELLO!

Basta criticare Draghi che si sta impegnando tanto e che con il cazzo che farà la seconda dose con Astrazeneca, solo perché ha svenduto l'ALITALIA, favorendo ancora una volta la Germania e il prossimo inverno darà via ai licenziamenti di migliaia di lavoratori. Il lavoro è sopravvalutato, vivete di poco, non vi basta NETFLIX, cosa volete ancora?

Insomma, basta. Siete dei sudditi e fate i sudditi. Dovete ringraziare la transizione digitale che vi farà dialogare con il vostro frigo preferito, non siete mai contenti, eh? Ringraziate quella Green con il disboscamento di milioni di alberi e delle trivellazioni ovunque. Siate pure grati all'aumento massivo di inquinamento elettromagnetico, non farà che rafforzare le vostre difese immunitarie in previsione di altre apocalissi, mica questa che era solo un banale testing di massa per capire come reagivate ed avete reagito da vero gregge, mascherati, silenti, obbedienti, in fila per le vaccinazioni, in fila per i negozi, in fila per un reddito di cittadinanza, insomma, sempre in fila.

Ecco, ora che abbiamo messo un po' di ordine, che abbiamo ristabilito i ruoli sociali in campo, come se poi ce ne fosse bisogno, dopo che abbiamo confermato che il potere lavora per voi, cari sottoposti, che non esistono complotti e che l'uomo andrà pure su Marte, potete andare beatamente in vacanza e fare i vostri bagni. Rilassatevi che la 3° stagione di PANDEMIA PORTAMI VIA è pronta ed uscirà il prossimo inverno. Titolo: DELTA, ma anche LAMBDA! 

Soprattutto, sappiate una cosa, non ce la farete mai, perché? Perché hanno sempre avuto ragione LORO.






martedì 15 giugno 2021

LA STRAGE DI ARDEA PURPUREA





Quando tutto
fu ridotto in cenere,
dalle macerie si alzò
in volo un uccello.
Il suo grido,
la sua magrezza,
il suo pallore
tutto ricordava la città:
il suo nome è Ardea
(Ovidio, Le Metamorfosi, libro XIV,574-580)

Nello stemma del comune di Ardea, in provincia di Roma, sono raffigurati gli elementi legati al mito della fondazione della città: la nave che portò Enea sulle coste laziali e l'airone a cui Ardea deve il suo nome.
L'airone di Ardea rappresenta la versione italica del mito dell'araba Fenice, l'uccello che ogni 500 anni rinasceva dalle sue ceneri.
L'origine degli aironi dalle ceneri di Ardea possiede un significato simbolico, in quanto il poeta Ovidio ricorda Ardea come la città dei Rutuli che era sempre capace di superare le situazioni più difficili. D'altronde il motto latino dell'airone cenerino è ALTIOR ADVERSIS (oltre ogni avversità).
L'etimologia del genere Ardea trae origine dalla mitologia romana e designava l'odierna città di Ardea nel Lazio, al tempo capitale dei Rutuli, rasa al suolo e totalmente bruciata durante la guerra con Enea. Dalle sue ceneri risorse un uccello che dopo aver emesso un lungo lamento e scosso la fuliggine che lo copriva completamente, si rivelò essere candido. Forse un diretto riferimento alla leggenda dell'Araba Fenice. La specie purpurea dal latino "purpureus" con significato di color porpora.
Il motto della Fenice è Post fata resurgo ("dopo la morte torno ad alzarmi").

«Turno muore. Ardea cade con lui, città fiorente finché visse il suo re. Morto Turno, il fuoco dei Troiani la invade e le sue torri brucia e le dorate travi. Ma, poi che tutto crollò disfatto ed arso, dal mezzo delle macerie un uccello, visto allora per la prima volta, si alza in volo improvvisamente e battendo le ali, si scuote di dosso la cenere. Il suo grido, le sue ali di color cenere, la sua magrezza, tutto ricorda la città distrutta dai nemici. Ed infatti, d'Ardea il nome ancor gli resta. Con le penne del suo uccello Ardea piange la sua sorte»
(Ovidio, Metamorfosi, XV.)


CRONACA DI DOMENICA 13 GIUGNO:
Una strage feroce e insensata si è abbattuta in una domenica di mare su un comprensorio residenziale, Colle Romito, ad Ardea, quaranta chilometri a sud di Roma. 
L'assassino aveva 35 anni, si chiamava Andrea Pignani Rossetti, viveva con la madre, Rita Rossetti, in una villetta acquistata nel 2019, a poche decine di metri dal campetto del triplice omicidio. Laureato in ingegneria informatica, disoccupato, un anno fa, a maggio, era stato sottoposto a TSO, anche se alcune fonti negano il fatto, per aver aggredito la madre, ma non risulta che fosse attualmente in cura per problemi mentali. Secondo i carabinieri non usciva di casa praticamente da un anno. I vicini, altri abitanti del comprensorio, raccontano di quella pistola che tirava fuori per minacciare ogni volta che c'era una discussione, qualcosa che lo infastidiva, che fosse la potatura degli alberi o qualche rumore intorno a casa sua, ma nessuno aveva sporto denuncia, secondo i carabinieri. 
Andrea alle 11 è uscito e sulla sua strada ha incontrato Daniel e David che giocavano tranquilli. 
Gli ha sparato al collo e al petto e, racconta la nonna, "sono morti tenendo la mano del padre", Domenico Fusinato, ai domiciliari in un'altra villetta di Colle Romito per reati di droga, ma subito accorso appena sentiti gli spari. Nel frattempo Pignani aveva colpito e ucciso con un proiettile alla testa anche Salvatore Ranieri, 74 anni, che passava in bicicletta. Una quarta vittima, un uomo che stava andando a buttare la spazzatura, sarebbe sfuggita alla morte solo perché troppo distante per la gittata della pistola. 
Pignani è quindi rientrato in casa, si è chiuso dentro e per ore non ha risposto ai negoziatori arrivati sul posto per convincerlo ad arrendersi. Quando a metà pomeriggio un commando del Gis carabinieri è entrato nella villetta l'uomo si era già ucciso con la stessa pistola. 

CONCLUSIONI:
Una vicenda terrificante che non trova alcuna spiegazione logica, se non nell'apparente follia di questo ragazzo che ha deciso una calda domenica del 13 Giugno, di cambiare il corso del destino alle sue sfortunate vittime, alla sua famiglia, a se stesso.
Si faceva chiamare Mr Hyde 86 su Facebook. Sembra proprio l'archetipo del profilo del folle, una narrazione forzata che punta il dito su questo ragazzo strano, che non usciva di casa da quando era scattato il primo lockdown, che aveva rubato la pistola del padre morto lo scorso inverno.
Il profilo del perfetto serial killer all'americana, un novello Zodiac, pronto ad uccidere passanti senza alcun motivo apparente. Ricorda anche il pazzo protagonista del film BERSAGLI di Bogdanovich, che sparava dal tetto di un palazzo ad ignari passanti.
L'america è in casa nostra!
Quello che si vuol veicolare con queste tragedie è l'assoluta precarietà del vivere, perché ti può capitare qualsiasi cosa e tu sei impotente. Meglio allora stare in casa e non godersi troppo le vacanze come aveva pensato l'anziano villeggiante che amava trascorrere la mattinata in bicicletta. Meglio non mandare fuori i bambini a giocare nel parco, perché c'è sempre un orco rosso, anzi, purpureo come la stessa cittadina di Ardea, che incombe.
Una costante in questi omicidi mediatici è la presenza simbolica del rosso, per osmosi della rosa rossa, intesa come simbologia operativa, come linguaggio occulto e controiniziato, nascosto tra le pieghe del racconto, ma sempre costante. Questa volta rappresentato dal simbolo dell'airone rosso di Ardea, e dal nome e cognome della madre del presunto assassino, RITA ROSSETTI, che nessuno ha visto materialmente sparare, ma che i carabinieri avevano già individuato, tanto da fare incursione a casa sua, "prima" che si uccidesse. Lo stesso pseudonimo usato per i social, Mr Hyde 86, richiama indirettamente l'autore Robert Louis Balfour Stevenson de "Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde", appartenente a circoli magico esoterici, vicini al linguaggio della ROSA.
Non sapremo mai la verità, la vicenda è stata derubricata come suicidio.










martedì 8 giugno 2021

IL RITO DELLE MORTI SUL LAVORO


La frontiera dei nuovi eventi di cronaca nera (omicidi/morti rituali e/o mediatici), è rappresentata dalle catastrofi sul lavoro, in realtà, sempre tristemente presenti ogni giorno dell'anno, ma oggi veicolate più di ieri, utilizzate come scenari di propaganda dagli organi d'informazione. Nell'ultimo periodo, in concomitanza con le lente riaperture di alcune attività, con le annunciate riforme economiche di Draghi attraverso il piano del RECOVERY, abbiamo assistito ad almeno un paio di tragedie significative e rappresentative, simbolicamente, da considerarsi come omaggi sacrificali mediatici, dato che primeggiano sulle cronache del bel paese. 
Una di queste riguarda direttamente il decesso di una giovane operaia, l'altra riguarda indirettamente il lavoro, anche se le vittime sono dei turisti.
Intanto il periodo, il mese di Maggio, ovvero, il mese della rosa, della fertilità e della grande Madre Terra.
"Mettere un campo a maggese infatti significa curarlo facendogli saltare un turno di coltivazione, volentieri all'interno del quadro più ampio della rotazione delle colture, che alterna sulla stessa terra coltivazioni diverse al fine di mantenere il terreno ricco."
Nell'antica Roma il culto di Maia si festeggiava il primo maggio, per celebrare il fuoco e la potenza sessuale, offrendo in sacrificio una scrofa gravida, con lo scopo di trasferire alla terra il dono della fecondità. Maia era sia la divinità della forza distruttrice di Vulcano, sia Madre Natura, portatrice di abbondanza e fertilità. Nello stesso mese, erano celebrati i Lemuralia, una serie di rituali magici per scacciare i lemuri, ossia le anime in pena. Queste cerimonie si celebravano i giorni nove, undici e tredici del mese e avevano lo scopo di garantire la pace alle anime dei malvagi, invocate dai sacerdoti che officiavano i riti, mentre lanciavano in aria fave nere. Il rituale proseguiva con la morte di uomini che si erano macchiati di “parassitismo”, i quali venivano gettati nel fiume e lasciati annegare.

Le due tragedie che andremo a trattare sono quella della povera Luana D'Orazio e quella della Funivia del Mottarone. In entrambi i casi, i due mostri meccanici sono i colpevoli, anche se i mandanti sono l'incuria, l'avidità e l'egoismo umano.
1- L'ORDITOIO ASSASSINO:
Risucchiata dal rullo del macchinario su cui stava lavorando e deceduta per schiacciamento del torace, sono questi i primi risultati dell’autopsia sul corpo di Luana D'Orazio, la ragazza di 22 anni vittima di un terribile incidente sul lavoro il 3 maggio scorso, mentre lavorava in fabbrica in un'azienda tessile di Montemurlo, in provincia di Prato. L'autopsia, svolta dal medico legale Luciana Sonnellini a cui la Procura di Prato ha affidato l’incarico, ha stabilito che la giovane operaia è stata vittima di un politrauma fratturativo toraco-polmonare. In pratica uno schiacciamento provocato dagli ingranaggi dell'orditoio su cui era impegnata e che l’ha uccisa praticamente sul colpo. 
Il giorno dell’incidente la procura ha disposto il sequestro del macchinario di Luana e uno gemello per eseguire le comparazioni. Ha indagato la titolare dell’azienda, Luana Coppini, e il manutentore esterno alla ditta, Mario Cusimano, a cui si è aggiunto Daniele Faggi, marito della Coppini, ritenuto l’amministratore di fatto dell’orditura. Le ipotesi di reato sono uguali per tutti: omicidio colposo e rimozione dolosa delle cautele antinfortunistiche. L’orditoio a cui era addetta Luana è stato manomesso. Lo hanno stabilito le prove tecniche svolte dai periti delle parti in due distinti sopralluoghi. 
La saracinesca di protezione che doveva difendere Luana era disattivata, come lo era nel macchinario gemello. Per la procura se il cancello avesse funzionato Luana non sarebbe morta.
Luana aveva un sogno, lavorare nel mondo dello spettacolo, fece una comparsa in un film di Leonardo Pieraccioni dal titolo: Se Son ROSE
Luana lascia Alessio, un bambino di 5 anni.

2- LA FUNIVIA DELL'ORRORE:
Verso le ore 12:30 di domenica 23 Maggio 2021, a soli 3 metri circa dalla stazione in vetta al Mottarone, si è verificato un cedimento strutturale della principale fune traente, causando il distacco di una delle cabine in servizio, che dopo aver retrocesso a forte velocità, si è sganciata dalla fune portante in corrispondenza di uno dei piloni del tracciato ed è precipitata al suolo dopo una caduta di oltre 20 metri, finendo in una zona boschiva lontana da strade carrabili, il che ha reso inizialmente difficile l'opera di soccorso. 
Un dipendente della funivia ha confermato che fu il tecnico Tadini a ordinare di mettere i ceppi per bloccare i freni di emergenza della cabina e ha spiegato che la loro installazione era «avvenuta già dall’inizio della stagione», il «26 aprile», quando l’impianto tornò in funzione dopo le restrizioni. L’operaio ha spiegato che Tadini ordinò di «far funzionare l’impianto con i ceppi inseriti», a causa delle anomalie al sistema frenante non risolte, «anche se non erano garantite le condizioni di sicurezza necessarie».
Pur ammettendo di aver posizionato i forchettoni per bloccare i freni di emergenza, Tadini aveva spiegato che «questa era la volontà della società». 
Delle 15 persone presenti a bordo della cabina coinvolta nell'incidente, 14 sono decedute mentre una sola è rimasta gravemente ferita (Eitan Biran, 5 anni). Otto vittime erano italiane, cinque israeliane e una iraniana.


Pur essendo due vicende slegate tra loro, i fatti presentano diverse curiosità e similitudini, come quella dei due bambini della stessa età (5 anni), rimasti orfani da madri morte in circostanze similari e ravvicinate cronologicamente, vicende criminali e non certo casuali, qualunque sia la natura dei fatti. 
Il fatto più rilevante è la presenza costante floreale. Sembra proprio una liturgia, una celebrazione della Rosa Rossa. Nella vicenda di Luana, viene rimarcata mediaticamente la sua partecipazione al film "Se Son ROSE", mentre nella vicenda della strage della funivia del Mottarone, possiamo notare la data del 23 Maggio, ovvero, la Festa di Pentecoste, detta anche Pasqua delle Rose.
Inoltre, tale festività è importante nella tradizione religiosa dell'ebraismo e non è un caso la presenza di ben 5 vittime di origine ebraica. Anche il numero 5 ritorna ben 3 volte. Pentecoste (50 giorno dopo la Pasqua), 5 morti israeliani e l'unico superstite, Eitan di 5 anni.
Anche i fiori/piante corrispondenti ai nomi dei bambini hanno lo stesso significato e valore simbolico.
Eitan-Agrifoglio: L'agrifoglio è una pianta magica fin da prima dell'avvento del Natale cristiano, si dice che proteggesse dai demoni e portasse fortuna.
Alessio-Lillà: Un’antichissima leggenda narra che il popolo delle fate amasse stare tra i fiori di Lillà.  Le fate usavano piantare questi fiori dove credevano fosse annidato il male, per purificare e proteggere il luogo dalle entità demoniache.
I nomi dei due bambini rappresentano protezione, purificazione e buon auspicio per il futuro.
Adulti morti, bambini sopravvissuti, un po' come è avvenuto durante la pandemia. 
Morte e rinascita, si chiude un'era e se ne apre un'altra, ed a coronare e sigillare questo passaggio simbolico nell'ambito del "mondo del lavoro", muore oggi a 71 anni Epifani, ex sindacalista riformista, ex segretario del PD, ancor prima, ex socialista fino al 1994, poi passato sul carro dei vincitori. 
Come deputato fu oggetto di molte critiche da parte del mondo sindacale e della stampa durante il governo Renzi in quanto, in aperto contrasto con le battaglie da lui condotte da sindacalista in difesa dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, votò in Parlamento a favore della riforma del Jobs Act.

Cosa dobbiamo aspettarci in futuro sull'occupazione, sui diritti sociali, quali trasformazioni sono in atto nel mondo del lavoro, mentre perdiamo anche la compagnia di bandiera Alitalia, previo inchino alla Germania e conseguenti licenziamenti a catena.
Quale sarà il destino dell'ILVA, della Whirepool, quali celebrazioni, quali liturgie, quali fiori trionferanno?