sabato 29 febbraio 2020

STOP PARANOIA CORONA VIRUS



Negli articoli precedenti abbiamo trattato le suggestioni e le tesi cospirazioniste del fenomeno legato ai virus e, nello specifico del Covid-19, che dalla Cina è arrivato fino in occidente.
Le tesi esposte erano 3:
1- Guerra Batteriologica voluta dagli USA per contrastare la Cina. Una guerra invisibile atta a contenere l'espansione per il controllo delle telecomunicazioni e del 5G, una guerra atta ad indebolire il Dragone su più fronti: economico, geopolitico e militare.
2- Prova di forza della Cina per mostrare al mondo intero la sua capacità di poter gestire una crisi pandemica, in caso di futuri conflitti con l'occidente, mostrando indirettamente le nostre debolezze e la nostra incapacità di contenere il fenomeno. Superamento dell'attuale fase di stallo della crescita economica ed ulteriore restringimento dei diritti civili e delle nascenti criticità ed opposizioni interne al Governo Centrale cinese.
3- Ipotesi dell'azione di una sovragestione che agisce sopra le entità statuali e, contemporaneamente, su altri livelli, di concerto con esse, come testing di massa per studiare la reazione delle popolazioni e dei loro rispettivi governi in caso di pandemia e di futuri conflitti dove sono contemplate guerre batteriologiche. Implementazione dei vaccini su larga scala, accettazione delle restrizioni dei diritti civili e costituzionali, quarantene e militarizzazione del territorio, giustificati dallo stato di allerta dei contagi del Coronavirus Covid-19, non solo a livello nazionale, ma soprattutto come nuovo paradigma globale.



In questo articolo passiamo ad analizzare il fenomeno della psicologia di massa che è scaturito dall'effetto domino della paura irrazionale del contagio da Coronavirus. Questo a prescindere sia artificiale o naturale.
Siamo arrivati ad un punto di non ritorno?
Premesso che nessuno vuole sminuire l'eventuale pericolosità del contagio e che, allo stato attuale, nessuno ha abbastanza informazioni per valutare eventuali rischi sanitari su scala nazionale.
Premesso che la comunità scientifica è molto divisa e la politica fatica a gestire il fenomeno, una cosa è certa, tutta l'informazione mainstream è concentrata a terrorizzare la popolazione.
La propaganda mediatica è riuscita in pochi giorni a far accettare una narrazione apocalittica che esula dalle reali criticità di un virus.
In poco tempo, le tragedie che fino a ieri primeggiavano su tutti giornali e sui TG, sono scomparse come per magia, tutti i problemi economici, tutte le guerre ed i conflitti in corso in tutto il mondo sono evaporati per dar spazio a questo nuovo fenomeno mediatico invisibile.
Siamo stati catapultati improvvisamente in un film distopico di fantascienza di un regista sconosciuto, e ne siamo diventati ignari attori.
La paranoia ha preso il sopravvento, abbiamo svuotato i supermercati, abbiamo chiuso scuole, stadi e musei, lasciando impunemente liberi di circolare, autobus, treni e aerei che trasportano milioni di persone. Tutte le azioni intraprese dal nostro governo sono state ambigue e contradditorie, realizzate senza alcuna logica e visione d'insieme. Soprattutto, è stato sopravvalutato il problema e trattata una semplice epidemia influenzale, per quanto contagiosa, come fosse una peste medievale.
La propaganda ha riattivato quelle ataviche paure, da tempo sopite, e scatenato le ansie più recondite, riemerse puntualmente ad ogni allarme pavloviano mediatico.

Sembriamo cavie da laboratorio, come tanti topolini che girano inconsapevolmente dentro una ruota, indotti ad entrare nel cerchio magico delle regole sociali, nell'accettazione di qualsiasi paradigma irrazionale, che si trasforma in dogma illiberale. Non ci interessa domandarci cui prodest, non pensiamo all'implementazione di un sistema repressivo che scaturisce, come logica conseguenza, dal fenomeno in atto. Lo subiamo passivamente proprio come una cavia da laboratorio, e l'informazione ci specula sopra, ci campa, ma sopra di essa ci speculano le grandi multinazionali con i loro burqa sanitari.
Aspettiamo in fila indiana i nuovi vaccini salvifici, siamo sempre in attesa di un messia, oggi incarnato dallo scientismo, che ci protegge, che è trasmutato in nuovo focolare domestico e che si sta sostituendo alla politica con l'aiutino del mondo mediatico.
Il plagio emozionale è in atto, vediamo orde di individui strani che girano con mascherine assolutamente inutili. Un carnevale dell'orrore ha sostituito le maschere tradizionali, siamo entrati definitivamente nel post-umano.
Vogliamo essere tranquillizzati, ma ci piace tanto essere terrorizzati, allora stimoliamo l'ormone della paura, vogliamo più adrenalina, però, poi, abbiamo bisogno di qualche carezza.
Bastone e carota, come tanti bambini dispettosi.

Sembra uno scenario surreale, invece, è pura realtà. Noi in fondo siamo ancora troppo ingenui, abbiamo il candore di un fanciullo, mentre il potere è rivoluzionario, è pura avanguardia.
Nella simulazione EVENT 201, finanziata dalla Fondazione Gates, dove veniva simulata una pandemia con 65 milioni di morti, manco i gadget erano gratis, sono riusciti a specularci anche vendendo pupazzi del Coronavirus, prima dell'attuale Coronavirus. 
Cuscini a forma di batterio con smile incorporato.
L'Italia è il primo paese occidentale a passare il test, con gravi conseguenze economiche in diversi settori, ma ora tocca al resto del mondo. 
Niente allarmi però, verso primavera e con l'arrivo dei primi caldi i media inizieranno a placarsi, ed arriveranno le prime cure. L'OMS sta verificando 20 vaccini da mettere sul mercato, e tra questi saranno scelti quelli più idonei. Non tutto è perduto, basterà bombardarci quanto basta e state tranquilli che tutto tornerà alla normalità, finiranno le quarantene e nessuno oserà criticare la medicalizzazione di massa. 
Faremo la fila per vaccinarci, altro che novax.
Nessuno batterà ciglio se, in un futuro, ci saranno nuove quarantene, se le garanzie democratiche verranno meno, saremo pronti ad accettare il nuovo che avanza.
I vaccini, oltretutto, andranno lentamente a sostituire la Sanità Pubblica, che vive questo cortocircuito senza fine. Da un lato tagli sempre più vistosi, dall'altro una società che necessiterà sempre più cure per nuovi e vecchi virus, e per qualsiasi altra malattia. Meno posti letto, ma un grande bisogno di nuovi posti letto.
Come faremo ad uscire da questo cul de sac?
Questo è il vero contagio che dobbiamo temere, quello della paura e dell'irrazionalità, il virus della paranoia che ci fa commettere ed accettare le peggio cose, come inconsapevoli partecipanti di un Grande Fratello che si azzuffano per accaparrarsi l'ultimo tozzo di pane, contaminato.
Stop alla paranoia di Stato, stop alla paranoia da Coronavirus.







martedì 25 febbraio 2020

COVID-19: GUERRA BATTERIOLOGICA USA O PROVA DI FORZA DEL DRAGO?


Proviamo ad elencare le possibili cause che hanno provocato il COVID-19 in Cina.
Il primo contagio ufficiale è datato il 1° Dicembre 2019 a Wuhan, mentre a fine Febbraio 2020 siamo arrivati a circa 2.700 decessi su tutto il territorio cinese, per un totale di 77.658 contagi dall'inizio dell'epidemia. Sono invece 2.589 le persone guarite.
Inizialmente le riviste scientifiche avevano ipotizzato che tutto fosse partito dai mercati del pesce della stessa città, oggi si inizia a dubitare di tali tesi, perché non suffragate da alcuna prova empirica.
Dopo 4 mesi nessuno sa ancora con certezza scientifica quali siano le cause del contagio e come sia stato possibile un suo sviluppo improvviso.
Ho analizzato 3 possibili scenari, 3 suggestioni senza la pretesa di alcuna verità ultima.
Ognuno scelga quella che ritiene più valida, logica ed interessante.


1- GUERRA BATTERIOLOGICA USA:
Nel 2017 a Wuhan fu aperto un importante centro di ricerca di LIVELLO 4 dove, oltre al personale cinese, opera l'OMS, diversi scienziati con personale inglese ed americano.
Il laboratorio esiste dal 2014 e nel 2015 è stato brevettato un vaccino per un ceppo nuovo di CoronaVirus molto più pericoloso dell'attuale, grazie anche agli ingenti fondi della Commissione Europea e della Fondazione Gates.
A Marzo 2019 il Canada invia un pacchetto di virus letale da studiare in caso di contagio a Wuhan, inizialmente era un'operazione segreta, poi secretata dopo le polemiche scaturite dallo stesso governo cinese, preoccupato per la pericolosità della circolazione di tali agenti patogeni nel suo territorio.
Le ragioni di tali studi erano giustificate all'attuazione di un progetto condiviso di ricerca per salute pubblica mondiale.
Il 18 Ottobre del 2019 il Global Security Studies della Johns Hopkins University, di concerto con la Fondazione Gates, Bloomberg ed il World Economic Forum, ha riunito 15 leader mondiali, tra politici, economisti, filantropi, scienziati e militari, per simulare una pandemia che sarebbe partita ipoteticamente dal Brasile.
Tale studio fu chiamato Evento 201 e la previsione teorizzava in 18 mesi una pandemia globale con 65 milioni di morti. L'Evento 201 simulava lo scoppio di un CoronaVirus Zoonotico che si trasmette da pipistrelli e maiali all'uomo, esattamente come la spiegazione "scientifica" che ci hanno raccontato i media dopo i primi casi di contagio.
A Wuhan il 15 Ottobre, in occasione del Military World Games, c'è stata una presenza massiccia di militari occidentali e di funzionari del Pentagono, oltre che apparati di Intelligence, ed è curioso che due settimane dopo, proprio nella stessa città e dopo tutti i precedenti studi virologici e simulazioni effettuate, sia nata la pandemia. Il tempo di incubazione può variare entro un range di 15 giorni e, guarda caso, i primi casi ufficiali sono venuti fuori lo scorso inverno.
La rivista The Lancet aveva dichiarato che il primo caso di infezione risaliva ipoteticamente al 1° Dicembre e che la persona contagiata non si era mai recata al mercato ittico di Wuhan, mentre il primo decesso ufficiale è dell'11 Gennaio 2020.
L'emergenza massima cade proprio durante il capodanno cinese il 25 Gennaio 2020, dove sono stati presenti flussi migratori di centinaia di milioni di cinesi che si sono spostati dalle campagne alle città. attraverso treni, aerei e mezzi pubblici.
Quale migliore occasione per estendere massivamente il contagio?

In USA, uno dei massimi esperti come Boyle, creatore del Biological Weapons Act, lo afferma candidamente, dimenticandosi volutamente che nei laboratori militari di Wuhan non ci sono SOLO scienziati cinesi.
"Il coronavirus è un'arma da guerra biologica creata in un laboratorio di Wuhan e l'Organizzazione mondiale della Sanità ne è già a conoscenza". E' quanto afferma in un'intervista video rilasciata al sito Geopolitics and Empire.
Francis Boyle è professore di diritto presso l'Università dell'Illinois e nel 1989 ha redatto il Biological Weapons Act, la legge sull'antiterrorismo per le armi biologiche.
Boyle sostiene che il coronavirus, "un'arma da guerra biologica potenzialmente letale", sarebbe "fuoriuscito da un laboratorio di massima sicurezza" di Wuhan.
Il governo cinese avrebbe quindi inizialmente cercato di coprire il caso, mentre ora sta adottando misure drastiche per contenere l'epidemia. Il laboratorio BSL-4 di Wuhan è anche un centro di ricerca dell'Organizzazione mondiale della Sanità e per questo motivo, secondo Boyle, la stessa Oms "non poteva non sapere".

La tesi più logica e sensata, anche ricordando quello che diceva il Generale Mini sulle guerre batteriologiche del futuro e dopo la stagione terroristica dell'Isis, ritengo sia quella dell'utilizzo di agenti patogeni, atti a provocare pandemie mortali, ma contenibili entro certi range.
Ci sono troppi investimenti e studi in joinventure con l'apparato militare, per non solleticare certe idee e per non testare ed utilizzare tali strumenti.
Perché mai gli USA ed altri paesi del blocco occidentale non dovrebbero utilizzare come armi, eventuali virus da tempo studiati, dato che il Pentagono, la NATO, l'OMS e tutte le Fondazioni occidentali hanno speso migliaia di miliardi di dollari e fatto ingenti investimenti ovunque in questo settore strategico?
Il COVID-19 potrebbe solo rappresentare la prima di una lunga serie di pandemie non casuali, un primo vero test di massa per studiare gli effetti su larga scala, non più solamente relegati alle simulazioni teoriche, comprendendo il grado di sostenibilità delle popolazioni e dei diversi governi colpiti dalla "cattiva sorte". Verificare sul campo il funzionamento delle quarantene, la reazione delle persone e di eventuali isterie di massa, favorendo una vaccinazione di massa sempre più accettata, oltre a provocare diverse conseguenze negative dal punto di vista finanziario, militare e geopolitico.
Fare una "piccola pandemia" è piuttosto funzionale dal punto di vista della gestione della società globalizzata, in questo modo possiamo destabilizzare l'economia del nostro rivale, senza innescare necessariamente una guerra militare, che forse non converrebbe a nessuno.
Dal loro punto di vista, un male minore, proprio ora che la Cina stava primeggiando economicamente, proprio durante il capodanno cinese, proprio nella stessa città dove la Fondazione Gates e la sovragestione hanno investito ed operato nei laboratori di ricerca di Wuhan.
Ovviamente, non ci sono prove documentabili ad oggi che possa essere una strategia voluta, e come potrebbe essere il contrario, ma ciò non toglie che ci siano ottimi indizi, sicuramente più di quelli della presunta casualità, perché in quel caso dobbiamo fare un atto di fede nei media.

C'è un grande conflitto in atto da diversi anni tra USA e Cina, uno dei tanti motivi oggi è rappresentato dal colosso Huawei per il controllo dell'etere globale. 
La conferenza della Sicurezza di Monaco è diventata l'arena di un nuovo scontro fra gli Usa di Trump e la Cina, che in questa occasione si è difesa sfoderando l'orgoglio socialista, "non ci fermerà nessuno".
Cuore del confronto è stato il veto americano su Huawei: "un cavallo di Troia dei servizi cinesi", secondo il segretario di stato americano Mike Pompeo.
Consentire a Huawei di installare la rete 5G in Europa "potrebbe arrivare a mettere a rischio la Nato", secondo il ministro della Difesa Usa, Mark Esper.
"Non vogliamo conflitti con la Cina, ma devono cambiare politica, essere trasparenti e rispettare le regole", ha avvertito Pompeo, puntando il dito contro le pratiche sleali e la pressione "palese e nascosta" che Pechino esercita sugli altri stati della comunità internazionale tra cui Italia, Corea del Sud e Iran, paesi CURIOSAMENTE tra i più colpiti da questo virus.
Con una retorica gentile, il ministro degli esteri cinese Wang Yi gli ha replicato senza mezzi termini: "Le accuse sulla Cina sono bugie".
"Negli Usa non si accetta l'idea del successo in uno stato socialista, ma questo è ingiusto, i cinesi meritano una vita migliore. Nessuno potrà fermarci, la Cina uscirà più forte di prima dall'emergenza del coronavirus", che non comprometterà la crescita del gigante asiatico.
Sul tema di fondo dello schiacciamento dei valori occidentali, questione che si intreccia con l'effettività e la coesione della Nato, Pompeo ha aperto anche un altro fronte di scontro: "Sono felice di annunciarvi che parlare di morte della alleanza transatlantica è estremamente esagerato. L'Occidente vince, insieme noi vinciamo".


2- PROVA DI FORZA DEL DRAGO:
Un'altra possibilità è rappresentata dalla prova di forza del drago, che sfiderebbe i suoi competitors internazionali nel misurare le sue capacità di reazione in caso di crisi.
Forse, in questa non troppo remota eventualità, la Cina mostrerebbe i muscoli mettendo in campo una copertura sanitaria su larga scala difficilmente replicabile in altri paesi, da un lato favorita dal suo popolo, dalla sua capacità alveare di costituire in poco tempo un moloch impeccabile, organizzato capillarmente come milioni di api operaie, da un lato favorito dal suo sistema politico che permette facilmente di instaurare e fare accettare una massiva militarizzazione sul territorio.
In questo modo la Cina si presenta al mondo più forte ed unita che mai dinnanzi a sciagure di qualsiasi natura, anche dovesse presentarsi la possibilità di una pandemia, come è appunto successo, a prescindere sia casuale o indotta.
Sacrificando solo sul breve termine la sua economia, distruggendo indirettamente le nostre economie che investono in Cina e che magari producono in occidente, puntando su un'economia autarchica, nazionalista in netto contrasto con la globalizzazione vigente, mostrando infine al mondo che avrebbe tutte le possibilità per sostenersi con le sue gambe.
AVVERTENDO la comunità internazionale che, nel caso di reali conflitti futuri, loro si salverebbero, mostrando indirettamente le nostre debolezze e, quindi, dando un monito al resto del mondo che mai si presteranno a ricatti ed a compromessi sul controllo dello spazio e delle materie prime nell'attuale panorama geopolitico. Oltre ad affermare al suo interno che non tollera il dissenso, schiacciando ogni voce fuori dal coro ed ogni criticità, dando un esempio dall'alto, dopo le manifestazioni di Hong-Kong, dopo le tante richieste di libertà nate negli ultimi anni in tutto il paese.
In questo caso esercitando una sorta di strategia della tensione atta a cristallizzare il potere centrale.
Un'occasione scaturita da una crisi sanitaria reale, ma forse meno pericolosa di come è stata rappresentata dai media, comunque, che risponde ad un grado di gestionalità soddisfacente superiore al nostro.
Un messaggio all'intero pianeta ed al suo popolo sempre più smaliziato dalla modernità, che il dragone è vivo e vegeto e lavora nel silenzio meticolosamente, conscio della sua grande forza.


3- SOVRAGESTIONE TRANSNAZIONALE:
Un'altra suggestione, decisamente più cospirazionista, ma non meno interessante, è quella di una sovragestione che opererebbe fuori dagli schemi e dai contesti nazionali, fuori dalle squadre che giocano questa partita. 
Un Network di poteri transnazionali, composto da multinazionali di ogni settore strategico "senza patria", da eserciti senza appartenenza nazionale, da poteri massonici, "magici" ed economici globalisti che lavorano per definizione SOPRA le entità statuali, almeno per come le conosciamo.
Questo non significa che non siano anche interconnessi, ma le loro logiche sono di altra natura e di preparazione di un assetto globale che, in un futuro, dopo aver sobillato e provocato eventuali conflitti militari ed economici tra le parti, possa prendere le redini del comando e non stare più nel backoffice del potere, smettendo di fingere di servire gli schieramenti stessi, agendo così più frontalmente ed efficacemente, facendosi al contempo accettare e metabolizzare dalle popolazioni.
Un potere senza più vincoli antichi, di fatto esiste già, e condiziona da decenni le nostre economie, un potere che non è straniero nemmeno in Cina, dato che essa contempla numerosi affiliati a URLOGGE sovranazionali, i cui interessi talvolta prescindono dalle reali appartenenze nazionali e le cui logiche a noi sembrano fantascienza.
Sovragestioni che non agiscono per schemi rigidi, sono infinitamente più elastiche, non ideologiche, mutano forma come camaleonti e la loro trasversalità determina la loro forza.
Rappresentano il famoso banco da gioco sopra i giocatori, che interagisce con essi, ma solo in funzione del suo sistema. 
In questa piramide di poteri, ogni livello mette in atto le proprie strategie per soddisfare i suoi bisogni, e le due possibilità descritte precedentemente, ovvero, una guerra batteriologica USA ed una prova di forza della Cina, possono in questo mondo essere valide entrambe e convivere come opzioni, senza contraddizioni sostanziali, seppur apparenti.
Possono rappresentare lo scenario dei primi livelli del potere di questa sovragestione ed essere loro malgrado manipolate da altri livelli successivi.
Noi ingenuamente pensiamo che il potere si realizzi e finisca all'interno di Stati sovrani, ma quello è solo un nostro limite culturale ed uno dei motivi per i quali viviamo ai piedi dell'oracolo.
Una sovragestione che necessita di abbeverarsi del capitalismo occidentale e di implementare nuove visioni orwelliane distopiche e dispotiche, che si nutre della medicalizzazione di massa e delle tecnologie pervasive di controllo strutturale, per governare i tempi della modernità dall'alto dei cieli, ad libitum.
Perché dare limiti al potere quando, per definizione, esso non ha forma?





martedì 18 febbraio 2020

IL PENSIERO DI GIORDANO BRUNO di Simone Germini



I principi fondamentali del pensiero di Giordano Bruno

Simone Germini
25 Maggio, 2018

E chi mi impenna, e chi mi scalda il core?
Chi non mi fa temer fortuna o morte?
Chi le catene ruppe e quelle porte,
Onde rari son sciolti ed escon fore?

L’etadi, gli anni, i mesi, i giorni e l’ore
Figlie ed armi del tempo, e quella corte
A cui né ferro, né diamante è forte,
Assicurato m’han dal suo furore.

Quindi l’ali sicure a l’aria porgo;
Né temo intoppo di cristallo o vetro,
Ma fendo i cieli e a l’infinito m’ergo.

E mentre dal mio globo a gli altri sorgo,
E per l’eterio campo oltre penetro:
Quel ch’altri lungi vede, lascio al tergo.

Giordano Bruno, De l’infinito, universo e mondi, 1584.


Giordano Bruno (1548-1600) concentra tutte le sue attenzioni sulla natura, ne brama ardentemente la conoscenza, e il suo interesse, che trova terreno fertile in un animo positivamente tracotante e tumultuoso, sfocia in un fervore poetico che si concretizza di frequente nella lirica. Egli è infatti, oltreché filosofo e mago, anche poeta. Abbiamo accennato alla sua brama di conoscenza, brama tanto veemente e rovente da non riuscire a dirigersi verso quella mite e alacre indagine naturalistica propria, ad esempio, di un pensatore a noi noto, Bernardino Telesio (1509-1588).
Bruno vuole prendere d’assalto il sapere, possederlo con impeto e per questo si dedica alla mnemotecnica, o arte lulliana, il cui obiettivo è raggiungere la conoscenza attraverso l’utilizzo della memoria, e di far avanzare la scienza a gran velocità, attraverso invenzioni quasi miracolose che superino il metodo piuttosto lento, razionale, sistematico e regolare della ricerca scientifica tradizionale.
Bruno è un frate domenicano, dunque ha una formazione religiosa profonda e approfondita, eppure giudica la religione, come puro impianto di credenze, nauseante perché sostanzialmente priva di senso, illogica e incoerente. 
La spoglia di ogni valore, è solamente un groviglio di superstizioni distanti dalla ragione e dalla natura, che avvinghiano i popoli rozzi e ignoranti. Non solo, la religione ha la colpa di etichettare come ignobile e delittuoso tutto quello che all’intelletto sapiente sembra straordinario, compresi i principi naturali, la filosofia e la magia, definendole follie. Colpevolizza gli atti eroici ed esalta l’ignoranza come scienza.
Il filosofo nolano si scaglia inoltre contro la figura di Cristo. Nonostante si sia formato sui testi di Erasmo da Rotterdam, apprezzandone soprattutto il cristocentrismo, Bruno è un anticristiano convinto. Il cosiddetto salvatore è il nemico contro cui combattere, lo spettro da cui bisogna liberarsi per progredire nella conoscenza. Cristo non ha saputo morire, sulla croce ha implorato l’aiuto di Dio. Al contrario, in punto di morte Bruno non pregherà il Signore, anzi, continuerà a imprecare contro il cielo per quella morte assurda tanto da spingere gli esecutori a inchiodargli la lingua.

Questo atteggiamento ostile nei confronti della religione e di Cristo, è particolarmente presente in alcune opere di Bruno, come Lo spaccio della bestia trionfante (1585), Cabala del cavallo Pegaseo (1585) e L’asino cillenico (1585), nelle quali si lancia in una violenta e implacabile satira anticristiana.
Nell’articolo dedicato all’incredibile vita del filosofo, abbiamo visto come egli abbia vissuto anche l’esperienza della Riforma, abbracciando la fede calvinista. 
Eppure Bruno non risparmia critiche neppure al cristianesimo riformato, che gli sembra addirittura peggiore del cattolicesimo, in quanto nega la libertà e cancella persino il valore delle opere misericordiose, provocando divisioni, disaccordi, dissidi e inimicizie inutili fra i popoli.
A questa religiosità ignorante e superstiziosa, definita con spirito «santa asinità», Bruno contrappone la religiosità propria dei teologi, dei dotti, dei sapienti che, filosofando e indagando, hanno cercato la via autentica per approdare direttamente a Dio. Questa seconda religiosità è per il pensatore campano la filosofia, il cui campo di indagine prediletto è la natura. 
Per questo motivo Bruno, più che a Platone e Aristotele, rivolge le sue attenzioni ai cosiddetti presocratici, portatori di una verità originaria che deve essere riveduta e rinnovata.
Per Bruno Dio è mente al di sopra di tutto e mente presente in tutte le cose. 
Dunque, per quanto riguarda il primo punto di vista, la massima entità si trova ben al di là del cosmo, e per questo motivo supera di gran lunga le possibilità della ragione umana. Dio è trascendente, oggetto di fede svelato parzialmente dalla Rivelazione. Per quanto riguarda invece il secondo punto di vista, Dio è immanente, insito nel cosmo e raggiungibile dalla mente dell’uomo, e rappresenta l’argomento favorito dell’indagine filosofica.

Dio è lo spirito che anima le cose, ma anche causa, ovvero energia che elabora il cosmo, e principio, ovvero componente fondativo di tutte le cose. L’universo è un organismo sconfinato che possiede una sola forma e una sola materia. La forma è Dio in quanto anima del mondo, la materia è la massa corporea del mondo, plasmata dalla sapienza celeste. Soffermandoci un istante sulla materia, occorre sottolineare come dal punto di vista materiale, per Bruno gli uomini, prodotti dalla stessa materia universale, sono tutti uguali, è solamente il merito a distinguerli. In questo senso, il filosofo nolano si allontana dalla concezione di Dio come creatore del mondo. Egli prende le distanze dal tradizionale mito della Creazione.
Inoltre, ancora materialmente parlando, non ci sono differenze sostanziali neppure tra l’uomo e la bestia. Tuttavia, Bruno individua un aspetto che distingue le due creature, e cioè la mano. 
La mano è alla base della civiltà umana. Nulla impedisce all’animale di essere più intelligente e scaltro dell’uomo, ma quest’ultimo possiede l’operatività, è in grado di eseguire praticamente.
Altro concetto essenziale all’interno del pensiero filosofico di Bruno è l’infinito. 
L’universo è infinito, e in sé contiene un numero illimitato di mondi possibili, e un numero altrettanto illimitato di creature. E per Bruno non è possibile una relazione tra ciò che è infinito e ciò che è finito. Proprio per questa sua convinzione Cristo è una menzogna. 
Essendo il figlio di Dio, Cristo dovrebbe essere al tempo stesso Dio e uomo, brevemente finito e infinito. Ecco, per il filosofo nolano ciò è inammissibile.

Bruno ambisce a una visione, la visione della natura nella sua unicità. È il fine ultimo della sua ricerca filosofica, del suo percorso conoscitivo. Per giungere a un tale, superiore, magnifico “livello” nel quale intravedere effettivamente almeno qualcosa di Dio, occorre essere furiosi ed eroici, bramare, agognare ardentemente l’infinito e Dio stesso, scavalcando confini, limiti e orizzonti imposti. Superare la barriera rappresentata dal corpo, spingersi oltre se stessi, tendere, tendere con tutte le forze a disposizione, fin quando si giunga all’ideale immedesimazione con il cosmo, comprendendo così pienamente l’idea secondo cui l’universo si distende nelle cose e le cose si estinguono nell’universo. È questo «l’eroico furore» di cui parla Bruno con tanto impeto (il termine eroico deriva da eros).
Prendendo le distanze da morali ascetiche che prevedono l’isolamento e la contemplazione totali, il pensatore campano elogia lo sforzo e il lavoro dell’uomo. Il lavoro come attività che sottomette la materia all’intelligenza, manifestazione, come abbiamo visto poco fa parlando della mano, della differenza tra uomo e bestia.

Per quanto riguarda l’anima, Bruno mantiene il tema della sua immortalità, cancellandone però l’individualità. Non esiste un’anima individuale che viene giudicata in base alla condotta. 
Ogni anima è inserita all’interno del ciclo infinito della metempsicosi, dunque l’anima dell’uomo può mutare nell’anima della bestia e viceversa. Nell’infinito ciclo della metempsicosi, nel processo che prevede il passaggio da individuo a bestia, l’uomo ha una responsabilità, la responsabilità meritoria. In poche parole, se viviamo con merito la nostra anima riassumerà la forma umana, se, al contrario, viviamo in modo bestiale la nostra anima assumerà la forma animale. 
La metempsicosi è un punto essenziale della filosofia di Bruno, ed è quello che più di ogni altro susciterà le ire di Bellarmino, cardinale e teologo che rivestirà un ruolo primario nel lungo e duro processo romano del filosofo che si concluderà con la condanna a morte per rogo, eseguita il 17 febbraio 1600 a Campo de’ Fiori.
Un altro aspetto importante del pensiero di Bruno, e che dunque merita almeno un accenno, è il legame tra biografia e filosofia. È impossibile scindere le due cose, perché è proprio nell’esperienza esistenziale che il filosofo mette in pratica le sue convinzioni, che non restano astratte ma si concretizzano nella vita. Per questo motivo Bruno lotta anni e anni senza lasciare nulla agli accusatori pur di non morire. Egli è convinto del fatto che, prima di tutto, è nella sua esperienza biografica che si realizza la riscoperta della verità autentica, dopo i secoli oscuri caratterizzati dall’egemonia teologica ebraico-cristiana. Detto questo, è chiaro il motivo per cui abbiamo dedicato un intero articolo alla vita di Bruno.

Ho lottato, è molto: credetti poter vincere (ma alle membra venne negata la forza dell’animo) e la sorte e la natura repressero lo studio e gli sforzi. È già qualcosa l’essersi cimentati; giacché vincere vedo che è nelle mani del fato. Per quel che mi riguarda ho fatto il possibile, che nessuna delle generazioni venture mi negherà; quel che un vincitore poteva metterci di suo: non aver temuto la morte, non aver ceduto con fermo viso a nessun simile, aver preferito una morte animosa ad un’imbelle vita.
Giordano Bruno visse e pensò come un uomo libero, perché ciò che denota l’uomo nella realtà è essenzialmente la libertà della ricerca, dell’indagine, la libertà di filosofare. Egli non si piegò neanche dinanzi a un potere che giunse ad annientarlo fisicamente. Non abiurò, non cancellò la sua filosofia in cambio della vita. Bruno è un’icona del pensiero libero, un martire il cui insegnamento di libertà fende i cieli e si riverbera nei secoli con forza, senza perdere efficacia e lucentezza.

http://imalpensanti.it/2018/05/25/i-principi-fondamentali-del-pensiero-filosofico-di-giordano-bruno/


martedì 11 febbraio 2020

CINA 2020: PANDEMIA PORTAMI VIA...


Nel romanzo The Eyes of Darkness, libro di Dean Koontz, scritto nel 1981, viene narrato come il governo cinese creò in un istituto di virologia di Wuhan, un virus chiamato wuhan-400.
E' veramente curioso come la realtà, talvolta, superi la fantasia. In verità, è la fantasia a rielaborare ed aspirarsi alla realtà stessa. Evidentemente, in quelle zone si sono studiati anche in passato diversi virus e forse, ci sono stati precedenti, magari non sfociati in una pandemia, o sfociati ma taciuti, che hanno permesso all'autore di fantasticarci sopra ben 40 anni fa. Rimane la coincidenza della stessa città in un paese così vasto di 2 miliardi di abitanti.
A Shang Hai esiste un laboratorio di virologia che presenta lo stesso logo della saga zombi Resident Evil, ed in questo caso, è la realtà ad essersi ispirata alla fantasia, dato che il videogioco ed i film, credo siano antecedenti alla creazione del logo cinese.
Anche nella serie inglese degli anni 70 "I Sopravvissuti", nella sigla di apertura, veniva mostrato come un virus creato in laboratorio fosse veicolato "per caso" da uno scienziato cinese e come dalla Cina fosse propagato in tutte le più importanti città del mondo.
Questa fantasia, mutuata dalla realtà, è sempre esistita nell'animo umano, chissà forse per un retaggio di una paura atavica, per un perverso senso del macabro o, addirittura, perché inconsciamente dentro di noi esiste una volontà distruttiva, una voglia recondita di apocalisse imminente che riazzeri tutto questo mondo così stupido ed irrazionale, od anche come semplice esorcizzazione di un evento probabile, vista la psiche umana e la storia dell'uomo.
Più semplicemente, il confine tra reale e fantastico è molto labile, o forse è sovrapponibile.


Facciamo un paradosso, non me ne vogliate.
Pensiamo, solo per un attimo, che non esista nessuna pandemia, che quel ceppo mortale del Coronavirus sia una totale invenzione dei media, di certi poteri transnazionali che vogliono implementare uno stato orwelliano di allerta perenne, di ansia perenne, di divisione tra il popolo, di controllo emozionale, sociale politico ed economico mondiale.
Allora, per far accettare questo paradigma illiberale e liberticida, ecco pronto il nuovo virus in laboratorio, nato proprio per questo scopo e "sfuggito" per caso.
Oppure, nella versione più ingenuista, venuto fuori al mercato del pesce, in un mercato rionale, non distante dallo stesso laboratorio.
Viene scelta la Cina, uno stato dittatoriale non casuale, un potenziale nemico da rendere più mansueto, colpendolo all'interno, distruggendo la sua economia e di conseguenza parte dell'economia mondiale, ma solo quella più apparente e sacrificabile, per poter gestire un nuovo ordine mondiale più totalitario.
E' interessante notare come nel 2019, su Netflix, sia stata trasmessa una nuova serie di produzione coreana che parla di una pandemia, nata proprio per una guerra interna al potere centrale dell'antica Corea Imperiale. La pandemia nella fiction non nasce molto distante dalle zone orientali cinesi del Corona virus e si espande a macchia d'olio come la peste.
Il titolo è THE KINGDOM, e mentre attendiamo la seconda serie con ansia, la realtà sembra nuovamente superare la fantasia.
Un po' come era stato fantasticato dalla leteratura di genere, dal cinema e dalla TV, oggi siamo finiti dentro un film. La realtà è sempre la fiction più fantastica ed impensabile.



Dicevamo, se fosse tutto un fake?
Una prova per gestire nuovi cambiamenti epocali in termini più distopici?
Pensate, da oggi, il terrorismo vecchia maniera non servirebbe più, sarebbe obsoleto, e non è un caso che nasca proprio ora questa pandemia globalizzata.
Secondo me, non sarà la prima, in passato avevamo avuto esempi più blandi come la Sars ed altre forme virali.
Sembrano dei test di massa, fatti in punta di piedi e spalmati nel tempo, non troppo incontrollabili, dannosi quanto basta per allarmare i cittadini e le organizzazioni sanitarie mondiali, ma abbastanza nocivi per capire come potrebbe funzionare una peste globale nel 21° secolo, con tutte le conseguenze del caso, sempre non degeneri e diventi incontrollabile, perché potrebbe accadere anche questa opzione.
Parliamoci chiaro, siamo troppi, non serviamo più al sistema industriale e alla società, la vecchia forza lavoro in futuro sarà sostituita dalle macchine, dal post-umano, e allora perché non inventarsi un bel virus letale, ma non troppo, perchè comunque deve essere gestibile?
Perchè non impaurire le masse ed i popoli, tenendoli sul filo del rasoio?
Perché non medicalizzare l'intera umanità con centinaia di vaccini ad hoc?
Perché non creare nuove catene di controllo emozionale di massa?
E, soprattutto, perché non inventarsi, sempre per assurdo, una bufala di un virus mortale, oppure, amplicare la sua nocività, in quanto meno pericoloso di quanto paventato e narrato?
Pensate un mondo di psico-tossici in cerca di vaccini, la nuova droga del futuro...
Siamo sicuri che i 1.000 morti attuali in Cina siano tutti e solo a causa del Coronavirus e non di altre patologie, o che non ci siano sempre stati casi del genere, magari occultati in tempi dove la rete non esisteva ed era più facile nascondere certi fatti?
Sappiamo quanti morti ci sono in quelle zone, quotidianamente, per motivi sanitari di qualsiasi tipologia?
E se invece il numero dei decessi fosse molto superiore?
Perché colpisce quasi esclusivamente persone di sesso maschile e di ceppo asiatico?
Oppure, perché si dice colpisca maggiormente uomini rispetto alle donne di ceppo asiatico?

A tutte queste domande c'è una risposta, ma bisogna attendere THE KINGDOM 2°, l'antivirus si trova nella fantasia dell'uomo e non nella paura delle masse.