martedì 9 luglio 2024

JUNG, NONNA PAPERA E IL NAZISMO



Jung e il nazismo?
In settimana mi sono imbattuto in una discussione interessante. Quella che riguarda i legami tra C.G. Jung e il nazismo.
Iniziamo con un piccolo riassunto storiografico: il nostro Carl Gustav nasce nel 1875 e quindi si ritrova sessantenne in piena espansione nazista. 
Jung aveva impiegato letteralmente una vita per affermare se stesso e il suo pensiero, e sicuramente non era un tipo modesto e timido che rifuggiva la fama e la notorietà. 
Siamo intorno al 1930 quando gli viene proposta la presidenza di una importante associazione di psicoterapeuti tedeschi, ed è qui che comincia la confusione. 
Questa associazione nasce filonazista e cresce con questo timbro, quindi il buon Jung non poteva non sapere a cosa stava aderendo.

Quindi Jung, sotto sotto, è stato nazista? 
La risposta a parer mio è no.
Consideriamo che la sua presidenza durò 9 anni, cioè fino al 1939, anno in cui si dimise troncando ogni legame con la Germania ed il nazismo.
Consideriamo che noi siamo abituati a guardarci indietro, a vedere la storia quando ormai è del tutto compiuta. Carl non poteva sapere i livelli di pazzia che Hitler e il suo regime avrebbero raggiunto.
In “Jung parla” (bel libro che raccoglie tutte le interviste e gli interventi pubblici di Jung) viene riportata un’ intervista, in cui il nostro indagatore dell’inconscio si rammaricava di non aver capito, se non a posteriori, il senso di molti sogni propri, ed altrui, che indicavano proprio l’imbarbarimento dei tempi e l’avvento del nazismo per come lo abbiamo conosciuto noi.
Altro fatto interessante è l’accanimento del nazismo nei confronti del professore svizzero. Dal momento in cui Jung lascia l’incarico, le sue opere diventano un tabù per il regime di Hitler, e vengono raccolte e bruciate tutte nei famosi, quanto deplorevoli, roghi di libri nazisti. Addirittura arriva a temere per la propria vita, percependo quello che è l’odio del regime tedesco nei propri confronti.

Ma allora perché Jung viene, ancora oggi, avvicinato al nazionalsocialismo?
Io mi sono fatto la mia idea e mi permetto di condividerla qua con voi.
Provate a leggere gli scritti antropologici dello psicanalista svizzero e vi renderete subito conto dell’ enorme distanza tra la terminologia politicamente corretta dei nostri tempi, ed il vocabolario a disposizione nei primi decenni del novecento.
In molti libri di Jung ritroviamo spesso termini come razza ariana e razza giudaica, piuttosto che l’appellativo “negro” e così via…
Ma si tratta solo di un vocabolario diverso dal nostro. Chiunque abbia approfondito un minimo le opere e gli scritti del vecchio professore capisce che tutte queste parole non sono mai usate in senso dispregiativo, ma solo a scopo descrittivo.

Se siete interessati vi propongo un po’ di approfondimenti: in “Jung parla”, a pagina 253 (Adelphi Ed.) viene riportata una bella intervista (1948) di Carol Baumann al professore, dove egli stesso fuga ogni dubbio raccontando la propria verità.
Altrimenti provate a leggervi “Ricordi, sogni, riflessioni” di Jung, che è una specie di biografia introspettiva e cercate di carpire quali sono le sue ideologie. Le scoprirete ben distanti da Adolf e la sua cricca.
Ma se non siete ancora convinti dovrete affrontare una grande sfida. La lettura di quel contorto capolavoro che è “Il Libro Rosso” di Jung. 
Questo libro non era destinato alla pubblicazione. Questo tomo è la raccolta del percorso di vita di Jung. Dentro ci troviamo tutte le sue paure e le sue speranze, scritte solo per i propri occhi, senza i filtri della divulgazione. Ebbene, proprio in questo voluminoso libro, traspare meglio che altrove la distanza degli ideali nazisti dal pensiero della psicologia del profondo e del suo fondatore.
Ammetto che ci sono molti concetti nelle teorizzazioni dello psicanalista che possono essere travisati o mal interpretati o usati per dimostrare quel che si vuole.
Ma paragonare il pensiero di Jung con quello nazionalsocialista è come paragonare Nonna Papera alla Nestlé: entrambi fanno dolci, ma i risultati e gli obiettivi sono radicalmente, mostruosamente diversi.






Nazismo: la metà oscura della storia. C. G. Jung: negli incubi dei tedeschi i segni dell’avvento di Hitler:
Per chi si interessa di storia e in particolare della storia del nazismo, ma anche di enigmi e misteri in genere, l’apporto dello psicologo svizzero Carl Gustav Jung si rivela essenziale, non solo per il suo osservatorio personalissimo su un evento senza precedenti, ma per le drammatiche scoperte sul III Reich e il volk germanico che ebbero luogo nel piccolo spazio del suo studio. 
Senza la visione junghiana ,una qualunque ricerca sul III Reich si rivela incompleta perché manca di alcuni specifici fattori basilari per comprenderne le ragioni profonde: ecco perché nel testo L’ENIGMA OCCULTO DI HITLER – IL TERZO REICH E IL NUOVO ORDINE MONDIALE ho scelto un’impostazione junghiana, perché dopo tutto è l’unica in grado di incasellare tutte le informazioni storiche al posto giusto facendo emergere una realtà piuttosto insolita ma assolutamente reale.

Storia come atto psichico
Infatti molti studiosi sottovalutano un aspetto fondamentale: la storia non è una successione cronologica di eventi casuali: la storia è fatta da uomini, è causata da atti psichici (nel senso greco di Psyché (ψυχή), cioè la mente, la personalità), da moti emozionali. 
Gli eventi sono causati da scelte, le quali sono motivate da inquietudini, avidità, insicurezze, paura, rabbia, emozioni forti che quando diventano troppo forti, o non vengono risolte, si chiamano nevrosi e rientrano non solo nel campo di uno storico ma anche in quello di uno psichiatra, o di un indagatore dell’animus come fu Jung. 
Le problematiche caratteriali di una persona si riflettono e interagiscono con quelle di molte altre in una collettività e questo apre la strada a un orizzonte nuovo, mai esplorato nella sua completezza e che merita senz’altro studi e indagini specifiche. 
Lo psicologo svizzero ebbe molti pazienti tedeschi, austriaci, svedesi, e di etnia germanica in genere, e fu sorpreso di riconoscere simboli onirici di matrice simile in tutti questi, al di là della nazione di appartenenza. 
I sogni dei germani, negli anni ’30 del XX sec. presentavano chiari simboli dell’avvento di un “forte sceso dall’alto”. Se non fosse uno studioso come Jung ad affermarlo, potrebbe essere un’affermazione difficile da accettare; ma si tratta di una realtà, e le cose erano in effetti anche più preoccupanti.

La frammentazione politica porta a una frammentazione psichica
Nelle sue opere sul nazionalsocialismo, Jung cercò di comprendere le ragioni dell’avvento di Hitler, e le cause dell’Olocausto, e fu il primo, oltre che l’unico, a riconoscere una delle ragioni fondamentali della debolezza psichica dei tedeschi che li portarono all’accettazione totale del nazismo e del Führer: la disperata ricerca di una unità nazionale con un governo forte e centralizzato.
La divisione politica fu una caratteristica distintiva della storia della Germania, che l’accompagnò dal medioevo sino alle soglie del 1933, l’anno in cui Hitler divenne cancelliere del Reich. 
Per tutto questo periodo la Germania si trovò fondamentalmente frammentata in una miriade di piccole regioni, rette da signorotti locali, molto spesso Fürstbischof, cioè vescovi che governavano con il pugno di ferro il loro regno. 
Le popolazioni germaniche si vennero a trovare in una situazione differente dalle grandi nazioni europee; Francia, Inghilterra Spagna, avevano tutte ottenuto l’unità politica già da tempo ed essa era garantita da monarchie forti e centralizzate. 
Lo studio di Jung rivela che la costituzione psichica dei tedeschi necessitava per una sua tranquillità, di una coesione spirituale come volk, ovvero l’unione fisica e spirituale di una nazione che sentiva di appartenersi ma non riusciva ad unirsi. 
Questa necessità politica e spirituale mai abbastanza sottolineata, diede origine ad una straordinaria tensione emotiva che, durata oltre quattro secoli, sfociò nel XIX sec. in una rinnovata sensibilità romantica e in forme di regressio verso una età aurea antico-germanica. Fu così che i tedeschi, realizzando l’impossibilità di una unione politica ed etica nel presente, si volsero indietro, ai tempi in cui i Germani erano stati brutali, forti e uniti, ai tempi del generale Aminius che nel 9 d.C. distrusse completamente le legioni di Varo (oltre 20 mila uomini), ai tempi degli eroi berserk delle foreste, il tempo dei druidi, delle rune, dei Celti, quando la natura loci invasava e guidava i membri della stirpe germanica rendendoli invincibili e in grado di resistere e sconfiggere perfino Roma.

Per tutto il medioevo e fino all’avvento di Hitler la Germania si trovò essenzialmente frammentata in regioni in contrasto tra loro.
Oltre a questi aspetti, dobbiamo tenere conto anche di un altro fattore: nella Germania analitica e razionalista, serpeggia da sempre un fiume sotterraneo che fuoriesce all’aperto, e diviene ben riconoscibile per una particolare forma mentis che porta i tedeschi a riunirsi in associazioni, o bund, divenendo così una sorta di crogiuolo di società ermetiche come i Rosacroce; i “Manifesti rosacrociani” furono infatti pubblicati per la prima volta a Kassel nel 1614 e 1615, gli “Illuminati di Baviera” nacquero per volontà del banchiere ebreo Mayer Amschel Rothschild (1744-1812)[5], la società Thule da cui nacque il partito nazionalsocialista era ugualmente una società segreta ermetica e iniziatica, e così via. Questo tipo di società segrete, secondo Jung evidenziano la costante presenza di archetipi divini, simboli e significati latenti connaturati nel volk germanico, e anche se l’Illuminismo tentò in qualche modo di arginare ed eliminare razionalmente le manifestazioni esteriori, non riuscì a cancellarne la quintessenza; le strutture inconsce di cui essi si nutrivano giacevano dunque pronte a manifestarsi alla prima occasione favorevole. 
La successiva crisi del razionalismo e conseguente frattura della sicurezza della ragione prodotta nella Germania del XIX sec. con Fichte, Hegel, Wagner, Nietzsche, e i filosofi volkisch come Paul de Lagarde e Julius Langbehn, unita alla frustrazione di una unità sentita ma mai ottenuta e alla disastrosa depressione economica conseguente al primo conflitto mondiale e al Wall Street Crash del 1929, ebbero un effetto di vasta portata sull’inconscio collettivo dei tedeschi, un impatto massivo che porterà all’accettazione completa del III Reich e delle sue aberrazioni.

Il trattato di Versailles (28 giugno 1919) toglieva alla Germania le conquiste belliche, limitava l’esercito ad una unità simbolica (100.000 uomini) imponeva tra l’altro ai tedeschi di dichiararsi unici responsabili della guerra e di impegnarsi al risarcimento di tutti i danni provocati con un prezzo così esorbitante che di fatto privava la Germania delle risorse economiche gettandola nella disperazione. 
Il trattato sanciva inoltre la cessione della flotta all’Inghilterra (tuttavia i comandanti preferirono autoaffondare le loro navi). 
La Germania fu costretta a rinunciare all’artiglieria pesante, all’aeronautica e ai sommergibili. In tal modo, i vincitori del primo conflitto mondiale fomentavano in Germania la rinascita del più sfrenato nazionalismo e preparavano il sostrato psichico tedesco alla rimozione delle barriere razionali, all’avvento dell’archetipo wotanico che incarnava l’ideale violento di riscatto dallo smacco bellico. 
I risultati non tardarono a venire.

L’indagine di Jung
Il genio indagatore dello psicologo svizzero studiò il fenomeno nazionalsocialista considerandolo una psicosi di massa, una epidemia psichica, che desta particolare preoccupazione in quanto momento di sfogo di una tensione spirituale giunta al suo climax. Questa psicosi è il risultato di una predisposizione esistente e presente nelle generazioni nordiche che hanno portato alla Germania degli anni venti e si tratta quindi di un fenomeno unico, prettamente parte dell’humus psichico germanico. 
In Dopo La Catastrofe, Jung afferma: “Le antiche religioni, con i loro simboli sublimi e ridicoli, bonari e crudeli, non sono cadute dai cieli ma sono nate in quest’anima umana, la stessa che vive ancora oggi in noi. Tutte quelle cose, le loro forme primordiali, vivono in noi e possono in qualunque momento assalirci con forza distruttiva, in forma cioè di suggestione di massa, contro la quale il singolo è inerme. 
I nostri terribili dei hanno soltanto cambiato nome e rimano tutti in –ismo. Comunismo, nazismo, socialismo, davvero interessante questo punto di vista che vede nella razionalizzazione degli impulsi una modifica e quindi la medesima accettazione di quella che un tempo era una religione, che torna mutata, anche linguisticamente: in definitiva basta mascherare con il suffisso finale di un partito politico una ideologia antica e se ne ha la stessa accettazione e sostegno da parte di un popolo.
Jung riconosce una instabilità emotiva tedesca di base derivante dalla mancanza di unità che perdurava da secoli: si noti bene che non si tratta di un problema esclusivamente politico, ma spirituale. I tedeschi avevano desiderato così a lungo e così intensamente l’unità del volk, del loro popolo-razza, o popolo-clan, da aver accumulato tensione come una molla stretta sempre più.
Nel momento in cui la tensione diviene massima, cioè dopo la prima guerra mondiale, e la successiva depressione, si evidenzia una conseguente incapacità di porre un argine a questa tensione spirituale, si parla quindi di debolezza psichica di fronte ad un archetipo violento e strutturato: la molla scatta e non vi è possibilità di fermarla.
In psichiatria, di solito si agisce tentando di costituire una barriera ragionevole e razionale alle deviazioni, aiutando il paziente a prendere atto della sua situazione a rafforzando le sue difese naturali in modo da riportare una visione distorta alla normalità; Jung si accosta così alla Germania hitleriana come ad un paziente affetto da profonde nevrosi, generate dalla manifestazione sempre più violenta dell’archetipo Wotan/Odin.
Perché la Germania non è una nazione, ma è dal suo punto di vista 80 milioni di persone, di menti che agiscono come un solo individuo in crisi. Degno di nota che la parola greca da cui il vocabolo crisi significa essenzialmente scelta: ovvero lo stato di crisi si origina quando inconsciamente ci troviamo di fronte a un bivio e non sappiamo quale strada scegliere.
Lo stato di disagio sparisce quando intraprendiamo una strada, ovvero facciamo una scelta chiara, e la percorriamo senza guardarci indietro, convinti della scelta. E in effetti nelle grandi assemblee come quella di Norimberga del 1938, questa scelta è evidente: il popolo ha scelto il suo capo, ha intrapreso una scelta precisa ed è terminato lo stato di crisi.
La tensione emotiva accumulata nei secoli fuoriesce prepotentemente nella realtà, annullando ogni difesa psichica. Si impossessa letteralmente della folla e di un intero popolo e si può parlare di invasamento, o possessione archetipica che viene liberata dall’effetto detonatore dei discorsi di Hitler. Questa è l’unica spiegazione soddisfacente al fenomeno dell’accettazione e sottomissione completa alla figura del Führer.
Lo stato di trance estatica e di fusione rituale della Germania con il suo capo-messia è completo

L’Archetipo Wotan/Odin
La svastica campeggia come centro di contemplazione sul raduno del partito nazista.
Ma un altro curioso fenomeno spontaneo attrasse l’attenzione del geniale psicologo svizzero: in questo momento di caos in cui i tedeschi e gli austriaci si muovevano, si origina autonomamente il curioso movimento dei Wandervogel, o uccelli migratori, formato da giovani che già verso la fine del XIX sec. percorrevano in lungo e in largo la Germania come vagabondi, in preda ad un insopprimibile desiderio di adorazione, un intenso bisogno del sacro, senza però riunirsi sotto il vessillo di una religione organizzata.
Si tratta di una delle prime epifanie dell’archetipo wotanico, che si presenta in maniera assolutamente naturale, in un desiderio di comunione con la natura: Jung intravvede le prime avvisaglie dalla manifestazione di quello che chiamerà Archetipo Wotan/Odin “Com’è noto, quel Dio (Wotan) nacque nella Jugendbewegung (movimento giovanile) tedesca e fu onorato, fin dall’inizio della sua resurrezione, con sacrifici cruenti di pecore. Erano quei giovanotti biondi (talvolta anche ragazze) che armati di zaino e chitarre si vedevano aggirarsi instancabili su tutte le strade d’Europa, i seguaci del Dio errabondo. Più tardi, verso la fine della Repubblica di Weimar, si diedero al vagabondaggio le migliaia e migliaia di disoccupati che s’incontravano dovunque, erranti, senza meta. Nel 1933 non si girovagava più, si marciava a centinaia di migliaia, dai bambinelli di cinque anni ai veterani. Il movimento hitleriano mise letteralmente in piedi l’intera Germania, dando vita allo spettacolo di una nazione che migrava segnando il passo. Wotan, il viandante, si era destato. La coincidenza dell’antisemitismo con il risveglio di Wotan è una finezza psicologica che forse vale la pena di ricordare. I giovani che celebravano il solstizio non furono i soli a percepire quel frusciare nella foresta primigenia dell’inconscio; esso era già stato intuito profeticamente anche da Nietzsche, Schuler, Stefan George e Klages.”

Jung collega il fenomeno spontaneo dei Wandervogel alla manifestazione inconscia di Wotan, o meglio del suo archetipo.
Ma che cos’è l’archetipo Wotan/Odin? Per rispondere dobbiamo considerare le caratteristiche del Dio degli Dei germanico, Wotan che corrisponde in pieno, e risiede qui l’eccezionalità della scoperta di Jung, alle caratteristiche psichiche tedesche cioè da una parte l’amore per la gloria bellica e per la violenza della battaglia, dall’altra un’ansia mistica, purificatrice, una fortissima tensione spirituale verso l’alto. 
Questo fattore psichico autonomo a due facce, peculiare della mente germanica, è l’archetipo Wotan/Odin che riesce, attraverso l’effetto catalizzatore di Adolf Hitler, a manifestarsi essotericamente e a produrre effetti devastanti nel mondo reale. Odino, l’altro nome di Wotan, è il Signore della guerra, che brama gettarsi nella battaglia, ansioso di coprirsi di gloria e di festeggiare poi con i suoi eroi le sue gesta immortali; tuttavia c’è un aspetto totalmente differente che riporta il dio dei germani ad una connotazione mistica, addirittura ermetica. 
Nel poema Hàvamal, Odino racconta come abbia ottenuto le rune, simbolo della saggezza e del potere magico: “Sospeso per nove notti all’albero Yggdrasil, ferito dalla lancia e sacrificato a Odino, io stesso sacrificato a me stesso, senza cibo né bevanda, ecco che le rune si mostrarono alla mia richiesta. – Egli ottiene così la scienza occulta e il dono della poesia. Si tratta senza dubbio di un rito di iniziazione di natura parasciamanica.”
Abbiamo quindi il volk, un popolo-razza, legato dal sangue e da Wotan/Odin, dio guerriero e scopritore di scienza ermetica, una sorta di monaco-guerriero che riesce più volte ad esternarsi durante la storia tedesca: “Wotan non invecchiò mai, sparì semplicemente a modo suo quando i tempi gli furono contrari e rimase invisibile per più di un millennio, operando anonimamente e in modo indiretto”.
Quando il cristianesimo, la Riforma e l’Illuminismo tentarono di distruggere alla base il pantheon germanico e quindi l’archetipo Wotan/Odin, riuscirono appena a scalfire la superficie di un universo psichico che si nutriva delle caratteristiche guerriere e mistiche di Odino. Eradicando la figura spirituale non si riesce però a cancellare il suo corrispettivo; è un po’ come cancellare un file in modo superficiale dall’hard disk di un computer. 
Esso rimane comunque latente ed è ancora possibile riportarlo in superficie integro, una goccia d’olio in un bicchiere d’acqua destinata prima o poi ad emergere autonomamente. L’eliminazione degli antichi dèi patrimonio culturale del volk, può significare aver “corretto” una visione pagana della storia, ma questo non implica automaticamente che con l’eradicazione concettuale si elimini anche l’istanza psichica che produce l’archetipo, che permane e giacerà latente sino alla prossima occasione.

In altre parole quella molla emotiva che prima si manifestava liberamente, veniva ad essere costretta ad un immobilismo psichico; ma esattamente come una molla avrebbe cercato il momento storico adatto per esplodere in tutta la sua violenza guerriera. 
E il nazionalsocialismo risultò essere questa occasione. Osserviamo come Jung, in La lotta con l’ombra (1946) vede la psicosi di massa dei tedeschi sotto Hitler: “In ciascuno dei miei pazienti tedeschi si poteva constatare un disturbo dell’inconscio collettivo. 
Gli archetipi che potei osservare esprimevano primitività, violenza e crudeltà. Dopo aver esaminato un numero sufficiente di questi casi, volsi la mia attenzione all’insolita condizione spirituale prevalente allora in Germania. 
La marea che stava crescendo dopo la prima guerra mondiale si annunciò nei sogni individuali in forma di simboli mitologici collettivi che esprimevano primitività e violenza, in breve: tutte le potenze delle tenebre. 
Quando si verifica che tali simboli facciano la loro comparsa in un gran numero di individui, senza però venire da loro compresi, capita che incomincino ad attrarli insieme, quasi in virtù di una forza magnetica, ed ecco formarsi una massa. Un capo sarà trovato nell’individuo che dimostri la minor forza di resistenza, il più ridotto senso di responsabilità, la più forte volontà di potenza. Questo scatenerà tutte le energie pronte a esplodere e la massa seguirà con la forza inarrestabile di una valanga”.
Il singolare punto di vista junghiano, che osserva la Germania nazista come un paziente disteso sul lettino dello psicanalista, riconosce la potenza del dio dei germani che si riafferma, primitiva e potente; la forza dell’archetipo diviene tanto maggiore quanto è debole la resistenza ad esso da parte delle difese morali e psichiche del soggetto.

Un messaggio dagli incubi
Curiosamente, anche i sogni dei pazienti tedeschi di Jung in questo particolare periodo storico sembrano soffrire di una influenza archetipica, allo stesso modo di Hitler, che secondo le testimonianze dei suoi più intimi amici/colleghi soffriva di incubi terribili e a volte ricorrenti. In lui si manifestava in misura maggiore lo stesso fenomeno di compresenza onirica di simboli wotanici, tensione spirituale, o di misssione divina che era stato incaricato di compiere, e bramosia di violenza e guerra. 
Ad ogni modo, la stragrande maggioranza degli uomini chiave del Reich avevano alcune caratteristiche comuni: erano complessati, burocrati, alcuni affetti da psicosi, mania di grandezza, altri da perversioni di vario genere. 
Molti erano in cerca di un senso vitale e lo cercavano nell’appartenenza ad un clan guerriero, con forti strutture gerarchiche. Non c’era? Allora si doveva creare dal nulla e quale opportunità migliore del formare un partito politico di estrema destra che dava voce alla disperazione e alle frustrazioni della Germania post-Versailles? E cercarono il loro capo in colui che più di tutti loro aveva la capacità (o l’incapacità) di cedere ai moti archetipici di Wotan/Odin, di far crollare volontariamente le barriere della morale e della giustizia, come afferma Jung, per asservirle ad un ideale delirante. In pratica l’uomo più debole assunse il controllo dell’universo politico, emotivo e spirituale dei tedeschi.
Il punto di vista della psicanalisi, rivela così nel fenomeno nazionalsocialista un universo insolitamente vasto emisterioso, che ci serve come strumento di indagine per poter comprendere lo stato di enthousiasmos estatico che ammaliava, o secondo le testimonianze d’epoca, stregava ed invasava letteralmente i tedeschi che si riunivano ad ascoltare Hitler ai grandi raduni nazisti. 
Questo singolare esame psicologico della storia tedesca deve essere considerato un fattore fondamentale; si tratta di un osservatorio speciale, situato su una posizione privilegiata rispetto ad altre perché getta luce inedita su un fenomeno come il nazionalsocialismo e specialmente in aree che la storiografia classica non ha illuminato se non debolmente, e a tratti disgiunti tra loro, impedendo di trovare motivazioni e ragioni che devono invece essere portate completamente alla luce.
Elementi politici, sociali, emotivi, spirituali e psichici preparavano il popolo tedesco alla rimozione delle barriere razionali, all’avvento dell’archetipo wotanico che incarnava l’ideale violento di riscatto dallo smacco bellico. 


                                




martedì 2 luglio 2024

IL TEATRINO OCCULTO DELLE ELEZIONI (TRUMP vs BIDEN)


1- GLI UOMINI PREFERISCONO LE DESTRE:
È dal crollo del muro di Berlino che la sovragestione spinge perché siano le destre a governare la modernità in occidente. Dopo aver corrotto le sinistre (compito più facile), dopo averle cooptate e infiltrate, rendendole sempre più lontane dalle classi più povere, schiacciandole sul neoliberismo, è stato lasciato un vuoto siderale pronto ad essere colmato dai suoi avversari. La stessa Meloni è stata favorita "indirettamente" dalle non casuali dimissioni di Draghi (simbolico il tintinnio della campanellina assunta come passaggio di consegne tra governo tecnico e governo ancillare di finta opposzione) e avrebbe dovuto gestire la pesante eredità delle sue politiche.
I centrosinistra occidentali erano, fin dall'inizio della nuova repubblica, preposti a governare alcune complesse tematiche come pandemia, vaccini, ambiente, diritti civili, mentre la destra a gestire conflitti, guerre, a lavorare contro l'indipendenza della magistratura, a consolidare alleanze euroatlantiche pro Israele, pro Ucraina, maggiore repressione nelle manifestazioni e contenimento del dissenso, in vista di futuri scenari di miseria dilagante.
Ogni fazione politica è indirizzata verso alcune tematiche specifiche, nonostante siano potenzialmente interscambiabili, secondo i desiderata dei piani alti, un domani o come già accaduto in passato, potranno gestire le agende della parte avversa. In epoca pandemica, per esempio, il controllo del dissenso fu realizzato dal centrosinistra e dal centrodestra.
Oggi le destre, ma soprattutto un domani, dovranno gestire il caos e la guerra tra poveri e tra classi sociali delle popolazioni occidentali, perché la modernità necessita di trasformazioni strutturali per stabilizzarsi e il nuovo capitalismo di grandi sacrifici, ovviamente, sempre tra gli ultimi.
Attualmente le destre sono percepite come più vicine al popolo, quindi sono e saranno le prescelte per far accettare limitazioni democratiche, cesarismi, democrature per il controllo delle masse, in vista di cambiamenti epocali.
Questo processo già in atto, non è immediato, avanza poco alla volta in punta di piedi, passo dopo passo, dopo aver fatto metabolizzare la cura.

2- SUSSURRI E ANTICHI PENSATOI:
A suggerire queste agende sono entità magiche più o meno occulte, la più pubblica e probabilmente meno importante è la Lucis Trust, entità che lavora a stretto contatto con l'ONU per plasmare forme pensiero da seguire secondo schemi stellari e numerologici.
Sono diversi i think tank che collaborano e spingono verso alcuni scenari. Previsioni che si avverano in sincrono con passaggi astrologici, all'interno di un simbolismo molto peculiare.
Dettano le tappe delle agende, danno i tempi, girano e misurano le clessidre.
Queste entità magiche, nell'accezione operativa del termine, contribuiscono a creare i bias cognitivi che molti adotteranno, talvolta pubblicamente e senza bisogno di alcun complotto, mostrandosi come la parte più illuminata della governance, operando con garbo e senza troppo clamore mediatico.
Questi cambiamenti strutturali in democrazia non verrebbero accettati se fossero portati avanti in termini più frontali e dispotici, a meno di inventare un problema sovrastrutturale come una pandemia globalizzata. Quindi vengono spalmati nel tempo e fatti metabolizzare come progresso e sviluppo sociale.

3- IL TEATRINO OCCULTO DELLE ELEZIONI:
Le elezioni americane sono l'apice di questo processo magico cerimoniale.
Due partiti si contendono lo scettro del potere in una sorta di teatrino dove si fanno realmente le scarpe e, contemporaneamente, forze superiori che modellano quel teatrino, spingendo per una parte o l'altra in campo.
In questo schema, i Dem oggi sono stati "costretti" a tenersi un Biden malato, decadente, favorendo di fatto Trump, per gli stessi motivi di cui sopra. Domani potrebbe essere il contrario, come già accadde per Obama in quel preciso momento storico.
Non solo, i piani alti potrebbero regalare la vittoria a Trump per motivazioni generali progressiste, o come in passato, preferire un Biden per sviluppare agende politiche più conservatrici, nonostante ufficialmente rappresentino l'opposto, perché sono tutti perfettamente interscambiabili.
Trump nelle prime elezioni fu favorito dalle massonerie progressiste, mentre la Clinton dalle piramidi conservatrici. Vige sempre il doppio e triplo gioco, il mondo rappresentato spesso corrisponde all'esatto contrario delle apparenze.
Quindi candidati con RUOLI RIBALTATI rispetto alle rispettive provenienze d'origine.
Se vince Trump dovrà cessare in qualche modo la guerra in Ucraina, puntando più su di un isolazionismo di facciata, accontentando un certo populismo crescente, però in cambio dell'accettazione incondizionata della difesa del sionismo e delle sue politiche reazionarie.
Nel caso vinca Biden, gli USA dovranno essere meno morbidi con Israele, mediando maggiormente con i Fratelli Musulmani e l'Iran, però facendo accettare la prosecuzione del conflitto contro Putin, per consentire l'allargamento della NATO con nuove adesioni, rompendo il fronte orientale.
Entrambi gli scenari servono alla sovragestione, quindi prima si favorisce l'accadimento magico di uno schieramento e dopo quello dell'altro, a seconda delle esigenze geopolitiche di un dato periodo storico e degli interessi complessivi di tutta la filiera industriale, bellica, massonica, politica annessa che, a cascata, è parte strutturale di queste piramidi.
Questo schema strutturale si è consolidato dopo l'omicidio di Stato di Kennedy, ma anche prima esisteva, seppure in forma meno aggressiva e palese.
Le elezioni sono quindi reali, ma contemporaneamente finte. Un doppio binario con convergenze parallele che confluiscono in un solo punto.
Lo stesso schema, seppure con diverse sfumature, sta succedendo in Europa con l'avanzata della Le Pen in Francia, votata per disperazione dalle classi subalterne, anche lei percepita come paladina del popolo, e questo accade anche in altri paesi. I piani alti della tecnocrazia da un lato fingono di opporsi correndo ai ripari per il ritorno dei fascismi, mentre in maniera sottile e invisibile favoriscono questi processi storici agendo indirettamente e creando i presupposti per una loro avanzata. Oppure, per alimentare l'ennesima dicotomia destra e sinistra, cristallizzando lo status quo, ma questo schema tende ad esaurirsi nel tempo, oggi si potrà far fare il lavoro sporco anche alle opposizioni che vincono le elezioni, senza necessariamente far calare dall'alto l'ennesimo tecnico, semplicemente cooptandole o ricattandole. I tempi sono maturi e l'Italia ha fatto da apripista.
In questo modo le destre da un lato dovranno normalizzarsi o draghizzarsi per rassicurare i mercati, ma potranno tornare utili al sistema centrale per contenere, sempre meno democraticamente, le conseguenze nefaste delle politiche economiche neoliberiste.
Scelte che ricadranno sulle popolazioni, compresi eventuali e potenziali moti di piazza non desiderati da reprimere.

4- IL BENE E/O IL MALE:
Questo doppio binario è fondamentale per favorire da un lato l'accettazione dell'alveo magico, ovvero, quel modello di regole alle quali tutti aderiscono nella società, e la creazione di eggregore per eteropilotare la modernità con la sua complessità e per gestire il controllo del dissenso e dell'assenso in epoca globalista.
La stessa democrazia, per quanto difettosa e comunque augurabile rispetto a qualsiasi regime dispotico, è stata plasmata in virtù di questa vera/falsa dicotomia, e queste tensioni opposte contribuiscono a tenere in vita il potere costituito.
Le entità magiche, le Confraternite arcontiche sono nel mondo reale ai vertici nella gerarchia delle cosiddette piramidi, sopra qualsiasi massoneria e urloggia, e si sono modellate in decine di migliaia di anni di vita, strutturandosi e perfezionandosi per gestire l'evoluzione o l'involuzione dell'umanità, essendo presenti anche in queste piramidi, entrambe le tensioni.
Se oggi nel mondo pare imporsi il MALE, significa che nel pantheon magico del potere occulto prevale questa tensione, ma contemporaneamente, esiste un pensiero opposto e diverse sfumature. Non solo, lo stesso paradigma potrebbe essere favorito per far sviluppare come reazione il cosiddetto BENE pubblico e viceversa.
L'idea del potere non è così a senso unico come parrebbe, lo stesso vale per ogni sua strategia.
Il dualismo stesso sorregge la natura, motivo per il quale, il potere magico si muove su doppi binari, dove coesiste libero arbitrio e una meno libera induzione degli eventi.
Proprio perché esiste il libero arbitrio nella coscienza delle persone, deve esistere, secondo loro, la manipolazione sulle scelte personali, in modo che siano sempre meno esclusive, creative, singolari e per favorire un paradigma alveare a senso unico, consono al sistema.
Un pensiero unico che però può oscillare tra due visioni differenti.
Entrambe le visioni del potere operano per far accettare il loro sistema, perché condividono lo stesso schema di origine, pur agendo in modi diversi che noi sottoposti indicheremo volgarmente come BENE e MALE, oppure, come sbirro buono e sbirro cattivo.
BENE e MALE, come concetti umani, sono molto relativi e possono contenere elementi opposti. Questo almeno fino a quando la maggioranza delle persone non sarà in grado di essere autonoma e sviluppare a pieno l'aspetto coscienziale/spirituale, uscendo dal cerchio magico precostituito da altri, iniziando a fare i propri interessi e non quelli dettati da un padrone, dividendosi in una lotta tra poveri, oppure accontentadosi della nota formula del panem et circenses.
Per ora è come se l'umanità fosse ancora nella fase adolescenziale, in piena fase ormonale.
Quando e se raggiungerà la maturità, probabilmente cambieranno molte cose e, forse, non avremo più necessità di incarnarci in questo inferno così "divertente".



venerdì 28 giugno 2024

GEOINGEGNERIA CELESTE: COME NEGARE UN FENOMENO, FACENDOLO POI ACCETTARE



GEOINGEGNERIA E CONTROLLO CLIMATICO: 
(CRONOLOGIA DEGLI EVENTI DEL PLAGIO EMOZIONALE SU SCALA GLOBALE)
In pratica funziona così...
Prima negano il fenomeno per decenni, ridicolizzando chi ne parla, buttandola in caciara, creando debunking ed alimentando l'effetto domino in rete per spostare l'attenzione, affermando che è fantascienza il controllo climatico.
Successivamente, quando il fenomeno diventa troppo esteso e palese anche ai più babbei, iniziano in punta di piedi a parlarne con qualche timido articoletto, buttando il sasso nello stagno.
Poi anche i TG iniziano pacatamente a parlarne, fino a quando un bel giorno, sorgono come funghi siti e blogger ufficialisti in rete che trattano l'argomento superficialmente, asserendo che il fenomeno E' SEMPRE ESISTITO e che TUTTI LO SAPEVANO, instillando così il falso ricordo che NESSUNO LO AVEVA NEGATO in passato.
Non potendo dare ragione a chi, per decenni, ne aveva parlato, beccandosi del complottista, spostano il problema sul nome, dicendo che non si tratta di scie chimiche, ma di cloud seeding.
Per cui, chi ne parlava prima aveva torto, nonostante, a detta loro, NOI LO SAPEVAMO DA SEMPRE.
Prima eri un complottista perché le chiamavi erroneamente scie chimiche, che poi tali sono a prescindere, mentre chi ne parla ora, ufficialmente dalla cattedra della scienza, ha ragione perché si trattava solo di cloud seeding.
Virando e giocando sul nome, agitando lo spettro complottista, confondono le acque alimentando cortocircuiti mentali, ma iniziando a far accettare il fenomeno un tempo negato ed irriso.
Messi con le spalle contro il muro dai fatti empirici, dalla logica e dal buon senso, fanno un passo indietro affermando che però non si sa se funzionano, che però solo alcuni paesi le praticano, che però dai, NON ESAGERIAMO, perché poi diamo ragione ai cospirazionisti che da decenni ne parlano.
Il passo successivo, quello odierno, è di parlarne apertamente come fatto oggettivo ed inconfutabile a bomba oramai sganciata, però confinandolo solo ad alcune nazioni.
Improvvisamente sui media ufficialisti, queste poche nazioni che praticano la geoingegneria di inseminazione delle nuvole, iniziano ad aumentare progressivamente.
Così, per magia, scopriamo che non erano solo i cattivi cinesi, russi arabi a fare inseminazioni celesti, provocando talvolta come fenomeno avverso, disastri ambientali, alluvioni, stragi e cambi improvvisi climatici, ma pure gli stati Uniti, Israele, india.
Manca all'appello solo l'Europa, in realtà, la prima ad aver utilizzato la geoingegneria celeste ma straniera sui suoi cieli; per questo basterà pazientare al massimo qualche anno.
Allora scopriremo che un po' tutti, da decenni, stavamo provando a cambiare il clima, facendo piovere artificialmente, provocando pesanti reazioni avverse, tra le quali anche il famoso CAMBIAMENTO CLIMATICO, guarda caso, arrivato in perfetto sincrono con l'utilizzo massivo e globale della geoingegneria nei cieli.
Per contenere il danno, in primis culturale e veicolando le bufale per negare il fenomeno conseguente all'inseminazione delle nuvole e dei cieli, da una decade si è iniziato infatti a parlare in maniera maniacale di cambiamento climatico, così per spostare gli eventuali danni della geoingegneria, oggi palesi ed ammessi a denti stretti o con #lafacciacomeilculo (scegliete voi), in modo da alimentare confusione e per non sputtanarsi definitivamente agli occhi della dormiente opinione pubblica.
Non solo, i vari pensatoi dell'ONU, sempre pubblicamente ed a livello documentale ufficiale, da una decina di anni hanno "pensato" il paradigma Green, realizzato per le agende politiche da utilizzare come programmi ambientali, industriali e militari da far accettare alle popolazioni nel tempo, dando ulteriore linfa al sistema capitalista con nuovi mercati annessi e dagli effimeri brand ambientalisti.
Nonostante ciò, quando sono successe le trascorse alluvioni in Emilia Romagna e nord Italia, si è accuratamente evitato ancora di dare la colpa al cloud seeding, nonostante e contemporaneamente, si parli apertamente di sciagure provocate dalle inseminazioni, ma solo altrove, come a Dubai e nord Africa.
Quando le sciagure saranno un po' troppe ci diranno sconsolati: MA NOI LO AVEVAMO SEMPRE DETTO CHE IL CLOUD SEEDING POTEVA ESSERE PERICOLOSO, non siamo mica complottisti noi, le scie chimiche NON ESISTONO però, eh. 
E così ad libitum, senza fine!
Dopo, forse, si potrà iniziare a parlare finalmente di altre ragioni più militari, oltre quelle del cloud seeding e del controllo climatico, oggi ancora tabù, basterà attendere.
Perchè esiste questo perenne debunking sul tema?
Perché i think tank della NATO e dell'ONU credono, forse a ragione (chissà), che bisogna sempre procedere a piccoli passi, in punta di piedi, mattoncino dopo mattoncino, nonostante si fosse negata la costruzione del tempio. E una volta che il tempio è edificato, tutti felicemente diranno: MA AVETE VISTO COME E' BELLO QUESTO TEMPIO, LO AVEVAMO SEMPRE DETTO CHE LO AVREMMO COSTRUITO.
Non come i complottisti che parlavano di ORACOLO, quello è un nome cospirazionista e da gombloddoh. Noi abbiamo semplicemente fatto la stessa cosa che denunciavano loro da decenni, ma semplicemente abbiamo scelto il nome giusto.
Vedi che avevamo ragione noi, mica i complottisti, bastava cambiare il nome, eh!

PS: La stessa tecnica di persuasione mentale, mediatica e militare, vecchia come il cucco, funziona su qualsiasi tematica. Provate a scambiarla con vaccini, guerre giuste, sistema economico, rivoluzioni culturali, ecc...
Funziona in maniera scientifica questa propaganda perché è ben rodata e praticata, dettata e sussurrata, anche in questo caso pubblicamente e a livello documentale, dai soliti pensatoi magici, come di cui sopra, dal complesso militare industriale, dalle multinazionali dedicate, scendendo fino a valle ai partiti politici ed a tutte le entità preposte a diffondere le veline religiose sul finto ambientalismo, strumento cardine del nuovo sistema capitalista.
Nel frattempo dovremmo sorbirci le sciocchezze deliranti dei vari santoni ambientalisti dietro alle varie ONG del pensiero e del Green.
Buona estate e buon ioduro d'argento a tutt*.



giovedì 20 giugno 2024

IL SIGNORE DEI MANGANELLI: BREVIARIO DELLA DESTRA ANTIPATRIOTTICA E ANTIPOPOLARE


Dio, Patria, Famiglia?
La santa trinità della destra è un falso storico per darsi un'identità che non potrà mai avere agli occhi del popolo. In realtà, questo paradigma è sempre stato tradito e raramente perseguito, se non a parole.
L'ennesima dimostrazione che la destra italiana sia fortemente anti-popolare e anti-patriottica, lo dimostra l'aggressione vigliacca di quattro picchiatori di Casapound ai danni di uno studente di sinistra che manifestava contro l'Autonomia Differenziata, preso vigliaccamente alle spalle e colpito in testa, poi a calci, una volta caduto a terra.
In teoria 
questi loschi figuri dovrebbero amare la patria ed essere contrari, senza se e senza ma, al papocchio federalista leghista, dovrebbero solidarizzare su certi temi, invece, attaccano brutalmente chi si oppone a tale legge e, addirittura in parlamento, contro chi sventola il tricolore.
Tricolore tanto paventato, quanto offeso. Tutto fumo e niente arrosto questi destroidi costretti, volenti o nolenti, ad adorare il Che, in quanto eroe veramente patriottico e con la P maiuscola, orfani di miti dello stesso valore. 
Un mondo veramente alla rovescia, ma nel senso opposto del generale Vannacci, gatekeeper NATO troppo preso dalla sua assurda campagna contro i gay, probabilmente perché gay represso, come peraltro molti in quell'area che sublimano con la violenza e il turpiloquio per celare tendenze a loro socialmente indesiderate.
Facciamo qualche esempio storico di applicazione anti-patriottica della destra nostrana, tornando indietro nel tempo. Potremmo partire dal ventennio musssoliniano, ideato e plasmato dalla massoneria inglese e finanziato dai padroni del vapore per contenere il risveglio bolscevico, ma più semplicemente, socialista e democratico dell'epoca.
Quindi in funzione sempre anti-popolare, anti-patriottica e violenta. 
Durante la 1° Repubblica le estreme destre obbedivano stupidamente ai comandi di Gladio, fucina di terroristi neri, poi utilizzati come candidati manciuriani dalla NATO per attentati o per prendersi la colpa di attentati realizzati dai Servizi Segreti nel periodo della strategia della tensione.
Potremmo successivamente osservare i collegamenti tra MSI e il sionismo, tramite il Mossad, il tutto sempre in funzione anti-patriottica e anti-popolare, non certo a favore della tanto decantata patria, inoltre, partorendo terroristi e pensatoi reazionari ed anti-costituzionali, sempre indirizzati contro i diritti dei lavoratori, contro le manifestazioni di piazza e quant'altro.
Io posso capire i partiti di Governo dell'epoca come la DC, partiti che erano sul libro paga del Pentagono, ma almeno avevano l'onere di governare, con tutte le contraddizioni del caso. Questi, invece, dalla loro piccola fogna di finta opposizione, facevano i servi degli israeliani e gli interessi delle entità sovranazionali come la massonica "Internazionale Nera".
Passando per il "moderato" Gianfranco Fini, presente nella sala operativa della Questura di Genova durante la mattanza al G8, quindi contro i No Global, nuovamente a favore del transnazionalismo apolide della sovragestione, comunque, sempre in chiave anti-democratica e anti-patriottica.
Per questo che oggi è assolutamente naturale vedere la Meloni fare lo scendiletto di Biden, leccare il deretano di Israele, finanziare i battaglioni nazisti ucraini, dopo aver appoggiato per anni il Duce Russo Putin e prostrarsi pure alla Wonder Lager, indagata per lo scandalo dei vaccini Pfizer e per le super mazzette miliardarie prese grazie agli appoggi del marito.
Il Governo Meloni è un ossimoro vivente: moralista ma profondamente corrotto, razzista ma che subisce passivamente l'immigrazionismo, senza riuscire a gestire il fenomeno, sedicente sovranista, nei fatti antisovranista e venduto al padrone di turno.
In piccolo, le odierne estreme destre come FN e Casapound rispondono alle stesse logiche, ovvero, combattere contro qualsiasi manifestazione pro-costituzionale, a favore di logiche divisive regionali, anti-democratiche, alcuni di loro pronti addirittura ad arruolarsi nelle milizie ucraine, sempre contro gli interessi nazionali italiani. 
Mai contro obiettivi ed interessi americani militari, contro multinazionali, ma contro manifestanti inermi, contro omosessuali, stranieri e pesci piccoli.
Allora ricordiamoli durante la pandemia quando, protetti da frange dei Servizi, agivano come gatekeeper ed infiltrati nelle manifestazioni contro l'obbligo vaccinale. Quindi in termini anti-patriottici, rispondendo in quel caso ai desiderata globalisti che volevano mettere all'indice i dissidenti novax, a favore delle politiche di Draghi e del modello di medicalizzazione mondiale.
Non c'è una singola azione della destra italiana in favore della patria, della democrazia, dei lavoratori. La patria come la famiglia viene decantata solo a parole, poi nei fatti avviene l'esatto contrario. Su Dio non mi esprimo, non mi paiono certo buoni cristiani.
Altro che "Il Signore degli Anelli", semmai dovremmo parlare de Il Signore dei Manganelli.
Le destre che avanzano in tutta Europa rappresentano il piano B della sovragestione che soprassiede la BCE. Fu Draghi ad abdicare in favore della allora crescente Meloni, proprio per favorire massonicamente le destre e la loro funzione. Ogni schieramento politico ha una funzione precisa. Destre che in futuro serviranno al sistema neoliberista per arginare crescenti contestazioni contro politiche antipopolari, aumentando drasticamente la nuova povertà. 
La stessa sovragestione che, in tempi pandemici, ha sfoggiato una sorta di colletivismo post-marxista in salsa catto-comunista, per l'accettazione dei vaccini e del GP, poi seguito con meno successo dal paradigma verde. 
Oggi è il turno delle nuove destre, preposte al Dio Marte, al contenimento delle masse popolari dissidenti. Questo schema già è in atto e si compirà in punta di piedi, parallelamente accompagnato dall'amico/nemico PD, ancora vivo o redivivo, e da un Partito Popolare ancora in auge in Europa, per controbilanciare l'asse politico generale. 
La traiettoria futura è questa.






mercoledì 12 giugno 2024

BASTA! NON VOTO PIU'...



E' assolutamente vero che il goal del capitalismo sia l'astensionismo. Così si polarizzano i soliti noti senza disturbatori.
L'astensionismo premia i grandi partiti di maggioranza, cristallizzando lo status quo. 
Agisce come una strategia della tensione in salsa domestica e conferma il sistema. 
L'astensionismo, per quanto legittimo, è promosso e ben voluto dalle elite, nonostante le raccomandazioni dei loro referenti politici, ai quali serve il voto ma solo per vantaggi personali.
Purtroppo, è contemporaneamente vero anche il contrario, ovvero che, all'interno di questo schema non ci sono troppe vie d'uscita alternative. 
Non perché esse non possano naturalmente svilupparsi, ma perché, per assurdo, avessero la maggioranza, dovrebbero piegarsi ad altri poteri più alti nella scala gerarchica del potere capitalista. 
I rapporti di forza tra questi e gli eventuali partiti anti-sistema sono talmente sbilanciati che non ci può essere nessuna vittoria dal basso, all'interno delle regole di un gioco fatto da altri. Sarebbe come giocare a Poker con dei "Maestri bari" e pretendere di vincere. 
Per quanto abili e intelligenti non ci sarebbe partita. 
L'unica possibilità di reale cambiamento è il tempo, ovvero, aspettare che il popolo sia talmente alla frutta che reagisca in termini di rivoluzione di massa, anche violenta in caso di necessita estrema e/o cosciente, ma che siano milioni e milioni di persone. 
Una sorta di gilet gialli moltiplicati al cubo a tempo illimitato e ovunque. 
In quel caso il potere sarebbe costretto a scendere a patti e allora inizierebbero a formarsi gli anticorpi. Una sorta di rivoluzione perpetua e senza fine che corregge e/o cambia le regole del gioco, sostituendo anche gli anticorpi che si sono venduti strada facendo. 
Accompagnata da una rivoluzione degli spiriti liberi che andrebbero a svilupparsi all'interno di questo clima, andando così a creare l'effetto domino di forme pensiero di coscienza di classe, ecc... Il problema nel nostro tempo è trovare chi ha voglia e potenza per guidare future ed eventuali riscosse popolari. 
Però e purtroppo, per far si che ciò avvenga o nasca, bisogna attendere guerre, pandemie e sciagure. In mancanza di manifestazioni palesi, dirette e maligne, nella società occidentale la vedo dura perché le persone, me compreso, tendono ad adagiarsi. 
Durante la pandemia eravamo tutti più reattivi, sentivamo a pelle l'involuzione democratica che incombeva, ora siamo tornati tutti, chi più chi meno, rilassati. 
In questi termini mi sono più chiare le visioni teosofiche che spiegano la necessità del male per edificare un bene che si contrapponga ad esso. Sia chiaro, ci sono sciagure ovunque e anche da noi la povertà avanza, ma fino a quando ci è permesso di respirare tendiamo a non opporci troppo. 
Serve una grande tragedia... 
cit. 

PS: un esempio può essere rappresentato dalla fine della 2° Guerra Mondiale, dopo l'azione dei partigiani, dopo il sangue versato, dalla voglia di ricostruire un paese dopo una grande tragedia. In quel preciso momento c'erano delle esigenze fisiologiche di vita e di speranza per un futuro migliore e così si crearono quelle forme pensiero sulle quali campiamo ancora oggi, e che rappresentano il buono rimasto nella odierna società. 
Manca la parte construens che ci fu dopo la grande guerra, il nichilismo imperante è arrivato dopo con il sonno della ragione e con l'ipnosi collettiva. 
La voglia di percorrere una strada anti-sistema da parte della moltitudine è ancora molto risicata, ma sta aumentando. Ad un certo punto esploderà e maturerà naturalmente, almeno spero!



giovedì 6 giugno 2024

LUCIFER TRUST, LA FEDERAZIONE DELL' ANIMA



La Lucis Trust, originariamente chiamata Lucifer Trust (o Lucifer Publishing Company), è un'associazione no-profit fondata dalla teosofa Alice Bailey e dal marito Foster Bailey nel 1923 con sedi principali a New York (al 24º piano del 120 Wall Street), a Londra (Lucis Press Ltd.) e a Ginevra (Lucis Trust Association). La Lucis Trust è affiliata con la Windsor International Bank and Trust Company
La Lucifer Trust lavora insieme all'ONU e ha come mission quella di creare forme pensiero tramite "magia bianca". Preghiere e riti collettivi da effettuare in determinati momenti astrologici in sincrono con la luna, per soddisfare le agende della cosiddetta gerarchia celeste. Ricerca adepti e vive grazie a finanziamenti volontari. 
Si vanta di aver previsto tappe fondamentali dell'umanità, parla del Kaly Yuga e di altre cose dal sapore new age non meglio precisate ai profani.
Gli insegnamenti esoterici sembrano piuttosto interessanti, intelligenti, saggi e mostrano una grande conoscenza di certe tematiche, una visione del mondo e della sua evoluzione nella quale posso anche ritrovarmi. Si rifanno alla grammatica sapienziale, conoscono realmente le forze ctonie della magia, iconograficamente rappresentano immagini dove la luce si fa breccia nell'oscurità, il vero significato del simbolo di lucifero, le leggi del caos e la scienza dello spirito, la psicologia (colgo tanto uso di PNL nel loro approccio). 
Apparentemente, dovrebbero rappresentare le presunte forze del bene, l'illuminazione, la strada maestra, ma il tutto mi risuona male. Intuitivamente sento che qualcosa non torna. 
Sono fissati con i Triangoli e chiedono ai lettori di crearne e pensarne di nuovi per espandere il 3° occhio. I Triangoli per loro rappresentano una rete mondiale che interagisce con la realtà fisica, una sorta di servizio da svolgere con la forza delle preghiere per trasformare l'attività umana. Il 3 come numero magico archetipico.
 
Così può succedere di venire rapiti dalle illusioni prometeiche e dalle loro visioni ecumeniche di un mondo arcobaleno, ma ai miei occhi pare un po' troppo di marzapane, di una pace più evocata che altro, di un'uguaglianza non meglio identificata e spiegata da raggiungere non si sa quando. Un limbo dove tutto viene detto e non detto, rimanendo sempre vaghi, composto di infiniti mulini bianchi da edificare; estetica oleografica e concettuale che mi ricorda tanto quella delle massoniche e più grevi Torri di Guardia dei Testimoni di Geova. Guardando il loro sito con occhi più critici e smaliziati si intuisce, ancor prima di comprendere, che ci troviamo innanzi ad un mondo tanto sofisticato quanto inquietante.
Prendiamo la leggenda e la beatificazione della globalizzazione come panacea a tutti i mali del modernismo, o la volontà egregorica del multiculturalismo di origini teosofiche. 
I danni culturali, sociali, economici e spirituali che hanno prodotto sono di portata epocale. Perché allora queste forze di luce persistono su questa strada? 
Dico questo, non tanto perché non possa essere meravigliosa una realtà dove tutte le etnie e culture del mondo lavorino, mano nella mano, in una santa alleanza per la promozione della pace, della giustizia e della felicità umana, correndo sorridenti tutti insieme su di un  prato verde perfettamente arato, ma perché questo sogno non potrà mai esistere in una società predatoria, caotica, ultra-liberista e classista come la nostra. Sono altre le priorità da perseguire prima, a mio modesto avviso.
Il fatto che la Lucis Trust non provenga dal basso, ma viva nei piani alti del potere, certifica il loro ruolo. 
Tutto questo meraviglioso impianto culturale è in realtà governato da controiniziati che, sfruttando gli studi e le grandi conoscenze della Bailey, pretendono di indorare la pillola con il progressismo, cavalcando strumentalmente i diritti civili, oggi, portando avanti il famelico e distruttivo paradigma Green. Alla stessa stregua di certi steineriani che portano avanti in maniera distorta e mal interpretata le teorie del Maestro.
Spero di sbagliarmi, ma sembrano i famosi "sbirri buoni", gli addetti al controllo del pensiero collettivo
La cosa stupefacente e apparentemente contraddittoria è che questi supporter del modernismo, del transumanesimo, della società fluida, dell'uomo neutro, della digitalizzazione forzata, della vaccinazione di massa, del paradigma ambientalista e della società libera, liberista e "liberale", attingono tutta la loro forza e conoscenza dai saperi ancestrali, mostrandosi al mondo come faraoni metafisici. 
L'ONU da sempre tiene in alta considerazione i suoi pensatoi e ne viene influenzata, sennò non collaborebbe con loro, non ha certo tempo da perdere. 
D'altro canto gli oracoli magici hanno sempre influenzato imperatori, Re, militari, dittatori, capi di Stato. Napoleone, Cesare, Churchill, Hitler, Roosevelt, perfino Cossiga, avevano tutti quanti i loro maghi di riferimento. 
Tutto questo immenso bagaglio culturale sembra collidere con la nostra società iper-industrializzata, con la scienza e lo scientismo, con la cosiddetta modernità del vivere e del pensare. Invece, questi processi storici e sociali, volenti o nolenti, sono stati sempre influenzati e promossi dalle alte sfere magico rituali di ogni epoca e latitudine, a prescindere siano andati a buon fine e, sicuramente, le previsioni sono state spesso errate. 
Sembra non esistere una storia che non sia stata sfiorata da quel mondo o, comunque, che non sia stata artificialmente annessa al lavoro magico di certi ambienti occulti. 
Il Macbeth di Shakespare descrive sotto forma di metafora il micro e macro cosmo e le declinazioni del potere, l'interazione tra magia, preveggenza e dominio, le tragedie e le miserie umane che ne derivano. 
I moderni e tecnologici druidi, a prescindere siano venditori di fumo o meno, consigliano anche gli attuali leader politici, i boss di multinazionali e in generale, tutti le grandi personalità.
Nessuno sembra essere esente dall'influenza egregorica del loro potere, così le menti dei Putin, dei Biden, dei Macron, dei religiosi, dei sovrani delle monarchie europee, dei Gran Maestri delle massonerie, sono portate, consapevolmente o meno, a percorrere certe strade, magari pensando di aver scelto in piena autonomia dopo aver consultato solo un oroscopo più sofisticato, un meteo astrale che fa tanto chic.
Questa è l'agenda degli arconti dietro le varie Fratellanze di ogni colore, quella di guidare l'uomo nelle sue scelte, ma che smettono di essere tali se, come avvenne per il Macbeth, presagiscono sciagure che costringono i nostri burattini a scelte forzate. 
Fratellanze che hanno al loro interno anche sinceri e reali guerrieri di luce, ma che nel loro complesso sono tutte interconnesse, anche quando si fanno la guerra. 
Per questo motivo, spesso e volentieri, i teosofi che operano etericamente per l'ONU, provengono dalle stesse aristocrazie magico rituali delle confraternite avversarie.
Alcune di queste realtà e/o alcuni dei loro Fratelli promuovono ermetismo e gnosticismo in buona fede, in termini più genuini e non manipolatori. Altri, purtroppo la maggioranza, si rifanno in termini controiniziatici al Cristo esoterico, conoscono la grammatica liturgica nel profondo, ma la sfruttano per motivi oscuri, rituali e, quindi, celebrativi del potere costituito. 
Tutto questo excursus per dire che non esiste, almeno ai piani alti, una netta distinzione tra consorterie e piramidi. Esiste un incontro/scontro all'interno dello stesso pantheon magico, ma condividendone lo stesso habitat. Anche tra sbirro buono e sbirro cattivo ci sono delle sostanziali differenze, ma entrambi sono interni allo stesso schema di potere che li contiene. 
La Lucifer Trust svolge questo compito storico, quello di rimanere nella stanza dei bottoni, condizionandone le agende secondo una sua logica, secondo loro una logica astrale, numerologica e rituale insindacabile, tanto hanno potenti sussurratori tra le famose gerarchie astrali. Gerarchie che, a detta loro, dal 2025 dovrebbero avvicinarsi alla nostra realtà per aggiornare il sistema SPIRIT 3.0 e portarci finalmente sulla retta via. Già la Casaleggio 15 anni fa aveva fatto la Cassandra su certi temi, pompandoli fino a quando la profezia non si è autoavverata.
Come fanno a lottare contro il male nel mondo, all'interno della fabbrica che produce i mali del mondo? 
Pregando e creando adepti fedeli che si accontentino di tanta sapienza elargita a piccole dosi, basta solo questo o serve ben altro?
Come possiamo creare un nuovo rinascimento, un nuovo umanesimo, se si fa parte in qualche modo della stessa elite che promuove il transumanesimo e un'economia ultra-liberista? 
Come risolviamo questa secolare contraddizione, aspettando l'aiutino delle forze celesti?
Come possiamo risolvere il problema dei problemi se siamo parte integrante del problema? 

La Lucifer Trust ha il complesso ed articolato compito egregorico di fare accettare il problema come ineluttabile condizione umana, nella speranza che un giorno saremo tutti fratelli, uguali e felici. In fondo, è lo stesso schema millenario e collaudato dei culti religiosi classici e, forse, per questo motivo che tutta la sua azione punta ad unificare tutte le religioni in un non meglio identificato e fludio coacerbo new-age, adatto alla globalizzazione.
Un contenitore del dissenso ad alti livelli, ma non del dissenso politico e più ilico del termine, ma di quello spirituale. La domanda da porsi allora è la seguente. 
Chi necessita di contenere qualcosa? E se si tratta di anime, i miei dubbi si moltiplicano.
No, che dico, non posso certo io mettere in discussione queste grandi entità che lavorano per il bene comune e la pace e prevedono pure un cambiamento in positivo per questa umanità ingrata, ovviamente, sempre in un futuro che, puntualmente, viene spostato in avanti nel tempo.
Che dire... Rimangono certamente i fantastici studi delle dottrine sapienziali della Bailey, ma l'uso che se ne fa oggi rimane oscuro e molto fumoso, soprattutto se ci si adagia comodamente nei salotti buoni del potere.
Allora mi torna in mente l'esempio di un famoso rosacroce, che diceva di dubitare sempre, ricordando che il Cristo era sicuramente meno ortodosso come metodi e scacciava i mercanti dal tempio a calci in culo, non partecipava alle feste di gala del piccolo tempio dell' ONU.




martedì 28 maggio 2024

TRE AMIGOS BR E LA SOVRAGESTIONE




Unum castigabis, centum emendabis significa letteralmente "Ne castigherai uno, ne correggerai cento".
Il significato latino è analogo a quello del detto cinese "Colpirne uno per educarne cento" che compare nel Libro degli Han come motto del funzionario cinese della dinastia Han Yin Wenggui (morto nel 62 a.C.), utilizzato successivamente da Mao Zedong.
Pure il motto rubato a un dispotico aguzzino di una dinastia cinese imperiale, si è rivoltato contro di loro.

Dopo aver ascoltato questa interessante quanto deludente intervista di repertorio, fatta ai tre amigos BR, Moretti, Balzerani e Curcio, mi è talmente scesa la catena che ho deciso di scrivere questo articolo per mettere ordine ai miei pensieri. Dedicato ai famosi e inquietanti protagonisti del terrorismo rosso degli anni 70.
Un bel trio di manipolati, scelti dalla sovragestione atlantista proprio per i palesi tratti borderline che presentavano, per le loro fragilità umane ed intellettuali, per le non capacità di aver incarnato il ruolo di veri rivoluzionari.
Un'armata Brancaleone delle peggiori che non vuole ammettere di essere stata plasmata dal nemico giurato.
Il trio non si è mai sentito un burattino nelle mani di altri?
Evidentemente, no!
Perché evitano accuratamente di essere stati eteropilotati ed infiltrati, utilizzati talvolta come capri espiatori per trame oscure quanto logiche di altri poteri?
Perché non CONTRIBUISCONO a smascherare le dinamiche del capitalismo, che si serve degli opposti estremismi per cristallizzare il potere costituito?
Sembrano le sentinelle inconsapevoli dei padroni del vapore.
Tutta la loro narrazione, di una lucida quanto grottesca follia, verte nel crogiolarsi nell'amarcord della piena responsabilità di ogni scelta che, guarda caso, corrispondeva sempre e solo ai desiderata politici, massonici e atlantisti del momento. Sincronici sempre con lo status quo.
Nessuno di loro che cita i Servizi Segreti, Kissinger, tutto quello che è venuto fuori dai processi, sembrano più omertosi dei peggiori picciotti.
Il tutto condito da intellettualismi che servono a giustificare la loro follia e a negare la complessità del back-office del potere.
Vogliono apparire genuinamente rivoluzionari, mentre erano solo naif, più che criminali, dei perfetti idioti.
Follia che non è tanto quella di aver creduto di combattere una guerra donchisciottesca, non è quella di aver voluto fare i partigiani mancati (e quelli veri si rivoltano nelle tombe), ma quella di NEGARE gli intrecci con il potere che si illudevano di combattere, mentre lo stesso li guidava dall'alto.
Perché non hanno mai colpito o provato a colpire personaggi importanti come Andreotti, come Cossiga, come Agnelli, come Licio Gelli, come Generali Nato (l'elenco potrebbe essere eterno), limitandosi a colpire scientemente solo personaggi invisi all'agenda atlantista?
Ma guarda che coincidenze, pensa che grandi combattenti con la schiena dritta!
Il fatto più triste e deprimente, che ne mostra la miseria umana e intellettuale, è quando affermano all'unisono che la LOTTA RIVOLUZIONARIA è terminata.
Tipo la messa è finita, andate in pace. Quello è il momento più desolante della storia.
Lo decidono loro che è finita?
Perché mai dovrebbe essere finita?
Per coerenza dovrebbero auspicare che la lotta continui in eterno, quando mai una rivoluzione finisce con un nemico del genere?
La loro è una resa incondizionata?
Terroristi da appendice?
No rivoluzione, no party?
Tutto sembra irrimediabilmente legato alle loro gesta, non riescono ad uscire dal loro ruolo di Zorro mancati, intrappolati dal e nel loro loop, servi inconsapevoli che decidono che è giunto il momento di fermarsi e che ci debba essere un confronto politico, ma de che?
Un confronto su cosa? Sul fatto che hanno creduto alle favolette e manco ne hanno capito la metafora?
Questi sarebbero i gloriosi guerrieri del popolo?
Lo vedete voi il Che Guevara che, una volta arrestato, a un certo punto afferma che la lotta è terminata, come fosse un film di serie B, arrendendosi triste e sconsolato alle domande edulcorate di un giornalista RAI?
Ma ci rendiamo conto con quali "rivoluzionari" abbiamo avuto a che fare? 
Solo omicidi inutili, marginali, che giustificavano la reazione del sistema, spostando l'asse sempre più a destra.
Tre guerrieri che si difendono con decadenti quanto tristi intellettualismi, il cui unico scopo era darsi una ragione di vita, un ruolo sociale. Vederli oggi sembrano tre attori che parlano dell'uscita del loro ultimo film.
Rivoluzionari spaghetti, terroristi della porta accanto e di proprietà del SISDE, che si addebitano in toto il caso Moro, evitando di parlare di essere stati protetti dalla P2, evitando accuratamente di parlare degli appoggi militari, che non spiegano come fossero diventati cecchini provetti (Mossad scansate), che colpirono la scorta senza colpire Moro accanto, di chi gli avesse spifferato dall'alto dei cieli che Moro sarebbe passato con la scorta dove non era stabilito passasse, di via Gradoli di proprietà dei Servizi Segreti e di mille altre dinamiche emerse e documentate nei processi.
Curcio che non ha mai ucciso nessuno, ci tiene come un matto ad accreditarsi come colpevole morale, nonostante le prime BR fossero completamente differenti dalle successive BR. Non una parola sull'azione delle Intelligence, silenzio sul Mossad, nada de nada.
I suoi primi approcci politici vanno in direzione dell'estrema destra, secondo quanto contenuto in alcuni opuscoli riconducibili a quest'area. Ad Albenga milita dapprima nel gruppo "Giovane nazione", quindi in "Giovane Europa", due piccole organizzazioni che riprendono le tesi nazional-socialiste di Jean Thiriart
Curcio viene anche citato come capo della sezione di Albenga e celebrato il suo zelo militante nella rivista Giovane Nazione-
Curcio è quello che fa più tenerezza, si vede che soffre e non sa nemmeno il perché, o meglio, lo sa bene ma se ne vergogna, essendo prigioniero della sua maschera sociale.
La Balzerani, che curiosamente sembra la sosia della Salis, si vede lontano un miglio che mente spudoratamente ed ingoia il boccone amaro servito da altri per ogni sua inutile affermazione, sempre con occhi bassi e quell'accento fiero rugantino.
Lei sembra una caricatura surreale, il prototipo della partigiana de noialtri, riciclata come scrittrice.
Poi c'è l'infame, l'uomo ricattato dai Servizi, il mentitore seriale, Moretti
Il figlio della domestica della contessa Anna Casati Stampa, "uccisa dal marito", alla quale giurò fin da giovane di volere la sua morte, nonostante lo mantenne agli studi e fino all'ingresso nelle BR.
I Casati Stampa erano i proprietari della Villa di Arcore, poi comprata con sotterfugi dal giovane e rampante Berlusconi.
Vedete come sono interscambiabili questi personaggi, come si intrecciano fisiologicamente fin dalle origini anche in situazioni diverse da quelle per cui vengono ricordati dalle cronache giudiziarie?
Moretti fa di tutto per screditare il complotto, odia la dietrologia, ma la mimica parla chiaro. Sembra il classico piddino che sorride alle teorie cospirazioniste e fa di tutto per accreditarsi qualsiasi evento successo in quegli anni, pur di evitare un vero confronto. 
Protettore del sistema ancor più dei terroristi neri, il peggio del peggio. 
Pensate quanto potrebbe essere utile alla causa democratica se solo osasse liberarsi di quel grande peso che si porta dentro lo stomaco. Guai mai, lo avrebbero subito fatto fuori, e lui lo sa bene come funziona il gioco.
Moretti è il Re dei cazzari, ricattato dai Servizi, sovragestito da Gladio e dagli amerikani, che vorrebbe accreditarsi al mondo come guerriero del nulla quantico.
Tutti e tre con doppia personalità, al limite della schizofrenia, mentre si arrampicano sugli specchi, addossandosi le responsabilità di altri, tacendo sui misteri della Repubblica, colonia di fine impero.
Si evince dagli sguardi, dalle vistose ambiguità, dalle supercazzole di questi tre cialtroni (altro che combattenti del popolo), che mentono a livello spudorato, soprattutto, su cose che loro non hanno mai compiuto e nemmeno pensato.
Chi pone solo la violenza come motore delle dinamiche sociali è un venduto, oppure un inetto, a maggior ragione quando dichiara conclusa la sedicente lotta armata e solo perché rinchiuso in carcere. Soprattutto, se sbaglia scientemente i bersagli, colpendo solo quelli più marginali e, comunque, comodi al sistema, prestando il fianco alla strategia della tensione.
Buonanotte guerrieri...