Salò, ovvero i 120 giorni di Sodoma (1975) - Pier Paolo Pasolini
Eyes Wide Shut (1999) - Stanley Kubrick
Salo' o le 120 giornate di Sodoma e Eyes Wide Shut raccontano a modo loro, l'anarchia del potere e l'utilizzo selvaggio e brutale dei ruoli sessuali per determinare i ruoli sociali in campo. Il sesso come rito e controllo, come perversione e violenza per rieducare i propri fedeli, i popoli, gli umani. Dominio del corpo altrui ed attraverso il corpo altrui, andando a creare quell'omologazione antropologica che il sistema capitalista, dopo la stagione secolare delle religioni, tende a sviluppare e promuovere.
Salò del 1975 di Pier Paolo Pasolini e Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick del 1999 sono stati separati da un quarto di secolo, ma condividono la struttura di base, i temi e le strategie che ogni regista usa per condannare il consumismo.
Lo stile di Pasolini ricorda persino quello di Stanley Kubrick con le sue composizioni simmetriche e l'uso del corpo nudo femminile come decorazione artistica di sfondo.
I rituali dell'orgia sono evidenti anche in Eyes Wide Shut ".
Entrambi i film condividono una narrativa onirica, trasportando il pubblico istantaneamente dal regno della realtà al regno della fantasia erotica.
Sebbene Salò inizialmente assomigli a un film storico e Eyes Wide Shut a un dramma relazionale, entrambi si muovono rapidamente lungo la strada della fantasia con i suoi simboli ed archetipi, portandoci al castello (Salò) e alla villa ( Eyes Wide Shut ).
Ogni film elimina ogni illusione di egualitarismo e usa il sesso per smascherare gli squilibri di potere tra ricchi e poveri, e tra uomini e donne.
Usano la prostituzione e l'oggettivazione sessuale narrando l'oggettivazione spirituale creata dal potere, attraverso il consumismo capitalista.
Così, Pasolini scelse un ambiente fascista per la sua denuncia contro il consumismo: un castello nell'Italia tardo fascista. Kubrick ha scelto l'ambientazione consumistica per eccellenza per la sua denuncia: la capitale finanziaria del mondo, a Natale.
Il sadomasochismo di questi film diventa sempre più grottesco, man mano che la narrazione continua e il potere esercita il proprio controllo. All'inizio, la cabala del potere di Salò flirta leggermente con i loro prigionieri, inventando un elenco di regole.
Eyes Wide Shut si apre con Nicole Kidman nuda, davanti a uno specchio, e include un lungo dialogo sessuale ed esistenziale tra lei e Tom Cruise. In entrambi i film, le élite mettono in scena rituali in costume per affermare il controllo e sostituirsi come religione.
All'interno di queste rappresentazioni, le nudità aumentano e il materiale diventa più feticizzato, fino alla morte in Salò e alla ricerca di un orgasmo risolutivo ai mali del mondo, in Eyes Wide Shut.
Tuttavia sia Pasolini che Kubrick si tirano indietro, ed il contenuto sessuale diventa più freddo e distante. Ognuno di loro allarga i propri scatti per evitare l'intimità con i personaggi.
Vogliono mostrarci come si sente l'oggettivazione dal punto di vista dell'oggetto.
L'ultima cosa che vogliono fare è permettere allo spettatore di identificarsi troppo fortemente con il soggetto. All'apogeo di ogni film, il contenuto è più forte e sempre meno erotico.
Nessuno dei nostri protagonisti - o spettatori - ottiene una vera identificazione sessuale.
Sembra più una sorta di castrazione sessuale, saturando il desiderio più che reprimerlo.
I ragazzi di Salò che assistono nelle loro torture i loro padroni, diventano kapò e sopravvivono in quanto tali, avendo trovato il loro ruolo sociale nello schema di potere.
Tom Cruise rinuncia alla sua ricerca della verità, per salvare se stesso, la sua famiglia ed i suoi amici dalla punizione della setta magica.
In modo diverso/uguale, tutti si piegano al potere, accettando la propria posizione sociale.
Cruise e la Kidman sopravvivono perché accettano quello che il mondo in qualche modo ha previsto per loro e cedono alla società consumistica, come unica società possibile: alla fine del film, portano la figlia a fare shopping natalizio al centro commerciale e decidono di "scopare", perché non è rimasto altro da fare.
«Come si chiama il tuo ragazzo?». Risposta: «Margherita».
Secondo Castenetto e Stocchi il significato della scena «pare essere piuttosto quello di una acritica accettazione da parte dei due ragazzi della “mutazione antropologica” avvenuta nella villa dove sono stati rinchiusi i giovani da rieducare. Una assuefazione all’omosessualismo e forse anche all’indifferenziazione sessuale, proiettata in un tempo successivo al fascismo, come suggerito anche dal cambio della musica che avviene alla radio». Oggi verrebbe definita come una sorta di mk-ultra o, rimanendo nell'ambito di Kubrick, una cura Ludovico.
Questo significato era stato intravisto dal critico cinematografico Serafino Murri, che ha scritto: «Il colpo di grazia alla dignità personale è nell’abolizione dell’ultima differenza biologica, quella sessuale, lo testimonia la selva di deretani senza volto in gara per essere uccisi nella sequenza 22.