venerdì 31 dicembre 2021

CAPODANNO TRINARICIUTO E INFAME


Sperando in un nuovo lockdown che asfalti questa immensa prateria di ipocrisia.
cit. Adolfo Tamponi


Nell'immediato secondo dopo guerra, Guareschi definiva trinariciuti gli iscritti al Partito Comunista, per la loro presunta acritica credulità e sudditanza alle direttive del partito (e perciò raffigurati con tre narici, come esseri “diversi”, quasi di un altro mondo).
Oggi lo direbbe degli italiani pecoroni incollati all'oracolo digitale, dominati da statistiche di regime e dalla propaganda liberista, ma definirebbe trinariciuti anche molti dei nostri concittadini, che per strada all'aperto ti guardano impauriti e diffidenti, se non indossi adeguatamente museruole di stoffa.
Diciamocelo, questa pandemia di Stato ha avuto il merito di far emergere tutti gli orrori sopiti da un falso benessere, quello famoso che non tonerà mai più, e di aver mostrato tutte le caratteriopatie dei nostri simili.
Nonostante milioni di positivi trivaccinati e trinariciuti, si tornerà anche in Emilia Romagna, probabilmente, alla zona gialla e poi quella arancione, e allora non si potranno invocare ancora gli ultimi dei moicani come dispettosi untori.
Quando tutti saranno vaccinati, ci sarà sempre qualche altra lettera dell'alfabeto greco a sospendere la Costituzione, tanto siamo da tempo immersi in una democratura, apprestandoci verso il default economico, con ingenti nuovi debiti da restituire in futuro, attraverso privatizzazioni della sanità, tramite tagli alle pensioni ed ai salari dei lavoratori.
Diverse aziende e negozi chiuderanno, ci saranno tanti licenziati, le scuole torneranno in DEAD, gli ospedali saranno sempre più murati a causa dei tagli di 3/4 di posti letto, realizzati dai governi in 15 anni di destrutturazione della res publica.
Non solo, tasse e bollette raddoppiate daranno la mazzata finale al risparmio, al mondo del lavoro, alle famiglie, poi sarà la volta delle crisi ambientali, insomma, le previsioni sono piuttosto infauste.
In questo scenario epocale, per qualche stolto e sempliciotto, la colpa sarebbe dei novax, capro espiatorio valido ancora per poco, e non di questo sistema neoliberista e neofeudale che sta implodendo per noi, espandendosi per LORO.
Questi cattivi untori ed i loro cattivi maestri che, nella loro matematica irrisoria minoranza, riuscirebbero con il loro contagio superlativo e/o alieno, a superare le barriere di 3 vaccini altrui e contagiare pure i vaccinati e a tenere in scacco l'economia di un pianeta intero.
La colpa sarebbe dell'Omicron e sarà delle future infinite varianti e non dei parametri ridicoli sanitari voluti dal sistema ed accettati dai sudditi come ineluttabile conseguenza di questa moderna peste che non finirà mai.
Allora, in questo sonno della ragione, in questo deserto devastante di irrazionalità, di ignavia e di ignoranza, di propaganda bellica e di beghine isteriche ed ansiogene, auspico un lungo ed inesorabile lockdown finale, già avvenuto da tempo per quanto riguarda il libero pensiero, sostituito dalla fede incrollabile verso l'autorità vigente.
Un eterno lockdown in mancanza di quel meteorite che tarda a venire, forse anch'esso cooptato da qualche speculatore maltusiano.

Anche quest'anno infame è finito e già ci presenta il conto del prossimo che sarà decisamente peggiore, viste le premesse.
Noi però dobbiamo restare ottimisti, indossare le mutandine rosse portafortuna e mangiare tante lenticchie che portano danari e fortuna, anche perché non tutto è perduto, se saremo nuovamente reclusi avremo sempre lo zuccherino di NETFLIX che ci consolerà.
Con un costo minimo ed abbordabile anche da un clochard (vedi quello sotto casa mia), tutti potremo sublimare qualsiasi fantasmagorica distopia attraverso quella nuova serie fantasy & distopica che ci guiderà per mano, lentamente, verso l'accettazione di un raggiante e meraviglioso futuro di merda!







IL BUIO E LA LUCE di Enrico Pietra

IL GRANDE OSSIMORO DI QUESTO NOSTRO NATALE
IL BUIO E LA LUCE
di Enrico Pietra
Pubblicato il 23 Dicembre 2021 da IN ESERGO
https://www.inesergo.it/il_buio_e_la_luce.html




“La normalità che perseguiamo non sarà comunque il ritorno al mondo di prima”
Sergio Mattarella


Natale 2021. L’Italia torna a presentire la stretta di una morsa da cui i più credevano di essersi liberati. Serpeggia un malcontento e un senso di frustrazione che paiono dilaganti. 
Mentre si annullano le prenotazioni di viaggi e cenoni, le ombre nere di un futuro sempre più incerto giacciono sul narcolettico tran-tran della maggioranza dei concittadini italiani. Non ne usciremo mai. Non ce la faccio più. Non è possibile andare avanti così. 
Le strade delle nostre città registrano una crescente presenza militare e di forze dell’ordine e un controllo via via più pressante della legittimità dei comportamenti dei privati cittadini, continuamente monitorati nei loro spostamenti e nelle abitudini attraverso lo sfoggio dell’imprescindibile lasciapassare verde. Possibile che siano stati messi in preventivo gesti irrazionali da neutralizzare sul nascere con l’aumento delle strette e la conseguente emersione delle frustrazioni più profonde?

Natale è la festa della luce, precisamente del Dies Natalis Solis Invicti; dal 337 d.C. per opera di Papa Giulio I è il giorno della celebrazione della nascita di Cristo. 
Il 25 dicembre il sole, dopo essere sprofondato nell’oscurità e aver toccato il punto più basso con il solstizio d’inverno, torna ad ammantarsi di vigore e le giornate riprendono ad allungarsi. 
Esotericamente il Natale è la celebrazione della Rinascita, la vittoria della Luce sulle Tenebre, l’ingresso in uno stato di coscienza più elevato. Più prosaicamente è anche il periodo dell’anno in cui le famiglie si riuniscono, i lari vegliano sui focolari domestici, ci si scambia regali ma anche abbracci e gesti d’affetto, si sta in compagnia.
Non è un caso che determinate forze detestino il Natale. Molti accadimenti degli ultimi mesi potrebbero non essere affatto accidentali, a cominciare dalle tempistiche tanto chirurgiche quanto stravaganti di alcuni provvedimenti legislativi. Su un piano più esoterico, degna di nota appare la celebrazione del settecentenario della morte di Dante con un mese di ritardo, il 15 ottobre 2021, data zero dell’adozione del green pass nel mondo del lavoro; quel giorno abbiamo assistito all’inaugurazione della
mostra “Inferno” di Jean Claire alle Scuderie del Quirinale, incentrata sulla versione in gesso dell’incompiuta Porta dell’Inferno di Auguste Rodin, personaggio dalle oblique frequentazioni occultistiche. Contemporaneamente all’allestimento di tale monotematica mostra, con oltre duecento opere esclusivamente dedicate al regno ultraterreno più basso, tra 24 settembre e 3 ottobre scorsi dalla Sacra di San Michele a Torino è stato scagliato in cielo un ammaliante fascio di luce simboleggiante la spada del santo, grazie a due potenti elettrodi. 
La Sacra è luogo bianco per eccellenza, parte della cosiddetta linea energetica che dall’Irlanda alla Palestina collegherebbe direttamente sette basiliche unite dal culto dell’arcangelo patrono della Chiesa Universale.

Nuove stringenti restrizioni intanto si stagliano nel cielo del gennaio prossimo venturo, forse anche per congelare l’economia e abbassare un’inflazione già oltre la soglia senza bisogno di ricorrere all’aumento dei tassi di interesse, continuando ad attingere agli aiuti di Stato e alle risorse del PEPP (Programma Di Acquisto Per L’Emergenza Pandemica). Come se non bastasse si profilano interruzioni di gas e corrente elettrica, già candidamente paventate lo scorso 30 novembre non da un complottista qualsiasi ma dal ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti a causa dell’attuale assetto dell’approvvigionamento energetico. Recentemente anche l’amministratore delegato di Trafigura Group, Jeremy Weir, ha rilanciato il rischio di un blackout generalizzato per vie delle interruzioni di fornitura di energia nucleare dalla Francia e il continuo aumento dei prezzi di gas ed elettricità. A completare il quadro si considerino le tensioni tra Ucraina e Russia, lo stanziamento di circa 175.000 militari russi a poche centinaia di chilometri dal confine e le accuse americane al Cremlino di presunti progetti di invasione del territorio ucraino, con l’Alleanza Atlantica già allertata in difesa dei paesi dell’Europa Orientale.
Che dire infine delle indicazioni da seguire per i dipendenti della Commissione Europea nelle comunicazioni esterne e interne? Cancellare la parola ‘Natale’, usare nomi generici invece che cristiani, soppiantare i riferimenti al maschile e femminile con
espressioni neutre. Insomma, se qualcuno ha ancora dei dubbi sul contesto simbolico e valoriale in cui avvengono gli accadimenti di questi giorni è pregato di informarsi meglio. Di fatto le metodologie comunicative con cui, non più tardi di un mese fa, si prometteva di salvare il Natale sono le stesse che abbiamo avuto modo di saggiare ormai da due anni: frasi ad effetto, slogan ansiogeni, toni da apocalisse imminente e conseguente netta divisione tra bene e male, buoni e cattivi. Inutile sottolineare come i cattivi siano sempre coloro i quali, a ragione o a torto, con argomenti più o meno solidi, si discostino dalla vulgata dominante. Candidamente (come nel suo stile) Mario Monti ha invocato una comunicazione meno democratica e maggiormente dosata dall’alto, con buona pace dei beoti che hanno cacciato il dubbio dalla loro scatola cranica.

Non praevalebunt. Il Natale 2021 dunque pare un ossimoro, uno scherzo del calendario. Nulla a che vedere con l’attesa dei regali nella notte più magica dell’anno, l’atmosfera gioiosa, perfino l’imbarazzo o il sottile fastidio di incontrare tutto il codazzo parentale. Eppure, è proprio questo il momento della fede. Sotto la coltre cinerea di una contemporaneità che non sembra lasciare adito alla speranza, una nuova umanità sta nascendo. Al freddo e al gelo, di nascosto, come nella grotta simbolo del nuovo mondo che viene alla luce in occasione della Natività. Occorre anzitutto restare umani, integri nello spirito, non cedere alle istanze dell’odio e del terrore. 
Sant’Agostino diceva: “Il modo in cui lo spirito è unito al corpo non può essere compreso dall’uomo, e tuttavia in questa unione consiste l’uomo”. Non pieghiamoci a visioni limitanti dell’esistenza, al biologicamente corretto. La vita non ha nulla a che vedere con un codice a barre ma passa talvolta attraverso la cruna dell’ago. Nella fede e negli abissi del sé interiore stanno le forze in grado di fronteggiare ogni tsunami, nell’energia sprigionata da un abbraccio il grimaldello per rischiarare il sonno della ragione. Occorre fare esperienza dello Spirito, trovare la gioia nella sofferenza, nella fatica, liberarsi interiormente, abbandonarsi totalmente e lasciare andare. 
Nessun lascito di questo spettrale Natale potrebbe essere più beneaugurante, proprio come il nero poco prima dell’alba.

LA CONDANNA DEL POLITICAMENTE CORRETTO di Nicola Cantatore

DALLA CANCEL CULTURE AGLI ANATEMI DEL POTERE
LA CONDANNA DEL POLITICAMENTE CORRETTO 
di Nicola Cantatore
Pubblicato il 17 Novembre 2021 da IN ESERGO



“La neolingua non era concepita per ampliare le capacità speculative, ma per ridurle, e un simile scopo veniva indirettamente raggiunto riducendo al minimo le possibilità di scelta”
George Orwell, “1984”

Tutti conosciamo almeno in parte il testo di Alla fiera dell’est, la celeberrima canzone-filastrocca del cantautore Angelo Branduardi. 
Nel 1977 rimase per trentasei settimane nelle classifiche italiane e con il 33 giri omonimo il nostro “menestrello” vinse il premio della critica discografica; l’anno successivo furono stampati i vinili per il mercato francese e inglese e sarebbe stata riconosciuta a Branduardi la credibilità di star internazionale. All’epoca della pubblicazione chi avrebbe mai ipotizzato che 44 anni dopo, durante uno show televisivo sulla TV di stato, ci sarebbe stato bisogno di prendere le distanze dalla frase “E venne il bastone, che picchiò il cane, che morse il gatto”? 
Dopo aver ascoltato l’evoluzione del testo che ricorda tanto una matrioska, a chi verrebbe da picchiare un cane? 
Un testo iconico di un Artista storico della canzone italiana può fungere da veicolo di violenza?
Brown Sugar dei Rolling Stones non è più nelle scalette della band dopo essere finita nel mirino del “politicamente corretto” per via del testo e dei riferimenti alla schiavitù. Il brano è stato suonato per l'ultima volta a Miami il 30 agosto 2019 dopo che era stato incluso in tutte le scalette dei concerti della band britannica dal 1970 in poi. Si parla di schiavi africani deportati a New Orleans, si allude al rapporto sessuale tra un maschio bianco e una donna nera ma anche alla metafora della tossicodipendenza come schiavitù.

Nel 2019 nel teatro Compagnietheater di Amsterdam è andata in scena una versione politicamente corretta del Flauto Magico di Mozart commissionata dalla regista Lotte De Beer, dopo aver “scoperto” che il capolavoro di Mozart conteneva espressioni razziste e misogine.
Ha ragione di esistere questa volontà di ricercare il malevolo artistico in testi che hanno fatto la storia e contribuito a delineare il nostro passato come fotografie senza pellicola?
Tutto si colloca sotto la bandiera del “politicamente corretto”, al centro di un acceso dibattito in questi ultimi tempi. Una bandiera che ha iniziato a sventolare negli Stati Uniti intorno agli anni ‘30 del Novecento, per assumere dimensioni significative soprattutto dagli anni ‘80, quando si riuscirono a sradicare delle consuetudini linguistiche ritenute offensive nei confronti delle minoranze. 
Fu proprio allora che, ad esempio, il termine “afroamericano” sostituì nigger, “negro”.
Ebbene, possiamo condannare e censurare qualsiasi testo o pensiero formatosi in periodi in cui (purtroppo) la coscienza collettiva predicava la schiavitù e caldeggiava la discriminazione basata sul colore della pelle? 
L’America un tempo era fortemente discriminatoria, razzista: ovviamente tutti condanniamo la schiavitù e il razzismo, ma è fondamentale distinguere l’ambito sociale da quello prettamente artistico, ponendo luce sul contesto e sul fatto storico.
Anche Aristotele potrebbe esser considerato sessista in base a questa distorsione del pensiero. Se poniamo Aristotele fuori dal suo ambito temporale è facile ottenere l’immagine di un uomo che, per quanto geniale, veicolasse messaggi a favore della schiavitù e contro la parità di genere. 
Il filosofo è semplicemente vissuto nella Grecia antica, circondato da schiavi e donne rinchiuse nei ginecei: si esprimeva quindi in linea con la società del suo tempo e con quanto vedeva quotidianamente. Sarebbe aberrante analizzarlo per queste posizioni mettendo altresì da parte l’originalità della sua riflessione e delle intuizioni, che, come sappiamo, stanno alla base del pensiero occidentale.

Nella primavera del 2021, mentre erano ancora in corso i vari lockdown attuati con metodologie liberticide che sembrava fossero l’unica strada per salvare la nostra vita biologica (distruggendo parimenti quella interiore e spirituale), al Parlamento Europeo veniva presentato il glossario del linguaggio sensibile per la comunicazione interna ed esterna da parte del personale. 
Tutti, dai funzionari ai politici, ai portaborse, sono stati invitati a prendere visione delle raccomandazioni linguistiche utili a trattare correttamente temi sensibili quali disabilità, LGBTI, etnia, religione, in modo da usare le sostituzioni previste dalle linee guida. 
I termini ‘padre/madre’ vengono così sostituiti da genitori, concetti biologici come ‘maschio/femmina’ diventano sesso assegnato alla nascita, ‘cambio di sesso’ diviene transizione di genere, ecc.…
L’arte si nutre del “politicamente scorretto” e il rischio, cominciando a fare una revisione a ritroso su quanto prodotto nel passato uscendo dal merito dell’opera artistica, è che si arrivi alla naturale determinazione che ben poco possa essere salvato.

Il “politicamente corretto” invece, inteso come visione oggettiva della realtà, induce a criminalizzare qualsiasi forma di dissenso agendo sul senso di vergogna, di inadeguatezza di chi si esprime in maniera libera e non reverenziale rispetto alle regole.
Accettare una forma di comunicazione e categorizzazione che si basa sulla “cultura della vergogna”, promuovendo un atteggiamento censorio di omologazione, non è altro che l’anticamera di ciò che Ray Bradbury immaginava nel suo romanzo distopico Fahrenheit 451, ovvero la temperatura alla quale bruciano i libri in un futuro oscuro dove non è più neppure concesso leggere.
In questo scenario la democrazia rappresentativa non ha più spazio né senso, perché non c’è più nulla da discutere, non ci sono che due modi di fare le cose, quello giusto e quello sbagliato, e gli unici che possono indurci a fare la scelta giusta sono i “professionisti”, gli esperti del settore, gli “scienziati” competenti nei vari specifici ambiti. Ovviamente con professionalità scelte dal potere. 
L’economia deve essere gestita dai finanzieri poiché quando discettano di soldi sanno di cosa stanno parlando. I medici devono gestire la politica sanitaria e chiunque contraddica le loro decisioni dovrà essere zittito con tutti i mezzi.

Ci dovrebbe far riflettere come oggi sia limitata la libertà di esprimersi di un artista, una star mondiale della chitarra come Eric Clapton, il quale nelle sue ultime produzioni (il singolo This Has Gotta Stop con Van Morrison) ha bocciato i lockdown e le opprimenti politiche mondiali ritrovandosi immediatamente alle costole lo stuolo dei fact checkers. 
Tali pseudo giornalisti, il cui unico scopo è imporre la visione unica e demonizzare chi la pensa diversamente, hanno prontamente ripescato alcune infelici dichiarazioni pronunciate dal musicista nel 1976 durante un concerto a Birmingham. Peccato che Clapton avesse più volte fatto ammenda riguardo a tali affermazioni, dichiarandosene imbarazzato e disgustato. 
Tutti sappiamo della profonda amicizia che legava Clapton a B. B. King, del suo amore per il reggae, della sua devozione nei confronti del blues: indizi che ci raccontano una storia diversa, apparentemente inconciliabile con l’idea di un uomo razzista e fascista.
Viene inevitabilmente da chiedersi se sia questa la società che davvero vogliamo, una società che ci impone cosa è giusto pensare e cosa no, in cui tutto viene filtrato dal “politicamente corretto”, che legittima comportamenti sessuali, gusti letterari, il modo di parlare, di vestirsi, di scrivere. Una società in cui non si può più dire nulla, in cui il bigottismo censura l’arte e il moralismo mortifica la libertà d’espressione. Stiamo diventando vittime di un perbenismo linguistico che controlla e omologa le opinioni? Questo vogliamo?

lunedì 27 dicembre 2021

LETTERINA A BABBO NATALE 2021


Caro Babbo Natale...

Lo ammetto, quest' anno sono stato un po' monello, non mi sono ancora vaccinato ed ho tanto criticato il governo per le scellerate riforme e controriforme, ma sono sicuro che potrai ugualmente esaudire i miei desideri, perché non sei come i nostri politici che promettono e non mantengono mai. 
Tu sei tanto buono e vuoi bene a tutti indistintamente, ho più fede in te che nella scienza, come poterti biasimare con quel faccione così simpatico che tieni?
Veniamo alla lista dei 10 desideri di questo strano e magico natale:
1- Vorrei che questo governo cadesse e si tornasse a votare, in modo da perpetrare quel sano caos italico e quell'immobilismo che ci ha fatto grandi, senza interferenze dall'alto, od almeno, limitandone l'azione pervasiva.
2- Vorrei che la Pfizer donasse tutti i suoi utili alla costruzione di infrastrutture nel 3°mondo, per ospedali, scuole, fogne, edilizia popolare e tanto altro ancora.
3- Vorrei che Greta tornasse a scuola o andasse a lavorare in una discarica di Bombay, per fare un po' di differenziata, perché l'ambiente è un tema veramente importante e va affrontato seriamente.
4- Vorrei che i virologi televisivi potessero finalmente andare in pensione, perché è giusto si riposino anche loro, dopo le fatiche svolte in questi tempi bui a cantare e recitare.
5- Vorrei che la "SINISTRA" occidentale cambiasse nome e si chiamasse NUOVA DESTRA, così sarebbe tutto più trasparente e più chiaro. 
6- Vorrei che si smettesse di parlare tutti i giorni di vaccini, di nuove varianti e si tornasse a vivere, magari introducendo le tante cure, altrove utilizzate, ad oggi negate ai malati.
7- Vorrei che si smettesse di finanziare la ricerca spaziale, e tutti i trigliardi di dollaroni che vengono spesi inutilmente, potessero servire ad eliminare la povertà nel mondo e portare tanti regali a tutti i bambini, vaccinati e non.
8- Vorrei che Brunetta potesse finalmente camminare con le sue gambe e la smettesse di utilizzare quel girello meccanico che lo costringe a stare sempre seduto e, soprattutto, che la smettesse di odiare profondamente i dipendenti pubblici.
9- Vorrei che Renzi, Scanzi, la Lucarelli, i Recalcati, i Ronconi di ogni latitudine, ma la lista è lunghissima, andassero in miniera a spaccare le pietre 12 ore al giorno, perché abbiamo bisogno di veri italiani disposti a fare questo duro ma nobile lavoro.
10- Ultimo desiderio, vorrei che Berlusconi fosse costretto a fare il Presidente della Repubblica fino alla sua morte, così potremo finalmente tornare tutti a sorridere e, perché no, a ridere a crepapelle. 
Ne abbiamo tanto, tanto bisogno!

Grazie Babbo Natale, esaudisci i miei desideri e ti prometto che mi bucherò fino alla 13° dose.




martedì 30 novembre 2021

CONTRO IL POTERE SIMMETRICO DELL' ORACOLO POST-UMANO



Dopo la Rivoluzione Industriale e l'inizio delle società di massa, la nascita delle prime democrazie e dei primi progressismi, un'avanguardia occulta del vecchio paradigma dell'Ancien Regime universale, ha cavalcato il modernismo, infiltrandosi lentamente nel campo avverso, per controllarlo ed eteropilotarlo, un po' come successe nel secolo scorso per il terrorismo di Stato, un po' come è successo in tutte le social-democrazie e negli ultimi 40 anni, nei centrosinistra occidentali. 
Circoli ottocenteschi paramassonici come la Fabian Society, ambienti magico sapienziali come la Golden Dawn, deviati come la Rosa Rossa (in una sua declinazione militar-esoterica, legata storicamente ai servizi segreti che mutuarono una certa grammatica operativa attingendo dalla sapienza Rosacroce), strinsero un patto invisibile, anche e spesso a loro insaputa, con le sinistre politiche e culturali dell'epoca, per spostarle su posizioni più conservatrici e creare quelle forme pensiero che anche oggi sono appannaggio della vulgata progressista o sedicente tale, riguardo l'accettazione di modelli pervasivi e totalitari (vedi medicalizzazione di massa).

Nel ventennio ci fu il primo scisma ontologico della modernità e le masse furono compresse attraverso gli allora contenitori del dissenso, che poi erano le sentinelle dello stesso potere coloniale, capitalista e neofeudale di un tempo, solo aggiornato in termini di psicologia di massa.
Queste dinamiche magico operative furono sperimentate con il nazismo e con i fascismi. 
Erano avanguardie atte a ribaltare in termini dispotici e distopici le aspettative popolari che avanzavano, trasformandole in populismo, spostando i bersagli, riportando dinamiche reazionarie uguali/opposte a quella del passato.
Tutte le rivoluzioni comuniste nate per liberare dall'oppressione le popolazioni vessate da secoli di oscurantismo, si trasformarono in modelli autoritari ed implosivi, come lo stesso Orwell descrisse sapientemente nel suo capolavoro illuminate "La Fattoria degli Animali".
Orwell, come molti altri intellettuali dell'epoca, era un fabiano dissidente e conosceva molto bene una certa progettualità del potere ed il suo modus operandi.
Dagli anni 70 del secolo scorso ad oggi, tutti i socialisti diversamente declinati che potevano intralciare il cammino di questo modello religioso neoliberista, sono stati eliminati fisicamente.
La lista è lunga e variegata, solo per citarne alcuni: Olof Palme, Sankara, Allende, Chavez, Gheddafi.
Altri epigoni socialisti, social-democratici sono stati nel tempo corrotti e/o cooptati verso un modello unico neopadronale.
I Fabiani nell'800, poco alla volta, tradirono la loro mission originaria, mescolando ideologie socialiste con visioni neo-aristocratiche, diventando presto il cavallo di troia della sinistra occidentale, per conto di ambienti latomistici neo-aristocratici. Nella contemporaneità un certo fabianesimo ha prodotto l'attuale assetto dei centro-sinistra occidentali, il sedicente riformismo, la 3° via Blairiana.

La lunga strada che porta alla contemporaneità del transumanesimo, trovò le sue origini nel Movimento Futurista. Il Futurismo ed il culto dell'uomo macchina di cento anni fa era avanguardia di una nuova destra, aperta talvolta anche ad altre avanguardie progressiste, che recuperava una prospettiva pagana, legata alla guerra come igiene del mondo, legata all'azione, alla velocità, al consumo, tutte prerogative assorbite dal capitalismo moderno ed ora incarnate dal post-umano che piace tanto all'ecumenismo liberal.
Oggi, la Reazione ha creato forme pensiero per guidare le masse borghesi liberal verso una visione oscurantista, facendo passare questo processo, come democratico, ineluttabile ed imprescindibile.
Il famoso concetto di BENE COMUNE, per cui tutto si può piegare ad esso, perfino il "bene comune" stesso.
La democrazia è così diventata conformismo del pensiero, democratura, utilizza la grammatica dell'antifascismo d'accatto, per imporre una visione di fascismo universale, come narrava la bibbia della profezia, ovvero, Crisis of Democracy, ed utilizza i sacrosanti diritti civili per azzerare le diversità.
Un tempo il potere era più frontale, oggi tende a cavalcare la modernità, saturando il desiderio di diversità, fingendo di favorirlo, per azzerare le individualità, le identità sessuali, nazionali, religiose, e plasmare una sola identità neutra, governata da una elite di individualisti e principi.
Quindi un solo macro-nazionalismo, una mono identità liquida per tutti, tanti numeri al posto dei nomi ed un calcolatore a Ginevra come demiurgo.
Celebra le sue liturgie fintamente laiche per imporre un oracolo senza redenzione, senza speranza.
L'agenda avanza molto velocemente, la tecnologia ce lo permette, e si utilizzano gli strumenti antichi per plasmare un modello unico di pensiero transumano e post-umano, prendendo il peggio ed il più funzionale di ogni sistema (comunismo, fascismo, capitalismo ed anche pensiero magico religioso) per creare un ecumenismo alveare, una spiritualità pret a porter, per distruggere le identità individuali, sessuali, animiche, attraverso il materialismo dei numeri, dove finalmente, per loro, saremo tutti uguali, ma qualcuno sarà meno uguale degli altri.
Una destra reazionaria universale con gli abiti di "sinistra" che, nel paradosso, si scontra contro la vecchia destra nazionalista, e che, per riflesso, diventa o sembra talvolta più progressista, andando ad occupare un vuoto pneumatico lasciato dal fronte opposto.
Quindi uno scontro tra due visioni reazionarie, dove viene esclusa qualsiasi altra visione culturale ed umanista.
Un ribaltamento al cubo riflesso in uno specchio dentro uno specchio.
Questo è l'UNO DIO, prospettato in certi ambienti massonici ed in certe menti infelici, e non a caso c'è sempre una sorta di dio. Dove le vecchie ed obsolete categorie valoriali del pensiero politico di sinistra e di destra, si annullano nel neutro di un macro contenitore che, infine, non potrà che spegnersi, perché la filosofia nera dietro a questa sovragestione globale è autodistruttiva ed implosiva per natura, e la sua fiamma vitale sarà sempre più piccola, senza considerare che è guerra aperta tra Fratelli coltelli.

La volontà di una certa aristocrazia illuminata è quella di sviluppare nella società alveare nuove gerarchie, oltre quelle preesistenti, di mantenere e sviluppare nuove forme di classismo, sempre più funzionali ed ordinate, facendo accettare questo paradigma come democratico e come il migliore dei mondi possibili.
Il potere ha una visione della realtà simmetrica, piramidale, schematica, meccanica, dove simmetria significa morte, infatti e non a caso, il profilo dell'uomo a differenza della macchina è sempre asimmetrico, ognuno è diverso dal suo simile, e la vita è sempre circolare e caotica.
L'uomo è unico, in questo è divino, loro lavorano per la soppressione della natura, la loro guerra è contro il concetto di diversità.
Un potere simmetrico, robotico, cristallizzato versus l'umanità asimmetrica e caotica.
Questa presunzione prometeica ed illusoria di immortalità, di intelligenza artificiale, di controllo sistematico, di archiviazione di dati, di ordine piramidale, imploderà, perché modello autodistruttivo e la tensione verso un vecchio/nuovo ordine globalizzato, è la tensione verso il nulla quantico che si estingue perché ha smesso di mescolarsi e di essere circolare.
La questione è proprio matematica, oltre ad essere materiale e coscienziale.
La salvezza dell'uomo risiede nell'esatto contrario, ovvero, un modello orizzontale, che contempli e comprenda la natura caotica, e non agisca per la sua rimozione, chiudendosi nella gabbia dorata di un paradiso illusorio.
L'UNO DIO della globalizzazione, è un modello infelice, invidioso della felicità altrui e delle altrui peculiarità, un delirio di onnipotenza, regressivo ed infantile che terminerà, non prima di aver sparso feci e sangue ovunque, che saranno poi il concime della rinascita.
Sempre meteorite permettendo!




martedì 23 novembre 2021

L'UNO-DIO CHE DOVREBBE GOVERNARE IL MONDO



Interessante la visione massonica neo-aristocratica del Gran maestro Di Bernardo.
Sostiene, rivela, caldeggia ed auspica una iperglobalizzazione governata da l'UNO-DIO, una sorta di demiurgo a metà strada tra monarchia, transumanesimo, comunismo ed iperliberismo.
Cina per quanto riguarda l'aspetto di controllo capillare della società e della cancellazione dei diritti e del dissenso democratico. Transumanista per quanto riguarda il modello tecnologico che dovrà superare un umanesimo stantio e logoro, andando a sostituire i lavoratori con le macchine, con una sorta di elemosina di Stato, di cui il Reddito di Cittadinanza è stato il primo testing nazionale.
Iperliberismo per quanto riguarda il modello economico complessivo e la capacità di pochi di speculare sulla massa.
Monarchia per quanto riguarda il lignaggio da tramandare, in una sorta di compiaciuta restaurazione neofeudale.
Interessante, perché conferma la linea sottile del potere che si è andata a consolidare negli ultimi decenni tra elite massoniche reazionarie occidentali e la governance cinese.
E' la visione di Crisis of Democracy redatta dagli ambienti conservatori massonici fin dagli anni 70 ed oggi giunta a compimento.
Meglio dei Protocolli dei Savi di Sion che, più in termini di debunking ante-litteram, avevano preconizzato questa trasformazione in un falso storico molto realistico.
L'importante è prendere il peggio di ogni sistema, perché il potere la sua lotta di classe l'ha vinta da tempo.
Del comunismo cinese l'aspetto oscurantista e repressivo, del liberismo il modello economico oppressivo, della monarchia l'aspetto del sangue da tramandare da padre in figlio.
Questo spiega e chiarisce anche il passaggio dei vertici comunisti cinesi degli ultimi 40 anni e dopo Mao, alle massonerie reazionarie occidentali, il grande ritorno delle Triadi, e le cosiddette convergenze parallele tra USA e Cina, in una falsa dicotomia sostanziale, nonostante ufficialmente sia mostrato uno scontro di civiltà.
Ci rivela l'ovvio, che questa sarà solo la prima di una lunga serie di pandemie globali, necessarie a fondare il nuovo impero guidato da un condottiero alato, che mi ricorda qualcosa che inizia con l'H e finisce con la R.
Ci rivela sotto le righe che questa pandemia è stata benedetta ed auspicata dal potere, quindi voluta e concretizzata.
Ci rivela quello che molti sapevano o sospettavano, che non c'è nulla di sanitario in questo paradigma paranoico, ma solo una volontà di trasformazione del capitalismo nazionale in qualcosa di più grande e definitivo che sia in linea con i tempi.
Ci conferma il reset in atto che, nonostante l'evidenza imbarazzante, ancora l'attuale sinistra fatica a vedere per non ammettere di essere sempre stata manipolata; ancor peggio della maggioranza silenziosa populista di un tempo, essendo diventata lei stessa maggioranza silenziosa piccolo borghese di questo tempo.
Ma la cosa più terribile, sconcertante, direi intimamente autoritaria e parareligiosa, è la volontà che il mondo sia governato da un unico potere centrale definito l'UNO-DIO.
L'UNODIO???
Da un lato si prospetta la distruzione delle religioni e della spiritualità, non per auspicare un nuovo umanesimo, una coscienza superiore, ma per superarlo da destra, attraverso una società alveare dove l'individuo appartenente al popolo (non loro che invece potranno continuare ad essere beatamente individualisti) non conti nulla e sia solo un numero, un ingranaggio, talvolta obsoleto da non preferire alle macchine.
L'UNO-DIO diventa così la nuova religione senza manco una speranza di redenzione, il nuovo oracolo dove tutto è prestabilito e scritto, ma dove tutto continua ad essere terribilmente religioso ed oscurantista.
Io penso che se questo l'avesse scritto David Icke o qualsiasi altro cospirazionista, ma anche qualsiasi romanziere distopico, avrebbe come minimo rischiato un TSO, invece, ce lo dice beatamente questo vecchietto arzillo dagli occhi a spillo, seduto su una poltrona, non ancora un trono, con tono pacato, compassionevole come se tutto ciò fosse ineluttabile.
Di Bernardo è l'esempio che non esiste nessun complotto (non ce ne vogliano gli anticomplottisti stile WUMING, infognati in una sterile retorica automasturbatoria anni 90), perché tutto è palese, dichiarato ed agito.
Questo è il mondo visto da un Fratello neo-aristocratico.
In questa visione, al contrario e per quanto possa valere, io mi colloco al suo opposto geometrico, ed auspico una nuova Carboneria che faccia da contraltare a questa visione delirante ed implosiva, e che sia esplosiva in tutti i sensi.







giovedì 18 novembre 2021

CRONOLOGIA DI PROPAGANDA


I 50 mantra che i media hanno propagandato da quando siamo stati proiettati in questo delirio distopico e demenziale. 50 sfumature di propaganda che descrivono la road-map di questa apocalisse di cartone, reinterpretate satiricamente, come talvolta accade in questo blog, per esorcizzare e sdrammatizzare tutta la negatività che abbiamo subito da troppo tempo. Articolo ispirato e rubato da un post di un commentatore e lettore (Roi Alcocatdel gruppo FB: BORDERNIGHTS. Io ho solo aggiunto gli ultimi 4 punti nel finale, sul futuro che ci aspetta, e le semicitazioni.

1. 2 settimane di lockdown e torneremo ad abbracciarci, #andratuttobene.
2. 2 mesi per abbassare la curva.
3. Chiudiamo a Pasqua (2020) per salvare l'estate.
4. In estate non dobbiamo abbassare la guardia.
5. Ottobre: richiudiamo tutto per salvare il Natale (2020).
6. Chiudiamo il Natale per salvare la Pasqua (2021).
7. Ricciardi: 
Le mascherine chirurgiche non servono, il virus penetra attraverso la garza.
8. Burioni: “Portate le mascherine. Funzionano.”
9. Arrivano i vaccini, sono TUTTI e 4 meravigliosi, EFFICACI E SICURI e non comportano alcun rischio.
10. Crisanti: “Astrazeneca è tra i più sicuri al mondo. Il rischio di trombosi è molto superiore tra chi prende un aereo. Alle donne giovani lo consiglierei, senza dubbio.”
11. I vaccini vanno conservati a -80°C, non si possono mischiare e scadono dopo 6 mesi.
12. Vacciniamo anziani e fragili e ne siamo fuori.
13. Chiudiamo a Pasqua (2021) per salvare la campagna vaccinale.
14. Astrazeneca è pericoloso. Ritirato. Ma state sereni, gli altri vanno bene.
15. Rasi: “Le donne, e soprattutto le donne dai 40 anni in giù, non devono fare AstraZeneca”.
16. Va bene pure mischiare i vaccini: vaccino proteico, vaccino a mRNA, quello che vi entusiasma di più. Questo inverno, giusto per non farci mancare niente, non dimenticatevi anche un po’ di antinfluenzale.
17. Va bene pure conservarli a -15°C.
18. Ricciardi: “Le varianti derivano dal fatto che il virus, trovando un soggetto vaccinato che gli resiste, cerca di identificare le strade per aggirare la vaccinazione”.
19. Burioni:” Le varianti nascono quando le persone non sono vaccinate e il virus si muove liberamente”.
20. 2 dosi sono sufficienti a dare un’immunità a vita.
21. Draghi: “L’appello a non vaccinarsi è l’appello a morire. Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire”.
22. Bassetti: “Vacciniamo le donne incinte, protezione anche per il feto”.
23. Crisanti: “Non consiglierei di fare il vaccino durante la gravidanza”.
24. Occorre vaccinare il 60% della popolazione.
25. Occorre vaccinare l'80% della popolazione.
26. Serve un lasciapassare vaccinale.
27. L'80% non basta, occorre vaccinare il 90% della popolazione.
28. Per raggiungere questo obiettivo occorre tenere il lasciapassare sino al 31 dicembre (2021), poi probabilmente lo toglieremo.
29. Scherzone! Ve lo tenete fino a giugno (2022) perché non riusciamo a vaccinare il 90%.
30. Burioni: “I vaccini sono efficacissimi e estremamente sicuri. Qualcuno è morto per il vaccino? Si, probabilmente una persona in Nuova Zelanda”.
31. Alcuni esempi tra tanti. Camilla C. (18 anni) era sana, morta per la reazione al vaccino.
32. Giulia L. (16 anni) morta sedici ore dopo la seconda dose di vaccino Pfizer.
33. Traian C. (24 anni) morto per una emorragia cerebrale pochi giorni dopo il vaccino.
34. I vaccini vanno bene pure scaduti.
35. Bassetti: “Falso che il vaccino sia sperimentale, la tecnologia a mRna è del 1990
.
36. EMA: OK all’obbligo vaccinale solo nel 2023, perché solamente allora si concluderà la sperimentazione clinica del vaccino.
37. Ciccozzi: 
Con il vaccino ci si può infettare ma non si va in terapia intensiva”.
38. Padova. In terapia intensiva sette pazienti su dieci sono vaccinati.
39. Esperti OMS, FDA: “La terza dose non serve per tutti, è necessaria esclusivamente per gli immunodepressi”.
40. Anche per gli anziani.
41. Scherzone... Terza dose per tutti.
42. ll vaccino Johnson & Johnson monodose non dura a vita, ma dura 2 mesi.
43. 2 dosi non danno l’immunità a vita, ci vuole la terza dose dopo 12 mesi.
44. No scusate, la terza dopo 6 mesi, ma il pass dura sempre 12.
45. Torna al punto 5: Ottobre: richiudiamo tutto per salvare il Natale (2021).
46. Scusate ancora, il pass dura 9 mesi ed i tamponi, invece, valgono da 48 a 24 ore.
...
47. In futuro dobbiamo abituarci a richiami periodici, alle mascherine all'aperto, ai lockdown.
48. Non abbiamo mai detto che in futuro dovremo vaccinarci per sempre, ma è meglio farlo.
49. Le cure ci sono ma non ve le daremo mai!
50. Nel 2030 abbiamo finalmente scoperto che questo vaccino non serve ad una beata...

LOCKDOWN, LOOK ALL AROUND, THERE'S NO SIGN OF LIFE... cit. Burion Burion

Tre dosi is meglio che one! cit. NOSERT

"Dai che se va tutto bene, basterà solo un vaccino ogni 6 mesi ed 1 lockdown all'anno." cit. Prugnasco







martedì 9 novembre 2021

L'UOMO È ANTIQUATO (OMAGGIO A GÜNTHER ANDERS)


Nel 1956 il filosofo ebreo tedesco Günther Anders scrisse questo passaggio all’interno del suo libro "L'Obsolescence de l'homme":
"Per soffocare in anticipo qualsiasi rivolta, non bisogna usare la violenza. Metodi come quelli usati da Hitler sono superati. Basta sviluppare un condizionamento collettivo così potente che l'idea stessa di rivolta non passerà nemmeno per la mente della gente.
Idealmente, gli individui dovrebbero essere condizionati limitando le loro capacità biologiche innate fin dalla nascita. Poi, si continuerebbe il processo di condizionamento riducendo drasticamente l'istruzione per riportarla ad una forma di integrazione nel mondo del lavoro. Un individuo non istruito ha solo un orizzonte di pensiero limitato, e più i suoi pensieri sono confinati a preoccupazioni mediocri, meno può ribellarsi. L'accesso alla conoscenza deve essere reso sempre più difficile ed elitario. 
L'abisso tra la gente e la scienza deve essere allargato. Ogni contenuto sovversivo deve essere eliminato dall'informazione destinata al grande pubblico.
Soprattutto, non ci deve essere filosofia. Anche qui, dobbiamo usare la persuasione e non la violenza diretta: trasmetteremo massicciamente un intrattenimento attraverso la televisione che esalta sempre le virtù dell'emotivo e dell'istintivo. Riempiremo la mente della gente con ciò che è futile e divertente. È bene impedire alla mente di pensare attraverso musica e chiacchiere incessanti. 
La sessualità sarà messa al primo posto tra gli interessi umani. Come tranquillante sociale, non c'è niente di meglio.
In generale, si farà in modo di bandire la serietà dalla vita, di deridere tutto ciò che è molto apprezzato e di difendere costantemente la frivolezza: in modo che l'euforia della pubblicità diventi lo standard della felicità umana e il modello della libertà. 
Il solo condizionamento produrrà così una tale integrazione che l'unica paura - che deve essere mantenuta - sarà quella di essere esclusi dal sistema e quindi di non poter più accedere alle condizioni necessarie alla felicità.
L'uomo di massa prodotto in questo modo deve essere trattato per quello che è: un vitello, e deve essere tenuto d'occhio, come una mandria. Tutto ciò che allevia la sua lucidità è buono socialmente, e tutto ciò che potrebbe risvegliarla deve essere ridicolizzato, soffocato e combattuto. 
Qualsiasi dottrina che metta in discussione il sistema deve essere prima designata come sovversiva e terrorista, e coloro che la sostengono devono poi essere trattati come tali."


Günther Anders nacque a Breslavia nel 1902. Laureato in filosofia nel 1923 sotto la guida di Husserl, nel 1933 dopo l’avvento al potere del nazismo (era ebreo) si trasferisce prima a Parigi e poi negli Stati Uniti (New York e Los Angeles) dove tra le altre cose fa anche l’operaio. 
Nel 1950 tornò in Europa, stabilendosi a Vienna dove morì nel 1992. 
È autore di un'opera ancora in parte inedita in cui l'interesse per la filosofia si alterna con quello per la letteratura e per l’arte. La sua opera più importante L’uomo è antiquato si divide in due volumi: il primo del 1956 ha come sottotitolo Considerazioni sull’anima nell’epoca della seconda rivoluzione industriale, mentre il secondo; pubblicato nel 1980, Sulla distruzione della vita nell’epoca della terza rivoluzione industriale.
Sono famose, inoltre, le sue prese di posizione sulla bomba atomica (Essere o non essere e La coscienza al bando entrambi Einaudi, 1961 e 1962), sulla guerra del Vietnam (fece parte del tribunale Russell contro i crimini di guerra) e su Černobyl. 

Il pensiero di Anders (inspiegabilmente poco conosciuto, non solo in Italia) si radica profondamente nella cultura nel ‘900, la sua filosofia è volta a stabilire le cause che hanno portato l’uomo a creare una società in cui l’unico protagonista è l’apparato tecnico.
Secondo Anders, infatti, oggi viviamo in un mondo in cui la macchina e gli oggetti prodotti in serie sono diventati i protagonisti della storia, il mondo è il luogo in cui ogni essere umano è 'gettato' e costretto a vivere in qualità di essere totalmente inadeguato ai nuovi tempi.
Figura paradigmatica di questa situazione è Prometeo. Infatti, ciò che caratterizza oggi, più che mai, l’uomo è la vergogna prometeica. 
L’uomo della civiltà tecnologica, come un novello Prometeo, è subalterno alle macchine da lui stesso create, e per queste prova soggezione e vergogna. 
Questa vergogna è anche legata a una sorta di dislivello tra l’uomo e i prodotti meccanici, che essendo sempre più efficienti e funzionali lo oltrepassano facendolo diventare antiquato. 
Le macchine sono perfette, funzionano e sono ripetibili in serie: questo concedo loro una sorta di eternità che all’uomo è negata. Di fronte alle macchine l’uomo perde la sua importanza all’interno del sistema sociale, egli diventa antiquato perché, appunto, ha bisogno di riposarsi, di mangiare, di divertirsi mentre le macchine funzionano “sempre” senza intervalli e distrazioni. 
Il parallelo uomo-macchina sembra, dunque, volgere tutto a favore di quest’ultima.
Se la prima rivoluzione industriale è consistita nell'introduzione del macchinismo, se la seconda si riferisce alla produzione dei bisogni, la terza rivoluzione industriale (quella che attualmente stiamo vivendo e che è nata nello scorso secolo) è per Anders quella che produce l'alterazione irreversibile dell'ambiente e compromette la sopravvivenza stessa dell'umanità.
Simbolo incontrastato e paradigma della nuova era (e della sua pseudo-cultura) è indiscutibilmente la televisione.
Secondo il filosofo tedesco lo sviluppo della radiotelevisione è la piena espressione della società tecnologica, dove i diversi "mezzi" acquistano in effetti la sovranità sulla vita, non solo lavorativa. Questo è il segnale di una nuova fase, più perfezionata, della cultura di massa. 
Prima, sostiene Anders, il pubblico di massa si trovava almeno unito dal fatto di assistere insieme a uno spettacolo (pensiamo al teatro o al cinema), di condividere le emozioni. Con la televisione questo non avviene più, in quanto si impone una forma di atomizzazione. 
Il carattere domestico del mezzo è per il filosofo il maggior responsabile dell’ appiattimento emozionale che caratterizza il nostro essere. Guardiamo tutti le stesse cose, compriamo tutti le stesse cose e di conseguenza parliamo delle stesse cose e pensiamo in blocco le stesse cose: non c’è più spazio per l’originalità, ma solamente per l’omologazione intellettuale. 
"Ogni consumatore è un lavoratore a domicilio non stipendiato che coopera alla produzione dell'uomo di massa", e aggiunge. "Dato che il mondo ci è fornito in casa, non ne andiamo alla ricerca; rimaniamo privi di esperienza". 
L’esperienza muta: ora la televisione occupa la maggior parte del nostro tempo libero e fare esperienza (interagire con gli altri, leggere, etc.) non sembra essere più necessario. Con la televisione cade, inoltre, ogni barriera tra realtà e fantasia. Infatti la televisione sembra sostituire anche i nostri sogni.

https://it.cosmydor.paris/journal-design-arts-nature-skincare/extract-gunther-anders-the-obsolescence-of-man






domenica 31 ottobre 2021

CARLO RUBBIA SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI (INTERVENTO AL SENATO)


Il fisico Carlo Rubbia nell’anno 2007 presenziò al Senato della Repubblica in occasione di un ODG recante il seguito di un’indagine conoscitiva volta ad affrontare i problemi legati ai cambiamenti climatici.
L’ordine del giorno era proposto anche in vista della Conferenza nazionale su energia, ambiente e attuazione del Protocollo di Kyoto.
Al prof., invitato presente assieme alla dottoressa Salmieri, viene detto che la Commissione del Senato ha avviato un’indagine conoscitiva sulle politiche e le misure volte ad affrontare i problemi legati al fenomeno dei cambiamenti climatici, “anche in vista della Conferenza nazionale su energia, ambiente e attuazione del Protocollo di Kyoto, promossa dal Governo, e della Conferenza nazionale sui cambiamenti del clima, preannunciata presso questa stessa Commissione dal ministro Pecoraro Scanio”.
Viene inoltre specificato a Rubbia che il Paese deve cominciare a “parlare di politiche energetiche con una attenzione diversa rispetto ai problemi dell’ambiente e del clima, ciò sia in considerazione del recente rapporto presentato dalle Nazioni Unite, sia alla luce dei numerosi studi che confermano l’esigenza di un intervento non più rinviabile su questa materia”.
“Dovendo approfondire questo tema – dice il Presidente – la prima persona a cui abbiamo pensato è stata proprio lei, professor Rubbia, per il ruolo che lei ha svolto presso l’ENEA in Italia, ma anche per l’esperienza di ricerca che sta portando avanti in Spagna”.

Breve estratto di quanto affermato da Rubbia il 21 febbraio 2007
“Signor Presidente, rispondo alla sua sollecitazione offrendo una prima serie di considerazioni di carattere generale sulla situazione dei cambiamenti climatici.
Nella storia dell’umanità si è sempre pensato che l’ambiente fosse una cosa e l’individuo un’altra e che le strutture dell’ambiente e del pianeta fossero immutabili di fronte ai cambiamenti apportati dall’uomo.
Oggi, invece, per la prima volta ci accorgiamo di essere di fronte ad un effetto interattivo particolarmente rilevante, che vede l’ambiente da un lato e l’uomo dall’altro. Tale effetto è dovuto essenzialmente alla presenza sul pianeta di un gran numero di individui; oggi infatti si contano circa 6,5 miliardi di persone che vivono sulla terra e ciò rappresenta un impatto che effettivamente il pianeta ha difficoltà ad accettare.
Oggi, nell’ambito dell’IPCC (Intergovernmental panel of climate change), il Comitato intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, cui si è brevemente accennato, sono state considerate le varie cause di questo fenomeno e certamente il suo ultimo rapporto ha dimostrato in maniera indubbia che gli effetti antropogenici sono la causa più probabile del cambiamento climatico.
E’ evidente che su questo ultimo passaggio non c’è un accordo universale, posto che 6,5 miliardi di persone hanno ovviamente in proposito 6,5 miliardi di opinioni diverse; tuttavia è certo che oggi la più elementare prudenza ci suggerisce di presumere la validità delle principali conclusioni dell’IPCC. Infatti, nella situazione attuale, l’esperimento è il pianeta e noi viviamo all’interno della provetta e quindi non possiamo permetterci il lusso di correre rischi eccessivi.
Molti gas contribuiscono all’effetto serra, ma certamente il primo di tutti è l’anidride carbonica, seguito dal gas naturale, che è di quantità inferiore ed ha una durata più breve, ma che è di due ordini di grandezza più efficace per il cambiamento climatico. Queste sono le componenti non uniche, ma certamente dominanti.
Se mi è permesso, vorrei ora descrivere brevemente che cosa succede quando si brucia un blocco di carbone del peso di un chilo: oltre all’energia termica sviluppata dalla combustione e presumibilmente utilizzata ai fini previsti, viene liberata anche una certa quantità di CO2, che a sua volta intrappola la luce solare a causa dell’effetto serra. Forse non tutti sanno che il calore accumulato, dovuto all’effetto del CO2, è di 100 volte superiore al calore sviluppato nella combustione.
Ci troviamo quindi di fronte ad un vero e proprio moltiplicatore dell’effetto calorico nel pianeta; intendo dire che utilizzando una quantità uno di calore, ovvero il pezzo di carbone che abbiamo bruciato, in realtà abbiamo caricato il nostro pianeta di un fattore cento volte maggiore, dovuto all’effetto indiretto della luce solare. Ciò spiega perché l’effetto serra sia così preoccupante e condizioni tanto pesantemente il clima del pianeta.

La seconda domanda importante e fondamentale riguarda i tempi di durata degli effetti del CO2. 
Le stime attuali parlano di un periodo tra 1000 e 2000 anni necessario per riassorbire la concentrazione di CO2 essenzialmente attraverso la carbonizzazione, ovvero la formazione di carbonati all’interno della materia e nelle profondità dei fondali marini.
Va quindi rilevato incidentalmente che solo la metà di CO2, ad esempio, sprigionato nell’incendio di Roma ai tempi di Nerone è ancora presente nell’atmosfera. Tanto per intenderci, ci stiamo riferendo a ordini temporali che ci portano a subire oggi le conseguenze di quello che è successo nell’antica Roma. Ciò significa che l’accumulo del CO2 persiste per periodi molto lunghi e quindi la concentrazione finale è proporzionale non all’intensità, ma alla quantità complessiva delle emissioni prodotte dall’epoca dei romani fino ad oggi.
Da questo punto di vista, quindi, non è rilevante tanto la velocità di accumulo, ma la quantità totale. 
Ne consegue che, se pure le misure previste dal Protocollo di Kyoto tese a modificare la velocità di accumulo fossero integralmente applicate, produrrebbero solo un ritardo di appena sette anni nel processo di accumulazione delle emissioni. Ben più serie azioni sono quindi necessarie per introdurre un controllo duraturo della concentrazione del CO2.
Anche se i Paesi più avanzati fossero in grado di eliminare le emissioni di CO2, resteranno comunque dei Paesi in via di sviluppo che continueranno a produrlo, anche se più lentamente, ad esempio bruciando il carbone, materiale di cui esistono ancora vaste risorse: si pensi, ad esempio, all’India o ad altri Paesi con simili caratteristiche.
Si produrrà comunque un cambiamento climatico considerevole pur se le immissioni di CO2 proverranno solamente dalla nicchia di Paesi poco sviluppati, anche se presumibilmente in un arco di tempo ben più lungo.
E’ evidente che il carbone bruciato nei Paesi in via di sviluppo produce lo stesso effetto di quello bruciato nei Paesi più sviluppati; non conta chi lo brucia, ma la quantità di carbone effettivamente bruciata.
La terza domanda che occorre porsi, signor Presidente, riguarda la frazione di CO2 emesso che rimane effettivamente nell’atmosfera. Al momento attuale, tale valore è pari a circa il 50 per cento. Dunque solo la metà delle emissioni fossili finiscono nell’atmosfera, mentre la parte restante è catturata dai vegetali e dalle alghe presenti negli oceani. Si presume che tale rapporto rimanga tale anche nel caso in cui la quantità di immissioni divenisse molto più grande, ma questa è, per il momento, soltanto un’assunzione ottimistica.
Delle recenti misurazioni compiute in Svizzera hanno infatti dimostrato che, riempiendo di anidride carbonica un volume dato in cui sono contenuti degli alberi, all’aumentare della anidride carbonica non aumenta la capacità di assorbimento da parte delle piante. Essendo le piante voraci di anidride carbonica, si potrebbe pensare che, per fare un esempio, chiudendo le piante all’interno di un contenitore in cui si immette molta anidride carbonica, esse possano assorbirla in misura maggiore. 
Così però non è: l’anidride carbonica assorbita è già saturata oggi. Dunque in caso di grandi aumenti di emissioni di anidride carbonica è questionabile che rimanga invariato il rapporto tra l’anidride carbonica assorbita e quella che rimane nell’atmosfera.
Vorrei fare qualche accenno anche ad alcuni ulteriori problemi. Si sostiene normalmente nell’IPCC che ci sia una linearità nel rapporto tra il CO2 accumulato e i cambiamenti climatici prodotti: dunque se raddoppiamo la quantità di CO2 raddoppierebbero anche i mutamenti climatici.

Questo non è vero, perché occorre considerare una serie di cambiamenti addizionali nel mare e nell’ambiente che comportano un effetto moltiplicatore. Ad esempio, l’aumento della temperatura nelle zone artiche può trasformare il permafrost ghiacciato in acqua, liberando così grandissime quantità di gas naturale nell’atmosfera, il che moltiplica massivamente l’effetto serra a causa del metano.
Quando a causa del riscaldamento il ghiaccio si trasforma in acqua, si creano delle bollicine di gas naturale che escono attraverso il permafrost e vanno a finire nell’atmosfera. 
Ciò amplifica ed aumenta considerevolmente il fenomeno dell’effetto serra, a seguito della trasformazione di un solido in un liquido. Inoltre l’IPCC si è limitato ad analizzare soprattutto i problemi legati all’atmosfera, ma i fenomeni del cambiamento climatico si estenderanno anche alle terre e, soprattutto, ai mari. Questi fenomeni sono più lenti, ma continuerebbero ad aumentare anche se le emissioni di CO2 venissero arrestate oggi.
E’ molto difficile predire con precisione, nel momento attuale, cosa ci si possa attendere e se ci saranno effetti molto più gravi del semplice, e scontato, aumento del livello delle acque.
Un effetto molto importante potrebbe essere legato alle correnti marine. Sappiamo, ad esempio, che la corrente del Golfo ha modificato la sua direzione, da Nord a Sud, periodicamente nel corso della storia della terra. Potrebbe accadere che, avendo la Groenlandia perso parte della sua capacità di produrre ghiaccio, la corrente del Golfo venga profondamente modificata, mutando la sua direzione e cambiando cosı` completamente il clima di alcuni Paesi, come ad esempio l’Inghilterra.
Si tratta di cambiamenti importanti, che comportano un effetto moltiplicatore che modifica il rapporto lineare tra immissioni di CO2 e temperature medie più elevate.
Per quanto riguarda il mar Mediterraneo, inoltre, sono da temere particolarmente due effetti che si aggiungono all’analisi dell’IPCC. Il primo si riferisce alla progressiva desertificazione, e alla conseguente mancanza di acqua, dovuta allo spostamento verso Nord dell’anticiclone delle Azzorre. Esso delimita la zona in cui le acque, provenienti dal mare, sono deviate lontano dal deserto del Sahara. Uno spostamento verso il Nord dell’anticiclone delle Azzorre modificherebbe la separazione tra la zona desertica (quella sahariana) e le zone che hanno oggi un clima accettabile (quelle del Sud dell’Italia e della Spagna). Lo spostamento verso Nord dell’anticiclone delle Azzorre, dunque, sostituirà le condizioni climatiche tipiche della zona africana alle condizioni climatiche tipiche del Sud del nostro Paese.
Molto importanti sono anche le conseguenze del cambiamento climatico sulla flora, sulla fauna e sull’agricoltura. Si potrebbe verificare, infatti, una progressiva desertificazione e una forte deforestazione nel nostro Paese. Dobbiamo dunque aspettarci in Italia una desertificazione e una deforestazione progressive, dovute allo spostamento verso Nord della linea di demarcazione che al momento separa il clima arido delle zone sahariane e quelle umide dell’Europa del Sud.
Ritengo ora ragionevole concludere il mio intervento e lasciare spazio alle eventuali domande che mi vorrete rivolgere”.

https://www.theitaliantribune.it/intervento-al-senato-del-premio-nobel-carlo-rubbia-sui-cambiamenti-climatici/






martedì 26 ottobre 2021

OBBLIGO SURRETTIZIO DEL TESSERINO VERDE


Provo a riassumere il discorso in questi termini.
Il GP è giuridicamente anticostituzionale ed è in contrasto anche le normative europee.
Il Regolamento nr. 953/2021 dell’Unione europea stabilisce che gli Stati devono tassativamente “evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate”. In particolare, il regolamento “non può essere interpretato nel senso che istituisce un diritto o un obbligo a essere vaccinati”.
Il decreto istitutivo del green pass istituisce, de facto e de jure, una discriminazione della categoria dei cosiddetti “no-vax”. Costoro potranno esercitare i diritti degli altri concittadini – da quello di riunione a quello di associazione, dall’esercizio di una salutare attività sportiva alla pratica di una quotidiana convivialità – solo pagando il costo di tamponi quasi quotidiani. Con il che si crea anche una inammissibile divaricazione tra ricchi e poveri in totale spregio dell’articolo 3 della nostra Carta fondamentale. Il tutto a causa di un maldestro tentativo di imporre, sia pure per via surrettizia e indiretta (e quindi sommamente ipocrita), un obbligo vaccinale.
Un tentativo, però, più che sufficiente a violare la norma europea. Infatti, secondo il Regolamento nr. 953, va evitata ogni discriminazione non solo diretta, ma anche “indiretta” delle persone che non sono (e che non vogliono essere) vaccinate. 
Questo per quanto riguarda l'aspetto giuridico, e già basterebbe, su quello sanitario stendiamo un velo pietoso. Il covid19 non esiste più, ma esistono diverse varianti da circa un anno.
Il vaccino, a prescindere funzioni in toto, in parte o per nulla, non è affatto tarato sulle varianti (questo lo dicono studi ufficiali, medici e scienziati pro-vaccino). Quindi bisognerebbe come minimo aggiornarlo, oppure, non ha senso vaccinarsi contro un virus non più presente, essendo mutato già diverse volte.
Gli italiani si sono vaccinati per un virus che è naturalmente scemato, dato che l'introduzione del vaccino è arrivata quando già era mutato. In realtà, non possiamo manco sapere se il siero funziona, non essendo stato testato su larga scala, ma introdotto solo durante la sua avvenuta e ripetuta trasmutazione. Bisognerebbe per assurdo tornare indietro nel tempo e testare l'attuale vaccino nel 2019/20 per vedere come si comporta.
Gli studi sulle reazioni avverse ci sono e sono numericamente, purtroppo, molto inferiori alla realtà, in quanto molte persone, se perdono parenti, non denunciano l'accaduto, senza considerare il discorso delle problematiche future.
È anche vero che sono "rari" gli effetti avversi e pericolosi, rispetto a chi sta bene, ma su vasta scala sono molti, troppi, tanto è vero che, per ovviare a questo oggettivo problema, il Governo ha introdotto un falso obbligo surrettizio e incostituzionale per ricattare le persone, i lavoratori.
Perché il Governo non fa una legge ufficiale sull'obbligo vaccinale? 
Perché dovrebbe prendersi lui la responsabilità di eventuali criticità e rischierebbe di mettere in discussione il paradigma vaccinale e tutto quello che orbita attorno, sputtanando tutta l'operazione speculativa in atto, compresa tutta la filiera che ne consegue.
In questo modo la responsabilità è del singolo cittadino che, oltre a subire un palese ricatto padronale, deve pure pagare di tasca propria, potenzialmente mettendo a rischio la propria salute.
Chi da sinistra e da destra, non capisce concettualmente questi passaggi, o è in malafede, oppure, profondamente ignorante.
Basterebbe favorire la possibilità di vaccinarsi per chi desidera farlo e lasciare libertà di scelta per chi preferisce non farlo. Purtroppo, il GP rappresenta un primo step di un'agenda di schedatura più ampia, nella direzione di una mappatura completa, di cui l'ID è solo l'inizio della storia di un romanzo distopico dal nome Transhuman Express!








martedì 12 ottobre 2021

FASCINAZIONE E CONVERGENZE PARALLELE



Nell'articolo precedente, scritto prima delle vicende di Roma e dell'assalto squadrista alla sede della CGIL, avevo evidenziato come un certo antifascismo di facciata fosse strumentale al mantenimento dello status quo. I tempi erano maturi per creare il casus belli che giustificasse una certa narrazione che portava acqua ai mulini della nostra governance.
Quale miglior occasione poteva essere offerta alla propaganda padronale?
In un colpo solo, grazie alla nefasta e criminale azione fascista, sono stati serviti diversi piatti al potere costituito.
I piatti di questa cena luculliana sono la legittimazione emozionale e l'accettazione definitiva dell'introduzione del GP, sono la definitiva consacrazione dell'uomo della provvidenza, che viene ricevuto con tutti gli onori da quella che in origine nasce come una sua naturale controparte, ed oggi muore nell'abbraccio mortale della sua liturgia.
Non solo, il piatto più succulento è rappresentato dalla possibilità di limitare, di comprimere il dissenso e, magari, in futuro vietare le manifestazioni più critiche, più antagoniste, più scomode. 
Ciò avverrà puntualmente quando si alzerà lo scontro sociale in vista di licenziamenti di massa, di nuovi tagli alle pensioni, di privatizzazioni, di restrizioni dello Stato Sociale, e riguardo a diverse criticità, come in passato è successo per il movimento NO TAV, NO TAP, a vantaggio di più edulcorate ed innocue rappresentanze della triade sindacale, oramai appiattita completamente su posizioni ufficiali, sempre più lontana da chi dovrebbe rappresentare.
Con questo grave precedente, il nostro Governo, avanguardia del cosiddetto cambiamento epocale, sarà legittimato a censurare tutto ciò che possa rappresentare ostacolo alla sua agenda, di cui il GP rappresenta solo il primo passo di una più ampia certificazione digitale, di un controllo sistematico e capillare, di un ricatto sociale riguardo ai lavoratori, e riguardo ad ogni opposizione si presenti sul suo cammino. 
Chi uscirà dal perimetro democratico, deciso aprioristicamente, non potrà più esprimere dissenso ed organizzare proteste, a patto che non siano troppo disturbanti.

Da oggi l'equazione vincente e comunemente accettata è diventata NV/NGP = neofascismo, e le vicende di Roma lo hanno certificato.
In realtà, a Roma c'erano diverse forme di manifestazioni, con diverse organizzazioni, di diverso orientamento, in maggioranza pacifiche, per quanto incazzate, TUTTE confluite nello stesso contenitore, sicuramente sgangherato, confusivo e manipolabile. 
Questo contenitore è stato abilmente canalizzato da un centinaio o poco più di estremisti destra, che hanno avuto chiari appoggi da "qualcuno", e questo ha permesso a diversi pregiudicati di poter parlare da un palco, avendo volutamente tutti i riflettori accesi. 
In questo senso possiamo parlare di infiltrati. Infiltrati che da mesi si mescolano con la forza e con metodi squadristi, minacciando le piazze, ricattando con la violenza chi fa comizi per le strade, contro i manifestanti più ingenui e disorganizzati, talvolta presentandosi come novelli Masaniello, fino a schierarsi militarmente in testa ai cortei, forti della loro aggressività e delle loro protezioni, per canalizzare il dissenso.
Questi estremisti conoscono bene le dinamiche urbane, sanno come muoversi e sono in grado di creare caos e disordini per tutta Roma. A loro non interessavano le ragioni del corteo, il loro obiettivo era l'assalto alla sede sindacale, questo avrebbe smontato definitivamente ogni protesta e mandato in vacca qualsisi conflitto democratico.


C'è da chiedersi, semmai, come pochi fascisti abbiano avuto il campo libero per poter assaltare la sede della CGIL, facendo "indirettamente" un enorme favore al Governo, gettando discredito sulla piazza in quanto tale. I tam tam dei social erano molteplici e variegati, la festa non è stata organizzata da nessuno ed un po' da tutti, questo è stato il grande limite ed il limite di certe manifestazioni senza servizio d'ordine, facili prede dell'azione di metodici criminali che nulla hanno da perdere.
Aggiungo che, l'assalto alla sede sindacale, era ufficialmente pubblicizzato sui social ed i Servizi erano ben informati. Perché non sono stati fermati prima che distruggessero tutto quanto, andando a colpire un presidio simbolicamente importante come il sindacato?
Perché allora tanti benpensati non si chiedono come mai nessuno sia intervenuto a proteggere la sede sindacale assediata da FN, a parte 3 poliziotti lasciati in balia dei picchiatori? 
Incredibile registrare come quasi tutti si perdano in un bicchier d'acqua, guardando sempre il dito e mai la luna. Capisco sia più difficile e sia più accomodante la riduzione ad Hitlerum del conflitto sociale, capisco come il conformismo vigente abbia la meglio, però le dinamiche di piazza, delle quali dovremmo aver memoria storica, ci avrebbero dovuto insegnare come funzionano certe convergenze parallele.

Cui prodest questo caos? Non giova certo alla Lega ne a FDI, che avranno mille colpe e connivenze non risolte e spesso irrisolvibili, ma è chiaro il messaggio nei loro confronti.
Non giova di certo alle piazze, che saranno, da oggi in avanti, nell'occhio del ciclone e che lotteranno tra loro per un posto al sole, le une strappando bandiere NV, le altre forzando la mano verso obiettivi da strumentalizzare politicamente.
Non giova nemmeno all'estrema destra, che rischia di essere cancellata politicamente.
Soprattutto, non gioverà nemmeno agli antagonisti di estrema sinistra e ai centri sociali, perché un eventuale scioglimento di formazioni neofasciste, potrebbe ripercuotersi anche a loro come prossimi bersagli.
A chi giova e gioverà, invece, questo meccanismo ad orologeria?
Sicuramente non alla democrazia, ma paradossalmente a chi oggi la gestisce abilmente strumentalizzando tutto a suo favore, perché il banco non perde mai, e quando perde, rilancia ed incassa.
Non solo, forzando la mano, non si farà che radicalizzare il dissenso, tornando a spostarlo verso l'estrema destra, creando i presupposti del lupo solitario, andando a plasmare in certi ambienti popolari e disagiati una certa fascinazione per alcuni personaggi borderline.
Da una censura ai cattivi maestri, vedrete che sorgeranno come funghi i martiri ed i santini, un po' come succede in certi ambienti anche con la mafia, vista e percepita erroneamente come l'ultimo baluardo contro lo Stato centrale. In fondo loro sanno difendersi, sanno attaccare, sono forti e cazzuti, non come certi sindacati, facili vittime di assalti vigliacchi che non sono stati capaci manco difendere i lavoratori e le loro sedi. Anche il sindacato verrà subliminalmente percepito come debole ed impaurito, quindi perdente. 
Il mercato cinicamente offrirà queste suggestioni.
Un colpo da sublimi maestri realizzare queste convergenze parallele. 
Tutti per uno, Draghi per tutti!








sabato 9 ottobre 2021

FANPAGE: SARDINE VIRTUALI DELL' ANTIFASCISMO SCURZONE



Non sopporto più questo antifascismo di facciata, fatto dai padroni attraverso vari epigoni collaborazionisti, attraverso tutti i media in coro, contro le derive di estrema destra, da sempre interne alla Lega e a FDI.
Lor signori scoprono l'acqua calda e pretendono di redimere Salvini e la Meloni costringendoli ad abiurare il loro DNA, la loro gente, pena l'impossibilità in un futuro prossimo, di governare una nazione intimamente conservatrice, facendo indirettamente pubblicità a certi oscuri personaggi, rendendoli martiri ad un certo popolo dei social.
Trovo molto violenta questa volontà di storpiare la natura delle persone per presunti fini nobili.
Sarebbe bello, invece, che FANPAGE ed altri organi padronali facessero una seria inchiesta storica sul colpo di Stato in Ucraina che ha prodotto la tragica strage di Odessa, dove furono carbonizzati e massacrati uomini, donne e bambini, e dove furono violentate, uccise donne, uomini, bambini in tutto il paese.
Questo orrore fu prodotto sotto l'egida della NATO, dopo la visita del democratico progressista Biden che, in accordo con le frange estreme di destra, con la malavita e con la polizia segreta, diede il suo benestare.
Questo orrore fu appoggiato in Italia dal PD, che diede la colpa ai russi, salvo chiudersi in un vergognoso imbarazzo, dopo l'accaduto. Vicenda che passò nel dimenticatoio e fu rimossa vergognosamente dall'informazione, tutta.
In quell'occasione i neonazisti ucraini e tanti mercenari di estrema destra italiani e di ogni latitudine, strinsero accordi con diversi centrosinistra occidentali, compreso il nostro, tra i quali uomini e donne che oggi appartengono a partiti che reggono il nostro governo, tutti dichiaratamente antifascisti.
Ecco, fatela un'inchiesta seria su chi appoggiò la più grande strage nazista in occidente del dopoguerra, non fatela sempre e solo sui soliti ultras romani o milanesi con braccia tese, per ovvie logiche ragioni, legate più a posizioni di rendita politica, elettorali, che morali e di giustizia sociale.
Fatela questa grande inchiesta sui rapporti infami e vergognosi che la nostra sinistra europea, quella buona, quella che canta BELLA CIAO insieme a Confindustria, quelli del mantra "CELOCHIEDEL'EUROPA", quella che firma privatizzazioni e distruzione dello Stato Sociale, ha realizzato appoggiando quello scempio hitleriano.
Sopporto sempre meno questo antifascismo da operetta pagato dai padroni del vapore che poi gestiscono dall'alto i colpi di Stato in giro per il mondo, e mi fanno veramente vomitare coloro che, da sinistra, non comprendono questi giochi di potere, limitandosi ad azzuffarsi come cani e gatti, cadendo nella tana del bianconiglio, mentre sopra gongolano, diventando parte dello stesso schema di potere, consapevoli o meno.
Se qualcuno studiasse seriamente queste oscure vicende, scoprirebbe che, in tempi moderni, le peggiori stragi fasciste sono state realizzate con l'appoggio di giornali come L'UNITA'.
Sembra paradossale vero? Invece, è realtà!
Altro che camerati scurzoni da inchiesta da bar, per carità, deprecabili ed osceni, ma il giornale del fu PCI, appoggiò e giustificò questi eccidi in arrampicate di specchi che, solo a pensarci, mi viene un brivido nella schiena, superando e non di poco certi personaggi saliti alla ribalta da inchieste facili ed a orologeria.
Le peggiori fascisterie, in tempi moderni in occidente, spiace ricordarlo, le hanno avallate certe sinistre, sono fatti storici documentati, pagando ed appoggiando le milizie ucraine, la mafia ucraina ed i peggiori sicari sul mercato.
FANPAGE, fatela questa inchiesta seria, non limitatevi a fare le sardine ambulanti e virtuali del potere costituito.
Sono sicuro che NON vi tirerete indietro a fare i nomi di quei politici di centrosinistra e di centrodestra, che fecero i collaborazionisti dei nazisti, vero? Sono gli stessi che oggi si stracciano le vesti scandalizzati per la Meloni e per un rintronato Salvini.
Fatelo veramente questo salto di qualità... Almeno leggetevi questo articolo che riporta la cronaca dell'epoca con nomi e cognomi.
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- L’ex-pornogiornale ufficiale del PD, l’Unità, affermò che la strage di Odessa fu opera delle stesse vittime. Alla luce dei legami tra la banda Mogherini/Pittella e Gladio neonazista in Ucraina, appare chiara la ragione politica di tale oscena affermazione.
“L’inglobamento dell’Ucraina nell’Unione Doganale Eurasiatica mette a serio repentaglio la sicurezza energetica ed economica dell’UE, che vedrebbe naufragare la possibilità di rafforzare la propria economia tramite l’integrazione di un Paese dalle enormi potenzialità umane, agricole, industriali come l’Ucraina”.

Sul sito dei banderisti in Italia, sotto l’appello a sostenere la raccolta fondi per la Guardia Nazionale (gli squadroni della morte neonazisti ucraini), vi era il programma della Festa dell’’Unità Ucraina’ (ovvero, lo sterminio dei russofoni e degli oppositori ucraini antifascisti ed antigolpisti), il programma della kermesse vedeva l’intervento di Anna Zafesova, giornalista russofoba, dei neonazisti Mauro Voerzio e Fabio Prevedello ed infine di Matteo Cazzulani, “analista, saggista, esperto di politica dell’Europa Centro-Orientale e di questioni energetiche, delegato del PD metropolitano milanese per i rapporti con il dissenso ucraino, ha fatto parte della missione a Kyiv del Vicepresidente del Parlamento Europeo Gianni Pittella”; in sostanza aveva partecipato alla pianificazione del golpe atlantista (Gladio) a Kiev, dove gli elementi neonazisti locali stavano ‘mettendo su un esercito parallelo, strutturato non solo a Kiev e non solo per difendere la piazza’, come ci spiega compiaciuta della sua esperienza golpista, la nostra ministra degli Esteri Federica Mogherini (BlogMog).
L’unità più famosa della Guardia nazionale ucraina, il battaglione Azov, per conto del quale il nazista Fontana, intervenuto alla kermesse di Milano dei banderisti del 14 settembre, tra una spiegazione di come traesse godimento spirituale nel bruciare vive le persone nella casa dei sindacati di Odessa o di come rivivesse la gioventù perduta bombardando le case con gente inerme dentro, lanciava un appello lacrimevole in aiuto dei ‘bisognosi’ tirapiedi armati dell’oligarca mafioso Kolomojskij, “C’è urgenza di tutto, dagli anfibi alle mimetiche, ai giubbotti antiproiettile. Ho visto i combattenti del battaglione Kiev. Vanno in trincea con le scarpe da ginnastica” (Fonte: Popoff Quotidiano)
Fontana si vanta di aver partecipato al massacro di Odessa.
Cazzulani, esponente del PD arringa i fascisti di Majdan: “un giovane deputato di uno dei partiti di opposizione, ci spiega con disinvoltura inconsapevole che stanno mettendo su un esercito parallelo, strutturato non solo a Kiev e non solo per difendere la piazza.”

Cos’è il PD? Un partito di nazisti e agenti di Gladio.
Di seguito discorso di Matteo Cazzulani, responsabile per i rapporti del PD metropolitano milanese con il dissenso ucraino, pronunciato durante il dibattito alla prima Festa dell’Unità ucraina assieme alla giornalista Anna Zafesova, al saggista Massimiliano Di Pasquale, al reduce del Maidan Mauro Voerzio e al Presidente dell’Associazione Maidan Fabio Prevedello.
«Essere europei significa non solo battersi affinché nel proprio orticello i principi fondanti dell’Unione Europea siano rispettati, ma anche perché Democrazia, Libertà, Pace e Diritti Umani e Civili siano valori estesi e condivisi anche da popoli europei per storia, cultura e tradizione che, per motivi di ordine geopolitico ed energetico, ancora non appartengono all’UE. 
Ho sempre disprezzato l’atteggiamento della gran parte degli italiani, che per ogni guerra prende le parti di una o dell’altra fazione con la medesima leggerezza con la quale si sceglie quale squadra tifare allo stadio. 
Non ho neppure mai tollerato l’etichetta di “filoucraino” che mi è stata posta da molti giornalisti invidiosi della mia indipendenza e persino da alcuni compagni di Partito gelosi della mia competenza specifica su un’Area geografica, l’Europa Centro-Orientale, di cui in Italia poco si sa e male si parla. Sostengo la causa degli ucraini, che si difendono dall’aggressione militare di Putin, proprio perché non sono “filoucraino”. 
Sono un europeo che, da convinto europeista, è consapevole che la violazione dell’integrità territoriale dell’Ucraina – Paese europeo per storia, cultura e tradizioni – rappresenta una minaccia politica a cui l’Europa non può non dare una risposta risoluta schierandosi a favore del Diritto all’Indipendenza del popolo ucraino. 
Sono dalla parte dell’Ucraina, e contro l’aggressione militare di Putin nel Donbas, anche perché sono “filorusso”: la vittoria della Rivoluzione della Dignità, con cui gli ucraini hanno posto fine all’epoca autoritaria di Yanukovych, ha permesso non solo agli ucraini, ma anche agli stessi russi di sperare in un futuro di libertà e progresso.
L’indipendenza di un’Ucraina libera e pienamente integrata nell’UE e nella NATO è condicio sine qua non per l’evoluzione della Russia dal regime autocratico di Putin a una democrazia liberale che possa finalmente portare i russi a vivere in pace con i suoi vicini e, una volta superata per sempre la sua tradizionale tendenza imperiale – tipica dell’epoca zarista, sovietica e putiniana – a integrarsi appieno nel sistema politico e culturale europeo. Stare dalla parte dell’Ucraina aggredita da Putin, oggi significa sostenere il pieno Diritto alla Libertà, alla Democrazia e alla Pace sia per il popolo ucraino che per quello russo: un Diritto inalienabile che appartiene a tutti, senza distinzione alcuna di etnia, sesso e religione.
Il sostegno all’Ucraina non è una posizione di odio verso la Russia, ma una questione di civiltà che deve vedere tutti noi europei coinvolti affinché l’Ucraina sia in grado di guardare al futuro – chiamato UE e NATO – senza il timore di essere aggredita da un autocrate, Putin, che legge il presente con le lenti del passato sovietico e zarista. 
Inoltre, sostenere gli ucraini significa supportare un processo di democratizzazione che può finalmente portare anche la Russia ad abbracciare gli ideali della Comunità Euroatlantica e a considerare l’Europa e la NATO come un partner leale con cui è possibile, e opportuno, collaborare per un futuro di pace e progresso condiviso».

La democratizzazione ucraina secondo Cazzulani, applicata a un deputato antigolpista.
I capi responsabili del massacro di Odessa, camerati e sodali di Voerzio, Prevedello, Fontana e Cazzulani
Odessa, un passaggio che il nazipiddino Cazzulani ignora, ma con cui i suoi camerati di Euromajdan tengono a mostrarci il concetto di democrazia, civiltà e amore euro-atlantici.
https://www.fianoromano.org/w/?p=22785