"Condividono la memoria, le esperienze, le sensazioni. La memoria diventa oggetto di normale commercio."
cit. Prometeus
VISIONI E DELIRI DISTOPICI:
In Prometheus, video distopico ed inquietante del 2007, viene presentato il mondo prospettato dalla Casaleggio Associata, costola ed avanguardia liberista transnazionale del macro-sistema.
La propaganda narrata gioca volutamente sull'ambiguità di un futuro post-apocalittico ed un augurabile modernismo (non si capisce bene per quale assurda ragione) ricco di auspici riguardo l'uomo macchina con strizzate d'occhio al transumanesimo da film fanta-politico, spiegoni positivi sul pensiero unico (bella roba...), sull'eliminazione della diversità, ergo, sulla perdita di milioni e milioni di posti di lavoro, sull'eliminazione del diritto d'autore, mostrato subdolamente come rivoluzione per la massa ignorante.
La distruzione del diritto d'autore, prospettata come paradigma da perseguire, per loro di una importanza strategica primaria, assume particolari inquietanti perché ricalca, senza celarlo troppo, quel mondo orwelliano che ne criticava proprio i presupposti totalitari.
Qui, al contrario si esaltano, vengono edulcorati e fatti accettare.
La distruzione del diritto d'autore, per lor signori, è un fattore strategico importantissimo, perché è uno step transumanista che rappresenterà l'ancora di salvataggio del tecno-fascismo, oramai svelato nei suoi intenti.
Il problema si porrà quando il cittadino si troverà in futuro a non poter possedere più la sua memoria, la sua creatività, questo significherà averlo completamente annullato come individuo, sottomesso totalmente, svuotato spiritualmente.
Per questo motivo la propaganda di "Prometeus" auspica e prospetta il discorso delle memorie collettive da condividere, di cui FB, Instagram e affini sono solo i primi esperimenti transumani ben riusciti.
La memoria condivisa che potrà essere un giorno cancellata, rimossa, manipolata, comprata dal migliore acquirente che potrà sottomettere chi non ne possiede affatto, che rappresenterà la classe sociale dominante, in quanto possessore di più quote di memoria, magari vendute come azioni in Borsa ed utilizzate per i più loschi fini di potere.
L'eliminazione della memoria di un popolo, di un individuo, ricorda le peggiori pagine buie dei secoli scorsi e rappresenta l'anticamera di ogni totalitarismo ed autoritarismo.
La distruzione del diritto d'autore è il primo passo verso la distruzione del pensiero individuale, l'annullamento della propria creatività e, quindi, del proprio spirito (per osmosi collettivo), che diverrà in un futuro prossimo, ASSOLUTA PROPRIETA' delle multinazionali che saranno i nuovi casati monarchici (altro che eliminazione degli stati sovrani obsoleti, qui si costituiranno Tecno-Stati ben più totalitari).
Il globalismo è solo un Supra-Nazionalismo.
La distruzione del diritto d'autore, tanto prospettata e fatta piacere all'utente medio che crede ingenuamente sia cosa buona il fatto che solo i giganti mediatici guadagnino qualcosa nel mondo digitale lasciando solo le briciole agli artisti, capirà solo in seguito di essere stato il cavallo di troia del peggior liberismo totalitario.
Equivale alla distruzione del diritto dei lavoratori e alla distruzione dello Stato sociale, sono fenomeni che vanno di pari passo e non a caso, equivale anche alla distruzione del sovranismo e delle comunità, perché per questi novelli neo-aristocratici sono modelli da resettare, perché rappresentano quelle garanzie progressiste che le lotte popolari, in concerto con le avanguardie illuminate, avevano ottenuto con il sangue nei secoli scorsi.
Loro vogliono un mondo transumanista e non umanista.
La distruzione del "diritto di ingegno", significa che l'autore (solitamente il piccolo autore) non potrà guadagnare più nulla o comunque sempre meno, mentre una sovrastruttura ne trarrà i benefici dalla sovragestione, molto di più di quanto già non accada oggi, in un mondo di falsa uguaglianza dove qualcuno è più uguale degli altri (vedi multinazionali che non pagano tasse, facendole indirettamente pagare poi agli utenti gonzi attraverso il rincaro dei prodotti delle pubblicità trasmesse).
La cosa peggiore di questo grande orrore è che viene fatto piacere alla gente, presentato ed imbellettato come una giusta e sana rivoluzione liberale, mentre si tratta sempre e solo, di rigurgiti totalitari della peggiore conservazione aristocratica nera, in un solo termine, Tecno-fascismo.
cit. AVATAR PASOLINI
IL GRANDE CAPO DIETRO LE QUINTE:
Enrico Sassoon. Tre lauree, la prima in economia alla Bocconi nel 1973, Sassoon proviene da una famiglia di origini ebraiche, imparentati con i Rothschild.
Nel 1974, le altre due sono state conseguite in Scienze Politiche e Storia, Enrico Sassoon mette piede nell’Ufficio Studi della Pirelli, “allora considerato un think tank tra i migliori d’Italia in campo economico”. Una carriera fondata all’insegna dei think tank, dove le lobby economiche incontrano il potere politico per decidere le sorti future di uno stato (o di un insieme di stati). E deve averne fatta di strada il nostro Sassoon se è vero com’è vero che nel tempo è diventato Board Member e Presidente del Comitato Affari Economici dell’American Chamber of Commerce in Italy, la camera di commercio americana in Italia, “un ponte qualificato tra Italia e Stati Uniti con un network di cinquecento soci che include il cuore del mondo produttivo italiano, un gruppo di aziende ad alto tasso di internazionalizzazione capace di rappresentare il 2% del PIL nazionale.”
Praticamente una super lobby di multinazionali, banche e grandi gruppi che unisce le forze per proteggere in maniera più efficace i propri interessi e che promuove lo sviluppo dei rapporti commerciali tra Italia e USA.
Per rendere bene l’idea di quanto esteso sia questo cartello basta leggere i nomi di alcuni dei gruppi presenti in Amcham: Standard & Poor’s, Philip Morris, IBM, Microsoft, ENI, Enel, Intesa San Paolo, Sisal, Rcs Editori, Esso, Bank of America, Coca Cola, Fiat, Fincantieri, Finmeccanica, Italcementi, Jp Morgan, Pfizer, Rai, Sky, Unicredit…
Tutti i migliori/peggiori gruppi che hanno generato la crisi economica in cui versiamo.
Enrico Sassoon, primo e più importante socio della Casaleggio, siede fianco a fianco con certi personaggi. Che poi sono gli stessi componenti dell’Aspen Institute Italia, think tank tecnocratico, diretta emanazione del gruppo Bilderberg. Quando il Sistema si organizza è capace di tutto: persino di creare un Comitato Esecutivo Aspen formato – oltre che da Enrico Sassoon della Casaleggio – anche da Mario Monti, John Elkann, Romano Prodi, Giulio Tremonti, tutti componenti italiani del Bilderberg.
Ora: come diavolo è possibile che la Casaleggio, a detta di molti spin doctor e influencer di Grillo e del Movimento 5 Stelle, abbia il suo membro più importante all’interno di un Istituto popolato da quelli che dovrebbero in realtà essere i nemici dichiarati proprio di Grillo? Qual è la ragione per cui questo accade?
Le stranezze, purtroppo, non finiscono qui: a parte il fatto che il dominio beppegrillo.it risulta intestato ad un certo Emanuele Bottaro di Modena, e potrebbe trattarsi di un normale prestanome (ma la trasparenza?), a destare sospetti è la domiciliazione del gestore tecnico del dominio, Via Jervis 77 a Ivrea. Lo stesso indirizzo della sede legale Olivetti, gruppo Telecom Italia.
Cosa c’è di così strano? C’è che Gianroberto Casaleggio, il secondo socio per importanza della Casaleggio, fa partire la sua avventura professionale proprio nella Olivetti, guidata all’epoca da Roberto Colaninno, attuale presidente di Alitalia e padre di Matteo, deputato Pd. Poi Gianroberto inizia la scalata sociale e diventa amministratore delegato di Webegg, joint venture tra Olivetti e Finsiel. A fine giugno 2002 Olivetti cede la propria quota del 50% in Webegg S.p.A. a I.T. Telecom S.p.A., che nel frattempo partorisce Netikos Spa, dove il più famoso dei Casaleggio partecipa al Cda con Michele Colaninno (secondogenito di Roberto e presente nel Cda Piaggio). Questo fino al 2004, quando decide di fondare la Casaleggio Associati, attuale editore di Beppe Grillo, con altri dirigenti Webegg. Tra cui proprio Enrico Sassoon.
La Casaleggio parte forte e chiude due contratti importanti, prima con Grillo poi con l’Italia dei Valori, quest’ultimo finito a male parole quando Di Pietro e De Magistris capiscono chi si sono messi in casa. Grillo, invece, decide di continuare il suo percorso di crescita con gli strateghi legati ai più noti gruppi di potere italiani e non.
A questo punto le domande che sorgono sono tante: può Grillo non sapere che Sassoon siede, fianco a fianco, con Monti, Tremonti e gli altri? Può Grillo non sapere che la gestione tecnica del suo dominio è domiciliata nella sede di un’azienda legata al Gruppo Telecom, contro cui lui si è scagliato più e più volte?
Sassoon-Shoshans-family
APPUNTI DI STORIA:
LA FAMIGLIA SASSOON, alias SHOSHANS
Famiglia ebraica tra le più ricche ed antiche del mondo, probabilmente di origine mesopotamica. I Sassoon infatti deriverebbero dai Shoshans, uno dei cui esponenti più importanti fu il Principe (“Nasi”) spagnolo Ibn Shoshans (Yazid ibn Omar ha-Nasi). Nel Cinquecento, per sfuggire alle persecuzioni spagnole, i Sassoon si rifugiarono a Baghdad. Alla fine della Prima Guerra Mondiale furono tra i protagonisti della formazione dell’Irak, il cui primo Ministro delle Finanze fu proprio Eskell Sassoon, che diresse questo ministero per ben sette governi consecutivi. In questo ruolo Sir Eskell firmò l’accordo con British Petroleum, pretendendo che i proventi iracheni per l’estrazione del petrolio fossero corrisposti in oro e non in sterline. L’idea si sarebbe rivelata geniale, poiché nonostante l’abbandono del Gold Exchange Standard degli anni Trenta, con conseguente flessione della sterlina, l’Iraq non avrebbe risentito della crisi internazionale.
Nella prima metà dell’Ottocento il nonno di Sir Eskell, David Sassoon, fondò una grande banca a Bombay, la David Sassoon & Co, diventando una delle personalità più influenti dell’India. Il fratello di David, Albert Abdallah David Sassoon, per i giganteschi guadagni procurati alla Corona inglese, nel 1890 fu addirittura nominato Barone dalla Regina Vittoria.
David, tramite la sua banca ed i virtù del prestigio della sua famiglia, ottenne dalla Banca d’Inghilterra (controllata dai Rothschild), il monopolio in India per lo sfruttamento del cotone, della seta e dell’OPPIO. Soltanto in un anno, tra il 1830 ed il 1831, David vendette 18.956 casse di oppio. I suoi otto figli, inviati in tutti i posti chiave del commercio in Oriente con la solita tattica Rothschild, riuscirono ad estendere il loro monopolio dell’Oppio in Cina ed in Giappone. In quei Paesi i Sassoon hanno naturalmente aperto importanti filiali della loro banca, a cui hanno aggiunto, società finanziarie, gigantesche aziende tessili ed agricole ed imponenti società di assicurazioni come la Oriental Life Insurance.
La scintilla che fece scoppiare la Guerra dell’Oppio tra Inghilterra e Cina vide proprio i Sassoon come i principali protagonisti. Nel 1839 l’Imperatore cinese Dao-Guang proibì l’assunzione ed il commercio di questa sostanza. I suoi soldati gettarono nei fiumi migliaia di casse di droga appena uscite dai laboratori di Canton della famiglia Sassoon, che chiesero aiuto al Governo britannico tramite l’intermediazione dei Rothschild (i quali, insieme alla Regina, fino a quel momento avevano fatto grandi affari con i Sassoon proprio grazie all’oppio). E la guerra iniziò.
Dopo tre anni il Trattato di Nanchino sanciva la piena legalizzazione dell’oppio in Cina, la sovranita della vittoriosa Inghilterra su diverse aree costiere del Paese e un forte risarcimento (pari a due milioni di sterline) ai “danneggiati” Sassoon. Da notare che i cinesi dovettero pagare interamente anche le spese di guerra agli inglesi, per la favolosa cifra di 21 milioni di sterline.
Il monopolio della droga da parte dei Sassoon, però, si limitava alle zone costiere della Cina, così alla ricca famiglia fu necessaria una seconda Guerra (1858-1860), per sperare di raggiungere finalmente l’obiettivo dell’esclusiva sulla vendita di oppio in tutto il territorio nazionale. Il nuovo conflitto fu sanguinosissimo, gli inglesi non esitarono a radere al suolo e saccheggiare i templi ed i santuari di Pechino. Il successivo Trattato di Pace, stipulato il 25 ottobre 1860, assicurò ai Sassoon l’esclusiva del commercio di droga sui sette ottavi della Cina. L’Inghilterra riuscì ad annettersi Hong Kong oltre ad una serie di altre zone strategiche all’interno della nazione. Gli affari di famiglia si moltiplicarono, grazie anche al contributo della società Russell & Company, che armava per conto dei Sassoon le navi commerciali che trasportava oppio dall’India alla Cina tornando indietro cariche di Tè. La società (fondata dal cognato di William Huntington Russell, co-fondatore della discussa società segreta Skull & Bones), era in mano a Warren Delano, principale azionista, nonno materno del futuro Presidente degli USA Franklin Delano Roosevelt, il quale ereditò una gigantesca fortuna proprio grazie a questa joint venture con i Sassoon.
All’inizio degli anni ’80 dell’Ottocento la famiglia Sassoon poteva ormai contare su un immenso commercio di oppio, che nella sola Cina superava le 105 mila casse all’anno. Nel 1887 Edward Albert Sassoon sposò Caroline Rothschild e l’alleanza economica tra le due famiglie fu consacrata definitivamente.
Un’alleanza Rothschild/Sassoon/Delano Roosevelt che causò – e causa ancora – la morte di milioni di cinesi.
I Sassoon, al giorno d’oggi, possiedono la ED Sassoon Bank, la David Sassoon & Co Bank, l’Oriental Life Insurance e controllano, tra gli altri, The Observer ed il Sunday Time.
Enrico Sassoon – Direttore dell’Harvard Business Review Italia, Amministratore delegato di StrategiQs Edizioni, Presidente di Leading Events e di Global Trends, esponente di spicco dell’Aspen Institute Italia (di cui è Presidente Giulio Tremonti), nonché fondatore e principale azionista della Casaleggio Associati (società di comunicazione informatica che gestisce, tra l’altro, le edizioni ed il blog di Beppe Grillo) – è fratello del noto sociologo Joseph Sassoon, che è anche fondatore e Presidente della Alphabet. Il loro padre, Léon Sassoon – importante imprenditore siriano con un forte giro d’affari in Siria ed in Italia – è stato Presidente e Tesoriere della Sinagoga sefardita di Holland Park, a Londra.
Harvard Business Review Italia, direttore Enrico Sassoon, collaboratori Corrado Passera, Carlo Pesenti.
Harvard Business Review Italia
Stato bandiera Italia
Lingua italiano
Periodicità 10 numeri all’anno
Genere business management
Fondazione 2006
Formato magazine
Editore Strategics Edizioni Srl
Diffusione 15.000
Sito web http://www.hbritalia.it/
Harvard Business Review Italia è l’edizione italiana della Harvard Business Review, rivista di management pubblicata per la prima volta nel 1922 dalla Harvard Business School Publishing, di proprietà della Harvard Business School. È una rivista a cadenza mensile, basata sulla ricerca, scritta per i professionisti del business e del management. Da 85 anni si colloca sul mercato editoriale come un ponte tra la formazione accademica e la realtà delle aziende.
Tra i suoi collaboratori annovera personaggi del mondo accademico e finanziario tra i quali Corrado Passera, Pietro Guindani, Carlo Pesenti, Andrea Illy, Alessandro Di Fiore, Vittorio Terzi, Leonardo Zaccheo, Ignazio Rocco di Torrepadula, Umberto Bertelè, Anna Gervasoni, Franco Giacomazzi e Walter J. Scott.
A contributi di rilevanza internazionale affianca analisi delle case history nazionali di maggior successo.
Concetti di management e business, termini come Balanced scorecard, Core competence, Strategic intent, Reengineering, Globalizatione Marketing myopia sono stati diffusi per la prima volta nelle pagine di HBR.
Il numero di copie di tiratura: Stati Uniti: 240.000 ; resto del mondo: 250.000, in 11 edizioni nazionali (Cina, Russia, Taiwan, Giappone, Germania, Polonia, Sud America, Ungheria, Italia).
La rivista è editorialmente indipendente dalla Harvard Business School.
L’edizione italiana di Harvard Business Review è pubblicata da Strategiqs Edizioni S.r.l., il cui fondatore e Presidente è Alessandro Di Fiore. Direttore della rivista è Enrico Sassoon.
Storia e organizzazione
L’Harvard Business Review nasce nel 1922 come progetto editoriale della Harvard Business School e dei suoi studenti. Nella prima pubblicazione, il preside della Harvard Business School, Wallace B. Donham, descrisse gli obiettivi della rivista nell’articolo An Essential Groundwork for a Broad Esecutive Theory e scrisse che la teoria del business si dovrebbe sviluppare in modo da consentire al manager di imparare dalle altrui esperienze come comportarsi nelle situazioni reali. Altrimenti, il business continuerà ad essere non sistematico, casuale e, per molti, un patetico gioco d’azzardo.
Il Preside Donham e gli editori credevano che la rivista sarebbe stata un naturale complemento alla scuola. Nei suoi primi anni, la rivista si focalizzava sul trend e lo sviluppo macroeconomico e pubblicava articoli industriali specifici come Are Railroad Freight Rate Structures Obsolete? La rivista conteneva, inoltre, una sezione con i contributi degli studenti che fu interrotta nel 1939. HBR ha iniziato a spostare il suo focus editoriale sul general management dopo la seconda guerra mondiale, quando un crescente numero di manager cominciò ad interessarsi alle tecniche di gestione introdotte dalla General Motors e da altre grandi aziende. Nei successivi tre decenni, la rivista ha continuato perfezionare il suo focus sulle problematiche del general management incontrate dai business leader, presentandosi come la rivista per decision maker. Alcuni tra i principali articoli pubblicati in questo periodo includono Marketing Myopia, Barriers and Gateways to Communication e How Competitive Forces Shape Strategy.
Un importante periodo nella storia della rivista risale alla fine del 1980, quando Theodore Levitt era editore della rivista. Levitt, il professore di HBS, realizzò cambiamenti editoriali e di design tesi a rendere la rivista meno specialistica e più fruibile ad un’audience di general business, con articoli più brevi riguardanti una gamma più ampia di argomenti e l’introduzione di vignette in stile newyorchese.
Originariamente pubblicata da HBS, HBR a partire dal 1993 viene pubblicata dalla Harvard Business School Publishing, una filiale non-profit di Harvard_University che pubblica anche casi, libri (grazie alla HBS Press), “newsletter”, e programmi e materiali formativi aziendali. Nel 2001, la rivista ha cambiato la sua periodicità da bimestrale a mensile.
Dal 1959, il McKinsey Award premia, grazie ad un gruppo di giudici indipendenti, i due più significativi articoli di management pubblicati ogni anno.
Alcuni dei vincitori includono guru del management come Peter Drucker che è stato premiato per 7 volte, Theodore Levitt, Michael Porter, Rosabeth Moss Kanter, e C.K. Prahalad.
Per approfondimenti vedi anche JewishEncyclopedia e Finanza In Chiaro.it
http://katehon.com/it/article/chi-e-enrico-sassoon-padrino-di-casaleggio-associati-e-movimento-5-stellehttps://www.panorama.it/news/politica/gianroberto-casaleggio-massoneria/
https://www.edizionilpuntodincontro.it/libri/evoluzione-non-autorizzata (è vivamente
RispondiEliminaconsigliata la lettura di questo libro in particolar modo la parte finale soprattutto
la conversazione fra l'autore del testo in questione e un tizio che la sa davvero lunga
a riguardo.
https://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=1282
Eppure nonostante l'incommensuraibile pericolosità che riguarda gli inquietanti risvolti del transumanesimo nella sua dimensione quotidiana e spirituale vengono quasi completamente sottovalutati e snobbati come se il futuro dovesse essere al pari di una linea retta sempre identico all'attuale presente, e invece le conseguenze saranno
devastanti, per non parlare poi del fatto che la quasi totalità degli elettori dei 5stelle
non prende sul serio il video di Prometeus della Casarothschild Associati ammesso che si
sia ben informata sul lato oscuro e tecnosatanico del movimento pentastellato.
Forse a prescindere dagli interminabili giri di parole che vengono spesi sull'argomento
verremo tutti colti alla sprovvista, disarmati, impotenti e indifesi sul piano pratico, i cinque stelle sicuramente come previsto dal piano spazzeranno via il vecchio modello di ordine mondiale, cioè quello attuale, verranno quindi percepito dall'elettorato medio come i "novelli salvatori", quando in realtà instaureranno con il beneplacito ed il consenso popolare il nuovo modello di ordine mondiale, e li so kazzi amari! Si dice che chi è disperato (le masse impoverite e stremate) si aggrapperanno alla soluzione offerta dai cinquestelle, ci mostreranno le meraviglie della realtà virtuale che sono per certi versi una simulazione computerizzata del mondo astrale, direttamente impiantata nel cervello umano e da li la strada che conduce verso l'abbandono graduale e definitivo del corpo umano cosi come lo conosciamo è breve. Caparezza diceva che la scimmia è l'evoluzione dell'uomo, se si va avanti di sto passo, il cyborg olografico sarà l'involuzione dell'uomo.
http://2045.com/ (anche l'attuale Dalai Lama, agente della Cia, è un promotore convinto della causa transumanista).
https://www.google.it/search?ei=CbWoW_HMGIiIaeHWvIgO&q=progetto+2046&oq=progetto+2046&gs_l=psy-ab.3..0l10.15440.20181.0.20368.29.16.0.0.0.0.368.2310.0j2j4j3.9.0....0...1c.1.64.psy-ab..22.7.1912...33i160k1j0i67k1j0i131k1.0.OQzrYFi3XH0
RispondiEliminahttps://www.filmtv.it/film/27860/2046/recensioni/481505/#rfr:film-27860
RispondiElimina"Un viaggio? Un racconto? Un delirio visionario? Probabilmente un itinerario di una mente eterna vagabonda in direzione dei propri ricordi perduti, alla ricerca di quel non luogo dove il mutabile si tramuta in immutabile, dove l’essenza del ricordo si rende corporea rivestendosi di pura materialità, senza più celarsi allo sguardo smarrito che vaga a ritroso nei meandri del tempo di memoria in memoria. Ma si tratta di destinazione reale o di divagazioni di più stretta pertinenza del regno dell’immaginario? Nessuno a questo punto può affermarlo con certezza perché da quel mitico 2046 non si è mai tornati.
Wong Kar-wai alterna echi di visionarietà simil-felliniana a momenti di decadentismo estetizzante non scevro da vaghe suggestioni viscontiane, non disdegnando neppure di passare per i paraggi di un Marienbad pur privo di decorazioni barocche ed astratti dedali labirintici (“Ma non ci conosciamo? Facevi la ballerina a Singapore e ti chiami Lulù” “Ma è davvero sicuro?” “Dicevi che somigliavi ai fidanzati che avevi perduto.” “Che altro dovrei ricordare?” “Andavamo insieme al casinò, perdevi molto, eri piena di debiti...”). I luoghi della mente vanno ad incontrarsi, sfiorarsi, incastrarsi tra loro e poi ritrarsi per indietreggiare e tornare al punto di partenza, muovendosi in spazi sempre più ristretti, contornati da rossastre tonalità diffuse che con il loro calore cromatico riaccendono per interposta persona il freddo estinto delle passioni, fino ad esplodere coercitivamente in un delirio visionario al tempo stesso corporeo ed extra-corporeo, tentativo di coniugare la fuga all’interno del proprio io arrembante con quella puramente concepita come un vero e proprio salto nell’ignoto, un ignoto dalle infinite dimensioni di una stanza dove la sfera del ricordo si espande a vista d’occhio fino a perdersi letteralmente in sé stessa.
L’astronave galleggia con lentezza in un oceano digitalizzato dove l’astrazione è ricondotta alla sua stringente primordialità di contenuto ma vana è la fuga nel regno di questo ipotetico futuro imbevuto di re(azioni) differite: la materialità corporea estranea alla forza dei sentimenti ed investita dal peso di emozioni inibite a menti androidi scarica all’interno di sé i propri meccanismi adrenalinici consegnandosi ad un eterno immobilismo che prelude ad una perenne reiterazione del ricordo, ovvero del viaggio.
Wong Kar-wai tira fuori il sostrato di malinconia dei suoi personaggi fino all’ultima goccia, soffermandosi su una presenza ricorrente che si rigenera di continuo con la misteriosità di fattezze smarrite nei meandri di sale da gioco smarrite in volute di fumo. Incontri volatili, sporadici, casuali nel sinuoso fruscio di abiti di seta che inguainano fascinose presenze colte a sfiorare la scena, attraversandola con la sinuosità sorniona di chi si rassegna con garbo e comprensione alla propria funzione svolta per interposta chimera. E caste dive affogate nelle luminescenti colorazioni del neon che generano un’atmosfera di decadente intimità nell’ambiente circostante, a dare forma ad una recerche visiva simil-proustiana elaborata in chiave di nostalgica “allucinarietà”, dove l’edonismo estetizzante dell’autore si concretizza con una specie di dannunzianesimo post litteram del suo alter ego vagante per le chiare selve della seduzione." questo film sarà collegato per caso al Progetto 2046?
Emanuele Bottaro sarà mica imparentato con Lino Bottaro di Stampalibera?
RispondiEliminaQuando i PEGGIORI (gli insani incubatori di risentimento e di odio) presero il potere sui SANI, la vita si trasformò in una TRAGEDIA. I maschi furono INFETTATI da questi astuti mostriciattoli con i virus dell' invidia, della vanità e della rivalsa, e furono TAGLIATI loro i coglioni. Una volta RIDOTTI in questo misero modo, fu facile far loro credere che il nemico numero uno fossero le femmine, in quanto "responsabili della mancata divinità maschile" (balle!); cosicché li convinsero che schiavizzarle sarebbe stata l' UNICA soluzione che avrebbe garantito, assicurato (potere a loro stessi, mostri-serpenti), la desiderata ma DUBBIA paternità/deità. E questa, fra uomini e donne, fu la PRIMA SEPARAZIONE ottenuta dagli INFAMI sacerdoti, conseguentemente a questa ottennero quella tra uomo e uomo (se l' altro si fotteva la donna che avevi schiavizzato, potevi dire ADDIO alla tua certezza di paternità/deità).
RispondiEliminaSono oramai passate molte migliaia di anni da allora, ma non è cambiato NULLA di SOSTANZIALE. Tramite la conoscenza alcuni hanno preso coscienza della trappola in cui i propri avi erano caduti, ma RICOSTRUIRE la perduta UNIONE dalla presente SEPARAZIONE è cosa ardua, DIFFICILISSIMA; non è solo una questione di "sapere o meno", ma di "INTERVENIRE o meno": poiché si tratta ormai di una "realtà" concreta, efficacemente strutturata, molto complessa e articolata, la quale è tenuta in funzionamento da poteri che si nascondono sotto false apparenze, e appoggiata inoltre da una moltitudine di ignoranti CASTRATI e obbedienti.
Ogni qualvolta si è provato a distruggere tutto ciò, se la spinta era originata dal "basso", veniva INFILTRATA, manipolata o sabotata; se partiva dall' alto, ma simulatamente dal basso, si trattava di guerriglie tra potenti fatte combattere dal popolo ignaro.
Quindi, occorre IMPARARE da "costoro" a infiltrarsi, INVERTENDO la polarità delle "loro" intenzioni per portare l' acqua al proprio mulino. Non dobbiamo essere intelligenti/ingenui ma imparare da loro l' astuzia. Sono dei figli di puttana con noi? Diventiamo dei figli di puttana (UNICAMENTE) con loro.
L' INTENZIONE è una cosa, i FATTI sono un' altra cosa. Fino ad ora M5S e LEGA hanno FATTO meglio di TUTTI i precedenti; le INTENZIONI dei Casaleggio? Sono l' "acqua sporca" da buttare; mio dovere E' SOLO OSTACOLARLE MOSTRANDONE il PERICOLO; ma, fino a quando i fatti sono BUONI, io SALVO il "bambino"!
Sasson=Anglosassoni
RispondiEliminaPremettendo che non votando da 30 anni posso dire ciò che voglio di qualunque governo perché me ne sbatto ampiamente e nessuno mi rappresenta né ora né mai, premesso ciò dicevo, ma cosa vuoi dimostrare con questo articolo MDD? Che coloro che stanno attualmente al governo sono solo dei pupazzi comandati dai massimo oligarchi bla bla bla? Ah beh, sai che novità!! Ma che per caso quella sinistra fasulla e merdaiola rappresentata da quelle facce da clown misto sgorbio misto cartone animato che hanno venduto il culo all'Europa già nel 92 grazie al mortadella sono migliori? No perché qualcuno ci crede ancora, ecco perché essere di sinistra ormai dovrebbe essere inserito nel codice medico delle malattie psichiatriche da trattare urgentemente, altro che feste dell'unità con quello sfigato di Martina e apericena a Capalbio.
RispondiEliminaI sinistri non hanno mai avuto un governo ombra? Cazzo che sfigati!
Questo governo, del quale non mi frega un beneamato cazzo, sta facendo quello che gli italiani vogliono, bene o male che sia, e se veramente daranno il benedetto reddito di cittadinanza, che andrebbe dato a gente come me honoris causa solo per aver subito e sopportato ste merde in Parlamento dalla nascita, dovendo quindi ribattezzarlo "reddito di sopportazione", per me e non solo per me possono restare al governo ombra o al sole per i prossimi 30 anni.
Non so se c'è qualcosa di ancora non chiaro qui dentro, la gente si è ROTTA IL CAZZO di tutti sti teatrini tanta politici e a nessuno frega nulla delle supposte che arriveranno, ma quali supposte poi che sono tutte cagate, sono decenni che sento che l'Italia sprofonderà e bla bla, ma io vedo solo propaganda terroristica e finti attentati ovunque, ormai tanta gente non se le beve manco più ste fregnacce, qua conta il mettere insieme il pranzo con la cena ormai, perché merda o non merda dobbiamo riempire lo stomaco almeno due volte al giorno e lì nun ce stanno cazzi come dicono a Roma.
Quindi BASTA coi neri spalmati alle entrate dei supermercati spesati dagli italiani tanto per far sentire buoni e multiculturali i sinistronzi, basta con i diktat dell'Europa, e subito reddito di esistenza per tutti che lavorare fa schifo e stanca troppo, c'abbiamo altro da fare, e che altro!
I governi ombra esisteranno sempre, non me ne può fregare di meno, all'umanità interessa e deve interessare avere equità e benessere per tutti, e chi se ne frega chi elargisce queste cose, in questa merda dobbiamo viverci e dobbiamo farlo con tutti gli agi e la dignità possibili, e se c'è un governo di merda che finalmente fa un minimo di bene va benissimo tutto, chi vuole combattere contro i mulini a vento in bocca al lupo, affari suoi, ma non rompa a chi vuole vivere serenamente senza necessariamente doversi occupare di chi governa e come.
OHHHH...FINALMENTE!
EliminaCondivido l' intero discorso. BRAVA!
Lilith
Brutale come d' abitudine...:-)
EliminaMa TANTO TANTO efficace.
E TANTO TANTO sincera.
VIVA le DONNE !
http://www.stefanomontanari.net/wp-content/uploads/2013/12/images_pdf_ilgrillomannaro.pdf
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=Mnvjt_8codA
RispondiEliminaCerto che a Bologna il brainwashing cattocomunista è stato fatto a regola d'arte....eh MDD...
RispondiEliminaMr Blue
Eh....avevamo proprio bisogno dei corsi comunali antirazzisti a Bologna...
RispondiEliminahttp://www.bolognatoday.it/cronaca/costo-antirazzista-vigili-urbani-borgonzoni-lega.html
Avanti bolognesi continuate pure a votare Merola e il PD.....come dei bravi pecoroni del cazzo!!
Mr Blue