L'ABITO NON FA IL MONACO...
cit.
Perché non sembrano la stessa persona, il presunto attentatore raffigurato sotto, ed il ragazzino della foto, accusato di essere il terrorista in questione???
Il tizio che spara è molto più grasso e corpulento, invece, il ragazzino presenta un torace molto più esile, una struttura corporea più magra ed asciutta.
Saranno stati i BIGMAC ad effetto immediato a farlo così repentinamente mutare d'aspetto, considerando che la foto è recente???
Inoltre, le foto ed i video del presunto attentatore, sono come al solito opache e confuse.
Il ragazzotto tedesco di origine iraniana, gridava dal tetto del Mc Donald's, "sono tedesco e odio i TURCHI".
A 5 anni esatti dalla tragedia di UTOYA dove morirono 77 persone, un'altra tragedia colpisce Monaco, e la Germania si conferma "anello mancante" del grande gioco terroristico in atto, insieme a Francia e Turchia.
Molti iniziano a svegliarsi, per quello che il SISTEMA sta preparando il piano B, ovvero quello di dissonare cognitivamente la controinformazione, dividendola e spostando il bersaglio sulla negazione del fatto REALE, e non sullo svelamento della rappresentazione falsa del reale.
Probabilmente le URLODGES neocon alzeranno il tiro ed implementeranno la loro strategia della tensione con eventi epocali, forse perché si sentono paradossalmente accerchiate ed oggi più svelate, quindi una manifestazione di "debolezza" più che di forza reale, e punteranno sulla strada della guerra che risolve impasse e ridisegna la mappa del potere.
A livello mediatico, ci viene in aiuto un'altra RAPPRESENTAZIONE falsata del REALE, ovvero la testimonianza di Thomas Salbey...
Il vecchio bontempone tedesco dal balcone, con sguardo truce e poco rassicurante, si manifesta al mondo con due simboli curiosi, ovvero, un bello spottone mediatico ed una suggestiva veicolazione esoterica. Essendo la sua una ricostruzione assurda, l'operazione e la messa in scena sono da annoverare tra i messaggi signficativi che si usano proprio in casi del genere.
Un bel dragone nazista con rosa rossa ed un Corvo nero sul balcone, uccello tenuto in bella vista per impaurire i suoi colleghi volatili, ergo, gli antagonisti occulti alle brame neo-aristocratiche, antagonisti oggi più operativi che in passato ed appartenenti a circuiti latomistici progressisti.
-Nelle riproduzioni iconografiche come nei testi, la sequenza dell’uso degli uccelli corrispondeva alla sequenza delle operazioni svolte, nelle storte del laboratorio, dagli alchimisti, e iniziava con il Corvo seguito dal Cigno, dal Pavone, dal Pellicano per finire con la Fenice.
Nell’incisione il Pavone è sostituito dal Dragone, inizio della fase centrale che si risolve con la purificazione dell’animo dominando gli aspetti negativi dello stesso concludendo nella completa bellezza e splendore, rappresentata dalla molteplicità dei colori della coda del Pavone.
I processi fisici degli alchimisti risultavano essere un ciclo che prendeva vita da uno stato di disfacimento della materia in putrefazione o nigredo, per passare ad uno stato di albedo o calcinazione, proseguendo attraverso una rapida iridescenza, una distillazione a ricadere o «circolazione» e una finale «sublimazione».
Attorno alla struttura armillare della conoscenza alchemica, un anello diviso in cinque parti riporta le rappresentazioni di diversi animali.
Partendo da sinistra guardando l’incisione ritroviamo il Corvo, il Cigno, il Dragone mercuriale o Basilisco, il Pellicano e la Fenice.
Il simbolismo del Corvo è sempre stato associato a qualcosa di negativo.
Il nero del Corvo è il nero delle tenebre è il colore della morte.
In Alchimia è l’inizio della Grande Opera, la prima fase attraverso la quale il cammino verso la trasmutazione iniziava.
La materia prima veniva scaldata vigorosamente nell’uovo alchemico posto sull’Athanor finché la materia, mediante il processo di putrefatio, si calcinava carbonizzandosi: nigredo.
Quando la nigredo avveniva seguendo un processo di riscaldamento forte e veloce, l’operazione si diceva eseguita secondo la via secca e il simbolo impiegato negli scritti era il Corvo.
In alternativa alla via secca esisteva quella definita umida in cui la materia, comunque, giungeva allo stato di putrefazione, ma in un tempo estremamente più lungo con un riscaldamento lento e una continua circolazione. In questo caso l’animale utilizzato per la metafora era il rospo.
Un’altra allegoria per la rappresentazione di questa fase fu il Dragone Ouroboros, un consueto abitante dell’ampolla degli alchimisti. Il significato del dragone fu quello dello spirito che esala dalla terra quando la sostanza primigenia inizia a rilasciare le parti essenziali che poi si sublimeranno nell’alto dell’ampolla. La putrefazione culminava nella calcinazione, la cui corrispondenza era il Bianco Cigno.
Il pubblico del film ha accettato ben volentieri la storia del reality, anche dinnanzi ad incongruenze vistose, come la comparazione delle foto ed i colpi che sono andati quasi tutti a segno.
Un ragazzino considerato un utente psichiatrico, depresso cronico, non si capisce razionalmente come si sia potuto trasformare in un cecchino professionista ed abbia saputo come procurarsi, alla modica cifra di 3000 euro, armi militari, magari in ambienti malavitosi, e soprattutto, che il film sia stato ripreso dallo stesso giornalista della strage di NIZZA, piazzato fuori nel punto esatto della scena del crimine, già pronto casualmente a riprendere il tutto...
Quindi lo scopo quale è se non quello di abituarci al reality???
Il 14 luglio, Richard Gutjahr è a Nizza, sulla Promenade e riprende magicamente l'attentato in corso.
Il 22 luglio, Richard Gutjahr si trova a Monaco di Baviera: nuovamente al posto giusto nel momento giusto, davanti allo shopping center dove il "ragazzo" sta per fare una strage...
Richard Gutjahr è sposato con Einat Wilf, ex deputata israeliana del partito di Netanyahu, proveniente dagli ambienti della intelligence militare del Mossad.
NB:Le mie sono suggestioni, per carità, non ho la pretesa di avere la verità in tasca, probabile che tutto ciò sia sempre e solo un caso, un caso perpetuo, costante che ci insegue in un loop senza fine...
cit.
Perché non sembrano la stessa persona, il presunto attentatore raffigurato sotto, ed il ragazzino della foto, accusato di essere il terrorista in questione???
Il tizio che spara è molto più grasso e corpulento, invece, il ragazzino presenta un torace molto più esile, una struttura corporea più magra ed asciutta.
Saranno stati i BIGMAC ad effetto immediato a farlo così repentinamente mutare d'aspetto, considerando che la foto è recente???
Inoltre, le foto ed i video del presunto attentatore, sono come al solito opache e confuse.
Il ragazzotto tedesco di origine iraniana, gridava dal tetto del Mc Donald's, "sono tedesco e odio i TURCHI".
A 5 anni esatti dalla tragedia di UTOYA dove morirono 77 persone, un'altra tragedia colpisce Monaco, e la Germania si conferma "anello mancante" del grande gioco terroristico in atto, insieme a Francia e Turchia.
Molti iniziano a svegliarsi, per quello che il SISTEMA sta preparando il piano B, ovvero quello di dissonare cognitivamente la controinformazione, dividendola e spostando il bersaglio sulla negazione del fatto REALE, e non sullo svelamento della rappresentazione falsa del reale.
Pietro Esposito: "Ovviamente non sono la stessa persona; e' la fiction che si ripete; cmq, al di là, di questi aspetti, la novità consiste nel messaggio occulto del Mercurio sublimato, cioè in futuro anche sedicenti "neonazisti" saranno coinvolti; il fatto che si parli di un "tedesco iraniano" significa che lo sciismo sarà infangato dal neonazismo e quindi funzionale al disegno reazionario in atto..."
"Ci sono, inoltre, due coincidenze: McDonald e' un cognome di origine ebraica e i fratelli McDonald's iniziarono la loro attività a S.Bernardino in California".
Il discorso ed il parallelismo tra il terrorista norvegese neo-nazista e l'attentatore di Monaco è stato rimarcato anche dai media, questa false flag ne celebra l'anniversario e ne mostra la firma, nel senso che da oggi saranno operative le avanguardie NERE neo-fasciste ed occulte teutoniche, quindi l'ISIS presto cambierà maschera, colore e si implementerà diversamente sul piano terroristico, mentre sul macro livello strutturale, scenderanno in campo le forze reazionarie dei poteri forti in termini più chiari e diretti, e non solo più celate come contenitore islamista, ma forse come "GRANDE ALLEANZA NERA ED ARISTOCRATICA" impegnata su un conflitto più globale alle porte, legittimato ad operare a causa del clima emotivo che LORO stessi hanno plasmato, considerando sempre il 2018 alle porte.Probabilmente le URLODGES neocon alzeranno il tiro ed implementeranno la loro strategia della tensione con eventi epocali, forse perché si sentono paradossalmente accerchiate ed oggi più svelate, quindi una manifestazione di "debolezza" più che di forza reale, e punteranno sulla strada della guerra che risolve impasse e ridisegna la mappa del potere.
A livello mediatico, ci viene in aiuto un'altra RAPPRESENTAZIONE falsata del REALE, ovvero la testimonianza di Thomas Salbey...
Il vecchio bontempone tedesco dal balcone, con sguardo truce e poco rassicurante, si manifesta al mondo con due simboli curiosi, ovvero, un bello spottone mediatico ed una suggestiva veicolazione esoterica. Essendo la sua una ricostruzione assurda, l'operazione e la messa in scena sono da annoverare tra i messaggi signficativi che si usano proprio in casi del genere.
Un bel dragone nazista con rosa rossa ed un Corvo nero sul balcone, uccello tenuto in bella vista per impaurire i suoi colleghi volatili, ergo, gli antagonisti occulti alle brame neo-aristocratiche, antagonisti oggi più operativi che in passato ed appartenenti a circuiti latomistici progressisti.
-Nelle riproduzioni iconografiche come nei testi, la sequenza dell’uso degli uccelli corrispondeva alla sequenza delle operazioni svolte, nelle storte del laboratorio, dagli alchimisti, e iniziava con il Corvo seguito dal Cigno, dal Pavone, dal Pellicano per finire con la Fenice.
Nell’incisione il Pavone è sostituito dal Dragone, inizio della fase centrale che si risolve con la purificazione dell’animo dominando gli aspetti negativi dello stesso concludendo nella completa bellezza e splendore, rappresentata dalla molteplicità dei colori della coda del Pavone.
I processi fisici degli alchimisti risultavano essere un ciclo che prendeva vita da uno stato di disfacimento della materia in putrefazione o nigredo, per passare ad uno stato di albedo o calcinazione, proseguendo attraverso una rapida iridescenza, una distillazione a ricadere o «circolazione» e una finale «sublimazione».
Attorno alla struttura armillare della conoscenza alchemica, un anello diviso in cinque parti riporta le rappresentazioni di diversi animali.
Partendo da sinistra guardando l’incisione ritroviamo il Corvo, il Cigno, il Dragone mercuriale o Basilisco, il Pellicano e la Fenice.
Il simbolismo del Corvo è sempre stato associato a qualcosa di negativo.
Il nero del Corvo è il nero delle tenebre è il colore della morte.
In Alchimia è l’inizio della Grande Opera, la prima fase attraverso la quale il cammino verso la trasmutazione iniziava.
La materia prima veniva scaldata vigorosamente nell’uovo alchemico posto sull’Athanor finché la materia, mediante il processo di putrefatio, si calcinava carbonizzandosi: nigredo.
Quando la nigredo avveniva seguendo un processo di riscaldamento forte e veloce, l’operazione si diceva eseguita secondo la via secca e il simbolo impiegato negli scritti era il Corvo.
In alternativa alla via secca esisteva quella definita umida in cui la materia, comunque, giungeva allo stato di putrefazione, ma in un tempo estremamente più lungo con un riscaldamento lento e una continua circolazione. In questo caso l’animale utilizzato per la metafora era il rospo.
Un’altra allegoria per la rappresentazione di questa fase fu il Dragone Ouroboros, un consueto abitante dell’ampolla degli alchimisti. Il significato del dragone fu quello dello spirito che esala dalla terra quando la sostanza primigenia inizia a rilasciare le parti essenziali che poi si sublimeranno nell’alto dell’ampolla. La putrefazione culminava nella calcinazione, la cui corrispondenza era il Bianco Cigno.
Il pubblico del film ha accettato ben volentieri la storia del reality, anche dinnanzi ad incongruenze vistose, come la comparazione delle foto ed i colpi che sono andati quasi tutti a segno.
Un ragazzino considerato un utente psichiatrico, depresso cronico, non si capisce razionalmente come si sia potuto trasformare in un cecchino professionista ed abbia saputo come procurarsi, alla modica cifra di 3000 euro, armi militari, magari in ambienti malavitosi, e soprattutto, che il film sia stato ripreso dallo stesso giornalista della strage di NIZZA, piazzato fuori nel punto esatto della scena del crimine, già pronto casualmente a riprendere il tutto...
Quindi lo scopo quale è se non quello di abituarci al reality???
Il 14 luglio, Richard Gutjahr è a Nizza, sulla Promenade e riprende magicamente l'attentato in corso.
Il 22 luglio, Richard Gutjahr si trova a Monaco di Baviera: nuovamente al posto giusto nel momento giusto, davanti allo shopping center dove il "ragazzo" sta per fare una strage...
Richard Gutjahr è sposato con Einat Wilf, ex deputata israeliana del partito di Netanyahu, proveniente dagli ambienti della intelligence militare del Mossad.
Marcello Foa: “Chi filma è dall’altra parte di una strada molto trafficata e l’entrata di un Mc Donald è quanto di più banale ci sia. Ne converrete: è inverosimile che qualcuno decida di fare un filmino proprio lì e proprio mentre il killer esce, alza il braccio e inizia a sparare. Tanto più che quando l’assassino appare, l’inquadratura stringe subito sul folle tiratore.
La circostanza è troppo straordinaria per essere casuale.
E allora? E’ evidente che chi ha filmato sapeva quel che stava per accadere.
Era lì apposta. Un complice. E dai nervi d’acciaio.
Nelle immagini seguenti si vede la telecamera puntata a terra mente l’uomo si allontana velocemente. Poi si sente la sua voce, parla in Hoch Deutsch, il miglior tedesco.
Dice ai passanti: “Sta venendo qui. Correte gente”, ma senza urlare, senza panico.
Il tono è appena concitato, non è quello di un uomo sconvolto che ha appena assistito a un omicidio. Appare controllato, straordinariamente padrone di sé.
Chissà se la polizia lo ha già individuato.
Chissà se lo identificherà mai. Speriamo”.
La circostanza è troppo straordinaria per essere casuale.
E allora? E’ evidente che chi ha filmato sapeva quel che stava per accadere.
Era lì apposta. Un complice. E dai nervi d’acciaio.
Nelle immagini seguenti si vede la telecamera puntata a terra mente l’uomo si allontana velocemente. Poi si sente la sua voce, parla in Hoch Deutsch, il miglior tedesco.
Dice ai passanti: “Sta venendo qui. Correte gente”, ma senza urlare, senza panico.
Il tono è appena concitato, non è quello di un uomo sconvolto che ha appena assistito a un omicidio. Appare controllato, straordinariamente padrone di sé.
Chissà se la polizia lo ha già individuato.
Chissà se lo identificherà mai. Speriamo”.