Come nell'omonimo film "Il villaggio dei dannati" diretto da Wolf Rilla nel 1960 e del remake di John Carpenter del 1995, l'arrivo di 19 migranti tra giovanissime donne e minori, ha suscitato paura e sgomento nella grigia provincia ferrarese, come se potessero realisticamente creare un problema civico e, magari, un giorno potessero prendere piede e lo scettro del potere di quella piccola repubblica lagunare, scalzando gli autoctoni da quei lidi, questa volta con i volti neri di africani e non con le facce di giovani e biondi ariani alveari.
GORINO, il cui etimo deriva dal "nome base" Gregorio, come il Papa Gregorio I, detto papa Gregorio Magno il Grande, che mirava ad eliminare gli avversari della Chiesa e ad accrescere l'autorità del papato con la conversione dei "barbari", è diventato il simbolo mediatico dell'intolleranza e della ribellione della maggioranza silenziosa, il medium emozionale per dividere gli italiani tra pro-barricadero populisti ed indignati di ogni latitudine che accusano i suoi abitanti di azione e provocazione razzista contro i nuovi schiavi per difendere i confini di uno stagno melmoso e palafitte di antica fattura.
BRUCIA GORINO BRUCIA (arrivano donne e bambini)
cit. Il bambino negro
Tra vongole ed anguille, ecco sgusciare a Gorino una simpatica ed arzilla vecchietta, tal Nonna Elena che, vista la somiglianza, potrebbe essere la sorella del defunto giornalista SPEZI (Mostro di Firenze), leader dei barricaderos atavici. La signora intervistata strumentalmente dalla TV si è cimentata in vistose gaffe e discorsi allucinanti da far impallidire l'Ordine magico delle S.S.
Tra le dichiarazioni più eclatanti ricordiamo qualche perla per i posteri: " I neri sono meno intelligenti dei bianchi, avete visto le facce, hanno un QI più basso del nostro", oppure, "Nel sud-Africa i bianchi sono stati troppo tolleranti, non avrebbero dovuto permettere ai neri di conquistare diritti sociali, i bianchi devono riprendersi legittimamente il potere come un tempo", "Non possiamo ospitare questa feccia, potrebbero anche essere terroristi, quando arrivano a casa nostra ci portano malattie e miseria, noi siamo diversi da loro, meglio incivili che essere come le scimmie".
Nonna Elena, come se non bastasse, è nata in Eritrea da coloni fascisti e proprio lei lamenta l'arrivo di giovani migranti.
La vecchia signora rappresenta la classica ILICA della maggioranza silenziosa in astinenza da rogo, quella che tutti direbbero essere una bravissima ed onesta personcina, la vicina di casa gentile che ti presta il sale quando lo hai finito, ma, potendo la prima ad applaudire la "strega" che brucia in piazza, la perfetta kapo' che ti denuncia quando meno te lo aspetti, bravissima a fare la raccolta differenziata ma cattivissima dentro, di una malvagità da manuale, insomma, la classica mentalità che si cela nella massa e nella psicologia di massa di tutti i fascismi e totalitarismi...
Ovviamente, il problema non è certo la vecchietta, lei rappresenta solo l'archetipo di una certa mentalità strisciante che aleggia su tutto il bel paese, almeno lei non è ipocrita e ci tiene ad affermare le proprie tesi assurde razziste alla luce del sole, magari di un sole ferrarese pallido e nebbioso.
"Vecchiette come quella hanno la pellaccia dura, stai tranquillo. Comunque gente così rappresenta quella massa di persone 'perbene e rispettabili', gente che "si-alza-presto-lavora-paga-le-tasse-e-vuole-vivere-tranquillo/a" che caccia con violenza il prossimo bisognoso e poi va in chiesa a recitare il rosario, che se c'è il prete pedofilo di paese raccoglie firme in sua solidarietà, mentre se c'è qualcuno di 'sospetto' va subito dal carabiniere a fare delazione, a condannare e giustiziare senza sapere nulla. Su questa feccia di persone si basano da sempre le dittature, sono la loro colonna più robusta, i mille occhi che scrutano puntando il dito verso gli altri (mai verso se stessi).
E su questa feccia il vero potere (non i servi politici) ha deciso di fondare un nuovo fascismo che da noi avrà la faccia della Lega, dei 5Stelle e di CasaPound."
cit. Guido Santi
Possiamo comprendere la paura degli abitanti, il desiderio di continuare a vivere isolati dal mondo mantenendo tradizioni che non vogliono subordinare al cosiddetto diktat straniero, la convinzione di essere invasi e deturpati, il timore del contagio, l'insofferenza verso coloro che portano problemi esistenziali vomitando la loro miseria su queste fertili e rigogliose terre, ma prendersela con giovani disperati, compresa una ragazzina incinta, che hanno attraversato l'inferno dopo aver subito qualsiasi angheria e sopruso e trattarli come appestati, è una cosa inaccettabile che grida vendetta ed intristisce il cuore di tutti gli italiani, razzisti e non...
Qualcuno ha precisato fossero solo donne, come se cambiasse qualcosa, come se non fossero degne di ospitalità in quanto solo donne.
Sul discorso immigrazione, invece, basterebbe iniziare a suddividersi equamente e proporzionalmente i migranti in tutti i paesi europei, iniziare finalmente ad investire in progettualità e vera integrazione, smettere di frignare ogni qual volta ci sentiamo assediati, non appoggiare politicamente dittature che creano i presupposti economici di fame, carestie e malattie, fermare tutte le multinazionali mondiali che sfruttano quelle terre riducendo in schiavitù i loro abitanti e di fare guerre imperialiste predatorie che condizionano anche i paesi africani in relativa ed apparente pace.
Ecco, dopo non ci sarebbero invasioni compulsive ed i GORINIANI potrebbero finalmente morire felici in solitudine nel loro stagno.
"Una dissonanza logica, un cortocircuito tipico di tanti atavici bifolchi. Dobbiamo auspicare vengano geneticamente sostituiti??? Non credo, non siamo come loro, ed anche a Gorino non tutti la pensano allo stesso modo. La maggioranza silenziosa è spesso composta da queste animelle all'inizio del loro ancor lungo cammino, involucri di carne svuotati e riempiti di rabbia e demagogia, puro arredo scenografico della matrice che serve solo come pisciatoio pubblico mediatico, strumentalizzati a loro insaputa come medium divisorio.
Possiamo allora pensare ad un sano e giusto contrappasso per coloro che hanno riservato questo barbaro trattamento a chi è stato molto meno fortunato di loro???
Una lenta ed inesorabile fine ingozzandosi di cioccolato amaro africano, comprato in un discount cinese."
cit. L'amico dei negri
Finché esisteranno campanili e confini ci sarà la dicotomia tra NOI e LORO, è questo che nessuno vuole capire. La violenza che talvolta lo straniero porta con se' è la diretta conseguenza di questo conseguente dualismo, il populismo aumenta la violenza anche dello straniero, non risolve nessun problema. Se un africano o qualsiasi straniero nasce a Roma avrà le stesse caratteristiche e peculiarità di un autoctono e sarà indistinguibile da un romano, parlerà perfettamente la stessa lingua, lo stesso dialetto, imparerà ad avere gli stessi aspetti caratteriali tipici dell' humus culturale del luogo, assumerà la stessa filosofia di vita, le stesse abitudini sociali, assorbirà quella romanità a prescindere dai tratti somatici e dal colore della pelle. L'aspetto genetico riguarda solo l'involucro, mentre lo spirito si modella relativamente all'ambiente che ne determina la consequenziale forma pensiero, plasmandosi in continuità con le tradizioni di quella comunità, comunità che avrà anche il compito di evolversi e di crescere nel tempo e non la pretesa onnipotente di rimanere immutata per l'eternità..
Al contrario se faccio nasce Mozart in Mozambico ed in mezzo alla giungla, non avrà mai la possibilità di sviluppare propensioni artistiche e, al massimo, potrà aspirare a diventare Tarzan.
Non esiste il gene del pianista, esistono propensioni e potenzialità che possono essere favorite o meno.
Al contrario se faccio nasce Mozart in Mozambico ed in mezzo alla giungla, non avrà mai la possibilità di sviluppare propensioni artistiche e, al massimo, potrà aspirare a diventare Tarzan.
Non esiste il gene del pianista, esistono propensioni e potenzialità che possono essere favorite o meno.
Lo spirito è in progress e si modella a seconda delle esperienze che facciamo durante la nostra esistenza, attraverso quello che impariamo dall'ambiente circostante, dall'educazione familiare e scolastica. La nostra psiche è più forte ed è predominante rispetto alle caratteristiche genetiche che sono solo il nostro vestito apparente. Il corredo genetico riguarda solo l'aspetto fisico che ereditiamo dai nostri genitori, ma esso passa in secondo ordine rispetto a tutto il resto.
Chiunque deve potere accedere ai diritti minimi garantiti e godere di diritti sociali, civili ed economici. Non esistono stranieri e Italiani, esistono persone con le loro storie, con i loro problemi, con le loro gioie, con i loro amori ed i loro dolori.
Sull'immigrazione, purtroppo, regna ancora una grande ignoranza ed una percezione indotta negativa, la massa si basa su preconcetti, si nutre essenzialmente di propaganda divisoria, la subisce quotidianamente ed assorbe l'archetipo dello straniero brutto e cattivo che ci toglie diritti.
I migranti vengono percepiti come bestie - e allora difendiamolo il nostro orticello, buttiamoli tutti a mare, difendiamoli questi confini, questa prigione virtuale con i suoi abitanti schiavi che temono di essere scalzati da minorenni e madri con la sola colpa di essere stranieri.
Continuiamo a non centrare il bersaglio contro le cause strutturali, contro un sistema padronale che alimenta diseguaglianze per non percepirci assediati nella nostra posizione della scala sociale.
Quante guerre abbiamo fatto e stiamo esportando?
Le condizioni economiche di sfruttamento occidentale quanti danni hanno recato al continente nero?
Per quale motivo il 3° mondo non dovrebbe emigrare?
Se fossimo nati in quell'inferno e non stessimo al calduccio nelle nostre belle case riscaldate con il loro petrolio, cosa faremmo al posto loro???
Ci imbarcheremmo anche noi con la nostra famiglia per cercare un po' di fortuna nella disperazione?
L'analisi deve partire dalle cause ancestrali, da processi storici, politico-economici, non possiamo ragionare come se il mondo fosse nato insieme a noi.
E' una mancanza di empatia e di umanità, sorretta e giustificata da un cortocircuito logico...
Comoda non prendersela con il PADRONATO CAPITALISTA che crea crisi economiche, guerre e miseria e puntare il dito contro chi subisce questo processo. La propaganda crea divisione tra poveri per evitare che questi si coalizzino contro il potere costituito e l'autorità vigente.
Se questo ci fa percepire più in alto nella scala sociale, se accettiamo questo paradigma, dobbiamo anche accettare il fatto che qualcuno prima o poi un giorno ci invada, ci scalzi e pretenda un posto al sole.
In realtà, i media parlano solo della criminalità degli immigrati e non dell' 70 % che lavora onestamente, svolgendo quelle tante occupazioni che l'italiano medio non vuole più fare.
Questo processo psicologico di massa serve a modellare la percezione della realtà degli schiavi autoctoni che si rivolgeranno successivamente ai populismi politici, populismi figli di coloro che depredarono quei mondi.
Il PADRONATO auspica un'immigrazione di milioni di persone per creare i presupposti di accettazione dell'agenda liberista che contempla l'abbassamento dei salari e maggiore precarietà, minore stato sociale, azzeramento dei diritti e privatizzazioni indiscriminate.
Il problema è che gli stranieri sono solo il mezzo non la causa e quindi è errata la percezione del fenomeno per come viene registrata dalla massa e va proprio ad alimentare il trinomio PROBLEMA REAZIONE SOLUZIONE che il potere si aspetta da noi.
Tutti i discorsi sull'immigrazione dovrebbero contemplare non tanto la distorta accezione negativa dell'altro, ma concentrarsi soprattutto sulla struttura di potere che manipola e strumentalizza a suo vantaggio il PROBLEMA.
Il virus pandemico della laicità dovrebbe influenzare il 3° mondo, ma ancor prima il cosiddetto 1° mondo.
Buona migrazione a tutti...
Continuiamo a non centrare il bersaglio contro le cause strutturali, contro un sistema padronale che alimenta diseguaglianze per non percepirci assediati nella nostra posizione della scala sociale.
Quante guerre abbiamo fatto e stiamo esportando?
Le condizioni economiche di sfruttamento occidentale quanti danni hanno recato al continente nero?
Per quale motivo il 3° mondo non dovrebbe emigrare?
Se fossimo nati in quell'inferno e non stessimo al calduccio nelle nostre belle case riscaldate con il loro petrolio, cosa faremmo al posto loro???
Ci imbarcheremmo anche noi con la nostra famiglia per cercare un po' di fortuna nella disperazione?
L'analisi deve partire dalle cause ancestrali, da processi storici, politico-economici, non possiamo ragionare come se il mondo fosse nato insieme a noi.
E' una mancanza di empatia e di umanità, sorretta e giustificata da un cortocircuito logico...
Comoda non prendersela con il PADRONATO CAPITALISTA che crea crisi economiche, guerre e miseria e puntare il dito contro chi subisce questo processo. La propaganda crea divisione tra poveri per evitare che questi si coalizzino contro il potere costituito e l'autorità vigente.
Se questo ci fa percepire più in alto nella scala sociale, se accettiamo questo paradigma, dobbiamo anche accettare il fatto che qualcuno prima o poi un giorno ci invada, ci scalzi e pretenda un posto al sole.
In realtà, i media parlano solo della criminalità degli immigrati e non dell' 70 % che lavora onestamente, svolgendo quelle tante occupazioni che l'italiano medio non vuole più fare.
Questo processo psicologico di massa serve a modellare la percezione della realtà degli schiavi autoctoni che si rivolgeranno successivamente ai populismi politici, populismi figli di coloro che depredarono quei mondi.
Il PADRONATO auspica un'immigrazione di milioni di persone per creare i presupposti di accettazione dell'agenda liberista che contempla l'abbassamento dei salari e maggiore precarietà, minore stato sociale, azzeramento dei diritti e privatizzazioni indiscriminate.
Il problema è che gli stranieri sono solo il mezzo non la causa e quindi è errata la percezione del fenomeno per come viene registrata dalla massa e va proprio ad alimentare il trinomio PROBLEMA REAZIONE SOLUZIONE che il potere si aspetta da noi.
Tutti i discorsi sull'immigrazione dovrebbero contemplare non tanto la distorta accezione negativa dell'altro, ma concentrarsi soprattutto sulla struttura di potere che manipola e strumentalizza a suo vantaggio il PROBLEMA.
Il virus pandemico della laicità dovrebbe influenzare il 3° mondo, ma ancor prima il cosiddetto 1° mondo.
Buona migrazione a tutti...