Dal Congresso di Vienna la politica dei governi restaurati fu apertamente reazionaria.
Reazione significa il ritorno all’antico regime, all’assolutismo monarchico e al sistema dei privilegi, schiacciando ogni sentimento liberale e nazionale, e la difesa dei soprusi di una minoranza contro i diritti di tutti i cittadini. La politica adottata dai monarchi non permetteva alcuna manifestazione di libertà. I popoli sono sudditi di sovrani investiti della suprema autorità da Dio.
Le libertà di pensiero, di opinione, di stampa, di associazione e di riunione non sono permesse, perché dannose all’autorità costituita e quindi a tutta la società. Le leggi napoleoniche sono in molti Stati, abrogate e i privilegi dei nobili e del clero ripristinati.
I sovrani si attorniano di ministri retrivi, di uomini faziosi e di intelletto ristretto, incapaci di capire il nuovo corso storico. I sovrani avevano dalla loro parte molti aristocratici, la maggioranza dei funzionari pubblici, le forze di polizia e tutta la gente interessata a mantenere l’ordine costituito, "i conservatori". L’assolutismo viene inoltre favorito dall’indifferenza delle masse, ignoranti, povere e rassegnate. Gli innovatori sono un’esigua minoranza, scrittori, studenti, avvocati, giuristi, vecchi giacobini, ecc., ma hanno sui loro avversari l’immenso vantaggio che deriva dalla cultura, dalla preparazione, dalla capacità d’iniziativa e dall’entusiastica fede in un ideale.
Con il congresso di Vienna (novembre 1814 - Giugno 1815) il territorio italiano venne diviso nei seguenti dieci Stati:
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LE SOCIETÀ SEGRETE
Nel periodo della restaurazione ogni movimento politico innovatore trovava ostacoli insormontabili nelle disposizioni di legge e nelle persecuzioni della polizia. I liberali e patrioti che desideravano istituzioni civili e giuridiche più adeguate ai tempi erano perciò costretti a riunirsi di nascosto creando numerose società segrete atte a cospirare e a preparare la rivoluzione contro i sovrani.
Le più importanti furono: la Carboneria, i Patrioti europei, i Filadelfi e la Massoneria.
Quest’ultima si può ritenere la madre di tutte le sette fiorite nei secoli XVIII e XIX.
E’ la prima società segreta.
I Massoni credono in Dio, "Grande Architetto Dell’Universo", ma negano i dogmi della Trinità e dell’Incarnazione ed avversano il cattolicesimo e il clero. Vogliono favorire il progresso, condividono le idee dell’Illuminismo ed intendono promuovere la libertà e l’uguaglianza degli uomini. Si piegano poi dinanzi al dispotismo napoleonico. Sotto l’impero Napoleonico la Massoneria si riorganizzò e rafforzò le sue file, diventando uno strumento di governo.
Caduto l’impero Napoleonico le logge si sciolsero e quelle che rimasero non ebbero più seria importanza politica. Molti affiliati, che non approvarono l’atteggiamento dei capi, si divisero dalla Massoneria e fondarono nuove sette. Esse erano diffuse soprattutto in mezzo alla classe borghese. La società più importante che primeggiò fra le sette fu la Carboneria.
Società segreta, politica, liberale e patriottica che fiorì in Italia durante il periodo della Restaurazione e fu molto attiva durante il Risorgimento.
OSCURE ORIGINI DELLA CARBONERIA
Non è stato ancora possibile stabilire, con precisione, dove, come e quando sorgesse la Carboneria, né si potrà forse mai, visto le discrepanze delle più autorevoli fonti storiche oggi note.
Il capitolo sulle società segrete di Paolo Giudici riporta che secondo lo storico Giuseppe Ricciardi le origini della Carboneria sono persino poste nel XI secolo.
Lo storico scrive: "Credesi fondatore di essa un Teobaldo, detto poi Santo, e meritevole di essere esaltato, siccome quegli che moriva da martire.
Nacque in Francia Teobaldo nel 1017 nella città di Provins. Fattosi prete in Italia, si ritrasse, indi a poco, in Svezia, provincia germanica, ove dicesi nata la setta, alla quale, morto Teobaldo, non vennero meno le forze, ma invece, si accostarono uomini di ogni ceto.
Un catechismo, in forma di dialogo, fu compilato sin da quei tempi e, ad accrescere il numero dei proseliti, in un’età di profonda superstizione, ogni cosa fu involta fra le dottrine e le pratiche del Cattolicismo; ma ciò che fa la Carboneria degna di nota, anzi di somma lode, fin dai suoi principi fu questo, che ad essere accolto nel di lei seno condizione primaria ed indispensabile era una vita incontaminata. I buoni cugini, come si chiamavano fin da allora i Carbonari, eran tenuti strettissimamente ad esercitare l’ospitabilità non solo verso i loro consettari, ma a pro di chiunque loro apparisse perseguitato dalla fortuna, col dargli oltre il letto il mangiare e il bere, cinque soldi ed un paio di scarpe. Ben presto le foreste della Germania, della Franca Contea, dell’Ardesia, del Giuria furono piene di Carbonari, denominati così dalla professione esercitata dal maggior numero de’ proseliti della setta, e le loro riunioni assunsero il nome di Vendite.
A costituire le quali bastavano tre buoni cugini, undici a farle perfette. Affidabili e caritativi, in tempi tutt’altro che caritativi ed affabili, i Carbonari facevansi voler bene e rispettare da tutti.
E la setta durò in questi termini fino agli ultimi anni del secolo scorso, cioè allo scoppiare della rivoluzione francese. La quale commoveva siffattamente i popoli tutti d’Europa che ogni più piccola associazione si mutava issofatto in politica: una tale trasformazione, che fu subita anche dalla Carboneria, ebbe luogo segnatamente in Italia, e in specie nel regno di Napoli, dove alcun ramo della setta esisteva da lungo tempo, anzi forse dal tempo in cui dominò quivi la dinastia degli Svevi".
Altri scrittori affermano l’origine straniera della setta. Le testimonianze sono discordi sul luogo di nascita della Carboneria: chi la vuole francese, chi svizzera, chi magari tedesca come propaggine della Tungendbund, chi magari spagnola o polacca, chi italiana. Ma tutto porta a ritenere la nascita della Carboneria nel mezzogiorno visto la grande floridità, e il veloce propagarsi in pochi anni per tutta l’Italia.Come è noto la Carboneria sorse dal seno della Massoneria, con riti, simboli e formule pressoché uguali e c’è chi sostiene che avesse origine nei monti Abruzzesi.
A questo riguardo G. Pansa scrive nella Rivista "I sigilli segreti della Carboneria Abruzzese": "il seme sparso durante l’occupazione francese di Giuseppe Napoleone non fu però seme infecondo, si radicò in Abruzzo la setta della Carboneria, ritenuta generalmente una riforma del massonismo, allo scopo di educare il popolo e di distruggere l’influenza del regime borbonico, che mirò poi al riscatto nazionale ed ebbe la virtù di non cedere alle lusinghe dei napoleonidi, che ne volevano trar vantaggio, e la forza e la costanza di resistere alla violenza di Antonio Capese Minutolo, principe di Canosa (1763-1838), ministro di polizia di Ferdinando I delle Due Sicilie, che voleva annientarla".
Il principe di Canosa costituì nel 1813 la setta segreta filoborbonica dei Calderari.
Beniamino Costantini sul libro "Carbonari e preti in Abruzzo dal 1798 al 1860" riporta:"la Carboneria sorta con nobili scopi, presto degenerò e le vendite s’inquinarono di spie e di facinorosi. Vi fu anzi un momento, in cui anche Ferdinando IV si fece carbonaro, poi Francesco I di Borbone; però con l’unico intento di apportarvi il disordine e lo sfacelo. E difatti, accresciuto in modo straordinario il numero degli affiliati, furono stampati i catechismi dell’associazione, divulgati i misteri e si giunse persino a vendere i diplomi al migliore offerente. Ma a paralizzare ancor più l’azione della Carboneria, fu dalla moglie di Ferdinando, Maria Carolina, promossa la setta dei "Calderari", detta anche la "Caroliniana", di cui fu organizzatore e capo supremo il principe di Canosa" . Costantini scrive inoltre: La Carboneria prese il nome dal "carbone" il quale purifica l’aria, e, quando arde nelle abitazioni, ne allontana le bestie feroci. "Pulire le bestie dai lupi" significava, infatti, per i nostri carbonari liberare la patria da stranieri e da despoti.
Secondo il P.Dolce il nome di Carbonari, che era così evidentemente connesso ai Charbonniers o ai Fendeurs francesi, sarebbe dovuto "alla eventuale circostanza di essersi uniti i primi settari in un convento di frati detto di S.Carbone"(!).
Per il P.Dolce la Carboneria o Lega Nera (come viene chiamata da Lui), è sbocciata nel Mezzogiorno d’Italia durante la spedizione di Russia o poco dopo, come pura diffusione delle Logge massoniche inglesi. Nel rapporto del 1815 il Dolce dice che gli inglesi si giovarono degli Illuminati di Germania per creare oppositori a Napoleone. Con i regnanti e nei popoli suscitarono sentimenti di sdegno contro l’autore del blocco continentale.
Dove gli inglesi non trovavano dei monarchi, si rivolsero alle popolazioni per mezzo delle società segrete, e si servirono degli Illuminati che non mancavano anche a Napoli, per organizzare le vendite carboniche. Il Dolce non fu mai stanco di ripetere che il fermento carbonico, sfruttato dai preti e dai Borboni in Sicilia, era principalmente acuito dal machiavellismo britannico, dall’onnipotenza della sterlina, con il richiamo alle costituzioni della Guelfia, concordate nell’ottobre 1813.
La Guelfia manifesta in quelle prime costituzioni un odio per Napoleone e la sua dinastia.
La Guelfia viene indicata come lo "spiritus rector" della Carboneria, come il sinedrio "d’incogniti superiores" cui la setta subordinata obbediva. L’Illuminismo napoletano era caratterizzato da una rete di logge massoniche, influenti nell’Italia meridionale.
Alcune di queste Logge praticavano il rito inglese, altre i rituali templari di stretta osservanza ma nel 1786 diverranno una filiazione degli Illuminati di Baviera ( fonte più importante è il diario del viaggio in Italia del vescovo luterano danese Münter, su istruzione degli Illuminati bavaresi e la corrispondenza successiva con illuminati italiani).
Fulvio Bramato nel libro "Napoli Massonica nel Settecento" scrive: "La tendenza al razionalismo politico e culturale si trasformò in vera e propria deviazione dai principi basici della Massoneria, quando alcune logge accolsero e professarono idee nate al di fuori di esse. Alludiamo soprattutto a quelle de "Gli Illuminati di Baviera", un associazione segreta fondata il 1 maggio del 1778 ad Ingolstadt (Baviera) da Adam Weishaupt. Gli scopi del giurista bavarese e dei suoi seguaci erano molto diversi da quelli della Massoneria. Il Weishaupt creò l’Ordine Illuminato con lo scopo di rovesciare e distruggere la società del suo tempo, essendo il principale ostacolo dell’umanità nel tentativo che stava compiendo di tornare alla perfezione primordiale.
Dopo un inizio stentato, la setta bavarese riuscì a diffondersi, con la connivenza di alcuni massoni, in una loggia di Monaco e da qui a diffondere il suo messaggio in tutta Europa.
Divulgatore in Italia della deviazione "illuminata" della Massoneria fu Friedrich Münter, un giovane e colto pastore luterano".
Altri storici sostengono che intorno al 1810, nel Regno di Napoli, alcuni ufficiali francesi dell’esercito di Murat si staccarono dalla Massoneria dando vita alla Carboneria, un’associazione segreta di tipo settario.
Le origini della Carboneria vanno ricercate in Francia nella seconda metà del 1700 (CHARBONNIERS: società dei BUONI CUGINI), come strumento operativo e reazionario della più famosa Filadelphia. I Filadelfi utilizzavano le forme associative dei bons cousins charbonniers per occultare il progetto politico repubblicano e un progetto militare di congiura antibonapartista, (attuato dal colonnello Oudet che poi fallirà con le due congiure di Malet).
Queste forme associative offriranno alla Carboneria il modello organizzativo piramidale delle cellule a cinque membri e del consiglio centrale,"Alta Vendita", senza comunicazione orizzontale.
Alcuni Filadelfi francesi, funzionari e ufficiali massoni arrivati nel Regno di Napoli, insieme alle Logge napoletane illuminate, negli anni 1792-94, daranno vita ad una rete culturale-politica, producendo un’organizzazione di oppositori al regime in nome degli ideali giacobini.
L’organizzazione giacobina napoletana era strutturata senza comunicazione orizzontale su quattro livelli: elementari, deputati, elettorali, club centrale.
Tra i Filadelfi è probabile che vi fosse Joseph Briot, ex seguace di Babeuf al quale molti storici attribuiscono la nascita della Carboneria.
Uno di questi è Oreste Dito, massimo studioso della Carboneria (è l’autore del libro "Massoneria Carboneria ed altre società segrete nella storia del Risorgimento"), che alla fine dell’800, trattando di statuti carbonarici rilevati nei costituti del Maroncelli, (iniziato carbonaro a Napoli nel 1815), affermò la derivazione massonica di essi:"…essendo molto contatto fra le due sette, ed anche perché tra i compilatori degli Statuti Massonici, stampati in Napoli nel 1820, ma che risalgono al 1813, era il Briot, uno degli organizzatori della Carboneria in Italia".
L’organizzazione dei Carbonari napoletani strinse relazioni con gli inglesi per ricevere aiuti economici nella lotta contro il dominio Murat e del Bonaparte. Nonostante che le radici provengano dalla Francia e gli aiuti economici dall’Inghilterra, la nascita della Carboneria è da ricercarsi nel movimento giacobino napoletano (che a sua volta deriva dai Massoni illuminati).
Nella "Rivista Pugliese" del 1897,1904 il De Ninno ha pubblicato un materiale utile per la storia della Carboneria. Secondo lui la Carboneria sarebbe stata una "Massoneria popolare" o meglio anche una "Massoneria trasportata dal campo dell’idea in quello dell’azione"; la Carboneria "meglio rispondeva agli interessi della borghesia", al sentimento d’indipendenza " che nel Napoletano s’era sviluppato sotto i Borboni". La Massoneria era diventata "alquanto barbogia" e "incomprensibile alla grandissima maggioranza", per questo l’abbandono delle Logge, per le Vendite, alle quali molti massoni confluirono (scisma).
La Carboneria si diffuse rapidamente in Italia, specialmente in Romagna, in Francia e in Spagna, e fu la principale causa di inquietudine dei governi fino al 1831.
Gli appartenenti alla Carboneria - liberali e patrioti - erano soprattutto ufficiali, nobili, membri della borghesia illuminata e liberale, possidenti, commercianti, soldati, artigiani e intellettuali come scrittori, magistrati, avvocati, professionisti, giuristi, impiegati, studenti, vecchi giacobini, sacerdoti, ecc., che volevano instaurare regimi liberali e lottare per ottenere dai sovrani una Costituzione che sancisse i diritti dei cittadini. Lo scopo comune dei Carbonari era sostituire dappertutto le monarchie assolute con monarchie costituzionali; in Lombardia aspiravano alla liberazione dal dominio austriaco e all’indipendenza, e in Romagna ambivano alla fine del potere temporale dei papi. L’articolo di un giornale clandestino, il QUARAGESIMALE ITALIANO, n.10 del 16 marzo 1819, riporta le riforme alle quali aspiravano ad esempio i Carbonari romagnoli: Abbiano i principi italiani e i loro ministri in vista le massime principali oramai conosciute e reclamate da ogni nazione: garanzia della libertà civile e personale; tolleranza di tutti i culti ed abolizione dell’inquisizione; uguaglianza di tutti in faccia alla legge e per conseguenza abolizione di ogni privilegio e dei diritti feudali; rappresentanza nazionale liberamente eletta dal popolo, nella emanazione delle leggi e nella votazione delle imposte; libertà di stampa; responsabilità dei ministri e degli impiegati subalterni; persistenza nell’abolizione della tortura; miglioramento della pubblica istruzione; incoraggiamento all’industria nazionale, protezione all’agricoltura; eleggibilità di ogni cittadino a qualunque impiego, carica o dignità, purchè sia capace di sostenerli con decoro ed utile dello Stato.
In contrapposizione alle suddette aspirazioni Carbonare, il Papa Leone XII prima con la Bolla "Quo griaviora" del 13 marzo 1823 scomunica la Massoneria, poi con la "Ecclesiam a Jesu Christo fundatam" condanna LA Carboneria, contro la quale attua un’attività persecutoria che viene esercitata in Romagna dal Cardinale Agostino Rivarola. Nel 1825 il Papa Leone XII indisse un nuovo Giubileo, quello che in realtà, non si era potuto celebrare nel 1800, viste le vicende legate al periodo napoleonico. Durante l’Anno Santo, nonostante il clima religioso, a Roma venne eseguita la condanna a morte dei Carbonari Angelo Targhini bresciano e del romagnolo Leonida Montanari, ghigliottinati in Piazza del Popolo con l’accusa di cospirazione.
L’organizzazione Carbonara era regolata rigidamente dall’alto, il comportamento era ispirato alle regole della massima segretezza. Gli affiliati tenevano adunanze segretissime e si servivano del vocabolario cifrato, di un gergo per non destare sospetti nella polizia:
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Un misero mestiere del popolo come quello dei carbonari si prestava molto bene come camuffamento per i cospiratori politici, perché chi lo praticava doveva spostarsi di continuo dovunque ci fosse legname da trasformare in carbone. Inoltre si trattava di un’attività piuttosto diffusa in Italia.
Ogni iscritto doveva possedere un fucile, una baionetta, 25 cartucce e versare nella cassa sociale una lira al mese.
L’iniziazione alla Carboneria si compiva, come in tutte le sette, con veri e propri riti che avevano del simbolico, del misterioso e insieme del pauroso .
Il Rituale dei Carbonari è derivato dalla Massoneria.
Essi chiamano la loro Società L’Ordine Carbonico.
Il principio dell’anno è il Primo di marzo che si chiama Primo Sole della Prima Luna.
Così gli altri mesi si chiamano: Secondo, Terzo, Quarto, ecc..
Il calendario Carbonico recupera elementi dal calendario giacobino di Romme e dalle feste decadarie, elementi presenti nella stessa simbologia, dei quadri carbonici (sole, luna, sette stelle, ecc.), che corrispondono ai tappeti di Loggia massonici.
Nella Carboneria era in vigore il gradualismo, già presente nella Loggia illuminata, quindi il programma dell’associazione veniva svelato solo gradualmente all’adepto dai superiori (quando era ritenuto degno di essere iniziato ai segreti).
La Carboneria era divisa in quattro gradi: apprendista, maestro, gran maestro e Grande Eletto (anche questi termini derivano dall’organizzazione corporativa del lavoro medievale dei liberi muratori e dalla Massoneria speculativa). In seguito vi saranno diverse riforme dei rituali e dei gradi, con l’introduzione di altri gradi e con una diversa gerarchia di essi.
Nell’Italia meridionale i gradi da quattro arriveranno a nove, questo dovuto anche alle divergenze di programma politico.
I GRADI CARBONARI
I° grado: Apprendista.
Il novizio "pagano", smarritosi nel buio della foresta, va a cercare la luce nel Tempio della Virtù, dove con diffidenza viene accolto, quindi spogliato dei metalli e accompagnato nel gabinetto di riflessione, dove viene interrogato sulle ragioni della sua richiesta. In seguito viene condotto a fare i tre viaggi simbolici, sottoposto a prove tendenti ad intimorirlo e infine condotto a prestare il giuramento, con il quale si impegna a mantenere il segreto, a soccorrere ed aiutare i Cugini in difficoltà e ad essere sempre a disposizione dell’Ordine.
A questo punto l’iniziato può assumere un nuovo nome scelto fra quelli della tradizione greco-romana oppure fra i simboli di lotta contro la tirannide, questo sia per celebrare la morte rituale che per agevolare la lotta politica clandestina. Attraverso questo rituale di morte rinascita e affratellamento simbolico, rituale iniziatico che non può conoscere divisioni sociali o etniche, presenti solo nel mondo profano, si viene a far parte della famiglia Carbonarica, che è una sola su tutta la terra, di cui gli affiliati si chiamano Cugini.
Nel primo grado, "apprendente carbonaro", le cerimonie rivelano una egemonia simbolica cattolica sia con parole sacre di impronta cristiana (quali fede speranza carità) sia con il culto dei Santi,(in particolare San Teobaldo patrono dei carbonari), e inoltre con la presenza di un filone culturale del cristianesimo esoterico (dalla storiografia sugli Illuminati di Baviera il mito di un cristianesimo giovanneo). Quest’ultimo sostiene l’esistenza di una iniziazione cristiana originaria, fondata su una rivelazione segreta di Gesù trasmessa per via orale ai discepoli e, tramite loro a una catena di iniziati. Nel primo grado si professavano genericamente alcuni principi umanitari e attività filantropiche, impostati sulla morale e sulla religione tradizionale.
Nella Carboneria il processo di perfezionamento dell’uomo che consegue alla morte rituale, adotta la simbologia della foresta con al centro la carbonizzazione, che significa combustione e trasformazione del legno attraverso il fuoco della fornace per purificarlo fino a divenire materiale combustibile. Nella Massoneria la simbologia dei costruttori di cattedrali invece, pone come punto centrale il tema della pietra grezza che deve essere sgrossata e squadrata.
Nel rituale del primo grado viene utilizzato un linguaggio massonico con poche trasparenti sostituzioni: Apertura dei travagli = apertura dei lavori, cugini =fratelli, profano =pagano, pezzo di architettura = pezzo di fornello, ecc..
II° grado: Maestro.
Nel secondo grado, detto "pitagorico", si parlava di costituzione, d’indipendenza e di libertà, propugnando la lotta contro il dispotismo politico per l’indipendenza nazionale.
Il rituale del secondo grado riprende parte del rito del grado diciottesimo massonico di rito scozzese di Sovrano Principe Rosa-Croce, che è imperniato sul sacrificio di Cristo.
Alla simbologia cristiana del sacrificio e della fraternità si sovrappone quella del ciclo di morte e rinascita vegetale: foglie, terra, ceppo, ciocco, fascina, ascia, scala di legno…, dalle parole sacre del primo grado fede - speranza - carità, di impronta cristiana si passa alle parole di passo del secondo grado di impronta naturalistica felce e ortica, (piante che mescolate alla terra separano gli strati di legna per favorire la carbonizzazione).
Il rituale fa uso di simboli simili a quelli della tradizione massonica come il gomitolo di filo, simbolo muratorio della catena d’unione che può essere anche una catena dei diritti naturali, oppure simbolo di vendetta per legare il tiranno.
Il rituale è a volte chiaro, quando trasmette il progetto politico dell’ordine, a volte di più difficile interpretazione facendo uso di simboli polivalenti, per cui lo stesso simbolo o le stesse parole sacre onore virtù probità, assumono significati diversi nel procedere delle rivelazioni.
III° grado: Gran Maestro.
Il terzo grado, inizialmente nato come grado amministrativo, diventa il grado operativo del progetto finale dell’Ordine nel quale si proclamava l’aspirazione a creare, con la restituzione all’uomo della purezza primordiale, un regime di eguaglianza sociale nella forma politica della Repubblica, che comportasse la spartizione delle terre e la promulgazione della legge agraria, attraverso la lotta contro la superstizione religiosa e il dispotismo del principe.
Il programma comunista del terzo grado appare ripreso dai gradi superiori dell’esperienza degli Illuminati Bavaresi e dal programma di Francois-Noël Babeuf detto Gracchus, soprannome che egli stesso si era dato.
Il comunismo di Babeuf, basato sulla società precapitalistica fatta di piccoli coltivatori e artigiani, il prodotto del cui lavoro doveva essere messo in comune e ridistribuito con criteri egualitari, rimaneva fortemente intriso di elementi utopistici, ma per la prima volta nella storia dava luogo a un programma politico concreto per la presa del potere attraverso un’organizzazione partitica e una dittatura rivoluzionaria.
Accanto a F. N. Babeuf fu Filippo Buonarroti (si erano conosciuti in carcere) uno dei dirigenti della cospirazione degli "Eguali" che divenne il principale teorico dell’ideale di una società egualitaria essenzialmente rurale, fondata sulla comunanza dei beni e realizzata attraverso una dittatura di un ristretto nucleo di "Virtuosi" rivoluzionari.
Le parole sacre del rituale del terzo grado," Libertà e Uguaglianza", costituiscono i valori del cittadino che ama la Patria e lotta per la costituzione.
Le correnti radicali della Massoneria, il filone teistico laico, che nell’esperienza Carbonara si trasforma in società segreta politica, si incontrano con l’evangelismo cristiano dando una nuova forma politica italo-meridionale, espressione del bisogno di riscatto delle plebi meridionali, di cui si fanno portatori molti esponenti del clero e delle confraternite cattoliche.
L’importanza di questo incontro è evidente non solo per la storia dei movimenti sociali dell’800 ma soprattutto per una rilettura delle origini della democrazia cristiana nell’Europa occidentale.
Nel prefigurare una società buona e migliore, la Carboneria finisce per operare riforme politiche, repubblicane e socialiste, con il grande merito di applicare dalle Vendite alla politica i valori di libertà, fraternità, ed eguaglianza.
La Carboneria (nella quale sono gli intellettuali i "nuovi sacerdoti") contribuisce inoltre a creare una nuova religione che libera la vita civile da ogni divisione religiosa, formando un forte legame sociale fra i vari ceti.
Nell’Ordine della Carboneria coesistono dunque in un intreccio perfetto i tre grandi filoni politici dell’Europa moderna: il liberalismo, il comunismo e il cristianesimo sociale.
Difficile risulta verificare l’omogeneità delle esperienze Carbonare del "programma comunista" del terzo grado nelle diverse regioni italiane nel corso degli anni. La molteplicità delle riforme dei rituali, dei catechismi e dei gradi, finora parzialmente note, rende impossibile uno studio esaustivo.
IV° grado: Grande Eletto.
I rappresentanti di venti Vendite formavano una Vendita Centrale presieduta da un Grande Eletto; i rappresentanti di un certo numero di Vendite Centrali costituivano un’Alta Vendita.
Infine i rappresentanti delle Alte Vendite formavano la Vendita Suprema.
Il giuramento dei Grandi Eletti aveva la seguente formula: " Io giuro in presenza del Gran Maestro dell’Universo e del Grande Eletto, buon cugino, di impiegare tutti i momenti della mia esistenza a far trionfare i principi di libertà, di uguaglianza e di odio alla tirannia, che sono anima di tutte le azioni segrete e pubbliche della rispettabile Carboneria.
Io prometto, se non è possibile di ristabilire il regime della libertà senza combattere, di farlo fino alla morte". Mancando pubblicazioni storiografiche della Carboneria europea per quanto riguarda i centri organizzativi sovranazionali, fra Parigi, Genova, Ginevra e Berna, sul "Comitè dirécteur o Grand Firmament" ,con a capo un "Grand Amphytrion", non mi posso occupare della politica diplomatica delle grandi potenze sulle origini e sviluppo della Carboneria .
Le Vendite avevano tra gli affiliati preti, frati e delle donne dette Sorelle Giardiniere con la funzione di diffondere gli ordini eludendo i controlli della polizia, e a volte venivano riservati loro compiti politici di grande delicatezza, come nel caso della Maestra Giardiniera Cristina principessa di Belgioioso.
LO STATUTO:
Art.1 – Tutti i Carbonari si chiamano Buoni Cugini; di qualunque paese essi siano, e dovunque trovinsi, sono sempre membri dell’ordine cui appartengono, e fanno parte integrale della società, poiché la Carboneria forma una sola famiglia, essendo unico l’oggetto a cui tende.
Art.2. – La Carboneria è un ordine che ha per oggetto la perfezione della società civile.
Art.3. – In qualunque paese dove esistono dieci Buoni Cugini Carbonari alla meno, potrà installarsi una vendita regolare.
Art.4. – La vendita non è altro che la riunione dei buoni cugini Carbonari.
Art.5. – La vendita adotta un titolo distintivo, ed il suo paese assume il titolo di Ordine: tutte travagliano (operano) sotto gli auspici del glorioso S. Teobaldo, la cui festa si celebra il I° luglio.
Art.6. – Ogni vendita di qualunque grado avrà indispensabilmente sette dignitari, cioè Gran Maestro, primo assistente, secondo assistente, oratore, segretario, tesoriere, archivista. Possano avere degli ufficiali, che saranno in appresso nominati. I primi tre dignitari si chiamano Luci.
Lo statuto è tratto da Ernesto Lama, Antologia del Risorgimento italiano, Vito Bianco Editore, Roma - Milano - Napoli.
CONCLUSIONI
Alla Carboneria spetta il primo posto fra tutte le società segrete degli albori del nostro riscatto nazionale perché con la sua scuola di sacrificio rinvigorì il carattere degli Italiani, tenendo desto il desiderio di libertà contro la tirannide e lo straniero, ed iniziò ad affratellare con un legame ideale gli abitanti delle varie regioni italiane, ponendo così la prima pietra della costruzione dell’unità d’Italia. Per quanto riguarda il discusso rapporto fra Carboneria e Massoneria si risolve, a mio parere, nella storia dei conflitti interni alla Massoneria stessa, dove la Carboneria non è altro che una espressione organizzativa del filone massonico deista e repubblicano.
Ciò che interessa è cercare di comprendere quali siano state le ragioni che portarono la Massoneria, o buona parte di essa, a costituire delle società politiche segrete per realizzare il proprio fine di educazione della società umana. L’attività morale del perfezionamento dell’uomo, fondata sui diritti di libertà ed eguaglianza, e l’attività filantropica delle Logge si mescolarono all’esterno con le iniziative politiche promosse dai suoi stessi membri, nelle quali questi ideali di libertà, fraternità, eguaglianza e sovranità popolare trovarono una prima realizzazione nella riforma politica.
Tale riforma mirava a costruire da una società dinastica patrimoniale una forma razionale legale di Stato "Res publica", fondata sull’eguaglianza degli uomini-cittadini di fronte alla legge, dove la pratica dei rapporti fraterni possa essere fondata sull’eguaglianza dei diritti.
La Carboneria costituisce una esperienza intellettuale e storica finora trascurata e in parte ricostruita in modo superficiale e lacunosa nonostante la grande importanza per l’origine dei moti liberali europei.
La Carboneria formatasi come si è detto dalle correnti radicali massoniche ha il grande merito di aver contribuito, con la strategia di riformare la società, all’evoluzione culturale e politica dell’uomo.
Con la Carboneria si era rafforzata così l’idea democratica e repubblicana, frutto di una progettualità umana consapevole (sostenuta da partiti politici di massa, di cui le Vendite sono state una prima espressione storica).
L’utopia Carbonara aveva dato l’avvio alla grande scuola democratica, portando al popolo italiano un grande esempio di avanguardia nel processo di riforma delle istituzioni; erano state gettate le basi di quel sentimento che darà la vita al Risorgimento Nazionale.
Daniele Failli
dal sito web www.esoteria.org/attualita.htm
il link che hai messo non va ho e stato subito segato.
RispondiEliminasaluti.da.
senza-cognome.
Qui gatta ci cova. Questo Daniele Failli puzza di zolfo lontano un Km.
RispondiEliminaMah, forse si tratta di semplice rispetto per i Padri della Patria. Magari è un nazionalista.
L’idea che la Carboneria possa essere nata in Abruzzo mi lascia un po’ sconcertato. Per quel che ne so io in Abruzzo nascono solo pecore….è troppo lontano dai centri del potere.
Che poi l Massoneria piegò il capo di fronte a Napoleone…Beh, non credo che abbisogni di alcun commento.
Il caro Failli vuole farci passare l’idea che la Massoneria, in tutte le sue forme, sia composta da brave persone tese a salvaguardare i nostri interessi, a volere una società più giusta ed egualitaria, a darci una Patria e se hanno cospirato lo hanno fatto solo per il nostro bene. Lo sappiamo tutti che così non è. La Massoneria tendeva solo ad accaparrarsi il potere e in se non era ne migliore, ne peggiore, di chi il potere lo deteneva.
Gli interessi del Popolo non li ha mai fatti nessuno, come è giusto che sia. Dovrebbe essere il Popolo a fare i suoi propri interessi, senza aspettare al manna dal cielo. Ma si sa, si preferisce aspettare il santo di turno, venerarlo in modo viscido e servile, e poi magari tradirlo per 30 denari.
Tutta storia già vista e sentita.
ANONIMO, PENSO SIA UN ERRORE DI LINKAGGIO, ANCHE SE HO CONTROLLATO CORRISPONDE...
RispondiEliminaSOLITI PROBLEMI TECNICI???
DEMOCRITO, L'ABRUZZO E L'AQUILA SAREBBE SIMBOLICAMENTE LA GERUSALEMME ROVESCIATA, FORSE IN QUESTI TERMINI PUO' RISULTARE IMPORTANTE A LIVELLO ESOTERICO...
SUGLI AUTORI NON ESPRIMO GIUDIZI IN QUANTO NON SO CHI SIANO, COMUNQUE QUESTI 2 ARTICOLI SONO BEN FATTI E STORICAMENTE IL PRIMO, SIMBOLICAMENTE PIU' IL SECONDO, DANNO UNA LETTURA ABBASTANZA ESAUTIVA PER INIZIARE L'ARGOMENTO...
HASTA :-)
Una cosa è certa: lascia sconcertati l'accanimento che oggi dappertutto si legge contro la Massoneria, senza distizione fra Massoneria regolare e Massoneria deviata; dobbiamo ricordare che rami deviati esistono in tutti i campi e in tutte le associazioni e che se qualcuno approfitta della conoscenza impartitagli per farne uso a proprio vantaggio, la colpa non è certo dei nobili ideali massonici, senza i quali non saremmo mai usciti dall'oscurantismo medievale, oggi non potremmo nemmeno trovarci qui a condividere le nostre idee. Quindi, non si morde la mano di colui che ti salva dal drago religioso e reazionario, non è gentile, non si fa.
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