La canzone di Marinella
di Fabrizio De André
Questa di Marinella è la storia vera
che scivolò nel fiume a primavera
ma il vento che la vide così bella
dal fiume la portò sopra una stella
Sola senza il ricordo di un dolore
vivevi senza il sogno di un amore
ma un re senza corona e senza scorta
bussò tre volte un giorno alla tua porta
che scivolò nel fiume a primavera
ma il vento che la vide così bella
dal fiume la portò sopra una stella
Sola senza il ricordo di un dolore
vivevi senza il sogno di un amore
ma un re senza corona e senza scorta
bussò tre volte un giorno alla tua porta
Bianco come la luna il suo cappello
come l'amore rosso il suo mantello
tu lo seguisti senza una ragione
come un ragazzo segue un aquilone
E c'era il sole e avevi gli occhi belli
lui ti baciò le labbra ed i capelli
c'era la luna e avevi gli occhi stanchi
lui pose le sue mani suoi tuoi fianchi
Furono baci e furono sorrisi
poi furono soltanto i fiordalisi
che videro con gli occhi delle stelle
fremere al vento e ai baci la tua pelle
Dicono poi che mentre ritornavi
nel fiume chissà come scivolavi
e lui che non ti volle creder morta
bussò cent'anni ancora alla tua porta
Questa è la tua canzone Marinella
che sei volata in cielo su una stella
e come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno, come le rose
E come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno, come le rose.
“dicono che mentre ritornavi, nel fiume chissà come scivolavi”.
De André mette in scena il mito di Ofelia dell'Amleto e lo traduce in canzone popolare, con un testo che racconta la tragedia di Marinella che visse solo un giorno come le rose. La trasmutazione di Ofelia avviene nel buio, sotto la vulva lunare e non nel sole e nella luce, infatti la canzone parla di morte e rinascita nell'alveo del fiume, letto sacrificale e anche medium portale verso altri mondi ed altre rinascite. Quindi un archetipo descritto più volte nella storia dell'umanità... Ma come Ofelia, Marinella muore uccisa, affogata nelle acque di un fiume o gettata successivamente, e come lei paga la purezza, rappresentando il capro da sacrificare per consolidare il Tempio dell'oracolo. De André in un'intervista disse che per la canzone si ispirò ad un fatto di cronaca reale, utilizzato come incipit per costruire il testo e la metrica. La tragica storia di una ragazza morta a sedici anni, che aveva perso entrambi i genitori ed era stata cacciata di casa dai suoi parenti, che divenne una prostituta e poi fu uccisa, gettata nel fiume Tanaro. Storia identica a quella del mito Shakespeariano di Ofelia, alla quale fu ucciso il padre e si "lasciò annegare", o meglio, venne uccisa in quanto oggetto simbolico rituale.
Nel 1579, una giovane di Stratford, Katherine Hamlett, annegò accidentalmente nel fiume Avon; conosciamo questo evento grazie a un'inchiesta di cui restano tracce negli archivi della cittadina. L'evento dovette scuotere la piccola comunità, tanto da suggerire che Shakespeare, allora quindicenne, abbia successivamente preso spunto da questa situazione per la morte di Ofelia che manca nelle fonti dell'Amleto.come l'amore rosso il suo mantello
tu lo seguisti senza una ragione
come un ragazzo segue un aquilone
E c'era il sole e avevi gli occhi belli
lui ti baciò le labbra ed i capelli
c'era la luna e avevi gli occhi stanchi
lui pose le sue mani suoi tuoi fianchi
Furono baci e furono sorrisi
poi furono soltanto i fiordalisi
che videro con gli occhi delle stelle
fremere al vento e ai baci la tua pelle
Dicono poi che mentre ritornavi
nel fiume chissà come scivolavi
e lui che non ti volle creder morta
bussò cent'anni ancora alla tua porta
Questa è la tua canzone Marinella
che sei volata in cielo su una stella
e come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno, come le rose
E come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno, come le rose.
“dicono che mentre ritornavi, nel fiume chissà come scivolavi”.
De André mette in scena il mito di Ofelia dell'Amleto e lo traduce in canzone popolare, con un testo che racconta la tragedia di Marinella che visse solo un giorno come le rose. La trasmutazione di Ofelia avviene nel buio, sotto la vulva lunare e non nel sole e nella luce, infatti la canzone parla di morte e rinascita nell'alveo del fiume, letto sacrificale e anche medium portale verso altri mondi ed altre rinascite. Quindi un archetipo descritto più volte nella storia dell'umanità... Ma come Ofelia, Marinella muore uccisa, affogata nelle acque di un fiume o gettata successivamente, e come lei paga la purezza, rappresentando il capro da sacrificare per consolidare il Tempio dell'oracolo. De André in un'intervista disse che per la canzone si ispirò ad un fatto di cronaca reale, utilizzato come incipit per costruire il testo e la metrica. La tragica storia di una ragazza morta a sedici anni, che aveva perso entrambi i genitori ed era stata cacciata di casa dai suoi parenti, che divenne una prostituta e poi fu uccisa, gettata nel fiume Tanaro. Storia identica a quella del mito Shakespeariano di Ofelia, alla quale fu ucciso il padre e si "lasciò annegare", o meglio, venne uccisa in quanto oggetto simbolico rituale.
E' curioso come la storia si ripeta, curiosa come la fonte di ispirazione sia stata la stessa per entrambi, presa da un fatto di cronaca reale. E come sia la stessa la simbologia veicolata, quella della morte/rinascita, ovvero della trasmutazione e del ricongiungimento con l'assoluto interiore, sotto una luna madre e matrigna. Ma è curioso anche analizzare la controiniziazione di questo mito, nell'accezione di rito di sangue, perpetrato come necessità del culto che sacrifica giovani donne per consolidare il sigillo con il potere temporale. Vengono quindi descritte sia le estasi iniziatiche che quelle del sacrificio da parte dell'autorità, del potere descritte con cappello e mantello...
Quindi sempre una doppia valenza, quella BIANCA spirituale e naturale di passaggio sottile, e quella del culto, più artificiale e materialista, che vampirizza il più debole per confermare il più forte attraverso il sangue...
"Bianco come la luna il suo cappello come l'amore rosso il suo mantello"...!!!
Marinella Ofelia si cala dentro il fiume, percorso obbligato come quello del labirinto.
Il labirinto è luogo archetipico di iniziazione di tutti culti ed epoche, compreso quello cristiano che prosegue sotto altra veste i culti e le tradizioni precedenti. Esso rappresenta il peregrinare dell'uomo verso la ricerca del proprio centro (VITRIOL), scendendo al suo interno per poi trovare l'uscita.
REGINA
Una disgrazia incalza alle calcagna
un'altra, tanto presto si succedono.
Laerte, tua sorella s'è annegata.
LAERTE
Annegata! Ah, dove?
REGINA
C'è un salice che cresce di traverso
ad un ruscello e specchia le sue foglie
nella vitrea corrente; qui ella venne,
il capo adorno di strane ghirlande
di ranuncoli, ortiche, margherite
e di quei lunghi fiori color porpora
che i licenziosi poeti bucolici
designano con più corrivo nome
ma che le nostre ritrose fanciulle
chiaman "dita di morto"; ella lassù,
mentre si arrampicava per appendere
l'erboree sue ghirlande ai rami penduli,
un ramo, invidioso, s'è spezzato
e gli erbosi trofei ed ella stessa
sono caduti nel piangente fiume.
Le sue vesti, gonfiandosi sull'acqua,
l'han sostenuta per un poco a galla,
nel mentre ch'ella, come una sirena,
cantava spunti d'antiche canzoni,
come incosciente della sua sciagura
o come una creatura d'altro regno
e familiare con quell'elemento.
Ma non per molto, perché le sue vesti
appesantite dall'acqua assorbita,
trascinaron la misera dal letto
del suo canto ad una fangosa morte.
W. Shakespeare - Amleto atto IV, scena VII
Il labirinto è luogo archetipico di iniziazione di tutti culti ed epoche, compreso quello cristiano che prosegue sotto altra veste i culti e le tradizioni precedenti. Esso rappresenta il peregrinare dell'uomo verso la ricerca del proprio centro (VITRIOL), scendendo al suo interno per poi trovare l'uscita.
REGINA
Una disgrazia incalza alle calcagna
un'altra, tanto presto si succedono.
Laerte, tua sorella s'è annegata.
LAERTE
Annegata! Ah, dove?
REGINA
C'è un salice che cresce di traverso
ad un ruscello e specchia le sue foglie
nella vitrea corrente; qui ella venne,
il capo adorno di strane ghirlande
di ranuncoli, ortiche, margherite
e di quei lunghi fiori color porpora
che i licenziosi poeti bucolici
designano con più corrivo nome
ma che le nostre ritrose fanciulle
chiaman "dita di morto"; ella lassù,
mentre si arrampicava per appendere
l'erboree sue ghirlande ai rami penduli,
un ramo, invidioso, s'è spezzato
e gli erbosi trofei ed ella stessa
sono caduti nel piangente fiume.
Le sue vesti, gonfiandosi sull'acqua,
l'han sostenuta per un poco a galla,
nel mentre ch'ella, come una sirena,
cantava spunti d'antiche canzoni,
come incosciente della sua sciagura
o come una creatura d'altro regno
e familiare con quell'elemento.
Ma non per molto, perché le sue vesti
appesantite dall'acqua assorbita,
trascinaron la misera dal letto
del suo canto ad una fangosa morte.
W. Shakespeare - Amleto atto IV, scena VII
Pensando ai tempi in cui ascoltavo De Andrè, mi sono ricordata che pur non dicendolo, per conformismo, poiché piaceva a tutti, di non avere mai amato questa canzone: musica e testo mi annoiavano e infastidivano; mentre altre le risento ancora volentieri e mi piacciono, come:" La guerra di Piero", quella "del uomo buono e onesto che si innamorò di una che non lo amava niente", ed altre ancora.
RispondiEliminaOltretutto un' amica mi aveva raccontato che avevano ritrovato una ragazzina morta in un fiume che mi somigliava....così che facevo corna quando l' ascoltavo, e pure il principe, che ritenevo in qualche modo responsabile, mi stava sulle balle
I ragazzini la sanno lunga
^ Lilith
RispondiEliminaCiao Lilith...
RispondiEliminaLa canzone a me comunque piace, qui mi sono lanciato in un'assonanza con l'Amleto...
Ma chissà ;-)
Certo che paragonata a quello
RispondiEliminaDi un commento di 15 cm. è rimasto solo questo?!?
RispondiEliminaMa porca puttana! ! !
Ciao MDD,
RispondiEliminacerto che paragonata a quello che c' è in giro, e poi l' originalità del testo e metti pure la sua bella voce......;-)
Ma passando ad altro: è una mia impressione o gli psicopatici tra il popolo stanno aumentando?!
Qui ormai è tutto un volersi "fottere" a vicenda e in ogni occasione quotidiana; la contaminazione da parte del potere sta raggiungendo effetti devastanti.....vogliono che ci si ammazzi tra di noi e ci stanno riuscendo benissimo.
Sono seriamente preoccupata e anche un bel po' stressata per l' allerta continua a cui sono sottoposta....Sto cercando una casa che non abbia né strade né vicoli per giungervi, forse cercherò anche di armarmi in qualche modo nella eventualità di qualche rompicoglioni.
Una casa dentro una bolla quantica, come in ZARDOZ :-)
RispondiEliminaPrima non mi rendevo conto perchè la mia consapevolezza e il mio coraggio non erano sviluppati come lo sono adesso, per cui lo prendevo nel sedere senza "quasi" accorgermene; c' è da dire, però, che mi sfuggiva anche il meglio !
RispondiEliminaMa mo' che non mi sfugge quasi niente,mi è DOLOROSISSIMO realizzare che persino i più affini tendono a strumentalizzare, sarà anche per paranoie e antagonismi non superati....... ma che SCHIFO !
Se non si compie un autocritico viaggio interiore e ci si "ripulisce" di tutti i falsi insegnamenti, per molto che si "capisca", non si va da NESSUNA PARTE,come essere umani si è FALLITI !
Un abbraccio a te MDD, che di coraggio ne hai da vendere....:-)
Lilith