Secondo me, se non dovessero bastare gli attacchi infami e terroristici che hanno provocato il black-out, qualcuno potrebbe giocare la carta del vittimismo che funziona sempre.
La prossima mossa strategica militare potrebbe riguardare Guaido'.
Guaido' potrebbe fare una brutta fine, potrebbe essere sacrificato all'altare della patria, nonostante sia stato rassicurato dai servizi riguardo la sua incolumità, per giustificare un'aggressione militare da parte degli USA ed indicare Maduro come colpevole.
Morale della favola, se va bene scoppia una guerra civile, se va male, scatta il Piano B, ovvero una guerra.
In ogni caso Maduro è fottuto, il popolo venezuelano pure, le aziende di Stato saranno privatizzate e tutti moriranno felici, contenti... e liberisti.
Una terza via, diplomatica e super-partes, potrebbe arrivare dal Vaticano e dall'Europa, per sbloccare l'embargo mafioso e ripristinare la sovranità economica perduta, ma è pura utopia non contemplata in questo mondo crudele, infatti, pare che nessuno voglia sporcarsi le mani e schierarsi contro certi poteri.
Il principale mito da sfatare riguarda le cause di fondo del dramma venezuelano. I media occidentali non hanno avuto dubbi nell’additare gli esecutivi succedutisi al potere dopo l’elezione del “dittatore” Chávez alla presidenza nel 1998 come unici responsabili della crisi, nascondendone la matrice di gran lunga più importante: le barbare sanzioni americane contro il Venezuela decise da Obama nel 2015 e inasprite da Trump nel 2017 e nel 2018.
Spese sociali mai così alte. La “dittatura” di Chávez, confermata da 4 elezioni presidenziali e 14 referendum e consultazioni nazionali successive, è stata condotta sotto il segno di uno strappo radicale con la storia passata del Venezuela: i proventi del petrolio sono stati in massima parte redistribuiti alla popolazione invece che intascati dall’oligarchia locale e imboscati nelle banche degli Stati Uniti.
Sostenere il Venezuela di Maduro, con tutti i suoi limiti congeniti e precisando che non mi rappresenta politicamente, non significa essere anti-americani, anzi, è l'esatto contrario, amici miei.
I veri anti-americani sono coloro che sostengono le politiche imperialiste della sovragestione, politiche che tradiscono per prime i valori fondativi democratici e liberali degli USA.
Il sottoscritto non odia nessuno, troppa fatica odiare, non serve a nulla, ed il popolo americano non è certo il bersaglio, infatti numerosi intellettuali, scrittori, musicisti, professori e cittadini comuni hanno criticato l'arroganza del loro governo, firmando petizioni, scrivendo manifesti e tanti articoli.
Personalmente non sono schierato con nessuno, non sono certo un fan di Putin, la Cina mi fa politicamente orrore, e se al posto degli USA ci fosse qualsiasi altra nazione o il redivivo Impero Romano, direi e scriverei esattamente le stesse cose.
Sono ben consapevole che lo schema di potere si manifesta in maniera identica ovunque si presenti e che il problema non è l'America in quanto tale, la Russia in quanto tale o il Venezuela in quanto tale, qualsiasi impero al posto degli USA farebbe uguale, questo è ovvio e palese, ma ciò non deve legittimare il sopruso internazionale.
Il POTERE, proprio perchè è trasversale, va sempre criticato e osteggiato in quanto struttura, a prescindere dove esso si manifesti nel mondo.
Sostenere il Venezuela di Maduro è anche sostenere chi non si schiera con il padrone di turno, chi non accetta acriticamente il pensiero unico, anche se è conscio di essere in minoranza e di perdere la sua battaglia.
Ora è addirittura la stampa Usa (anti-americani pure loro?), ad accusare lo stesso Guaidò, sia per la distruzione degli aiuti umanitari, che per il drammatico black-out.
Le denunce del “New York Times” e di “Forbes” attestano che il blackout in Venezuela sia stato causato da un cyber-attacco informatico USA.
Questo tipo di conflitto 2.0, utilizzando le nuove tecnologie, è molto sofisticato e non da scampo a nessuno, è uno conflitto sbilanciato e vigliacco, perché è praticamente impossibile lottare contro attacchi informatici che arrivano dall'alto dei cieli e paralizzano un paese, è un po' come una punizione divina.
E' anche un esempio criminale su scala internazionale da dare a tutti coloro che osano schierarsi contro la sovragestione, e non a caso lo si compie contro un paese non allineato, socialista, come in passato è successo con diverse modalità contro Allende, contro Gheddafi, contro Sankara e tanti, tanti altri socialisti, diversi tra loro, più o meno democratici, ma sicuramente migliori di tanti altri paesi illiberali e totalitari alleati con la Metà oscura della Forza.
Sicuramente meno criminali del "democratico" Bolsonaro, amico dei neo-nazisti dei battaglioni della morte, colluso con la malavita brasiliana e finanziato, coccolato e sostenuto dal backoffice di Trump, sicuramente migliori di tutte le teocrazie terroristiche ed infami islamiche che fanno affari con i cosiddetti "buoni", buoni che, ad oggi, hanno diversi problemi di democraticità interna e si vedono trasformare davanti agli occhi, quella che fu la patria dei Kennedy (non a caso ucciso anche lui ed i suoi familiari) e dei padri fondatori, in una cloaca fascista ed illiberale.
Altro che anti-americanismo, qui c'è da salvare l'America dal suo cancro interno (o è già metastasi?), anche perché la ruota gira e l'Impero Romano non fu eterno.
Segue un articolo di Pino Arlacchi molto preciso ed illuminante sulla terribile situazione Venezuelana. Da leggere e condividere.
Io, ex vicesegretario dell’Onu vi spiego il grande imbroglio della crisi in Venezuela, tra Wall Street e petrolio”
di Pino Arlacchi | 27 Febbraio 2019
- Se c’è una lezione che si impara dirigendo una grande organizzazione internazionale come l’Onu è che, nelle cose del mondo, la verità dei fattiraramente coincide con la sua versione ufficiale. Le idee dominanti – come diceva il vecchio Marx – restano quelle della classe dominante. E il caso del Venezuela di questi giorni si configura appunto nei termini di una gigantesca truffa informativa volta a coprire la sopraffazione di un popolo e la spoliazione di una nazione.di Pino Arlacchi | 27 Febbraio 2019
Il principale mito da sfatare riguarda le cause di fondo del dramma venezuelano. I media occidentali non hanno avuto dubbi nell’additare gli esecutivi succedutisi al potere dopo l’elezione del “dittatore” Chávez alla presidenza nel 1998 come unici responsabili della crisi, nascondendone la matrice di gran lunga più importante: le barbare sanzioni americane contro il Venezuela decise da Obama nel 2015 e inasprite da Trump nel 2017 e nel 2018.
Spese sociali mai così alte. La “dittatura” di Chávez, confermata da 4 elezioni presidenziali e 14 referendum e consultazioni nazionali successive, è stata condotta sotto il segno di uno strappo radicale con la storia passata del Venezuela: i proventi del petrolio sono stati in massima parte redistribuiti alla popolazione invece che intascati dall’oligarchia locale e imboscati nelle banche degli Stati Uniti.
Nonostante Chávez abbia commesso vari errori di malgoverno e corruzione tipici del populismo di sinistra – errori confermati in seguito dal più debole Maduro – sotto la sua presidenza le spese sociali hanno raggiunto il 70% del bilancio dello Stato, il Pil pro capite è più che triplicato in poco più di 10 anni, la povertà è passata dal 40 al 7%, la mortalità infantile si è dimezzata, la malnutrizione è diminuita dal 21 al 5%, l’analfabetismo è stato azzerato e il coefficiente Gini di disuguaglianza è sceso al livello più basso dell’America Latina (dati Fmi, Undp e Banca Mondiale).
Ma la sfida più temeraria lanciata dal Venezuela “socialista” è stata quella contro l’egemonia del dollaro. L’economia ha iniziato a essere de-dollarizzata favorendo investimenti non statunitensi, tentando di non farsi pagare in dollari le esportazioni, e creando il Sucre, un sistema di scambi finanziari regionali basato su una cripto-moneta, il Petro, detenuta dalle banche centrali delle nazioni in affari col Venezuela come unità di conto e mezzo di pagamento. Il tempo della resa dei conti con il Grande Fratello è arrivato perciò molto presto. Molti hanno evocato lo spettro del Cile di Allende di 30 anni prima.
Ma il Venezuela di oggi è preda ancora più consistente del Cile. Dopo la Russia, è il Paese più ricco di risorse naturali del pianeta: primo produttore mondiale di petrolio e gas, secondo produttore di oro, e tra i maggiori di ferro, bauxite, cobalto e altri. Collocato a tre ore di volo da Miami, e con 32 milioni di abitanti. Poco indebitato, e capace di fondare una banca dello sviluppo, il Banco do Sur, in grado di sostituire Banca Mondiale e Fondo monetario come sorgente più equa di credito per il continente latinoamericano.
È per queste ragioni che la “cura cilena” è inizialmente fallita.
Ma la sfida più temeraria lanciata dal Venezuela “socialista” è stata quella contro l’egemonia del dollaro. L’economia ha iniziato a essere de-dollarizzata favorendo investimenti non statunitensi, tentando di non farsi pagare in dollari le esportazioni, e creando il Sucre, un sistema di scambi finanziari regionali basato su una cripto-moneta, il Petro, detenuta dalle banche centrali delle nazioni in affari col Venezuela come unità di conto e mezzo di pagamento. Il tempo della resa dei conti con il Grande Fratello è arrivato perciò molto presto. Molti hanno evocato lo spettro del Cile di Allende di 30 anni prima.
Ma il Venezuela di oggi è preda ancora più consistente del Cile. Dopo la Russia, è il Paese più ricco di risorse naturali del pianeta: primo produttore mondiale di petrolio e gas, secondo produttore di oro, e tra i maggiori di ferro, bauxite, cobalto e altri. Collocato a tre ore di volo da Miami, e con 32 milioni di abitanti. Poco indebitato, e capace di fondare una banca dello sviluppo, il Banco do Sur, in grado di sostituire Banca Mondiale e Fondo monetario come sorgente più equa di credito per il continente latinoamericano.
È per queste ragioni che la “cura cilena” è inizialmente fallita.
Il tentato golpe anti-chavistadel 2002 e le manifestazioni violente di un’opposizione divenuta eversiva e anti-nazionale, si sono scontrati con un esecutivo che vinceva comunque un’elezione dopo l’altra. Perché anche i poveri, dopotutto, votano. L’occasione per chiudere la partita si è presentata con la morte di Chávez nel 2013 e il crollo del prezzo del petrolio iniziato nel 2015.
La strategia delle sanzioni – La raffica di sanzioni emesse l’anno dopo con il pretesto che il Venezuela fosse una minaccia alla sicurezza nazionale degli Usa mettono in ginocchio il Paese.
La strategia delle sanzioni – La raffica di sanzioni emesse l’anno dopo con il pretesto che il Venezuela fosse una minaccia alla sicurezza nazionale degli Usa mettono in ginocchio il Paese.
Il Venezuela viene espulso dai mercati finanziari internazionali e messo nelle condizioni di non poter più usare i proventi del petrolio per pagare le importazioni.
Quasi tutto ciò che entra in un’economia che produce poco al di fuori degli idrocarburi deve essere pagato in dollari contanti. E le sanzioni impediscono, appunto, l’uso del dollaro. I fondi del governo depositati negli Usa vengono congelati o sequestrati. I canali di rifinanziamento e di rinegoziazione del modesto debito estero del Venezuela vengono chiusi. Gli interessi sul debito schizzano in alto perché le agenzie di rating al servizio di Washington portano il rischio paese a cifre inverosimili, più alte di quelle della Siria. Nel 2015 lo spread del Venezuela è di 2 mila punti, per raggiungere e superare i 6 mila nel 2017.
Gli economisti del centro studi Celag hanno quantificato in 68,6 miliardi di dollari, il 34% del Pil l’extra costo del debito venezuelano tra il 2014 e il 2017.
Gli economisti del centro studi Celag hanno quantificato in 68,6 miliardi di dollari, il 34% del Pil l’extra costo del debito venezuelano tra il 2014 e il 2017.
Ma il più micidiale degli effetti del blocco finanziario del Venezuela è il rifiuto delle principali banche internazionali, sotto scacco americano, di trattare le transazioni connesse alle importazioni di beni vitali come il cibo, le medicine, i prodotti igienici e gli strumenti indispensabili per il funzionamento dell’apparato produttivo e dei trasporti.
Gli ospedali venezuelani restano senza insulina e trattamenti antimalarici. I porti del paese vengono dichiarati porti di guerra, portando alle stelle le tariffe dell’import-export. Il valore delle importazioni crolla da 60 miliardi di dollari nel 2011-2013 a 12 miliardi nel 2017, portandosi dietro il tonfo del 50% del Pil.
Le banche di Wall Street – I beni che riescono comunque a essere importati vengono accaparrati e rivenduti di contrabbando dagli oligopoli dell’industria alimentare che dominano il settore privato dell’economia venezuelana. La stessa delinquenza di alto livello che tira le fila del sabotaggio del Clap, il piano di emergenza alimentare del governo che soccorre 6 milioni di famiglie. È stato calcolato che tra il 2013 e il 2017 l’aggressione finanziaria al Venezuela è costata tra il 110 e il 160% del suo Pil, cioè tra i 245 e i 350 miliardi di dollari. Senza le sanzioni, l’economia del Venezuela, invece di dimezzarsi, si sarebbe sviluppata agli stessi tassi dell’Argentina.
Durante il 2018 si sviluppa in Venezuela una crisi umanitaria interamente indotta. Che si accompagna a un’iperinflazione altrettanto fasulla, senza basi nei fondamentali dell’economia, determinata da un attacco del mercato nero del dollaro alla moneta nazionale riconducibile alle 6 maggiori banche d’affari di Wall Street.
È per questo che il rapporto dell’esperto Onu che ha visitato il Venezuela nel 2017, Alfred De Zayas (di cui non avete mai sentito parlare ma che contiene buona parte dei dati fin qui citati), propone il deferimento degli Stati Uniti alla Corte Penale Internazionale per i crimini contro l’umanità perpetrati in Venezuela dopo il 2015.
Fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2019/02/27/venezuela-in-crisi-cosa-nasconde-il-grande-imbroglio/5000660/?fbclid=IwAR0E0NB8iAG6YpG2gT0-90PR5sfJ6qwXcVCnHYLUcFsS3EJPrVqfPduFkwk
Le banche di Wall Street – I beni che riescono comunque a essere importati vengono accaparrati e rivenduti di contrabbando dagli oligopoli dell’industria alimentare che dominano il settore privato dell’economia venezuelana. La stessa delinquenza di alto livello che tira le fila del sabotaggio del Clap, il piano di emergenza alimentare del governo che soccorre 6 milioni di famiglie. È stato calcolato che tra il 2013 e il 2017 l’aggressione finanziaria al Venezuela è costata tra il 110 e il 160% del suo Pil, cioè tra i 245 e i 350 miliardi di dollari. Senza le sanzioni, l’economia del Venezuela, invece di dimezzarsi, si sarebbe sviluppata agli stessi tassi dell’Argentina.
Durante il 2018 si sviluppa in Venezuela una crisi umanitaria interamente indotta. Che si accompagna a un’iperinflazione altrettanto fasulla, senza basi nei fondamentali dell’economia, determinata da un attacco del mercato nero del dollaro alla moneta nazionale riconducibile alle 6 maggiori banche d’affari di Wall Street.
È per questo che il rapporto dell’esperto Onu che ha visitato il Venezuela nel 2017, Alfred De Zayas (di cui non avete mai sentito parlare ma che contiene buona parte dei dati fin qui citati), propone il deferimento degli Stati Uniti alla Corte Penale Internazionale per i crimini contro l’umanità perpetrati in Venezuela dopo il 2015.
Fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2019/02/27/venezuela-in-crisi-cosa-nasconde-il-grande-imbroglio/5000660/?fbclid=IwAR0E0NB8iAG6YpG2gT0-90PR5sfJ6qwXcVCnHYLUcFsS3EJPrVqfPduFkwk
https://www.lastampa.it/2019/03/15/esteri/nuova-zelanda-attacco-in-due-moschee-decine-di-morti-hXIJifElPF7rhvi74AwSlM/pagina.html
RispondiEliminahttp://www.ansa.it/marche/notizie/2019/03/15/nuova-zelanda-su-arma-nome-di-traini_88f10425-1593-49e1-bf53-fa3b5bedc84c.html
Il black-out (fare fuori il nero, o il nero, l'oscurità fuori controllo, o i "neri" estremisti di destra sono "fuori" di testa, ma anche fuori dalla gabbia, "liberi" di fare stragi manciuriane). Il Black-out è il tema ricorrente, analogamente sia in Venezuela, quindi un corto circuito esterno, in Nuova Zelanda (Nuova Zelanda può essere anagrammato con Venezuela) invece si è verificato un cortocircuito, un blackout coscienziale. Per cosa poi? per vendicare gli abitanti europei deportati dagli schiavisti islamici nel medioevo, roba da matti! anzi da psicopatici.
I "CAPI": OVVERO "I TAGLIATORI DI TESTE"...
RispondiEliminaE I "COSI" SENZA TESTE.
Anni fa vidi uno strano film francese (credo con Jean Louis Trintignant, ma non ne sono sicura), un film angosciante, in cui il personaggio principale, indagando, scopre che un gruppo di scienziati - DEVIATI - è riuscito, in tutta segretezza, a creare un allevamento di polli SENZA TESTA...Il SIGNIFICATO allusivo del film è PALESE!
Perché è stata scelta questa parte del corpo, la TESTA (e non la mano, il piede, il cuore, o qualsiasi altra), per designare il "CONCETTO di CAPO", mi pare OVVIO; giacché questa è la PARTE FONDAMENTALE: da cui il PENSIERO, il MOTO e TUTTE le DECISIONI provengono. Ed è per tale ragione, facilmente spiegabile, l' INCAPACITA' di REAZIONE (pensieri, decisioni e azioni RIBELLI), davanti a qualsiasi SOPRUSO e INGIUSTIZIA che una popolazione SENZA TESTA subisce, da parte di coloro che hanno invece conservato la propria, per quanto PSICHICAMENTE ALTERATA, FUORI DI SENNO e BALORDA.
I PRIMI TAGLIATORI DI TESTE - oramai quasi tutti lo sanno - sono stati quei "famosi" sacerdoti handicappati (INVIDIOSI dei sani corpi altrui, vollero VENDICARSI appropriandosene previa mozzatura delle teste), i quali fondarono le religioni monoteistiche patriarcali, all' incirca tremila anni or sono.
Le PRIME TESTE MOZZATE furono quelle delle donne (le quali per istinto naturale RIGETTAVANO costoro), che furono SCHIAVIZZATE, per così poterle privare della NATURALE possibilità di METTERE in DUBBIO la paternità/divinità maschile: e con questa astuta "MOSSA", puntante sulla VANITA', quei delinquenti di sacerdoti fecero cadere in trappola i restanti maschi, i quali si lasciarono DECAPITARE (letteralmente INCULARE) come dei veri e propri coglioni - al servizio dei cazzoni - (i preti e tutte le ramificazioni del loro "primo potere"...) ma "consolati" dall' ILLUSIONE della PRESUNTA superiorità maschile sul femminile. Poveri rincitrulliti, si sono identificati con quel CRETINO di un dio (appropriatamente del cazzo) patriarca, INVENTATO di sana pianta da dei FURBONI il cui scopo era UNICAMENTE farsi MANTENERE a SBAFO !!!
NE' CAPI RELIGIOSI, NE' CAPI MONARCHICI, NE' CAPI DI STATO, NE'CAPI D' INDUSTRIA, né via dicendo...
"CHIUNQUE PRETENDA TAGLIARE LE TESTE ALTRUI, E CON LA PROPRIA DIRIGERNE I CORPI, VA - LUI SI - GHIGLIOTTINATO SENZA SE E SENZA MA"! ! ! !
CADA UNO VADA ALLA RICERCA DELLA PROPRIA TESTA, (sempre che possa, che non sia troppo tardi...) CHI CE L' HA SE LA TENGA BEN STRETTA, E NON PERMETTA A NESSUNO, PER NESSUNA RAGIONE AL MONDO, DI FARSELA MOZZARE; giacché un CORPO SENZA TESTA NON è UN UOMO ma un "COSO" uno STRUMENTO, un OGGETTO.
OGNI CORPO APPARTIENE UNICAMENTE AD UN CAPO, ED OGNI CAPO APPARTIENE UNICAMENTE AD UN CORPO.
QUESTO E' L' UNICA E GIUSTA LEGGE UMANA BASATA SUL "SACROSANTO DIRITTO NATURALE".
Accodandomi all'ottimo commento delle 17:19 di ieri, col quale sono pienamente d'accordo come sempre, aggiungo che noi che la testa l'abbiamo saldamente attaccata alla noce del capocollo non ci siamo bevuti manco per un secondo le balle sul finto disastro del Boeing 737 Max 8 etiope e tanto meno quelle sul finto attentato a Christchurch, cittadina della Nuova Zelanda che è diventata la preferita dei criminali che ci tengono per le palle (al resto della massa umana senza testa invece l'hanno già appunto resa handicappata di intelletto, pensiero e cognizione), prima col terremoto e adesso col terrorista, parole che in italiano iniziano entrambe per "terr" di terrore, sarà un caso? Ma anche no, come al solito!
RispondiEliminaE che dire della notizia che l'attentatore Brenton Tarrant (cognome che è tutto un programma pure questo) aveva nella sua lista di "eroi" nientemeno che il nostrano Luca Traini? Credo si commenti da sola.
E non dimentichiamo che subito i giornalai di regime si sono affrettati a dire che il 28enne neozelandese ha agito da solo, qui è tutto giocato in solitaria ci mancherebbe!! Mostro di Firenze, serial killer di ogni risma e nazionalità, terroristi...Tutti solitari, ovvio, che vai a pensare!! Questi si alzano la mattina e decidono tra un caffé e una doccia prima di andare al lavoro di fare una strage e magari portarsi a casa dei feticci, così tanto per fare qualcosa, tanto l'arsenale ce l'hanno per caso in cantina, si sa che gli uomini fanno un sacco di ordini di bombe e kalashnikov sull'Amazon del deep web tra una sega su youporn e un rutto libero davanti alla partita...
Credo sia ora di cominciare a staccarla sul serio qualche testa (di cazzo) dalla noce del capocollo di chi ci ha preso tutti per totali rincoglioniti lobotimizzati dalla TV, chissà che qualcuno non si faccia crescere le palle e decida di passare all'azione una buona volta, che se aspettiamo cambiamenti dai governi possiamo pure reincarnarci 7400 volte nel frattempo, significa "esse proprio de coccio"...