martedì 14 maggio 2019

COME SE FOSSE ONTANI... cit.




Amor, ch'a nullo amato amar perdona è il verso 103 del canto V, che si svolge nel 2° cerchio, dove sono puniti i lussuriosi nell'Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri.
Mi è tornato in mente notando l'acronimo RVAMO (V AMOR) tratto dall'opera RenVergatellAppenninMontovolO di Luigi Ontani, dove le maiuscole sembrerebbero appartenere solo alle iniziali di tutte le parole che lo compongo, tranne la O finale di MontovolO, ed il cui anagramma forma V AMOR che, nell'incoscio collettivo della rete, indicizza su google proprio questa dicitura.
Ovviamente, sto scherzando (ci stavate cascando, eh...), anche perché talvolta il titolo dell'opera appare con la O maiuscuola, talvolta minuscola.


"RenVergatellAppenninMontovolO", è l'ultima opera di Ontani, da dieci anni in cantiere, che evoca elementi naturali dell’Appennino bolognese. Secondo la descrizione dell'autore è una "fontana in marmo e bronzo che richiama le figure della mitologia classica", con un Fauno che simboleggia il fiume Reno, il Cupido Amor d’Arte, il putto alato sulle sue spalle, che rappresenta il torrente Vergatello, Poseidone l’Appennino, ed un uovo che allude a 'Montovolo', cinto dal serpente.
Molte persone non hanno gradito il "forte impatto visivo" e sui social è stato detto a sproposito che avrebbe tratti "satanisti" e "pedofili".
In realtà non è un'opera satanista...
Diciamo che sono utilizzati elementi simbolici che i cattolici erroneamente scambiano per satanisti.
Il punto è un altro, ovvero, che Ontani strumentalizza e gioca con questa ignoranza popolare per suscitare questo sentimento moralista e far parlare delle sue opere, introducendo elementi pagani, panteistici, iniziatici (spesso dozzinali, naif e caricaturali), ben sapendo che saranno scambiati per sinistri. Lo ha sempre fatto, peraltro legittimamente, in tutta la sua carriera artistica.
Quindi direi più una volontà provocatoria che maligna. 
Gli elementi del fauno, del Lux-Cupido sulle spalle, dell'uva, dell'uovo alchemico e del serpente, sono elementi ancestrali, alcuni di questi archetipici e presenti anche nella cultura cristiana, sono la rappresentazione simbolica e antropomorfa degli elementi sacri della natura che ritorna alle sue origini, e torna anche sul trono dell'immaginario collettivo, avendo spodestato la classicità e la tradizione, trasmutandola a suo piacere e godimento. 
Gli elementi simbolici che negli ultimi 50 anni sono sovente utilizzati da alcuni filoni dell'Arte Contemporanea, ammiccano strumentalmente a questo paradigma, tra ambiguità di fondo, recupero di elementi esoterici, dissacrazione che va a sostituire un potere religioso per edificarne un altro.
Non sono gli elementi simbolici ad essere controiniziati, ma la tendenza generale dello status quo a promuovere una certa Arte, in opposizione ad una presunta tradizione, oggi anacronistica e che non esiste più nei fatti da oramai un secolo, almeno dal famoso orinatoio di Duchamp.

Sarebbe invece rivoluzionario, e chi lo fa solitamente è ostracizzato dal cosiddetto Dio mercato, una 3° via, dove sia la stessa celebrazione del potere ad essere dissacrata e non invece beatificata la SOSTITUZIONE del Dio di turno.
In questo senso l'opera di Ontani è conservatrice, perché non scardina proprio nulla, celebra il NUOVO, recuperando il vecchissimo, perché mira ad individuare una nuova religiosità che non è laica affatto, semplicemente è un'altra casacca di un diverso monarca adagiato sullo stesso trono, ovvero, sul mondo. E' la stessa operazione che, in grande, hanno realizzato i culti religiosi, dando una nuova veste, mescolandosi e trasmutandosi con quelli ancora più antichi. 
Lui stesso si è presentato ironicamente come una sorta di sacerdote completamente vestito di viola, durante l'inaugurazione a Vergato. 
Il viola è il colore della spiritualità, associato insieme al bianco al 7° chakra, le cui frequenze cromatiche agiscono come medium sul sesto chakra (indaco e magenta/viola), canale energetico posizionato tra le sopracciglia, conosciuto semplicemente come “terzo occhio". Infatti, e non a caso, tutta la Fontana è costellata di occhi onniveggenti.
Questo elemento, caricaturizzato in questo modo, è volutamente kitsch e semplificatore della galassia simbolica, non aggiunge nulla alla ricerca ed ha come unico obiettivo quello di suscitare clamore e curiosità. 
Anche il Lux-Cupido ed il fauno presentano occhi bianchi, spalancati ed un po' inquietanti, ma più che demoniaca la messinscena, ritengo sia di compiacimento egoico e celebrativo/autocelebrativo.
Ontani conosce i simboli, un'artista del genere non fa nulla di casuale. 
Il caso non esiste nell'Arte, che è per natura ordine dal caos, anche quando si realizza un'opera gettando vernice sulla tela, solo apparentemente, a caso.


Poi ci sarebbe anche l'aspetto estetico, ma quello è soggettivo, e proprio su quello esprimo le mie soggettive contrarietà e perplessità.
I calchi in bronzo e marmo ideati e commissionati da Ontani, sono molto approssimativi, per nulla espressivi, rigidi e poco plastici, sembrano pupazzi di terracotta da sala da ballo, carri carnevaleschi più che statue, maschere circensi più che sculture.
Il Nettuno un po' fighetto con i boccoloni sembra uscito da un salone di parrucchiere tra bigodini e mesh. Con occhio vaginale/verticale in fronte è abbastanza ridicolo e non dissacra nulla, è gratuito e visivamente forzato. Questa ipertrofia di un simbolismo d'accatto risulta stomachevole e satura qualsiasi desiderio di andare oltre la mera rappresentazione materica dell'ovvio, senza lasciare niente a livello immaginifico.
Il fauno non è più una rappresentazione di un satiro o di un Dio della prosperità mitraica, ma nuovo sacerdote che sta sopra quel mondo, non ne fa parte insieme agli altri, come succedeva per gli Dei nel Pantheon greco, ma lo domina. 
Quindi alla fine tutto molto religioso, maschile e vecchio, più che antico, perché è una celebrazione che si illude di essere panteistica e "naturalistica", ma invece è solita liturgia spostata su altra figura mitologica ed allegorica...


Riguardo ai detrattori bigotti e reazionari che si sono sperticati nella critica moralistica sull'opera, posso citare l'intervento, involontariamente situazionista, del finto diacono con la erre moscia di Predappio, che si è prestato ad interpretare un finto esorcista, subito infamato ed allontanato dai cittadini accorsi per difendere il nuovo sacro che avanza. Anche la merda ha fatto la sua parte, offendendo il fauno e il Tritone.
L'aver gettato merda da parte di anonimi e beceri Savonarola del 2000, è da un lato un gesto criminale, ma anche un gesto situazionista molto cool dal punto di vista, paradossalmente, proprio dell'Arte moderna, superandola in coraggio, e non come quando esibisce la solita merda d'artista rappresentata in una Biennale qualsiasi.
Nel caso di Vergato le gesta bullesche sono decostestualizzate ed utilizzate per offendere, quindi quella merda, fuori dal tempio dell'Arte Moderna diviene volgare e "sbagliata", al contrario se la stessa performance fosse decodificata dallo status quo e presentata/accettata nel tempio dell'Arte, simbolicamente dal potere, verrebbe assunta a divinità.
Sarebbe cosa bella l'avesse assunto lo stesso Ontani. In quel caso cambierebbe completamente la prospettiva, e sarebbe ipocritamente accettata proprio da quei paesani, altrettanto moralisti nel difendere il nuovo santino sostitutivo di una nuova/vecchia iconografia. Non importava cacciare a male parole il finto diacono, sarebbe bastato aspettare un'ambulanza in religioso silenzio. Ecco, quella sarebbe stata l'unica cosa veramente artistica e originale, una vera performance nella performance. 

Un'opera dissacrante che non fosse la solita paccottiglia pseudo-simbolica d'accatto, dovrebbe andare nella dissacrazione di elementi deistici e non nella sostituzione con altre figure di "regnanti", pena l'immobilità nello stesso cerchio magico fideistico, nello stesso loop, magari pensando di essere alternativi, cosa grave, questo si, scambiando questo processo per modernità. Per quello che l'unico elemento interessante e, forse, originale, da questo punto di vista, è il Dio Poseidone visto come Grande Madre Transgender, che riassume grossolanamente sia gli elementi del femminio sacro, che quelli della stessa dissacrazione di un Dio maschile, ma poi sempre di un Dio maschile si parla...
Nel Nettuno della Fontana del Giambologna sono i putti e le sirene a sprigionare l'elemento dell'acqua, e quella è una rappresentazione veramente al femminile, anche se inserita in un contesto tradizionale e "cattolico" di un Dio maschile.
Nel caso di Ontani, non è una Grande Madre Natura che va a trionfare su tutti i culti patriarcali, ma il solito Dio Uomo che si traveste e svolge entrambe le funzioni.
Facendo una brutta battuta, lobby gay, ma non lobby lesbiche, quello mai, eh...
Nel senso che la donna è sempre vista come succursale, ornamento, anche nell'interpretazione alternativa del simbolismo universale, e l'uomo comanda anche quando indossa la gonna e non solo i pantaloni.
Anche per queste analisi e vedute, ritengo che l'opera di Ontani sia criticabile, non certamente per questioni ridicole di satanismo, come ingenuamente pensano alcuni.
Al netto dell'indignazione, i suoi detrattori hanno sortito l'effetto contrario e mi hanno fatto diventare simpatico questo artista vergatese.
"VERGA TESE", anche nel senso empirico del termine, visto che il fauno mostra il suo lungo cazzillo con fiorellino in punta, sotto un bel grappolo d'uva che copre, o più semplicemente, sostituisce i "coglioni" di turno.



2 commenti:

  1. il fatto è che si è stufi di vedere maschi con le tette e falli posizionati dappertutto, soprattutto dove no dovrebbero infilarsi...quando è troppo è troppo...anche gli Atei ne hanno fin sotto le Ginocchia !

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  2. https://notizie.tiscali.it/cronaca/articoli/scontri-collettivi-polizia-fn-00001/

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