Da ragazzo non ho mai amato particolarmente Battiato, pur riconoscendone la cifra artistica e pur apprezzando alcune sue canzoni. Diciamo che non faceva parte dei generi musicali che ascoltavo.
Solo negli ultimi anni è iniziato a piacermi, magari non tutta la sua opera omnia, ma sicuramente buona parte della sua produzione.
Oggi, a pochi giorni dalla sua scomparsa, volevo omaggiare il Maestro, attraverso l'analisi di una delle sue più poetiche ed intense composizioni.
MDD
“La cura” di Battiato non è una canzone d’amore. O almeno non lo è nel significato più semplice che diamo alla parola “amore” e che ci porta ad interpretarne il testo come una dedica di un innamorato alla persona amata.
Franco Battiato non ha mai dato un’esatta spiegazione del significato di questa canzone, ma ogni opera del Maestro e la sua intera carriera ha seguito un’evoluzione filosofica che è sempre stata alla base di ogni sua produzione artistica.
Scrivere di Battiato e cercare di spiegare il significato di un testo così importante non è impresa facile. Soprattutto perché la musica e la poesia, come tutte le arti, sono aperte all’interpretazione; personalmente credo sia impossibile pensare di riuscire a cogliere il più intimo significato di un’opera. Qualunque essa sia. Una canzone, ad esempio, può assumere per ciascuno di noi un particolare senso e significato ed è giusto che sia così; ma, purtroppo, non potremmo mai essere nella mente e nel cuore dell’artista che l’ha creata. Un problema che si traspone anche nella traduzione e nella parafrasi dei classici e che ho ritrovato espresso molto chiaramente in un saggio di estetica titolato “Traducibilità e intraducibilità della poesia” scritto dal Prof. Gianni Floriani – persona a me molto cara – (“Rivista di Estetica”, Anno III, Fascicolo I, gennaio-aprile 1958).
Di certo sappiamo che Battiato non solo in molte canzoni, ma anche nelle sue opere contemporanee e nei film, lancia messaggi particolari per suscitare la curiosità e l’intelletto degli ascoltatori più sensibili:
In realtà sono certi consigli che possono essere utili a chi segue il mio lavoro e in qualche modo è interessato all’evoluzione spirituale. E, in questo senso, ci metto tutte le trappole del caso: se una persona non è ancora pronta a ricevere certi messaggi, non li può afferrare, perché c’è qualcuno che te li deve spiegare. La via spirituale è una via molto impegnativa, necessita di esperienza.
- Franco Battiato (su XL di Repubblica del 7 novembre 2012)
Sappiamo che Franco Battiato è molto vicino all’esoterismo e alle filosofie orientali, ha fatto parte per anni della scuola di Georges Ivanovi Gurdjieff per poi parzialmente discostarsene.
Uno dei concetti base di questa scuola di pensiero è il “centro di gravità permanente”, il grado di coscienza di sé, teorizzando varie possibilità di perfezione.
Per Gurdjieff infatti non tutti gli uomini hanno un’Anima: solo pochi eletti illuminati che hanno svolto un efficace lavoro su di sè possono arrivare a raggiungere il loro corpo astrale.
Sempre secondo Gurdjieff ci sono molte strade, più o meno lunghe, più o meno dure, ma tutte, senza eccezione, conducono o cercano di condurre in una stessa direzione: l’immortalità.
L’immortalità non è una proprietà con la quale un uomo nasce, ma una proprietà che può essere acquisita.
Echi di queste filosofie le troviamo spesso in Battiato, ad esempio nella canzone “Sui giardini della preesistenza” (dall’album “Caffè de la Paix” del 1993) che lui stesso spiega come un riferimento alla nostalgia dello stato di unione con l’Uno (la preesistenza) in cui l’uomo si trovava prima della caduta nel mondo materiale. Per chi “sa” di essere solo il rifesso di qualcosa di superiore, ed il risultato di un progetto cosmico da condurre a termine.
- Franco Battiato (dal libro “Io chi sono?” di Daniele Bossari, 2009, p. 36)
Iniziamo ad avere degli elementi per una probabile interpretazione del testo de “La cura”. Una delle ipotesi più accreditate è infatti che si tratti di un dialogo a senso unico in cui è l’Anima, la parte spirituale, il corpo astrale, a parlare all’essere umano, la sua parte fisica, terrena e materiale.
Echi di queste filosofie le troviamo spesso in Battiato, ad esempio nella canzone “Sui giardini della preesistenza” (dall’album “Caffè de la Paix” del 1993) che lui stesso spiega come un riferimento alla nostalgia dello stato di unione con l’Uno (la preesistenza) in cui l’uomo si trovava prima della caduta nel mondo materiale. Per chi “sa” di essere solo il rifesso di qualcosa di superiore, ed il risultato di un progetto cosmico da condurre a termine.
- Franco Battiato (dal libro “Io chi sono?” di Daniele Bossari, 2009, p. 36)
Iniziamo ad avere degli elementi per una probabile interpretazione del testo de “La cura”. Una delle ipotesi più accreditate è infatti che si tratti di un dialogo a senso unico in cui è l’Anima, la parte spirituale, il corpo astrale, a parlare all’essere umano, la sua parte fisica, terrena e materiale.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie
Dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo
Dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai
L’uomo è soggetto a paure, turbamenti, ingiustizie, inganni, malattie, dolori, sbalzi d’umore, ma l’Anima per sua natura si eleva al di sopra delle disarmonie presenti nel piano materiale, si prende cura della sua parte mortale
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza
Dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai
L’uomo è soggetto a paure, turbamenti, ingiustizie, inganni, malattie, dolori, sbalzi d’umore, ma l’Anima per sua natura si eleva al di sopra delle disarmonie presenti nel piano materiale, si prende cura della sua parte mortale
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza
Percorreremo assieme le vie che portano all’essenza
“Le vie che portano all’essenza” potrebbero essere un riferimento al percorso mistico che porta al risveglio, cioè a riscoprire il proprio io più profondo e congiungersi con l’Uno. È il lavoro che, con pazienza e meditazione, deve essere compiuto dall’uomo illuminato, raccontato da Battiato nel brano “E ti vengo a cercare” (dall’album “Fisiognomica” del 1988), anche questo, spesso, travisato e interpretato come una canzone d’amore: «No, non c’era nessuna donna. Cercavo di volare più alto» commentò Battiato a riguardo.
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono
“Le vie che portano all’essenza” potrebbero essere un riferimento al percorso mistico che porta al risveglio, cioè a riscoprire il proprio io più profondo e congiungersi con l’Uno. È il lavoro che, con pazienza e meditazione, deve essere compiuto dall’uomo illuminato, raccontato da Battiato nel brano “E ti vengo a cercare” (dall’album “Fisiognomica” del 1988), anche questo, spesso, travisato e interpretato come una canzone d’amore: «No, non c’era nessuna donna. Cercavo di volare più alto» commentò Battiato a riguardo.
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono
Supererò le correnti gravitazionali
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare
Si può parlare di amore, ma di un Amore puro, ultraterreno, universale, inteso come energia che conduce l’uomo verso la parte spirituale che per sua natura è “oltre” il piano terreste dell’esistenza. L’Anima possiede la Conoscenza (le leggi del mondo) e la dona all’uomo illuminato; è capace di superare correnti gravitazionali, lo spazio e la luce, è al di là del concetto di tempo, è immortale.
Secondo le dottrine che hanno influenzato Franco Battiato, l’uomo è una sorta di angelo caduto in Terra dall’Eterno. Siamo all’interno di un corpo di cui accettiamo tutte le schiavitù possibili, perché è sempre meglio dell’ignoto. Abbiamo paura perché non sappiamo dove si va a finire. Non è che forse abbiamo dimenticato le immense possibilità dell’Essere? La guarigione
dovrebbe essere la ricongiunzione definitiva con il Divino.
- Franco Battiato (intervista con Stefania Vitulli, Il Giornale, 2007)
L’uomo illuminato attraverso un duro lavoro interiore anela al ricongiungimento con la sua parte spirituale, l’Uno da cui deriva. Un percorso che porta alla completa “guarigione” e che avviene dopo un lunghissimo ciclo di vite, ciò presuppone il credere nella reincarnazione. Se la via verso l’eternità e il ricongiungimento con il corpo astrale è la nostra “guarigione”, la “cura” passa inevitabilmente attraverso il superamento della morte.
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare
Si può parlare di amore, ma di un Amore puro, ultraterreno, universale, inteso come energia che conduce l’uomo verso la parte spirituale che per sua natura è “oltre” il piano terreste dell’esistenza. L’Anima possiede la Conoscenza (le leggi del mondo) e la dona all’uomo illuminato; è capace di superare correnti gravitazionali, lo spazio e la luce, è al di là del concetto di tempo, è immortale.
Secondo le dottrine che hanno influenzato Franco Battiato, l’uomo è una sorta di angelo caduto in Terra dall’Eterno. Siamo all’interno di un corpo di cui accettiamo tutte le schiavitù possibili, perché è sempre meglio dell’ignoto. Abbiamo paura perché non sappiamo dove si va a finire. Non è che forse abbiamo dimenticato le immense possibilità dell’Essere? La guarigione
dovrebbe essere la ricongiunzione definitiva con il Divino.
- Franco Battiato (intervista con Stefania Vitulli, Il Giornale, 2007)
L’uomo illuminato attraverso un duro lavoro interiore anela al ricongiungimento con la sua parte spirituale, l’Uno da cui deriva. Un percorso che porta alla completa “guarigione” e che avviene dopo un lunghissimo ciclo di vite, ciò presuppone il credere nella reincarnazione. Se la via verso l’eternità e il ricongiungimento con il corpo astrale è la nostra “guarigione”, la “cura” passa inevitabilmente attraverso il superamento della morte.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie
Dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore
Dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore
Dalle ossessioni delle tue manie
Supererò le correnti gravitazionali
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare
E guarirai da tutte le malattie
Supererò le correnti gravitazionali
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare
E guarirai da tutte le malattie
Perché sei un essere speciale ed io, avrò cura di te
Vagavo per i campi del Tennessee
Vagavo per i campi del Tennessee
Come vi ero arrivato, chissà
Non hai fiori bianchi per me?
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
Attraversano il mare
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza
Percorreremo assieme le vie che portano all’essenza
I profumi d’amore inebrieranno i nostri corpi
La bonaccia d’agosto non calmerà i nostri sensi
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto
La bonaccia d’agosto non calmerà i nostri sensi
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono
Supererò le correnti gravitazionali
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare
Ti salverò da ogni malinconia
Perché sei un essere speciale
Ed io avrò cura di te
Io sì, che avrò cura di te
La cura è amata soprattutto grazie alla sua versatilità: si può interpretare come una canzone d'amore verso qualcuno da proteggere e, appunto, di cui prendersi cura, ma è stata anche vista come una sorta di preghiera al contrario, in cui non è l’uomo che si rivolge al Dio-amore ma è questo Dio-amore che parla all’uomo e lo considera "un essere speciale" di cui si prenderà cura. O ancora celebra l'amore verso se stessi e lo sforzo che ognuno fa per risollevarsi dai dolori della vita, visto che ognuno è "un essere speciale".