martedì 30 maggio 2023

IL SIGNORE DELLA PIOGGIA



Nell'ultima puntata di Piazza Pulita su LA7, Stefano Massini si è sperticato in un'inaspettata favoletta sulla geoingegneria celeste che, apparentemente, presterebbe il fianco alla cosiddetta controinformazione e allo svelamento dell'arcana questione dai media sempre taciuta, ma che molti ben conoscono.
Nella sua performance poetica, il sommo buonista dell'ovvio, si è superato in un racconto non richiesto, ma perfettamente in sincrono con l'accaduto della tragedia.
Molti si sono allora chiesti il perché di questi svelamenti. I social sono esplosi tra chi ha lodato il coraggioso eroe senza macchia e tra chi non si capacitava del perché una rete ufficialista del genere mandasse in onda questa pagliacciata.
Il sommo buonista dell'ovvio, come da copione, dopo aver lanciato il sasso ed aver descritto nei dettagli come funziona il cloud-seeding, facendo riferimenti storici precisi senza tralasciare le possibili conseguenze nefaste che potrebbero derivarne, ha poi ritirato la manina dicendo che lui non intedeva associare l'inseminazione delle nuvole all'alluvione e che è stato frainteso. Non solo, ha ribadito, nel solco della tradizione governativa, che lui ha sempre combattuto i complottisti ed i complottismi, e che non vuole essere associato al volgare tema delle scie chimiche.
Insomma, il tizio se la canta e se la suona, ma il bello è che afferma di non averla mai suonata e nemmeno cantata questa musica un po' stonata, o meglio, dice di averlo fatto ma che intendeva dire altro, ce l'ha cantata ma non era un canto.
Dopo aver terrorizzato in diretta il pubblico incredulo e aver soffiato sul fuoco, stuzzicando i palati di tutti noi visionari cospirazionisti, ha fatto 13 passi indietro. Eppure, le sue parole erano fin troppo chiare, chiarissime. Nessuno avrebbe mai osato pretendere tanto dalla TV, eppure ciò è avvenuto.
Stefano Massini parte con una fiaba cinese che nessuno conosceva, il Signore della Pioggia, descrivendo come questa sorta di demiurgo, con il suo cavallo alato, riuscisse ad andare sulle nuvole per scaricare l'acqua da un grande secchio e far piovere su quelle aride terre.
La metafora del signore della pioggia sarebbe già di per se' fin troppo esplicativa, ma lui non si è fermato alla simbologia del racconto, non gli bastava ovviamente, ma l'ha collegata alla nostra realtà, facendo un breve ma eloquente excursus storico sulla geoingengneria utilizzata dall'uomo da 70 anni ad oggi.
Nel suo racconto spiega come la follia dell'uomo possa arrivare a tanto, soprattutto quando non tiene conto delle conseguenze che potrebbero accadere alla natura, il tutto con esempi lampanti e dettagliati.
Al netto della storiella, una qualsiasi persona dotata di un QI minimo sindacale, si chiederebbe allora del perché di questo svelamento agli spettatori, del perché proprio ora dopo questa incredibile sciagura. Invece, in TV è passata in sordina.
Io penso di aver capito la funzione di questo losco gatekeeping.



Il sommo vate di LA7 ha avuto evidentemente carta bianca o magari un suggerimento di qualche oscuro messagero per scrivere un pezzo del genere, per aprire definitivamente e pubblicamente la Finestra di Overton su questa tematica che, in futuro, non potrà più essere taciuta. Overton studia il percorso e le tappe attraverso le quali, ogni idea, sia pur assurda e balzana, può trovare una sua “finestra” di opportunità. Qualunque idea, se abilmente e progressivamente incanalata nel circuito dei media e dell’opinione pubblica, può entrare a far parte del mainstream, cioè del pensiero diffuso e dominante. Comportamenti ieri inaccettabili, oggi possono essere considerati normali, domani saranno incoraggiati e dopodomani diventeranno regola, il tutto senza apparenti forzature.
Questa in sintesi è la motivazione del perché si sia lanciato in questa avventura distopica, ma salutata come svelatrice o, nel peggiore dei casi, non compresa.
L'indomani il vate è stato massacrato nei commenti sui social, ma anche ringraziato dagli ufficialisti, e non si capisce poi il perché, dato che il fenomeno viene comunque negato o rimosso nella mente dei più realisti del Re.
Purtroppo, in molti si sono scordati il finale della novella, dove il Massini ci ammoniva tutti sul gran finale, riguardo ad una probabile estinzione del genere umano. E tutti a grattarsi i maroni!
Un colpo al cerchio e una alla botte, forse due o tre.
Si chiude il sipario, si spengono le luci, il buonista dell'ovvio esce di scena, e le informazioni si depositano nel nostro inconscio, ci si chiede: "ma ha proprio detto così? Allora è tutto vero? Esiste la geoingegneria per inseminare le nubi, e le previsioni sono così catastrofiche? Ma non era quello che dicevano da anni i complottisti? Cosa voleva dirci?".
Pubblicità, arrivano i materassi... 
Il pubblico cambia canale, si guarda una serie, magari va a letto e domani, un domani, chissà, si dirà che in fondo lo avevamo sempre saputo.
Esiste ma non esiste, c'è ma non c'è, è giorno ma è anche notte, tutto contemporaneamente in un bel cortocircuito condiviso e accettato con il macete.
La confusione cresce, tutto potrebbe essere, ma sicuramente non c'entra con quello che è successo, ma allora perché dirlo per poi ritrattarlo? Non c'entra, si c'entra, ma però dai, non c'entra! Vero e falso, entrambe le cose.
In fondo il signore della pioggia è sempre esistito e, a questo punto, inizio a pensare che, quella nel grande secchio, non era proprio acqua. 
Inizio a pensare che sul suo cavallo alato, da quelle nubi, ci abbia sempre pisciato in testa.
L'ha fatto con il nostro beneplacito, dopo averci fatto pagare il biglietto.
E si torna così alla narrazione ufficiale conformista, come per la tanto decantata versione apocalittica di Ultima Generazione. 
Loro, i cavalli di Troia del paradigma Green e dell'ONU, le giovani avanguardie fanatiche e sacrificabili della Fontana di Trevi. Si torna a credere che tutto ciò accade perché non abbiamo l'auto elettrica e i nuovi infissi alle finestre. Ma forse erano ben altre le finestre in questione, chissà?



lunedì 22 maggio 2023

ALLUVIONE: LE GRAVI RESPONSABILITA' DI BONACCINI E SCHLEIN


I gravi errori e orrori del duo Bonaccini-Schlein sui fondi persi negli ultimi anni per la manutenzione degli argini e la messa in sicurezza del territorio, sono tristemente noti all'opinione pubblica. Questa è la vera tragedia umana e politica.
Al posto di enunciare ridicoli slogan ambientalisti d'accatto, pensiamo a tutte le opere di contenimento degli argini interrotte, messe come la polvere sotto il tappeto.

Pensate alla gravità di quello che è successo e pensate come oggi la Schlein faccia la morale a tutti, spostando il discorso, per evitare di parlare delle sue importanti responsabilità.
La Regione Emilia-Romagna poteva spendere 55 milioni di euro di fondi anti-alluvioni quando l'attuale segretario del PD era vice presidente, invece quei soldi non solo non sono stati mai spesi, ma sono stati pure restituiti al governo.
Bonaccini ora fa l'interventista sciocco, con tanto di giacca d'ordinanza, fa lingua in bocca alla Meloni come dire, "ora rimbocchiamoci le maniche e facciamo partire il paradigma Green".
Ecco, il famigerato modello Green che pensa ingenuamente alle machine elettriche (auto che in caso di abbondante pioggia imploderebbero in pochi secondi, a causa proprio delle loro fragili batterie), agli infissi delle case e altre amenità surreali e ridicole, utili solo alle speculazioni e a rimpinguare il sistema neoliberista.
Nulla dice e nulla ha fatto per impedire e contenere la tragedia. Politici come minimo poco lungimiranti e ignoranti, incapaci e arroganti.
Ecco allora la Schlein spostare nuovamente il bersaglio, lodando "Ultima Generazione", come se le loro infami invettive contassero qualcosa riguardo quello che è successo e che succederà nuovamente. "Ultima Generazione" ha il ruolo cialtrone di gatekeeping, utile a celare le vere responsabilità e le cause di determinate sciagure. Nessuno che parla in termini concreti.

Gli interventi previsti in quei finanziamenti, incautamente restituiti, riguardavano la “manutenzione ordinaria per la sistemazione della rete idrografica del bacino Lamone“, i lavori di “sfalcio, taglio vegetazione riprofilatura e ripristino sponde in frana tratti saltuari nei corsi d’acqua dei bacini del torrente Idice e del torrente Sillaro“, gli interventi “urgenti d’emergenza nei corsi d’acqua dei bacini del torrente Idice“, come quelli “nei corsi d’acqua dei bacini del torrente Sillaro“.
Figurano anche i lavori di “sfalcio, taglio vegetazione riprofilatura e ripristino sponde in frana in tratti saltuari dei torrenti Idice, Savena, Sillaro, Quaderna, Gaiana e Fossatone“, come pure quelli di “manutenzione del torrente Ravone“.
A livello nazionale invece ci sarebbero addirittura 8 miliardi di euro di fondi anti dissesto che non sono mai stati spesi e che sarebbero dovuti essere spesi entro il 2023.
L’alluvione ha devastato intere città con 23 i fiumi esondati, 280 frane e oltre 400 strade interrotte. I comuni colpiti dall’alluvione sono 41 e oltre 20mila gli sfollati soprattutto dalle province di Bologna, Forlì-Cesena e Ravenna.
Questo è il risultato di anni e anni di governi di sinistra e di destra che non hanno investito nella prevenzione e cura del territorio.
Ora bisogna investire in un grande piano di riassesto idrogeologico.
STOP alle esternalizzazioni dei servizi, sempre al ribasso, e messa a punto di tutto il territorio, manutenzione periodica e capillare, STOP disboscamenti e speculazioni edilizie nei pressi dei fiumi e in zone a rischio. E, soprattutto, STOP a qualsiasi Austerity economico-politica. Torniamo a pensare al bene pubblico, alla collettività, finiamola con il peloso cosmopolitismo progressista che abbandona le comunità martoriate.
Cara Europa, caro Governo, ora mettete mano al portafoglio, perché ci sono diverse decine di miliardi di euro da spendere subito.
Lasciamo perdere il Ponte sullo stretto di Messina, STOP all'invio di armi, per quanto poche, all'Ucraina e basta ipocrisie.
La triste immagine dell'elicottero precipitato nelle torbide acque è un po' il simbolo della decadenza del bel paese e dell'infausto destino che l'attende.






lunedì 15 maggio 2023

FEDELTA' ALLA ROSA (ANGELO IZZO E IL BATTESIMO DI SANGUE)



«Una vergine diciassettenne per "iniziare" una decina di fratelli alla Rosa Rossa, con un rito di sesso e di sangue, per poi sacrificarla».
Come sostenevo tempo fa, la Rosa Rossa, da tematica relegata a 4 complottisti un po' pazzi, sta diventando realtà mainstream.
I media per la prima volta parlano esplicitamente di RR in correlazione a diversi misteri e delitti degli ultimi 50 anni.
Vengono riesumati il caso Orlandi e il caso Erba su Italia1.
Poi è la volta del giornalista Purgatori e del magistrato antimafia Mignini su La7, riguardo al Mostro di Firenze, dove viene fuori il nome della RR, idem per il caso Pantani che torna alla ribalta.
Dulcis in fundo, Angelo Izzo (che in realtà aveva sempre parlato, ma non veniva ascoltato) nelle confessioni che ha raccolto la brava giornalista Ilaria Amenta nel libro "IO SONO L'UOMO NERO".
Oggi Izzo, in termini più chiari e precisi rispetto al passato, ci racconta lo scenario completo del Circeo e l'iniziazione di sangue alla Rosa Rossa di una decina di Fratelli.
Evidentemente, la guerra in corso è sempre più rumorosa ai piani alti, e non è finita qui, si aprono gli armadi, possiamo scorgere qualche scheletro ammuffito e, comunque, ne vedremo delle "belle"...



Dal Corriere della Sera: "Izzo e il racconto della setta della Rosa Rossa"
di Alessandro Trocino

Leggere i memoriali di Angelo Izzo ha tolto il sonno a lungo all’autrice di «Io sono l’uomo nero», Ilaria Amenta, giornalista Rai. Ci sono brani che tolgono il fiato. 
Come questo: «Gli stupri per lungo tempo furono per alcuni di noi una specie di hobby cui ci dedicavamo con una frequenza diciamo settimanale». Scrive Izzo che di «sfasci» (come chiama le violenze sessuali) ne commettevano talmente tanti che «era difficile distinguere le orgette con le nostre schiave sessuali, magari consenzienti, dagli stupri veri e propri».
«Ero nel cuore dell’odio: quando uccidevo, mi eccitavo».
Un gruppo di ragazzi, di adolescenti, della buona borghesia di piazza Euclide, a Roma, che prova l’ebbrezza del potere, del dominio, del sopruso sopra una donna. 
Izzo racconta: «In quelle situazioni sfogavo molto più che la mia libidine compulsiva. Provavo qualcosa di ben più profondo e mostruoso che mi albergava dentro e che sentivo premeva per irrompere. Ero nel cuore dell’odio, un po’ le stesse sensazioni che ho provato uccidendo. Quando uccidevo mi eccitavo»
Gli stupri che racconta qui precedono di un anno e mezzo il massacro del Circeo del 1975 e valgono al gruppo una prima condanna a due anni e sei mesi di carcere. 
Il tribunale scrive che i condannati hanno dimostrato una insensibilità che lascia sgomenti. Dopo sei mesi, però, i tre tornano in libertà con la condizionale. C’è una frase, in sentenza, che farà molto discutere, dopo il massacro del Circeo: «Gli imputati, tutti di ottima famiglia, una volta usciti dal carcere imboccheranno la strada giusta».
È una vicenda, quella di Izzo, che mette a dura prova la fiducia nel carcere non come strumento punitivo ma di reinserimento sociale. E nelle misure alternative come metodo per recuperare alla società chi ha commesso un reato. Ma qui siamo oltre, siamo in un territorio che evidentemente invade la sfera di una psiche malata e che non può essere usato per togliere valore agli strumenti che negli anni ’70, dalla legge Gozzini in poi, furono usati per evitare che il carcere diventasse criminogeno.

«Di ottima famiglia»
Quella sentenza, però, dice un’altra cosa. Dice che chi è «di ottima famiglia» è più facile da recuperare. Ottimismo classista che mette i brividi. Invece - scrive Amenta - «Per Izzo e i suoi compagni di ‘orgette sessuali’ la donna è un pezzo di manzo, un giocattolo, una “cosa” per sfogare gli istinti animali, lo avete letto, accontentata la bestia…, un passatempo, un hobby appunto». Molti anni dopo, nel 2004, Izzo fu liberato e l’anno dopo uccise ancora due donne, a Ferrazzano. Perché, scrive nel diario, «avevo pure collaborato con la giustizia, ma l’ho fatto per uscire, per poi tornare a commettere reati di fuori. Non ho mai voluto fare altro»«Ho stuprato anche maschi, sono femminista».
Izzo si prende gioco di tutto, impone la sua morale distorta in una lettura paradossale della realtà. Gli anni ’70 sono gli anni del femminismo, del tentativo della donna di riacquistare il dominio sul proprio corpo e l’uguaglianza con gli uomini. Izzo stupra, sevizia, uccide donne, ma si proclama femminista: «A pensarci bene, anche il fatto che ho ucciso svariate donne potrebbe voler dire, paradossalmente, che io non faccio differenze di genere. E davvero non faccio differenze, perché mi è assolutamente indifferente uccidere un uomo o una donna, e perché, come facevano gli unni, quando mi è capitato, non ho mai esitato a stuprare anche qualche maschietto. Odio la società patriarcale e mi dispiace per le femministe, che così perdono un facile bersaglio per le loro polemiche, ma probabilmente sono molto più femminista di loro. Per me, uomini e donne hanno esattamente gli stessi diritti e gli stessi doveri».

Neofascisti, massoni e satanisti
Il libro di Amenta (qui l’introduzione, nella Rassegna del Corriere) è uno schiaffo, ma anche uno squarcio inedito della storia dei «drughi pariolini». Non un gruppo di ragazzi deviati che imitano solo Arancia meccanica, ma una vera setta, la Rosa Rossa, che unisce neofascisti e massoni, notabili e satanisti.
Due mesi prima del delitto del Circeo, scompare Rossella Corazzin , allora appena diciassettenne, proprio come Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, le due donne massacrate al Circeo (Colasanti riuscì a sopravvivere). La ragazzina sparisce a Tai di Cadore, dove era in vacanza con i genitori. L’unica traccia che lascia sono alcune lettere nelle quali accenna di aver conosciuto un certo “Gianni”. Nel 2016, dopo quasi mezzo secolo, Izzo riferisce al Procuratore di Belluno che Rossella Corazzin fu sequestrata da una banda di stupratori, portata sul lago Trasimeno, violentata e uccisa. 
Il magistrato non gli crede ma nel 2022 la commissione Antimafia dice che il suo racconto è credibile. Nel memoriale pubblicato da Amenta, Izzo racconta i dettagli.

Il mostro di Firenze
Il rito di iniziazione, secondo la ricostruzione di Izzo, avvenne intorno a un tavolo della villa del medico perugino Francesco Narducci, rampollo di una nota famiglia dell’alta borghesia fortemente legata ad ambienti massonici, il cui nome compare negli atti delle indagini sul mostro di Firenze e scomparso nel nulla nel 1985. «Noi vestiti con tuniche bianche con cucita su una rosa rossa, abbiamo a turno violentato la ragazza e quindi “iniziato” una decina di noi, trasformandoli in adepti, fra cui Andrea Ghira»
Izzo descrive Narducci come «un camerata, un figaccione, biondino, belle moto, belle auto, sempre elegante con cui avevo stretto una bella amicizia. Partecipammo insieme anche a riunioni e convegni massonici e di gruppi di estrema destra».

L’iniziazione
Izzo, racconta Amenta, aveva sentito parlare per la prima volta di questo Ordine della Rosa Rossa e della Croce d’oro da Julius Evola e poi da un monsignore del Vaticano. Glielo descrissero come una setta molto potente para-massonica, la fratellanza Rosacroce, gli eredi dei Templari. Ed è così che i «drughi pariolini» vengono iniziati alla Rosa Rossa, in una villa di Firenze: «In questa specie di villa medicea impura, ci furono presentati, come padroni di casa, un anziano fiorentino di antica nobiltà, che intrattenendoci ci raccontò che Dante Alighieri era un Rosacroce, un paio di anziani medici, un professore di chiara fama, un noto politico e soprattutto fummo raggiunti da un giovane uomo, che ci fu detto essere un gran maestro dell’Ordine della Rosa Rossa. Aveva due occhi inquietanti, abbronzato, capelli neri ricci, alto e molto elegante. Ci fu detto che era un massone del 33°, il massimo livello della massoneria».

Il «Re del male»
La disponibilità all’omicidio è il primo compito assegnato: «Uccidere per evocare potenze dell’aldilà, uccidere per acquisire forza. Uccidere per procurarsi sangue e feticci che servivano per altre potenti pratiche esoteriche, oltre che per le evocazioni. Parlammo anche del sesso come mezzo per ottenere poteri alchemici e per attrarre nella setta uomini potenti e viziosi che una volta entrati nella setta ci avrebbero favorito in tutto e per tutto»
Izzo entra quindi nella setta, con un rito descritto nei dettagli, che prevede un nuovo stupro. Ma poi racconta: «Io che sono un vero Re del male potrei mai obbedire a questo santone di provincia? E immaginai la scena dell’uccisione del maestro: la mia spada di fuoco che calava rapida e silenziosa alla base del suo collo e io che alzavo la sua testa sanguinante e bevevo il sangue che sgorgava copiosamente dalla vena giugulare esterna».

sabato 13 maggio 2023

LA PIRAMIDE DELLA ROSA ROSSA



ALLA SCOPERTA DELLA ROSA
Siamo nel pieno di uno scontro epocale a livello esoterico, che si riflette in campo geopolitico, economico e culturale.
Questa manifesta guerra di mondi, a differenza del passato, ci permette di conoscere diversi scheletri nell'armadio dell'una e dell'altra fazione belligerante, addirittura dai media mainstream. Ultimamente si è parlato di omicidi mediatici e di errori della giustizia, abbandonando la narrazione ufficiale solitamente colpevolista e superficiale, abbracciando curiosamente l'impostazione della controinformazione degli ultimi decenni. Sono così tornati in auge molti casi come quello della Orlandi, il caso Erba, il caso Pantani e ancora una volta le vicende del Mostro di Firenze. Soprattutto, è tornato fuori il nome della Rosa Rossa.
La prima persona che ha parlato di omicidi rituali e di Rosa Rossa è stata Gabriella Carlizzi, già consulente dei Servizi Segreti, in contemporanea con Giuseppe Cosco, "Investigatore privato, direttore del Centro di Intelligence e di Investigazioni Speciali".
Successivamente, sempre riguardo alla matrice esoterica dei mandanti del MdF, il Capo della Squadra Mobile, oggi scrittore, Michele Giuttari ed il PM Giuliano Mignini.
Nel 2008 fu la volta dell'Avvocato Paolo Franceschetti che rese di dominio pubblico le tematiche degli omicidi rituali, scrivendo ben 3 libri sulla Rosa Rossa, oltre a innumerevoli conferenze ed articoli sul suo blog.
Un altro nome che ne ha sempre parlato, ma dall'altra parte della barricata è Angelo Izzo, serial killer e personaggio ambiguo, ma molto informato sulle trame oscure della strategia della tensione, trait d'union fra ambienti dell'estrema destra, P2, Rosa Rossa, massoneria e magistratura deviata, dagli anni 70 ad oggi.
Personaggio utilizzato sia come killer, sia come candidato manciuriano, sia come depistatore, ma anche come informatore, essendo interno a certi mondi.

QUALE ROSA ROSSA?
Il nome Rosa Rossa uscito per la prima volta nelle cronache giudiziarie delle vicende del MdF, non è affatto leggenda, ma realtà della cronaca giudiziaria.
Personalmente, non ritengo riguardi esclusivamente "L'Ordine della Rosa Rossa e della Croce d'Oro", inteso come Ordine Interno della società magico-iniziatica Golden Dawn dell'800. Sono convinto che quello sia solo il primo livello del labirinto, ma non tutta la verità completa.
Mi spiego meglio, "L'Ordine della Rosa Rossa e della Croce d'Oro" nella sua storia ha avuto adepti implicati in delitti rituali, essendo, nel bene o nel male, una sorta di terra di mezzo di poteri occulti dell'epoca vittoriana, nonché il massimo epicentro della cultura iniziatica e delle migliori menti di fine 800, ma la Rosa Rossa odierna è qualcosa di ben più ampio, diverso e transnazionale.
Per "Confraternita della Rosa Rossa" non intendo quindi una specifica Società Segreta, ma qualcosa di molto più grande e complesso. Lo stesso David Icke parla di "Ordine della Rosa" come una sorta di deepstate globalista che si occupa di stragi e delitti di ogni tipo, e non solo come specifica realtà iniziatica. Un network di più entità che condividono interessi e agende comuni.
Rosa Rossa è il nome di questo cerchio magico, di questa sovragestione, di questo contenitore variopinto che oscilla tra reparti deviati dei Servizi Segreti, mafie, massonerie spurie, sette sataniche, che però utilizza la stessa grammatica esoterica, lo stesso linguaggio operativo, mutuato dalla tradizione secolare rosacrociana e, nello specifico, dall' "Ordine della Rosa Rossa e Croce d'Oro", pur essendo altro rispetto ad esso, probabilmente il suo aggiornamento 2.0, insieme a tante altre organizzazioni di diversa natura.
Questo a prescindere siano stati implicati o meno, nelle vicende del MdF, personaggi appartenenti all'Ordine originale, ancora esistente e più volte rifondato.
Il nome Rosa Rossa, inteso nell'accezione moderna, è quindi più un "sistema", un codice operativo. Quello che conta alla fine, più che il nome, è il concetto di base dietro a questa ideologia criminale, è come opera, come si inserisce nella nostra storia repubblicana, come è parte integrante delle stanze del potere, attraverso le sue innumerevoli infiltrazioni nelle Forze dell'Ordine, nella Magistratura, nel giornalismo, i suoi retaggi culturali magico-esoterici e cerimoniali.
Il PM Mignini intervistato recentemente su LA7 indica un'altra entità di questo network del crimine rituale, a suo parere ancora più pericolosa e potente. L'ONA, detto anche "Ordine dei 9 Angoli".
La realtà della Rosa Rossa, che io chiamo anche la Gladio degli omicidi rituali, venne fuori anche nelle vicende del povero Marco Pantani e più nell'ombra, tramite la sua simbologia, in quasi tutti i casi degli ultimi 40 anni. Ricordiamo Cogne, Meredith, Yara Gambirasio, Sara Scazzi, Garlasco, Melania Rea e tanti altri.
Oltre a queste terribili vicende, personalmente, aggiungo il "Caso Alinovi" che trattai diversi anni fa e che purtroppo è finito nell'oblio, pur essendo stato con il MdF, uno dei primi casi moderni della fantomatica Rosa Rossa.



I 7 LIVELLI DELLA PIRAMIDE
La piramide degli omicidi mediatici, potrebbe essere così suddivisa:
1° LIVELLO: Rosa Rossa (Network a ragnatela di società segrete magico-esoteriche deviate, culti satanisti, culti religiosi e massonici deviati, atti a creare omicidi rituali da veicolare sui media per ragioni di controllo sulla psicologia di massa e individuale, di ordine magico-cerimoniale, egregorico, ma anche politico, geopolitico, militare, di distrazione di massa)

2° LIVELLO: Servizi Segreti Nazionali e Internazionali (Reparti Speciali/Contractor/Infiltrati, ma anche killer delle mafie, utilizzati come braccio operativo)

3° LIVELLO: Magistratura (Magistrati corrotti, ricattati e/o appartenenti al Cerchio Magico per sistemare processi e accusare innocenti)

4° LIVELLO: Politica (Politici che fanno da collante con i diversi livelli, utilizzati per depistare e fare distrazione di massa)

5° LIVELLO: Media (Giornalisti/Giornali/TV interni al Cerchio Magico adibiti alla propaganda mediatica, spesso rivolta al capro espiatorio prescelto)

6° LIVELLO: Capri espiatori (Innocenti messi alla gogna e condannati per delitti che non hanno commesso e/o parzialmente coinvolti o ricattabili dai Livelli Superiori)

7° LIVELLO: Opinione pubblica (Plagio emozionale per indirizzare il pensiero collettivo, atomizzandolo e per ristabilire i ruoli sociali in campo, per alimentare l'odio e l'astinenza da rogo dei benpensanti, per alimentare collaborazionisti inconsapevoli tra le persone comuni)

Esiste un ulteriore livello teorico, il numero 0.
Il livello 0 è un po' come la parte della piramide tronca, è inerente all'aspetto più metafisico,
Questo livello non è umano, è una forma pensiero che prende vita, alimentata ed evocata dal rito sacrificale. Questo conferisce o conferirebbe potere a chi ci crede, come a chi lo pratica da millenni. Più alta è la qualità del corpo sacrificale, maggiore è il potere di controllo da esercitare sulla psicologia di massa o per ottenere eventuali benefici personali.


STORIA DI UN RITO
Il Mostro di Firenze è l'archetipo, il modello originale dal quale scaturiranno tutti gli omicidi mediatici importanti veicolati dal sistema negli ultimi 50 anni. Nell'incredibile ed infinita storia di questo caso, rientrano visibilmente tutti i livelli enunciati sopra, attraverso una fitta documentazione a livello processuale, occultata, parzialmente taciuta e depistata dai media.
Il Mostro di Firenze è stato mutuato dal suo alter ego Zodiac negli USA, caso mediatico di fine anni 60. Sempre in America in quel periodo ci furono gli efferati omicidi attribuiti alla setta di Charles Manson, con l'omicidio dell'attrice Sharon Tate, moglie del regista Roman Polanski. Veri e propri sacrifici rituali accaduti curiosamente dopo l'uscita del film RoseMary's Baby, che parlava proprio di sette sataniche e svelava l'arcano riguardo a questa realtà. Fin dal titolo del capolavoro di Polanski, gli elementi simbolici della rosa abbondano.
I primi omicidi sacrificali documentabili, invece, risalgono agli omicidi della Rosa Rossa di fine 800, come quelli della storia di "Jack Lo squartatore", di "Dottor Jeckil e Mr Hyde", opere scritte da appartenenti alla Confraternita dell'epoca, da sempre a conoscenza di certe dinamiche occulte. Il romanzo è spesso usato come metafora di questa realtà.
Gli omicidi mediatici sostituiscono ed aggiornano il Rito di Sangue ancestrale, da sempre esercitato dal potere in ogni sua espressione politica e religiosa, ovunque nel mondo antico.
Un tempo erano tutte le Chiese diversamente declinate (in parte ancor oggi), le sedi adibite alla liturgia nera, dopo la Rivoluzione Industriale dell'800, dopo l'Illuminismo ed il Positivismo, altri poteri magici, prima all'ombra di ogni sistema, sono riemersi diventando loro i registi principali di certi eventi.
La magia è confluita nella tecnologia, formando i moderni Servizi Segreti, espressione dei Guardiani del nuovo Oracolo, implementandosi con il complesso militare, occupando le stanze dei bottoni delle Corporation, nuove mecche che hanno sostituito le tradizionali monarchie, relegandole apparentemente all'oblio.
Magistratura, Media, Forze dell'Ordine, criminalità organizzata, terrorismo, sono state talvolta infiltrate, cooptate, strumentalizzate, eteropilotate dal 1° Livello, come una piovra.
La mafia stessa è organizzata allo stesso modo ed è l'espressione più visibile di questi rapporti di forza tra potere occulto e società civile.
Lo scopo è uno solo, sempre lo stesso, il mantenimento del potere, la difesa dell'oracolo, il controllo delle masse, soprattutto, in tempi "democratici", dove l'aspetto mistico-rituale non potrebbe essere accettato come in passato, quindi viene esercitato sotto altra forma più sofisticata e celata.
L'infiltrazione a piovra nella società e la conoscenza sapienziale antica, ne conserva il potere, così da poter traslare da un sistema politico o religioso ad un altro.
Ciò che preserva il potere della Confraternita è la conoscenza della natura umana, del cosmo, delle arti magiche, contrapposta alla fede, all'ignoranza delle masse sacrificabili.
Il rito evoca entità dal basso astrale, conferisce ordine e gerarchia sociale.
Il rito è come il bastone del pastore che guida il gregge di pecore, è il fluato magico che ipnotizza serpenti e passanti, una metodologia magico-esoterica che identifica i ruoli sociali e sessuali.
Non può esistere sistema politico completamente scevro dal rito di sangue o da un certo tipo di propaganda inerente al sacrificio, in primis perché fa parte del retaggio ancestrale dei popoli, poi perché i livelli magici e politici che da millenni comandano sono da sempre transnazionali, gerarchici, invisibili, ma soprattutto sono a conoscenza della manipolazione della psiche.

TRA MAGIA E CAPITALISMO
La nostra società consumista e materialista è terreno fertile per il rinnovato culto magico, proprio perché apparentemente scevra da sovrastrutture religiose. Una tabula rasa sulla quale riscrivere nuovi dogmi fideistici. Non a caso la società scientista, nata nella rivoluzione industriale, ha sostituito i vecchi apparati tradizionali, creando nuove forme di culto e di controllo sui popoli. Il passaggio di consegne è avvenuto nell'800 tra religione e capitalismo.
Nel massimo albore post-illuminista e positivista, paradossalmente, rifiorirono tutte le società magiche di un tempo, un ginepraio di nuove sette e nuovi bisogni religiosi si fecero strada sulle macerie del dominio cattolico millenario. Il modernismo illuminista, suo malgrado, ha decisamente rafforzato l'aspetto misterico ed esoterico, al contrario di quanto si possa pensare. Il pensiero magico ha trovato nuove frontiere per continuare a svilupparsi ed essere talvolta strumento di abili burattinai.