martedì 1 ottobre 2024

BAMBINI, NON BAMBIN*



Il 28 settembre 2024 all'Università di Roma TRE era programmato un fantomatico laboratorio per BAMBIN* trans (dai 5 ai 14 anni). Dopo diverse alzate di scudi, talvolta con argomenti reazionari e fallaci, talvolta con argomentazioni di buonsenso, pare sia stato momentaneamente cancellato.
Intanto, il famigerato uso dell'asterisco dal valore neutro! L'impronunciabile oscenità del neolinguaggio che, in punta di piedi, i think tank neoaristocratici stanno instillando nel sottobosco culturale, è da rigettare al mittente.
Poi, la necessità di trattare una tematica indotta, di cui nessuno sentiva il bisogno, ovvero,
le storie di "vita vissuta" di presunti bambini trans a partire dai 5 anni in avanti.
Provate allora ad immaginare quale bagaglio di esperienze possa avere accumulato un bambino così piccolo. Fino a pochi anni prima girava sul passeggino, mentre oggi si percepisce fluido, pronto a raccontare al mondo i suoi traumi a causa della disforia di genere.
Cosa significa essere bambini trans? Bambini maschi che si sentono femmine e/o viceversa, che fin dall'asilo pensano di vivere in un corpo estraneo? Bambini che affermano con sicumera il loro diritto ad essere fluidi come un adulto?
I bambini non hanno una maturità sessuale ben definita, la sviluppano nel corso del tempo, esperienza dopo esperienza, scontrandosi con il mondo, affermando la propria personalità, le proprie idee, diventando persone adulte, sviluppando infine un'orientamento, qualunque esso sia.
Ci sono cosiddetti adulti con problemi di identità, figuriamoci se può esistere una personalità già formata a quell'età.
Il problema poi non è tanto l'identità sessuale di un bambino, ma l'intervento coercitivo degli adulti nel voler determinare una situazione prestabilita, attraverso un laboratorio ideologico.
Li si vuole accompagnare in un percorso fatto di farmaci che bloccano lo sviluppo?
Questo è lo scopo ultimo, questo è l'interesse di certe entità?
Lasciateli sperimentare e sbagliare nel corso tempo, lasciateli liberi anche dalle smanie di certi genitori oppressivi e patogeni che si sostituiscono alle loro scelte. Non imbrigliateli nelle vostre paure, nelle vostre masturbazioni piccolo borghesi progressiste, non influenzateli, solo in questo modo conosceranno le loro reali pulsioni e il genere di appartenenza.
I bambini hanno sicuramente una grandissima curiosità, anche sessuale, ma va lasciata libera di manifestarsi senza INTERFERENZE ADULTE.
La volontà capziosa di creare dall'alto contenitori di genere, in base ai programmi discussi in certi salotti filantropi e, poi a cascata, modulati nella società civile, nelle scuole, nelle università, negli ospedali, è indicativa di una certa ideologia liberista che ha la necessita di plasmare l'uomo neutro che sarà.

Tutto deve rispondere a protocolli prestabiliti, allora guai se parli di sviluppo naturale dell'individuo.
La parola NATURA nel neolinguaggio diventa sinonimo di conservatorismo, di misoginia, di transfobia. Guai ad usare certi termini così "patriarcali", e se iniziano a risultare obsoleti, significa per logica conseguenza che siamo pronti ad accettare una frontiera post-umana. L'umano è il vecchio, il transumano rappresenta la rivoluzione, la sua impellente e repentina trasmutazione.
Un'ideologia prometeica che necessita di un popolo di malati da guidare, da imbozzolare, al quale viene negato il superamento di qualsiasi frustrazione, l'avallo di un delirio di onnipotenza.
Le fasi della vita possono essere saltate e byapassate da farmaci invasivi, attraverso la folle volontà di intervenire sullo sviluppo psicofisico fin dalla tenera età, perché oggi è politicamente corretto accogliere certe ideologie senza alcuna critica.
L'uomo neutro adulto del futuro potrà solo sublimare, per il resto ci penserà l'autorità vigente. Questo è il triste miraggio nella formazione del neocittadino apolide ed atomizzato, da domani pure frizzato nello sviluppo psico-fisico.
Ogni occasione è buona per creare bisogni indotti, fatti passare in maniera artificiale per libertà, per diritti civili, ma che tali non sono.
Se al giorno d'oggi vuoi avere fondi per sperimentare qualsiasi distopia dal sapore mengheliano, devi sposare determinate tematiche e proporle come impellenti necessità dei tempi moderni.
Mi piacerebbe vedere la stessa verve illuministica riguardo l'aumento degli stipendi degli insegnanti, nell'investimento in edilizia scolastica, nella creazione di classi meno affollate, di laboratori musicali e artistici, in attività sportive e ludiche.
Invece no, la modernità ci impone il tema dei BAMBINI TRANS, tema che, diciamocelo, esiste solo nel cervello di certi demagoghi che rispondono a specifiche entità sovragestionali.
I desideri di certi pensatoi sono quelli di ufficializzare e far accettare da un lato il bambino ipersessualizzato, come fosse maggiorenne (legittimando indirettamente anche la pedofilia? Non so, mi sorge un dubbio), dall'altro di indurre un sentimento nichilista di assenza di identità, in quanto potenzialmente fluida, visioni ideologiche che andranno a rieducare a livello sottile il cittadino e la psicologia di massa del futuro.
La catalogazione ISO-9000 degli orientamenti di genere è qualcosa che attiene ad uno Stato etico. Un tempo si operava con la censura, oggi si tende a saturare il desiderio, ottenendo lo stesso scopo di controllo e di annullamento delle rispettive e molteplici identità, altro che affermare una chiara identità. La volontà non detta è quella di perseguire una lenta ed inesorabile disgregazione delle soggettività, sostituendosi attraverso una propaganda ambigua ed un relativismo radicale.

Operando falsamente nell'ampliare il raggio delle declinazioni degli orientamenti, si ottiene l'effetto contrario, quello di reprimere e schiacciare la naturale maturazione della propria sfera sessuale, dell'eros, infine, dell'amore.
Il termine AMORE è oramai un vecchio arnese in disuso, è diventato un concetto "pornografico" e scorretto all'interno del neo-moralismo positivista, un sentimento troppo passatista che deve essere bandito, meglio rifondare i generi, un po' come accade per le sovranità nazionali, in nome di un presunto nuovo ordine planetario ancora più pervasivo.
Quando è lo status quo a voler normare la nostra sessualità, plasmando il pensiero a partire dai 5 anni, c'è da rabbrividire, perché questo è solo il primo passo di una evidente forma di controllo neoreligioso che riguarda gli aspetti più profondi della nostra vita.
Il catalogo di Stato dei sessi e delle loro relative manipolazioni non renderà libero nessuno, invero, opera nel senso diametralmente opposto.
Tutte le nostre pulsioni sono condizionate dall'esterno, qualunque esse siano.
Esiste una certa percentuale genetica di innatismo, ma per il resto siamo il prodotto di una rielaborazione personale dell'ambiente, delle esperienze vissute che condizionano la nostra realtà.
I bambini a maggior ragione, proprio perché sono in fase di sviluppo, sono fortemente condizionabili. Possono imparare a replicare dall'ambiente circostante, scimmiottando bullismi macisti, come possono credere di percepirsi fin dai 5 anni, diversi dal proprio sesso biologico. Il tema non è se ti piacciono i maschi, le femmine o entrambi, basterebbe una normale e sana educazione civica che insegni il rispetto e la convivenza nella diversità di sensibilità e di sentimenti, il problema è l'induzione pelosa e coercitiva che, dal pulpito cattedratico di certe eminenze biopolitiche, si propone come nuova etica per ben altri scopi.
Lasciate in pace i bambini, non tirateli per la giacchett*, saranno loro da grandi a scegliere i rispettivi e sacrosanti orientamenti sessuali, qualunque essi siano, senza bisogno dell'aiutino dall'alto di contenitori burocratici e neoreligiosi, senza inutili protocolli e programmi demenziali da seguire.
Soprattutto, chiamiamoli BAMBINI non BAMBIN*.
Basta con questo linguaggio autoritario e distopico, avete rotto il cazz*...