venerdì 30 settembre 2011

LA COSPIRAZIONE DELLA ROSA DEI VENTI !!! IERI, OGGI E DOMANI...




E' LA PRIMA VOLTA CHE PRENDO UN ARTICOLO DA UNA FONTE UFFICIALE COME WIKIPEDIA, DI SOLITO EVITO E SONO CONTRARIO, MA IN QUESTO CASO RIASSUME BENE LA STORIA DELLA ROSA DEI VENTI, DANDO SPUNTI PER UN'EVENTUALE APPROFONDIMENTO PERSONALE...
E' INTERESSANTE IL NOME, LA TIPOLOGIA DELL' ORGANIZZAZIONE, I COLLEGAMENTI, LA PIOVRA ED I SUOI TENTACOLI... E' INTERESSANTE CHE SIA LO STESSO SIMBOLO DELLA NATO, SIMBOLO CARDINALE MARITTIMO CON IL SUO EPICENTRO SITO A MALTA, SIMBOLO RUBATO ALLE SOCIETA' SEGRETE MILLENARIE, SIMBOLO DELLA BANDIERA TEMPLARE D'INGHILTERRA, SIMBOLO DELL'ESTREMISMO DI DESTRA, SIMBOLO ANCHE DEI GIOVANI DELLA "DESTRA", ODIERNO PARTITO DI STORACE, CHE ASSIEME ALLA FIAMMA DELLA SEMIRAMIDE DEL LOGO, IMMAGINE RUBATA AL CAPPELLO DEI CARABINIERI, PRESENTA LA ROSA IN UN PASTONE DI SIMBOLI ESOTERICI DA RASENTARE IL RIDICOLO...
E' UNA VARIANTE DELLA CROCE TEMPLARE, IN ASSETTO DA GUERRA... :-)
E' INCREDIBILE NOTARE COME L'MSI, DA ALCUNI TACCIATO COME UNICO PARTITO "PURO" DELLA VECCHIA REPUBBLICA, SIA STATO IN REALTA' LO STRUMENTO POLITICO PRINCIPE DELLA NATO IN ITALIA, MA ANCHE DELLA MASSONERIA NERA CHE PRENDEVA ORDINI DAI PIANI ALTI DEI RITI SCOZZESI ANGLOFONI...
GUARDIAMOCI IN QUESTO VIDEO COSA DICEVA UN TEMPO IL CAMERIERE DEGLI AMERICANI, TIPICO KAPO' DEL PARTITO FASCISTA, AMANTE DEI COLONNELLI GRECI... DISCORSI MOLTO SIMILI A QUELLI DI GELLI, MA ANCHE DEI REPUBBLICANI AMERICANI...




La Rosa dei venti fu un'organizzazione segreta italiana di stampo neofascistaQuasi certamente legata al tentativo di colpo di Stato denominato "Golpe Borghese", ha annoverato nelle sue file esponenti di primo piano come Junio Valerio BorgheseStefano Delle Chiaiee altri membri e simpatizzanti della destra eversiva italiana, oltre ad alti membri delle forze armate e dei servizi segreti. Probabile era inoltre un legame con i servizi segreti della NATO. L'esistenza dell'organizzazione fu portata alla luce da un'inchiesta incominciata nell'Ottobre 1974 della magistratura di Padova, nel nome del giovane magistrato Giovanni Tamburino.
Nello stesso mese Tamburino ordinò l'arresto di Vito Miceli, capo del Servizio Informazioni Difesa (ex SIFAR), ma la Corte di Cassazione renderà vano il lavoro del magistrato portando al trasferimento del dibattimento dalla città veneta a Roma. Come sostiene il noto storico Paul Ginsborg, la scelta non sembra casuale dato che la magistratura romana si dimostra «meno tenace di Tamburino nel proseguire le indagini». In un secondo momento inoltre, il pubblico ministero Claudio Vitalone invocherà il segreto di stato e sulla questione cadrà il silenzio. Arnaldo Forlani a La Spezia (Novembre 1972) disse pubblicamente che vi erano prove che la vicenda fosse «il tentativo forse più pericoloso che la destra reazionaria abbia tentato e portato avanti dalla Liberazione ad oggi».
Va inoltre fatto notare che erano noti i legami fra la famiglia Miceli e la Mafia, come mostrano i documenti delle commissioni parlamentari contro l'organizzazione criminale. “Ricevetti un ordine di un mio superiore militare appartenente all’organizzazione di sicurezza delle forze armate, che non ha finalità eversive ma si propone di proteggere le istituzioni contro il marxismo. Questo organismo non si identifica con il SID. Mi risulta che non ne facciano parte solo militari ma anche civili, industriali e politici. soltanto un vertice conosce tutto e ai vari livelli si rinvengono dei vertici parziali. Tale organizzazione è militare, ma ce n’è una parallela di civili. Al vertice dell’organizzazione militare stanno senz’altro dei militari; non posso dire che si tratti della vecchia struttura di De Lorenzo: io posso conoscere un superiore e un inferiore a me, niente di più.  L’organizzazione serviva a garantire il rispetto del potere vigente e dei patti NATO sottoscritti riservatamente, nonché del regime sociale ed economico indotto da tali strutture. La filosofia ispiratrice è quella dell’appartenenza dell’Italia al blocco occidentale inteso come immutabile, mobilitato permanentemente contro il comunismo e finalizzato ad impedire l’ascesa alla direzione del paese da parte delle sinistre” (Amos Spiazzi, verbale 4 e 12 maggio 1974)
Si afferma oggi con sicurezza e senza perifrasi che la Rosa dei Venti sia stata un'organizzazione paragonabile a Gladio, una sorta di filiale locale di un servizio di intelligence NATO operante parallelamente —e su un piano superiore— rispetto ai servizi ufficialmente riconosciuti. Di questa realtà iniziatica si vuole vedere un riflesso nel provvedimento con cui nel 1978 la Corte di Cassazione tolse a Giovanni Tamburino  la titolarità dell'indagine che minacciava di violare il mistero dell'apparato in esame. La vicenda investigativa nasce fortuitamente cinque anni prima.
Giampaolo Porta Casucci, un medico di La Spezia, un personaggio eccentrico che ostenta un folclore neonazista, venuto inspiegabilmente a conoscenza di numerose informazioni sulla Rosa dei Venti, ne aveva dettagliatamente riferito alla questura della sua città, depositando una sorta di versione aggiornata del Piano Solo. Tale iniziativa aveva destato un'imbarazzata sorpresa nell'ufficio di polizia, un cui funzionario, Rodolfo Venezia, si era precipitato a Roma per ottenere istruzioni su un affare di evidente delicatezza. L'approfondimento portò dapprima alla ribalta tre nomi di un certo spessore militare: generale Francesco Nardella, già comandante dell'Ufficio guerra psicologica di FTASE Verona; il suo successore in tale incarico tenente colonnello Angelo Dominioni; tenente colonnello Amos Spiazzi, vicecomandante del secondo gruppo artiglieria da campagna  e comandante del relativo «Ufficio I». Una delle prime fonti (1974) che teorizzò apertamente il collegamento tra Rosa dei Venti ed USA —pur senza addurre elementi a sostegno di tale congettura— fu la rivista L'Espresso. Sul piano giudiziario, si cominciò ad aprire uno squarcio di luce nel marzo dello stesso anno, quando l'inquisito Roberto Cavallaro iniziò a collaborare con i giudici di Padova. Cavallaro è un'altra figura piuttosto originale. 
Dopo aver vissuto l'esperienza del Sessantotto francese, per un qualche periodo era stato attivista sindacale, prima nella CISL e poi nella CISNAL. Nel 1972, dopo un breve idillio con l'MSI, era passato a posizioni più radicali, fondando (con altri) un'organizzazione di picchiatori della "Milano bene", che aveva un certo seguito soprattutto alla "Cattolica", il Gruppo Alfa. In quel momento usurpò la qualifica di magistrato militare, probabilmente con l'appoggio del SID. A suo dire, posto che la sua finta carriera si svolgeva a Verona, ovvero in una media città di provincia dove in teoria tutti si conoscono, ciò rappresentava la dimostrazione che le protezioni di cui beneficiava erano realmente valide. Fino al momento dell'arresto (novembre 1973) Cavallaro avrebbe partecipato a quello che lui chiamava colpo dello stato, agli ordini di un'imprecisata "organizzazione" che tirava le fila della Rosa dei Venti e di tanti altri gruppi eversivi di ogni colore, utilizzati prima di tutto come leve di provocazione (il disordine crea la necessità di riportare ordine). L' "organizzazione" —che non sappiamo se si potesse identificare con quello che tempo dopo la stampa battezzò "Supersid"  o "Sid parallelo"— sarebbe nata contestualmente all'aborto del Piano Solo, ed avrebbe avuto una sorta di battesimo del fuoco nella controguerriglia in Alto Adige.


Forte di queste rivelazioni, Tamburino iniziò a torchiare Spiazzi, sino ad indurlo ad invocare un abboccamento riservato con Miceli, che però Tamburino avrebbe voluto trasformare in un confronto diretto tra i due ufficiali, reso tuttavia impossibile dal rifiuto di Miceli. Forse perché si era visto "scaricare" dai vertici dei servizi, Spiazzi uscì dall'ostinato riserbo mantenuto sino al momento, e rilasciò una serie di dichiarazioni che in gran parte concordavano con quelle di Cavallaro. In particolare confermò che l'"organizzazione" era «parallela alla struttura "I" ufficiale [ed era] sempre stata un'organizzazione in funzione anticomunista.» Nella tarda primavera del 1973 Spiazzi —attraverso canali ufficiali della gerarchia militare e con il ricorso a comunicazioni in codice secondo standard NATO— avrebbe ricevuto l'ordine di mettersi dapprima in contatto con due imprenditori liguri, e poi di recarsi a prendere ordini successivi presso la cosiddetta Piccola Caprera, un luogo sul lago di Garda considerato un sacrario fascista. La telefonata in questione, proveniente da una caserma dei carabinieri di Vittorio Veneto, era stata inviata dal maggiore Mauro Venturi, colui che successivamente sarebbe stato preposto ai Centri CS di Roma. L'inchiesta giudiziaria fu lasciata arenare, poiché —si motivò— non era possibile raggiungere la prova che la famosa telefonata fosse davvero ascrivibile a Venturi. Di conseguenza, non fu approfondito l'aspetto di questo oscuro "organismo di sicurezza" (definizione di Spiazzi) che sarebbe stato sovrapponibile con i vertici degli Uffici "I" delle nostre forze armate, in sovranazionale coordinamento con gli analoghi comandi degli alleati NATO. I membri del comitato dovevano godere di un nulla osta sicurezza (NOS) di livello superiore al COSMIC, ufficialmente il livello N.O.S. di rango più elevato. Questa selettività ultra-istituzionale determinava strane situazioni, poiché talora personalità di massimo spicco istituzionale non erano considerate abbastanza affidabili, e di conseguenza il super-comitato poteva anche decidere di agire per provocare il "siluramento" politico del soggetto indesiderato.
Le "Trame Nere" s'esplicarono, a fine anni 70 in un tentativo di putsch organizzato da settori deviati delle forze armate e dei servizi segreti che venne bloccato improvvisamente nel suo svolgimento per un intervento diretto - pare - dei servizi segreti statunitensi. Trattasi del cosiddetto "Golpe Borghese", altrimenti noto come "La cospirazione della Rosa dei Venti". In realtà, pare che il golpe avesse un nome differente, come afferma lo stesso Spiazzi in un'intervista recente al settimanale L'Espresso.
In tale intervista, il generale Spiazzi rende noto che:

  • la tesi di fondo della cosiddetta "Strategia della tensione" sarebbe consistita nel "creare un'offensiva contemporanea sia verso la destra, che nei confronti della sinistra, al fine d'attuare un regime forte, tutelato da leggi eccezionali, quindi al di fuori parzialmente o totalmente dalle garanzie costituzionali, a puntello di una particolare cerchia politica";
  • viene ad esser smentita la dichiarazione resa dal Gran Maestro della Loggia Massonica P2Licio Gelli di esser stato l'autore della telefonata che bloccò l'evolversi del colpo di stato. Infatti, nell'intervista in questione, Spiazzi dichiara d'aver capito che a Borghese era stata tesa una trappola: all'esercito, la notte del golpe, era stato ordinato di eseguire la "Esigenza Triangolo", un piano segreto che prevedeva l'impiego di reparti scelti onde aiutare Carabinieri e Polizia a reprimere sul nascere disordini. Spiazzi afferma di esser stato egli stesso a telefonare a Junio Valerio Borghese per avvertirlo del pericolo, bloccando di fatto il tentativo di golpe;
  • il fatto più inquietante risulta però essere quello che - secondo la testimonianza di Spiazzi - le cosiddette "Stragi di Stato", furono espressamente volute ed organizzate da servizi segreti stranieri, inquadrabili in "un gioco più sporco e più grande di quello che la politica locale riusciva ad osservare dal suo limitato orizzonte: un gioco a danno della popolazione civile inerme ed inconsapevole ordinato da interessi internazionali facenti capo a Washington ed a direttive nazionali - nella figura della Democrazia Cristiana - che rispecchiavano in pieno la sudditanza italiana all'Alleanza Atlantica. Le forze politiche nazionali più legate e devote agli Stati Uniti volevano e dovevano continuare a governare l'Italia a qualunque costo e con qualunque mezzo. Le minacce di colpi di stato erano un pericolo inventato, un modo per poter tenere in piedi un sistema di polizia. In breve, una dittatura pluripartitocratica, a detta di Spiazzi, da sessant'anni governa l'Italia non tenendo conto del volere dei cittadini;
  • la "Rosa dei venti", in realtà, aveva nome "Organizzazione di Sicurezza" ("OS"), ed era formata da persone insospettabili, non iscritte ad alcun partito politico, altamente patriottiche e disposte ad impegnarsi fino alla morte - in caso d'invasione straniera - a difendere il territorio nazionale palmo a palmo. Come la nota struttura clandestina Gladio, anche la Rosa dei Venti era formata da "legionari" dormienti (attivabili su comando superiore) e continuamente addestrati a fronteggiare sia i pericoli esterni (il Patto di Varsavia), che interni (un'eventuale insurrezione comandata dal Partito Comunista Italiano). La differenza rispetto alla più celebre Gladio sta nel fatto, commenta Spiazzi, che mentre Gladio era formata da persone filo-americane ma poco inclini alla destra nazionale, la Rosa dei Venti era composta per lo più da militari della riserva selezionati e pronti a tutto. Ma, appunto perché militari od ex - militari, il gruppo della Rosa dei Venti era composto da uomini fidati gravitanti nell'area dell'estrema destra extraparlamentare. In tutti i reparti delle Forze Armate, continua Spiazzi, esistevano (ed erano note agli "addetti ai lavori") liste segrete di coscritti e di militari di professione, sia sottufficiali che ufficiali, su cui contare in caso di disordini;
  • queste affermazioni costituiscono il fulcro del nuovo libro di Sandro Neri attualmente ancora in pubblicazione (2008). In esso si potrà leggere del fatto che Gladio (e strutture segrete simili) non è stata sciolta perché la sua presenza è contemplata dall'adesione alla NATO. I legionari operano tuttora e sono numerosi, così come l'intera struttura è pienamente operativa, non più in funzione anticomunista, bensì anti-islamica. Spiazzi ammette però di esserne oramai fuori, per cui consistenza numerica e contesto operativo di queste strutture parallele sono per lui note nei dettagli solamente nel periodo di effettivo servizio, mentre gli aggiornamenti attuali fanno capo unicamente a notizie pervenutegli da soggetti ancor oggi operativi.
  • La confusione tra Golpe Borghese e "Rosa dei venti" è dovuta al fatto che nel processo per il golpe Borghese furono artificialmente riuniti tre tentativi di golpe diversi, quello del dicembre 1970 (il citato golpe Borghese), quello del dicembre 1971, e quello del dicembre 1972. Notare che i tentativi di golpe degli anni 1969, 1970, 1971, 1972, 1973 avvennero sempre nel mese di dicembre, all'approssimarsi delle festività natalizie, periodo nel quale la gente è poco propensa ad occuparsi di politica. Quello del 1974 ("golpe bianco") fa eccezione ma può seguire comunque lo stesso ragionamento, essendo avvenuto in contemporanea con un eccezionalmente lungo ponte di ferragosto; l'anticipazione ad agosto fu probabilmente dovuta al ricambio politico degli Stati Uniti (dimissioni di Nixon), il quale comportava necessità di accelerazione dei tempi. È difatti a seguito di tale ricambio che ogni futuro progetto di golpe fu abbandonato.
ORA UN VIDEO DI UN LORO EREDE CULTURALE...
SAYA, FASCISTA MASSONE DAL NOME SUFI, GRAN MAESTRO DI CABARET NERO... FRATELLO IN STANDBY CON AMICIZIE NEI SERVIZI SEGRETI, QUELLO DELLE RONDE NERE ... MEGLIO DI GUZZANTI, MEGLIO DI FASCISTI SU MARTE... UN VERO "FROCIO" DI STATO CHE ODIA I TRAVESTITI E GLI STRANIERI... UN TRAGICOMICO ESEMPIO DI COME UN INFILTRATO DEL MINISTERO DEL CHAOS, OPERI OVVIAMENTE SEMPRE DA DESTRA, PER STABILIZZARE IL POTERE SIONISTA, CREANDO CONFUSIONE  E PARLANDO ALLA PANCIA DEL FEDELE CAPRONE ITALICO... !!!
PIU' EFFICACE DEI PROTOCOLLI DEI SAVI DI SION... STESSA TECNICA MILITARE... :)


CONCLUDO CON QUESTO VIDEO STRABILIANTE DI FANTOZZI ED IL COMPAGNO FOLAGRA... :) 



HASTA LUEGO... !!!

mercoledì 28 settembre 2011

MASSONI DA DIO...


Inchiesta Woodcock - Massoni da Dio.  
Il pubblico ministero di Potenza John Woodcock chiede a 103 prefetti italiani di acquisire gli elenchi degli "incappucciati". Ma intanto già nelle carte dell’inchiesta che aveva travolto Vittorio Emanuele spuntano piste che aprono scenari finora inediti. Ordini dinastici o clericali in forte odor di massoneria popolati da strani personaggi inquisiti per attività sovversive ed oggi nuovamente all’opera sotto copertura religiosa. 

L’ultima volta che la connection fra Vaticano, massoneria e mafia aveva sconquassato assetti istituzionali e cronache giudiziarie fu ai tempi del crack del Banco Ambrosiano con la "eliminazione" di  Roberto Calvi sotto il ponte dei Frati neri, a Londra. Oggi a ficcare il naso in quel maleodorante intreccio fra poteri deviati ci riprova il cocciuto magistrato britannico-partenopeo Henry John Woodcock, l’unico sfuggito (finora) a quei subitanei provvedimenti di "avocazione" o alle rituali pratiche d’insabbiamento che avevano bloccato quasi sul nascere analoghe inchieste, dalla Phoney Money di David Monti ad Aosta (con il coraggioso inquirente trasferito in Toscana ad occuparsi di più tranquille vicende) o la vicenda Cheque to Cheque: un pentolone di malaffari tra alti prelati, traffico di armi e boss in odor di affiliazione scoperchiato qualche anno fa dalla Procura di Torre Annunziata e in poco tempo svaporato nel porto delle nebbie.
Senza contare che il vero predecessore di Woodcock era stato proprio l’ex procuratore capo di Napoli Agostino Cordova, che fece acquisire elenchi di affiliati alle logge massoniche dalle procure di tutta italia: faldoni che ancora oggi ammuffiscono nei depositi del palazzo di giustizia romano, dopo l’archiviazione disposta all’epoca dal giudice della capitale Augusta Iannini, fra l’altro moglie del giornalista Rai Bruno Vespa.

Ma che cosa ha potuto far riaprire oggi quello scottante capitolo, al punto da indurre il pubblico ministero potentino a chiedere ai 103 prefetti italiani di acquisire gli elenchi degli insospettabili in grembiulino? E cosa riservano di nuovo i filoni sui rapporti fra massoni deviati e le segrete stanze d’oltre Tevere esistenti nei fascicoli all’attenzione di Woodcock? La Voce, che per prima nel 1992 aveva pubblicato gli elenchi dei massoni della Campania e, qualche anno dopo, quelli dei principali affiliati all’Opus Dei e alla Augustissima Arciconfraternita del Pellegrini, prova a partire proprio da acuni nomi presenti nell’inchiesta potentina per seguire le fila che conducono ad alcuni inediti scenari.
Cominciamo da monsignor Francesco Camaldo, controverso cerimoniere vaticano coinvolto nell’indagine che un anno fa aveva portato dietro le sbarre Vittorio Emanuele di Savoia, 55 anni, originario di Lagonegro così come l’ex arcivescovo di Napoli Michele Giordano, col quale ha avuto a lungo comunione d’intenti, secondo l’accusa formulata dalla procura potentina che lo ha iscritto nel registro degli indagati, Camaldo avrebbe chiesto al faccendiere Massimo Pizza di oscurare il sito internet www.pravdanews.com, che conteneva notizie sgradite ai Savoia, con i quali il monsignore ammette d’aver intrattenuto solidi rapporti d’amicizia. 

Dello stesso reato è accusato anche Emanuele Filiberto: le notizie indigeste a suo padre riguardavano l’Ordine dinastico di casa Savoia, quello dei Santi Maurizio e Lazzaro. Quel sito, di fatto, è sparito dal web e non ne esistono a tutt’oggi tracce.
Entrano così in scena i più ingombranti protagonisti del milieu massonico criminale su cui sta cercando di far luce la magistratura. Un parterre condito di altisonanti cerimonie, ridondanti titoli cavallereschi, oscure affiliazioni e, probabilmente, un sottobosco di affari illeciti. Il tutto con la copertura, non sempre involontaria, di esponenti delle alte sfere vaticane e, come vedremo, anche di qualche grossa personalità della cultura internazionale. Il nome di monsignor Camaldo risuonava nelle stanze della Procura di Potenza già diversi mesi prima dell’ordine di custodia cautelare per sua altezza. 
A rivelare il particolare è l’agenzia Adista in un articolo a firma di Luca Kocci: «allora il cerimoniere del papa era solamente stato interrogato dal pm Woodcock nell’ambito di un’indagine per una maxi-truffa ai danni di diversi imprenditori italiani architettata da Massimo Pizza. Era stato lo stesso Pizza a tirare in ballo monsignor Camaldo, sostenendo davanti agli inquirenti di avere con lui uno “scambio fruttuoso di notizie" e dichiarando che il prelato si sarebbe mosso “per distruggere” una loggia massonica avversaria». E proprio le indagini su Pizza avevano consentito ai magistrati potentini di avviare l’inchiesta che ha travolto i Savoia.

Decano dei cerimonieri pontifici, in prima fila alle esequie di Giovanni Paolo II e da sempre vicinissimo al suo successore Joseph Ratzinger (che qualche anno fa addirittura gli telefonò, in occasione del suo compleanno, durante i festeggiamenti a casa della madre Irma), Camaldo è finito nelle “grinfie” di Dagospia per le sue frequentazioni mondane, ad esempio in occasione della mega festa in maschera organizzata dallo stilista Gay Mattiolo, che passa per essere suo ottimo amico. «Ma soprattutto - ricostruisce Kocci - Camaldo è stato il “regista” della visita dei Savoia in Vaticano, il 23 dicembre 2002, appena decaduto il divieto di ingresso in Italia per i “reali”; ha aiutato Emanuele Filiberto ad organizzare il suo matrimonio con Clotilde Courau, celebrato dal cardinale Pio Laghi nella basilica di Santa Maria degli Angeli, a Roma, nel settembre 2003; ha concelebrato il battesimo della figlia di Emanuele Filiberto, Vittoria Chiara, nella basilica inferiore di san Francesco, ad Assisi, a maggio 2004; ed è grande amico di Vittorio Emanuele, come ha spiegato Pizza ai magistrati di Potenza: l’erede al trono “è stato ospite a casa sua nell’appartamento di San Giovanni Laterano”». Trait d’union fra le due alte sfere - il Vaticano e Casa Savoia - potrebbero essere i due ordini religiosi che vedono rispettivamente in campo monsignor Camaldo e Vittorio Emanuele.

Ordine, gente...
La Gran Cancelleria dell’Ordine al Merito di San Giuseppe, che vede tra gli affiliati monsignor Francesco Camaldo nel ruolo di “cavaliere ufficiale”, vanta ascendenti nel granducato di Lorena Asburgo: Gran Maestro è infatti «S. A. I. & R. (sua altezza imperiale e reale, ndr) Arciduca Sigismondo d'Asburgo Lorena Toscana, Gran duca titolare di Toscana, Arciduca d'Austria, Principe reale di Ungheria e di Boemia». Poi, subito, la prima scoperta. Chi troviamo nella pomposa lista dei “commendatori”? 
Nientemeno che il «Gen. Dott. Amos Spiazzi di Corte Regia», al secolo, quello stesso neofascista definito dal giudice Felice Casson «un convinto e irriducibile cospiratore» ed arrestato nel 1974 per il golpe della “Rosa dei venti”, organizzato in ambienti militari di estrema destra, compresi Ordine Nuovo e i servizi segreti sia italiani che di alcuni paesi della Nato. Condannato a 5 anni di reclusione, nel 1984 fu assolto in appello. Analogo esito aveva subito la condanna all’ergastolo per la strage della questura di Milano. 
Non appena riabilitato, il camerata Spiazzi, che si proclama “vittima” della malagiustizia italiana, nel 2002 ha fondato i “Fasci del lavoro” in provincia di Mantova. E si dà da fare, oltre che nell’Ordine di San Giuseppe, anche nell’altra corazzata dai contorni massonici, le Guardie d’onore di Napoleone: un consesso “nobiliare” che rilascia titoli accademici, baronie e marchesati compresi, a coloro che si iscrivono ai corsi per body guard e mercenari organizzati dalle società di Giacomo Spartaco Bertoletti, uno dei formatori di Fabrizio Quattrocchi.

Ma ben altri vip popolano le auguste stanze dell’Ordine di San Giuseppe. Gran Cancelliere (praticamente il numero 2, dopo il sovrano d’Asburgo) è «Marchese Cav. Gr. Cr. Vittorio Pancrazi», ex vertice del Banco Ambrosiano (poi capo dell’ufficio fidi alla Comit di Firenze), da qualche anno riconvertito al ruolo di vinicultore nella sua tenuta di Bagnolo a Montemurlo, vicino Prato. Eccoci al notabile numero 3, il vice gran cancelliere «Marchese Gr. Cr. Dott. Don Domenico Serlupi Crescenzi Ottoboni», formidabile trait d’union fra l’Ordine di San Giuseppe e i confratelli del Sacro Militare Costantiniano Ordine di San Giorgio, armati di cappa e spada per difendere i “valori” delle crociate attraverso il loro Gran Maestro Carlo di Borbone.
Ai valori terreni provvedono altri confratelli di monsignor Camaldo, come il membro delle commissioni tributarie Francesco d'Ayala Valva, o il presidente della Cassa di Risparmio di Firenze Aureliano Benedetti, in questi giorni impegnato nella contrastata fusione del suo istituto di credito con Banca Intesa; si divide invece fra onorificenze e business umanitario il «Grande Ufficiale Comm. Cav. Lav. Flaminio Farnesi», governatore di quella Arciconfraternita della Misericordia e del Crocione di Pisa titolare di una convenzione con la locale Asl per il servizio di ambulanze.


Non mancano, nell’Ordine di San Giuseppe, nomi di spicco della politica (i presidenti della Regione Toscana Claudio Martini e del consiglio regionale Riccardo Nencini), e della cultura. Se nel primo caso potrebbe trattarsi d’una iscrizione rituale e, in qualche modo, dovuta, niente permette di escludere che sia più che convinta l’adesione di due intellettuali come il filosofo siciliano Francesco Adorno e soprattutto il medievalista Franco Cardini, ex membro del consiglio d’amministrazione Rai, entrambi nominati “Cavalieri” dell’Ordine. Un passato in politica vanta invece l’ex duro e puro della Lega Nord Alberto Lembo, Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di San Giuseppe, eletto la prima volta al senato con la casacca di Umberto Bossi, poi un passaggio in An e infine, dopo lo schiaffo dell’esclusione dalle candidature 2006, fondatore di una sigla monarchica fai da te. Altri confratelli “eccellenti” di monsignor Camaldo nell’Ordine di San Giuseppe sono poi un prelato del calibro del cardinale tedesco Augusto Meyer, a lungo presidente del Pontificio Consiglio "Ecclesia Dei", e monsignor Alberto Vallini, assistente ecclesiastico della “Primaria Associazione Cattolica”. 

Tra i civili di sangue blu, anche il cavaliere Giuseppe Pucci Cipriani, artefice ogni anno di un raduno a Civitella del Tronto durante il quale, vagheggiando il ritorno del papa re, si fa in quattro per favorire le nozze fra i leghisti di Mario Borghezio e i ruspanti neoborbonici partenopei. Ma di Pucci Cipriani si ricordano soprattutto l’amicizia con il commissario Luigi Calabresi, ucciso dalle Br, e le successive frequentazioni con l’omicida pentito Leonardo Marino.


Adda venì’ Pelliccioni
Dulcis in fundo, fra cavalieri, croci e gran maestri dell’Ordine di San Giuseppe, fino a poco tempo fa si aggirava anche il massone conclamato Luciano Pelliccioni, il cui nome risulta ora scomparso dalle liste. Di Pelliccioni si era occupato per la prima volta a fine anni ottanta il magistrato torinese Lorenzo Poggi nell’ambito di un procedimento penale per associazione a delinquere finalizzata «alla confezione e distribuzione di diplomi di laurea privi di valore legale recanti timbri Cee contraffatti», che vedeva fra gli indagati anche il fondatore del Parlamento Mondiale di Palermo, “Sua Beatitudine Viktor Busà”, descritto come personaggio «in rapporti col massone di spicco della circoscrizione Sud Usa, il principe Alliata di Monreale». «Busà - si legge in una consulenza resa all’epoca da esperti della Procura piemontese - risulta essere collegato anche al Sovrano Militare Ospedaliero Ordine di San Giorgio in Carinzia attraverso il suo Gran Maestro, Luciano Pelliccioni. 

Di quest’ordine si era interessato il giudice Giovanni Tamburino all’epoca dell’inchiesta padovana sull’organizzazione eversiva “Rosa dei Venti”».
Barbaccia contro Yasmin
Che ci faceva l’incappucciato Pelliccioni nell’Ordine di San Giuseppe? Il suo nome, di sicuro, riporta a un’altra disputa dinastica dagli accentuati contorni massonici: quella in atto fra la autoproclamatasi «Yasmin Hohenstaufen, Sovrana Suprema del Supremo Consiglio del Mondo di tutti gli Ordini e Riti Massonici», e il presunto «Principe Paolo Francesco Barbaccia degli Hohenstaufen di Svevia». Fra i due “nobili”, da tempo, volano gli stracci. Stando al velenoso scambio di accuse, la prima altro non sarebbe che l’umile Aprile Gelsomina originaria di Vallo di Briano, un paesino in provincia di Caserta; il secondo proverrebbe invece dalla famiglia siciliana di quell’onorevole democristiano Francesco Barbaccia arrestato ad aprile 1993 per associazione mafiosa. «Buscetta - si legge negli atti del processo a Giulio Andreotti - ha riferito che la carriera politica del Barbaccia è stata costruita con l’appoggio di Cosa Nostra». Dall’alto delle sue esperienze “illuminate”, nel libro intitolato “I falsi re di Svevia” Pelliccioni aveva stroncato le velleità nobiliari di Barbaccia. 
E quest’ultimo tiene a spiegare il perchè: «nel 1981 tramite un personaggio di Poggibonsi conobbi il signor Luciano Pelliccioni che mi ha conferito il diploma di Cavaliere dell’Ordine di San Giorgio in Carinzia. 

Entrando negli dettagli e venendo a conoscenza delle informazioni compromettenti su Pelliccioni e sul suo “Ordine”, rifiutai la sua proposta di “nobilizzarmi” per 50 milioni di lire. Tutto questo ha fatto sì che Pelliccioni mi abbia inserito nel suo libro, vendicandosi a modo suo». Solo folklore? Le pruderie nobiliari di quattro buontemponi nostalgici? Oppure, come spesso è accaduto, attraverso queste farsesche disfide sono ancora una volta loro, i massoni (vaticani e non) a scrivere le pagine della storia? 
E’ molto probabilmente su una di queste piste che sta lavorando Woodcock, al quale il sedicente agente del Sismi Massimo Pizza, nome in codice “Polifemo”, aveva rivelato che Camaldo era l’uomo dal quale «i politici lucani andavano a lamentarsi terrorizzati da alcune inchieste che li coinvolgono». Il monsignore si sarebbe adoperato poi «per distruggere» una loggia massonica, «che può togliere seguaci e può distogliere soprattutto soldi e capitali da un’altra loggia massonica». Di sicuro la vendita di onorificenze, titoli nobiliari e diplomi - che per i magistrati puzza di truffa - resta ancora un buon affare. 
Un “pacco” al quale tanti non sanno resistere. Nell’elenco dei “Cavalieri di Federico II” nominati da Barbaccia figurerebbero tra gli altri il presunto “Presidente dell’Associazione Italiana Tabaccai” Salvatore Coco, “Duca di Caltabellotta”, il «Cav. Carmelo Brunetto», bolognese, di professione promotore pubblicitario, nonchè i neoborbonici napoletani «Cav. Salvatore Lanza e Comm. Dott. Pietro Funari», nominato sul campo «coordinatore Napoli I».


Per chi suona la campana (dei Savoia)
Mi trovavo in un paesino vicino a Como per consegnare una campana dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Si è avvicinato un tizio in jeans, mi ha mostrato una targhetta: “Sono della polizia. Deve seguirci, qui c'è pericolo per la sua sicurezza”. Quindi mi hanno caricato in una piccola Punto per un interminabile viaggio. Dodici ore e mille chilometri fino a Potenza. Non sapevo cosa stesse accadendo, non sapevo dove mi stavano portando...». Consegne a domicilio, per gadget ed altri oggetti nobiliari che si possono acquistare attraverso il piccolo market che sua altezza Vittorio Emanuele di Savoia, evidentemente provato dai business miliardari che lo avevano portato dietro le sbarre, ha messo su attraverso il sito www.disavoia.org. Pagamenti personalizzati per chiunque non sappia rinunciare ad avere in casa un prezioso “souvenir”. Per il Supremo Ordine della Santissima Annunziata si può scegliere fra collane, spille e medaglie di ogni dimensione, mentre un’ampia gamma di croci e crocette potrà decorare il petto dei fedelissimi all’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.
 «E’ una vergogna - tuona indignata Maria Gabriella di Savoia - che Vittorio Emanuele con la complicità di sua moglie, e di suo figlio Emanuele Filiberto abbia introdotto una quota associativa, attività come la vendita di oggetti con lo scudo sabaudo e la carta di credito dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro». 

Ma intanto è proprio su compagini come questa che si starebbero appuntando le ricerche della Procura potentina sui rapporti fra Vaticano e massonerie deviate. Quartier generale dell’Ordine - presieduto da Vittorio Emanuele, gran cancelliere suo figlio Emanuele Filiberto - è Chemin du Vieux Vésenaz, un villaggio per miliardari sul lago di Ginevra. Tra gli affiliati spiccano due personalità del Parlamento europeo. Il primo è l’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, eletto nelle fila di Forza Italia. Albertini, che a Strasburgo riveste l’incarico di vicepresidente della commissione trasporti e turismo ed è membro della commissione per i problemi economici e monetari, ha un debole per le onorificenze: risulta infatti anche «Croce d'argento al merito dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme; Croce di Grand'Ufficiale dell’Ordine al Merito melitense; Commendatore al merito del Sacro militare Ordine costantiniano di San Giorgio». Con Alleanza Nazionale è stata eletta invece a Strasburgo Cristiana Muscardini, un’antica militanza nel Msi, che può vantare la carica di «Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro». 
Vicepresidente della Commissione per il commercio internazionale, Muscardini rappresenta la repubblica italiana anche nella delegazione parlamentare UE-Kazakistan ed UE-Kirghizistan. Non scherza neanche il consigliere comunale di Bologna Niccolò Rocco di Torrepadula, per gli avversari politici “Rocco di mamma”, ma per il suo nume tutelare Vittorio Emanuele «Comm. Nob. Don Niccoló Rocco dei P.pi di Torrepadula» e, in quanto tale, proclamato delegato per l’Emilia Romagna dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Resosi famoso soprattutto per l’indefesso attivismo nel celebrare matrimoni, il “principe” Niccolò discende da quella stessa casata napoletana che ha dato i natali a numerosi avvocati del foro partenopeo, tutti, a quanto pare, assai devoti. 
E’ il caso dei penalisti Marco e Piero Rocco di Torrepadula, entrambi affiliati all’Augustissima Arciconfraternita dei Pellegrini, che vede uniti nel segno della stessa fede anche alti magistrati, elevate sfere ecclesiastiche, famosi medici e grossi calibri dell’esercito italiano. Amen.


Da Pizza a Scaramella
Il testimone chiave dell’inchiesta di Woodcock Massimo Pizza è amministratore unico di una srl romana, la Morris, letteralmente sparita dai registri della Camera di Commercio. Inesistente nelle ricerche sull’azionariato, risulta come «Posizione sospesa per revisione archivio (progetto 15/11/99)» quando si prova ad identificarne la sede, gli altri amministratori, il capitale o lo scopo sociale, come per qualsiasi altra impresa. Potenza di un uomo che si è autoproclamato generale del Sismi, plenipotenziario italiano per la Somalia, depositario di segreti di Stato come quelli su Ustica o sull’assassinio di Ilaria Alpi, ma che le cronache giudiziarie hanno definito un anno fa, al momento dell’arresto, come «autista di Vittorio Emanuele». Qualche stranezza, comunque, la presenta anche l’altra sigla che vede il cinquentenne salernitano Pizza come amministratore. 
Si tratta della snc denominata, senza troppa fantasia, New Pizza, fondata a Roma nel ‘91 e dedita ufficialmente al commercio di materiale cinematografico. Socio di Pizza è il quarantaseienne Maurizio Primavera, residente nella capitale ma originario di Sassano, provincia di Isernia. Uomo di multiformi interessi, da cineprese e pellicole Primavera passa con disinvoltura a coltivare il business delle crociere marittime a bordo della sua Marlin One, una srl fondata a Frosinone ma con sede a Roma ed attiva in quel di Chioggia, dove si propone per battute di pesca, escursioni, esplorazioni turistiche o subacquee lungo la laguna. Un personaggio mai balzato agli onori delle cronache e di cui risulta difficile capire, quindi, quali interessi possa tuttora avere in comune col socio faccendiere Massimo Pizza.



Nessun dubbio, invece, sull’idem sentire fra quest’ultimo e il contestatissimo leader dei musulmani filoisraeliani italiani Massimo Palazzi, arrestato nella retata dello scorso anno a Potenza così come Antonio D'Andrea. Tanto quest’ultimo quanto lo stesso Pizza erano infatti vicepresidenti dell'AMI, alla cui guida siede appunto il “Dott. Prof. Mawlana Shaykh Abdul Hadi Palazzi Abu Omar al-Shafi'i, Gran Cancelliere dell’Ordine e Gran Precettore per la lingua italiana del Supremo Ordine Salomonico dei Principi del Shekal”. Cioè proprio lui, il romano de Roma Massimo Palazzi, in forte allure di massoneria. Della AMI e di Palazzi (nella cui orbita rientrano i giornalisti Dimitri Buffa del Giornale e soprattutto Magdi Allam, vicedirettore del Corriere della Sera) la Voce si era occupata qualche mese fa in un’inchiesta sull’altro millantatore “di stato” Mario Scaramella. 

Ad un convegno organizzato a Capua nel 2002 dalla Ecpp, la sigla “ecologista” del presunto 007 partenopeo, fra personalità di primo piano della magistratura come il pm palermitano Lorenzo Matassa, il giudice di Cassazione Amedeo Castiglione e l’attuale superispettore di via Arenula Arcibaldo Miller (parente acquisito di Scaramella), spiccava anche la partecipazione di Dimitri Buffa per conto della sigla musulmana messa su da Palazzi. 
Ecco la nota d’agenzia sull’evento: «Nel periodo dal 5 al 9 novembre il prof. Mario Scaramella, segretario generale dell’Environmental Crime Prevention Program (Ecpp) ha invitato una delegazione dell’A.M.I. e dell’Istituto Culturale della Comunità Islamica Italiana formata dal presidente Ali Hussen (Massimo Palazzi, ndr), dal responsabile del dipartimento per l’Asia Farid Naimi Khan e dal giornalista Dimitri Buffa a partecipare al simposio internazionale su "Tecnologie spaziali e sicurezza dell’ambiente", organizzato dalla Sezione Affari scientifici della Nato e dall’Ecpp presso il Centro Italiano di Ricerche Aerospaziali (Cira) di Capua. «Nell’inchiesta potentina - sottolineava la Voce a dicembre 2006 - sono documentati vorticosi giri milionari, a bordo di alcune sigle condivise con alcuni compagni di merende: oltre ad Achille De Luca, anche Massimo Pizza e Antonio D’Andrea, i quali si vantano di essere stati agenti dell’Ufficio K del Sismi. Ma cosa ha architettato il quartetto? 
Una truffa milionaria ai danni di migliaia di risparmiatori, vendendo sul mercato i soliti prodotti-bidone, tramite tre società civetta, Fave, Bezenet e Ivatt Industries. E dove “volavano” i proventi truffaldini? Nei paradisi fiscali, naturalmente, via sigle off shore, approdando vuoi a Montecarlo, vuoi a Miami. Appunto, nella ricca Florida dove spunta la Ecpp di Scaramella».

Rita Pennarola

    lunedì 19 settembre 2011

    LE TRE TORRI GEMELLE... (BASSO ASTRALE, 33 KM A DESTRA)




    Tre torri implosero nel giardino artificiale del regno...
    Due colpite da aerei di linea, una per conto suo diverse ore dopo...
    Le tre torri del Governo mondiale crollarono sotto gli occhi dei fedeli e il sistema dichiarò pubblicamente la sua morte simbolica, attraverso la metafora della distruzione dei tre obelischi del culto,  come fossero una sorta di tecnocratica trinità autoreferenziale...


    Le icone della moderna Sacra Trinità finalmente riunite in unico Totem, oggi si possono reincarnare plasmandosi nel Neo-Prometeus, nuovo culto del N.W.O. e nuovo sistema valoriale per tutti i fedeli...
    Il vecchio sistema politico-religioso ha svolto bene i suoi compiti, dettati dall’AGENDA e si è aggiornato impostando il nuovo modello unico da imporre a tutte le società...
    Occorre cambiare per non cambiare mai...
    TRINITY fa il passaggio di consegne alla Nuova Chiesa globale e prepara il nuovo ordine mondiale, attraverso il controllo delle fazioni belligeranti e le relative secolari guerre intestine tra massonerie e società segrete...
    La "morte alchemica" di questi simboli strutturali e strutturanti, rappresenta la nascita di altro Totem, in realtà lo stesso sotto altra veste, rinnovato ed innovato...
    AGGIORNATO !!!
    Culto già consolidato in 2000 anni di cattolicesimo dogmatico !!!
    Il nuovo DELTA, rappresenterà in futuro la coscienza globale collettiva, penseremo attraverso la sua mente, anzi, i nostri desideri saranno direttamente quelli imposti dalla matrice...
    In parte è già così ora, ma progressivamente la tendenza culturale sarà quella di affidarsi in toto ad un'entità che farà le nostre veci, le nostre feci !!!
    Il noto video-promo culturale della CASALOGGIA di GRILLO, veicolava e prospettava  questa direzione culturale reazionaria, fascistoide da prendere...
    L'uomo nuovo, neutro, non ha più bisogno di pensare, di desiderare, non crea più nulla tanto tutto è illusione, tutto è un gioco...
    Il NEO-PROMETEUS penserà a tutto e noi potremo goderci la tanto agognata inerzia perpetua, un pò come polli che rassegnati aspettano di essere sacrificati all'altare...
    Partendo da queste analisi di base, ho formulato la mia personale interpretazione riguardo al significato simbolico dell'11/9 e di come empiricamente le LORO prove non dimostrino nulla...


    Fin dall'inizio, avevo pensato che il finto attentato fosse una creazione del sistema transnazionale sinarchico realizzato per motivi geo-politici, per poter giustificare guerre ad libitum, per ridurre i diritti civili, le libertà individuali e virare sempre più a destra, quindi nella direzione intrapresa dalla strategia della tensione, come sempre è stato...
    In parte, queste ovvie e logiche ragioni continuano ad essere valide... 
    Ma non sono le uniche ragioni e motivazioni dell'attentato dell'11/9...
    Penso che la ragione principale sia stata quella di testare le credenze delle masse popolari mondiali...
    Nel senso che l'11/9, rappresenta simbolicamente l'inizio di una nuova era; GROUND ZERO in gergo militare indica l’altezza del suolo alla quale avviene un’esplosione. E’ non solo distruzione, ma asportazione di ciò che c’era prima. Vuoto e sottovuoto.
    Significa simbolicamente, dover ricominciare ed acquisire una nuova visione collettiva, assumere un nuovo status di schiavo perenne.
    Le tre torri gemelle, perchè è errato parlare solo di due torri, rappresentano metaforicamente PADRE, FIGLIO E SPIRITO SANTO...
    Il Pentagono rappresenta il Tempio di Venere, del culto, l'autorità militar-religiosa ed il quarto attentato, quello in Pennsylvania, quello della fossa causata da un improbabile caduta perpendicolare di un improbabile aereo, il VUOTO da colmare...
    L'intera operazione alchemica va in questa direzione, è perfetta nella sua strutturazione ed ideazione, nasce in ambienti militar-esoterici, è pregna di simbolismo e di religiosità...

    L'11/9 rappresenta cronologicamente l'anno zero, lo start della nuova versione del video-game
    THE CULT.0 ... 
    E come in 2001: ODISSEA NELL SPAZIO, l'11/9 2001 può ampliare in senso negativo il significato esoterico del capolavoro di Kubrick, infatti nel film era narrata la storia del ciclo umano perpetuo e circolare, nel secondo, invece, la morte di questo ciclo per approdare ad ALTRO ciclo storico...
    Il codice numerico è lo stesso, nel film rappresentava l'avventura della ragione che doveva abdicare alle certezze umane dinanzi la grandezza dell' universo durante il viaggio cosmico del protagonista, nell'11/9, invece, la ragione umana doveva abbandonare la logica e la tensione mentale e morale di voler analizzare i fatti reali, affidandosi al pensiero magico indotto dal sistema...
    Nel film il pensiero magico era un percorso attraversato e metabolizzato come meta circolare di una volontà iniziatica da intraprendere per raggiungere un'eventuale elevazione spirituale o semplicemente un'alta conoscenza del reale e/o dell'altro reale-metafisico, nel nostro attentato, il pensiero magico non era una scoperta interiore ma una imposizione culturale, uno schema dogmatico prestabilito, UN MODELLO DI PENSIERO IMPOSTO DALL'ALTO...
    Rappresenta la fondazione del nuovo Tempio che verrà, quello che sostituirà gli obsoleti culti classici, quello che in parte già E'... Quasi un aggiornamento archetipico della struttura del pantheon dei nostri simboli, non solo una loro destrutturazione come sembrerebbe, ma il loro consolidamento verso l'assoluto ed unico Totem sistemico, NON RAGGIUNTO ED ACCETTATO COME CONOSCENZA INTERIORE, MA IMPOSTO GERARCHICAMENTE...
    Una cristalizzazione dello status quo, concettualmente implosiva e nichilista; il prossimo loro Step sarà l'annullamento totale della realtà o cosa ???
    La direzione arcana è quella dell'accentramento finale di tutto lo scibile umano, almeno questo è il loro intento, il loro progetto... 

    L'AGENDA !!!
    Questo processo è evidentemente autodistruttivo ed implosivo, e va nella direzione del basso astrale...
    BASSO ASTRALE 33 KM A DESTRA ???
    Non è solo un'operazione dedicata al dominio assoluto del globo, ma vuol SOPRATTUTTO significare un countdown alla rovescia verso il VUOTO...
    Quando avranno TUTTO, dovranno autodistruggersi per rinascere e tornare ad essere quello che oggi rappresentano; la fine come inizio CIRCOLARMENTE PER SEMPRE, come un karma maledetto, un loop dal quale è impossibile uscire, avendo venduto tutto il "pacchetto" un bel giorno al sig. FAUST...
    Un prigione implosiva...
    Direbbero alcuni, il MALE necessario perchè si combatta per il bene, in un eterno equilibrio cosmico !!!
    Questa è la filosofia nera templare che governa le menti dei cosiddetti ILLUMINATI, una filosofia distruttiva, una ricerca entropica del caos ed annullamento della ragione a favore di un rafforzamento del pensiero magico rappresentato dal LORO DIO...
    L'apocalisse è una meta prefissata e dopo aver fatto terra bruciata su tutto e tutti, non rimane che il VUOTO !!!
    Ground Zero, rappresenta il vuoto e questo vuoto lo vogliono colmare con nuovi valori globali condivisi, con un nuovo ordine sociale...
    ORDO AB CHAOS... Ed anche caos dall'ordine ...
    La stessa procedura militare applicata all'attentato delle tre torri gemelle, si è servita concettualmente ed operativamente dell
    ' implosione e non dell'esplosione...

    Il tempio del Pentagono, nel contesto, simboleggia più una placenta materna che ospita il figlio e se lo divora meglio di un novello Cronos senza doversi giustificare ai sudditi, mostrando il suo lato più antropofago. 

    Nel quarto finto attentato, siamo in presenza ancora di un'implosione, accompagnata dalla magia della scomparsa assoluta dell'aereo e di ogni cosa fosse ad esso collegata, quindi ancora un vuoto più che un'esplosione verso l'esterno, rappresentato dall'aver introiettato un moderno ICARO che rinasce NUOVO-TEMPIO di APOLLO, già anticamente tempio della DEA MADRE, raffigurato con l'emblema del Tripode di Platea costituito da tre serpenti bronzei, usato e stilizzato come logo in ambiente militare... Senza scomodare la numerologia e l'analisi delle date, la vicenda mostra fin dall'inizio un'abbondante serie di simbologie più o meno esplicite...
    Queste operazioni hanno successo perchè vengono metabolizzate dal nostro subconscio, un pò come un macro spot mediatico subliminale...
    ANZI, sono lo spot per eccellenza, e per essere funzionali e scientifiche nel loro modus operandi, devono affidarsi all'illusione collettiva in maniera psicologico analitica...

    E d'illusione andiamo quindi a parlare...
    L'INCANTESIMO principale, è rappresentato dal messaggio-spot dell' abbattimento delle due torri principali, messaggio che afferma in senso assolutistico che siano stati aerei di linea a causare la tragedia... 

    Ma la realtà, a mio parere, è ben diversa !!!
    Inizialmente ed ingenuamente, pensavo dentro di me perchè mai ci facessero vedere in TV sempre quei 10 video dell'attentato più qualche piccola variazione su tema, perchè mai uno dei posti più filmati al mondo, sotto l'occhio indiscreto di turisti quotidiani, di telecamere piazzate ovunque, di svariati punti di vista su grattacieli, senza scomodare i filmati dei satelliti, puntati analiticamente 24 ore al giorno che taglierebbero la testa al toro, fossero in continuazione mostrati come unica prova ufficiale...
    PERCHE' SOLO E SEMPRE QUELLI???
    Mi chiedevo come facessero a censurare chissà quanti filmati dell'attentato sulla rete, mi chiedevo:" come faranno a nascondere  la verità, è impossibile censurare eventuali altri punti di vista filmati da chiunque fosse stato presente o almeno nelle vicinanze"...
    INVECE SEMPRE QUEI FILMATI...
    Ingenuamente, non avevo ancora capito che forse erano gli UNICI VIDEO esistenti dei presunti aerei di linea, LORO non censuravano proprio nulla e se lo facevano era per dare una sorta di credibilità ai complottisti stessi, che però avrebbero sbagliato strada ed interpretazione, pensando ad un fake, ritenendo che le torri fossero realmente state colpite, magari da un missile !!!
    Quindi ho iniziato a pensare che forse quei filmati erano gli unici perchè non ne esistevano altri, e dato che alcuni di quelli erano visibilmente taroccati, iniziai a pensare MALE...
    E se le torri gemelle fossero semplicemente esplose senza l'AUSILIO di alcun demiurgo esterno, come poi è accaduto regolarmente anche per la terza torre, 8 ore dopo ???
    E se quei soliti video fossero stati finzioni proprio per far credere alla gente che comunque le torri erano state colpite come bersagli, distogliendo l'attenzione dalle bombe collocate in tutti i piani, tetto compreso ???
    Perchè l'effetto domino delle esplosioni/implosioni è partito dal tetto... ??? Sarebbe dovuto partire dal punto esatto dell'impatto. Perchè la prima implosione partì dalla cima del grattacielo, scavalcando in alto l'impatto stesso ???


    I video poi sono falsati anche quando mostrano fatti apparentemente reali, talvolta in alcuni di essi si nota la punta dell'aereo che esce intatta dalla parte opposta della torre; ma SE era esplosa all'interno del palazzo, come ha fatto a non disintegrarsi, forse è stata spostata magicamente dal mouse di un PC sullo schermo per un errore voluto ???
    IL PRIMO ATTENTATO VIRTUALE CON CONSEGUENZE REALI???
    Osservando che i filmini sono palesemente dei fake e sono sempre gli stessi, proiettati come un film fantozziano per troppo tempo, ho cominciato ad intuire che questi montaggi fossero gli unici, perchè LORO quelli avevano fatto non ne esistevano altri, e sarebbero dovuti servire a sviare l'attenzione sull'implosione comandata delle torri, più difficile da gestire e da giustificare all'intelligenza media dei sudditi... Secondo il mio parere, nessun aereo o missile ha colpito le torri; una torre già sappiamo che è esplosa per conto suo 8 ore dopo, forse non hanno fatto in tempo a creare validi fake anche per la terza, ma dato che era già minata sarebbe dovuta crollare ugualmente...
    Forse era più difficile creare un fake sulla terza, essendo più bassa delle altre e coinvolgendo visivamente anche altri grattacieli, gli errori sarebbero stati troppo vistosi...
    Mentre le due gemelle, essendo più in alto di tutte ed in mezzo a cielo aperto, erano più facili da editare nel montaggio e manipolare a piacimento, e comunque anche in quei casi,  ci sono stati errori e spesso non sarebbero tornate le misure rispetto all'intera scenografia del ponte sottostante e  rispetto alla prospettiva del punto di vista dello zoom nelle riprese aeree o comunque di una certa altezza, perchè nelle immagini, talvolta le zoomate si aprono e si restringono improvvisamente, chiudendosi su punti predefiniti, e solo su particolari voluti... Particolari che servono a veicolare ciò che era stato programmato nel progetto, nell'incantesimo, omettendo anche il percorso che avrebbero fatto gli aerei prima di colpire i palazzoni... Aerei comparsi improvvisamente sulla scena del delitto...
    Un film ??? Chissà...
    Anche sul Pentagono, credo sia successa la stessa identica cosa, nessun missile ha colpito la struttura, perchè anche un missile avrebbe bruciato e distrutto parte del giardino sottostante per inerzia, mentre invece il prato è magicamente rimasto illeso e perfettamente in ordine come un campo da golf... 
    Chiedersi perchè gli stessi filmati siano stati taroccati e veicolati sulla rete, dovrebbe essere la logica conseguenza di un'analisi onesta ed intelligente da valutare collettivamente, il minimo sforzo neurorale sindacabile richiesto...sempre a mio modesto avviso... !!!


    Il significato di questo incantesimo globale, è servito nuovamente a testare la fede dei popoli rispetto all'autorità, hanno voluto vedere quanto ancora potevano spingersi nell'illusione, fino a che punto i media fossero stati capaci di fottere i nostri cervelli e per quanto tempo ancora i fedeli fossero stati disposti a voler continuare a credere alla figura del PADRE VIRTUALE, alla voce del padrone...
    Simbolicamente hanno ucciso Lucifero, che nella loro versione non è caduto in terra per farsi uomo ed iniziarsi, ma è svanito nei loro templi moderni, fagocitato dagli DEI...
    Il bruco non si è trasformato in farfalla ma si è bruciato sul nascere e le torri crollando, hanno paradossalmente rappresentato la loro potenza sublime, perchè  sempre più "vive" e rafforzate simbolicamente dalla loro morte apparente...
    NON PIU' VISIONI CONSCIE E RAZIONALI, MA INCONSCIE NELL'AFFERMAZIONE DI UNA VALENZA METAFISICA D'IMMORTALITA !!!
    Il Delta massonico ha gettato le sue vecchie ed obsolete vesti per mostrarsi nudo e vivo come Totem assoluto, egli continua a regnare anche senza l'abito/torri e le sue mutande...
    Muore e rinasce immediatamente, si è vestito di "nuovo", lo aspettano altri riti di sangue in giro per il mondo, ha ancora tanta fame e si nutre anche delle credenze popolari...
    Vecchio vizio atavico popolare, quello di credere e di affidarsi al PADRE !!!
    Implosione verso gli inferi... ???
    BASSO ASTRALE, 33 KM A DESTRA !!!