mercoledì 21 marzo 2012

ORDINE NUOVO: L'INTERNAZIONALE NERA...


  • ORDINE NUOVO... 
    Umanità Nova n7 27 febbraio 2000 Non ci sono poteri buoni. Milano: iniziato un nuovo processo per la strage di piazza Fontana di Luciano Lanza

    Diciamocelo chiaramente: questo nuovo processo per la strage di piazza Fontana (l’ottavo senza contare due interventi della Cassazione) è importante perché, almeno nelle premesse, ribalta completamente la vergognosa realtà processuale uscita dalla lunga sequenza giudiziaria conclusasi nel 1991 con l’ultima assoluzione del capo di Avanguardia nazionale Stefano Delle Chiaie, ma se riflettiamo in modo disincantato dobbiamo ammettere che in sé il processo non ha un grande significato storico.
    E i motivi sono diversi. Qui cercherò di elencarne qualcuno.
    Partiamo dagli imputati. I quattro neonazisti di Ordine nuovo sotto processo sono certamente di rilievo, ma appaiono subito insufficienti. Certo c’è Delfo Zorzi, capo del gruppo di Ordine nuovo di Venezia-Mestre (secondo l’accusa è l’autore materiale dell’attentato), ma se ne sta tranquillamente in Giappone di cui è diventato cittadino. Nessuno ha chiesto la sua estradizione e sicuramente non verrà mai estradato. 
    Insomma un processo senza l’imputato principale. 
    Ci sono invece Giancarlo Rognoni, Carlo Maria Maggi e Carlo Digilio. 

    Rognoni, ex capo del gruppo neonazista milanese La Fenice, avrebbe dato il supporto logistico a Zorzi nell’esecuzione della strage, Maggi era il capo di Ordine nuovo nel Triveneto, in pratica la mente organizzativa. Un discorso a parte merita Digilio. 
    L’armiere del gruppo era anche un informatore dei servizi segreti delle basi Nato di stanza a Verona. 
    Lui, quindi, rappresenta l’anello che unisce l’attività terrorista di Ordine nuovo con la strategia del terrorismo che doveva stabilizzare la situazione socio-politica in Italia. 
    Vale a dire la strategia perseguita da Casa Bianca e Pentagono.
    Ma l’aspetto più rilevante, sempre dal versante imputati, è chi non c’è. 
    Alcuni non ci sono perché morti. Quattro nomi per tutti: Giuseppe Saragat, ex presidente della repubblica, Franco Restivo, ex ministro dell’Interno, Vito Miceli, ex capo del Sid e Mariano Rumor, presidente del consiglio all’epoca della strage. Sono personaggi di rilievo, ma i trent’anni che ci separano da quei fatti non potevano non fare qualche “vittima naturale”.E poi non ci sono sul banco degli imputati personaggi ancora vivi, ma divenuti ormai intoccabili, anzi santificati dopo assoluzioni in altri processi di mafia e di omicidi. Avete già capito tutti che il riferimento è al sempreverde Giulio Andreotti.

    Così come non ci saranno gli agenti dei servizi segreti americani coinvolti nella faccenda e non ci sarà nemmeno Gianadelio Maletti, capo dell’Ufficio D del Sid. Se ne sta in Sudafrica e nessuno lo scomoderà dal suo “esilio dorato”. Ma non ci saranno nemmeno i famosi Giovanni Ventura e Franco Freda, perché assolti con sentenza definitiva. Non è un caso che il giudice Giancarlo Stiz, il primo che imboccò la pista nera che ridicolizzava quella seguita dai magistrati romani Vittorio Occorsio ed Ernesto Cudillo (accusatori degli anarchici nonostante l’inconsistenza e assurdità delle prove), si sia recentemente espresso con toni rassegnati e disgustati su quanto è successo nelle aule giudiziarie italiane.
    Processo ieri e oggi. Altro elemento non certo esaltante. 
    Se il processo si fosse celebrato a Milano nel 1972 avrebbe sicuramente avuto altri effetti sulla situazione politica. Ma allora il processo non iniziò nemmeno nella città dove era avvenuta la strage (dopo che i giudici di Roma avevano buttato la spugna visti gli esiti disastrosi per l’accusa sin dalle prime battute del dibattimento) perché il procuratore generale del capoluogo lombardo, Enrico De Peppo, sostenne che quel dibattimento avrebbe scatenato qualcosa di molto vicino alla guerra civile: il palazzo di giustizia sarebbe stato ostaggio della “contestazione rossa”. Così il dibattimento fu trasferito a Catanzaro. 
    E con gli esiti voluti da chi non voleva la verità sulla strage e sulla strategia della tensione: tutti assolti, anarchici e nazisti.

    Ebbene un processo a Milano nel 1972 non avrebbe scatenato la guerra civile, ma sicuramente sarebbe stato l’occasione per una grande mobilitazione che avrebbe messo in evidenza le contraddizioni di un processo gestito in modo da occultare la realtà. Sarebbe stato l’occasione per mettere sotto accusa il sistema politico, giudiziario, poliziesco. Insomma il procuratore generale di Milano nel richiedere il trasferimento da Milano del processo per motivi di ordine pubblico aveva fatto solo il suo lavoro (sporco) di servitore dello Stato, cioè dello Stato che aveva fatto mettere le bombe e che non voleva essere processato nelle piazze oltre che nelle aule dei tribunali.
    Ma adesso, se diamo retta a un recente sondaggio, la maggioranza degli studenti medi milanesi non sa chi è Pietro Valpreda (66,2 per cento) e nemmeno di Giuseppe Pinelli (70 per cento). 
    Mentre la maggioranza crede che ad aver compiuto quell’attentato siano state le Brigate Rosse, che all’epoca nemmeno esistevano, 43 (per cento), la mafia (39), gli anarchici (25) o i fascisti (23). E allora a che cosa serve questo nuovo processo? A stabilire anche in tribunale che i neonazisti erano la manovalanza di questa strategia? Qualcuno può pensare che questo sia un passo importante? 
    Personalmente ne dubito perché ormai a livello storico (perché dopo trent’anni soltanto di storia si tratta) è un fatto assodato che in quella strage gli anarchici sono serviti come capri espiatori, come è assodato che in questa faccenda criminale sono coinvolti i più alti livelli dello stato, della politica, della magistratura, della polizia, dei servizi segreti. Il tutto sotto la direzione della CIA e dei servizi NATO. 
    Cioè gli esecutori delle direttive della Casa Bianca e del Pentagono.

    Inoltre il nuovo processo avrà sicuramente tempi lunghissimi (come vuole un copione collaudato) visto che la difesa di Delfo Zorzi ha deciso di chiedere l’audizione di centinaia di testi: dai capi della CIA ai presidenti degli Stati Uniti, dagli ambasciatori Usa in Italia ai capi delle forze armate americane e poi, per gli italiani, presidenti del consiglio, ministri dell’Interno e della Difesa, ministri degli Esteri, agenti dei servizi segreti.
    Però! Se tutto sembra volersi risolvere in un nuovo processo all’italiana non sarebbe male che gli anarchici e tutti coloro che amano la verità facciano qualcosa. 
    Non solo per rinfrescare la memoria (corta) su quanto è avvenuto, ma per far capire che certe cose non sono successe su Marte, ma qui e che se quella fu una strage di stato bisogna anche (come cantava Fabrizio De André) non “diventare così coglioni da non riuscire più a capire che non ci sono poteri buoni”.

  • LONDRA – Se l’estremismo di destra neo, post o cripto fascista è in gran forma in questo momento storico in Italia, qualcosa lo si deve anche una struttura londinese, una sorta di Spectre molto vicina al concetto di Internazionale Nera, che negli anni difficili subito dopo il piombo degli anni 70 ha dato rifugio a molti “neri” italiani accusati o sospettati di terrorismo. Lo racconta a Ferruccio Pinotti di Sette, il magazine del Corriere della Sera, Carlo Calvi, il figlio di Roberto Calvi, il “banchiere di Dio” misteriosamente “suicidato” a Londra nel 1982.
    Carlo Calvi ha speso 20 milioni di dollari con l’agenzia investigativa americana Kroll per ricostruire i percorsi spesso intrecciati di estremismo nero, banda della Magliana e finanzieri spregiudicati: “A Londra esiste una misteriosa rete, la League of Saint George, che offre ospitalità ai terroristi neri di tutto il mondo. Ha anche un braccio finanziario, il Saint Michael’s the Arcangel Trust, un piccolo quanto ricchissimo gruppo nazista in contatto con personaggi e fondi delle ex SS”.
    Ben 17 dei 19 “neri” accusati o sospettati o condannati per terrorismo all’indomani della strage di Bologna, in gran parte membri dei Nar (Nuclei armati rivoluzionari), trovarono protezione nella capitale inglese. Fra loro ci sono il fondatore e leader di Forza Nuova Roberto Fiore e il defunto “De Gregori nero” Massimo Morsello.
    Denuncia Calvi: “Oltre ad aver creato a poco a poco una rete di mutuo soccorso che è divenuta un piccolo impero economico, questi estremisti di destra avevano rapporti con i servizi segreti inglesi: stando a quanto ci ha riferito la Kroll, Fiore, Morsello e l’altro ex Nar Stefano Tiraboschi avrebbero lavorato per i servizi segreti inglesi [...] I neofascisti italiani erano aiutati anche da National Front”.
    Fiore, sentito da Sette, ha smentito ogni rapporto con gli 007.
    Roberto Fiore con Massimo Morsello manifestano nel 2000 contro il Gay Pride a Roma (Lapresse)
    Roberto Fiore con Massimo Morsello manifestano nel 2000 contro il Gay Pride a Roma (Lapresse)
    Fatto sta che insieme a Morsello, Fiore, pur condannato e braccato dalla giustizia italiana, è riuscito a trovare i finanziamenti per reinventarsi come imprenditore e diventare miliardario in Inghilterra, mettendo su Meeting Point poi evolutasi in Easy London, una struttura tutt’ora in piedi di servizi e accoglienza per chi voleva studiare o lavorare a Londra, che è arrivata a fatturare 10 miliardi di vecchie lire. Con quei soldi ha potuto mettere in piedi Forza Nuova, una volta tornato in Italia. Fiore mantiene ancora ottimi rapporti con l’ultradestra inglese, con personaggi come Nick Griffin, capo del National Front. E non solo: giri di conferenze in Russia e in tutto l’est Europa, corsi formativi per i quadri della nuova destra ungherese.
    La destra neofascista e neonazista scoppia di salute in Europa. Riesce a fare rete e non le mancano mai i capitali per inondare le città di manifesti. A volte riesce anche ad ottenere voti per governare a livello locale. Per esempio, fino a pochi anni fa era inconcepibile che la capitale italiana avesse come sindaco uno che era stato segretario giovanile del Fronte della Gioventù. Ancora meno concepibile che un tale sindaco abbia avuto le contestazioni più dure proprio da destra, in una città dove più organizzazioni di destra estrema – come Forza Nuova, CasaPound e Militia – si contendono il florido mercato della crisi delle ideologie e delle inquietudini prodotte dalla crisi economica.

    FONTE: http://www.blitzquotidiano.it/

6 commenti:

  1. @ MDD. Caro, ti sei accorto che il post non è bene inquadrato per cui si legge male ??
    Ciao. Lilith

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  2. Ciao Lilith, il post io lo visualizzo tutto, è inquadrato perchè l'ho preso da 2 articoli differenti e non c'era altro modo per copiarli nel blog... Comunque sul mio pc lo leggo tutto...
    Ora l'ho pareggiato, meglio di così non riesco...
    Grazie :-)

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  3. @MDD Ciao Maestro.

    Il post è interessante e riguarda una delle pagine più dolorose della storia moderna.

    Questi tragici e brutali eventi provano cosa siano disposti a fare quando sentano minacciti i loro poteri,e svelano il vero volto criminale che generalmente celano.

    E' vero che non si legge l'ultima parte di ogni riga!

    Tony

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  4. Anche il Messico lo stanno distruggendo,ma in maniera diversa;già a migliaia si sono lasciati impiantare un microchip.....
    Gli unici paesi che si stanno salvando sono quelli che hanno adottato sistemi politici di sinistra,per quanto rischino,come Aliende,di essere distrutti comunque in futuro.
    La sinistra,quella vera,è stata sputtanata per renderla innoqua.
    Questa è la verità che molti non riescono a vedere.

    Un compagno

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  5. http;//www.democraziammt.info
    Leggete di cosa si tratta su caneliberonline,di Paolo Barnard.

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  6. Ciao Tony, il post io lo leggo perfettamente anche da altri pc, mi dispiace sia tagliato :(
    Ciao Compagno, condivido l'esempio di ALLENDE, purtroppo è come dici tu ma è un discorso complesso...Ho in mente un post ad hoc che farò sull'argomento :-)

    Grazie x il link...
    conosco bene la MMT, ma purtroppo non condivido certe visioni sulla sovranità della moneta nazionale...Concettualmente è giusto, ma penso che la moneta sia solo un involucro da riempire...e quindi sia nazionale che globale, cambia poco...
    In USA LA MONETA è nazionale, e sono messi male nonostante siano la nazione ancora leader nel mondo...Una nazione la si può pilotare sia che abbia la sua moneta sia che condivida la sfiga dell'euro...Sono solo diversi distretti dello stesso ORACOLO...
    comunque grazie...

    HASTA LUEGO...

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