lunedì 21 dicembre 2015

INTERVISTA RADIOFONICA A FRANCESCA IMMACOLATA CHAOUQUI (WRN BORDER NIGHTS 8-12-2015)



INTERVISTA RADIOFONICA A FRANCESCA IMMACOLATA CHAOUQUI
WRN BORDER NIGHTS 8-12-2015
http://www.spreaker.com/user/bordernights/intervista-a-francesca-chaouqui-da-borde

FF Fabio Frabetti
FIC Francesca Immacolata Chaouqui
PF Paolo Franceschetti
GC Gianfranco Carpeoro

MDD Simone Galgano

FF: E’ il momento…
Come abbiamo annunciato, andiamo a salutare Francesca Immacolata Chaouqui…
Buonasera Francesca, ti facciamo anche gli auguri perché è la sera del tuo compleanno.
FIC: Buonasera, buonasera a tutti, grazie…
FF: Sono con noi anche Paolo Franceschetti e Gianfranco Carpeporo che ci aiuteranno in questo dialogo.
FF: Come hai vissuto questa esposizione mediatica fortissima? Addirittura i due principali settimanali ti hanno dedicato la copertina, abbiamo letto insinuazioni e illazioni, di tutto di più.
FIC: Ho applicato il principio che applico in realtà con i miei clienti, e cioè di guardarsi dall’esterno, non immedesimarsi con quello che viene letto o scritto. Negli anni mi sono trovata a gestire tantissime crisi di comunicazione, di tante aziende, di tanti personaggi eccetera, quando facevo il check con i vari giornali e capivo cosa ci sarebbe stato il giorno dopo sulle varie pagine chiamavo il cliente e lo avvisavo. Questo è stato sempre il principio che ho applicato per riuscire a guardare le cose con un minimo di lucidità e di distacco, che poi è anche quello che ti permette di fare una strategia in questi casi, e quindi devo dire che non l’ho vissuta da un punto di vista emotivo, ma sono diventata il cliente di me stessa in pratica. Tutto qua.
FF: Spesso ti hanno domandato cosa facevi prima di entrare in quella commissione, la Cosea.
FIC: Io mi occupo di comunicazione e relazioni esterne. Ho lavorato per una serie di strutture private internazionali per circa dieci anni e ora da un anno lavoro come libera professionista.
FF: Hai una laurea in giurisprudenza, se non sbaglio.
FIC: Sì, ho una laurea in giurisprudenza che poi la vita mi ha portato a non usare per l’ambito specifico, quindi né per la magistratura né per l’avvocatura, perché già negli anni della pratica mi è capitato di entrare a lavorare in uno studio legale e dopo trasformarmi nella persona che gestiva la comunicazione, quindi sono stati un po’ i casi della vita che mi hanno in qualche modo traghettata verso quella che poi sarebbe stata la definizione del mio futuro professionale.
FF: E poi a un certo punto arriva questa chiamata dal Vaticano. Chi ti ha chiamata dal Vaticano?
FIC: Mi ha chiamata questo monsignor Peter Wells, che è un prelato della Segreteria di Stato, è uno dei più alti funzionari, che mi chiedeva se volevo entrare a far parte di questo organo che il Santo Padre stava creando, era il luglio del 2013, quindi, come ho detto più volte, nel giro di tre ore ho accettato questa nomina senza neanche poi effettivamente comprendere a cosa venivo chiamata in realtà e quanto poi questa cosa sarebbe stata difficile e quanto avrebbe inciso sulla mia esistenza sia personale che professionale, quindi diciamo che, come ho detto più volte, forse non è stata proprio una scelta di quelle felici, comunque…
FF: Quindi ti ha sorpresa questa chiamata, sei passata dalla comunicazione all’analisi finanziaria degli enti economici.
FIC: Per come ne l’hanno proposta no, nel senso che comunque il progetto di cui prevalentemente mi sono occupata nella commissione era la riorganizzazione dei media vaticani, quindi devo dire che a livello professionale credo che a oggi, anche visti i risultati, io non abbia nulla da rimproverarmi. Mi era stato chiesto di unificare i mezzi di comunicazione e renderli più efficaci e più efficienti, ho fatto un progetto con McKinsey e questo progetto oggi è stato realizzato con grande soddisfazione anche del Santo Padre, quindi devo dire che da un punto di vista professionale quella sfida non solo non mi ha spaventata, ma devo dire anche di essere riuscita in qualche modo a vincerla. Il problema è stato il fatto di dovermi adeguare, come dire, a determinate logiche che nulla hanno a che vedere con il mondo temporale da cui io provengo e nel quale io sono ritornata, perché poi fondamentalmente il dato importante è che questa commissione era una commissione che lavorava a titolo pienamente gratuito. Addirittura durante i lavori della commissione dovetti dimettermi da quello che era il mio incarico in una grossissima società di consulenza, perché questa società di consulenza assunse un ruolo fondamentale nella revisione di uno degli enti più importanti della Santa Sede, quindi io per una questione di correttezza decisi di lasciare l’incarico.
FF: Quindi addirittura era un incarico gratuito.
FIC: Nel modo più assoluto, nel modo più assoluto. Io non ho neanche mai preso un rimborso spese, mentre invece i miei colleghi che venivano da fuori un buono pasto, un viaggio aereo eccetera sicuramente se lo facevano rimborsare. Io non ho mai utilizzato neanche la possibilità di un pranzo, una cena o cose di questo genere, mai.
FF: L’altra cosa che volevo sottolineare è che comunque ti sei occupata di quello che era il tuo campo.
FIC: Tutti avevano accesso a tutto, ma eravamo divisi per settori, sottocommissioni, in base all’esperienza professionale di ognuno. Essendo l’unica italiana ero anche l’addetta a tradurre per il Santo Padre dall’inglese, lingua che non mastica bene.

FF: Papa Francesco ha detto che sono state nomine sbagliate, quando hai letto queste parole del Papa cosa hai pensato?
FIC: Ho pensato, ecco, finalmente l’ha capito.
FF: Hai avuto modo di avere rapporti diretti con lui?
FIC: Sì, e credo che nelle sue parole ci sia un’ammissione importante, nel senso che comunque la stessa commissione e la stessa macchina della Curia aveva gli strumenti forse per svolgere quel lavoro, invece Papa Francesco volle nominare una commissione di sua fiducia escludendo completamente tutte le gerarchie da questa scelta, e diciamo che questo è quello che a noi non è mai stato perdonato, e io l’ho pagato più degli altri, soprattutto perché ero l’unica donna, l’unica italiana, l’unica attaccabile, e infatti io oggi sono a processo per estorsione e concussione per un episodio che in realtà ha proprio a che vedere con questo rifiuto che la Curia aveva nei confronti della commissione. Dieci giorni dopo essere stata nominata in quella commissione ho visto in prima pagina del Giornale una serie di tweet falsificati con Photoshop nei quali io davo del gay al ministro delle finanze dell’epoca, il professor Tremonti, e del corrotto al cardinale Bertone, cosa che chiaramente io non avevo mai fatto. Questa cosa mi portò a chiamare sia l’editore del giornale, Paolo Berlusconi, che il direttore eccetera e si creò un caso tale che oggi tutti noi, otto persone, siamo indagati davanti alla Procura di Roma. Questa è la situazione non facile che dopo dieci giorni dalla nomina ho dovuto vivere e che oggi, dopo tre anni, ancora continuo a pagare.
FF: Qual è stata la prima persona che hai conosciuto bene in Vaticano?
FIC: Ho conosciuto tutti i membri, ma sicuramente ho legato di più con monsignor Balda.
FF: Che poi è quello che ti ha accusata in questo memoriale.
FIC: Il memoriale fa riferimento a una serie di eventi che nulla attengono ai capi di imputazione per cui noi siamo davanti a quel tribunale, nel senso che noi siamo imputati per associazione a delinquere finalizzata alla divulgazione di notizie. Non riesco a capire come la strategia difensiva di monsignor Balda possa rilevare il fatto, completamente falso come ho detto mille volte, che noi avevamo avuto una storia, che eravamo stati insieme, non lo riesco a comprendere, se non a rafforzare l’idea dell’associazione a delinquere, cosa che credo non convenga né a lui né a nessuno.
FF: Balda vi ha anche “additato” di far parte dei servizi segreti. Tu ne fai parte o hai avuto contatti con esponenti dei servizi segreti?
FIC: Anche se una cosa del genere fosse vera non lo direi alla radio, ma a parte questo paradosso diciamo che non faccio parte dei servizi segreti. Quello che voglio precisare è che i servizi segreti sono una cosa seria, cioè si appartiene ai servizi segreti se si fa la scuola militare, se si entra nei Carabinieri, se si supera un concorso, se si accede a dei reparti speciali, non si fa parte dei servizi segreti la mattina svegliandosi e dicendo io faccio parte dei servizi segreti, è paradossale. Io faccio la PR, come fa una PR a far parte dei servizi segreti.
FF: Hai avuto in questa tua esperienza contatti con l’Opus Dei?
FIC: No, nel modo più assoluto. Anzi, devo dire che non ho molta stima dell’Opus Dei.
FF: La massoneria è presente in Vaticano? Ti sei imbattuta in qualcuno…
FIC: No. Anche lì, non è che se esistono realtà del genere le persone arrivano con un biglietto da visita.
FF: Cioè può essere capitato ma non ne sei consapevole.
FIC: Direi di sì. Comunque no, queste sono leggende, il Vaticano è ben altro.

FF: Paolo, sentivo che dicevi qualcosa?
PF: Che la tua domanda era… la risposta che ti ha dato Francesca è logica, quanto all’Opus Dei, c’era Balda, che a quanto pare è dell’Opus Dei.
FIC: Balda non è dell’Opus Dei, Balda fa parte della Società Sacerdotale, che è una cosa diversa, perché quando è arrivato dalla Spagna cercava delle sponde politiche a cui appoggiarsi, senza nessuna attinenza a quella che effettivamente è l’Opus Dei.
[L’Opus Dei è composto da due rami fondamentali: uno è la prelatura, ovvero chi sceglie un percorso che è un vero e proprio percorso ecclesiastico, o meglio sia ecclesiastico che di laicato, ma di adesione completa a quelli che sono i principi dell’Opus Dei, e questi sono i sacerdoti dell’Opus Dei che dopo diventano prelati, poi ci sono i laicati dove ci sono i cooperatori, i numerari, i sovranumerari divisi poi per scelte di vita, chi si sposa chi non si sposa, chi aderisce totalmente chi decide di non aderire totalmente. Poi c’è la Società Sacerdotale che è fatta di una serie di persone che simpatizzano con le idee di Josemaría Escrivá e seguono una formazione settimanale sui principi base dei suoi insegnamenti, partecipano a un minimo di vita di comunità, perché dopo questa partecipazione c’è un’esperienza conviviale, che può essere un pranzo o una cena.]
FF: Paolo, fai le tue valutazioni o domande.
PF: Della storia di Francesca mi aveva colpito il modo in cui i media se ne occupavano, dando per scontato determinate cose, senza mai darle una voce completa e farle dire quello che lei si sente di dire un po’ a ruota libera. Ho visto delle interviste che le hanno fatto al limite del surreale se non del demenziale. La cosa che mi ha colpito è che una vicenda come questa del Vatileaks con i libri Nuzzi e Fittipaldi non può partire da due persone sole, è un’operazione ben congegnata di più persone e soprattutto decisa da prima, quindi io ho subito avuto la sensazione leggendo un po’ qua e là che tutta l’operazione dei libri di Nuzzi e Fittipaldi fosse stata decisa a priori, che il vero scopo del Cosea fosse, oltre a quello dichiarato, anche quello di far uscire certe notizie, e che Francesca sia stata il capro espiatorio prescelto per una serie di manovre fatte soprattutto da altri, o anche da altri o solo da altri. Mi ha colpito anche che il Papa, che ha sempre una buona parola per tutti, al di là della vicenda processuale non abbia parlato personalmente con Balda e con te.
FIC: La Cosea non è stata concepita come qualcosa che dovesse far uscire delle notizie. Io posso parlare per me, ma se durante i lavori della commissione mi fossi resa conto che c’era un’intenzione di questo genere mi sarei dimessa all’istante. I due libri vengono sempre accumunati, ma sono diversi: quello di Nuzzi è solo un libro che racconta la vicenda della commissione, quello di Fittipaldi è un’inchiesta giornalistica, con più fonti e più riscontri. Nuzzi ha avuto accesso all’indirizzo e-mail che monsignor Balda utilizzava per la commissione, quindi oltre ai documenti abbiamo la completa visione delle difficoltà che giorno dopo giorno la commissione ha incontrato per tutti i nove mesi in cui ha operato, quindi sono finite in quel libro cose che non avrebbero dovuto come le registrazioni del Santo Padre che Balda usava durante le riunioni con i prelati. Quando ne sono venuta a conoscenza insieme agli altri membri ne sono rimasta sconvolta, lui però diceva che lo faceva per una sua memoria, ma oggi queste cose si trovano in un libro, e io credo che questo sia il vero tradimento al Papa. A oggi mi domando con il mio avvocato, che per altro non è il mio avvocato perché Giulia Bongiorno non è stata ammessa alla mia difesa, se mi sto difendendo dal capo di imputazione o dalle accuse di Balda, dato che all’interno del fascicolo non c’è nulla, neanche una prova dei miei contatti con Nuzzi e Fittipaldi. Credo che il Papa stia facendo bene, perché essendo noi in un indagine un suo intervento avrebbe potuto influenzare le decisioni dei giudici, quindi questo atteggiamento è molto suo, in questa fase. Credo che ci sarà una seconda fase dopo il giudizio in cui ci sarà il momento per i chiarimenti personali.

FF: Sentiamo anche Gianfranco Carpeoro.
GC: Ritengo che la cosa che ha arrecato più danno a Francesca siano stati i personaggi che ci sono stati attorno, è emerso intorno a Francesca un contesto di personaggi che danno una cosmetica particolare, per esempio una figura abbastanza centrale mi sembra il contorno di questa lobby intorno alla nobildonna romana, la contessa Marisa Pinto Olori, che mette in contatto Francesca con Bisignani, che una persona tanto estranea ai servizi segreti non è, almeno dalle inchieste. Cosa può dirci in merito ai suoi rapporti con Bisignani?
FIC: Senza entrare nel merito, è evidente che nel mio percorso di vita abbia avuto relazioni più importanti e meno importanti, più potenti e meno potenti, altrimenti a trent’anni non si fa quello che ho fatto io, me ne rendo perfettamente conto, e sicuramente sono riuscita a salire sul treno giusto al momento giusto. Il problema è la ragione per cui ti trovi davanti a certe persone, determinati mondi ti contagiano, non c’è speranza che non sia così, soprattutto in una Roma in cui l’establishment è composto da 350 persone. Roma è un mix in cui sei tu tutto o sei niente. È chiaro che io viva il mondo dell’establishment romano, ma come lo vivo io lo vivono i miei colleghi, chi fa questo lavoro a un certo livello, lo vivono i politici, lo vivono i prelati. Questo mito intorno ai miei rapporti in realtà altro non è che una semplice speculazione giornalistica.
GC: Infatti avevo parlato di cosmetica. Il problema è che quando tutto questo finisce in un’inchiesta dove il sospetto di coinvolgimento di certi poteri forti diventa piuttosto concreto, alla fine certi chiarimenti che non si vogliono dare diventano quasi obbligatori.
FIC: Faccio il gioco che il momento contingente richiede, ossia rispondere alle accuse utilizzando il mezzo mediatico per evitare che passi semplicemente una voce, ma questo lo faccio appunto per una questione di cosmetica, perché nella mia vita concreta è cambiato ben poco.
PF: Questo conferma la mia sensazione che Francesca sia stata presa in un gioco un po’ più grande di lei. Alcune sue affermazioni, anche in questa intervista, mi sembrano un po’ ingenue per certi versi, però bisogna tenere conto che lei ha poco più di trent’anni e certe cose non si conoscono, non si capiscono perfettamente neanche a cinquanta, sessant’anni.
FIC: Non sono una teorica del complotto perché al complotto credo poco. La mia colpa è quella di aver gestito male i rapporti diplomatici all’interno della Curia, non ho fatto attenzione agli amici o ai nemici che mi facevo, ho portato avanti la battaglia del Papa senza fare attenzione a niente e a nessuno e sicuramente ora lo sto scontando, se non altro in termini di esposizione mediatica, per il resto non mi sento una vittima, non sono il tipo che resta succube di qualcosa nel momento in cui si accorge che questa cosa lo danneggia. Il mio grande errore è stato affidarmi a monsignor Balda perché, visto che lo aveva scelto il Papa, lo ritenevo l’uomo forte, l’uomo a cui appoggiarsi. In questo senso posso dire che c’è stata un’ingenuità da parte mia, per il resto le teorie del complotto mi appartengono poco.
PF: Dal punto di vista giuridico di fatto questa storia si risolverà in una bolla di sapone, le conseguenze sulla tua vita reale saranno zero, non rischi il carcere, hai rischiato un po’ di casino mediatico non sempre positivo, ma non ha avuto ripercussioni ed è la cosa più importante.
FIC: Se il tribunale vaticano mi condannerà non mi sottrarrò alla pena pur potendolo fare, come giustamente dici tu, perché se vado in Italia non posso essere condotta in carcere dalle autorità vaticane, ma il giorno della sentenza io andrò in Vaticano e spero che se mi condanneranno avranno il coraggio di eseguire la sentenza, alla quale non mi sottrarrò e per la quale non chiederò la grazia, perché in me la componente cattolica è fortissima e per me la Santa Sede è la base fondamentale dei miei principi di vita.
FF: Queste vicende possono essere ritenute un attacco al nuovo corso iniziato da Papa Francesco?
FIC: No, nella maniera più assoluta. Balda nella consegna dei documenti non ha agito in alcun modo per danneggiare il Papa, la vedeva come l’ultima spiaggia perché la riforma tanto decantata dal Santo Padre faticava a decollare. Inoltre i due giornalisti in questione non sono anticlericali e antipapa, non c’è intento da parte di nessuno di agire contro la riforma, ma semmai di aiutarla anche se in un modo che non è quello corretto.
FF: Eravate in otto, perché tra tutti l’attenzione si è concentrata soprattutto su di te?
FIC: Perché la Curia è Italia, Curia e Italia sono due cuori pulsanti dello stesso organo, che non possono essere separati anche per una questione di commistione di interessi. Non dimentichiamoci che quattro o cinque anni fa uno dei pupilli del cardinale Bertone era il responsabile dei rapporti istituzionali della Rai, e quel mondo non è mica morto.
FF: A livello mediatico si parla più di chi ha dato le carte che di cosa contenevano, quello è passato in secondo piano.
FIC: Totalmente in secondo piano.
FF: Abbiamo un ospite che prepara alcune domande per gli ospiti particolarmente importanti, e te le farei sentire. Si chiama Maestro di Dietrologia.

MDD: BENTORNATI CARI ASCOLTATORI NOTTURNI...
Questa sera la mia scheda sarà dedicata a Francesca Immacolata Chaouqui, membro della commissione di studio e indirizzo sull'organizzazione delle strutture economico-amministrative del Vaticano. Ho formulato 7 domande ad hoc riferite alla sua ascesa in Vaticano ed ai fatti recenti che la vedono coinvolta.
Iniziamo con l'intervista...

1- Salve Francesca, il 29 aprile 2013 scorso lei ha scritto un pezzo con questo incipit: «Rosarno è una terra che non fa sconti. Luigi Preiti non aveva scelto di far parte dei cattivi, i cattivi sono ricchi, non sparano in giacca e cravatta, non sorridono davanti al sangue di un carabiniere. Le loro guerre le combattono in altri modi. Luigi Preiti è stato armato da una forza oscura ben diversa e molto meno nota di quelle che governano le terre da cui lui proviene: l’odio, la disperazione, la dignità perduta. Cosa intendeva con FORZA OSCURA, sottende il fatto che alcuni casi di sangue mediatici siano in realtà operazioni occulte di ben altre forze in campo??? Se sì, quali sarebbero queste forze???
FIC: Bellissima domanda, finalmente una domanda di contenuto tra le centinaia di migliaia di cavolate che mi hanno chiesto in questi giorni. Sono veramente felice, complimenti. Le rispondo con gioia: questo post nasce da un commento che io feci a un evento di cronaca che mi sconvolse molto anche perché conoscevo la vittima. Davanti a Palazzo Chigi un calabrese di Rosarno spara a uno dei carabinieri di vigilanza e lo ferisce gravemente. Io lo conoscevo perché gravitavo in quell’area per ragioni professionali. Subito dopo venne fuori che questa persona apparteneva alla mafia e che fosse un’azione della ndrangheta contro la polizia. Io mi affrettai a dire che questo non era il modo in cui i calabresi che appartengono alle cosche reagiscono nei confronti dello stato. Le forze oscure a cui faccio riferimento sono quelle che non consento a un posto come la Calabria di svilupparsi, né da un punto di vista economico né da un punto di vista culturale, che poi sono due concetti fondamentalmente legati. Questo qualcosa che non riesco a identificare e indicare con una parola concreta che da anni blocca una terra nella condizione in cui versa.
2- Come si spiega la sua veloce ascesa nelle stanze dei bottoni, questo a prescindere da suoi eventuali meriti e capacità che nessuno le nega, non si è mai chiesta perché a ricoprire certi ruoli abbiano scelto LEI??? A certi poteri era forse funzionale una figura giovane e femminile o ci sono ragioni di altra natura occulta???
FIC: No, ragioni di natura occulta no. Io sono una persona che al di là di quello che oggi si dice di me ho la capacità di mettere in fila gli eventi, e negli anni questa capacità è risultata utile a molte persone. E credo che questa sia la ragione principale per cui in tanti mondi sono riuscita a fare un buon percorso. Ho la capacità di rimanere lucida anche nelle difficoltà e questo è un buon punto di partenza, il resto è solo una concatenazione di eventi con ben poco dietro.
3- Nell’OPUS DEI attualmente chi comanda??? Quali sono le cordate principali interne al Vaticano ed i loro rispettivi referenti politici???
FIC: Alla seconda domanda non posso rispondere per ovvie ragioni. Quanto alla prima domanda, se parliamo di potere temporale, è quasi completamente inesistente. Oggi l’Opus Dei non è più l’Opus Dei di Pippo Corigliano, l’Opus Dei che governava la Rai, l’Opus Dei che è riuscito a far affidare a case di produzione cinematografiche il 37% degli investimenti della fiction della Rai, l’Opus Dei che sceglieva ministri e nomine, diciamo che oggi altro non è che una semplice comunità di ispirazione cattolica come ce ne sono tante, niente di più.
4- L’intreccio oscuro tra Santa Sede, nobiltà, potentati economici, massonerie deviate, servizi segreti è una realtà o fa parte della visione distorta dei complottisti???
FIC: È una fantasia totale, non ha nessun riscontro nella realtà, men che meno quella della massoneria, quella è una cosa fuori dal mondo. La nobiltà romana papalina ovviamente non può prescindere dalla Santa Sede, ma semplicemente per ragioni storiche. Si pensi alle varie famiglie romane che avevano cardinali e papi nel loro albero genealogico, quindi oggi i nipoti dei cardinali e dei papi che hanno fondato la Chiesa che conosciamo oggi provengono da quelle famiglie. È un rapporto di sangue oltre che politico.
5- Papa Francesco da quali poteri è appoggiato nella sua lotta contro il Vaticano conservatore???
FIC: Non posso rispondere.
6- La fuga di notizie e i documenti riservati della Santa Sede che il giornalista Nuzzi ha utilizzato per il suo libro rappresentano realmente il marcio del Vaticano, o sono più banalmente solo un primo livello che serve a depistare altri livelli più importanti di cui nessuno parla???
FIC: No, non è un primo livello e non serve a depistare, però è soltanto una parte della realtà. Una piccola parte, purtroppo.
7- Ritiene di essere stata scelta ANCHE per essere strumentalizzata come capro espiatorio e poi scaricata da certe forze, o sono semplicemente frutto del caso le sue recenti disavventure giudiziarie???
FIC: Io non credo nel caso e, come ho detto prima, non credo nella strumentalizzazione della mia persona. Per arrivare a strumentalizzarmi dovrebbero drogarmi o rimbambirmi chimicamente e, visto che finora non è accaduto, credo che tutto quello che è successo sia stato da me scelto o non scelto.

GC: Io avrei un’altra domanda. In un’intervista ha parlato dell’agente di Panariello e di un avvocato di Firenze, un certo Zaccaria. Volevo saperne un po’di più, perché ha sostenuto che monsignor Balda ha cambiato atteggiamento a seguito al suo coinvolgimento con queste persone.
FIC: Questa è una domanda che approfondisco con piacere. In pratica io e monsignor Balda interrompiamo le nostre relazioni amicali nel maggio di quest’anno, del 2015, e la ragione è questa: aveva conosciuto Elena Metti, ero stata io stessa a presentargliela perché all’epoca mi aveva proposto un contratto con una società di produzione cinematografica per una consulenza per un film, c’era un rapporto di lavoro e avevo pensato di presentarle monsignor Balda. Lui si era lasciato un po’ avvincere da questa signora che gli aveva aperto delle strade in un universo che per un prelato era inaccessibile come il mondo dello spettacolo, delle serate divertenti, dei bar, delle cene. Io non ero d’accordo con questo tipo di vita, consigliavo sempre la presenza di un autista, di una persona che gli stesse vicino, che lo protegge, ma lui non accetta questa cosa. La Metti comprende che monsignor Balda poteva essere un’utile entratura anche per rilanciare la figura di Giorgio Panariello. Questa situazione porta monsignor Balda a distaccarsi da quella che era la sua vita e ad avere uno scontro pesantissimo con me. Durante queste frequentazioni conosce l’avvocato Zaccaria, che nell’ultima fase diventerà il suo avvocato, e che gli consiglia di diffondere il memoriale, è lei che telefona nelle redazioni raccontando del memoriale e che lo manda in giro.
GC: Non so se si tratti di lui, ma tanti anni fa un certo avvocato Zaccaria credo fosse venerabile in una loggia che si chiama Concordia.
FIC: No, questa è una donna, si chiama Antonia. Sono dei personaggi di bassissima lega, di infima categoria. Questo avvocato Zaccaria inizia a chiamare in tutte le redazioni per diffondere il memoriale, trova terreno fertile a Repubblica, ma nel momento stesso in cui questa signora diffonde il memoriale io vengo avvisata da alcuni amici all’interno della redazione, così il giorno dopo esce il memoriale ma contestualmente una mia intervista che lo smentisce. Messa alle strette dal fatto che io l’avevo querelata, l’avvocato Zaccaria conferma di essere stata lei.
GC: Un’ultima perplessità che ho sulla vicenda. La vicenda a cui ha accennato con Paolo Berlusconi che in qualche modo tirerebbe in ballo anche il fratello, secondo lei è responsabile dell’accanimento nei suoi confronti sia del Giornale sia di Libero?
FIC: No. Non esiste l’accanimento giornalistico, oggi io sono una notizia e i giornali li fanno i giornalisti che cercano notizie. Oggi non esistono a favore e contro, oggi comanda la notizia.
GC: Quel giornalista, Fabio Marchese Ragona…
FIC: Quello è un delinquente, non è un giornalista.
GC: È ancora il vaticanista di Mediaset?
FIC: Non è un vaticanista, è un collaboratore, il Giornale non ha vaticanisti. Se fosse stato cacciato per colpa mia, allora avrebbero ragione i pm, ma questa persona purtroppo, mio malgrado, è rimasta dove stava. Uno che pubblica in prima pagina notizie false per compiacere i mandanti non è un giornalista, è un venduto ed è un delinquente. Poi la ragione per la quale non l’ho querelato è che, molto concretamente, a uno che guadagna 1000 euro al mese che gli levi?
GC: Quali sarebbero i mandanti?
FIC: Gente che non vedeva di buon occhio il modo in cui il Papa si era mosso.
GC: Purtroppo lei, per coincidenza, per caso, per fortuna o per suoi errori, non ne ha beccato uno buono. Non voglio giudicare nessuno, ma forse sarebbe meglio che facesse l’avvocato, così quando non ne becca uno buono almeno lo difende.
FIC: Ha ragione. Io vi ringrazio, purtroppo devo salutarvi, vi auguro una buona continuazione.
FB: Grazie Francesca, grazie…


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