Nello stesso 25 novembre, muore l'unico personaggio che una rivoluzione è riuscita a farla.
La notizia della morte di Fidel Castro fa da contraltare a quella dell'esaltazione del capitalismo, una sorta di Livella, dove la sublimazione della rivoluzione simbolicamente sostituisce quella naturale.
Prima di analizzare il "Black Friday", ribattezzato dal sottoscritto "Black Free-day", invito tutti i lettori a visionare bene questo terrificante e surreale video che mostra decine e decine di assalti a store e negozi da parte di orde di zombi famelici, il cui unico scopo è consumare e spendere per primi a costo di essere menati e calpestati dalla folla indemoniata.
Il termine storico dell'evento si riferisce a due grosse crisi che colpirono il mondo finanziario.
La prima crisi fu quella di Venerdì 24 settembre 1869, chiamata Black Friday, mentre la seconda più tristemente famosa, quella di Martedì 29 ottobre 1929 chiamata Black Tuesday.
Nel 1929 avvenne il crollo di Wall Street e il 29 ottobre dette inizio al periodo noto come la Grande Depressione.
Il Black Friday oggi rinasce sotto una nuova stella e viene accuratamente osservato ed atteso da tutti gli analisti finanziari e dalle borse americane e internazionali.
Il Black Friday oggi rinasce sotto una nuova stella e viene accuratamente osservato ed atteso da tutti gli analisti finanziari e dalle borse americane e internazionali.
Il Black Friday farebbe riferimento anche ai libri contabili dei commercianti che passano dal colore rosso (perdite) al colore nero (guadagni). Indicherebbe quindi l'inizio di un periodo di grandi guadagni, che arriva fino al periodo Natalizio, portando in attivo le casse degli store.
L'espressione Black Friday per alcuni sarebbe nata a Philadelphia e deriverebbe anche dal congestionamento del traffico stradale che si sviluppa nel giorno della corsa ai saldi anticipati negli Stati Uniti che avviene appunto a fine Novembre.
E' curioso osservare questa guerra tra poveri, questa ansia di morte sublimata attraverso la ritualità dei consumi, questa voglia di arrivare primi all'altare padronale ed assicurarsi la nuova Playstation scontata, il nuovo smartphone subacqueo o la TV più fica made in Hong-Kong.
E' triste constatare quanta energia vitale venga consumata per alimentare il capitalismo da folle oceaniche ipnotizzate dal sistema. Orde di bestie che si preparano da giorni all'assalto finale del fortino dei balocchi, aspettando con meticolosa pazienza l'evento commerciale per celebrare la messa caotica del Venerdì Nero e poi scatenare l'inferno al suono delle sirene meccaniche.
Se la stessa energia venisse consumata per fini più nobili o come antagonismo reale al sistema, pensate potenzialmente quante rivoluzioni, manifestazioni o criticità potremmo esprimere con questi numeri. Ogni volta che viene approvata una legge contro i cittadini, contro il lavoro e lo Stato Sociale, potremmo contare per inerzia sull'appoggio di masse da contrapporre a banche, governi, istituzioni. INVECE NO, la massa non istruita e senza coscienza di classe, evita accuratamente di ribellarsi o lo fa troppo poco, perché è SOLO intenta e concentrata a consumare, spendere e lottare contro il suo simile, menandolo, calpestandolo, pur di arrivare a mettere le sue sudice mani nello scaffale dello store più trendly, in un gioco al massacro fatto con il sorriso in bocca.
Il rito consumistico del Venerdì Nero mi ricorda tanto la trilogia del film "La notte del giudizio".
The Purge (titolo originale) è una serie di film horror-thriller, scritta e diretta da James DeMonaco.
È composta da tre film, La notte del giudizio (2013), Anarchia - La notte del giudizio (2014) e La notte del giudizio - Election Year (2016). La serie è ambientata in una futura America distopica, dove una volta all'anno, per un periodo di dodici ore, ogni crimine, incluso l'omicidio, è reso legale.
È composta da tre film, La notte del giudizio (2013), Anarchia - La notte del giudizio (2014) e La notte del giudizio - Election Year (2016). La serie è ambientata in una futura America distopica, dove una volta all'anno, per un periodo di dodici ore, ogni crimine, incluso l'omicidio, è reso legale.
Ci sono molte analogie con La notte del giudizio, che è ovviamente una sottile ma potente critica al sistema reazionario liberista americano, infatti anche nella realtà a cui il film si ispira, vediamo gente sfondare vetrine e cancelli, picchiarsi e sentirsi legittimati a perpetrare qualsiasi brutalità in nome dell'evento.
E' questo il punto, la legittimazione da parte del sistema a scatenare la furia bestiale della massa contro se stessa, la stessa furia viene canalizzata verso un obiettivo illusorio ed accettato.
La psicologia di massa è sempre la stessa, il sistema può contare su solide certezze.
"Mors tua vita mea, ti mordo, ti strappo i capelli, ti sferro un pugno, mi sfogo contro un povero sfigato come me e sono contento, afferro la consolle all'ultimo grido della Sony, ho svolto perfettamente il gioco dei ruoli che lo schema di potere mi ha preservato in nome dell'evento".
E guardate bene, non c'è bisogno di nessun complotto, di nessuna manipolazione, basta legittimare la pancia della massa ilica ed il gioco è fatto. La manipolazione è già avvenuta in altri templi, tutto procede per inerzia, nessuno vuole ribellarsi, nessuno vuole uccidere metaforicamente il padre, ma vuole solo essere il figlio prediletto, come quando Caino uccise Abele, e portarsi sotto l'alberello di natale il pupazzo insanguinato più bello per mostralo ai figli e ripetere l'eterno rito circolare.
La cosa più deprimente di questo Flash-Mobe dell'orrore è che il popolo non esercita un sano esproprio proletario, dovuto a situazioni di indigenza, ma lotta per pagare prodotti ed alimentare chi fa loro continui espropri.
Non lotta per legittimare se stesso e la collettività ma lotta SOLO quando è legittimato a scegliere la via più facile, quella di restare dentro il suo ruolo sociale che ha imparato a riconoscere, dal quale si sente rassicurato nella pericolosa ed ostile giungla metropolitana, forse l'unico appiglio che lo tiene in vita e lo protegge. Non è cambiato molto dai tempi dei primi ominidi saggiamente raffigurati in 2001: Odissea nello spazio.
E' questa la perversione più nera del Venerdì Nero, perché dopo la guerra tra poveri per assicurarsi oggetti funzionali a reggere il sistema, li vediamo tutti in fila diligentemente dirigersi verso le casse in religioso silenzio, felici e contenti, a spendere gli ultimi risparmi per prodotti non scontati ma riportati parzialmente ai loro costi reali.
L'importante è essere i primi della fila, come animali di un allevamento per essere triturati, dopo essersi assicurati il podio attraverso il sangue ed essere cibo di ALTRI.
Con queste premesse la rivoluzione è già stata sublimata, altro che persa, con buona pace di Fidel e di Cuba, il Black Friday è la vera ed unica rivoluzione del sistema odierno e la vera anarchia del potere.
Buon Venerdì Nero a tutti...
Molto bravo. Grazie
RispondiEliminaBlack come aggettivo rivolto a Venere, da cui venerdì secondo Macintosh, è da relazionarsi alla retrospettivazione di origine laburista partita secondo Larsh (la proletarizzazione del somerset, 1988 ed. Agrodolce, pag. 9898) "dall'interpretazione" (Prott, evangelizzazione prevalente, 1921 ed. Risi, pag.5) ritenuta pre-neolitica (Prott, persistenza del contenuto pre filologico nella società natanica, 1922, ed. Rosa, pag.665), che successivamente è stata diffusa (traslata, secondo Spiel, Agrimensura, 1744, pag.59), fra le società de-industrializzate secondo uno schema (Reginald, oggetto non oggetto, 1899, pag.156),(ideologia proto-dionisiaca secondo Feller, Deontologia preraffaellita, 1946, pag.84), ad impatto "storicizzante"(Loria, Ramesi, 1898, pag,66) riversatesi poi, attraverso la catena di diramazione, nell'ideologia (Jaar, Analisi sopra l'uomo, 1933, pag.12) o nel lobo prefrontale per Pisante (Teografia, 1912, pag.8) fino ad impattare in una "nemesi"(Spark, analyse sur le phénomène, 1910, pag.11) presociale inflessa in una derivata parzializzata prima asintologicamnete poi eristicamente in quella deriva (Gromm, eldest century, 1985, pag.1513) chiamata dalla scuola salmiana, prima valenciana, poi suddivisa in dromiana e tufiana, quest'ultima cambiando denominazione dopo la rivoluzione del 1789 in saliciana che diede vita
RispondiEliminasecondo Folière (1955) appunto alla scuola salmiana; deriva, infatti a più riprese indefinita se analizzata secondo l'etimologia moderna (Griot, 1977, Tableau vivant, pag.1) sancisce la definitiva copertura naturalizzata secondo Kramer (Fuochi dell'ira, 1978, pag.12) paralisi dell'Occidente catto-privatizzato (cit. non originale da Simmel-Foleman, criogenie d'avantgarde, 1962, pag.654).
Maestro d'apologesi teoliberista aperdivante
BRAVO!
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