Il simbolismo della Pasqua
di: Pietro Francesco Cascino
I simboli esoterici che noi incontriamo nei nostri studi servono a risalire la vita celata dietro i simboli stessi, e contribuiscono alla conquista interna dello studioso e alla comprensione delle forme che appartengono al sublime patrimonio della storia esoterica.
I simboli servono a renderci più chiare le idee e sanno avvicinarci di più d’ogni altro discorso espresso a parole, poiché essi adottano espressioni allegoriche invece che astrazioni linguistiche. Sono usati nel loro contenuto conscio per evocare immagini dalla mente subconscia, e portano nel piano della coscienza ordinaria quel ricchissimo mondo sommerso, chiave perduta delle nostre ricerche interiori.
Si può dare come esempio: il cuore come simbolo dell’amore, la colomba simbolo della pace, il Sole simbolo della luce, la corona simbolo della regalità.
In questi esempi, un’immagine rappresenta un’idea, concreta o astratta.
E' necessario ricordare che dal punto di vista esoterico si ritiene che gli astri, e particolarmente il Sole, costituiscono l'espressione materiale di possenti entità spirituali le quali, mediante il loro corso alterno e le relazioni reciproche, influiscono su tutto il creato determinando gli eventi e ciò si rende possibile in quanto l'uomo stesso è costituito degli stessi elementi.
Il significato simbolico delle grandi festività religiose può essere svelato risalendo alla loro origine, al tempo in cui gli uomini vivevano in contatto con la Natura, e confrontavano l'alternarsi delle stagioni con il corso degli astri ed a questi ricollegavano tutti gli eventi terreni.
Dall'alternarsi delle stagioni gli antichi scoprirono l'inizio dell'inverno e della primavera, i periodi più importanti per la vita dell'uomo e per la sua sopravvivenza. Con tali periodi si sono fatte coincidere le festività religiose del Natale e della Pasqua.
La manifestazione cosmica si svolge in un susseguirsi di cicli. Per quel che ci riguarda più da vicino possiamo osservare il ciclo Zodiacale costituito dalla precessione degli equinozi, che dura circa 2.000 anni, ed il Ciclo Solare connesso alla rotazione della Terra, che dura un anno. Questo Ciclo Solare fu associato, sin dalla notte dei tempi, alla venuta sulla Terra di una Divinità Solare che portava luce e messi alla Terra e vita all’umanità. La nascita di questa divinità avveniva al solstizio d’inverno, giorno in cui la costellazione della Vergine sorge all’orizzonte, quando il Sole scende alla massima declinazione per riprendere il cammino verso l’emisfero nord apportando nuovamente luce e calore fino a raggiungere il suo Zenit al solstizio d’estate. Tale giorno, fu consacrato al "Sol Invictus", dio persiano Mithra il cui culto risaliva al 1400 a.C., successivamente diffuso nell'Impero Romano nel primo secolo della nostra era, e veniva celebrato il 25 dicembre. Nel compimento del ciclo Solare, nella religione cristiana viene espressa la liturgia dell’Ascensione che si rapporta, secondo gli insegnamenti teosofici, al percorso compiuto dall’Ego, l’eterno pellegrino.
Il Natale, richiamandosi al ciclo solare, era considerato come la "nascita" dell'Ego nell'essere umano e la sua crescita attraverso le prove invernali fino all'equinozio di primavera (che segna il risveglio della natura) allorquando, avendo superato l’oscurità e la morte, lo spirito dell’uomo risorge dalla materia.
Il simbolo della festa occidentale della Pasqua è posto, quindi, tra l’inverno che si conclude, e la Primavera che sta per iniziare.
La Pasqua nei primi secoli era officiata ogni domenica ed in seguito una volta all'anno al plenilunio dei mesi di marzo / aprile in coincidenza con la festa che ricordava l'esodo degli ebrei dall'Egitto e quindi la salvezza dalla "schiavitù". Appena nel sesto secolo, fu stabilita la data mobile della Pasqua che deve cadere una domenica dopo il plenilunio di primavera.
H.P..Blavatsky nel suo articolo "II carattere esoterico del Vangelo" con riferimento alla festività scrive:
"La venuta di Cristo significa la presenza di Christos in un mondo rigenerato, non già la venuta nel corpo di Cristo-Gesù. Questo Cristo non si deve cercare nel deserto o nelle "camere inferiori" e neppure nel santuario di qualche tempio o Chiesa costruiti dall'uomo, poiché il Cristo - vero Salvatore esoterico - non è un uomo, bensì il Principio divino in ogni essere umano. Chi lotta per far risorgere lo spirito crocifisso dalle sue passioni terrene e seppellito profondamente nel "sepolcro" della sua carne peccaminosa, chi ha la forza di
rovesciare la pietra della materia dall'uscio del suo santuario interiore, fa risorgere
il Cristo in lui... ".
Esaminiamo i simboli collegati alla festa religiosa della Pasqua:
I simboli connessi a questa fase di transizione s’identificano astrologicamente con i segni dei Pesci e dell’Ariete, esotericamente con la Croce, e cosmogonicamente con l’uovo, simbolo di germe di vita.
Il simbolo della Croce
Per la maggior parte delle persone la Croce è semplicemente un simbolo religioso associato al Cristianesimo, ma se andiamo a vedere nella Storia del simbolo della Croce esistono molte varianti, la cui origine è molto più antica della Croce che il Cristianesimo ci ha tramandato. Tali varianti sono legate e fanno parte della filosofia pagana e della legge universale.
Noi come studiosi d’esoterismo dobbiamo considerare la Croce come uno dei più antichi simboli mistici ed accettare che essa fu adottata dalla cristianità come il più antico simbolo della dualità. Ovunque noi la vediamo rappresentata le dobbiamo manifestare un doppio rispetto, poiché è sacra come simbolo Cristiano del Sacrificio ed è ugualmente sacra come segno mistico della legge eterna la quale ci dice: “ quando due opposti si incontrano si produce una manifestazione che è una combinazione della loro potenza”.
La parola “croce” deriva probabilmente dal sanscrito Krugga che significa “bastone”. I greci la chiamarono stauros “palo”; gli Ebrei “albero”. La croce, convergente con il numero quattro, era già nell'antichità pre cristiana un simbolo che evocava:
1) L’unione dei contrari (sopra, sotto, destra, sinistra);
2) La vita /l’asse orizzontale: il suolo e l’orizzonte sul quale vive l’uomo; l’asse verticale: il percorso terreno dalla nascita alla morte del corpo, crescita basso-alto o ascesi dell’anima al cielo)
3) Il tempo, collegando nella linea verticale il passato (in basso), il presente (incrocio con la linea orizzontale, rappresentante l’seistente) e il futuro (l’alto); ovvero l’ieri, l’oggi e il domani.
La croce era (ed è) rappresentata in varie forme:
1) Ansata o egiziana: derivata dal geroglifico ANKH, simbolo della vita, con forma di croce sormontata da un cerchio. Tale simbolo fu adottato dai cristiani copti che ne fecero un simbolo cristiano;
2) Commissa o greca: a T (lettera Tau dell’alfabeto greco);
3) Immissa o capitata o aperta o latina: la croce comune;
4) Croce di Lorena: a forma di X (lettera Chi dell’alfabeto greco);
5) Gammata: a forma di T (lettera Gamma dell’alfabeto greco);
6) Uncinata: costituita dall’unione di 4 croci gammate con orientamento verso sinistra (occidente), che schematizzava il moto apparente del Sole. Tale croce è stata anche unita al simbolo del cerchio; ricorda il movimento rotatorio e quindi la vita, nei simboli della croce runica (o celtica), e nella svastica. La croce runica (da runa, lettera dell’alfabeto arcaico delle popolazioni germaniche) unisce i due simboli sovrapposti, una croce a 4 bracci uguali ed un cerchio.
Dopo il supplizio di Cristo sulla croce si sono aggiunti altri significati religiosi e simboli:
La croce come albero della vita
- L’asse verticale indica la connessione fra la terra e il cielo; questo, conficcato nella terra, simboleggia anche le radici della vita.
L’abbraccio del figlio di Dio all’umanità
- L’abbraccio della Redenzione di cui il figlio di Dio si è fatto strumento, facendosi uomo.
La figura umana
- La croce evoca anche la figura umana a braccia aperte ( ripresa anche dalla figura del normotipo di Leonardo da Vinci).
La croce a quattro braccia riporta al numero (4), il più simbolico fra i numeri e, quindi, al quadrato. La croce contiene anche il centro, quindi il superamento della quadrinomia mediante il raggiungimento dell’origine dei quattro elementi attraverso il passaggio al numero successivo, il cinque, ovvero alla “quintessenza. La quintessenza simboleggia, quindi, l’elemento puramente immateriale, lo spirito del mondo, dal quale sono stati generati, e separati dal centro, nelle quattro direzioni i 4 elementi (aria, acqua, fuoco e terra).
Gli iniziati orientali, considerano il simbolo della croce, coetaneo del cerchio dell’Infinitudine Deifica e prima differenziazione dell’Essenza, l’unione tra Spirito e Materia.
Secondo l’allegoria astronomica Mercurio è figlio di Coelus e di Lux, del Cielo e della Luce, o Sole; in mitologia è la progenie di Giove e Maia. E’ il messaggero del Padre Giove, il Messia del Sole; in greco il suo nome Hermes significa tra l’altro “l’Interprete”, la Parola, il Logos o Verbo. Mercurio era raffigurato anche in forma di cubo. La forma cubica è quella che mette i Termini direttamente in relazione con la Croce in quanto il cubo disteso diventa una croce in forma di T maiuscola che i greci chiamavano Tau (croce egizia).
Porfirio nel Pimandro insegna che la Parola di Hermes ora interpretata “Parola di Dio” è una Parola Creatrice “Verbum”, è il principio seminale sparso per tutto l’Universo.
In Alchimia “Mercurio” è il principio umido, l’acqua primitiva o elementare contenente il Seme dell’Universo, fecondata dal Fuoco Solare. Per esprimere il principio fecondatore, gli egiziani alla croce aggiungevano spesso un fallo (per rappresentare l’unione del maschio e della femmina, del verticale e l’orizzontale). Gli egiziani conoscevano il simbolo della Croce sotto un’altra forma: la TAU sormontata da un anello che chiamarono ANKH, la Croce dei Faraoni, chiamata anche specchio di Venere in quanto rappresenta la riproduzione. Noi la chiamiamo abitualmente con il suo nome latino, Croce Ansata.
Per gli Egiziani il simbolo della Croce Ansata è quello fra i più frequenti della medicina magico-religiosa. Essa trovò la sua più alta collocazione presso i Sacerdoti di Ammon il Dio di Tope ed era il simbolo della Creazione e della generazione. L’idea di un uomo attaccato alla croce era coordinata con quella dell’origine della vita umana, e quindi con la forma fallica. Una testa umana era a volte aggiunta al simbolo come a riprodurre l’esatta immagine dello Spirito che s’introduceva nella materia; vale a dire l’immagine del Crocefisso.
Il cerchio e la croce sono inseparabili…
Dal “Viridarium chymicum di Daniele Stolcio di Stolcenmberg pubblicato a Francoforte nel 1624 si legge nella sesta tavola:
Putrefactio
E’ necessario che il seme per prima cosa imputridisca e simultaneamente muoia affinché rinasca alle superne facoltà.
Mai nulla vidi crescere senza tale procedimento.
Senza tale procedimento anche tu sarai vacuo.
Pertanto, mentre la pallida morte con la Falce ucciderà gli amanti,
In quel momento stesso Vulcano darà nuovi fili alla vita.
Analizziamo, adesso il segno dell’Ariete unito simbolicamente al cavallo bianco degli antichi Arii Vedici e al cavallo bianco descritto nell’Apocalisse:
Col 21 marzo entriamo nell’Equinozio di primavera sotto il segno dell’Ariete. L’Ariete è un segno di fuoco ed è legato alla seconda persona della sacra Trinità o della divina Trimurti.
E’ sotto il segno dell’Ariete che ha inizio nell’Umanità l’individualizzazione. In pratica l’uomo dal regno animale passa al quarto regno della natura, vale a dire all’Uomo, sviluppando il corpo mentale attraverso il quale il pensiero divino si manifesta.
La simbologia del cavallo bianco degli antichi inni Vedici ha la stessa simbologia dell’ariete e ricordiamo che il cavallo bianco chiamato KALKI o ASHVA veniva allevato e reso poi libero per un anno di vagare per i campi e dopo un anno, in una manifestazione che durava tre giorni, e veniva sacrificato come l’ariete degli ebrei.
Nell’Apocalisse Cap. 19 leggiamo: “ Poi vidi il cielo aperto ed ecco un cavallo bianco e colui che lo cavalcava si chiamava Fedele e il Verace…, gli eserciti che sono in cielo lo seguivano sopra cavalli bianchi”.
Il cavallo bianco e l’ariete rappresentano l’attività intellettuale, il corpo mentale illuminato dell’uomo spirituale. Essi sono legati alle dodici fatiche di Ercole e ai dodici figli di Giacobbe. Sono entrambi presi come simboli cosmici dell’anno solare e come canale lungo il quale la conoscenza è distribuita nei diversi regni.
Difatti il motto del segno dell’Ariete è: “Io mi manifesto e dal piano della mente governo”.
Anticamente gli uomini avevano stabilito grandi feste in onore del potere generativo, il potere della natura (al momento in cui questa produceva i frutti) attraverso il Culto di Priapo e con l’esibizione in pubblico del simbolo della generazione, il fallo, o di un albero con fronde o senza. Queste feste segnavano sempre cadenze di un tempo strutturato secondo il ciclo della stagione ed erano rituali di pratiche magico-religiose volti a propiziare, attraverso l’offerta delle primizie o l’esibizione di simboli, l’abbondanza della natura e la continuità della vita.
Nel Medioevo in tutta l’Europa si celebravano nei mesi d’Aprile e maggio feste che comprendevano Pasqua, May day e la festa del solstizio d’estate; feste che sembravano mescolate all’origine del culto di Priapo, festa caratteristica degli antichi Romani.
Molte di queste feste, con l’immissione di pregiudizi acquisiti durante secoli dall’umanità (non esistenti certamente all’epoca in cui i simboli della generazione erano simboli mistici di culti), con l’aggiunta dell’avvento del feticismo della morale corrente, sono diventate da simboli del principio creatore in simboli di peccato, del male, e perciò ritenuti impuri, combattuti e sostituiti con altri simboli che conservano sempre, per chi sa leggere, l’origine dei simboli stessi. Le feste dei Liberalia si sono tramandate fino ai nostri giorni e sembra che in Francia presso la Rochelle in Santiague sussistesse fino a poco tempo fa il costume di fare piccoli dolci in forma di fallo e offrirli a Pasqua trasportandoli di casa in casa.
Lo scrittore francese Dulonne ci dice anche che la domenica delle Palme veniva chiamata la festa dei pini, “pine” che in linguaggio popolare e volgare in Francia è il nome comune del membro virile. Anche a Saint-Feou d’Angely esisteva un simile uso di fare dei piccoli dolci chiamati fateux e portarli in processione alla Fete de Dieu o Corpus Cristi.
Questa usanza derivata dai Romani sembra si sia perpetuata durante tutto il Medioevo e se ne trova traccia fino al XIV e al XV secolo.
Tornando indietro anche nell’antica Grecia si svolgevano in questo periodo allegre processioni che vedevano i giovani sfilare carichi di rami d’ulivo o di lauro, da cui pendevano dolci frutti, vasetti d’olio e di vino, tutti simboli delle rinnovate forze della natura.
Queste feste si ricollegavano ai riti agricoli nati, quando l’uomo imparò a coltivare la terra.
Come abbiamo potuto vedere, la festa della Pasqua dei Cristiani e le altre feste che la precedono o che sono state poste dopo, affondano le radici nella notte dei tempi e sono state e sono ancora comuni a tutte le religioni.
La Pasqua anticamente era intesa dagli ebrei, non solo come l'Esodo dall'Egitto, ma anche come una festa patriarcale che si celebrava con canti, danze e offerta delle primizie, specialmente degli agnelli nati nell'anno. In questo modo 1' agnello rappresentava il simbolo del riscatto dalle forze oscure dell'inverno e l'inizio del nuovo ciclo primaverile.
Pasqua che in ebraico significa passare oltre, ci ricorda che l’umanità è passata da un lungo e doloroso ciclo di morte e di distruzione con la crocifissione che è il “tema del sangue” e che domina tutto l’anno con il ritratto del Cristo, ma che con la Pasqua il Cristo come presenza viva emerge alla luce dopo tre giorni in un anno nuovo.
Questi simboli in precedenza esaminati sono alcuni dei più importanti simboli mistici della verità. Spesso i simboli appaiono complessi di fattura e rendono oscuro il senso che è loro dato.
E’ necessario, in tal caso cercare le parti essenziali, semplici che costituiscono i simboli, e dalla comprensione di queste si passa in seguito, a quelle degli elementi più complessi, scoprendo così l’idea generale esaminata.
Allorché noi saremo divenuti degli attenti osservatori della natura e dei suoi metodi di lavoro, avendo adottata la pratica di scoprire in loro i segni per le nostre riflessioni, i simboli saranno più agevolmente compresi e potremo trarne l’utile necessario per le nostre ricerche.
Pietro Francesco Cascino è il Vice presidente del Gruppo Teosofico “Ars Regia H.P.B." di Milano
di: Pietro Francesco Cascino
I simboli esoterici che noi incontriamo nei nostri studi servono a risalire la vita celata dietro i simboli stessi, e contribuiscono alla conquista interna dello studioso e alla comprensione delle forme che appartengono al sublime patrimonio della storia esoterica.
I simboli servono a renderci più chiare le idee e sanno avvicinarci di più d’ogni altro discorso espresso a parole, poiché essi adottano espressioni allegoriche invece che astrazioni linguistiche. Sono usati nel loro contenuto conscio per evocare immagini dalla mente subconscia, e portano nel piano della coscienza ordinaria quel ricchissimo mondo sommerso, chiave perduta delle nostre ricerche interiori.
Si può dare come esempio: il cuore come simbolo dell’amore, la colomba simbolo della pace, il Sole simbolo della luce, la corona simbolo della regalità.
In questi esempi, un’immagine rappresenta un’idea, concreta o astratta.
E' necessario ricordare che dal punto di vista esoterico si ritiene che gli astri, e particolarmente il Sole, costituiscono l'espressione materiale di possenti entità spirituali le quali, mediante il loro corso alterno e le relazioni reciproche, influiscono su tutto il creato determinando gli eventi e ciò si rende possibile in quanto l'uomo stesso è costituito degli stessi elementi.
Il significato simbolico delle grandi festività religiose può essere svelato risalendo alla loro origine, al tempo in cui gli uomini vivevano in contatto con la Natura, e confrontavano l'alternarsi delle stagioni con il corso degli astri ed a questi ricollegavano tutti gli eventi terreni.
Dall'alternarsi delle stagioni gli antichi scoprirono l'inizio dell'inverno e della primavera, i periodi più importanti per la vita dell'uomo e per la sua sopravvivenza. Con tali periodi si sono fatte coincidere le festività religiose del Natale e della Pasqua.
La manifestazione cosmica si svolge in un susseguirsi di cicli. Per quel che ci riguarda più da vicino possiamo osservare il ciclo Zodiacale costituito dalla precessione degli equinozi, che dura circa 2.000 anni, ed il Ciclo Solare connesso alla rotazione della Terra, che dura un anno. Questo Ciclo Solare fu associato, sin dalla notte dei tempi, alla venuta sulla Terra di una Divinità Solare che portava luce e messi alla Terra e vita all’umanità. La nascita di questa divinità avveniva al solstizio d’inverno, giorno in cui la costellazione della Vergine sorge all’orizzonte, quando il Sole scende alla massima declinazione per riprendere il cammino verso l’emisfero nord apportando nuovamente luce e calore fino a raggiungere il suo Zenit al solstizio d’estate. Tale giorno, fu consacrato al "Sol Invictus", dio persiano Mithra il cui culto risaliva al 1400 a.C., successivamente diffuso nell'Impero Romano nel primo secolo della nostra era, e veniva celebrato il 25 dicembre. Nel compimento del ciclo Solare, nella religione cristiana viene espressa la liturgia dell’Ascensione che si rapporta, secondo gli insegnamenti teosofici, al percorso compiuto dall’Ego, l’eterno pellegrino.
Il Natale, richiamandosi al ciclo solare, era considerato come la "nascita" dell'Ego nell'essere umano e la sua crescita attraverso le prove invernali fino all'equinozio di primavera (che segna il risveglio della natura) allorquando, avendo superato l’oscurità e la morte, lo spirito dell’uomo risorge dalla materia.
Il simbolo della festa occidentale della Pasqua è posto, quindi, tra l’inverno che si conclude, e la Primavera che sta per iniziare.
La Pasqua nei primi secoli era officiata ogni domenica ed in seguito una volta all'anno al plenilunio dei mesi di marzo / aprile in coincidenza con la festa che ricordava l'esodo degli ebrei dall'Egitto e quindi la salvezza dalla "schiavitù". Appena nel sesto secolo, fu stabilita la data mobile della Pasqua che deve cadere una domenica dopo il plenilunio di primavera.
H.P..Blavatsky nel suo articolo "II carattere esoterico del Vangelo" con riferimento alla festività scrive:
"La venuta di Cristo significa la presenza di Christos in un mondo rigenerato, non già la venuta nel corpo di Cristo-Gesù. Questo Cristo non si deve cercare nel deserto o nelle "camere inferiori" e neppure nel santuario di qualche tempio o Chiesa costruiti dall'uomo, poiché il Cristo - vero Salvatore esoterico - non è un uomo, bensì il Principio divino in ogni essere umano. Chi lotta per far risorgere lo spirito crocifisso dalle sue passioni terrene e seppellito profondamente nel "sepolcro" della sua carne peccaminosa, chi ha la forza di
rovesciare la pietra della materia dall'uscio del suo santuario interiore, fa risorgere
il Cristo in lui... ".
Esaminiamo i simboli collegati alla festa religiosa della Pasqua:
I simboli connessi a questa fase di transizione s’identificano astrologicamente con i segni dei Pesci e dell’Ariete, esotericamente con la Croce, e cosmogonicamente con l’uovo, simbolo di germe di vita.
Il simbolo della Croce
Per la maggior parte delle persone la Croce è semplicemente un simbolo religioso associato al Cristianesimo, ma se andiamo a vedere nella Storia del simbolo della Croce esistono molte varianti, la cui origine è molto più antica della Croce che il Cristianesimo ci ha tramandato. Tali varianti sono legate e fanno parte della filosofia pagana e della legge universale.
Noi come studiosi d’esoterismo dobbiamo considerare la Croce come uno dei più antichi simboli mistici ed accettare che essa fu adottata dalla cristianità come il più antico simbolo della dualità. Ovunque noi la vediamo rappresentata le dobbiamo manifestare un doppio rispetto, poiché è sacra come simbolo Cristiano del Sacrificio ed è ugualmente sacra come segno mistico della legge eterna la quale ci dice: “ quando due opposti si incontrano si produce una manifestazione che è una combinazione della loro potenza”.
La parola “croce” deriva probabilmente dal sanscrito Krugga che significa “bastone”. I greci la chiamarono stauros “palo”; gli Ebrei “albero”. La croce, convergente con il numero quattro, era già nell'antichità pre cristiana un simbolo che evocava:
1) L’unione dei contrari (sopra, sotto, destra, sinistra);
2) La vita /l’asse orizzontale: il suolo e l’orizzonte sul quale vive l’uomo; l’asse verticale: il percorso terreno dalla nascita alla morte del corpo, crescita basso-alto o ascesi dell’anima al cielo)
3) Il tempo, collegando nella linea verticale il passato (in basso), il presente (incrocio con la linea orizzontale, rappresentante l’seistente) e il futuro (l’alto); ovvero l’ieri, l’oggi e il domani.
La croce era (ed è) rappresentata in varie forme:
1) Ansata o egiziana: derivata dal geroglifico ANKH, simbolo della vita, con forma di croce sormontata da un cerchio. Tale simbolo fu adottato dai cristiani copti che ne fecero un simbolo cristiano;
2) Commissa o greca: a T (lettera Tau dell’alfabeto greco);
3) Immissa o capitata o aperta o latina: la croce comune;
4) Croce di Lorena: a forma di X (lettera Chi dell’alfabeto greco);
5) Gammata: a forma di T (lettera Gamma dell’alfabeto greco);
6) Uncinata: costituita dall’unione di 4 croci gammate con orientamento verso sinistra (occidente), che schematizzava il moto apparente del Sole. Tale croce è stata anche unita al simbolo del cerchio; ricorda il movimento rotatorio e quindi la vita, nei simboli della croce runica (o celtica), e nella svastica. La croce runica (da runa, lettera dell’alfabeto arcaico delle popolazioni germaniche) unisce i due simboli sovrapposti, una croce a 4 bracci uguali ed un cerchio.
Dopo il supplizio di Cristo sulla croce si sono aggiunti altri significati religiosi e simboli:
La croce come albero della vita
- L’asse verticale indica la connessione fra la terra e il cielo; questo, conficcato nella terra, simboleggia anche le radici della vita.
L’abbraccio del figlio di Dio all’umanità
- L’abbraccio della Redenzione di cui il figlio di Dio si è fatto strumento, facendosi uomo.
La figura umana
- La croce evoca anche la figura umana a braccia aperte ( ripresa anche dalla figura del normotipo di Leonardo da Vinci).
La croce a quattro braccia riporta al numero (4), il più simbolico fra i numeri e, quindi, al quadrato. La croce contiene anche il centro, quindi il superamento della quadrinomia mediante il raggiungimento dell’origine dei quattro elementi attraverso il passaggio al numero successivo, il cinque, ovvero alla “quintessenza. La quintessenza simboleggia, quindi, l’elemento puramente immateriale, lo spirito del mondo, dal quale sono stati generati, e separati dal centro, nelle quattro direzioni i 4 elementi (aria, acqua, fuoco e terra).
Gli iniziati orientali, considerano il simbolo della croce, coetaneo del cerchio dell’Infinitudine Deifica e prima differenziazione dell’Essenza, l’unione tra Spirito e Materia.
Secondo l’allegoria astronomica Mercurio è figlio di Coelus e di Lux, del Cielo e della Luce, o Sole; in mitologia è la progenie di Giove e Maia. E’ il messaggero del Padre Giove, il Messia del Sole; in greco il suo nome Hermes significa tra l’altro “l’Interprete”, la Parola, il Logos o Verbo. Mercurio era raffigurato anche in forma di cubo. La forma cubica è quella che mette i Termini direttamente in relazione con la Croce in quanto il cubo disteso diventa una croce in forma di T maiuscola che i greci chiamavano Tau (croce egizia).
Porfirio nel Pimandro insegna che la Parola di Hermes ora interpretata “Parola di Dio” è una Parola Creatrice “Verbum”, è il principio seminale sparso per tutto l’Universo.
In Alchimia “Mercurio” è il principio umido, l’acqua primitiva o elementare contenente il Seme dell’Universo, fecondata dal Fuoco Solare. Per esprimere il principio fecondatore, gli egiziani alla croce aggiungevano spesso un fallo (per rappresentare l’unione del maschio e della femmina, del verticale e l’orizzontale). Gli egiziani conoscevano il simbolo della Croce sotto un’altra forma: la TAU sormontata da un anello che chiamarono ANKH, la Croce dei Faraoni, chiamata anche specchio di Venere in quanto rappresenta la riproduzione. Noi la chiamiamo abitualmente con il suo nome latino, Croce Ansata.
Per gli Egiziani il simbolo della Croce Ansata è quello fra i più frequenti della medicina magico-religiosa. Essa trovò la sua più alta collocazione presso i Sacerdoti di Ammon il Dio di Tope ed era il simbolo della Creazione e della generazione. L’idea di un uomo attaccato alla croce era coordinata con quella dell’origine della vita umana, e quindi con la forma fallica. Una testa umana era a volte aggiunta al simbolo come a riprodurre l’esatta immagine dello Spirito che s’introduceva nella materia; vale a dire l’immagine del Crocefisso.
Il cerchio e la croce sono inseparabili…
La Croce Ansata unisce il cerchio e la croce a quattro bracci. In conseguenza di questo, il cerchio e la croce sono diventati talvolta intercambiabili. Per esempio il Chakra (o disco di Vishnu), è un cerchio; il nome denota la circolazione, la rotazione come nella Svastica (o nel Filfot del Dio Thor) dove a ciascuna delle quattro estremità della croce si trova un quarto di una curva oviforme, e se questi quattro si avvicinano formano un ovale; così la figura combina la croce col cerchio attorno, diviso in quattro parti. Il fiore di loto a quattro petali di Budda è ugualmente raffigurato al centro di questa croce, essendo il loto una versione egiziana e indù dei quattro bracci.
Il cerchio rappresenta anche la periodicità, il ciclo del tempo. In tal senso la Croce equivale al ciclo dell’anno. I quattro archi, se riuniti insieme, formerebbero dunque, un’ellisse. Quest’ellisse denota l’orbita della Terra e si configura come croce dei due equinozi e dei due solstizi manifestando in tal modo l’aspetto astronomico del doppio glifo.
L’emblema della ruota unisce la croce e il cerchio in uno formando il nodo Ankh. Le Ankh simbolizzavano la vita, non animica solamente ma la vita nel senso di continuità. Ha avuto anche un significato speciale in un nome o un titolo come quello del Faraone Tout (Ank) Amon . Nelle decorazioni murali, nei tempi e nelle tombe egizie, i personaggi reali e i sacerdoti erano rappresentati con il simbolo della vita in mano, difatti prima della diciottesima dinastia, solo i re e i membri del clero erano considerati come aventi accesso all’immortalità e, per questa ragione, il simbolo dell’immortalità è stato reso visibile sulle loro persone. Assicurava la protezione della Divinità a chi lo portava addosso. Il simbolo della vita veniva anche esposto nei sacri templi dove la medicina era insegnata insieme alla magia. Questo binomio si protrasse fino alla riforma del Faraone Aton, quando la medicina si staccò dalla magia e tra le due si venne a formare un incolmabile abisso.
Questo simbolo era inciso sulle tombe come amuleto per vegliare i morti e conferire loro l’attribuzione di una nuova vita. La Croce ansata simbolizzava l’immortalità divina trasmessa all’uomo. In chiave astronomica, la parte superiore della Croce ansata è il geroglifico Ru, posto sopra la croce del Tau. Il Ru è la porta, l’entrata e l’apertura d’uscita; denota il luogo nel quadrante settentrionale del cielo, dal quale il Sole Nasce. In questo quadrante settentrionale, la Dea delle Sette Stelle, l’Orsa Maggiore disegnava in cielo nel suo movimento di rivoluzione la prima forma della croce Ank, un semplice cappio che avrebbe contenuto in una sola immagine il cerchio e la croce. Questo rappresenta il cerchio percorso nel cielo settentrionale dell’Orsa Maggiore che costituì il quadrante e luogo della nascita del tempo.
Il nodo Ank lo troviamo nell’induismo sotto il nome di Pasha, una corda che Shiva con quattro braccia tiene nel suo braccio destro inferiore, e significa la “porta stretta” che conduce nel Regno dei Cieli, piuttosto che il “luogo di nascita” in senso fisiologico.
Tornando a parlare della Croce connessa con la Pasqua e l’equinozio di Primavera possiamo fare le seguenti osservazioni:
Fino al Concilio di Nicea dell’anno 325 la più antica rappresentazione del dramma di Gesù, il Maestro, il rappresentante in Terra del Dio solare il quale era rappresentato col simbolo dell’agnello (ariete); fu in seguito che si adottò il simbolo della Croce e della crocifissione. Le tre croci del Monte Calvario rappresentano le croci zodiacali: mutevole, fissa e cardinale le quali rappresentano, inoltre, le forme di Dio immanente nella materia. Da allora questa festa fu commemorata il venerdì seguente il plenilunio dell’ariete e ricordata sul Monte Calvario, che in ebraico significa cranio, ad indicare che in questo posto venne sepolto prima il primo uomo Adamo, e poi Abramo, progenitore degli israeliti.
Attraverso il mistero del Golgota e la morte di Gesù ci furono descritti la fine di un’epoca e l’inizio di un’altra.
La Pasqua va vista quindi con la tradizione cosmica collaterale.
Il cerchio rappresenta anche la periodicità, il ciclo del tempo. In tal senso la Croce equivale al ciclo dell’anno. I quattro archi, se riuniti insieme, formerebbero dunque, un’ellisse. Quest’ellisse denota l’orbita della Terra e si configura come croce dei due equinozi e dei due solstizi manifestando in tal modo l’aspetto astronomico del doppio glifo.
L’emblema della ruota unisce la croce e il cerchio in uno formando il nodo Ankh. Le Ankh simbolizzavano la vita, non animica solamente ma la vita nel senso di continuità. Ha avuto anche un significato speciale in un nome o un titolo come quello del Faraone Tout (Ank) Amon . Nelle decorazioni murali, nei tempi e nelle tombe egizie, i personaggi reali e i sacerdoti erano rappresentati con il simbolo della vita in mano, difatti prima della diciottesima dinastia, solo i re e i membri del clero erano considerati come aventi accesso all’immortalità e, per questa ragione, il simbolo dell’immortalità è stato reso visibile sulle loro persone. Assicurava la protezione della Divinità a chi lo portava addosso. Il simbolo della vita veniva anche esposto nei sacri templi dove la medicina era insegnata insieme alla magia. Questo binomio si protrasse fino alla riforma del Faraone Aton, quando la medicina si staccò dalla magia e tra le due si venne a formare un incolmabile abisso.
Questo simbolo era inciso sulle tombe come amuleto per vegliare i morti e conferire loro l’attribuzione di una nuova vita. La Croce ansata simbolizzava l’immortalità divina trasmessa all’uomo. In chiave astronomica, la parte superiore della Croce ansata è il geroglifico Ru, posto sopra la croce del Tau. Il Ru è la porta, l’entrata e l’apertura d’uscita; denota il luogo nel quadrante settentrionale del cielo, dal quale il Sole Nasce. In questo quadrante settentrionale, la Dea delle Sette Stelle, l’Orsa Maggiore disegnava in cielo nel suo movimento di rivoluzione la prima forma della croce Ank, un semplice cappio che avrebbe contenuto in una sola immagine il cerchio e la croce. Questo rappresenta il cerchio percorso nel cielo settentrionale dell’Orsa Maggiore che costituì il quadrante e luogo della nascita del tempo.
Il nodo Ank lo troviamo nell’induismo sotto il nome di Pasha, una corda che Shiva con quattro braccia tiene nel suo braccio destro inferiore, e significa la “porta stretta” che conduce nel Regno dei Cieli, piuttosto che il “luogo di nascita” in senso fisiologico.
Tornando a parlare della Croce connessa con la Pasqua e l’equinozio di Primavera possiamo fare le seguenti osservazioni:
Fino al Concilio di Nicea dell’anno 325 la più antica rappresentazione del dramma di Gesù, il Maestro, il rappresentante in Terra del Dio solare il quale era rappresentato col simbolo dell’agnello (ariete); fu in seguito che si adottò il simbolo della Croce e della crocifissione. Le tre croci del Monte Calvario rappresentano le croci zodiacali: mutevole, fissa e cardinale le quali rappresentano, inoltre, le forme di Dio immanente nella materia. Da allora questa festa fu commemorata il venerdì seguente il plenilunio dell’ariete e ricordata sul Monte Calvario, che in ebraico significa cranio, ad indicare che in questo posto venne sepolto prima il primo uomo Adamo, e poi Abramo, progenitore degli israeliti.
Attraverso il mistero del Golgota e la morte di Gesù ci furono descritti la fine di un’epoca e l’inizio di un’altra.
La Pasqua va vista quindi con la tradizione cosmica collaterale.
La morte della crocifissione si contrappone alla tradizione mistica del Dio della vegetazione. Da un lato il Dio solare che rinasceva dopo essere entrato nel grembo della terra, e dall’altro la morte del Dio della vegetazione, festeggiata dopo tre giorni.
Dal “Viridarium chymicum di Daniele Stolcio di Stolcenmberg pubblicato a Francoforte nel 1624 si legge nella sesta tavola:
Putrefactio
E’ necessario che il seme per prima cosa imputridisca e simultaneamente muoia affinché rinasca alle superne facoltà.
Mai nulla vidi crescere senza tale procedimento.
Senza tale procedimento anche tu sarai vacuo.
Pertanto, mentre la pallida morte con la Falce ucciderà gli amanti,
In quel momento stesso Vulcano darà nuovi fili alla vita.
Il simbolo dell’uovo
L’uovo, che nel suo stesso involucro e per la sua forma racchiude il germe della vita, della riproduzione, della continuità e, quindi, dell’immortalità, rappresentò nel tempo l’archetipo psichico della cellula primaria, sorgente magica della vita.
Preso come simbolo della potenza femminile della natura, è stato rappresentato come vergine madre, come caos, come abisso primordiale; ed essendo sferoide, come emblema dell’eternità e dell’infinito, origine del microcosmo e del macrocosmo, la manifestazione in miniatura del processo creativo dell’evoluzione cosmica.
Fin dalle primissime concezioni dell’uomo, esso fu considerato da tutti i popoli come il simbolo che avrebbe rappresentato nel miglior modo possibile l’origine ed il segreto dell’Essere e, per questo, fu venerato tanto per la sua forma quanto per il suo mistero interiore.
L’uovo fu venerato anche per la sua forma sferoidale che fu individuata quale rappresentazione primordiale di tutte le cose, dall’atomo al globo, dall’uomo visto nel suo involucro aurico, all’Angelo (i serafini sono detti Globi alati).
La sfera o il circolo è l’emblema dell’eternità e dell’infinito; citiamo a questo proposito il simbolo del serpente che si morde la coda.
I fenici considerarono l’uovo il “grembo” dell’amore e del genere umano, il “mezzo” che reca in sé la vita e tutto ciò che può servire ad essa nell’universo. La stessa concezione dei Fenici fu conosciuta dalla Fenicia all’India, dalla Cina all’Oceania ed all’Iran.
Nella cosmogonia orfica veniva rappresentato come “uovo cosmico”, contenitore del tempo, dello spazio e della materia, dal quale derivarono tutti gli esseri, dei e semidei.
Fra i greci l’Uovo Orfico faceva parte dei Misteri Dionisiaci, durante i quali L’Uovo del Mondo veniva consacrato e ove si spiegava il suo significato.
Aristofane, in Nuvole, 693, dice “Il Caos, La Notte, L’Erebo ed il Tartaro erano esseri primitivi: La Notte produsse un uovo nel seno infinito dell’Erebo e ne uscì l’Amore che legò tutte le cose insieme e produsse il Cielo, l’oceano, la terra e gli dei”. Dall’uovo di Leda della tradizione greca nacquero Apollo e Latona, Castore e Polluce.
Secondo la mitologia greca, il primogenito del Mondo fu Dionisio che uscì dall’Uovo del Mondo e dal quale derivarono i Mortali e gli Immortali. Similmente alla visione gnostica di Sophia che esce dal Pleroma.
Diodoro Siculo ci dice che Osiride fu generato dall’uovo. Allo stesso modo di BRAHMA della tradizione indù sorge dall’Hiranyagarbha, uovo d’oro (Hiranya significa risplendente, brillante, piuttosto che d’oro).
In Egitto l’uovo era consacrato ad Iside ed era il simbolo della vita immortale e dell’eternità, preso come glifo della matrice generatrice. Nel rituale egiziano si parla di Seb, il Dio del Tempo e della Terra che depone un uovo o l’Universo nel KHOOM, acqua dello spazio, principio femminile astratto.
Nel Libro dei Morti, il Dio RA è rappresentato come radiante nel suo Uovo (il Sole).
I Cinesi descrivono la nascita del loro primo uomo da un uovo che Tien, il loro Assoluto, lasciò cadere dal Cielo sulla terra.
I testi sanscriti alludono ad un immenso uovo da cui sarebbero sgorgati i celesti.
L’autrice della “Dottrina Segreta” Helena Petrovna Blavatsky, nel Proemio descrive la visione di un manoscritto arcaico “Le Stanze del Libro di Dzyan”, formato di foglie di palma rese inalterabili all’acqua, al fuoco e all’aria mediante un processo specifico sconosciuto. Sulla prima pagina di questo Testo appare un disco bianco immacolato, su fondo nero. Sulla seguente vi è un disco simile, con un punto nel centro. Lo studioso di teosofia sa che il primo rappresenta il Cosmo nell’Eternità, prima del risveglio dell’Energia ancora assopita. Il punto nel circolo fino allora immacolato, Spazio ed eternità in Pralaya, indica l’aurora della differenziazione.
L’uovo, che nel suo stesso involucro e per la sua forma racchiude il germe della vita, della riproduzione, della continuità e, quindi, dell’immortalità, rappresentò nel tempo l’archetipo psichico della cellula primaria, sorgente magica della vita.
Preso come simbolo della potenza femminile della natura, è stato rappresentato come vergine madre, come caos, come abisso primordiale; ed essendo sferoide, come emblema dell’eternità e dell’infinito, origine del microcosmo e del macrocosmo, la manifestazione in miniatura del processo creativo dell’evoluzione cosmica.
Fin dalle primissime concezioni dell’uomo, esso fu considerato da tutti i popoli come il simbolo che avrebbe rappresentato nel miglior modo possibile l’origine ed il segreto dell’Essere e, per questo, fu venerato tanto per la sua forma quanto per il suo mistero interiore.
L’uovo fu venerato anche per la sua forma sferoidale che fu individuata quale rappresentazione primordiale di tutte le cose, dall’atomo al globo, dall’uomo visto nel suo involucro aurico, all’Angelo (i serafini sono detti Globi alati).
La sfera o il circolo è l’emblema dell’eternità e dell’infinito; citiamo a questo proposito il simbolo del serpente che si morde la coda.
I fenici considerarono l’uovo il “grembo” dell’amore e del genere umano, il “mezzo” che reca in sé la vita e tutto ciò che può servire ad essa nell’universo. La stessa concezione dei Fenici fu conosciuta dalla Fenicia all’India, dalla Cina all’Oceania ed all’Iran.
Nella cosmogonia orfica veniva rappresentato come “uovo cosmico”, contenitore del tempo, dello spazio e della materia, dal quale derivarono tutti gli esseri, dei e semidei.
Fra i greci l’Uovo Orfico faceva parte dei Misteri Dionisiaci, durante i quali L’Uovo del Mondo veniva consacrato e ove si spiegava il suo significato.
Aristofane, in Nuvole, 693, dice “Il Caos, La Notte, L’Erebo ed il Tartaro erano esseri primitivi: La Notte produsse un uovo nel seno infinito dell’Erebo e ne uscì l’Amore che legò tutte le cose insieme e produsse il Cielo, l’oceano, la terra e gli dei”. Dall’uovo di Leda della tradizione greca nacquero Apollo e Latona, Castore e Polluce.
Secondo la mitologia greca, il primogenito del Mondo fu Dionisio che uscì dall’Uovo del Mondo e dal quale derivarono i Mortali e gli Immortali. Similmente alla visione gnostica di Sophia che esce dal Pleroma.
Diodoro Siculo ci dice che Osiride fu generato dall’uovo. Allo stesso modo di BRAHMA della tradizione indù sorge dall’Hiranyagarbha, uovo d’oro (Hiranya significa risplendente, brillante, piuttosto che d’oro).
In Egitto l’uovo era consacrato ad Iside ed era il simbolo della vita immortale e dell’eternità, preso come glifo della matrice generatrice. Nel rituale egiziano si parla di Seb, il Dio del Tempo e della Terra che depone un uovo o l’Universo nel KHOOM, acqua dello spazio, principio femminile astratto.
Nel Libro dei Morti, il Dio RA è rappresentato come radiante nel suo Uovo (il Sole).
I Cinesi descrivono la nascita del loro primo uomo da un uovo che Tien, il loro Assoluto, lasciò cadere dal Cielo sulla terra.
I testi sanscriti alludono ad un immenso uovo da cui sarebbero sgorgati i celesti.
L’autrice della “Dottrina Segreta” Helena Petrovna Blavatsky, nel Proemio descrive la visione di un manoscritto arcaico “Le Stanze del Libro di Dzyan”, formato di foglie di palma rese inalterabili all’acqua, al fuoco e all’aria mediante un processo specifico sconosciuto. Sulla prima pagina di questo Testo appare un disco bianco immacolato, su fondo nero. Sulla seguente vi è un disco simile, con un punto nel centro. Lo studioso di teosofia sa che il primo rappresenta il Cosmo nell’Eternità, prima del risveglio dell’Energia ancora assopita. Il punto nel circolo fino allora immacolato, Spazio ed eternità in Pralaya, indica l’aurora della differenziazione.
E’ il punto nell’Uovo del Mondo, il Germe che diverrà l’Universo; un Germe che è periodicamente ed alternativamente latente ed attivo. Il circolo intero è l’Unità divina da cui tutto procede, a cui tutto ritorna. E’ su questo piano che cominciano le manifestazioni Manvantariche, cioè la realizzazione del Mondo manifestato.
Nella Stanza III, del manoscritto citato, al terzo versetto è così riportato: “ La Tenebra irradia la Luce e la Luce lascia cadere un Raggio Solitario nelle acque, nella Profondità Madre.
Nella Stanza III, del manoscritto citato, al terzo versetto è così riportato: “ La Tenebra irradia la Luce e la Luce lascia cadere un Raggio Solitario nelle acque, nella Profondità Madre.
Il Raggio dardeggia attraverso l’Uovo Vergine, il Raggio causa un fremito nell’Uovo Eterno ed esso lascia cadere il Germe Non Eterno che si condensa nell’Uovo del Mondo”.
Nella visione moderna degli astronomi, dei fisici, e dei filosofi più avanzati, la teoria nebulare dell’Universo è raffigurata con la cellula uovo contenente un centro vibrante che eccita il centro stesso della vita della stessa cellula. Questa teoria ricalca i miti attorno all’uovo, embrione caotico Primum della materia, eterno pellegrino che dopo un processo evolutivo libera dal suo seno il frutto della vita ripetendo in eterno la fine di un periodo, o di uno stato d’essere, e l’inizio di un altro.
Molti popoli dunque hanno avuto e continuano ad avere in comune la tradizione dell’uovo che fu inserita in una delle più grandi feste annuali che segnavano la fine di un ciclo astrologico cosmico e l’inizio di un altro. Fu Mosè il primo che attivò in occidente la festa ebraica della Pasqua nella quale l’uovo e l’agnello erano stati da allora adottati come simboli d’immolazione e resurrezione della divinità.
Da tempi immemorabili l’Umanità ogni anno nell’equinozio di Primavera festeggia la presenza immanente della divinità nella materia, collegando la tradizione mistica del dio della vegetazione, il dio Sole, che sacrifica se stesso penetrando il grembo della materia e rinascendo dopo tre giorni dalla mutazione chiamata morte.
Ricordiamo che l’equinozio è l’istante in cui il Sole muovendosi sull’eclittica si trova esattamente sull’equatore terrestre vale a dire ad uno dei due nodi della sua orbita rispetto all’equatore celeste. L’equinozio di primavera cade il 21 marzo.
I Magi dell’antichità, che erano fra l’altro anche astrologi, sapevano che con l’entrata della precessione degli equinozi nel segno zodiacale dei Pesci, veniva sacrificato l’Ariete che era l’espressione della volontà e del potere della vita che si incarnava nella materia.
In tutte le antiche religioni, in questo periodo dell’equinozio di primavera, si celebrava la morte e resurrezione di una divinità solare, di un uomo divino, o di un grande eroe celeste. Era il segno della fine di un grande ciclo cosmico.
Dal punto di vista astrologico l’Ariete, come si sa, fa parte con il Leone e il Sagittario della triplicità del segno del fuoco, il fuoco divino che consuma purificando.
Quindi il simbolo della materia, con una serie di resurrezioni, fa ritorno nel Regno di Dio, nel Regno del Padre.
Tutte le dottrine delle principali religioni sono fondate su questa verità, ed è la stessa che troviamo rappresentata allegoricamente nella Bhagavad Gita, nella battaglia sostenuta da Arjuna contro il suo “Io”, per potersi unire a KRISNA; è l’ego che rinasce e muore di nuovo più e più volte, ed in ogni ricorrenza della Pasqua ripete l’atto cosmogonico: in altre parole la fine di un periodo di tempo e l’inizio di un nuovo, basato su un sistema di ritmi cosmici della rigenerazione della vita.
Anche Krisna, nei libri sacri indiani, è ucciso dopo aver compiuto l’opera di redenzione.
Nell’antica Persia si parla anche di resurrezioni: Mitra il Figlio di Dio redime per mezzo della resurrezione. Nell’Atharva, antico testo persiano, leggiamo: “Egli verrà e la vita non avrà più paura della morte, il tempo della putrefazione avrà fine, Egli rinnoverà il sangue di tutti gli esseri, purificherà le anime e tutti i corpi risorgeranno”.
Nelle iniziazioni degli antichi misteri era vissuta questa fase del Dio che s’incarna e risorge. Nell’antico Egitto, nei giorni d’equinozio, il candidato all’iniziazione doveva scendere nel sarcofago ed entrare simbolicamente nel grembo della terra per uscirne il mattino successivo a rappresentare la resurrezione della vita, dopo la mutazione chiamata morte. Nei Grandi Misteri, questo rito durava due giorni. Il candidato veniva legato ad un letto a forma di croce, e dopo atroci prove, e lasciato al buio, il candidato otteneva lo sdoppiamento della personalità; al sorgere del terzo giorno, ormai in possesso della relazione tra visibile ed invisibile, veniva liberato.
In Babilonia si commemorava il Dio Tammuz. Così avveniva anche in Persia col Dio Mitra.
In Grecia Bacco veniva fatto a pezzi simbolicamente dai Titani, ma dopo tre giorni di permanenza nell’Ade, risuscitava, così come in Egitto Osiride veniva ucciso da Tifoen, il serpente del male.
Anche nell’antico Jucatan ( America Centrale) il Dio Bacab veniva crocefisso e dopo tre giorni risuscitava e saliva in cielo.
Nell’Antico Testamento leggiamo che fu Mosè il primo ad istituire la festa ebraica della Pasqua per ricordare la liberazione degli Israeliti dall’Egitto, quando l’Angelo sterminatore imperversando sull’Egitto lasciò indenni gli Israeliti che avevano segnato preventivamente le porte delle loro case col sangue dell’agnello che veniva immolato in quel tempo, e le carni mangiate insieme al pane azzimo (tradizione comune anche ad altri popoli antichi).
I simboli dei Pesci e dell’Ariete:
Il segno astrologico dei Pesci, abbraccia l’arco dei giorni che vanno dal 22 febbraio al 21 marzo d’ogni anno. Questo segno è rappresentato da due pesci legati che nuotano uno rivolto al nord e l’altro allo Zenit. Questo segno simboleggia la fase di passaggio tra il periodo invernale, che termina, e la primavera che sta per iniziare e il suo motto è: “Io lascio la casa del Padre e, tornando indietro io salvo”.
A questo segno nell’antichità furono accostati: il simbolo del delfino e dell’elefante, rappresentazioni di Giove, pianeta e divinità, che aveva il domicilio notturno nella costellazione dei pesci.
L’elefante fu preso come simbolo di potenza e di saggezza e preso a modello di longevità, poiché i suoi anni di vita si prolungano oltre quelli dell’uomo.
Il delfino, dal punto di vista mitologico, era collegato al Dio Apollo, a Dionisio, Bacco e a Poseidon-Nettuno. Appariva agli occhi degli antichi come cavalcatura degli dei marini e simboleggiava l’amicizia fra gli uomini e le divinità marine.
Questo segno è l’ultimo dei segni dello Zodiaco, l’ultima prova. E’ un segno d’acqua, è mutevole e appartiene al secondo Raggio o Raggio dell’Amore- Saggezza, ha affinità col piano astrale o piano emotivo, tanto nel suo lato mistico, purificatore ed evolutivo, quanto nel suo lato più basso con tutto ciò che si riferisce ai sensi.
Il segno dei Pesci è la dodicesima porta che l’aspirante deve oltrepassare affinché il ciclo sia completo. E’ la dodicesima fatica che il grande iniziato Ercole ha dovuto sostenere prima di iniziare il suo compito cosmico.
Il significato del segno dei Pesci è dunque quello dell’interazione con l’Universo, dell’adesione all’unità superiore, della liberazione totale dei veicoli con la dimensione della materia.
Lo stesso segno è stato ripreso dall’iconografia cristiana che vi ha raffigurato Cristo stesso amico dell’Umanità, Salvatore e guida nelle acque procellose dell’esistenza.
Nella visione moderna degli astronomi, dei fisici, e dei filosofi più avanzati, la teoria nebulare dell’Universo è raffigurata con la cellula uovo contenente un centro vibrante che eccita il centro stesso della vita della stessa cellula. Questa teoria ricalca i miti attorno all’uovo, embrione caotico Primum della materia, eterno pellegrino che dopo un processo evolutivo libera dal suo seno il frutto della vita ripetendo in eterno la fine di un periodo, o di uno stato d’essere, e l’inizio di un altro.
Molti popoli dunque hanno avuto e continuano ad avere in comune la tradizione dell’uovo che fu inserita in una delle più grandi feste annuali che segnavano la fine di un ciclo astrologico cosmico e l’inizio di un altro. Fu Mosè il primo che attivò in occidente la festa ebraica della Pasqua nella quale l’uovo e l’agnello erano stati da allora adottati come simboli d’immolazione e resurrezione della divinità.
Da tempi immemorabili l’Umanità ogni anno nell’equinozio di Primavera festeggia la presenza immanente della divinità nella materia, collegando la tradizione mistica del dio della vegetazione, il dio Sole, che sacrifica se stesso penetrando il grembo della materia e rinascendo dopo tre giorni dalla mutazione chiamata morte.
Ricordiamo che l’equinozio è l’istante in cui il Sole muovendosi sull’eclittica si trova esattamente sull’equatore terrestre vale a dire ad uno dei due nodi della sua orbita rispetto all’equatore celeste. L’equinozio di primavera cade il 21 marzo.
I Magi dell’antichità, che erano fra l’altro anche astrologi, sapevano che con l’entrata della precessione degli equinozi nel segno zodiacale dei Pesci, veniva sacrificato l’Ariete che era l’espressione della volontà e del potere della vita che si incarnava nella materia.
In tutte le antiche religioni, in questo periodo dell’equinozio di primavera, si celebrava la morte e resurrezione di una divinità solare, di un uomo divino, o di un grande eroe celeste. Era il segno della fine di un grande ciclo cosmico.
Dal punto di vista astrologico l’Ariete, come si sa, fa parte con il Leone e il Sagittario della triplicità del segno del fuoco, il fuoco divino che consuma purificando.
Quindi il simbolo della materia, con una serie di resurrezioni, fa ritorno nel Regno di Dio, nel Regno del Padre.
Tutte le dottrine delle principali religioni sono fondate su questa verità, ed è la stessa che troviamo rappresentata allegoricamente nella Bhagavad Gita, nella battaglia sostenuta da Arjuna contro il suo “Io”, per potersi unire a KRISNA; è l’ego che rinasce e muore di nuovo più e più volte, ed in ogni ricorrenza della Pasqua ripete l’atto cosmogonico: in altre parole la fine di un periodo di tempo e l’inizio di un nuovo, basato su un sistema di ritmi cosmici della rigenerazione della vita.
Anche Krisna, nei libri sacri indiani, è ucciso dopo aver compiuto l’opera di redenzione.
Nell’antica Persia si parla anche di resurrezioni: Mitra il Figlio di Dio redime per mezzo della resurrezione. Nell’Atharva, antico testo persiano, leggiamo: “Egli verrà e la vita non avrà più paura della morte, il tempo della putrefazione avrà fine, Egli rinnoverà il sangue di tutti gli esseri, purificherà le anime e tutti i corpi risorgeranno”.
Nelle iniziazioni degli antichi misteri era vissuta questa fase del Dio che s’incarna e risorge. Nell’antico Egitto, nei giorni d’equinozio, il candidato all’iniziazione doveva scendere nel sarcofago ed entrare simbolicamente nel grembo della terra per uscirne il mattino successivo a rappresentare la resurrezione della vita, dopo la mutazione chiamata morte. Nei Grandi Misteri, questo rito durava due giorni. Il candidato veniva legato ad un letto a forma di croce, e dopo atroci prove, e lasciato al buio, il candidato otteneva lo sdoppiamento della personalità; al sorgere del terzo giorno, ormai in possesso della relazione tra visibile ed invisibile, veniva liberato.
In Babilonia si commemorava il Dio Tammuz. Così avveniva anche in Persia col Dio Mitra.
In Grecia Bacco veniva fatto a pezzi simbolicamente dai Titani, ma dopo tre giorni di permanenza nell’Ade, risuscitava, così come in Egitto Osiride veniva ucciso da Tifoen, il serpente del male.
Anche nell’antico Jucatan ( America Centrale) il Dio Bacab veniva crocefisso e dopo tre giorni risuscitava e saliva in cielo.
Nell’Antico Testamento leggiamo che fu Mosè il primo ad istituire la festa ebraica della Pasqua per ricordare la liberazione degli Israeliti dall’Egitto, quando l’Angelo sterminatore imperversando sull’Egitto lasciò indenni gli Israeliti che avevano segnato preventivamente le porte delle loro case col sangue dell’agnello che veniva immolato in quel tempo, e le carni mangiate insieme al pane azzimo (tradizione comune anche ad altri popoli antichi).
I simboli dei Pesci e dell’Ariete:
Il segno astrologico dei Pesci, abbraccia l’arco dei giorni che vanno dal 22 febbraio al 21 marzo d’ogni anno. Questo segno è rappresentato da due pesci legati che nuotano uno rivolto al nord e l’altro allo Zenit. Questo segno simboleggia la fase di passaggio tra il periodo invernale, che termina, e la primavera che sta per iniziare e il suo motto è: “Io lascio la casa del Padre e, tornando indietro io salvo”.
A questo segno nell’antichità furono accostati: il simbolo del delfino e dell’elefante, rappresentazioni di Giove, pianeta e divinità, che aveva il domicilio notturno nella costellazione dei pesci.
L’elefante fu preso come simbolo di potenza e di saggezza e preso a modello di longevità, poiché i suoi anni di vita si prolungano oltre quelli dell’uomo.
Il delfino, dal punto di vista mitologico, era collegato al Dio Apollo, a Dionisio, Bacco e a Poseidon-Nettuno. Appariva agli occhi degli antichi come cavalcatura degli dei marini e simboleggiava l’amicizia fra gli uomini e le divinità marine.
Questo segno è l’ultimo dei segni dello Zodiaco, l’ultima prova. E’ un segno d’acqua, è mutevole e appartiene al secondo Raggio o Raggio dell’Amore- Saggezza, ha affinità col piano astrale o piano emotivo, tanto nel suo lato mistico, purificatore ed evolutivo, quanto nel suo lato più basso con tutto ciò che si riferisce ai sensi.
Il segno dei Pesci è la dodicesima porta che l’aspirante deve oltrepassare affinché il ciclo sia completo. E’ la dodicesima fatica che il grande iniziato Ercole ha dovuto sostenere prima di iniziare il suo compito cosmico.
Il significato del segno dei Pesci è dunque quello dell’interazione con l’Universo, dell’adesione all’unità superiore, della liberazione totale dei veicoli con la dimensione della materia.
Lo stesso segno è stato ripreso dall’iconografia cristiana che vi ha raffigurato Cristo stesso amico dell’Umanità, Salvatore e guida nelle acque procellose dell’esistenza.
Analizziamo, adesso il segno dell’Ariete unito simbolicamente al cavallo bianco degli antichi Arii Vedici e al cavallo bianco descritto nell’Apocalisse:
Col 21 marzo entriamo nell’Equinozio di primavera sotto il segno dell’Ariete. L’Ariete è un segno di fuoco ed è legato alla seconda persona della sacra Trinità o della divina Trimurti.
E’ sotto il segno dell’Ariete che ha inizio nell’Umanità l’individualizzazione. In pratica l’uomo dal regno animale passa al quarto regno della natura, vale a dire all’Uomo, sviluppando il corpo mentale attraverso il quale il pensiero divino si manifesta.
La simbologia del cavallo bianco degli antichi inni Vedici ha la stessa simbologia dell’ariete e ricordiamo che il cavallo bianco chiamato KALKI o ASHVA veniva allevato e reso poi libero per un anno di vagare per i campi e dopo un anno, in una manifestazione che durava tre giorni, e veniva sacrificato come l’ariete degli ebrei.
Nell’Apocalisse Cap. 19 leggiamo: “ Poi vidi il cielo aperto ed ecco un cavallo bianco e colui che lo cavalcava si chiamava Fedele e il Verace…, gli eserciti che sono in cielo lo seguivano sopra cavalli bianchi”.
Il cavallo bianco e l’ariete rappresentano l’attività intellettuale, il corpo mentale illuminato dell’uomo spirituale. Essi sono legati alle dodici fatiche di Ercole e ai dodici figli di Giacobbe. Sono entrambi presi come simboli cosmici dell’anno solare e come canale lungo il quale la conoscenza è distribuita nei diversi regni.
Difatti il motto del segno dell’Ariete è: “Io mi manifesto e dal piano della mente governo”.
Anticamente gli uomini avevano stabilito grandi feste in onore del potere generativo, il potere della natura (al momento in cui questa produceva i frutti) attraverso il Culto di Priapo e con l’esibizione in pubblico del simbolo della generazione, il fallo, o di un albero con fronde o senza. Queste feste segnavano sempre cadenze di un tempo strutturato secondo il ciclo della stagione ed erano rituali di pratiche magico-religiose volti a propiziare, attraverso l’offerta delle primizie o l’esibizione di simboli, l’abbondanza della natura e la continuità della vita.
Nel Medioevo in tutta l’Europa si celebravano nei mesi d’Aprile e maggio feste che comprendevano Pasqua, May day e la festa del solstizio d’estate; feste che sembravano mescolate all’origine del culto di Priapo, festa caratteristica degli antichi Romani.
Molte di queste feste, con l’immissione di pregiudizi acquisiti durante secoli dall’umanità (non esistenti certamente all’epoca in cui i simboli della generazione erano simboli mistici di culti), con l’aggiunta dell’avvento del feticismo della morale corrente, sono diventate da simboli del principio creatore in simboli di peccato, del male, e perciò ritenuti impuri, combattuti e sostituiti con altri simboli che conservano sempre, per chi sa leggere, l’origine dei simboli stessi. Le feste dei Liberalia si sono tramandate fino ai nostri giorni e sembra che in Francia presso la Rochelle in Santiague sussistesse fino a poco tempo fa il costume di fare piccoli dolci in forma di fallo e offrirli a Pasqua trasportandoli di casa in casa.
Lo scrittore francese Dulonne ci dice anche che la domenica delle Palme veniva chiamata la festa dei pini, “pine” che in linguaggio popolare e volgare in Francia è il nome comune del membro virile. Anche a Saint-Feou d’Angely esisteva un simile uso di fare dei piccoli dolci chiamati fateux e portarli in processione alla Fete de Dieu o Corpus Cristi.
Questa usanza derivata dai Romani sembra si sia perpetuata durante tutto il Medioevo e se ne trova traccia fino al XIV e al XV secolo.
Tornando indietro anche nell’antica Grecia si svolgevano in questo periodo allegre processioni che vedevano i giovani sfilare carichi di rami d’ulivo o di lauro, da cui pendevano dolci frutti, vasetti d’olio e di vino, tutti simboli delle rinnovate forze della natura.
Queste feste si ricollegavano ai riti agricoli nati, quando l’uomo imparò a coltivare la terra.
Come abbiamo potuto vedere, la festa della Pasqua dei Cristiani e le altre feste che la precedono o che sono state poste dopo, affondano le radici nella notte dei tempi e sono state e sono ancora comuni a tutte le religioni.
La Pasqua anticamente era intesa dagli ebrei, non solo come l'Esodo dall'Egitto, ma anche come una festa patriarcale che si celebrava con canti, danze e offerta delle primizie, specialmente degli agnelli nati nell'anno. In questo modo 1' agnello rappresentava il simbolo del riscatto dalle forze oscure dell'inverno e l'inizio del nuovo ciclo primaverile.
Pasqua che in ebraico significa passare oltre, ci ricorda che l’umanità è passata da un lungo e doloroso ciclo di morte e di distruzione con la crocifissione che è il “tema del sangue” e che domina tutto l’anno con il ritratto del Cristo, ma che con la Pasqua il Cristo come presenza viva emerge alla luce dopo tre giorni in un anno nuovo.
Questi simboli in precedenza esaminati sono alcuni dei più importanti simboli mistici della verità. Spesso i simboli appaiono complessi di fattura e rendono oscuro il senso che è loro dato.
E’ necessario, in tal caso cercare le parti essenziali, semplici che costituiscono i simboli, e dalla comprensione di queste si passa in seguito, a quelle degli elementi più complessi, scoprendo così l’idea generale esaminata.
Allorché noi saremo divenuti degli attenti osservatori della natura e dei suoi metodi di lavoro, avendo adottata la pratica di scoprire in loro i segni per le nostre riflessioni, i simboli saranno più agevolmente compresi e potremo trarne l’utile necessario per le nostre ricerche.
MAH...simboli o non simboli, vada a fare in
RispondiEliminaculo anche la pasqua, e SOPRATTUTTO lo
strumentale AMBARADAN che su questa hanno costruito!
Quel che CONTA per ME, persona amante della
PAROLA e conseguentemente tendente a spiegazioni CHIARE, SEMPLICI e VERBALI, è
che, gli "stessi" i quali ci DISTRAGGONO con queste menate allegoriche, STANNO PREPARANDO (alle NOSTRE SPALLE) la TERZA GUERRA MONDIALE. Guerra di mero potere: DISUMANA, INVOLUTIVA ed IMPLOSIVA; di retaggio SELVAGGIO, PRIMITIVO, ANTAGONISTA; e che "NOI" (ma PENSA un po'!) dovremmo combattere per "LORO", affinché affermino il proprio potere nella realizzazione del NWO: ossia di PADRONI del MONDO...di questi SUPER GRAN CAZZI, coi quali, dentro immense uova di pasqua, risponder loro, SORPRENDENDOLI, quando si AZZARDINO a chiederci di andare a farci AMMAZZARE in guerra.
Altro che pasqua! ! ! !
Concedersi qualche postilla, un piccolo arricchimento, non fa mai male...:-)
RispondiEliminaAnche i massoni hanno bisogno di RINNOVARSI: di andare OLTRE le vetuste ritualità,
RispondiEliminal' estrema verbosità, e ridondanze colme di COMPIACIMENTO. E di prendere delle CHIARE e NETTE posizioni! Altrimenti la diffidenza nei loro confronti non potrà che crescere.
Oramai le antiche conoscenze sono a portata di chiunque voglia approfondire queste tematiche, malgrado loro continuino ad essere troppo contenuti nel devolvere ciò che in FONDO era PROPRIETA' comune, e troppo "esperti" nell' OMETTERE; come se fossero gli unici dispensatori.
Occorrono NUOVE e GRANDI idee, spiegazioni essenziali (imparare dai poeti...e NON dai preti.-:) e molte, MOLTE attuazioni...
H.P..Blavatsky nel suo articolo "II carattere esoterico del Vangelo" con riferimento alla festività scrive:
RispondiElimina"La venuta di Cristo significa la presenza di Christos in un mondo rigenerato, non già la venuta nel corpo di Cristo-Gesù. Questo Cristo non si deve cercare nel deserto o nelle "camere inferiori" e neppure nel santuario di qualche tempio o Chiesa costruiti dall'uomo, poiché il Cristo - vero Salvatore esoterico - non è un uomo, bensì il Principio divino in ogni essere umano. Chi lotta per far risorgere lo spirito crocifisso dalle sue passioni terrene e seppellito profondamente nel "sepolcro" della sua carne peccaminosa, chi ha la forza di
rovesciare la pietra della materia dall'uscio del suo santuario interiore, fa risorgere
il Cristo in lui... ".
Questo, della Blavatsky, è il vero Cristo.
E nessun altro!
Maria
la Blavatsky c'ha il monopolio del Cristo, come se il principio cristico fosse di esclusivo appannaggio di qualcuno, bisogna per caso pagargli i diritti d'autore? il principio cristico esula completamente dalle trivialità e dalle questioni umane, è completamente impersonale e non certo può essere monopolizzato da una setta di teosofi deliranti, che ormai hanno esteso il loro virus ideologico in tutto il mondo.
EliminaMa vaffanculo...vai !
Eliminahttps://www.docdroid.net/g4y1fOF/uovo-luminoso.pdf
RispondiElimina(La percezione ha luogo in un punto di intensa luce bianca che in generale è rigidamente fisso in un'area molto specifica, che gli stregoni chiamano "la banda umana". Quel punto articola le emanazioni che riceviamo dal di fuori con quelle che stanno nel nostro campo luminoso, in modo simile a una antenna che raccoglie le onde radio e le trasforma in suono).
(Punto di unione: è un punto luminoso situato nel campo energetico delle persone attraverso il quale filtrano le emanazioni esterne. A seconda della posizione di questo punto l'uomo è in grado di percepire differenti emanazioni e di avere accesso a espressioni di coscienza diverse. La percezione
dell'uomo dipende quindi dalla posizione del punto di unione che è normalmente fisso e ci consente solo di avere accesso alla solita realtà ordinaria. Si sposta in maniera erratica o durante il sonno, al
di fuori del nostro controllo; è un'arte degli stregoni quella di spostarlo a piacimento e di fissarlo in punti inconsueti per avere accesso a stati di coscienza non ordinari).
MA CHE CAZZO DICI?
Eliminaogni essere vivente è un uovo luminoso, per essere più precisi un globo luminoso, il punto di unione è una specie di sintonizzatore olografico, consente di esplorare e "cartografare" quest'uovo luminoso. Allo stesso modo la cosmogonia dell'uovo cosmico che rappresenta simbolicamente la Pasqua è una rappresentazione di un qualcosa ancora più profondo e spirituale, anche il pianeta Terra è circondato da un uovo luminoso e racchiude in sé il punto di unione, ovverosia dove una minima parte di questi filamenti luminosi presenti nel cosmo vengono incapsulati nelle masse di luce degli esseri viventi.
EliminaFintantoché il guscio non si rompe (per quanto LUMINOSO di potenziale VITA) il pulcino non esce e quindi non VIVE; ma si atrofizza, MUORE al suo interno prima di aver fatto l' esperienza che era venuto a fare.
EliminaPertanto: l' "uovo luminoso" che avvolge l' UOMO dovrebbe anch' esso rompersi (atto di VOLONTA di VITA), per LIBERARLO dall' INDIVIDUALISMO
(paralisi), e permettere all' INDIVIDUALITA' della sua propria UNICITA' di VIVERE: realizzandosi giunto ad una COLLETTIVITA' di individui LIBERI e unici. TUTTI QUANTI infine avvolti dalla più POTENTE LUCE COSMICA, quella dell' EMPATIA e COSTRUTTIVA.
La Blavatsky.....una simpatica vecchietta....:)
RispondiEliminaMa che vada a cagare pure lei!!
Mr Blue
Se al commento di Maria ( sul PREZIOSO concetto ELABORATO della Blavatsky sul "Cristo esoterico" ), sei stato SOLTANTO capace di esternare questa RIDUTTIVA e MISERABILE reazione (la M. Blavatsky fu AMMAZZATA da chi voleva manipolare le sue IDEE per poi poterne usufruire), vuol dire che sei CONCIATO MALE...E ciò per il tuo PERSISTERE tra FACILI SCAPPATOIE, ossia: cercare spiegazioni dove NON ve ne sono, dove le risposte ai vari punti interrogativi RIMANDANO ad altri ed altri ancora punti interrogativi, per MAI giungere alla VERITA' ma ALLONTANARE sempre più...
EliminaLa via del GUERRIERO NON E' MAI la più FACILE ma tutto il CONTRARIO,
mon cher ami; la GIUSTA VIA consiste nel farsi un CORAGGIOSO, ANTICONVENZIONALE, PERSONALE ed INTENSO MAZZO...
non mi voglio scagliare contro la Blavatsky, ma si sostiene (con quale grado di certezza non saprei) che la dottrina teosofica da lei tramandata sia inquinata e ibrida, cioè "inorganica" (nell'accezione tolteca del termine) e che al giorno d'oggi venga strumentalizzata dal marketing della "spiritualità" contemporanea. La verifica più accurata e dettagliata sulla buona fede della fondatrice della teosofia è quella che effettuata dai chiaroveggenti, il grado e il livello di accuratezza è di solito abbastanza elevato. A me a pelle tutti quei filoni di pensiero che si rifanno alla teosofia non mi fanno una bella impressione, pur tuttavia riconoscendo che vi sono racchiusi in essi enormi quantitativi di informazioni abbastanza valide i quali trovano un corrispettivo decisamente dettagliato nel contesto sia quotidiano che extra-ordinario.
EliminaPer facilitarne la lettura scriverò in maiuscolo le mie considerazioni in risposta alle tue.
EliminaCominciamo:
"non mi voglio scagliare contro la Blavatsky".
"L' HAI GIA' FATTO!".
"ma si sostiene (con quale grado di certezza non saprei) che la dottrina teosofica da lei trasmessa sia inquinata e ibrida...al giorno d' oggi venga strumentalizzata dal marketing della "spiritualità" contemporanea".
"COME HO GIA' SCRITTO SOPRA: LA SUDDETTA FU ASSASSINATA DA CHI VOLEVA MANIPOLARNE LE IDEE PER POTERNE USUFRUIRE; OVVIAMENTE IN MALO MODO E CON FINI OPPOSTI.
- NIENTE DI NUOVO - ABITUALE VAMPIRISMO DEL POTERE".
"La verifica più accurata e dettagliata sulla buona fede della fondatrice della teosofia è quella che effettuata dai chiaroveggenti, il grado e il livello di accuratezza è di solito abbastanza elevato".
"NON SI CAPISCE BENE SE ALLUDI ALLA BUONA FEDE O ALLA CATIVA; MA PER DEDUZIONE SEMBRA EVIDENTE CHE TU TI RIFERISCA ALLA SECONDA.
COMUNQUE, CHI CAZZO SAREBBERO QUESTI "CHIAROVEGGENTI COSI' ACCURATI, DETTAGLIATI", E - CAPACI - DI CIRCOSCRIVERE LA "MANCANZA DI BUONA FEDE" DI QUEST' ULTIMA, E SU QUALI BASI?!"
"il grado e il livello di accuratezza è di solito abbastanza elevato".
"RICAPITOLIAMO: QUINDI, NON FONDI LE TUE CONSIDERAZIONI SU UN TUO PERSONALE GIUDIZIO MA SU QUELLO DI "COSTORO" ( I CHIAROVEGGENTI!), I QUALI HANNO STABILITO CHE LA "NOSTRA", PARDON, LA "MIA", SIA STATA IN MALA FEDE...EEEBBE'!"
"A me a pelle tutti quei filoni di pensiero che si rifanno alla teosofia non mi fanno una bella impressione, pur tuttavia riconoscendo che vi sono racchiusi in essi enormi quantitativi di informazioni abbastanza valide i quali trovano un corrispettivo decisamente dettagliato nel contesto sia quotidiano che extra-ordinario".
"CI VUOL - MOLTO DI PIU'- CHE LA "PELLE", PER RIUSCIRE AD ORIENTARSI NEL BEL MEZZO DELL' IMMENSO OCEANO DELLO SCIBILE.
IN TUTTI I MODI E SENZA TROPPE MENATE: SAREBBE STATO SUFFICIENTE AVER LETTO CON ATTENZIONE (CON I "TUOI" OCCHI E LA "TUA" MENTE) IL COMMENTO DI MARIA, PER COGLIERE LA BELLEZZA E LA PROFONDITA' DEL VERIDICO "CRISTO ESOTERICO" DI BLAVATSKI.
E PER CONCLUDERE: CHI SI ASPETTA UN' ASSOLUTA INTEGRITA' E COERENZA DAGLI ALTRI; DIVENENDO IPERCRITICO, E CONDANNANDO TOUT COURT CHIUNQUE NON RISPONDA ALLE PROPRIE -RIGIDE - RICHIESTE; E', IN REALTA', IL PRIMO A GARANTIRE MENO INTEGRITA' E COERENZA DI CHIUNQUE ALTRO.
E IL PRIMO A DOVER ESSERE SFIDUCIATO.
Evidentemente hai assistito in diretta al suo omicidio. Per sua informazione (anche se lei troverà sicuramente da ridire anche questo) l'epidermide se ha per caso studiato e approfondito le ricerche di Giuseppe Calligaris se opportunamente stimolato nella maniera più appropriata è in grado di indurre visioni extrasensoriali, la chiaroveggenza è il metodo migliore per smascherare la natura delle apparenze, però se lei si mostra ostile nei miei riguardi continui pure con la sua guerra psicologica, otterrà con molta probabilità l'effetto opposto. Non saranno certi i tuoi commenti provocatori e aggressivi a farmi cambiare idea. Detto questo eviterò successivamente di rispondere alle tue provocazioni in quanto le ritengo sterili e non degne di alcuna riflessione. In conclusione mi ha telefonato Gurdjeff e mi ha detto di mandarti i saluti, le augura un buon "mezzogiorno alle tre".
EliminaCercare di interloquire con te è uguale a volerlo fare con i preti: INUTILE!
EliminaE come costoro sei RIGIDO e in DIFENSIVA...troppo pauroso!
Entrambi privi di argomentazioni sufficienti sulle tematiche presuntuosamente trattate, o meglio ristrette nell'aspetto
puramente DOGMATICO, e quindi FISSO e INSPIEGABILE, il quale non consente ovviamente alcun tipo di confronto che mette nella posizione di poter essere CONFUTATO; "MEGLIO EVITARE", accusando gli altri dei propri peccati...VERO?
Ma, guarda caso, questi preti "intenti unicamente" all' aspetto spirituale-magico-dei-miei-coglioni, appena "girato l' angolo" e ben sicuri di non essere visti, si rivelano BASSAMENTE legati ai beni materiali con i quali si sollazzano ABBONDANTEMENTE, proprio grazie (guarda guarda!) alle ipocrite PREDICHE con le quali hanno INFINOCCHIATO ingenui ed ignoranti.
Chiami "ostile", "provocazioni", "aggressività" e "guerra psicologica" il mio SANO e GENEROSO criticismo, e lo ritieni "sterile" e "non degno di alcuna riflessione"???
Non sei altro che uno dei tanti "FAMOSI SCIOCCHI privi d' INTUITO" citato da A. Schopenhauer.
RIMANI NEL TUO UOVO "AL NEON", SENZA GIAMMAI ROMPERE IL GUSCIO, E APPASSISCICI DENTRO SERENAMENTE, GIACCHE' NON SEI ABBASTANZA CORAGGIOSO PER VIVERE.
Piacevolmente colpito da quest' approfondimento astrologico. Molti ignorano quanto le stelle hanno influenzato le nostre credenze. Vere o no, quelle dell' astrologia sono leggi che uniscono il cielo è la terra, quello che accade qui è sempre un riflesso di ciò che accade su. Non a caso i più grandi scienziati come Leonardo da Vinci erano astrologi, e si può vedere anche nell' ultima cena di Leonardo , le varie costellazioni riunite intorno a un tavolo, con i loro vari simboli abilmente camuffati, e con Gesù, il sole, al centro.
RispondiEliminaPS. Per quanto riguarda la stella polare, vorrei aggiungere che essa stessa rappresenta la svastica, in quanto se si osserva il suo moto durante l anno, in concomitanza con i due soltizi e i due equinozi indica i quattro punti cardinali, e quindi, data la sua struttura forma una croce, una croce con 4 "zampini" , la svastica.
Complimenti bel lavoro.
DUE PALLE DI "VECCHIA E FACILE" SOLFA...
EliminaUN PO' DI CONCRETEZZA RIVOLUZIONARIA POTREBBE SOLO FAR BENE, SIA A VOI CHE A TUTTI QUANTI!
OVVIAMENTE...CI VOGLIONO DUE COGLIONI DI ACCIAIO!
Purtroppo o per fortuna (sicuro più mia che tua) questa vecchia e facile(di facile purtoppo c'è davvero poco) astrologia è più tangibile di quello che immagini. Più rivoluzionaria di tutte le tue voglie represse da sfogare in qualche commento d acciaio. Qui si analizzano gli ingranaggi dietro gli orologi, i cicli, gli sbagli e le vittorie che si ripetono a ritmi ben definiti. Non si da a questa scienza la forza di interferire con le nostre scelte o guerre o rivoluzioni, essa ci aiuta a mettere in ordine, come ingranaggi di un ingranaggio più grande,espandendo la coscienza oltre il muro o la strada o la città, oltre le stelle, si "misura" quello che è accaduto, e a volte quello che accadrà.
EliminaTutto per te è GIA' scritto nelle stelle! Quindi nessuna SCELTA, nessuna LIBERTA'
EliminaNient'altro che puro FATALISMO!
Lo stesso MISERABILE, ANIMALESCO e LIMITATO fatalismo con il quale, coloro che NON ci CREDONO AFFATTO, ce lo hanno messo e continuano a mettercelo nel sedere! ! !
E così, dall' "alto" della tua "visione cosmica", ti permetti di RIDURRE la più GRANDE conquista UMANA, cioè quella della VOLONTA', del LIBERO ARBITRIO (per quanto non espressi ancora da TUTTI ma si da POCHI, quelli che tu "APPOGGI indirettamente"), e che SEGNA la tappa più IMPORTANTE dell' EVOLUZIONE universale, in quanto ci rende DIVINI, a mera "carta straccia"!?!
VERGOGNATI ! ! !
Se rileggi ti accorgi che ho scritto:”non si da a questa scienza la forza di interferire con le nostre scelte” , essa va vista come un orologio, dove a una determinata ora si creano determinate condizioni. È la famosa ruota che tutti associano alla vita, la ruota dello zodiaco, che girando rimette e concede i debiti e i meriti. Vista da un punto di vista dei veda indiani è L essenza stessa dell concetto di evoluzione e libero arbitrio. ,(veda che sono più antichi di qualsiasi religione o mostro che tu vuoi rendere complice delle tue sfide, avevano perfino calcolato la massa dei pianeti visibili e la velocità della luce, nel “Surya siddantha” la fonte) in pratica sono stati loro a concepire la mutabilità della coscienza , soprattutto lungo la dimensione temporale. Come noi, anche il pianeta, il sistema solare e perfino la galassia sono in continuo mutamento. tutto, dalla foglia all asteroide, dalla stella al essere umano fanno parte di una giostra più grande, diciamo che le cose andrebbero viste, forse non sempre, da un punto di vista più alto e allargato, sempre che la tua coscienza riesca a espandersi così tanto. Sembra che vuoi creare un antitesi a quello che ho scritto, ma hai fatto tutto da solo. Il problema è che ci vuole unagrande base scientifica per comprendere questo ritmo cosmico. Il messaggio era proprio che questa visione”cosmica” è la stessa che vivi ogni giorno, in piccolo. Non c’entra niente con oroscopi e cazzate. La gente vuole andare nello spazio e salvare il mondo senza prima sapere chi è, dove si trova e quando... purtroppo ti dovresti informare prima di fare un commento del genere perché rischi cadute di stile e di un ignoranza elementare di un tipico italiano medio. Se hai tempo, ti invito a informarti e leggere di più prima di dare pareri, prima di screditare millenni di cultura. E affronta sti tizi che te lo stanno buttando in culo se credi che siano loro la fuori, che aspetti? Di trovarti seduto a scoprire che il tuo stesso cazzo ti sta violando ormai da ere?
EliminaIniziano i preparativi di emergenza per una possibile eruzione del vulcano di Yellowstone
RispondiEliminaYellowstone volcano ERUPTION warning: Hundreds of bison dead as fears of mega blast grow
L' intelligenza da sola NON CONTA UN EMERITO CAZZO; in quanto anche una zanzara, una tartaruga o un cane lo sono.
RispondiEliminaLa conoscenza da sola, a meno che non sia a trecentosessanta gradi, NON CONTA UN EMERITO CAZZO; lo provano i milioni di IMBECILLI laureati.
MENO PROTAGONISMO, NARCISISMO ed EGOCENTRISMO, E PIU' S O S T A N Z A ...SUVVIA! ! !
"UN' ANIMA FINE NON E' QUELLA CAPACE DEI VOLI PIU' ALTI, MA QUELLA CHE SI ALZA POCO E SI ABBASSA POCO, E ABITA PERO' SEMPRE IN UN' ARIA E A UN' ALTEZZA LIBERA E LUMINOSA."
RispondiElimina"SI PAGA CARO L' ACQUISTO DELLA POTENZA, ESSA INSTUPIDISCE."
"SI SBAGLIRA' DI RADO SE SI RICONDURRANNO LE AZIONI ESTREME ALLA VANITA', QUELLE MEDIOCRI ALL' ABITUDINE E QUELLE MESCHINE ALLA PAURA."
"SI DOVREBBE CONSIDERARE UNO SCRITTORE COME UN MALFATTORE CHE SOLO IN RARISSIMI CASI MERITA L' ASSOLUZIONE O LA GRAZIA; QUESTO SAREBBE UN RIMEDIO CONTRO IL DILAGARE DEI LIBRI."
"NELLA SOLITUDINE IL SOLITARIO DIVORA SE STESSO, NELLA MOLTITUDINE LO DIVORANO I MOLTI. O R A S C E G L I."
"SI FA BENE A METTERE I GUANTI QUANDO SI LEGGE IL "NUOVO TESTAMENTO". LA VICINANZA DI TANTA SOZZURA QUASI VI CI COSTRINGE."
F.NIETZSCHE
La pasqua, e le restanti "feste comandate", mi fanno un vero e proprio ORRORE. All' arrivo di ognuna mi adombro, intristisco e incazzo; è come se TUTTO il mio odio verso i crimini commessi dai MALEDETTISSIMI patriarchi, e la SQUALLIDA realtà da loro attuata, si concentrasse in quei fottutissimi giorni. Sicuramente, ciò accade perché queste FALSE festività risvegliano in me il dolore del FURTO subito: la PRIVAZIONE FORZATA della mia (e di TUTTI) libertà sessuale; il CANTO nostalgico e INEBRIANTE, la MERAVIGLIOSA rievocazione (storica e inconscia) di quel che furono le corrispettive FESTE PAGANE; celebrate, NON in una ristretta, nevrotica e misera famigliola, MA in una GRANDE e CALDA COMUNITA', dove la LIBERA SESSUALITA' si svolgeva e si MAGNIFICAVA al culmine della festa. SENZA, ovviamente, la volgarità con cui si è voluto "dipingerla" per diffamarla; volgarità che invece si RISCONTRA in quasi la totalità dei DEPRAVATI rapporti sessuali, che dalla repressione di questi hanno avuto origine.
RispondiEliminaCHE NOSTALGIA! ! ! QUANTO MI MANCA L' AMORE LIBERO E PLURALE.
Gli immigrati sono il corrispondente dei crumiri. E allora fuori dalle palle.
RispondiEliminaE' ora di finirla con il buonista e ipocrita cattocomunismo che li odia più di noi ma li vuole utilizzare per la prossima grande guerra.
La chiesa cattolica e le massonerie sinistroidi vogliono la guerra perché è nella loro agenda? Ebbè se la facciano da loro, i preti ed i fighetti, sai che ridere!
Alziamo la testa e mandiamoli tutti quanti affanculo
Giuseppe
https://www.docdroid.net/gBoo9qo/ita-fumagalli-samantha-e-gandini-flavio-riflessologia-della-memoria-2009.pdf
RispondiEliminahttps://asclepiosalus.wordpress.com/2016/03/23/catene-lineari-del-corpo-e-dello-spirito/
Ma lo vogliono CAPIRE i politici
RispondiElimina"tradizionali" che il popolo è MOLTO più intelligente di loro; e che, per quanto si sforzino di far passare le solite baggianate e le vergognose svalutazioni, cioè gli sputtanamenti GRATUITI su chi non li merita, (in questo caso i 5S), il popolo INTERPRETA nel GIUSTO modo e vede chiaramente ciò che vogliono nascondere e mistificare?!?
E BASTA SU! Lo vogliono capire questi VENDUTI portavoce di quegli IM-POTENTI e INUTILI ingordi dai cervelli TARATI, che ne abbiamo LETTERALMENTE i coglioni PIENI...o vogliono essere investiti dalla DEVASTANTE esplosione di queste "COMETE" ! ! !
Fatta questa DOVUTA precisazione, vorrei sapere dal signor Salvini, che pare non volersi ficcare in testa che a VOTARLO è stato il POPOLO in grazia del programma che a quest' ultimo si confaceva; e NON il signor Berlusca, (che ha oltretutto un altro e CONTRARIO programma: quello della perenne BANDERUOLA, per esser precisi; e BEN ALTRO in testa, ossia: "TRIANGOLETTI" e BIGLIETTONI); come chiedevo sopra, vorrei sapere dal signor Salvini, che sta pure facendo PERDERE tempo utile alle riforme: NON SARA' "per caso" che la voluta alleanza con il "commendatore" gli SERVA poi come scusante per NON REALIZZARE le PROMESSE fatte? E che INVECE potrebbe e DOVREBBE adempiere se alleato al M5S???
Spero che Salvini non stia facendo il FURBO come fece Bossi. E se così non è non rimane che far risalire il suo tentennamento alla VANITA'; antica colpa, questa, che insieme all' INVIDIA formarono la causa principale dell' INVOLUZIONE UMANA.
Per tornare alla discussione: sappia Salvini che ha soltanto DUE scelte:
La prima è quella giusta e coerente, e quantunque non lo farà presidente chissenefrega, SIA SUPERIORE a queste mondane bazzecole Salvini, e si preoccupi piuttosto della sua INTEGRITA'.
La seconda non lo farà presidente comunque, e se anche fosse, si prepari Salvini, oltre all' interiore ed intimo DISPREZZO per se stesso, ad una VALANGA di BASTONATE da parte dei suoi elettori...
Ed ora vorrei dire qualcosa ai 5S e precisamente a DiMaio: potresti anche tu, mio caro ragazzo, rinunciare o almeno proporre NOBILMENTE alla presidenza, ma sempre e soltanto dello stesso movimento, un' altra persona...per es. Paola Taverna, donna intelligente e carismatica; sarebbe un grande e INNOVATIVO colpo una donna presidente, e in più 5S.
Devo però precisare, che, essendo FONDAMENTALMENTE così libera da non poter essere contenuta in nessun gruppo o movimento politico, ma comunque pragmaticamente partecipe alla ristretta e miserabile epoca in cui sono costretta a vivere mio malgrado, vi ho votato essenzialmente perché tra i più simili (per quanto teoricamente lontani) per il programma e per la vostra buona fede; ma, tranne pochi, non conosco bene ognuno di voi.
Comunque vedrei bene anche DiBattista, ma meglio ancora Paola Taverna!
Ogni tanto, anzi SPESSO, ritrovandomi al risveglio nel bel mezzo di tanta PORCHERIA, di tanti "esseri umani" così altamente PSICO-LIMITATI, SCHIFOSI, CORROTTI e IMBECILLI, comincio a mandare MIGLIAIA di maledizioni a quell' INVASATO di Akenathon: responsabile di aver CONTAGIATO in primo luogo il popolo ebraico, il quale, però, subito dopo rimediò in PARTE "togliendo di mezzo il MOSTRO", (seppur ricadendo in seguito ancor di più nella trappola con i SIONISTI, che "NON SONO, MAI SONO STATI E MAI SARANNO EBREI"...CHIARO?!? ! !). Ma il popolo ebraico si DIMENTICO', purtroppo, di "far fuori" anche i sacerdoti di Akenathon/Mosè: i MALEDETTI ed INSIDIOSI leviti, ai quali si deve addossare la colpa di aver diffuso il CONTAGIO iniziato dal loro MOSTRO/MAESTRO: nella antica GRECIA e da lì a ROMA, nell' AFRICA vicina all' EGITTO (che da lì si propagò nella restante AFRICA) ed infine nel MONDO INTERO, CONDANNANDOLO ALL' INVOLUZIONE DELL' IBRIDA, RIBUTTANTE, CREAZIONE DELL' UOMO/BESTIA.
RispondiEliminaSVEGLIATEVI DAL SONNO DELLA RAGIONE: STUPIDI ! !
"DUE O TRE COSE SBAGLIATE NON FANNO UNA COSA GIUSTA"...
RispondiEliminaMA VA!?
Quanta "sapienza" in questa COGLIONATA!
Quando un uomo FORMALMENTE istruito fa
- PUBBLICAMENTE - un affermazione del genere (ed altre sullo stesso stile) credendo di APPARIRE "saggio" e "ben situato" nel mondo (ben situato in questa società di merda, senz'altro; ma non nel MONDO che è tutt'altra roba, ben più GRANDE e COMPLESSO di questo CRETINO), mi viene in mente A.Schopenhauer (uomo, questo SI VERAMENTE colto!) quando scriveva che l' intelligenza NON ha NULLA a che vedere con l' istruzione, con la quale si corre addirittura il pericolo di ISTUPIDIRE. Facciamo poi MOLTA attenzione a distinguere ISTRUZIONE da CULTURA...
Non ci sono cazzi: TUTTO è da RIVEDERE !
Quella LI' che si presenta ovunque con una maschera di CARNEVALE, (sapete quelle maschere che hanno occhiali e naso incorporato?), ma TUTTI i SANTI giorni dell' anno; cosa fa ancora IN GIRO? e soprattutto che CAZZO VUOLE dopo aver fatto STRAGE della scuola pubblica? (ma non si vergogna? faccia di tolla, dovrebbe come minimo vivere occultata!). Accade che il suo capo, anche se oramai centenario, l' abbia ripescata nel caso, insieme al socio "salvini salva tutti salva l' anima dei prosciutti", riescano ad APPROPRIARSI nuovamente di questa POVERA ITALIA, e fare un' ennesima MAN BASSA; ovviamente di ciò che è rimasto dopo l' invasione barbarica del ratto SPIDY GONZALES e dei suoi sacerdoti-guerrieri TOPOTEMPLARI.
RispondiEliminaMa ANDATE TUTTI QUANTI A FARE IN CULO!