venerdì 5 luglio 2019

IL MITO DEL POST-MODERNO E' IL VECCHIO CHE AVANZA...


Questa ERA è il massimo compimento del passatismo più bieco, magico e religioso, mai come in questa epoca, che è intrinsecamente vecchia e perbenista, ci sono verità stabilizzatrici ed ordinatrici. Viviamo tutti i giorni immersi a regole ordinatrici e di natura intimamente religiosa, solamente che è cambiata la proprietà dello scettro, oppure la percezione di codesta proprietà.
La scienza, o meglio, lo scientismo vive e campa su dogmi autoritari che hanno una natura oracolare vecchia e vetusta, la politica e l'economia sono sempre più simili a vecchie aristocrazie decadenti, le regole del quotidiano sono pervasive molto più di ieri... 
Siamo nel massimo apice del crogiolo della verità ordinatrice in occidente, oggi governata dalla tecnologia, che di per se' non è ne buona ne cattiva, essendo mero strumento, peccato sia diventata strumento coercitivo e rieducazionale di massa.
Però il potere è trasmutato, e da questo punto di vista nulla è cambiato, anzi, proprio in virtù di questa percezione caduta dall'alto, che il "vecchione" ritorna e non brucia mai. 

Nel 80% del mondo attuale la religione è talvolta più fondamentalista che in passato, ci sono guide spirituali o criminali che fottono milioni di persone, in Cina, in India e in tanti paesi del 4° mondo, ci sono, come mai è successo in passato, dittature, società alveari che saranno l'esempio del nuovo mondo e situazioni di indigenza reali. 
Altro che disincanto e libertà individuali, altro che civiltà, altro che sarcasmo, piacere ed ozio, quello sarà riservato forse solo a noi e a pochi altri fortunati. 
Questa epoca è solo l'aggiornamento di quello che è già successo, filtrato dall'evoluzione delle rivoluzioni umaniste, sociali e massoniche dei secoli scorsi, che ne hanno contenuto i danni evolvendo purtroppo solo una piccola parte dell'umanità.
Oggi però stiamo tornando indietro... 
Il discorso riguardo alla glorificazione del moderno e del post-moderno, aveva un senso negli anni 70 che furono anni folli e creativi, castrati dallo schema del potere, dagli anni 80 ad oggi, è nato il paradigma assoluto del pensiero unico e del conformismo. 
Non a caso una certa forma pensiero creativa e disincantata degli anni 70 è stata sostituita con un modello coloniale della mistica della produzione e non dell'ozio, del controllo del tempo libero e del controllo su ogni aspetto del vivere. L'ossessione del controllo è il nuovo oracolo post-umano, che poi era lo stesso di un tempo sotto altra veste.
Hanno preso potere, sempre non a caso, in quegli anni sovragestioni neoaristocratiche e reazionarie, e l'egregora che ne è conseguita è l'attuale forma pensiero indotta, alveare, conformista e qualunquista, dell'uomo fatto in serie, del replicante, del modello quindi transumano, anch'esso massimo compimento del potere che riemerge aggiornato e rieducante.
Magari ci fosse disincanto e spirito critico, a leggere i 3/4 dei post sui social, noto molta voglia di RE e fede in qualsiasi forma gruppale, divisoria e tribale, che alimentano una regressione collettiva e nostalgia verso una morale estinta che invece regna beata.


DIO E' MORTO? DATEMI UN CONDOTTIERO...
Cosa si intende per DIO. 
Se per DIO si intende il vecchio patriarca delle religioni, è ovvio che non esiste e che si tratta di una metafora che andava spiegata in termini favolistici ai sudditi, se si intende l'energia primaria intelligente che permea il tutto, il caos quantico, il discorso cambia.
Per "DIO" intendo questo, l'insieme di tutte le volontà e coscienze dell'infinito, o meglio dell'immensamente finito. 
L'inconscio collettivo degli spiriti, tutte le dimensioni possibili, l'insieme di tutti i calcoli possibili, compresa anche la possibilità del nulla, del bene e del male. 
Ovviamente anche la mia visione difetta di una percezione e di una descrizione terrestre e soggettiva. 
In realtà non è possibile definire alcun DIO, se fosse possibile definirlo decreteremmo la sua morte concettuale, cosa che hanno già ampiamente realizzato le religioni e tutte le sovrastrutture, ben prima del materialismo storico, che arriva solo dopo la puzza, facendo l'autopsia sul cadavere in decomposizione. 
In ultima analisi DIO è un po' la nostra coscienza, il nostro spirito, individuale e poi collettivo al tempo stesso, è tutte le possibilità matematiche che qualcosa si compia, bella o brutta che sia o che non sia.
Altro discorso è la spiritualità, che significa dare importanza alle istanze del profondo e non solo agli aspetti meccanicistici del vivere e che non ha nulla di religioso. L'uomo è fatto di materia e di energia vitale, entrambi gli aspetti vivono in simbiosi ed esistono in quanto unione, almeno nella nostra dimensione attuale, dopo chissà, non possiamo aver alcuna certezza...
Quindi del pensiero, dei sentimenti, della condivisione, dell'esercizio della criticità, della creatività. 
Il nostro SE' superiore, secondo me, è il DIO, inteso come volontà immateriale, o di altra materialità, come simbolo e come metafora della vita stessa, della natura. 
Secondo me, le due cose si sovrappongono, ed è curioso che le pulsioni emotive irrazionali dei cosiddetti fedeli siano storicamente più materialiste, rispetto a quelle di coloro che si percepiscono materialisti ed atei che spesso posseggono più anima senza saperlo.
E' tipico dell'uomo schiavo accettare il corso degli eventi, salvo poi sublimare l'uomo forte. 
Il concetto di uomo forte è il massimo del passatismo, ed è proprio quello che io denuncio come aspetto religioso reazionario che il finto modernismo veicola e fa accettare.
Il DIO cattivo delle religioni oggi è ben rappresentato dal nuovo che avanza, o meglio dal vecchio che ha solo cambiato nome e forma.


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