venerdì 2 settembre 2022

LA BUFALA DELLA CRISI ENERGETICA (CUI PRODEST?)


Sei mesi fa, quasi tutti i politici, i giornalisti ed i giornalai di ogni latitudine, asserivano con arroganza e grande sicumera che le sanzioni alla Russia avrebbero fermato il malvagio Putin, contenendo il conflitto. Bisognava inviare armi, vi ricordate? Le armi sarebbero servite alla resistenza e le sanzioni economiche avrebbero fermato la macchina bellica sovietica.
Mentivano!
Nella realtà dei fatti, le cose sono andate molto diversamente, anzi, all'opposto, e per l'ennesima volta è successo quello che era logico accadesse.
È successo che le sanzioni alla Russia erano una scusa colossale quanto penosa che serviva solo a spostare altrove il mercato del gas, a ridisegnare la geopolitica attraverso la leva economico industriale, ma è successo molto di più.

La Russia ha triplicato i suoi capitali ed i paesi europei, in primis l'Italia, l'hanno preso dove non batte il sole.
Questo è accaduto nonostante gli introiti ENI siano quintuplicati, non sapendo neanche i politici ed i tecnici quanto viene pagato alla fonte il gas, per il sempreverde ed invalicabile segreto di Stato.
Questo passaggio ci fa capire quanto il potere delle multinazionali, con l'ENI per un terzo perfino a partecipazione statale, sia devastante, molto simile se non maggiore, al potere di una grande monarchia di un tempo; che poi nei vertici delle Corporation troviamo sovente personaggi legati all'aristocrazia.
I meccanismi non sono cambiati, anzi, si sono raffinati, diventando sempre più sofisticati, labirintici e lontani, diciamo irraggiungibili. Chi in passato ha provato a fare politiche economiche aziendali popolari e più orizzontali, è stato eliminato, vedi Mattei.
Oggi la finta crisi del gas, che nei fatti non esiste, ma è stata creata per spostare la governance mondiale verso alcune aree di riferimento, si presenta al popolo come necessità impellente per far fronte al caro bollette che metterà in ginocchio diversi paesi.

È lo stesso meccanismo che abbiamo visto due anni fa con la pandemia, aggiornato ed ampliato.
Problema, reazione, soluzione.
Crei il problema, una pandemia, una crisi economica, una guerra.
Aspetti la reazione emotiva delle masse, sapientemente guidate dalla pervasiva propaganda.
Offri una soluzione, passando pure per salvatore della patria.
La soluzione, in realtà, sarà la creazione di un nuovo problema, oppure, la sua concretizzazione, realizzata con l'accettazione popolare, che ne consacra la ritualità, attribuendo maggiore forza al raggiungimento ed al mantenimento dell'obiettivo prefissato.
La soluzione offerta da chi ha collaborato a creare il problema è data, nel caso del gas e dell'energia, dal rilancio del nucleare e dei rigassificatori.
Il nucleare cosiddetto pulito, non essendo affatto una soluzione ed essendo costosissimo, necessiterebbe di almeno qualche decina di anni per funzionare, sempre che tutto vada bene, senza considerare che entro il 2050, le energie alternative e le nuove scoperte soppianterebbero immediatamente il nucleare pensato oggi che risulterebbe nuovamente obsoleto.
Sarebbe come costruire una autostrada nel deserto, ben sapendo che non funzionerà mai, ma che servirà nel frattempo a spremere finanza pubblica ed alimentare tutti i livelli delle varie piramidi mafiose. In piccolo lo stesso discorso vale per il progetto del futuribile Ponte di Messina, al posto che investire in infrastrutture più utili, in acquedotti, strade, ferrovie, in edilizia pubblica, come scuole ed ospedali.
I rigassificatori, anch'essi molto più costosi di quanto fosse il gas russo, aumenterebbero massivamente l'inquinamento, rischiando di essere delle bombe ad orologeria, laddove siano edificati nelle vicinanze di porti e città, vedi Piombino, e non funzionerebbero prima di un anno, sempre che vada tutto bene.
Due soluzioni irrazionali, ma solo apparentemente, perché permetterebbero di avviare il grande reset nell'attuale scacchiere geopolitico, ridisegnando i ruoli ed i livelli di comando nella governance mondiale, ed all'interno di ogni singolo distretto nazione, le nuove mafie bisognose di spostare ingenti fondi, da drenare nuovamente verso i potentati bancari. Esattamente come il riciclaggio della droga che, una volta ripulito per bene, entra dalla porta di servizio nei paesi adibiti a forzieri. Un cerchio magico che si chiude e torna a girare all'infinito su se stesso.



Per fermare questo incubo realizzato nel silenzio generale, basterebbe eliminare qualsiasi sanzione alla Russia, sanzioni che danneggiano solo la comunità europea e l'Italia, favorendo, nel caso specifico, solo la Russia, gli USA, indirettamente, anche la Cina e qualche nazione europea più fortunata e "virtuosa".
Per questo motivo ho sempre sostenuto che la guerra in Ucraina fosse solo lo specchietto per le allodole per ben altro e che, per motivi diversi ed inconfessabili, decisa e concordata tra gli apparenti nemici, ognuno con i suoi rapporti di forza internazionali da mantenere.
La Russia ci avrebbe guadagnato tantissimo a livello economico, energetico e quindi militare, spostando ad oriente i suoi investimenti, le Corporation transnazionali e senza giurisdizione, avrebbero acquisito ulteriori livelli di potere e di denaro pubblico dalle nazioni europee, svuotandole definitivamente di qualsiasi sovranità economica e possibilità di azione politica, gli USA avrebbero eliminato un competitor europeo che potesse ostacolarli in futuro, potendo avere ancora un ruolo di peso e di leadership nel prossimo scacchiere internazionale.
Una sorta di nuovo medioevo con i suoi feudatari, però su vasta scala.
In pratica, la cosiddetta Comunità europea, con la sua BCE, ha la funzione di ROTTAMARE i vecchi Stati nazione, spostando tutti gli asset economici verso le neo-monarchie delle multinazionali.
La funzione dei tecnici negli ultimi 30 anni non è stata quella di salvare la finanza pubblica, ma di svendere tutto ciò che rimaneva, privatizzando quanto fosse possibile, in ultimo, l'arrivo di Draghi è servito a dare il colpo di grazia. Poco importa se Draghi è riuscito a scucire tanti miliardi per tappare le tante falle del Titanic, quella è la classica strategia dello strozzino che prima concede o finge di farlo, e poi pretende ingenti interessi a danno delle future generazioni. Si è presentato come lo spacciatore che dona le dosi, dopo aver drogato l'economia europea ed italiana per decenni. Da oggi, forse non serviranno più veri governi tecnici, perché i lavori sono stati avviati e lo start è partito.
Siamo nel paradosso che, l'essere a favore della cosiddetta Europa della banche e quindi della nostra presenza in tale girone dantesco, serva solo alla nostra autodistruzione economica e all'autodistruzione di ogni paese ancillare, dove la CEE è diventata il contenitore del nazionalismo dei più forti, superando le dinamiche dei vecchi nazionalismi obsoleti.
I veri antieuropeisti sono proprio coloro che vorrebbero più Europa, chi, ingenuamente o strumentalmente, ha favorito questo folle paradigma a danno delle popolazioni.
Un percorso che dura da almeno mezzo secolo e che negli ultimi venti anni ha subito una grossa accelerazione, soprattutto, negli ultimi tre anni.
Le neo-monarchie ridisegneranno il risiko mondiale in termini sempre più elitari, neoaristocratici, distopici ed autoritari.
Entro il 2050 vedremo l'alba di un nuovo mondo, dove le democrazie, con tutti i loro limiti, probabilmente non esisteranno più, sostituite da poche macro-aree di riferimento, poli-nazione tutti quanti a trazione ultra-liberista e governi autoritari, in un finto multipolarismo guidato direttamente ed ufficialmente da Corporation transnazionali.
È un ritorno al passato in chiave high tech, quello che io in passato ho definito "TecnoEvo", però in salsa globalista.
Sembra veramente di essere finiti dentro un film fantapolitico anni 70 che, speriamo, abbia un lieto finale con un risveglio dal letargo delle masse popolari.
Le soluzioni sarebbero alla portata di mano, ma sembrano tanto logiche quanto irraggiungibili nella pratica.
Quello che possiamo fare noi dal basso e nell'immediato, è individuare ed alimentare le tante crepe nel muro che, periodicamente, appaiono nella cattedrale dell'impero.



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