LITURGIA DI SAN REMO (E ROMOLO?)
Nell' ultimo San Remo viene nuovamente riproposta la liturgia della Rosa Rossa.La canzone scelta per veicolare determinati messaggi è stata quella di Blanco, "L'isola delle Rose", portata da un giovane cantante in auge, quindi prescelto ed adatto strumento identificativo ed evocativo per le nuove generazioni.
Cosa è successo sul palco? L'oggetto incriminato è una cuffia che non trasmetteva bene il volume audio della voce a Blanco durante l'esibizione. Questo avrebbe scatenato l'ira del cantante che si sarebbe "sfogato" sul roseto disposto dietro al gruppo che lo accompagnava.
Ovviamente, come lo stesso cantante ha ammesso alla fine della sua performance, era previsto che succedesse ciò, quindi era tutto preparato come sempre, infatti il povero roseto era stato piazzato proprio prima della sua esibizione. Per quanto riguarda l'audio della cuffia, probabilmente, non ha funzionato all'insaputa del cantante stesso, anche se poteva essere voluto pure questo utile inconveniente.
Cosa significa questa ennesima sceneggiata?
Che da oggi tutti parleranno del fenomeno Blanco, molti scaricheranno la sua canzone, sarà percepito come un ribelle dalle nuove generazioni, indignando quelle più anziane.
Un marketing indovinato per alimentare la popolarità dell'artista e cosa non si fa per avere successo?
Oltre questo livello, quello più comprensibile dalla moltitudine, ci sono altri livelli della questione più inerenti all'aspetto simbolico, livelli che devono soddisfare esigenze comunicative ai piani alti, essendo San Remo un grande ripetitore di massa, da sempre utilizzato dal sistema per mandare messaggi di varia natura. Non a caso si è parlato per mesi della presenza di Zelensky, oggi rimodulata con una lettura da parte di Amadeus.
San Remo è propaganda all'ennesima potenza, una sorta di messa laica dove è presente una determinata liturgia e dove la ritualità si aggiorna a secondo dei tempi e dei templi che attraversa.
L'ISOLA DELLE ROSE E L'UTOPIA NEGATA:
Blanco, insieme al suo produttore Michelangelo, hanno scritto questa canzone in assoluta autonomia rispetto ad una eventuale strumentalizzazione del contenitore sanremese. Si sono ispirati alla storia della famosa Isola delle Rose, documentata recentemente anche da Netflix.
Il cielo o qualche manina ha voluto fortemente questa canzone per strumentalizzarla, proprio per la presenza delle rose nel testo, ampliando in mondovisione la veicolazione di questa simbologia, attraverso la teatralità del gesto distruttivo. Se messa in relazione alla storia dell'isola delle rose, potrebbe significare anche la fine di un'utopia, di un sogno, l'inizio di qualcos'altro, la restaurazione di un altro sistema di cose.
L'isola delle Rose, nome ufficiale Repubblica Esperantista dell'Isola delle Rose, fu il nome dato a una piattaforma artificiale di 400 m² che sorgeva al largo della costa tra Rimini e Bellaria-Igea Marina e a 500 m al di fuori delle acque territoriali italiane; ideata dall'ingegnere bolognese Giorgio Rosa nel 1958 e terminata nel 1967. Il 1º maggio 1968 autoproclamò lo status di Stato indipendente, ma di fatto fu una micronazione.
Quale che fosse il motivo reale dietro la micronazione di Rosa, il governo italiano rispose rapidamente e con decisione: 55 giorni dopo la dichiarazione d'indipendenza, martedì 25 giugno 1968 alle 7:00 le forze dell'ordine circondarono la piattaforma e ne presero possesso, senza alcun atto di violenza. In seguito la struttura fu abbattuta.
Il "Governo della Repubblica Esperantista dell'Isola delle Rose" inviò un telegramma al Presidente della Repubblica Italiana Giuseppe Saragat per lamentare «la violazione della relativa sovranità e la ferita inflitta sul turismo locale dall'occupazione militare», venendo ignorato.
Il 5 luglio 1968 Stefano Menicacci, deputato del Movimento Sociale Italiano, inoltrò al Ministro dell'interno Franco Restivo (DC) del secondo governo Leone, in carica dal 24 giugno 1968, la seguente interrogazione:
«Il sottoscritto chiede di interrogare il Ministro dell'interno per sapere quale sia l'atteggiamento ufficiale assunto dal Ministero in merito alla costruzione denominata "L'Insulo de la Rozoj" esistente al largo delle coste di Rimini, ed in particolare le disposizioni impartite alle autorità marittime italiane contro l'esistenza di tale grande manufatto marino. Inoltre, l'interrogante chiede di sapere se risponde a verità che la capitaneria del porto di Rimini già oltre un anno or sono per ordine del Ministro aveva impartito l'ordine di sospensione dei lavori e i motivi per i quali gli stessi, contravvenendo all'ordine ministeriale, non solo sono proseguiti, ma hanno portato ad una costruzione con condizioni di abitabilità, arredamento di negozi, stampigliatura di francobolli, apposizione di bandiera e conio di moneta, sino a far presumere l'esistenza di uno Stato-burletta nello Stato italiano. L'interrogante, inoltre, chiede di sapere in quale maniera intende intervenire con la massima energia per la tempestiva osservanza in casi del genere del codice della navigazione e delle leggi della Repubblica, oltre che per il rispetto - insieme all'ordinamento giuridico nazionale - dell'autorità statale anche al fine di non arrecare "a posteriori" pregiudizi economici e morali contro le iniziative incontrollate di terzi.»
ASPETTO SIMBOLICO DA VEICOLARE:
Spezzare una rosa, simbolicamente, significa infedeltà verso qualcosa, anche fine di qualcosa, come spiegavo sopra, di un progetto, di un sogno, per osmosi di una governance, di una fazione del potere stesso. Quindi dal punto di vista metaforico potrebbe rappresentare un cambio di rotta di una piramide del potere nei confronti dell'altra, in relazione ai recenti eventi di guerra fratricida. In Europa con lo scandalo Qatergate, in Vaticano con la morte di Benedetto XVI, in Italia con l'arresto Matteo Messina Denaro ed il conseguente dibattito sul 41bis, tra NATO e Russia con la guerra in Ucraina, nel medioriente attraverso la sciagura del terremoto di proporzioni bibliche successo in questi giorni, gli esempi sono diversi e molteplici. Blanco è stato scelto dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI) per introdurre l'incontro di Papa Francesco in Piazza San Pietro il 18 aprile 2022. Ha eseguito " Blu celeste " accompagnato da Michelangelo, il suo produttore. La scelta è stata criticata dal vescovo di Ventimiglia , monsignor Antonio Suetta, che ha ritenuto il messaggio espresso "non adatto a un contesto cattolico"; tuttavia un rappresentante della Cei, don Michele Falabretti, ha risposto alle perplessità e ribadito la decisione di invitare Blanco all'evento.
Quindi, nella visione simbolico iniziatica del potere che comunica e si celebra, Blanco è stato scelto, tra i tanti e per quanto concerne il settore musicale giovanile, come rappresentante della fazione progressista gesuita, infatti, la sua canzone sanremese parla della fine di questa utopia, oltre all'aspetto sessuale e relazionale. Araldo inconsapevole contro la fazione più conservatrice dell'industria musicale, quella dei classici rappresentata simbolicamente da gruppi nazional popolari come POOH ed altre cariatidi più o meno presenti a turno alle kermesse. Nelle stagioni precedenti Achille Lauro ha rappresentato questa visione, come Mahmood e lo stesso Blanco, vincitori dell'anno scorso.
La volontà di Amadeus ed il suo staff di produzione è stato quello di portare in scena sia il classico che il cosiddetto nuovo. Questo fatto, inserito in un'ottica più ampia, potrebbe significare una sorta di pace, tregua o riequilibrio da evocare nei confronti del conflitto in corso tra i due mondi in eterna guerra. In perfetta sincronicità con i terribili eventi su macroscala, determinati dal terremoto in Turchia e Siria, che sancisce una TREGUA dove TUTTI sono richiamati all'ordine, dove tutti si devono piegare ad un'ordine superiore alle fazioni stesse, ovvero, la sovragestione più occulta.
Ovviamente, sia il cantante in questione che lo stesso presentatore, sono all'oscuro di tutto questo processo, possono contemplare solo il primo livello inerente al marketing ed alla produzione musicale. Sono semplici casse di risonanza da utilizzare all'uopo, un po' come la Ferragni che deve veicolare determinate visioni inerenti ai valori della fazione che serve, sempre a sua insaputa.
CONCLUSIONI:
Aspettando nuove boutade che la kermesse ci potrà presentare nelle prossime serate, possiamo delineare le fondamenta di questa meta-narrazione, perché sono piuttosto evidenti e palesi. Come in passato l'isola delle rose fu un sogno non realizzato, durato 55 giorni (il 5 che ritorna sempre, ma questo lo rimando ad altre storie), oggi, forse e ripeto forse, a livello simbolico si vuol veicolare una volontà di interruzione di un dominio. Un recente dominio dell'ala progressista ur-massonica o sedicente tale, nei confronti dell'altra, quindi, come dicevo, una tregua in vista di nuovi cambiamenti, dove viene imposta una pace apparente e preparatoria di nuovi scenari. Un anno di transizione dove ne vedremo di belle e di brutte su tutti i fronti, dove verranno rimodulate le posizioni di potere dell'una e dell'altra fazione.
Rose spezzate permettendo.