mercoledì 12 aprile 2023

DAL POSITIVISMO AL TRANSUMANESIMO DELL' AI



GENESI (IL PECCATO ORIGINALE):
Tutto parte dalle derive del Positivismo che, inizialmente, poteva avere le sue ragioni filosofiche e storiche, ma divenne in seguito la giustificazione per l'edificazione della moderna società industriale con le sue nuove caste sociali e disuguaglianze. 
Nella seconda metà dell'Ottocento il Positivismo rappresenta l'elaborazione ideologica di una borghesia industriale e progressista per cui, in particolare nel Regno Unito, ma anche nel resto d'Europa, trova corrispondenze con l'affermazione del pensiero economico del liberismo. 
Mentre il riformismo illuminista tendeva a tradursi in una rivoluzione, come fu poi quella francese, il riformismo positivista è antirivoluzionario e, pur contrastando la vecchia tradizione, è ostile alle nuove forze rivoluzionarie del proletariato, come all'ideologia socialista.
Mentre gli illuministi, come Kant, ancora si preoccupano di dare una giustificazione teorica del valore limitato di verità delle scienze, i positivisti la danno per scontata e puntano a una "visione scientifica globale del mondo", cadendo nella metafisica di un'interpretazione unica e totale della realtà.
Gli illuministi ricorrono alla scienza, pur con il suo limite, contro una vetusta visione della metafisica e la religione, i positivisti rendono la scienza una metafisica di certezze assolute con la fondazione di una nuova religione scientifica.
Nel 1852 il filosofo Auguste Comte scrisse il "Catechismo positivista".
Egli sente l'esigenza di ridefinire la propria filosofia, inizialmente di tipo scientista, in senso politico e religioso. Sensibile alla diffusione della conoscenza, egli sceglie di affidare tale dottrina anche alla forma del catechismo, mutuata dalla tradizione cattolica. 
Il Comte maturo, rielaborando quindi alcune concezioni mistiche ed ideali del romanticismo, le spoglia dalla derivazione religiosa e cristiana fondendole con la visione illuminista, per costruire una sorta di religione laicista e scientista, la Chiesa positivista
Nel Calendario positivista (che prevede tredici mesi) e nel Catechismo positivista, il filosofo francese traspone gli elementi dottrinali, liturgici ed etici della Chiesa nella sua nuova religione dell'umanità di cui il sociologo, l'intellettuale positivista e lo scienziato sono i nuovi sacerdoti.
Il Positivismo ebbe sicuramente meriti storici, contribuendo a innovare la società dell'epoca ancora troppo conservatrice e chiusa, ma presto divenne un pensiero borghese reazionario al servizio dello stesso potere che si prometteva di combattere, attraverso la scienza e la tecnica. Senza comprendere che i futuri padroni del vapore avrebbero replicato gli stessi schemi di potere dell'Ancien Regime di un tempo, semplicemente cambiando brand. 
Purtroppo, erano ancora lontani le illuminazioni di un Huxley o, ancor meglio, di un Orwell, che avrebbero mostrato all'umanità le conseguenze nefaste di un mondo ipertecnologico, governato da un pensiero unico scientista e, udite, udite, ancora una volta conservatore, però con strumenti a disposizione ancor più efficaci e pervasivi, avendo dominato ed evoluto la tecnologia. 
Comte con la sua Chiesa non sembrava troppo interessato alle conseguenze della rivoluzione industriale, percepita dal suo ingenuo punto di vista come sacrosanto progresso ineluttabile, imprescindibile della società, e quindi da organizzare ed ordinare come una vera e propria religione, con le sue liturgie ed i suoi catechismi.
Paradossalmente, aveva da un lato distrutto il vecchio paradigma per edificarne uno nuovo che aveva gli stessi difetti, e dall'altro lato nutriva una vera e propria fede nel progresso che avanzava. L'aveva semplicemente spostata altrove, ma sempre di fede si trattava. 
Sicuramente è comprensibile la sua weltanschauung, se collocata nel suo tempo, ma rappresentava anche i suoi enormi limiti, perché fu strumentalizzata dal potere per far accettare un determinato paradigma modernista e scientista di dominio. 
Quello in cui viviamo oggi è un mondo che trae origine in buona parte dal Positivismo, da un lato godendo dei prodigi della tecnica, dall'altro percependone le conseguenze più nefaste, dove la tecnologia da oggetto è diventata soggetto da venerare come un oracolo. In questo, Comte con la sua Chiesa, inconsciamente, aveva centrato il problema, anche se lui intendeva e percepiva il progresso in un'accezione unicamente positiva ed evolutiva della società, senza però liberarsi delle sue liturgie para-religiose e, quindi, ancora una volta, reazionarie.



INTELLIGENZA ARTIFICIALE (DA OGGETTO A SOGGETTO):
Bisogna intendersi sul linguaggio e sulla terminologia. Se per AI intendiamo moderni strumenti digitali a servizio dell'uomo, ben vengano. 
Google stesso che tutti noi già utilizziamo da anni è una forma di AI che funziona tramite algoritmi, idem tutti i social in uso e tutta la tecnologia avanzata che disponiamo quotidianamente. Se il soggetto rimane l'uomo e la tecnologia, per quanto invasiva e pervasiva, rimane mero strumento, non vedo grossi problemi, anzi, può rappresentare grandi opportunità di comunicazione, di conoscenza e di sapere individuale e condiviso. 
Quando però la tecnologia, che non è un'entità astratta ma il lavoro dell'ingegno umano, spesso al servizio del potere, smette di essere "orizzontale" e si trasforma in soggetto decisionale, in esempio educativo, o ancor peggio, in una sorta di totem sistemico, sorgono grossi dubbi e nascono i primi grandi problemi sulle conseguenze che ne possono derivare, ancor prima di natura pratica, sociale e politica che etica. 
Quando l'AI diverrà definitivamente soggetto, paradossalmente, saremo tornati indietro nel tempo, e per conseguenza logica, una governance o più governance mondiali avranno l'arma definitiva di dominio sulle menti umane. Se mai ciò accadrà, torneremo ad una forma teocratica simile a quella del passato, dove le parabole  dell'oracolo saranno aggiornate digitalmente. 
Verrà accettato e sarà percepito come soggetto naturale da venerare come un feticcio. Una sorta di nuovo culto è già in atto, anche se spesso ci scordiamo che l'AI non è realmente intelligente, semmai ci stanno abituando a percepirla tale.
Le AI sono macchine statistiche molto veloci senza ontologia e semantica interna, come abbiamo noi. Non possono evolvere oltre il limite della programmazione umana. 
Qualcuno le ha definite degli splendidi tostapane senza il pane, probabilmente, con pane sintetico. Tali tostapane sono già parte integrante di un'ideologia operativa che va verso la auto-sacralizzazione. Non sono coscienti ma possono influenzare i nostri comportamenti, ergo riducono e normalizzano il pensiero umano, secondo le logiche per cui sono state create, e chi finanzia e detiene lo scettro di tali innovazioni, ne determina lo scopo.
Risulta quindi intuibile che non hanno il compito di evolvere la nostra mente, ma di standardizzarla, secondo dettami prestabiliti da qualcuno che necessita e lavora per esorcizzare risvegli collettivi, coscienza di classe, potenziali rivoluzioni dal basso, proprio in un'epoca dove le conoscenze determinate anche dall'ausilio tecnologico, potevano realmente innovare la società. 
La macchina esegue, chi detiene la macchina governa, tutti gli altri la subiscono passivamente come durante una messa, in cambio di ostie elettroniche. 
Il sistema si riprende quello che aveva generosamente elargito alle masse, abituate ed adagiate allo strumento digitale comodamente condiviso, ritirando il giocattolo che potrebbe ad un certo punto ritorcersi contro, e mette in campo il soggetto AI, quindi interrompendo il fluire "abbastanza orizzontale" della tecnologia e del relativo sapere, per come eravamo abituati ad utilizzarla.
La semina digitale è stata fatta, i nostri pensieri scritti in rete sono già patrimonio assimilato della macchina, che ha imparato meccanicamente i nostri linguaggi impressi in anni di interazione, oggi è il tempo di raccogliere i frutti e di tagliare i rami secchi, inutili ed obsoleti orpelli non previsti per il mantenimento dello status quo.



L'ANIMA DELL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE:
Riguardo alla fantasia che l'AI, per quanto performante e veloce, possa addirittura eguagliare l'uomo nelle sue caratteristiche più profonde, naturali, spirituali, coscienziali, ritengo sia una grande e colossale bugia. 
La macchina, ricordiamolo ancora, è programmata da umani, solitamente al servizio di altri umani che la producono per interessi di varia natura, come per tutte le cose di questo mondo. 
L'AI non si pensa, non ha coscienza di sé, non prova sentimenti, non ha sogni ne desideri, non sviluppa pensiero critico, pensiero astratto, non ha anima. Semmai è "animata" digitalmente per simulare, quindi replica meccanicamente dati che qualcuno ha inserito o fatto in modo che immagazzinasse. Non nasce in natura sotto un cavolo, non la porta nemmeno la cicogna, non nasce dallo spirito santo e nessuno la partorisce dopo nove mesi. Nonostante sia vestita di attributi divini e divinatori, è uno strumento super-tecnologico che, se potenziato e trasformato in entità metafisica, può diventare un'arma a doppio taglio.
Questo è il suo grande limite per nostra fortuna, ma c'è la volontà di farla percepire per quello che non potrà mai essere.
Il sistema globalista e tecno-fascista (uso volutamente un termine mutuato da Pasolini, perché di questo si tratta) ha interesse a far credere alle masse, sia più umana dell'uomo, come nei sogni dello scienziato pazzo di Metropolis (oggi non sarebbe nemmeno descritto come pazzo, semmai genio virtuoso), ma rimane una sciocca chimera dietro alla quale il potere si nasconde per far accettare il cambiamento epocale che stiamo vivendo, la famosa transizione verso un futuro roseo quanto illusorio.
Questo paradigma di dominio non è affatto nuovo, è lo stesso schema religioso del passato. Nell'antico Egitto anche i faraoni si veicolavano ai sudditi come divini e immortali, utilizzando le tecnologie dell'epoca dietro alle quali mascherarsi, incarnando il sapere e la conoscenza assoluta, quindi esercitando il potere della magia sulle masse ignare.
Bisognerebbe abolire il termine "intelligente", riferito ad una macchina. 
L'equivoco è sempre linguistico, ma non è casuale, perché se da un lato si attribuisce la massima intelligenza ad una macchina, per osmosi, dall'altro lato saremo portati a sminuire il pensiero umano, come obsoleto e deficitario, magari legato ancora ai suoi umori primordiali.
In fondo, questa nuova/vecchia ideologia non ha troppa simpatia per l'uomo, per la natura e per i sentimenti. Potrebbe essere comprensibile, visto i danni che l'uomo è portato a fare, peccato rappresenti l'ennesimo strumento in mano a chi per millenni ha esercitato l'autorità.



NAZISMO, MODERNITA' E TRANSUMANESIMO:
Diverse agenzie americane e scienziati di tutto il mondo lavorarono fin dagli anni 50 per la creazione dell'Intelligenza Artificiale. L'IBM e la NASA fin dagli albori, sperimentarono diverse forme di AI, declinandole in ogni sorta di ricerca scientifica.
La NASA nacque con il contributo della miglior elite scientifica nazista, scelta e salvata dagli americani dal processo di Norimberga.
Se ci pensiamo bene, il regime criminale nazista fu precursore del transumanesimo.
Lo sviluppo dell'eugenetica e della tecnologia militare, raggiunse vette mai vista in diverse applicazioni. I velivoli sperimentali tedeschi ricordavano nella loro fredda estetica gli attuali UFO, la stessa teoria della razza e la sua conseguente selezione ariana rispetto alle razze cosiddette inferiori, rappresenta una sorta di transumanesimo applicato per generare esseri "superiori" e post-umani.
Questo per dimostrare che la scienza non è necessariamente buona o cattiva, dipende dall'uso che ne viene fatto, dipende quali sono gli interessi che si celano dietro ad una determinata scoperta, ricerca, invenzione.
Il Futurismo agli inizi del secolo scorso fu un movimento artistico-culturale che celebrava il progresso, la velocità, la guerra, l'automazione e possiamo inserirlo a pieno titolo tra i precursori del moderno transumanesimo. Successivamente e non a caso, confluì in parte nel regime fascista.
Un tempo erano le dittature a portare avanti determinate avanguardie scientifiche e tecnologiche, come idea di progresso per un paventato dominio nazionalista su gli altri popoli. Dopo il crollo del Terzo Reich e la vittoria degli americani, certe ricerche vennero portate avanti dai vincitori e poi da tutto l'occidente democratico.
Sul fronte orientale la Russia sovietica si adoperò per tutta la guerra fredda a competere su questo fronte con il nemico, talvolta superandolo ed anticipandolo, talvolta subendone la supremazia.
Oggi sono la Cina, l'India e il Giappone i nuovi baluardi della ricerca scientifica nella direzione del post-umanesimo, mentre in occidente sono i movimenti progressisti, liberal, della cosiddetta nuova sinistra a portare avanti questo paradigma, perché in tempi di globalizzazione, una certa innovazione deve essere fatta accettare, deve far parte della vita quotidiana di tutti i cittadini, ed i feticci tecnologici del controllo devono essere una sorta di prosecuzione del nostro corpo fisico e mentale, creando veri e propri legami con l'utente che ne usufruisce, come fossimo legati da un cordone ombelicale invisibile.
Chi oggi potrebbe fare a meno del proprio cellulare, delle mail, delle chat, dei social e dell'interazione con il mondo della metafisica digitale? Un domani dell'AI?
La tecnica che alimenta se stessa fino alla sostituzione finale dell'uomo è un sogno prometeico e apocalittico che diverse Fratellanze Nere hanno sempre perseguito, mescolandosi nei secoli in tutte le forme politiche possibili per portare avanti le loro agende di controllo sull'umanità, per innovarla e sfruttarla, per allevarla e poi nutrirsene.
Un tempo il potere temporale di qualsiasi regime o forma democratica era decisamente più frontale e riconoscibile, oggi si confonde mescolandosi in tutti i settori della vita civile, diventando sempre più pervasivo e amico dei cittadini, coinvolgendoli nel processo produttivo, aggiornandoli come software, presentandosi come soluzione a tutte le problematiche dell'uomo e dei tempi moderni che contribuisce a plasmare.
Le avanguardie naziste scampate alla morte furono infiltrate nelle cosiddette democrazie e messe a capo dei settori più importanti e strategici, come IBM, NASA e CIA, proprio per portare avanti questo disegno, questa progettualità, questa visione del mondo.
Lo stesso capitalismo neoliberista, frutto della rivoluzione industriale e del retaggio positivista ottocentesco è sempre stato interessato a creare società fortemente classiste, però facendosi percepire come salvifico e come rottura rispetto ad un passato oscuro da cancellare, assumendo quindi connotati fideistici e liturgici.
La differenza sostanziale tra presente e passato è che oggi questo modello deve essere accettato e condiviso dalle masse, non deve essere imposto direttamente ma subliminalmente, deve fare parte della nostra intimità, deve creare quella dipendenza tossica di cui non possiamo fare a meno.
Una vera e propria piovra che permea tutto il mondo che alimenta costantemente un pensiero unico, esclusivo, globale e, ancora una volta, religioso, avendo sostituito la divinità con un oracolo digitale.


DAL GOLEM A METROPOLIS, FINO A HAL9000:
La filosofia che si cela dietro l'AI, intesa come soggettività da preservare e che possa sostituire l'uomo in diverse funzioni ed utilità, ma che poi, immancabilmente, ne perde il controllo, viene da lontano e si perde nella notte dei tempi.
La ritroviamo nel concetto cabalistico esoterico del Golem, nella favola di Pinocchio, passando per il Mostro di Frankenstein, fino agli androidi di Blade Runner e le visioni di Matrix. Il Golem è un uomo di argilla, plasmato da un Rabbino per difendere la sua comunità e consacrato perché abbia una vita propria ma sia ubbidiente. Tutto si svolge in epoca medievale a Praga, dove ancora ci si può immergere nel mistero esoterico di questa leggenda. Il rabbino Loew creò i Golem con il fango delle rive della Moldava. La terra veniva animata dagli altri tre elementi, fuoco, acqua e aria, ma era la parola a risvegliare i mostri: “emet”, verità, bisognava scrivere sulle loro fronti, mentre per spegnerli occorreva cancellare la “e”, scrivendo “met”, morto. L’ubbidienza, poi, si otteneva mettendo nella loro bocca una tavoletta con scritto Dio.
Ma un giorno il rabbino si dimenticò di inserire questa tavoletta. Privo del divino, il Golem divenne una macchina di distruzione, e Loew dovette spegnerlo.
Il Golem è una metafora calzante riguardo alle derive distopiche dell'Intelligenza Artificiale.

Nel capolavoro di Fritz Lang, Metropolis, addirittura si prefigurano con precisione le distopie di una società del futuro basate sull'ibridazione uomo macchina.
Il prototipo robotico diventerà un androide dalle sembianze femminili indistinguibile da una persona in carne e ossa, che lo scienziato pazzo spera di poter usare per "resuscitare" Hel.
Un oracolo robot con le sembianze di una donna dal nome non casuale di Maria, che incarna sia la bellezza e l'amore, che la meretrice di Babilonia, utilizzata per placare la rabbia della massa operaia ridotta in schiavitù e per divertire l'aristocrazia che vive nel mondo di sopra.
Il genio visionario di Lang ha dell'incredibile per come ha descritto la realtà dell'epoca, prefigurando quella futura, mostrando le oscenità dello sfruttamento capitalista, le problematiche proletarie, il controllo capillare che opera il mondo di sopra sui sudditi, fino alla costruzione di un oracolo tecno-religioso per infondere fiducia e ristabilire i ruoli sociali, senza considerare il discorso esoterico e magico intimamente legato alla tecnologia. Il tutto all'interno di un mondo meccanizzato e futuristico, delineato splendidamente attraverso spettacolari scenografie ed immagini.
In 2001: A Space Odyssey, Kubrick affronta l'ultimo capitolo dell'epopea umana, ovvero le tematiche dell'AI, attraverso le vicende di Hal 9000, mostrandoci il rovescio della medaglia dell'Intelligenza Artificiale.
Kubrick percorre la storia dell'uomo fin dagli albori dei primi ominidi, tratta dell'intimo legame tra tecnologia e potere, dall'osso usato come arma, fino al cervellone che si autoconserva e lotta contro il genere umano per la sua sopravvivenza. La salvezza sarà rappresentata dal viaggio interiore dell'astronauta con la metafora del viaggio spaziale, dove riscoprirà se stesso e sarà pronto per una nuova rinascita, attraverso il feto astrale.


LA NATURA DISTRUTTIVA DELL'UOMO:
Deve far parte della natura umana la volontà di trasformarsi in una divinità e sostituirsi ad essa, replicando una forma di vita artificiale, tutta la storia ci mostra questo recondito desiderio autodistruttivo della psicologia dell'uomo. 
Senza accorgersi che la natura dispone già di tutto, in quanto a creazione della vita, quella vera e non quella simulata. 
Chi pensa ingenuamente sia possibile trasferire la nostra coscienza su un corpo digitale, su un AI o all'interno di un cyborg, donandoci l'eternità, è un illuso molto ingenuo.
Egli non ha capito nulla della vita e della natura, quindi la teme e la combatte per distruggerla, creando per ogni cosa una sua infima replica, una copia in serie. 
Peccato che il nostro spirito e/o la nostra coscienza è relativa al nostro corpo, non può prescindere da esso, almeno in questa vita, in questa realtà. 
Non è che estrapolando una parte del nostro cervello o DNA, noi continueremmo a vivere su altri corpi. Non saremmo noi con la nostra unicità e singolarità, perché a livello eterico siamo intimamente connessi con il nostro stato fisico. Sono stupide chimere queste volontà, ma i padroni del vapore che guidano e finanziano la cosiddetta scienza lo sanno bene, l'importante è farlo credere per creare dipendenza nell'autorità vigente, come succedeva per il cyborg Maria di Metropolis. Lo scopo ultimo di certe visioni è riproporre gli stessi schemi di dominio del passato, però aggiornati e fatti accettare come ineluttabili ed imprescindibili alle masse ignare. L'oracolo di Delfi docet...






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