Ad una iattura di un modello economico reazionario, è stata associata una speranza di progresso dei costumi.
Concettualmente, in economia un sistema fluido equivale a precarietà, abolizione di qualsiasi livello di coscienza di classe, spersonalizzazione dell'individuo, salari al ribasso e sfruttamento dei lavoratori. Se il sistema politico capitalista riesce nel miracolo di far accettare questo modello ai suoi cittadini, presentandolo come ineluttabile conseguenza dei tempi moderni, imprescindibili ed inarrestabili, in qualche modo collegato con tutta la sfera dei diritti civili, denominati da quel momento FLUIDI, ecco che l'incantesimo è servito.
Fluido diventa improvvisamente la parola magica con un grande potenziale, illudendoci di essere quel che vogliamo senza essere nulla, fino all'atomizzazione finale ed al nichilismo senza fine.
Ecco che, fluido diventa terminologia trendy e funzionale al marketing liberista e chi non si sente compreso da questa nuova ondata di modernità, viene relegato al passatismo e salutato come conservatore.
Quindi l'essere fluido è vincente in questa società, sinonimo di libertà, quando dovrebbe essere parificato a lavoratore precario, persona che frequenta tutti e nessuno, quindi sola, a personalità neutro, a numero indistinto.
Gli unici a non essere fluidi in questo incantesimo di società sono proprio i decisori, i nuovi demiurghi. I loro conti correnti sono fin troppo solidi, il loro potere è sempre più solido!
Come non bastasse, questo scisma ontologico di nuovo millennio, fa parte della dottrina di trasmutazione dell'umanesimo che ci prende per mano accompagnandoci nel futuro transumanesimo.
Interessante notare come woke significhi letteralmente "sveglio". Un aggettivo inglese con il quale ci si riferisce allo "stare all'erta", nei confronti delle ingiustizie sociali o razziali che, poco alla volta è diventato un contenitore linguistico che tutto frulla e rigetta, tanto da assomigliare terribilmente proprio al tegame cinese Wok, una sorta di moderno Atanor che ingloba tutto ed il suo contrario. Dove, appunto, tutto rimane indistinto e neutro, dove l'individualità è bandita per favorire l'individualismo dei pochi, in una sorta di malintesa concezione di comunità, dove si elabora la negazione della rivolta, dove la rivoluzione è virtuale e sempre annunciata, meglio se proiettata nel metaverso, dove ci si esaurisce nell'idea senza mai realizzare l'azione, un po' come quando si perde tempo per la scelta di una serie su netflix, fino all'inesorabile sorgere del sonno. Nel nostro caso il sonno riguarda più la ragione che l'aspetto strettamente biologico.
Un metaverso Woke o ancor peggio Wok! Come ammansire un popolo, esorcizzando qualsiasi risveglio di classe, di coscienza, spirituale, andando a creare un sistema post-ideologico e para-religioso con i suoi codici poco fluidi.
Al netto di tutto ciò, la cosa più interessante è che questo metaverso woke, tra diritti civili paventati e mai realizzati, ambientalismo d'accatto e antifascismo da operetta, sia finanziato, manovrato ed utilizzato da ambienti ALTI e neoaristocratici. Proprio l'opposto di quello che dovrebbe essere, perché ancora una volta e per l'ennesima volta, tutto è rovesciato.
Think Tank che nulla hanno di sinistra, se non la facciata strumentale, che da sempre, in special modo oggi, sfruttano determinati mondi ed avanguardie per destrutturare il vecchio mondo ed aggiornarlo al nuovo che verrà, ovvero, compiere l'atomizzazione finale dei rapporti umani, implementando il transumanesimo passo dopo passo.
Per questo motivo cavalcano ed utilizzano i cavalli di troia liberal, per farsi accettare ed al contempo creare una società più autoritaria, più capillare nel controllo avanzato e da remoto, il tutto in una nuova versione edulcorata ed accettata del vivere.
Un po' come nel finale di Salo' di Pasolini, dove alle torture ed ai sacrifici dell'ancien regime perseguiti per tutto il film, a danno di giovani rapiti e brutalizzati, ne consegue una società nuova ed indistinta sessualmente, una società REALIZZATA ed ammansita da una pax conformista e quasi plasmata, ben rappresentata dall'ultima scena del ballo tra i due kapo', dove uno dei due ragazzi confessa all'altro di chiamarsi Margherita, tra le note di una musica laida e di fine impero, che annuncia tristemente il mondo che verrà.