Ferdinando Imposimato, difensore di Forti, riteneva il caso "sconvolgente".
"Chico Forti è stato vittima di un errore e di un orrore giudiziario. Contro di lui non ci sono prove e non ci sono indizi. Quando è stato chiamato, era già indagato e doveva essere avvertito della facoltà di non rispondere e invitato a nominare un difensore. Gli hanno fatto un capo d'accusa generico, contraddittorio, illegittimo perché prima hanno detto che era accusato di aver materialmente e personalmente ucciso Dale Pike. Quando lui ha dimostrato che nell'ora del delitto si trovava in un altro posto, hanno cambiato imputazione. Hanno detto 'O sei stato l'autore o complice, istigatore'. Questo va contro una norma della procedura penale americana. Si è detto che lui avrebbe truffato il padre della vittima e lo avrebbe circonvenuto perché era incapace di intendere e di volere. Da quest'accusa Chico Forti è stato prosciolto quindi il movente dell'accusa viene meno. È illogica quest'accusa. Prima di tutto perché voleva incontrare la vittima insieme al padre e aveva comprato i biglietti a tutti e due.
Uno è un tedesco Thomas Knott, che in Germania era stato condannato a sei anni per truffa e bancarotta fraudolenta. Dale Pike era preoccupato perché Knott sottraeva denaro al padre e avevano litigato. Chico Forti aveva la possibilità di chiedere il confronto con Knott. Aveva la possibilità di esporre le sue ragioni, di replicare alle bugie. Il suo difensore si è comportato da autentico delinquente e gli ha fatto rinunciare alle possibilità previste".
Enrico Forti nasce a Trento nel 1959. Ama lo sport e il windsurf, ottenendo molti successi anche a livello internazionale. Negli anni crea una fitta rete di contatti che gli serviranno per intraprendere la via imprenditoriale.
Nel 1990, a 31 anni, Chico Forti partecipa a Telemike, condotto da Mike Bongiorno e vince la puntata. Grazie a questa vincita, nel 1992 Chico Forti lascia l’Italia e si trasferisce a Miami, in Florida. Svolge l'attività di film-maker, produttore e presentatore televisivo per programmi di sport estremi. Sposa una modella e ha da lei 3 figli.
L’OMICIDIO DI GIANNI VERSACE:
Miami Beach, 15 luglio 1997, nella centralissima Ocean Drive, viene ucciso con due colpi di pistola alla testa lo stilista italiano Gianni Versace. L’assassino è Andrew Cunanan, uno gigolò gay di 27 anni. La conferma arriva quando accanto al suo furgoncino vengono trovati i vestiti che, a detta dei testimoni, indossava il killer di Versace. Il 24 luglio 1997 il custode di una casa galleggiante dà l’allarme: all’interno dell’abitazione si è nascosto un uomo, forse proprio Cunanan. Subito FBI, polizia, vigili del fuoco e guardia nazionale circondano l’house-boat e, dopo vari tentativi di far uscire l’intruso, fanno irruzione, trovando il corpo di Andrew Cunanan riverso sul letto di una camera al primo piano.
La versione ufficiale della polizia e dell’FBI parla di suicidio, Cunanan si sarebbe sparato un colpo di pistola alla testa. Qualcosa però non torna, e a farsene portavoce è un certo Gary Schiaffo, il detective del Miami Beach Police Department incaricato del caso.
Secondo il detective, Cunanan sarebbe stato ucciso altrove e poi portato nell’house-boat per mettere in scena il suo suicidio.
L'INTERESSAMENTO DI FORTI AL CASO VERSACE:
Chico Forti progetta di farci un documentario.
L'INTERESSAMENTO DI FORTI AL CASO VERSACE:
Chico Forti progetta di farci un documentario.
Tramite Thomas Knott, un tedesco suo vicino di casa, Chico riesce a entrare in contatto con il proprietario dell’house-boat, Rieneck Thorsten, e ad acquisire i diritti per usare la casa nell’ambito di inchieste giornalistiche.
Presi accordi con Rai 3 e una tv francese, Chico realizza un documentario-inchiesta sul delitto di Gianni Versace, che andrà in onda con il titolo “Il Sorriso Della Medusa”. Ripercorrendo le tappe della vicenda, grazie a un rapporto segreto e a un referto medico fornitogli dal detective Gary Schiaffo, anche Forti si convince che ci sia qualcosa che non quadra nella versione ufficiale, e ipotizza addirittura che non sia Cunanan l’assassino: forse alcuni elementi corrotti della polizia di Miami Beach hanno volutamente coperto i veri responsabili del delitto.
Il detective Schiaffo dovrebbe fornire a Chico anche alcune foto del volto di Cunanan, ma viene meno al suo impegno e così parte dell’accordo economico tra i due salta e i rapporti si incrinano. Chico Forti non lo sa, ma ben presto tutto ciò gli si ritorcerà contro.
KNOTT, PIKE E L’ELEFANTE BIANCO:
Thomas Knott, il tedesco vicino di casa di Chico Forti, fa il maestro di tennis ma in realtà è un faccendiere e truffatore, già condannato a 6 anni di reclusione in Germania.
Alla fine del 1996, grazie a dei documenti falsi, Knott era riuscito a scappare negli Stati Uniti e si era stabilizzato a Miami. A procurargli questi documenti era stato un suo amico di vecchia data, un certo Anthony Pike, proprietario di un albergo ad Ibiza che negli anni ’80 era stato frequentato da tutto il jet set internazionale.
Knott e Pike hanno un trascorso di loschi affari e sono specializzati in truffe con le carte di credito.
Nel novembre del 1997 Tony Pike si reca a Miami per trovare l’amico Thomas Knott e in quest’occasione conosce anche Chico Forti, che ovviamente è all’oscuro della vera indole di Knott e Pike. Ai due truffatori viene un’idea diabolica: provare a vendere a Chico Forti il Pikes Hotel, che ormai è in rovina. Knott e Pike definiscono quell’albergo l’ “elefante bianco”, ossia “una fregatura colossale”, dal momento che a causa dei debiti non è nemmeno più di proprietà di Pike, ma di una società che lo controlla al 95%.
Nel novembre del 1997 Tony Pike si reca a Miami per trovare l’amico Thomas Knott e in quest’occasione conosce anche Chico Forti, che ovviamente è all’oscuro della vera indole di Knott e Pike. Ai due truffatori viene un’idea diabolica: provare a vendere a Chico Forti il Pikes Hotel, che ormai è in rovina. Knott e Pike definiscono quell’albergo l’ “elefante bianco”, ossia “una fregatura colossale”, dal momento che a causa dei debiti non è nemmeno più di proprietà di Pike, ma di una società che lo controlla al 95%.
Chico Forti pensa che l’acquisto del Pikes possa essere un buon affare e accetta la proposta. Nel gennaio 1998 Forti e Pike firmano l’accordo. Knott, su esplicita richiesta di Forti, resta fuori dall’affare. L’italiano, infatti, è venuto a conoscenza della natura truffaldina del tedesco: a fargli la soffiata è stato lo stesso Pike, forse per fingere un gesto di complicità.
L’INCONTRO CON DALE PIKE:
Tony Pike ha un figlio di 42 anni di nome Dale, che ha vissuto alcuni anni in Malesia dopo che il padre lo aveva cacciato per averlo scoperto a rubare dalle casse dell’hotel Pikes.
L’INCONTRO CON DALE PIKE:
Tony Pike ha un figlio di 42 anni di nome Dale, che ha vissuto alcuni anni in Malesia dopo che il padre lo aveva cacciato per averlo scoperto a rubare dalle casse dell’hotel Pikes.
A fine gennaio 1998, in bancarotta e con i creditori alle costole, Dale fa rientro a Ibiza.
Thomas Knott, il vicino di casa truffatore di Chico, si offre di andare personalmente all’aeroporto per accogliere il giovane Pike, ma Chico rifiuta l’offerta. L’appuntamento è intorno alle 16, l’aereo però è in ritardo di circa un’ora.
Chico e Dale hanno un po’ di difficoltà a incontrarsi, si chiamano attraverso gli altoparlanti dell’aeroporto e infine si incontrano verso le 18.30. A questo punto, però, Dale comunica a Chico di avere un appuntamento con alcuni amici di Thomas Knott e gli chiede di accompagnarlo al parcheggio del Rusty Pellican, un lussuoso ristorante che si trova a Kay Biscayne. I due arrivano sul posto intorno alle 19. Nel parcheggio, ad attendere Dale, c’è una Lexus bianca con a bordo un uomo di origine ispanica vestito elegantemente. Dale e Chico si salutano e si danno appuntamento di lì a qualche giorno, quando arriverà a Miami anche Tony Pike.
L’OMICIDIO DI DALE PIKE:
Il 18 febbraio 1998 è il giorno previsto per l’arrivo di Tony Pike. Chico Forti si reca all’appuntamento ma non lo trova. Dopo una serie di controlli scopre che Dale, il figlio di Tony, è stato trovato morto assassinato a Sewer Beach, poco lontano dal ristorante Rusty Pellican dove lo stesso Chico lo aveva accompagnato. Si tratta di un luogo molto frequentato da surfisti e coppie gay in cerca di intimità. Il corpo è stato trovato da un surfista la mattina del 16 febbraio, quindi il giorno dopo l’arrivo di Dale a Miami.
Chico e Dale hanno un po’ di difficoltà a incontrarsi, si chiamano attraverso gli altoparlanti dell’aeroporto e infine si incontrano verso le 18.30. A questo punto, però, Dale comunica a Chico di avere un appuntamento con alcuni amici di Thomas Knott e gli chiede di accompagnarlo al parcheggio del Rusty Pellican, un lussuoso ristorante che si trova a Kay Biscayne. I due arrivano sul posto intorno alle 19. Nel parcheggio, ad attendere Dale, c’è una Lexus bianca con a bordo un uomo di origine ispanica vestito elegantemente. Dale e Chico si salutano e si danno appuntamento di lì a qualche giorno, quando arriverà a Miami anche Tony Pike.
L’OMICIDIO DI DALE PIKE:
Il 18 febbraio 1998 è il giorno previsto per l’arrivo di Tony Pike. Chico Forti si reca all’appuntamento ma non lo trova. Dopo una serie di controlli scopre che Dale, il figlio di Tony, è stato trovato morto assassinato a Sewer Beach, poco lontano dal ristorante Rusty Pellican dove lo stesso Chico lo aveva accompagnato. Si tratta di un luogo molto frequentato da surfisti e coppie gay in cerca di intimità. Il corpo è stato trovato da un surfista la mattina del 16 febbraio, quindi il giorno dopo l’arrivo di Dale a Miami.
La vittima è stata uccisa con due colpi di una calibro 22 sparati alla nuca e poi denudato completamente. Accanto al cadavere, però, vengono ritrovati alcuni effetti personali che permettono l’immediato riconoscimento. Tra questi oggetti c’è anche una scheda telefonica, dalla cui analisi si scopre che le ultime chiamate, risalenti al pomeriggio del 15 febbraio, erano state fatte al cellulare di Chico Forti. Chico non lo sa, ma fin da subito è lui il sospettato.
Il giorno successivo, infatti, viene convocato al Dipartimento di Polizia come persona informata sui fatti. Al fine, forse, di spaventarlo, gli viene detto che anche Tony Pike è stato ammazzato. E Chico, in effetti, si spaventa, tanto da commettere un gravissimo errore: mente, sostenendo di non aver mai incontrato Dale Pike.
Il giorno dopo ritratta spontaneamente, racconta come sono andati i fatti ma ormai è troppo tardi. Chico chiede consiglio a Gary Schiaffo, il detective che gli aveva fornito il materiale per il documentario “Il sorriso della Medusa” e con cui i rapporti si erano incrinati quando parte dell’accordo era saltato. Schiaffo, che nel frattempo è andato in pensione, lo rassicura e gli garantisce che la sua posizione non è a rischio.
Il 20 febbraio 1998, quindi, Chico si ripresenta davanti agli inquirenti per consegnare i documenti relativi alla compravendita del Pikes hotel, ma seguendo le parole del detective Schiaffo non si fa accompagnare da un avvocato. Purtroppo, però, fa male: la polizia lo interroga per 14 ore e lo arresta con l’accusa di essere il mandante dell’omicidio di Dale Pike.
IL PROCESSO:
Chico Forti viene accusato di frode e circonvenzione di incapace in relazione all’acquisto del Pikes hotel, e di concorso in omicidio per la morte di Dale Pike.
Il giorno successivo, infatti, viene convocato al Dipartimento di Polizia come persona informata sui fatti. Al fine, forse, di spaventarlo, gli viene detto che anche Tony Pike è stato ammazzato. E Chico, in effetti, si spaventa, tanto da commettere un gravissimo errore: mente, sostenendo di non aver mai incontrato Dale Pike.
Il giorno dopo ritratta spontaneamente, racconta come sono andati i fatti ma ormai è troppo tardi. Chico chiede consiglio a Gary Schiaffo, il detective che gli aveva fornito il materiale per il documentario “Il sorriso della Medusa” e con cui i rapporti si erano incrinati quando parte dell’accordo era saltato. Schiaffo, che nel frattempo è andato in pensione, lo rassicura e gli garantisce che la sua posizione non è a rischio.
Il 20 febbraio 1998, quindi, Chico si ripresenta davanti agli inquirenti per consegnare i documenti relativi alla compravendita del Pikes hotel, ma seguendo le parole del detective Schiaffo non si fa accompagnare da un avvocato. Purtroppo, però, fa male: la polizia lo interroga per 14 ore e lo arresta con l’accusa di essere il mandante dell’omicidio di Dale Pike.
IL PROCESSO:
Chico Forti viene accusato di frode e circonvenzione di incapace in relazione all’acquisto del Pikes hotel, e di concorso in omicidio per la morte di Dale Pike.
La teoria dell’accusa è che Chico, approfittandosi dello stato di salute di Tony Pike, volesse ottenere in modo fraudolento il 100% dell’hotel.
Dale, accortosi dell’inganno ai danni del padre, sarebbe volato a Miami per accertarsi che Chico avesse la somma pattuita e per, eventualmente, far saltare l’accordo: per questo motivo, sarebbe stato ucciso. Nell’accusa di frode e circonvenzione di incapace, quindi, si nasconderebbe il movente del delitto. In effetti la compravendita del Pikes, alias “l’elefante bianco”, era veramente una truffa, ma ai danni di Chico Forti!
E infatti, in relazione alla frode e alla circonvenzione di incapace, l’italiano viene assolto con formula piena. Venuto meno il movente, di conseguenza, dovrebbe venir meno anche l’accusa di omicidio, ma così non è.
E infatti, in relazione alla frode e alla circonvenzione di incapace, l’italiano viene assolto con formula piena. Venuto meno il movente, di conseguenza, dovrebbe venir meno anche l’accusa di omicidio, ma così non è.
Il 15 giugno 2000 Chico Forti viene condannato all’ergastolo.
LE PROVE DELL'ACCUSA:
Le prove che lo “inchiodano” in realtà sono alquanto labili. Vediamo le principali:
1– Innanzitutto l’arma del delitto mai ritrovata, una pistola calibro 22, che appartiene sulla carta a Chico. In realtà la pistola è sempre stata nella disponibilità di Thomas Knott che l’aveva voluta, l’aveva scelta e solo all’ultimo momento, non avendo con sé il denaro, aveva chiesto a Chico di pagarla. Lo stesso commesso del negozio dove era stata acquistata testimonierà di averla consegnata a Knott.
2– Un’altra prova considerata schiacciante è la scheda telefonica trovata accanto al cadavere, dalla quale risultano alcune chiamate fatte da Dale a Chico, tutte a tempo zero di conversazione. Tuttavia, a ben vedere, le chiamate sono state fatte tra le 17.13 e le 17.18, un arco di tempo in cui, con ogni probabilità, Dale non era ancora stato sdoganato, dal momento che il suo aereo aveva avuto circa un’ora ritardo.
LE PROVE DELL'ACCUSA:
Le prove che lo “inchiodano” in realtà sono alquanto labili. Vediamo le principali:
1– Innanzitutto l’arma del delitto mai ritrovata, una pistola calibro 22, che appartiene sulla carta a Chico. In realtà la pistola è sempre stata nella disponibilità di Thomas Knott che l’aveva voluta, l’aveva scelta e solo all’ultimo momento, non avendo con sé il denaro, aveva chiesto a Chico di pagarla. Lo stesso commesso del negozio dove era stata acquistata testimonierà di averla consegnata a Knott.
2– Un’altra prova considerata schiacciante è la scheda telefonica trovata accanto al cadavere, dalla quale risultano alcune chiamate fatte da Dale a Chico, tutte a tempo zero di conversazione. Tuttavia, a ben vedere, le chiamate sono state fatte tra le 17.13 e le 17.18, un arco di tempo in cui, con ogni probabilità, Dale non era ancora stato sdoganato, dal momento che il suo aereo aveva avuto circa un’ora ritardo.
Quel tipo di scheda telefonica, però, viene venduto solo fuori dalla dogana.
Inoltre, Dale e Chico per trovarsi avevano utilizzato l’altoparlante dell’aeroporto fino alle ore 18.00: non si capisce quindi perché dopo le 17.18 Pike, pur disponendo della scheda telefonica, non l’avrebbe più usata.
Facile supporre, di conseguenza, che quella scheda telefonica sia stata messa ad hoc accanto al cadavere da qualcuno che sapeva dell’appuntamento in aeroporto tra Dale e Chico. Questo qualcuno, ancora una volta, è Thomas Knott. Il tedesco però, non verrà mai coinvolto nel processo per la morte di Dale Pike ma anzi, condannato a 15 anni di carcere per truffa, poco dopo la condanna di Chico verrà liberato e rimandato in Germania grazie a una sorta di patteggiamento i cui contenuti sono tutt’oggi blindati negli archivi della Procura di Miami.
Per quanto riguarda lo svolgimento del processo, bisogna sottolineare che la difesa di Chico non ha mai agito realmente a favore del suo assistito, facendo delle scelte perlomeno discutibili.
Non solo, il giudice Victoria Platzer in passato era stato membro della squadra investigativa che aveva indagato sul caso Versace. Della stessa squadra avevano fatto parte anche altri due detective che poi avevano svolto le indagini sull’omicidio di Dale Pike.
Si tratta di persone che, è lecito supporre, provavano del risentimento nei confronti di Chico Forti, dal momento che egli nel suo documentario “Il Sorriso della Medusa” aveva ipotizzato che la polizia di Miami fosse corrotta. E infine Gary Schiaffo, altra persona che aveva motivi per provare astio nei confronti di Forti e che, dopo essere andato in pensione, aveva iniziato a lavorare come consulente alle dipendenze di Reid Rubin, ossia il corrispettivo del pubblico ministero, quindi dell’accusa, nel processo a Chico.
Per quanto riguarda lo svolgimento del processo, bisogna sottolineare che la difesa di Chico non ha mai agito realmente a favore del suo assistito, facendo delle scelte perlomeno discutibili.
Non solo, il giudice Victoria Platzer in passato era stato membro della squadra investigativa che aveva indagato sul caso Versace. Della stessa squadra avevano fatto parte anche altri due detective che poi avevano svolto le indagini sull’omicidio di Dale Pike.
Si tratta di persone che, è lecito supporre, provavano del risentimento nei confronti di Chico Forti, dal momento che egli nel suo documentario “Il Sorriso della Medusa” aveva ipotizzato che la polizia di Miami fosse corrotta. E infine Gary Schiaffo, altra persona che aveva motivi per provare astio nei confronti di Forti e che, dopo essere andato in pensione, aveva iniziato a lavorare come consulente alle dipendenze di Reid Rubin, ossia il corrispettivo del pubblico ministero, quindi dell’accusa, nel processo a Chico.
CONCLUSIONE:
Personalmente, dopo aver studiato il caso Forti, ritengo sia innocente e che sia stato palesemente incastrato e punito per aver indagato sull'omicidio Versace, dove la polizia di Miami e l'FBI erano coinvolte. Il complotto a suo danno voleva tappare la bocca a chiunque avesse intenzione di occuparsi seriamente dell'assassinio dello stilista. Ritengo il caso Forti sia un'appendice dell'altro caso più famoso e l'omicidio di Dale Pike, compiuto solo per incolpare Forti e farlo diventare un capro espiatorio.
Tony Pike era famoso tra le star del pop, era il simpatico e un po' laido baffone che interpretava il ruolo di barman nel famoso video di "Club Tropicana" degli Wham dei primi anni 80. A Ibiza nel suo Hotel dei vip soggiornavano George Michael, Freddy Mercury, Kurt Cobain e tanti altri artisti, alcuni di essi curiosamente morti in circostanze sospette che in passato ho analizzato. Una sorta di Epstein in chiave festaiola, però sempre a contatto con diversi ambienti peculiari.
Una curiosità, il PM che accusò Forti dell'omicidio di Dale Pike, si chiama Reid Rubin, ovvero, rubino rosso, che ci ricorda la fantomatica Rosa Rossa, ma è solo la solita e casuale suggestione onnipresente in certi omicidi mediatici. Il nome Reid ha un'origine scozzese e deriva dal gaelico "ruadh", che significa "rosso".
Il fatto che la Meloni abbia celebrato come un eroe un omicida, nonostante a parere mio e di diversi esperti sia innocente (vedi Imposimato suo difensore), è molto interessante e non credo si limiti ad essere un trofeo di cui vantarsi, ma rientrerebbe nel labirintico mondo dei messaggi in codice, dei quali la Meloni non penso sia nemmeno consapevole. Messaggi inerenti ai rapporti tra l'Italia e gli USA, nell'ambito degli scambi di favore a livello di Intelligence.
Curioso anche l'anagramma "casuale" e suggestivo che risulta da tutti i nomi dei principali attori implicati, inerente al sostegno militare NATO all'Ucraina, forse giunto al termine:
Versace/Dale/Forti/Pike - FLOP ESTERI: CADA (il) RE (di) KIEV.
Solo divertente fantapolitica? Ai poster l'ardua sentenza!
Solo divertente fantapolitica? Ai poster l'ardua sentenza!
https://www.iltempo.it/attualita/2024/05/20/video/chico-forti-ferdinando-imposimato-orrore-giudiziario-pike-nessuna-prova
https://www.albaria.com/chicco_forti/incredibile_storia/incredibile_storia_2.htm
https://robertabruzzone.com/la-mia-ricostruzione-del-caso-di-chico-forti/
https://living.corriere.it/indirizzi/hotel/pikes-hotel-ibiza-storia/
Ferdinando Imposimato chi, quello che diceva a Nicotri che Emanuela Orlandi si trovava all'estero ed era ancora viva molti anni dopo?
RispondiEliminaMa per carità.
Non credo alla storia del complotto, Forti si è semplicemente scelto le amicizie sbagliate, è entrato in giri dove non doveva entrare e ne ha pagato le conseguenze.
Non lo ritengo affatto innocente nel senso che intendi tu.
In quanto al tizio nel cui hotel soggiornavano pop e rockstar poi morte - Mercury non è morto di AIDS? Cosa c'è di losco nella sua morte? Semmai Cobain e George Michael destano qualche sospetto- esisteva pure Phil Spector, che io reputo possibile causa della morte di Jeff Buckley, uno dei miei artisti preferiti ancora oggi.
Certi artisti valgono decisamente di più da morti che da vivi, specie se da vivi avevano dato parecchio fastidio alle major, vedi appunto George Michael e Michael Jackson. Ah, e Prince pure.
Ma soprattutto, cosa ha promesso questo governo a quello americano per ottenere l'estradizione di Forti dopo tutti questi anni?
Altri laboratori vaccinali di sicuro, ormai siamo le cavie preferite di questa gentaglia, e chissà che altro.
Buonasera Anna e Maestro. A proposito di questo fatto di cronaca, c'e' addirittura chi afferma (canale youtube Andrea Lombardi), senza troppi giri di parole, che Chico Forti e' un astuto e cinico assassino e che le carte parlano chiaro. Onestamente non so cosa pensare. Carlo
RispondiEliminaPhil Spector, che personaggio inquietante. Non so perche', ma mi fa venire in mente un certo Jimmy Saville....
RispondiElimina@ Carlo
RispondiEliminaPer avere certezze sul caso Forti bisogna avere certezze su ciò che è veramente accaduto, e per farlo ci vuole un giornalista d'inchiesta che studi la vicenda e dipani la matassa, perché Imposimato a me non risulta credibile dai tempi della vicenda Orlandi.
Forti ancor meno.
Anche il giornalista Sacchetti ritiene Forti colpevole.
@ Anonimo
E fai bene a collegare i due, erano entrambi dello stesso giro, entrambi con coperture più che eccellenti ed entrambi molto potenti. Oltre ad essere morti entrambi in tarda età, quei criminali.
Quelli come loro si conoscono tutti ed Epstein non è che un loro prodotto.
È un giro di pervertiti psicopatici che andrebbe eradicato dalla faccia della terra una volta per tutte.
Buon pomeriggio Anna. Scusami, l'anonimo ero io, avevo dimenticato di inserire il nome. Quello di Chico Forti e' l'ennesimo caso di cronaca, che seppur verificatosi negli states, vede protagonista un italiano, apparendo destinato a rimanere un enigma. Sembra fatto apposta. Tanti punti interrogativi, tanti misteri, tanta ambiguita', il tutto con lo scopo di giocare con la psiche delle persone. Carlo
RispondiElimina