Una semplificazione come in un fumetto degli anni 30, frutto di una cultura nazionalista e reazionaria che assomiglia molto al tragico ventennio passato.
Abbiamo un po' tutti accettato la velina, scandalizzandoci per la violenza che i musulmani riservano a noi poveri occidentali infedeli, salvo poi scoprire che tutto il mondo è paese.
Non solo, che nel cosiddetto mondo libero e democratico, succedevano le stesse cose, però taciute, silenziate, censurate, fino ad essere rivendicate.
In realtà, già conoscevamo la violenza dell'autorità in qualsiasi forma si manifestasse anche in occidente, perfino in Italia.
Delle cronache sulle condizioni dei carcerati, sulle violenze subite, sulle morti sospette, sulle varie Guantanamo del mondo dei buoni, ne eravamo a conoscenza. Ci eravamo forse assuefatti, anche dopo gli scandali delle violenze sessuali di soldati statunitensi durante l'esportazione della democrazia. Però, in tutti questi casi, almeno in passato, c'è sempre stato il pudore di voler giustificare i "fatti incresciosi" con la solita teoria delle mele marce, oppure, cercando di costruire depistaggi per non mostrare la nostra metà oscura.
Oggi è cambiato qualcosa di importante, ovvero, la normalizzazione dell'orrore, al di là del bene e del male, al di là di qualsiasi morale, etica ed estetica.
A livello cognitivo in tutto il mondo è stata accettata la nuova forma pensiero.
Ora è ufficiale. Esistono popoli di serie A, che possono fare genocidi, stupri di massa, violenze, provocare carestie e guerre infinite, e popoli di serie B, che devono necessariamente subire il dominio e stare pure zitti.
Questo nuovo paradigma, da sempre esistito, ma aggiornato per quanto riguarda l'accettazione del MALE e la sua rivendicazione da parte di un'autorità vigente, è qualcosa che cambierà il modo di percepire il mondo ed i rapporti sociali, creando ad effetto domino un'esplosione di qualsiasi tipo di violenza gratuita, del tutti contro tutti.
Uno scenario perfetto per chi esercita il controllo sull'umanità.
Ecco perchè il genocidio a Gaza, la violenza quotidiana in Cisgiordania e le innumerevoli violazioni dei diritti umani nelle carceri israeliane non faranno che radicalizzare un certo Islam e giustificare nuove guerre, eterni conflitti e corse al riarmo.
Che differenza c'è tra un stupro fatto da un musulmano e uno stupro fatto da un ebreo?
Nessuno, sono entrambi orrori, con la differenza che il primo è un orrore inqualificabile perpetrato da un essere considerato inferiore, alla stregua di un animale, il secondo è un orrore legittimo, perché è il gesto di un eroe, legittimato dall'autorità sionista. Se questo non è razzismo...
Questo accade perchè Israele è la più avanzata teocrazia al mondo, governata dall'estrema destra xenofoba e messianica. E allora non bisogna stupirsi quando il ministro della sicurezza nazionale israeliano Itamar Ben-Gvir ha ribadito la sua richiesta di giustiziare i prigionieri palestinesi, nel mezzo di una disputa con il servizio di sicurezza interna israeliano Shin Bet sullo stato delle carceri israeliane.

Il ministro di estrema destra si è rivolto a X per rispondere alle accuse dello Shin Bet secondo cui il governo avrebbe ignorato mesi di avvertimenti sul sovraffollamento delle carceri, con almeno 21.000 detenuti palestinesi trattenuti dal 7 ottobre.
"Da quando ho assunto l'incarico di Ministro della Sicurezza Nazionale, uno degli obiettivi più ambiziosi che mi sono prefissato è stato quello di peggiorare le condizioni dei terroristi nelle carceri e di ridurre i loro diritti al minimo richiesto dalla legge", ha affermato Ben-Gvir.
Il ministro sembrava vantarsi delle squallide condizioni in cui sono tenuti i palestinesi, in dichiarazioni che alcuni osservatori hanno definito un'ammissione aperta del fatto che Israele gestisce campi di concentramento.
"Tutto ciò che è stato pubblicato sulle condizioni abominevoli" dei palestinesi nelle carceri israeliane "era vero", ha affermato Ben-Gvir, vantandosi di aver ridotto i tempi di distribuzione del cibo e della doccia ai prigionieri, rimosso i dispositivi elettrici e bloccato i depositi finanziari. Affrontando il problema del sovraffollamento, il ministro ha affermato che si stanno costruendo nuove prigioni, ma che la politica da lui proposta, consistente nell'esecuzione dei prigionieri, risolverebbe il problema.
"Ho già proposto una soluzione molto più semplice, ovvero l'introduzione della pena di morte per i terroristi, che risolverebbe il problema del sovraffollamento – una legge a cui anche lo Shin Bet si oppone fermamente", ha affermato.
Le osservazioni di Ben-Gvir su X seguono una dichiarazione video pubblicata domenica, in cui ha affermato che i prigionieri palestinesi dovrebbero essere "sparati alla testa invece di ricevere più cibo".
Una lettura preliminare della proposta di legge per giustiziare i palestinesi accusati di terrorismo è stata approvata dall'Assemblea generale della Knesset nel marzo 2023, e sono previste altre due letture.
Da ottobre Israele ha intensificato gli arresti e i rapimenti di palestinesi in Cisgiordania e a Gaza; la scorsa settimana il direttore dello Shin Bet, Ronen Bar, ha lanciato l'allarme affermando che le strutture erano diventate una "bomba a orologeria".
"Le condizioni di vita fisiche e mentali possono portare ad atti di violenza all'interno delle carceri e delle prigioni, e alcuni detenuti stanno già pianificando atti di violenza e vendetta", ha affermato Bar in una lettera inviata ai principali leader israeliani, tra cui il primo ministro Benjamin Netanyahu e Ben-Gvir, come riportato dal canale israeliano Channel 12.
Nella lettera si aggiungeva che le prigioni israeliane, che hanno una capienza di 14.000 persone, attualmente ospitavano 21.000 prigionieri.
Lunedì, l'ONG legale HaMoked ha dichiarato che Israele detiene 9.623 palestinesi nelle prigioni israeliane, di cui circa 3.379 detenuti senza accusa né processo in base alla controversa politica di detenzione amministrativa.
Ex detenuti hanno denunciato di essere stati sottoposti a torture e abusi sessuali durante la detenzione in Israele, anche per mano di medici israeliani.I detenuti palestinesi attualmente presenti nelle carceri di Israele sono in gran parte civili.
"The Guardian" ha affermato che un quarto dei circa seimila palestinesi arrestati a Gaza nei primi 19 mesi di guerra è stato identificato dall’esercito israeliano come militante.
questo sistema di arresti di massa è reso possibile dalla legge sui combattenti illegali, emanata nel 2002 durante la Seconda intifada, che permette a Israele di detenere persone durante i conflitti armati senza riconoscerle come prigionieri di guerra secondo le Convenzioni di Ginevra. La normativa nega inoltre ai detenuti l'accesso a un avvocato per un massimo di 75 giorni consecutivi, creando una situazione in cui i tribunali israeliani estendono quasi automaticamente la detenzione dei palestinesi basandosi su "prove segrete" presentate in udienze che durano pochi minuti
Un soldato che ha prestato servizio nel centro di detenzione di Sde Teiman, struttura divenuta simbolo degli abusi israeliani, ha descritto ai giornalisti l'esistenza di un recinto soprannominato "il recinto geriatrico" perché tutti i detenuti al suo interno erano anziani o gravemente feriti, molti prelevati direttamente dagli ospedali di Gaza durante i raid militari. Secondo la testimonianza del militare raccolta dall’inchiesta, l’esercito israeliano trasferiva regolarmente in carcere gruppi di pazienti dall’ospedale di Beit Lahiya, uno dei principali centri medici del nord di Gaza, tra cui uomini su sedie a rotelle e persone mutilate dai bombardamenti.
Come non bisogna troppo stupirsi del fatto che la procuratrice dell’IDF, la Maggiore Generale Yifat Tomer-Yerushalmi, con trent’anni di servizio, lo scorso 31 ottobre sia stata costretta a dimettersi dopo essere finita nell’occhio del ciclone per un video in cui si vedevano soldati israeliani picchiare e torturare un detenuto palestinese nel carcere di Sde Teiman.

Il ministro di estrema destra si è rivolto a X per rispondere alle accuse dello Shin Bet secondo cui il governo avrebbe ignorato mesi di avvertimenti sul sovraffollamento delle carceri, con almeno 21.000 detenuti palestinesi trattenuti dal 7 ottobre.
"Da quando ho assunto l'incarico di Ministro della Sicurezza Nazionale, uno degli obiettivi più ambiziosi che mi sono prefissato è stato quello di peggiorare le condizioni dei terroristi nelle carceri e di ridurre i loro diritti al minimo richiesto dalla legge", ha affermato Ben-Gvir.
Il ministro sembrava vantarsi delle squallide condizioni in cui sono tenuti i palestinesi, in dichiarazioni che alcuni osservatori hanno definito un'ammissione aperta del fatto che Israele gestisce campi di concentramento.
"Tutto ciò che è stato pubblicato sulle condizioni abominevoli" dei palestinesi nelle carceri israeliane "era vero", ha affermato Ben-Gvir, vantandosi di aver ridotto i tempi di distribuzione del cibo e della doccia ai prigionieri, rimosso i dispositivi elettrici e bloccato i depositi finanziari. Affrontando il problema del sovraffollamento, il ministro ha affermato che si stanno costruendo nuove prigioni, ma che la politica da lui proposta, consistente nell'esecuzione dei prigionieri, risolverebbe il problema.
"Ho già proposto una soluzione molto più semplice, ovvero l'introduzione della pena di morte per i terroristi, che risolverebbe il problema del sovraffollamento – una legge a cui anche lo Shin Bet si oppone fermamente", ha affermato.
Le osservazioni di Ben-Gvir su X seguono una dichiarazione video pubblicata domenica, in cui ha affermato che i prigionieri palestinesi dovrebbero essere "sparati alla testa invece di ricevere più cibo".
Una lettura preliminare della proposta di legge per giustiziare i palestinesi accusati di terrorismo è stata approvata dall'Assemblea generale della Knesset nel marzo 2023, e sono previste altre due letture.
Da ottobre Israele ha intensificato gli arresti e i rapimenti di palestinesi in Cisgiordania e a Gaza; la scorsa settimana il direttore dello Shin Bet, Ronen Bar, ha lanciato l'allarme affermando che le strutture erano diventate una "bomba a orologeria".
"Le condizioni di vita fisiche e mentali possono portare ad atti di violenza all'interno delle carceri e delle prigioni, e alcuni detenuti stanno già pianificando atti di violenza e vendetta", ha affermato Bar in una lettera inviata ai principali leader israeliani, tra cui il primo ministro Benjamin Netanyahu e Ben-Gvir, come riportato dal canale israeliano Channel 12.
Nella lettera si aggiungeva che le prigioni israeliane, che hanno una capienza di 14.000 persone, attualmente ospitavano 21.000 prigionieri.
Lunedì, l'ONG legale HaMoked ha dichiarato che Israele detiene 9.623 palestinesi nelle prigioni israeliane, di cui circa 3.379 detenuti senza accusa né processo in base alla controversa politica di detenzione amministrativa.
Ex detenuti hanno denunciato di essere stati sottoposti a torture e abusi sessuali durante la detenzione in Israele, anche per mano di medici israeliani.I detenuti palestinesi attualmente presenti nelle carceri di Israele sono in gran parte civili.
"The Guardian" ha affermato che un quarto dei circa seimila palestinesi arrestati a Gaza nei primi 19 mesi di guerra è stato identificato dall’esercito israeliano come militante.
questo sistema di arresti di massa è reso possibile dalla legge sui combattenti illegali, emanata nel 2002 durante la Seconda intifada, che permette a Israele di detenere persone durante i conflitti armati senza riconoscerle come prigionieri di guerra secondo le Convenzioni di Ginevra. La normativa nega inoltre ai detenuti l'accesso a un avvocato per un massimo di 75 giorni consecutivi, creando una situazione in cui i tribunali israeliani estendono quasi automaticamente la detenzione dei palestinesi basandosi su "prove segrete" presentate in udienze che durano pochi minuti
Un soldato che ha prestato servizio nel centro di detenzione di Sde Teiman, struttura divenuta simbolo degli abusi israeliani, ha descritto ai giornalisti l'esistenza di un recinto soprannominato "il recinto geriatrico" perché tutti i detenuti al suo interno erano anziani o gravemente feriti, molti prelevati direttamente dagli ospedali di Gaza durante i raid militari. Secondo la testimonianza del militare raccolta dall’inchiesta, l’esercito israeliano trasferiva regolarmente in carcere gruppi di pazienti dall’ospedale di Beit Lahiya, uno dei principali centri medici del nord di Gaza, tra cui uomini su sedie a rotelle e persone mutilate dai bombardamenti.
Come non bisogna troppo stupirsi del fatto che la procuratrice dell’IDF, la Maggiore Generale Yifat Tomer-Yerushalmi, con trent’anni di servizio, lo scorso 31 ottobre sia stata costretta a dimettersi dopo essere finita nell’occhio del ciclone per un video in cui si vedevano soldati israeliani picchiare e torturare un detenuto palestinese nel carcere di Sde Teiman.
I suoi familiari ne avevano denunciato la scomparsa e dopo il ritrovamento nella sua macchina di una lettera d’addio, è stata rintracciata “sana e salva” nei pressi della spiaggia di Hatzuk, a Tel Aviv. Poi è stata arrestata. L’accusa? Ostruzione alla giustizia, per la fuga di notizie del video e per un sospetto successivo insabbiamento dell'indagine interna.
Mentre ancora proseguivano le ricerche, ieri è stato direttamente il premier israeliano Benjamin Netanyahu ad attaccare frontalmente la procuratrice: “Ha arrecato danni immensi all'immagine dello Stato d'Israele e delle Forze di difesa Israeliane, ai nostri soldati. Forse si tratta dell'attacco d'immagine più grave che lo Stato d'Israele abbia subito dalla sua nascita. Non ricordo nulla di altrettanto mirato e intenso”.
Mentre ancora proseguivano le ricerche, ieri è stato direttamente il premier israeliano Benjamin Netanyahu ad attaccare frontalmente la procuratrice: “Ha arrecato danni immensi all'immagine dello Stato d'Israele e delle Forze di difesa Israeliane, ai nostri soldati. Forse si tratta dell'attacco d'immagine più grave che lo Stato d'Israele abbia subito dalla sua nascita. Non ricordo nulla di altrettanto mirato e intenso”.
Capite a che livello di distopia siamo arrivati? Certo, la violenza dei vincitori è sempre esistita, ma da oggi si è fatto un salto quantico sulla accettazione di qualsiasi violazione dei diritti umani, anzi e ancor peggio, sul vantarsi ufficialmente di perpetrare qualsiasi violenza. Non più taciuta, non più rimossa, ma esercitata e rivendicata come prassi, come assoluta normalità, senza più alcuna vergogna e senso di colpa. E non è finita qui, mettendo in carcere chi osa accusare gli stupratori, perché in fondo hanno fatto la cosa giusta.
Di cosa dovrebbero rispondere?
"Io so' io... e voi non siete un cazzo!"
cit. Il Marchese del Grillo

