martedì 30 aprile 2019

NOSTRA SIGNORA BRUCIA...


Un terribile incendio ha distrutto gran parte della cattedrale di Notre Dame a Parigi, una delle più antiche d’Europa. L’incendio sarebbe partito da una delle impalcature erette per i lavori di ricostruzione, e in breve tempo si è diffuso fino a far crollare la guglia e il tetto.
La protezione civile ha subito richiesto l’utilizzo di aerei cisterna per estinguere l’incendio e provare a salvare quanto rimasto della cattedrale, ma per qualche motivo il governo non ha voluto approvare la decisione; le fiamme hanno quindi potuto agire indisturbate per tutto il giorno prima che venisse spento.
Il rogo di "Nostra signora", progettata ed edificata dai templari, rappresenta simbolicamente la celebrazione del Femminino Sacro e dell'Unità perduta. Ciò non avviene in termini spirituali, ma in senso controiniziato e magico, attraverso la rinascita per fondare o rifondare il nuovo ordine mondiale dalle ceneri dell'europa, il vecchio ordine viene aggiornato.
Le assonanze, i parallelismi e le suggestioni con la fine di questa Europa, si sprecano.
Dietro al potere del patriarcato secolare maschile, accanto a Marte, Dio della guerra, esiste un culto controiniziato del Femminino Sacro, una sorta di Grande Madre maligna che regge egregoricamente il creato attraverso il sacrificio, la cui liturgia prevede stragi, eventi di sangue, tragedie e disastri di qualsiasi natura.
La distruzione del simbolo templare Notre Dame, potrebbe essere stata realizzata in funzione liturgica, in nome di questa figura ancestrale ed in senso rovesciato. 
Quindi non muore il simbolo del cattolicesimo, che già non è più cristianesimo, ma struttura del potere temporale, ma si aggiorna ai nostri tempi transumanisti e si ricompatta, prima attraverso il dolore e lo sconforto di un'intera nazione che si stringe attorno all'oracolo, e poi a livello globale come iconografia di un potere che necessita questo processo.
Il fuoco è l'anima rovesciata di Notre Dame, la sua linfa, e spesso si fanno cadere "templi" antichi per rafforzare l'immaginario collettivo. Un po' come un omicidio rituale, in qual caso il sacrificio potenzia la liturgia e rappresenta la fondazione o la celebrazione di quell'oracolo.
Quello a cui abbiamo assistito è la celebrazione di un simbolo, un po' come nel 1666 quando bruciò Londra, segnando la fine di un'epoca, e dopo, nel 1717, nacque la massoneria moderna speculativa.


Desta qualche dubbio il fatto che, fin da subito, tutti i politici ed i media hanno negato che non si trattava di un attentato, cosa che risulta curiosa come dichiarazione, prima di eventuali accertamenti.
Cui prodest? Forse al potere, attraverso la volontà di fare distrazione di massa dai gilet gialli e provocare nell'opinione pubblica sentimenti di unità, protezione e raccoglimento verso l'autorità costituita, quella di Macron.
Chi si azzarderà ora a criticare i francesi che stanno stuprando la Libia, rubando il petrolio a mezza Europa?
Questa vicenda ha cancellato mediaticamente gli orrori della guerra del petrolio che sta avvenendo in Libia, il tutto in vista di elezioni europee, in modo da creare vittimismo in un esecutivo che è a pezzi.
Ritengo che il rogo di Notre Dame contempli anche messaggi su scala globale inerenti alla guerra occulta che si palesa attraverso un terrorismo criminale eteropilotato dalle nazioni più potenti, in terre di mezzo, come per esempio la terribile strage avvenuta recentemente in SRI LANKA, con circa 400 morti e centinaia di feriti.

E' logico pensare ci sia stato lo zampino di qualche entità, le ragioni sono tante, ed oltre quella simbolico esoterica, ne potrebbe esistere una militare di messaggi occulti, una economica ed una politica di distrazione di massa.
Dal punto di vista fisico, non è così facile bruciare travi secolari grosse come colonne con una sigaretta, come hanno detto all'inizio i TG, anzi, direi impossibile dal punto di vista scientifico.
Ci sono tutorial in rete che mostrano come una quercia secolare non prenda fuoco neanche dopo l'azione potente di una fiamma ossidrica che brucia per diversi minuti in uno specifico punto.
L'altra stranezza risiede nel fatto che l'incendio sia partito dall'alto e sia stato circoscritto al tetto che forma una croce, ovvero, che sia bruciata la croce come simbolo.
Notre Dame rappresenta una sorta di Fenice che rinasce dalle sue ceneri, soprattutto con i soldi di ricchi finanziatori VIP, interessati un domani alla targa pubblicitaria come benemeriti donatori che hanno  fatto tanto per la ricostruzione.
Il marketing di marchi e loghi industriali rimarrà ai posteri inscritto nella pietra della nuova cattedrale che, temo, sarà progettata secondo una visione post-moderna, più in linea con i tempi.
Macron può prendere respiro ed attendere cosa succederà in Europa, mentre aspetta ordini dall'alto.
Lunga vita alla Grande Madre...

Leggiamo questo contributo:
Incendio della cattedrale di Notre Dame
Ma prima di giungere a conclusioni affrettate, analizziamo con ordine cosa sta accadendo in questi giorni.
Domenica 14 aprile il generale libico Khalifa Haftar, sostenuto dal governo francese, lancia una grande offensiva in Libia contro il governo di accordo nazionale di Tripoli controllato da Fayez al Sarraj, sperando di conquistare le grandi riserve petrolifere ora sotto il controllo dell’ENI.
Il giorno seguente il generale Haftar, non avendo tenuto conto della forza dell’esercito sostenuto dall’ONU, riporta gravi perdite ed è costretto a ritirare l’attacco.
Il bilancio totale delle vittime tra i civili è altissimo: si parla di 500 morti e più di 2000 feriti, mentre molti migranti stanno partendo dalle coste libiche verso l’Italia per fuggire da questo nuovo scontro.
I media francesi iniziano a dare visibilità alla situazione libica, cosa che non piace affatto al ministro degli affari esteri francese, Jean-Yves Le Drian.
Le Drian chiede quindi al presidente Emmanuel Macron di trovare uno stratagemma, qualcosa di veramente tragico che distolga l’attenzione del disastro accaduto in Libia.
Il presidente francese non si fa scappare l’occasione, essendo la Francia sconvolta da mesi anche e soprattutto dalle legittime rivolte dei Gilet Jaunes, e potendo quindi prendere due piccioni con una fava.
Ecco il vero motivo dell’incendio di Notre Dame!
Come mai proprio ieri è divampato l’incendio quando i lavori di ricostruzione sono presenti da molti anni e non è mai accaduto nessun imprevisto?
Come mai non sono stati utilizzati dei canadair per spegnere l’incendio, quando sia la protezione civile che il presidente americano Donald Trump ne avevano richiesto l’utilizzo?
Secondo alcune rivelazioni del giornale francese Le Monde, pare che il corpo dei vigili del fuoco sia stato ostacolato dai piani alti del governo francese.
Quando infatti i pompieri, ormai arrivata la sera, sono riusciti a raggiungere il luogo, hanno in breve tempo spento l’incendio senza particolari difficoltà.
Macron aveva soltanto bisogno di qualche ora in modo che i media francesi cancellassero qualsiasi notizia sulla sconfitta di Caporetto avvenuta in Libia, e dessero spazio al terribile incendio di Notre Dame.

https://www.ilpopoloinrivolta.it/2019/04/16/crollo-di-notre-dame-secondo-alcune-indiscrezioni-pare-che-dietro-ci-sia-macron-in-persona/?fbclid=IwAR1W0FkL-zuXeiLX02G9SKhHG5DoZlG_HIKTE7W8kXMely0hnFnmmKQMOwI


lunedì 22 aprile 2019

CAPPUCCETTO GIALLO E IL LUPO CATTIVO...


Nella vicenda della brava e tenace Greta, ci sono tutti gli elementi della manipolazione mediatica.
1- Utilizzare un'icona "pulita", MINORENNE, inattaccabile, con una sindrome precisa, per creare vittimismo e protezione, ogni volta che qualcuno muova criticità.
2- Metabolizzare e normalizzare il problema climatico, facendo percepire all'opinione pubblica che i potenti della terra sono interessati alle istanze della brava Greta, soprattutto in vista di elezioni europee che li vedono perdenti.
3- Preparare l'opinione pubblica ad abituarsi ai prossimi cambiamenti politici riguardanti l'accettazione, prima occultata e ridicolizzata, della geo-ingegneria risolutrice, perché è intimamente politica la questione.
Non solo, iniziare a creare proteste light, meme da social, flashmobe padronali, che normalizzino le criticità vere contro l'inquinamento globale, dove non vengono indicati colpevoli, dove i rapporti di classe siano banditi, dove tutto è meravigliosamente generico e riduttivo, dove si semplifica il problema, in qualche modo annullandolo, dove si cercano, al contrario di come dovrebbe essere una grammatica di coscienza di classe, alleanze proprio in quello status quo, la cui industrializzazione è la prima causa di questo problema planetario.


Si preparano le nuove generazioni a non scivolare in proteste contro l'autorità (vedi gilet gialli), ma al contrario, al fianco del potere.
In gergo si chiamano "Contenitori del dissenso", e sono paradigmi che esistono fin dal Sacro Romano Impero. Ovviamente, Greta non ha colpe, lei sarà pure in buona fede, il discorso verte sulle palesi strumentalizzazioni che lo schema del potere mette in scena attraverso il marketing sull'ambiente.
Non viene mossa criticità contro il modello produttivo, a favore dei diritti sociali e della democrazia, si scimmiottano generiche e ridicole proteste che serviranno solo al sistema per veicolarsi vicino alle istanze popolari, senza esserlo affatto.
Un capolavoro di manipolazione, talmente banale e dichiarata, che farebbe sorridere, se non sottendesse un'operazione di minculpop contro proprio quell'ambiente da ripulire, quel futuro rubato, tanto paventato ad minchiam da tutti.
Cosa si vuol far accettare, oltre alla già citata normalizzazione delle criticità verso un modello industriale post-umano, si vuol far passare che le EVENTUALI PROTESTE contro l'inquinamento globale, hanno valore solo e sempre quando il sistema le "condivide", mentre le proteste, cosiddette irregolari, sono invece da confliggere.
Si prospetta un modello di criticità molto blando ed eterodiretto, che è poi il goal che si prefigge lo schema del potere, proprio per scongiurare ed abiurare tutte quelle proteste legittime che mettano in discussione questo modello di sviluppo sbagliato ed obsoleto.


Da un lato si distrugge senza alcun problema l'ambiente con opere inutili ed invasive come la TAV, non si fa niente per aiutare i NOTAP in Puglia con i loro poveri ulivi a cui nessuno frega nulla, si usano armi chimiche e scaricano bombe sui paesi canaglia, si inquinano i territori con discariche abusive, scorie nucleari, inquinamento industriale senza limiti, e dall'altro lato, il potere accoglie la bambina come testimonial ambientalista, facendole i complimenti, lisciandola, stringendole la mano, complimentandosi del fatto che finalmente qualcuno si occupi dal basso dell'ambiente da loro e da noi tutti stuprato.
Con Greta siamo all'anno zero, la sua icona rivestita di sacralità dal sistema mediatico, come una sorta di piccola madonna nordica, diventa un archetipo di purezza e verginità contro il selvaggio e sporco mondo che è diventato una ciminiera globale a cielo aperto. 
Il problema ambientale nasce o rinasce con Greta, come un personaggio di quelle fiabe nordiche dei fratelli Grimm, che la sa lunga e suscita simpatia in primis proprio al lupo cattivo.
In altri tempi quel lupo l'avrebbe sbranata, oggi la corteggia, ma i fini sono ugualmente simili.
Greta diventa, suo malgrado, un moderno Cappuccetto Rosso, nel suo caso, un Cappuccetto Giallo, colore uguale, ma contrario ed opposto nelle proteste, a quei gilet gialli che, invece, scendono realmente in piazza.
Si glorifica la protesta virtuale come fenomeno social, la si accarezza, contrapponendola simbolicamente e consequenzialmente a quella brutale, sporca e cattiva dei francesi, che insistono a mettere in discussione l'autorità ogni sabato mattina.
Il modello Greta non mette in discussione assolutamente nulla, si pone come semplificatore di sacrosante richieste di cambiamento, senza scalfire nulla, come in senso opposto, per esempio, si cerca di semplificare politicamente il problema dell'immigrazione. Sono fenomeni politici identici, pur essendo apparentemente opposti, e soprattutto, artificiali e virtuali.
Le sentinelle della semplificazione sono utili al potere costituito che torna magicamente pulito e ripulito, sia nella sua coscienza, sia nella coscienza collettiva che, finalmente ha la sua eroina pronta a fare le sue veci. Il marketing mediatico e politico amplifica e veicola i semplificatori proprio per evitare che qualcuno voglia realmente cambiare il sistema in cui viviamo, per esorcizzare e scongiurare una vera rivoluzione dal basso.
Grazie Cappuccetto Giallo, la tua favola è tanto carina e piace tanto al mondo, ora siamo tutti più sereni perché finalmente qualcuno si occupa di inquinamento globale, poco importa se sono 40 anni che i movimenti di massa protestano, manifestano per migliorare lo status quo, prendendo mazzate in ogni piazza, poco importa se intere avanguardie siano da decenni in prima linea rischiando la pelle, benvenuta e che sia fatta la tua volontà...
Attenta però al lupo cattivo, è sempre nascosto dentro il bosco...




lunedì 15 aprile 2019

TRANSUMANESIMO E POTERE


La visione completa e finale di un certo transumanesimo, va ben oltre il discorso tecnologico al servizio dell'umanità. Io considero positivamente la tecnologia, solo e sempre, quando ricopre la funzione di mero strumento subordinato all'individuo, quando inizia ad essere pensata come sostituzione dell'uomo, siamo sulla cattiva strada.
Il transumanesimo, nonostante gli intenti propagandati sull'evoluzione della razza umana, nonostante i buoni propositi, finisce per strutturare una società in termini classisti e di casta.
A godere di un certo livello qualitativo tecnologico, in queste epoche così poco democratiche e così  poco orizzontali, saranno sempre alcuni fortunati, quella minoranza sempre più invisibile e distante dal reale che non contempla la collettività.
In un mondo preconizzato in termini finto-egualitaristi, dove alcuni saranno più uguali di altri, un certo beneficio scaturito dall'innovazione tecnologica, sarà appannaggio della solita classe dominante che ha ancora le leve per controllare i processi di produzione.
Non a caso, è per questo motivo che vengono promosse e contemplate certe visioni distopiche, manipolatorie, divisorie ed individualistiche in tutti i gangli della società.
Il padronato del futuro teorizza un modello sociale dove la macchina potrà sostituire fisicamente quelli che un tempo venivano chiamati SOTTOPOSTI, nessuno di loro auspica che il progresso transumano sia un reale strumento di innovazione per la massa, a meno che non si tratti di beni di consumo, utili al mercato ed alla manipolazione dei consumatori.

Per quel che mi riguarda, un certo transumanesimo, nelle sue avanguardie, è semplicemente la prosecuzione del 3° Reich in chiave di società di massa, più liquida, fatta metabolizzare ed accettare da tutti, massa utile fino all'ultima spremitura, per essere sostituita successivamente dai robot.
Una volta che i processi di produzione, gli ambiti decisionali, l'accentramento istituzionale e politico che ne consegue, l'assoluto controllo delle merci e dei capitali, sarà completamente centralizzato (e già siamo sulla buona strada), non si potrà più tornare indietro, i cambiamenti saranno irreversibili.
Dopo le politiche iperliberiste degli ultimi 40 anni, i cosiddetti sottoposti non serviranno più a nulla, saranno inutile impaccio, obsoleto peso economico e sociale.
E' anche per questo motivo che certi think tank da decenni stanno instillando l'idea di un felice depopolamento su scala globale, fatto accettare in punta di piedi attraverso un certo giornalismo modernista e liberal in chiave strumentale, attraverso rubriche televisive di regime, ma anche ammalando lentamente intere popolazioni con cibo transgenico o ricco di sostanze tossiche e dannose per l'organismo, con l'inquinamento industriale centuplicato, con nuove malattie ed un'eccessivo bombardamento farmacologico e vaccinale su larga scala, fenomeno che andrà a creare nuove forme di dipendenza per perenni malati in astinenza da cura.
Senza considerare i metodi tradizionali di sterminio attraverso guerre, nuove forme di conflitto attraverso geoingegneria, armi chimiche e di distruzione di massa.
Li capisco, il potere dal suo punto di vista fa bene il suo mestiere, siamo noi che difettiamo di coscienza di classe e di senso critico. 
Quella che sottende un certo transumanesimo e, soprattutto, un certo post-umanesimo, è una visione aristocratica molto antica, oserei dire di natura religiosa, solamente aggiornata rispetto al passato.


La critica a certi aspetti del transumanesimo (in realtà espressioni di conquiste sociali che nulla c'entrano realmente con la questione), non deve però essere riferita a determinati ambiti come le libertà sessuali, la comunità LGBT, le coppie di fatto, i diritti civili, sarebbe un grosso errore culturale, sarebbe quello un ritorno al passato.
Bisognerebbe scindere le legittime e sacrosante innovazioni dei diritti civili, dalle manipolazioni che il potere, strumentalmente, esercita su di esse, e non certo puntare il dito su quegli aspetti che possono essere realmente positivi per alcune categorie sociali. 
Il potere in occidente spesso cavalca diritti civili e nuove richieste di libertà delle minoranze, non per una reale coscienza umanitaria o bontà d'animo, ma per creare un cortocircuito attraverso quel dualismo "sbirro buono/sbirro cattivo", che rappresenta lo zuccherino del sistema per farsi accettare, mentre su un altro fronte combatte strenuamente lo stato sociale, i diritti del lavoro, fino all'apice delle "guerre umanitarie".
Questo atteggiamento ipocrita, confusivo, ed ambivalente, non deve però far ricadere erroneamente la colpa sui diritti civili, come spesso purtroppo si legge nei social, al contrario, bisogna individuare e comprendere i bersagli giusti; la divisione messa in atto è il paradigma che il potere vuole e si augura accada.
La criticità verso un certo transumanesimo dovrebbe, invece, sottendere tutti quegli aspetti legati alla tecnologia intesa come arma sociale, economica, politica e culturale.

Per esempio, come non cogliere il cortocircuito evidente del fatto che il mondo intero, stia privatizzando la sanità, e nel contempo stia creando macchinari moderni e costosissimi per curare l'uomo, ma a disposizione solo per pochi eletti.
Oppure, del fatto che ci sia una tendenza commerciale ed una visione ideologica, dettata da vari fattori, che vuole eliminare, trasformare, plasmare qualsiasi tradizione dei popoli, intesa come patrimonio collettivo, per sostituirla all'onnipresente cloud globale, una memoria unica e selettiva che tenderà ad azzerare le diversità e le peculiarità. Questo processo andrà a strutturare una visione di pensiero unico  e magico da adottare collettivamente, esclusivo, fatto accettare tramite delega in bianco, disabituando l'uomo ad affidarsi alla memoria storica, disabituando le persone a non sviluppare più il proprio archivio inconscio, la capacità critica di discernimento, cancellando la memoria stessa trasferita direttamente all'oracolo digitale. 
Oppure, del fatto che l'uomo sarà solo un vecchio orpello, da guidare tramite remoto, chip e cam.
Il concetto distopico e totalitario che sottende questo processo dovrebbe essere il nostro vero bersaglio, e non quelli divisori da distrazione di massa. 
Quando la tecnologia permetterà ai padroni del vapore, come si chiamavano un tempo, di fare a meno dei lavoratori, ci troveremo le città con migliaia di persone disperate, proiettate nell'indigenza, affamate e violente in una guerra tra poveri, disposte a tutto, e dall'altra parte non ci sarà nessuna protezione sociale, nessuna solidarietà, nessuna garanzia economica.
Magari si inventeranno qualche "reddito minimo di carità", ma possiamo facilmente paventare uno scenario abbastanza inquietante. 
Questi tentativi di creare redditi di cittadinanza sono pensati proprio in vista di quello che succederà in futuro, sono i primi esperimenti sociali, perché tra qualche generazione salteranno tutti gli equilibri economici rimasti, cambierà tutta la produzione, gettando sul lastrico ad effetto domino milioni e milioni di persone.
Oggi è già iniziato questo processo e purtroppo ne vediamo i frutti... 

Mi piacerebbe tanto vivere l'utopia della liberazione dal lavoro e dalle sue ore spese a fare interessi altrui, perché ci sono i robot buoni che fanno le nostre veci, e consentire all'uomo di dedicarsi al sano ozio, alla cultura, alla creatività, in un mondo magnifico dove si investe nello Stato Sociale, nella sanità, nella scuola, nelle infrastrutture, dove le abitazioni siano garantite a tutti, godendo dei beni necessari con un dignitoso tenore economico, non certo la carità di Stato, ma il progresso che il transumanesimo ed il post-umanesimo si portano appresso, sembra avere altra direzione.
Un'altra problematica verte sull'aspetto spirituale dell'individuo, sempre più soffocato e recluso ad una dimensione materialista usa e getta della vita, sostituendo il piano dello spirito con quello mentale, alla stessa stregua del corpo umano che viene scalzato da una macchina più pratica e veloce, in una sorta di staffetta interiore per la trasformazione della nostra natura più profonda...




mercoledì 3 aprile 2019

IL COLTELLO ROSA DI TORINO...


Quello di Stefano Leo è stato un omicidio terrificante, non solo per la scomparsa di un giovane innocente, ma perché pare non ci sia nessun movente. I media hanno detto che l'unica ragione di questo gesto folle e criminale è stato compiuto perché la vittima era felice, mentre l'assassino sarebbe un relitto della società, senza arte ne parte.
Non mi soddisfa questa strana spiegazione data in pasto all'opinione pubblica, non mi soddisfa questa confessione improvvisa senza senso, come non mi convincono affatto le dinamiche e la veicolazione di certi fatti da parte degli organi competenti.
E' curioso che questa notizia avvenga lo stesso giorno del pacco bomba consegnato al sindaco Appendino, ma solitamente le notizie del genere viaggiano in coppia e sono scalettate in sequenza sui TG nazionali.
Il giorno della strana morte di Stefano moriva l'ex vedova di Gianni Agnelli, quel giorno pensai che i due fatti, assolutamente distanti e differenti tra loro, fossero in qualche modo collegati dal punto di vista simbolico e di messaggi in codice.
Potrebbe essere un caso, sono solo mie supposizioni, potrebbe non c'entrare nulla il decesso della signora con la morte del ragazzo, ma oggi ritengo non sia stata detta tutta la verità su questa tragedia e che ci sia qualcosa di più grande in gioco.


Spesso a certi fatti possono seguirne altri, apparentemente lontani, ma che sono complementari in una funzione liturgico rituale di un certo mondo che potremmo chiamare il DEEP-STATE nei suoi apparati magico-militari, che hanno la funzione di fare le sentinelle del sistema, creando e realizzando omicidi che potenziano determinate forme pensiero, oltre a celebrare il potere in quanto tale, secondo uno schema preciso che agisce sia come ripetitore di messaggi, sia come celebrazione dello status quo.
Ad un dato evento che riguarda personaggi di potere, spesso capitano coincidenze significative su emeriti sconosciuti, per alcuni puramente casuali, per altri meno casuali, un po' come se micromondo e macromondo fossero indissolubilmente legati tra loro.
Diversi ricercatori e scrittori di successo hanno prima di me ben spiegato ed argomentato questa grammatica sacrificale che lo schema di potere usa per alimentare egregore, per fare distrazione di massa, per incutere ansia, paura nei cittadini, ed anche per alimentare l'indotto di propaganda politica che ne consegue, per diversi fini di livellamento delle fazioni politiche, talvolta favorendo una parte, talvolta favorendone quella avversa, il tutto per una stabilizzazione del sistema, un po' in piccolo, come succedeva in grande, per la strategia della tensione. Oggi, crollato il muro di Berlino, il potere si manifesta attraverso una piccola strategia della tensione di carattere quotidiano, domestico, di natura più casuale.
Solitamente in certi omicidi, senza apparente movente, il colpevole appartiene alle classi più basse della società, stranieri, tossici, spazzini, operai, muratori, casalinghe frustrate, e se va bene studenti, come giustamente scrivevano un tempo Paolo Franceschetti, Cosco e la Carlizzi.
Il 95% di questi delitti mediatici vede chiamati in causa solo e sempre loro, tanto per instillare l'idea che a fare certi omicidi non possono essere quasi mai persone appartenenti all'alta borghesia, alla politica, alla finanza, alla magistratura, al mondo militare e via dicendo.
Si ristabiliscono i ruoli in campo, questa è la messa nera che viene perpetrata ed a livello subliminale si incide massivamente sull'inconscio collettivo.


Cerchiamo, per quanto ci è possibile, di notare alcune incongruenze e curiosità che i media hanno veicolato. Intanto, come dicevamo, il movente che pare a tutti assurdo, assurde le dichiarazioni di colpevolezza del presunto assassino che dichiara: "L'ho ucciso perché era felice..."
Dice di aver aspettato l'uomo giusto, quello che gli pareva più solare per soddisfare il suo bisogno di vendetta, per riscattare la sua misera esistenza.
L'assassino, dalla descrizione del 23 febbraio riportata dai giornali, avrebbe colpito il ragazzo con un colpo secco, sicuro, un unico taglio alla giugulare, fatto con perizia quasi da professionista, simile a tanti sgozzamenti scientifici successi in altri omicidi del genere, tra i tanti il caso Meredith, Erba dove un povero testimone, Mario Frigerio, si salvò solo perché aveva una malformazione alla carotide, ed il taglio chirurgico non fu letale (morì successivamente nel 2014).
Lo avrebbe fatto senza essere stato ripreso dalle telecamere perché proprio in quel punto, guarda caso che fortuna, era rotta (per alcuni giornali assente, per altri c'era ma non c'era), lo avrebbe fatto in pieno giorno, senza che nessun testimone lo vedesse, senza sporcare troppo, senza portarsi dietro alcuna traccia di sangue, come e meglio di un professionista.
Furono proprio quelle dinamiche farlocche e surreali (provate voi a sgozzare qualcuno in pieno giorno, in un luogo pubblico, in movimento, senza sporcarvi e senza lordare di sangue tutto l'isolato con le vostre impronte dei piedi, senza sbagliare, così al primo colpo), molto simili a quelle che compiono corpi speciali, che mi fecero scattare immediatamente il campanello di allarme.
Poi la notizia di oggi, l'assurda confessione avviene proprio lo stesso giorno del pacco bomba spedito all'Appendino, guarda caso, la solita sincronia tra eventi che dicevamo prima.
Ma oggi sono successi ulteriori fatti che un po' confermano le mie supposizioni.

Intanto l'età, viene comunicato nei momenti topici della descrizione dell'omicidio che Stefano aveva 33 anni, e questo potrebbe essere un primo messaggio, una prima firma, mutuata dalla solita grammatica iniziatica, presa a prestito come codice, poi viene detto che ne ha 34 anni, poi addirittura 27 come il suo assassino, anche se il 33 rimane quello più veicolato e rappresentativo.
Qualcuno in procura pensa sia un mitomane, non sarebbe il primo mitomane che si è presentato autoaccusandosi dell'omicidio di Stefano, ma non penso lo sia, penso che il suo coinvolgimento faccia parte della solita strategia messa in piedi attraverso candidati manciuriani.
Strano anche che l'arma del delitto non sia stata buttata nel Po, la corrente lo avrebbe certamente occultato meglio, ma messa in una cassetta ENEL, in bella vista sulla strada.
Oltretutto, troppe dichiarazioni sono trapelate fin da subito in barba a tutte le disposizioni di legge, dichiarazioni diverse e senza alcun senso, anche se lucidissime, quasi fossero un copione: “Volevo uccidere un ragazzo, una persona la cui morte avesse una buona risonanza, non un quarantenne di cui poi non avrebbe parlato nessuno. Quella mattina ho comprato i coltelli in un supermercato, erano colorati e con il simbolo della Svizzera. Sono costati circa 10 euro. Me ne sono subito liberato tenendone soltanto uno, il migliore per quello che avevo deciso di fare”.
In queste frasi non traspare "volevo uccidere un ragazzo felice", forse inventata dai media, imbeccati dai qualcuno, ma è ancora più inquietante perché sembra detta sotto dettatura.
Perché tiene ad informarci che i coltelli avrebbero il simbolo della Svizzera?
Cosa significa questo dettaglio, chi risiede in Svizzera, la sede della Spectre?
Sembra la descrizione degli effetti della sua confessione, ci tiene a specificare o ci tengono a specificare che cercava risonanza mediatica, un po' come gli utilizzatori, curioso no?
Un po' come il folle che ha bruciato il pullman...

Poi, la goccia che fa traboccare il vaso di Pandora, oggi sui TG della sera, hanno mostrato l'arma del delitto, perfettamente intonsa e ripulita dentrola cassetta ENEL, anche se precedentemente era stata fatta vedere vuota, di un colore preciso, non casuale.
Si, il colore è il rosa, completamente colorata di rosa, quasi a voler confermare la firma del delitto.
Non bastavano le corna scambiate come sfottò mostrate quando è stato portato via in macchina, forse c'era bisogno di questo ulteriore segnale...
ROSA SOPRA OGNI COSA... 
cit.