Sui nuovi paradigmi alimentari del capitalismo GREEN, tra autoritarismi, modelli di consumo, trasformazione antropologica della società, a danno dei consumatori e dell'ambiente.
In pieno scisma ontologico tra vecchio e nuovo mondo, in Europa sta avanzando in punta di piedi un ecomostro che, per molteplici interessi economici, politici, geopolitici, sociali e "culturali", vuole imporre sul mercato la carne sintetica, le farine di insetti ed altre amenità che il progresso ci offre e di cui non sentivamo l'esigenza.
Ad oggi già esistono a prezzi molto cari le farine di insetti, forse in un non troppo lontano futuro, verranno vendute regolarmente anche le cosiddette FAKE MEATS, ovvero, la carne sintetica in laboratorio, ma pure le verdure ed i frutti sintetici sono previsti per arricchire la nostra dieta.
La scusante ipocrita e pelosa è sempre quella dell'ambientalismo, un ambientalismo neoaristocratico che nulla fa per premiare le nostre eccellenze, le coltivazioni a km zero, i prodotti locali, gli sprechi che vengono perpetrati per supportare prodotti esteri di bassa qualità e poi rincarare i prezzi al dettaglio, gli invasivi OGM, devastanti per i territori e la salute delle persone.
Si dice che gli allevamenti intensivi siano il male assoluto e questo è vero, senza però ricordare che l'Italia nel mondo e da sempre (purtroppo a causa delle ingerenze politiche e sistemiche sempre meno), è al top su tutti i fronti per quanto riguarda la filiera alimentare del settore.
Controlli ed allevamenti italiani sono in assoluto i migliori e questo lo conferma la stessa Unione Europea.
Si dirà che non basta e che gli allevamenti intensivi in generale andrebbero aboliti per ragioni etiche e per il grande consumo di energia e di acqua che ne consegue.
Ben venga allora una dieta vegana o vegetariana che possa far diminuire l'eccessivo consumo generale di carne e pesce, premiandone magari la qualità, ma questi desiderata oggi non bastano più.
Il desiderio ed il progetto politico nel Parlamento Europeo di implementare coltivazioni sintetiche è oggi supportato da una nascente legislazione centrale che spinge a creare, nel giro di una generazione, una trasformazione totale riguardo l'alimentazione delle persone, abituandole poco alla volta alla necessità imprescindibile di una radicale svolta planetaria.
Già il fatto che lo stessa sistema capitalista di ieri, oggi si svegli e decida, attraverso i suoi ingenui araldi green, di imporre per le prossime generazioni un cibo sintetico, ci dovrebbe far suonare un campanello di allarme grosso come un campanile.
Non è questione di banale passatismo dei bei tempi andati, l'attuale sistema alimentare ha delle falle pesanti e nocive che ben conosciamo, sia per l'uomo che per l'ambiente, ma l'alternativa che si vuol propagandare, abbellita di sciocchi arcobaleni, da ipocriti marchi GREEN, dal marketing incessante mediatico, tra spot e annunci apocalittici, in ultimo da propositi ideologici nocivi di ambientalisti d'accatto, in realtà, è molto, molto più dannosa di quella passata, oltre ad essere di bassa qualità sotto tutti i punti di vista.
Prendiamo ad esempio la carne sintetica e gli effetti del consumo di carne artificiale sulla salute.
La carne pulita (altro modo di chiamare la carne di laboratorio) viene addizionata artificialmente con i nutrienti presenti nella carne tradizionale per ottenere un prodotto con valori nutrizionali paragonabili a quelli della carne animale vera e propria. Tuttavia, nonostante questo, l’impatto sul metabolismo è diverso da quello osservato consumando cibo naturale, che è un complesso sistema di sostanze e processi intrinsecamente collegati e interagenti fra loro: perdere il legame con la naturalità degli alimenti, secondo i nutrizionisti, rappresenta uno svantaggio per la salute.
Importante è sottolineare che le carni prodotte artificialmente sono, al termine del ciclo di produzione, alimenti altamente processati, contenenti moltissimi additivi e conservanti e sottoposti a una lunga lavorazione industriale per poter conseguire l’aspetto e il gusto con cui vengono presentati.
La carne proveniente da allevamenti di qualità, possibilmente italiani, con un sistema di controlli e rintracciabilità lungo tutta la filiera, è quindi oggi ancora la migliore carne possibile rispetto a quella che – per ora – possiamo continuare a chiamare fake meat.
Non solo, la carne realizzata in laboratorio, oltre ad essere costosissima, elaboratissima e complessa da realizzare, andrebbe a consumare una quantità di acqua enormemente superiore a quella odierna, perché per riprodurre una singola bistecca, necessiterebbero talmente tanti passaggi per la conservazione e la preparazione, da far impallidire l'attuale sistema produttivo con tutte le sue filiere.
Oltre al massivo consumo d'acqua che varrebbe anche per le coltivazioni artificiali di verdura e frutta, c'è anche l'enorme problema logistico ed energetico, anche questo molto più inquinante dell'attuale assetto produttivo.
La Monsanto con le sue politiche ed i suoi ricatti mafiosi, ha già inquinato e devastato l'ambiente da decenni, ma oggi desira investire non solo in nuovo OGM altamente cancerogeno, ma in farina di Grillo. Non tanto per introdurre sul mercato un nuovo prodotto, in parte già presente, ma per sostituire, passo dopo passo, legislazione dopo legislazione, quello del grano, come in passato ha realizzato su diversi altri fronti.
Ci vorranno decenni, forse meno, ma le scusanti potranno essere molteplici.
Si dirà che non basta e che gli allevamenti intensivi in generale andrebbero aboliti per ragioni etiche e per il grande consumo di energia e di acqua che ne consegue.
Ben venga allora una dieta vegana o vegetariana che possa far diminuire l'eccessivo consumo generale di carne e pesce, premiandone magari la qualità, ma questi desiderata oggi non bastano più.
Il desiderio ed il progetto politico nel Parlamento Europeo di implementare coltivazioni sintetiche è oggi supportato da una nascente legislazione centrale che spinge a creare, nel giro di una generazione, una trasformazione totale riguardo l'alimentazione delle persone, abituandole poco alla volta alla necessità imprescindibile di una radicale svolta planetaria.
Già il fatto che lo stessa sistema capitalista di ieri, oggi si svegli e decida, attraverso i suoi ingenui araldi green, di imporre per le prossime generazioni un cibo sintetico, ci dovrebbe far suonare un campanello di allarme grosso come un campanile.
Non è questione di banale passatismo dei bei tempi andati, l'attuale sistema alimentare ha delle falle pesanti e nocive che ben conosciamo, sia per l'uomo che per l'ambiente, ma l'alternativa che si vuol propagandare, abbellita di sciocchi arcobaleni, da ipocriti marchi GREEN, dal marketing incessante mediatico, tra spot e annunci apocalittici, in ultimo da propositi ideologici nocivi di ambientalisti d'accatto, in realtà, è molto, molto più dannosa di quella passata, oltre ad essere di bassa qualità sotto tutti i punti di vista.
Prendiamo ad esempio la carne sintetica e gli effetti del consumo di carne artificiale sulla salute.
La carne pulita (altro modo di chiamare la carne di laboratorio) viene addizionata artificialmente con i nutrienti presenti nella carne tradizionale per ottenere un prodotto con valori nutrizionali paragonabili a quelli della carne animale vera e propria. Tuttavia, nonostante questo, l’impatto sul metabolismo è diverso da quello osservato consumando cibo naturale, che è un complesso sistema di sostanze e processi intrinsecamente collegati e interagenti fra loro: perdere il legame con la naturalità degli alimenti, secondo i nutrizionisti, rappresenta uno svantaggio per la salute.
Importante è sottolineare che le carni prodotte artificialmente sono, al termine del ciclo di produzione, alimenti altamente processati, contenenti moltissimi additivi e conservanti e sottoposti a una lunga lavorazione industriale per poter conseguire l’aspetto e il gusto con cui vengono presentati.
La carne proveniente da allevamenti di qualità, possibilmente italiani, con un sistema di controlli e rintracciabilità lungo tutta la filiera, è quindi oggi ancora la migliore carne possibile rispetto a quella che – per ora – possiamo continuare a chiamare fake meat.
Non solo, la carne realizzata in laboratorio, oltre ad essere costosissima, elaboratissima e complessa da realizzare, andrebbe a consumare una quantità di acqua enormemente superiore a quella odierna, perché per riprodurre una singola bistecca, necessiterebbero talmente tanti passaggi per la conservazione e la preparazione, da far impallidire l'attuale sistema produttivo con tutte le sue filiere.
Oltre al massivo consumo d'acqua che varrebbe anche per le coltivazioni artificiali di verdura e frutta, c'è anche l'enorme problema logistico ed energetico, anche questo molto più inquinante dell'attuale assetto produttivo.
La Monsanto con le sue politiche ed i suoi ricatti mafiosi, ha già inquinato e devastato l'ambiente da decenni, ma oggi desira investire non solo in nuovo OGM altamente cancerogeno, ma in farina di Grillo. Non tanto per introdurre sul mercato un nuovo prodotto, in parte già presente, ma per sostituire, passo dopo passo, legislazione dopo legislazione, quello del grano, come in passato ha realizzato su diversi altri fronti.
Ci vorranno decenni, forse meno, ma le scusanti potranno essere molteplici.
Oggi per esempio è la guerra a determinare vari scenari, dove un' Ucraina del 3° millennio, non potrà più esportare lo stesso quantitativo di grano, magari contaminato da scorie nucleari post-belliche, mentre un domani sarà la scusa della cosiddetta esigenza alimentare mondiale che incombe.
Stanno iniziando a dire pubblicamente che siamo troppi. Troppi salari, troppe pensioni, troppi da licenziare, troppi da alimentare, curare e mantenere. Il sistema neo-capitalista si preoccupa veramente della nostra salute e ci prende per mano, guidandoci verso il baratro.
Il solito trinomio Problema-Reazione-Soluzione ed il conseguente cui prodest?
Allora cavalcare un certo ambientalismo di facciata per fare presa sull'ignoranza delle masse conformiste, mettere all'indice le coltivazioni attuali, non per migliorarle, ma per imporne di nuove più impattanti, ma vendute come ecologiche, sarà la nuova parola d'ordine che tutti i media offriranno, spiegandone l'opportunità epocale.
Praticamente l'attuale paradigma GREEN predilige nei fatti un eccessivo consumo di plastica, il massivo consumo di energia nucleare (vedi i devastanti Stati Provider nucleari negli oceani, nelle foreste, nelle montagne), la distruzione di interi settori economici, a vantaggio di alimenti imposti per esigenza di controllo economico, sociale, culturale sui popoli e soprattutto sulla loro salute.
Non è un caso che queste nuove velleità padronali alimentari vadano di pari passo con la cosiddetta energia pulita, che tale non è.
Da un lato si narra di voler combattere il surriscaldamento globale che, come giustamente ci suggerisce il premio Nobel Rubbia, esiste ma è causato dall'uomo solo per un piccolo 5/10% che va giustamente combattuto, ma dipende per un buon 90/95% da ciclici fenomeni planetari che riguardano tantissimi e complessi fattori.
Dall''altro la cosiddetta digitalizzazione si presenta agli albori come già gravemente impattante per l'ambiente e, per soddisfare il suo fabbisogno di altra energia, necessiterebbe sempre di più nucleare con le sue scorie, con la devastazione dei mari e dei territori, con i suoi costi sempre più elevati, molto più che in passato.
Un mondo digitalizzato completamente all'ennesima potenza, con cibo sintetico, OGM, senza scordarsi dell'inquinamento elettromagnetico, di GREEN non ha proprio nulla.
Se a tutto questo orrore ci aggiungiamo la produzione infinita della chimica nella farmaceutica e delle vaccinazioni di massa che aumentano in modo esponenziale, con i suoi laboratori ipertecnologici, iniziamo ad inquadrare il vero paradigma che, in punta di piedi e nell'apparente consenso generale, sta avanzando velocemente, ovvero, il paradigma transumanista.
Stanno iniziando a dire pubblicamente che siamo troppi. Troppi salari, troppe pensioni, troppi da licenziare, troppi da alimentare, curare e mantenere. Il sistema neo-capitalista si preoccupa veramente della nostra salute e ci prende per mano, guidandoci verso il baratro.
Il solito trinomio Problema-Reazione-Soluzione ed il conseguente cui prodest?
Allora cavalcare un certo ambientalismo di facciata per fare presa sull'ignoranza delle masse conformiste, mettere all'indice le coltivazioni attuali, non per migliorarle, ma per imporne di nuove più impattanti, ma vendute come ecologiche, sarà la nuova parola d'ordine che tutti i media offriranno, spiegandone l'opportunità epocale.
Praticamente l'attuale paradigma GREEN predilige nei fatti un eccessivo consumo di plastica, il massivo consumo di energia nucleare (vedi i devastanti Stati Provider nucleari negli oceani, nelle foreste, nelle montagne), la distruzione di interi settori economici, a vantaggio di alimenti imposti per esigenza di controllo economico, sociale, culturale sui popoli e soprattutto sulla loro salute.
Non è un caso che queste nuove velleità padronali alimentari vadano di pari passo con la cosiddetta energia pulita, che tale non è.
Da un lato si narra di voler combattere il surriscaldamento globale che, come giustamente ci suggerisce il premio Nobel Rubbia, esiste ma è causato dall'uomo solo per un piccolo 5/10% che va giustamente combattuto, ma dipende per un buon 90/95% da ciclici fenomeni planetari che riguardano tantissimi e complessi fattori.
Dall''altro la cosiddetta digitalizzazione si presenta agli albori come già gravemente impattante per l'ambiente e, per soddisfare il suo fabbisogno di altra energia, necessiterebbe sempre di più nucleare con le sue scorie, con la devastazione dei mari e dei territori, con i suoi costi sempre più elevati, molto più che in passato.
Un mondo digitalizzato completamente all'ennesima potenza, con cibo sintetico, OGM, senza scordarsi dell'inquinamento elettromagnetico, di GREEN non ha proprio nulla.
Se a tutto questo orrore ci aggiungiamo la produzione infinita della chimica nella farmaceutica e delle vaccinazioni di massa che aumentano in modo esponenziale, con i suoi laboratori ipertecnologici, iniziamo ad inquadrare il vero paradigma che, in punta di piedi e nell'apparente consenso generale, sta avanzando velocemente, ovvero, il paradigma transumanista.
Questo modello deciderà cosa dobbiamo mangiare, cosa dobbiamo consumare, come dobbiamo curarci, come dobbiamo pensare, pena l'esclusione dal reame, perché potrà prevedere in un futuro prossimo una novità esclusiva, quella di imporre il suo modello, e già lo abbiamo sperimentato in questi anni con l'annichilimento dei diritti civili e democratici dei popoli.
E allora, buon appetito a tutti!
Tenendo bene a mente che attraverso varie farine e cereali noi mangiamo senza esserne consapevoli insetti e soprattutto le loro uova, essendo queste attaccate alle piante (gli antiparassitari non distruggono tutti gli insetti, anche loro si sono modificati per sopravvivere), i piani di sterminio di una larga fetta di popolazione mondiale esistono da secoli, il vaccino Covid è solo uno dei mezzi usati ma loro non fanno affidamento solo su quello ovviamente, visto che siamo più resilienti e resistenti di quanto essi stessi, i machine men per dirla alla Charlie Chaplin, vorrebbero e si aspettavano. Per cui vogliono fare tutto ciò che è in loro potere, la nuova alimentazione è uno di quei mezzi. O morti o definitivamente schiavi alla stregua di insetti, che si cibano di insetti.
RispondiEliminaQualcuno si domanderà il perché di tutto questo, e allora consiglio l'illuminante libro "Il tempo della fine" di Sigismondo Panvini, primo di una trilogia uscita oltre 10 anni fa ma che dice chiaramente quali sono gli eventi da attendersi a breve. Ci attende un evento catastrofico di portata planetaria e attraverso vari escamotage letterari l'autore ci dà persino dei codici matematici nascosti per calcolare la data di quell'evento, che ve lo dico, se le cose continuano così, coi popoli in coma della coscienza accadrà entro 4 anni o poco più. Un libro da leggere assolutamente per comprendere chi sono e cosa vogliono LORO e dove arriveranno se non vengono fermati.