GOMBLODDO...
L'hanno fatto nero o si è fatto "nero"? Putin è impegnato su importanti fronti africani per il controllo delle miniere di uranio e vuole spostare il battaglione Wagner altrove?
Ai posteri l'ardua sentenzia!
Siamo proprio sicuri ci sia stato un ammutinamento di Prigožin, o le parti erano in qualche modo d'accordo?
Il vero complotto contro Putin sembra essere una messinscena, una sorta di "Gombloddo", come minimo dubbio.
Sicuramente, Prigožin cerca di capitalizzare la sua figura, scalando posizioni, preparandosi al dopo, ma anche al "durante", però è evidente ci fosse un accordo su altri livelli.
Non a caso ora si troverebbe in Bielorussia, roccaforte di Putin, e la sua avanzata contro Mosca pare più una false flag che altro.
Forse non è lui il vero ostaggio di Lukaschenko, forse è lo stesso dittatore bielorusso a doversi preoccupare?
Voci giurano che Prigožin debba spostarsi su altri fronti delicati, come il Sudan e il Mali, contro gli USA e la Francia, in difesa degli interessi russi delle miniere di uranio in Africa.
Probabile che Prigožin non sia il vero traditore, ma che la cospirazione in atto sia proprio contro la sua figura, essendo un personaggio utile alla causa, ma scomodo politicamente, un militare molto potente e troppo autorevole che offuscherebbe l'immagine di Putin e favorirebbe altri oligarchi pronti a scalzarlo.
Oppure, che questo rappresenti solo un livello intermedio, e che la soluzione abbia più piani di lettura e motivazioni geopolitiche più forti.
Pare che lo stesso ministro della difesa Segej Shoigu e Valerij Gerasimov, abbiano preso la decisione di mandare i mercenari della Wagner a morire nel calderone di Bakhmut. Esiste quindi da tempo uno scontro interno, che potrebbe contemplare anche un accordo al vertice, tra il capo della Wagner e la governance russa, sul sacrificio di alcune milizie per una causa superiore.
Da un lato si sarebbe utilizzato il battaglione Wagner come avanguardia militare, e dall'altro si sarebbe scongiurato un futuro sorpasso di popolarità di Prigožin, vantaggio che verrebbe strumentalizzato da potenziali nemici interni. A Prigožin verrebbe così offerta e legittimata un'uscita dignitosa dall'inferno ucraino, preparandolo a suon di milioni di euro a missioni, forse, più vitali per gli interessi russi in Africa.
La situazione è labirintica, appare ben più complessa ed articolata rispetto quella offerta strumentalmente dalla NATO e dai media occidentali.
Poi ci sarebbe la versione di Ponomarev, che mette in dubbio tutta l'operazione come false flag.
Putin attraverso questa operazione si mostrerebbe al mondo intero come il più affidabile nel condurre il gioco, ammonendo i suoi oppositori che, se fosse messo da parte, si aprirebbero scenari ben peggiori, soprattutto per la gestione delle armi nucleari.
In questo modo Putin si accredita come il prescelto agli occhi della popolazione russa, quello di cui fidarsi, perché fuori dal perimetro stabilito ci sono i veri guerrafondai ed un bel salto nel buio.
Una strategia molto sofisticata e raffinata, che potrebbe sminuire la popolarità della Wagner a livello politico, e favorire il suo utilizzo su altri fronti (Bielorussia, Africa), oltre a mandare un messaggio chiaro e forte ai suoi nemici interni ed esterni.
In tutto questo complicato ginepraio, Putin mostrerebbe però anche le sue intrinseche debolezze, costretto a combattere su più livelli, creando false cospirazioni ai suoi danni per avere futuri vantaggi di immagine.
Ai posteri l'ardua sentenzia!
Siamo proprio sicuri ci sia stato un ammutinamento di Prigožin, o le parti erano in qualche modo d'accordo?
Il vero complotto contro Putin sembra essere una messinscena, una sorta di "Gombloddo", come minimo dubbio.
Sicuramente, Prigožin cerca di capitalizzare la sua figura, scalando posizioni, preparandosi al dopo, ma anche al "durante", però è evidente ci fosse un accordo su altri livelli.
Non a caso ora si troverebbe in Bielorussia, roccaforte di Putin, e la sua avanzata contro Mosca pare più una false flag che altro.
Forse non è lui il vero ostaggio di Lukaschenko, forse è lo stesso dittatore bielorusso a doversi preoccupare?
Voci giurano che Prigožin debba spostarsi su altri fronti delicati, come il Sudan e il Mali, contro gli USA e la Francia, in difesa degli interessi russi delle miniere di uranio in Africa.
Probabile che Prigožin non sia il vero traditore, ma che la cospirazione in atto sia proprio contro la sua figura, essendo un personaggio utile alla causa, ma scomodo politicamente, un militare molto potente e troppo autorevole che offuscherebbe l'immagine di Putin e favorirebbe altri oligarchi pronti a scalzarlo.
Oppure, che questo rappresenti solo un livello intermedio, e che la soluzione abbia più piani di lettura e motivazioni geopolitiche più forti.
Pare che lo stesso ministro della difesa Segej Shoigu e Valerij Gerasimov, abbiano preso la decisione di mandare i mercenari della Wagner a morire nel calderone di Bakhmut. Esiste quindi da tempo uno scontro interno, che potrebbe contemplare anche un accordo al vertice, tra il capo della Wagner e la governance russa, sul sacrificio di alcune milizie per una causa superiore.
Da un lato si sarebbe utilizzato il battaglione Wagner come avanguardia militare, e dall'altro si sarebbe scongiurato un futuro sorpasso di popolarità di Prigožin, vantaggio che verrebbe strumentalizzato da potenziali nemici interni. A Prigožin verrebbe così offerta e legittimata un'uscita dignitosa dall'inferno ucraino, preparandolo a suon di milioni di euro a missioni, forse, più vitali per gli interessi russi in Africa.
La situazione è labirintica, appare ben più complessa ed articolata rispetto quella offerta strumentalmente dalla NATO e dai media occidentali.
Poi ci sarebbe la versione di Ponomarev, che mette in dubbio tutta l'operazione come false flag.
Putin attraverso questa operazione si mostrerebbe al mondo intero come il più affidabile nel condurre il gioco, ammonendo i suoi oppositori che, se fosse messo da parte, si aprirebbero scenari ben peggiori, soprattutto per la gestione delle armi nucleari.
In questo modo Putin si accredita come il prescelto agli occhi della popolazione russa, quello di cui fidarsi, perché fuori dal perimetro stabilito ci sono i veri guerrafondai ed un bel salto nel buio.
Una strategia molto sofisticata e raffinata, che potrebbe sminuire la popolarità della Wagner a livello politico, e favorire il suo utilizzo su altri fronti (Bielorussia, Africa), oltre a mandare un messaggio chiaro e forte ai suoi nemici interni ed esterni.
In tutto questo complicato ginepraio, Putin mostrerebbe però anche le sue intrinseche debolezze, costretto a combattere su più livelli, creando false cospirazioni ai suoi danni per avere futuri vantaggi di immagine.
"E' stata tutta una "messinscena".
Ilya Ponomarev, uomo d'affari ex deputato della Duma russa che dal 2016 vive in esilio in Ucraina, uno dei fondatori della Legione per la libertà della Russia, ha le idee chiare sull'ammutinamento, poi rientrato, del Gruppo Wagner, le cui forze sono arrivate alle porte di Mosca senza incontrare resistenza.
"Penso che Prigožin e Putin avessero ovviamente un accordo fin dall'inizio su cosa sarebbe successo e di cui nessun altro era a conoscenza", spiega Ponomarev in un'intervista all'Adnkronos, sottolineando che il capo della Wagner "è un uomo molto fidato di Putin. Si conoscono da molto tempo e le circostanze in cui si sono conosciuti hanno creato un rapporto di grande fiducia tra di loro".
L'ex deputato, l'unico ad aver votato contro l'annessione della Crimea, evidenzia i motivi che, a suo parere, hanno spinto Putin e Prigožin ad agire in questo modo.
Da una parte l'obiettivo del presidente russo era "spaventare sia l'élite russa che quella internazionale. Aveva bisogno di inviare un messaggio che non è lui la peggiore alternativa" e che c'è "un orco, Prigožin, che nessuno nella comunità internazionale vorrebbe vedere con un pulsante nucleare in mano".
Secondo Ponomarev, Putin ha voluto dimostrare che la possibilità che venisse sostituito era "reale" e che il sostituto era peggio di lui. "E purtroppo penso che abbia raggiunto questo obiettivo dal momento che tutti hanno creduto a questo spettacolo".
Prigožin, sostiene il miliardario russo, dal canto suo aveva bisogno di un modo per lasciare l'Ucraina "con dignità". "Ha combattuto per molto tempo ed è stanco. Ha perso molti dei suoi uomini, ma soprattutto ha opportunità finanziarie faraoniche in Africa, grandi contratti militari che può perseguire, ma non poteva semplicemente andarsene. Aveva bisogno di una scusa", evidenzia Ponomarev, secondo cui la Bielorussia, dove Prigožin è atteso come annunciato ieri sera dal Cremlino, è solo "un luogo di transito. Non vi rimarrà a lungo e da lì si sposterà in Africa".
Putin, prosegue, il suo obiettivo l'ha centrato. "I russi lo considerano il vincitore e l'approvazione nei suoi confronti aumenterà dopo tutto quello che è successo, ma in termini reali, ovviamente, è emersa tutta la sua debolezza di base".
Nel frattempo, la Russia è tornata a bombardare la regione di Odessa.
Tutto cambia per non cambiare, come nella miglior tradizione secolare della strategia della tensione.
https://www.adnkronos.com/russia-il-dissidente-ponomarev-putin-e-prigozhin-daccordo-e-stata-messinscena_5vd8mEvUlzzqEoDcHL5Dps?refresh_ce
https://www.ilsussidiario.net/news/guerra-in-ucraina-finita-sisci-russia-in-guerra-civile-comincia-periodo-di-caos/2556914/
https://www.ilsussidiario.net/news/prigozhin-chi-e-capo-wagner-e-chi-ce-dietro-rivolta-007-occidente-o-oligarchi-russi/2556429/
https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2023/06/24/dallafrica-allucraina-lascesa-del-gruppo-wagner_6fb99f36-5ed2-4efd-b10c-ec6e31b70d26.html
https://www.corriere.it/esteri/23_giugno_25/bielorussia-lukashenko-prigozhin-ee4acbb0-1392-11ee-994f-7a96a4226047.shtml
https://www.eastjournal.net/archives/132187