lunedì 18 settembre 2023

PASOLINI E IL NOSTRO MONDO


                     Pasolini Pirata di Aldo Galgano-2023

Ho raccolto alcune dichiarazioni e scritti di Pasolini di mezzo secolo fa e oltre, che descrivono alla perfezione la società odierna. Pensieri che risuonano come delle preveggenze per la loro chiarezza e profondità. Il mondo di oggi descritto ieri, mentre ancora tanti non comprendono la realtà in cui viviamo.
Mi sembra giusto riproporli sul mio blog per la loro lungimiranza e precisione, direi, scientifica. Io ho solo messo i titoli per ogni suo pensiero, nulla più.
Buona lettura...

LA RIVOLUZIONE DEL CAPITALISMO:
“Il capitalismo è oggi il protagonista di una grande rivoluzione interna: esso sta evolvendosi, rivoluzionariamente, in neocapitalismo.
Davanti a questo neocapitalismo rivoluzionario, progressista e unificatore si prova un inaudito sentimento (senza precedenti) di unità del mondo.
Perché tutto questo? Perché il neocapitalismo coincide insieme con la completa industrializzazione del mondo e con l’applicazione tecnologica della scienza. Tutto ciò è un prodotto della storia umana: di tutti gli uomini, non di questo o quel popolo.
E infatti i nazionalismi tendono, in un prossimo futuro, a essere livellati da questo neocapitalismo naturalmente internazionale.
Sicché l’unità del mondo (ora appena intuibile) sarà un’unità effettiva di cultura, di forme sociali, di beni e di consumi.
Io spero naturalmente che, nella competizione che ho detto, non vinca il neocapitalismo: ma vincano i poveri. Perché io sono un uomo antico, che ha letto i classici, che ha raccolto l’uva nella vigna, che ha contemplato il sorgere e il calare del sole sui campi, tra i vecchi, fedeli nitriti, tra i santi belati; che è poi vissuto in piccole città dalla stupenda orma impressa dalle età artigianali, in cui anche un casolare o un muricciolo sono opere d’arte, e bastano un fiumicello o una collina per dividere due stili e creare due mondi.
Non so quindi cosa farmene di un mondo unificato dal neocapitalismo, ossia da un internazionalismo creato, con la violenza, dalla necessità della produzione e del consumo“
di Pier Paolo Pasolini 
(Gente 1975)

IL FASCISMO COME NORMALITA':
"L’Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo. Essere laici, liberali, non significa nulla, quando manca quella forza morale che riesca a vincere la tentazione di essere partecipi a un mondo che apparentemente funziona, con le sue leggi allettanti e crudeli. 
Non occorre essere forti per affrontare il fascismo nelle sue forme pazzesche e ridicole: occorre essere fortissimi per affrontare il fascismo come normalità, come codificazione, direi allegra, mondana, socialmente eletta, del fondo brutalmente egoista di una società."
di Pier Paolo Pasolini
"Fascisti: padri e figli" su "Vie nuove", nº. 36 a. XVII, 6 settembre 1962, p.25.

OMOLOGAZIONE:
Ho avuto modo di giudicare, di analizzare, la realtà che mi circonda, compresi quindi i giovani. Da molto tempo vado dicendo che la società italiana, e quando parlo di società italiana - badate bene - intendo sempre riferirmi soprattutto al mondo dei giovani, e omologata, si sta omologando. Si stanno distruggendo le varie culture particolari, i vari uni­versi regionali, che rappresentano delle culture reali, il pluralismo su cui si e sempre fondata l'Italia. Vado ripetendo da molto tempo che tale omologazione fino­ra si presenta come distruttrice: la sua prima qualità e quella di distruggere dei modi di essere, delle qualità di vita, quelli che io chiamo dei valori, e quindi dei comportamenti.
di Pier Paolo Pasolini
Dibattito tra Cesare Luporini, Pier Paolo Pasolini e Amos Cecchi su «Gli orientamen­ti ideali delle nuove generazioni », svoltosi la sera di sa­bato 6 settembre 1975 alla Festa nazionale de l'Unità, al parco delle Cascine di Firenze. Critica Marxista, 5/6 settembre-dicembre 2020, pp.71-83.

LA CENSURA:
"Insomma sulla censura si compie molto spesso un grande errore: quello di accettare la discussione sul piano su cui la pongono i censori: cioè sul piano moralistico-sessuale. Invece no: bisogna ignorare totalmente il loro ipocrita pretesto: è tanto chiaro che lo capisce anche un bambino, che la CENSURA É SOPRATTUTTO UN FATTO POLITICO, dove il sesso è una semplice e spudorata elusione... La censura intimidisce, minaccia ... pone al pubblico un falso obiettivo, distorcendo completamente la sua capacità di comprensione ... getta il discredito, la denigrazione, lo scandalo sull'autore, il quale perde così di rispettabilità e di attendibilità. E questo è il risultato veramente più diabolico ..."
di Pier Paolo Pasolini
Vie Nuove" 17 dicembre 1960, n.50. in "Le belle bandiere: dialoghi 1960-65", Roma, Editori Riuniti, 1977, p.96.

GLI INVENTORI DI SLOGAN:
"Ho accusato i miei contemporanei di moralismo (i liberali) e di estetismo (i cattolici), ambedue, moralismo e estetismo, presupponenti un mondo immutabile (figurarsi l'Italia!), definitivo, concentrico, dove avesse reale valore una sola cultura; quella della classe dominante, cui i letterati flebilmente appartengono, anarchici o servi, angosciati o sciovinisti, conformisti o scapigliati, aperti (i cattolici estetizzanti) o chiusi (i cattolici estetizzanti, anche loro antifascisti).
Ora sta nascendo un nuovo tipo di critica: quello presupposto dal neocapitalismo per le masse consumatrici. Sarà divertente vedere la critica farsi più chiara e accessibile e imporre alle masse quello che le masse sono presupposte imporre. In questo giro di cultura aprioristica e preordinata i critici si ridurranno ad essere degli inventori di slogans."
di Pier Paolo Pasolini
"L'Illustrazione Italiana" (1962) © “L’Espresso” (1988)

MANIPOLAZIONE ANTROPOLOGICA:
"La cultura italiana è cambiata nel vissuto, nell'esistenziale, nel concreto. Il cambiamento consiste nel fatto che la vecchia cultura di classe (con le sue divisioni nette: cultura della classe dominata, o popolare, cultura della classe dominante, o borghese, cultura delle élites), è stata sostituita da una nuova cultura interclassista: che si esprime attraverso il modo di essere degli italiani, attraverso la loro nuova qualità di vita. Le scelte politiche, innestandosi nel vecchio humus culturale, erano una cosa: innestandosi in questo nuovo humus culturale sono un'altra. Un operaio o un contadino marxista degli anni quaranta o cinquanta, nell'ipotesi di una vittoria rivoluzionaria, avrebbe cambiato il mondo in un modo: oggi, nella stessa ipotesi, lo cambierebbe in un altro modo. Non voglio fare profezie: ma non nascondo che sono disperatamente pessimista.
Chi ha manipolato e radicalmente (antropologicamente) mutato le grandi masse contadine e operaie italiane è un nuovo potere che mi è difficile definire: ma di cui sono certo che è il più violento e totalitario che ci sia mai stato: esso cambia la natura della gente, entra nel più profondo delle coscienze."
di Pier Paolo Pasolini
"Scritti corsari. Gli interventi più discussi di un testimone provocatorio" Milano, Garzanti, 1975



1 commento:

  1. Come ci manca PPP; adesso e'ancora forse oiu'
    attuale di 50 anni fa'.

    L'esegesi piu' interessante della sua opera
    e' stata completamente rimossa dal mainstream culturale;di fatto il lavoro di giuseppe zigaina
    e' quasi sconsciuto alle nuove generazioni.

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