martedì 30 aprile 2024

INTELLETTUALI O-SCURATI


La censura è sempre deprecabile e sicuramente i dirigenti RAI hanno gestito malissimo la faccenda. C'è sempre "un invaso e un invasore", però talvolta la verità è più articolata di quanto sembri. Bisogna sempre tornare indietro nel tempo e capire chi ha fatto o detto cosa, perché la categoria dei buoni e dei cattivi lascia il tempo che trova, mentre la stupidità regna sempre sovrana.
Scurati, il grande intellettuale che lodava i potenti come Draghi, invitandolo ad usare metodi autoritari, oggi si scandalizza per le derive fasciste della censura RAI perché non lo paga 1800 euro per un minuto di monologo contro la Meloni. Per carità, il lavoro va pagato qualunque esso sia, ma allora il problema è di ben altra natura. 
Se l'esimio scrittore aveva questa impellente urgenza di leggere il suo meraviglioso pistolotto, poteva farlo anche gratis.
Se era veramente un caso di coscienza civile non rimandabile, si sarebbe potuto sacrificare anche per meno, almeno questa volta. Avrebbe recuperato la pecunia mancante con mille altre ospitate pronte a glorificare il suo martirio.
Scurati, quello che all'epoca del Green pass inveiva contro chi criticava i divieti e l'obbligo vaccinale, facendo notare che altrove sarebbero stati eliminati (non come noi che siamo buoni e democratici e permettiamo a malincuore che scendano pure in piazza).
Schierato dalla parte della scienza con l'H e dei tecnocrati calati dall'alto, contro quei villani populisti che venivano gentilmente contenuti dagli idranti. Quelli andavano bannati dalla comunità, messi all'indice, irrisi e colpevolizzati.
O-scurati dall'odierna piccola armata Brancaleone di destra, ma cullati da ben altre destre neoliberiste o diversamente declinate, quelle neoaristocratiche della finanza, del vero potere, come lo stesso scrittore ama definire Draghi.
Scurrile la sua erudizione di facciata, l'oscurato Scurati, ma oscuro Curato che ben custodisce la propria curazia finto-progressista in nome della democrazia dei tecnici, che incarnano il vero tecno-fascismo.
Ora dice che si guarda alle spalle, ha paura di essere un bersaglio. L'unico bersaglio è quello che lui non vede o vuol vedere, colpendo i pesci piccoli per salvare quelli grossi, con tanto di legittimazione papale dal tempio del salottismo.
Leggiamo allora l'incredibile letterina che scrisse nel 2022 sul "Corriere della Sera", tessendo le lodi di Draghi, con lingua felpata, prostrandosi come il più umile tra i vecchi giullari, e con un contenuto che appare involontariamente grottesco e demenziale.
(Tutto vero, e non è Paolo Villaggio che si rivolge al mega-presidente galattico)

«CARO PRESIDENTE, ECCO PERCHÉ NON DEVE MOLLARE»
Seguono alcuni estratti dal testo:
"Esimio Presidente Draghi, mi scuso in anticipo di queste mie parole. Le sto, infatti, scrivendo per chiederle di umiliarsi.
Scendere a patti con la misera morale che spesso, troppo spesso, accompagna la condizione umana dei politicanti è mortificante per chiunque. Eppure, sicuro di interpretare il sentire di moltissimi italiani, è proprio questo che le chiedo di fare.
Qualunque cosa si voglia pensare di lei, non si può negare che la sua sia la storia di un uomo di straordinario successo.
Durante tutta la sua vita, lei ha bruciato le tappe di una carriera formidabile.
Prima da Governatore della Banca d’Italia e poi da Presidente della Banca centrale europea, lei ha retto le sorti di una nazione e di un continente; le ha tenute in pugno con il piglio del dominatore, sorretto da una potente competenza, baciato dal successo, guadagnando una levatura internazionale, un prestigio globale, un posto di tutto rispetto nei libri di storia.
Ha conosciuto il potere, quello vero, ha conosciuto la fama degli uomini illustri, la vertiginosa responsabilità di chi, da vette inarrivabili, decide quasi da solo della vita dei molti.
Si racconta che un giorno un funzionario disonesto sia stato trascinato al cospetto di Talleyrand. Pare che il piccolo uomo, per giustificare le sue malefatte, abbia detto: «Eccellenza, si deve pur campare». Si racconta che il grande uomo, pari di Francia, lo abbia fulminato con queste parole: «Non ne vedo la necessità».
Ebbene, è la sola giustificazione che molti dei parlamentari italiani responsabili della attuale crisi potrebbero addurre.
È la sola risposta che noi dovremmo opporre."

Tratto da una storia vera.

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