mercoledì 18 ottobre 2023

NUOVA FASE: TERRORISMO E GEOPOLITICA



Sparatoria a Bruxelles, un lunedì di sangue nel cuore della capitale europea. Un uomo armato di kalashnikov ha aperto il fuoco uccidendo due cittadini svedesi.
Secondo una prima ricostruzione dei fatti, la sparatoria sarebbe avvenuta intorno alle 19,15, ora locale, nei pressi di Place Sainctelette. La scena è stata ripresa da un residente della zona. Nel filmato si vede un uomo con una giacca arancione fluorescente e un casco bianco che spara su alcuni passanti inseguendoli fin dentro una galleria commerciale, e poi sale su uno scooter facendo perdere le sue tracce.
Successivamente, viene fuori un altro video, ripreso da un'abitazione, che inquadra il terrorista prima dell'attentato, mentre apre un imballaggio di cartone e inizia a montare il kalashnikov, il tutto in bella vista, con ancora la luce del giorno, senza preoccuparsi affatto di essere notato.
Ricapitolando, siamo in presenza di un attentatore che ha fatto ogni cosa possibile per farsi notare, compresi video prima e dopo la strage postati sui social (ed io che vengo bannato da FB per una virgola di troppo), vestito di tutto punto, con giacca fluorescente arancione. Come se non bastasse, al posto di preparare il suo vistoso fucile automatico in casa e, magari, nasconderlo in una custodia, si piazza in ginocchio a montare il suo AK-47 da una confezione stile Amazon, nel tardo pomeriggio con ancora la luce del giorno, su di un marciapiede accanto ad una strada centrale. Il tutto mentre scorrono macchine e passanti.
Il terrorista tramite i video dice di essere un combattente dell'ISIS e di voler rivendicare i morti civili palestinesi.
Scappa su di uno scooter, con una giacca elettrica visibile anche a 1 km di distanza, spara e uccide due probabili tifosi svedesi e, nonostante le migliaia di telecamere fisse in ogni punto della zona, pare irreperibile e non localizzabile.
Sembra una scena di un film di spionaggio, ma purtroppo è la cruda realtà.

Dovremo quindi abituarci o riabituarci al terrorismo? Vogliono la guerra di civiltà?
Chi vuole la guerra tra civiltà?
La nostra reazione è quella emotiva, LORO lo sanno e lavorano per questo. Vogliono creare un modello sociale di strategia della tensione perenne in modo che l'occidente sia sempre meno democratico, meno liberale e si trasformi lentamente in una democratura o in regimi autoritari, spostando l'elettorato sempre più a destra. Vogliono che questa restrizione dei diritti di manifestare contro lo status quo sia accettata in primis da noi occidentali, ed infatti, le prime reazioni dei nostri politicanti vanno curiosamente in quella direzione.
Un terrorismo senza fine, che colpisce in random la popolazione, una guerra allargata all'Iran, con lo spettro di un'apocalisse nucleare, servono proprio a questo, a convincere l'opinione pubblica di una guida forte dall'alto, della creazione di nuove oligarchie-monarchie diverse dalle attuali democrazie. Sistemi che possano gestire il caos da loro stessi provocato su di un ginepraio di nazioni in conflitto tra loro.
Forze oscure che, nei piani alti comprendono e coincidono con tutti gli attori in campo, mentre su di un livello empirico si manifestano attraverso fazioni nemiche, amiche, nemiche/amiche.
La loro speranza è che il popolo si limiti a tifare l'uno o l'altro schieramento, come nel Calcio e non comprenda quanto sia complesso ed articolato il potere.

Aver colpito due cittadini svedesi forse è collegato alle frizioni tra Turchia e Svezia.
Ogni passo è inerente al riordino planetario di ogni singola nazione e dei suoi rapporti di forza nel grande network della geopolitica, oltre a spingere i moderati ed i mediatori, che vorrebbero un conflitto più light, a diventare falchi ed esasperare le tensioni in atto.
"Israele ha il diritto di difendersi e la protezione dei civili è essenziale. Nessuna nazione o organizzazione ostile a Israele dovrebbe cercare di trarre vantaggio dalla situazione o di intensificare il conflitto". È il punto fermo posto dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, al termine di una riunione dei ministri della Difesa all'Alleanza che aggiunge: "Abbiamo visto orribili immagini dell'attacco del weekend. Immagini che hanno confermato la brutalità dell'attacco di Hamas contro civili e innocenti. Ha avuto un forte impatto su di noi vedere queste immagini e questi video. Nell'evoluzione del conflitto è importante proteggere i civili, c'è una legge della guerra, c'è una questione di proporzionalità".
Poi ritorna anche la questione dei "terroristi" curdi, protetti in Svezia e ricerati dai turchi e dai Fratelli Musulmani, e l'attacco di Bruxelles sembra puntare a questo obbiettivo, oltre ad alimentare la strategia della tensione. Ci sono più ragioni, più livelli che si incrociano in un labirintico risiko, dove ogni attore rivendica le sue volontà.
In Svezia un uomo curdo è stato condannato a quattro anni e mezzo di carcere per aver cercato di finanziare il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK). È la prima volta in Svezia che la legge antiterrorismo viene applicata a un caso che riguarda quest’organizzazione, da quando è stata aggiornata il mese scorso. Il PKK è un’organizzazione politica e paramilitare, che dal 1984 si oppone al governo della Turchia. Turchia, Unione Europea e Stati Uniti la considerano un’organizzazione terroristica. La Turchia accusa la Svezia di sostenere e accogliere membri del PKK e di altre organizzazioni curde. La definizione di gruppo terroristico riferita al PKK è molto controversa e dibattuta, anche perché la popolazione curda in Turchia è stata ed è ancora oggi oggetto di persecuzione.
Nel frattempo, la guerra continua e viene colpito un ospedale a Gaza. Sia Hamas che Israele potrebbero essere responsabili ed ognuna delle parti attribuisce la strage all'altro.
Una cosa è certa, il conflitto si sta allargando sempre più, tra l'imbarazzo di Biden, Putin che sembra voler entrare in scena e l'Iran che scalpita.

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