lunedì 6 novembre 2023

SUB-PALESTINA E INTERESSI SOTTERRANEI

 



Ho preso in prestito questa immagine da un video-game, perché rende l'idea di come sia organizzata la SUB-PALESTINA.
La Striscia di Gaza è lunga 40 km e larga nel suo punto più esteso una decina di km, ma la parte più interessante sono i 500 km sottoterra dove pare esserci il centro operativo e militare di Hamas.
Fino a 45 metri di profondità, alcuni analisti di Intelligence dicono 80 metri ed almeno 8 piani, alcuni alti una decina di metri per i convogli, i missili e gli armamenti di ogni genere.
Allora, pensare di eliminare Hamas che, solo in parte, si organizza nell'oltretomba, per il resto si nidifica nei paesi arabi come il Qatar, significa solo una cosa, fare tabula rasa della Palestina, eliminare fisicamente almeno metà della popolazione (fare una riserva indiana con la rimanenza), e ricostruire una striscia israeliana con i soldi occidentali e dei vari Fratelli Musulmani che giocano su più piani contemporaneamente.
Perché dubito che i militari israeliani scenderanno nelle viscere della terra, debellando tutti gli armamenti, arrivando fino alla tana centrale del nemico, se non al costo altissimo di migliaia di soldati. Per distruggere la Sub-Palestina ed il suo labirinto di 500 km, occorrerebbe radere al suolo tutta la Striscia di Gaza.
Questa è l'idea che vogliono perseguire? Perché se è questa la volontà, andiamo incontro a un genocidio o, nel "migliore dei casi", a una deportazione di massa.
Perché non colpire direttamente i vertici apolidi di Hamas che risiedono in altri paesi come il Qatar? Forse non è Hamas l'obiettivo principale, ma solo il mezzo per occupare "legalmente" nuovi territori.
Diciamola tutta, lo scopo ultimo per Israele, ovviamente nella sua attuale governance di estrema destra, è creare una nuova colonia industriale e portuale che possa sfruttare a pieno i grandi giacimenti petroliferi siti a pochi km dalla costa palestinese che si insidiano fino a 5 km di larghezza all'interno. Pare ci siano giacimenti imponenti e tra i più grandi del mediterraneo, quale miglior occasione per occupare definitivamente territori così strategici?
Già oggi i palestinesi sono interdetti allo sfruttamento di gas naturale al largo delle loro coste, ma il problema in questo caso sarebbero i principali "sostenitori" della Palestina come i turchi ed anche i russi, intesi come competitors degli israeliani e dei loro partners.
L'ENI è coinvolta nel progetto e ciò è noto a tutte le potenze planetarie, non è certo un segreto, anche se viene taciuto dai media occidentali, nonostante sia dibattuto perfino nei giornali di opposizione israeliani.
Questo petrolio sarà gestito da Israele e da alcuni paesi arabi in affari con gli USA, il tutto sulla pelle dei palestinesi.
L'Egitto dovrebbe quindi ospitare la maggioranza dei palestinesi deportati, creando zone per i profughi, in cambio di importati aiuti economico-militari. Si vogliono ridisegnare i confini e aggiornare i rapporti di forza economici in tutto il medio oriente.
In fondo, Hamas è una creazione di sezioni di Intelligence israeliana in join venture con i Fratelli Musulmani collegati alle lobby occidentali. Talvolta viene utilizzata proprio per giustificare nuove guerre, nuovi conflitti, nuove colonie, nuovo sfruttamento industriale, in relazione ai ruoli geopolitici che stanno per essere riscritti.
Il popolo palestinese, che nulla c'entra con gli attentati del 7 ottobre scorso, è quindi schiacciato da una parte e dall'altra, dai bombardamenti a tappeto che hanno massacrato 10.000 civili e il fronte di Hamas, che impedisce loro di fuggire a sud della striscia, minacciandoli di morte.
Un inferno dentro un altro inferno, ecco perché bisognerebbe iniziare a puntare l'attenzione seriamente su questo dramma che potrebbe allargare il conflitto in corso.
Fortunatamente, da più parti nel mondo e perfino dentro Israele, si stanno moltiplicando le manifestazioni di pace e contro questa guerra asimmetrica.
Diverse personalità politiche, intellettuali, personaggi influenti, iniziano a criticare l'intervento militare israeliano che non rispetta nessuna convenzione dei diritti umani
Gli stessi USA, l'ONU cercano, forse ipocritamente, di moderare l'intervento, ma per ora con evidenti scarsi risultati. Se questi miti consigli avranno un seguito e prevarrà la moderazione, forse il destino dei palestinesi, ma anche del popolo israeliano, non sarà segnato, al contrario, non vedo vie d'uscita, se non un potenziale allargamento della cosiddetta guerra di civiltà, una crescita dell'antisemitismo e, probabilmente, nuovi attentati terroristici.







1 commento:

  1. Sulle due "fazioni", parti, raggruppamenti, chiamateli come volete, in lotta, reputo interessante questo pezzo: https://www.mittdolcino.com/2023/11/07/il-cortocircuito-sullantisemitismo-nei-media-svela-il-vero-motivo-del-caos-indotto-da-hamas-ossia-dal-quatar-in-israele-per-conto-di-chi/ - nel quale si scrive: "Il motivo di tale caos – voluto – in realtà sta tutto nella lotta di potere tra fratellanze avversarie, ormai ai ferri corti. Ossia, prossime alla guerra:

    da una parte le fratellanze europee, che attendono per i prossimi anni l’annuncio del Nuovo che dovrà arrivare sulla terra;

    dall’altra il blocco incumbent che deve difendersi, pur avendo gestito benissimo le alleanze, fin troppo bene fino ad ora, tanto da richiedere l’incredibile destabilizzazione di Israele per giustificare un disperato tentativo dio ovviare a quanto invece sempre inevitabile

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