Lo stregone Don Juan insegna al suo allievo a percorrere un viaggio di consapevolezza ma per Castaneda devono passare 30 anni di dura disciplina prima che egli capisca cosa si intende per viaggio evolutivo di consapevolezza. “Gli uomini non conoscono la propria essenza e sono colmi di incredibili risorse che non utilizzano mai”.
“Lo sciamano è colui che sfiora i confini della totalità dell’energia possibile.”
Don Juan aiuta Castaneda a penetrare a poco a poco in realtà parallele e a dominarle. Gli insegna i passi magici che altri stregoni hanno messo a punto prima di lui, per modificare la distribuzione dell’energia, spostando il punto di consapevolezza.
I passi magici vengono insegnati in cerimonie segrete, un poco alla volta, via via che l’apprendista avanza lungo la sua via.
Ogni uomo ha una quantità fissa di energia, ma può distribuirla diversamente e da questa distribuzione nasce la sua forza o debolezza.
L’energia è un flusso di luce, una corrente, una vibrazione simile a un vento.
In condizioni ordinarie “ogni parte del corpo umano è impegnata nel trasformare questo flusso vibratorio nei dati sensoriali che creano una certa visione del mondo.” Lo stregone interrompe il sistema ordinario di interpretazioni. Quello che accade dopo viene detto “vedere”, cade la rappresentazione ordinaria e ci si trova improvvisamente di fronte a ‘l’energia che scorre nell’universo’.
E’ allora che si può vedere chiaramente l’uomo come una cipolla, formata da migliaia di strati di energia.
Questo complesso di strati energetici viene chiamato aura umana:
“La configurazione energetica umana è un conglomerato di campi di energia tenuti insieme da una forza vibratoria che li lega in una sfera luminosa… Gli esseri umani, per chi sa "vedere", sono esseri luminosi, simili a grandi uova o meglio palle di luce, formate da fasci di fibre in movimento. Il principale è un fascio di luce che esce dalla zona dell'ombelico, esso è di grande importanza per la vita di un uomo ed è il segreto del suo equilibrio. Le persone deboli hanno fibre molto corte, quasi invisibili; le persone forti hanno fibre brillanti e lunghe che sembrano un alone. Dalle fibre si può capire se la persona è sana o se è meschina, se è gentile o traditrice ecc.."
“Sul lato posteriore della palla luminosa c’è un punto che brilla con maggiore intensità, esso è fondamentale perché trasforma l’energia in dati sensoriali. Gli antichi lo chiamarono ‘punto d’unione’ e ritennero che là venisse elaborata la percezione.”
“Nell’uovo luminoso c’è una fessura all’altezza dell’ombelico, quando la morte arriva colpisce questo punto con la forza di una spada.”
Nel corpo il punto di unione si trova tra le scapole.“Per far spostare il mio punto di energia Don Juan mi dette un colpo tra le scapole così forte da farmi mancare il respiro.. pensai di essere svenuto.. lame accecanti sbucavano da ogni dove…Egli disse che per un attimo avevo sognato i filamenti dell’universo”.
Il punto di unione di solito sta ben fisso, così gli uomini credono che la loro visione del reale sia unica e permanente e credono di vedere l’unico mondo possibile “In realtà numerosi mondi sono a disposizione della percezione umana” si può attraversarli quando il punto di unione si sposta.
Nel mondo moderno l’abitudine e l’educazione fissano una particolare distribuzione dell’energia, da cui nasce una determinata percezione della realtà. Lo sciamano rompe questa distribuzione e dunque cambia i parametri ordinari della percezione. Ciò permette di entrare in mondi inimmaginabili.
Ma questo lavoro può essere fatto anche agendo sul corpo. “Se vuoi ottenere il benessere fisico e l’equilibrio mentale hai bisogno di un corpo flessibile…Devi poter trasportare l’energia da un punto all’altro dell’uovo luminoso, spostandola nei centri vitali per raggiungere l’equilibrio. “
Castaneda racconta come arriva a vedere l'aura, dapprima alterando la propria coscienza col pejote, poi con la volontà, come un vero e proprio sciamano. "Vidi un oggetto rotondo luminoso, ogni sua parte si muoveva come se fosse un flusso ondulatorio e ritmico, non si muoveva mai al di là dei suoi limiti, ma trasudava movimento in ogni suo punto...era un palpito che ipnotizzava, un tremolìo infinitamente veloce di qualche cosa."
“L’aura di uno sciamano è come una sfera luminosa formata da 4 comparti, simili a 4 globi luminosi pressati l’uno contro l’altro… Grazie a questa straordinaria energia, i nagual possono essere intermediari tra mondi… Gli sciamani possono dare l’insegnamento per il lato sinistro che avviene solo in stato di consapevolezza intensa”.
L’iniziazione è graduale, l'uomo deve morire a se stesso, cioè destrutturarsi, perdere la conoscenza ordinaria, e questo è l'atto più difficile. E' un momento di pura volizione, molto rischioso, perché noi siamo ciò che conosciamo e ci identifichiamo con quello, per cui sentiamo la destrutturazione come una morte, ma non abbiamo altro modo per far entrare il nuovo in noi.
Lo sciamano è uno che ha superato la propria morte, che è nato due volte. Essere morti e rinati è spesso la condizione ottimale per assumere una nuova conoscenza. Molti di coloro che sono tornati da morte o l’hanno scampata miracolosamente spesso si trasformano in sciamani naturali e manifestano chiaroveggenza e altre doti.
La veggenza è un ampliamento delle facoltà percettive (sensi, mente, cuore, intuizione e anima), che produce una consapevolezza intensa, cioè una coscienza straordinaria.
E' quello che Don Juan chiama “il secondo tipo di attenzione”, con esso possiamo vedere ogni struttura vivente come un campo di radiazioni luminose e possiamo scorgere l'AURA umana come un uovo di luce.
"Noi crediamo di essere circondati da oggetti- dice lo stregone- ma in realtà siamo circondati da emanazioni".
Don Juan chiama la fonte di queste emanazioni: "L'AQUILA". “Ricordiamo che l’universo è un infinito agglomerato di campi di energia che somigliano a fili di luminosità. Questi campi sono chiamati emanazioni dell’Aquila.”
L’Aquila è dunque l’energia universale e gli esistenti sono le forme che emanano da essa.
“Anche gli esseri umani sono composti da un incalcolabile numero degli stessi filiformi campi di energia. Solo una piccolissima parte di essi sono illuminati da un punto di intenso splendore situato sulla superficie dell’Uovo. In quel punto si addensa la percezione. Quando questo punto si sposta nell’Uovo si cambia tipo di percezione. Quando illumina campi di energia fuori dell’Uovo si ha la percezione di altri mondi.”
“Quando il punto di unione si sposta si ha ciò che si chiama VEDERE.
Ad ogni spostamento corrisponde un mondo, altrettanto reale e obiettivo quando il nostro”.
Lo stregone va in questi mondi per attingere energia, risolvere problemi, conoscere l’ignoto.
Lo aiuta l’Intento, la forza universale che ci permette di percepire. L’intuizione è una nostra facoltà personale, essa può connettersi con l’Intento che è invece un potere universale.
Lo stregone cerca lo stato di consapevolezza intensa per sperimentare tutte le possibilità di percezione, questa ricerca può comportare una morte alternativa (cioè morire al nostro mondo per vivere in altri).
Don Juan insegna due vie per raggiungere questo scopo:
-il Sognare, cioè l’arte e il controllo dei sogni
-e l’Agguato, cioè il controllo del comportamento.
Ricordiamo che, in America come in Siberia, in tutto l’universo sciamanico l’Energia assoluta è chiamata ‘l’Aquila’. La sua forza è invocata dallo sciamano per aiutare il suo volo: “Lo sciamano danza a lungo, cade a terra senza coscienza e la sua anima è innalzata al cielo in una barca trainata da aquile”. Gli indiani del Nordamerica usano le piume d’aquila per le esperienze estatiche, il volo sciamanico e la guarigione. L’aquila è un uccello iniziatico, è un veicolo per l’anima dello stregone perché è in grado di passare da un mondo all’altro. In Siberia è considerata il padre degli sciamani. E’ il simbolo del sole cioè della vita, per gli indù come per gli indiani d’America. Gli sciamani americani portano ali d’aquila.
Gli Aztechi conoscono due energie, una tellurica rappresentata dai guerrieri-giaguaro, l’altra celeste, uranica, rappresentata dai guerrieri-aquila.
Gli imperatori aztechi sedevano su troni con pelle di giaguaro e portavano corone di piume d’aquila.
L’aquila è l’occhio penetrante, che vede tutto, come l’occhio di RA, il falco egizio.
Anche la Bibbia rappresenta spesso gli angeli con volto di aquila.
In Messico come in tutta l’Asia il potere supremo è rappresentato dall’aquila a due teste o bicipite.
“L’Aquila è una forza impersonale, che ha in serbo un’infinità di cose per coloro che osano cercarle. E’ una forza dell’universo, al pari della luce e della gravità, un fattore agglutinante, una forza vibratoria che unisce il conglomerato di campi di energia che corrisponde agli esseri umani in una unità concisa e coesiva. Questa forza vibratoria è il fattore che impedisce all’energia di entrare e uscire dalla palla luminosa”.
“L’Aquila è una forza gigantesca, un immenso agglomerato di campi di energia, il mare oscuro della consapevolezza.”
“Essa presta la consapevolezza a ogni essere vivente, e quando questi muore è costretto a restituirla.”
“Morendo, ogni essere consegna all’Aquila la sua esperienza di vita e la consapevolezza che ne ha tratto.”
“Nella morte la forza vitale entra in un viaggio infinito di percezione, l’energia si trasforma in una forma speciale diversa da prima che conserva tuttavia il marchio della sua individualità.”
"Le emanazioni dell'Aquila sono una entità, in sé immutabile, che comprende tutto, tutto ciò che esiste, tutto ciò che si conosce e tutto ciò che si può conoscere."
"La nostra luminosità è dovuta a una minuscola parte delle emanazioni dell'Aquila che è racchiusa nel nostro bozzolo a forma di uovo."
L’uovo luminoso. Questo bozzolo è descritto come alto circa due metri e dieci e largo un metro e sessanta, ma santi e veggenti hanno bozzoli più luminosi e grandi.
"I filamenti del bozzolo sono consapevoli di se stessi, vivi e vibranti, e ce ne sono così tanti che i numeri perdono di significato e ognuno di essi è in sé un'eternità."
"I veggenti chiamarono la consapevolezza lo splendore dell'uovo luminoso."
Noi siamo dunque formati da fasci di radiazioni luminose in cui è un punto dove la consapevolezza si raccoglie, punto di unione.
Il mondo è formato da grandi fasce di emanazioni che si riuniscono in gruppi, costituendo tutte le cose, dagli esseri organici a quelli inorganici.
“Don Juan mi spiegò che un veggente vede l’universo come un numero infinito di campi di energia che gli appaiano come filamenti luminosi che si diramano in tutte le direzioni e attraversano le palle luminose cioè gli esseri umani. Un tempo le aure umane erano più alte, non erano palle ma uova, ora esse si sono abbassate, di conseguenza i campi luminosi che toccavano gli uomini alla sommità ora non li toccano più”.
Di queste fasce si parla con varie metafore in tutte le culture e filosofie.
Questa visione somiglia per es. a quella di Plotino e dei Neoplatonici.
Plotino era un filosofo del 3° sec. d.C., nella sua visione mistica tutte le cose emanano progressivamente da Dio; ogni ente viene immaginato come formato da 7 campi di forze, ognuno dominato da una vibrazione, che nel campo vegetale corrisponde a una pianta, nel campo minerale a una pietra, nella banda della luce a un colore, nella scala musicale a un suono, nel mondo astrologico a un pianeta....
Dice Castaneda: “Scoprii che l’energia del nostro mondo tremola. Manda scintille. Non solo gli esseri viventi ma tutto ciò che appartiene al nostro mondo brilla di una personale luce interiore. Don Juan mi spiegò che l’energia del nostro mondo consiste di strati di colori scintillanti… principalmente tre: uno strato superiore bianco latte, un strato vicino verde pallido, un altro color ambra”.
Molte cose lo stregone insegnò a Castaneda. Dopodiché gli lasciò un compito: “Chiudere la porta quando te ne vai”, cioè assumersi la responsabilità di cosa fare con quello che aveva imparato.
E Castaneda trasmise i passi magici chiamandoli Tensegrità, un termine architettonico che indica l’insieme di tensioni e compressioni che costituiscono un muro così che ognuno agisca con la massima efficacia ed economia combinando le proprie energie così come si combinano in una cattedrale gotica le diverse forze che tengono in piedi l’edificio.
I passi magici. Don Juan insegna al suo allievo i passi magici. Questi non erano stati inventati, erano stati scoperti, e aiutavano a entrare nello stato sciamanico. Gli sciamani li avevano trovati per caso e “il tremendo ed eccitante vigore che li animava era tale che fecero di tutto per rivivere tali sensazioni anche nello stato di veglia”.
Gli stregoni si erano resi conto che ogni volta che erano in stato modificato di coscienza il loro corpo si era mosso spontaneamente in certi modi e quei movimenti avevano creato sensazioni straordinarie di benessere fisico e mentale. Gli stregoni erano stati come sommozzatori che avevano tratto tesori dal profondo del mare. I movimenti erano magici perché producevano un sottile cambiamento nell’energia, il tocco dello spirito, come se “i praticanti potessero ristabilire un legame inutilizzato con la forza vitale che li sostiene”.
Ogni essere luminoso ha il suo doppio, o corpo di energia, ma solo il guerriero lo sa e impara a sviluppare il suo doppio attraverso il sognare e, più egli è senza macchia, più questo doppio è puro.
Ma se invece un uomo è malvagio, il suo doppio avrà poteri malvagi.
L’uomo di potere non è per ciò stesso un santo, al contrario può essere un demone malvagio e pericoloso, e quanto più avrà potere tanto più potrà accecare e confondere gli altri, producendo energia negativa anche quando sembrerà a qualcuno un santo o un liberatore.
Non c’è differenza tra un angelo e un demone, sono entrambe energie possenti e possono assumere le stesse sembianze e usare lo stesso linguaggio.
La differenza è che un santo è un liberatore, un demone è un imprigionatore.
Il primo aiuta la formazione di creature autonome e indipendenti, il secondo crea sudditi schiavi che non sanno vivere senza dipendere da lui e non sanno pensare e giudicare con la propria testa.
Il doppio ha inizio dal sognare, per questo lo stregone Don Juan insegna a Castaneda "l'arte dei sogni".
Noi possiamo sognare a occhi aperti o chiusi, c’è un tipo ordinario di sogni e un tipo speciale che sposta la consapevolezza in altri regni della percezione.
I sogni possono essere porte per entrare in mondi paralleli.
Don Juan chiamava i due modi del sognare “sognar” e “Ensognar” , “suegno”
e “Ensuegno” e solo quest’ultimo è il sognare degli stregoni che apre altri mondi, così veritieri che in essi si può vivere e morire…
La maggior parte dei sogni sono immaginari e fantastici, frutto del nostro sistema neurologico, puramente digestivi delle emozioni della vita, ma ci sono dei sogni speciali che sono veri e propri stati di consapevolezza intensa, in cui si genera energia.
Imparare a gestire i sogni vuol dire imparare a muoversi attivamente nell’energia, agendo attraverso il nostro doppio.
Il primo comando fu: "Sogna le tue mani".
L'allievo deve imparare a non subire il sogno ma a gestirlo. Anche la vita è sogno, se impari a diventare attivo nei tuoi sogni, saprai dirigere anche l’energia della tua vita.
C’erano vere procedure per imparare a sognare. Sognare al modo degli stregoni comportava uno sforzo immane perché “significava mettersi in contatto con la forza indescrivibile che pervade ogni cosa, l’‘intento”. Si poteva aprire questo contatto con qualsiasi disciplina rigorosa. Nel mondo della magia rituali e procedure sono importantissimi e devono essere compiuti in modo impeccabile ma allo stesso tempo di per sé sono inutili e sono solo strumenti per focalizzare l’energia. Nessuna procedura produce movimento di energia se l’energia di per sé non si muove.
Gli stregoni, guardando il corpo luminoso della persona addormentata, videro che, quando essa sognava, il punto di unione si spostava entro la sfera luminosa. Dapprima tentarono di produrre questo spostamento con piante psicotrope, ma ottennero spostamenti irregolari e senza controllo, allora coltivarono l’attenzione del sogno.
I sogni straordinari non sono veri e propri sogni ma viaggi nell’altrove prodotti da uno spostamento del punto della consapevolezza nel corpo energetico.
Lo sciamano riesce a fare questi sogni, tuttavia essi sono in genere troppo brevi perché il punto di unione torna al suo posto. Si studiò allora il modo per tenere il punto più a lungo nella nuova posizione e questo fu chiamato l’arte dell’agguato. Qualche sciamano decise addirittura di non tornare più dal luogo che si era aperto davanti a lui, così molti sciamani sparirono, altri tornarono dopo lungo tempo.
Nella sfera globale vennero scoperti 600 punti che aprivano varchi in altre realtà. Se il punto di unione si fissava in uno di essi, il praticante entrava in un mondo completamente diverso.
“Il punto di unione, così come è, riceve un flusso di campi di energia dall’intero universo sotto forma di miliardi di filamenti luminosi che convergono su di lui e lo attraversano, fornendo come risultato la percezione di un mondo. Quando il punto si sposta, è attraversato da un altro insieme di filamenti e dà la percezione di un altro mondo”.
“Sviluppare l’attenzione al sogno significa bussare alle porte dell’infinito”.
“Siamo soli davanti all’infinito e la questione se siamo o meno capaci di superare i nostri limiti può trovare risposta solo a livello individuale”.
Con i Chakra abbiamo visto i rapporti tra i fasci vibrazionali "interni" e il campo esterno. I Chakra sono migliaia, gli Indiani dicono 30.000, ma tra essi alcuni sono più importanti.
Un Chakra una porta dell’energia che fa comunicare l’energia interna personale con quella esterna universale.
Il concetto di porte dell'energia compare presso molti popoli. E' da notare che civiltà diverse hanno privilegiato Chakra diversi, e questo è un indicatore interessante del loro livello di sviluppo e dei loro interessi prevalenti.
Lo stregone tolteco privilegia il fascio energetico addominale, che partirebbe dal terzo Chakra, o Chakra della forza, della volontà.
La stessa cosa vale in Giappone (pensate all'Hara Hiri, o suicidio rituale, in cui ci si trafigge l'HARA che è centro del potere vitale).
In altre culture si privilegiano altri punti energetici, per esempio il misticismo cattolico focalizza l'energia sul cuore o sulla sommità del capo (aureola dei santi o Santissimo Cuore di Gesù).
In culture diverse i punti di fuoruscita delle fibre luminose corrispondono a zone simili del corpo fisico. In genere i principali sono da 5 a 9. Sono 5 presso gli Amerindi, 7 presso gli Indiani, 9 presso i Tibetani, probabilmente presso gli egizi, a valutare dagli Zed, o alberi della vita, passarono da 3 a 5.
Il numero varia da cultura a cultura.
Don Juan insegnò a Castaneda tre arti:
-la padronanza della consapevolezza, o enigma della mente di fronte al mistero e alle infinite possibilità della conoscenza.
-l’arte dell’agguato, o enigma del cuore, cioè il rendersi conto che cambiando la percezione cambia il mondo percepito.
-la padronanza dell’intento, o enigma dello spirito, che permette all’energia dello sciamano di proiettarsi in altri mondi.
Gli sciamani dell’antico Messico cercavano avidamente una condizione detta Silenzio interiore “stato naturale della percezione in cui i pensieri sono annullati e tutte le facoltà dell’uomo agiscono da un livello di consapevolezza che non richiede l’utilizzazione del normale sistema cognitivo.”
Il silenzio interiore è il contrario del dialogo interiore, in esso “La percezione umana cade in un pozzo oscuro e la consapevolezza diventa acuta…Le decisioni sono immediate e nascono da una speciale conoscenza che è priva della verbalizzazione-pensiero…La percezione diventa intensa e raggiunge livelli indescrivibili.. ciò è la matrice per un gigantesco passo evolutivo, la conoscenza silenziosa, un livello dove la conoscenza è automatica e immediata… il luogo dove ogni cosa è adesso”.
Il silenzio interiore può essere imparato solo con una lunga disciplina un secondo per volta fino ad arrivare a una durata di qualche minuto.
Per chi sia capace di superare i 10 minuti, il silenzio avviene da sé spontaneamente…Allora si ha un’esperienza straordinaria che è detta fermare il mondo…a quel punto si ha la percezione assoluta dell’energia, si oltrepassa il distacco tra la consapevolezza individuale e quella generale.
Gli effetti sono sconvolgenti. “Quando si ferma il mondo, si rafforza il corpo energetico, la configurazione di energia che è sempre stata capace di vedere l’energia che fluisce nell’universo”.
Don Juan dice che la parte destra e sinistra del corpo sono formate da due diversi tipi di energia, opposti e complementari, che rispecchiano la duplice struttura dell’universo, la sinistra è turbolenta e aggressiva e si muove con movimento ondulatorio, proiettando onde di energia: la destra è come la leggera oscillazione avanti-indietro di una vasca d’acqua.
Don Juan considerava noioso il movimento circolare che ripeteva il comune movimento della vita in cui non poteva esserci espansione e innovazione.
“La qualità a spirale c’è e rimarrà, se potessimo ondeggiare invece di muoverci a spirale, entrerebbe in noi un’energia diversa…Questo movimento circolare produce l’estrema noia che pervade gli esseri umani, una impotenza che ogni tanto genera furiose correnti di violenza”.
Don Juan pensava che la respirazione fosse essenziale per separare il corpo destro da quello sinistro. Il corpo sinistro predilige la calma e il silenzio, quello destro le chiacchiere, l’ordine sequenziale, le gerarchie, le disposizioni e le parate.
Nel corpo l’energia si concentra soprattutto in alcuni centri vitali: nella parte destra del corpo; nella zona del fegato e cistifellea, a sinistra; nella zona del pancreas e milza; poi sulla schiena, attorno ai reni, nelle surrenali; nella v del collo, e, nelle donne, attorno a utero e ovaie.
Ogni centro di energia mostra una concentrazione o vortice simile a un imbuto.
Questo vortice può essere vivace oppure appena accennato.
Nel corpo umano ci sono migliaia di vortici. Un essere umano non è che un conglomerato di migliaia di vortici turbinanti.
Sei di loro però, diceva Don Juan, sono enormi.
Quando l’uomo si lascia sopraffare dalla tensione e dalla stanchezza, l’energia si allontana dai centri vitali e si raccoglie ai margini della sfera luminosa, formando una specie di corteccia.
I passi magici agitano l’energia accumulata rendendola all’organismo, cioè la ridistribuiscono affinché torni a essere utilizzabile. I passi magici interrompono il dialogo interiore “Saturando la memoria cinetica, io creo un sentiero che porta al silenzio interiore”.
Per entrare in altri mondi Don Juan usava la Seconda Attenzione , e insegna a Castaneda alcune tecniche per entrare in dimensioni parallele.
Una di queste è appunto l’arte di sognare.
C’è una modalità particolare del sognare che consente di passare dal sogno ordinario a quello straordinario, un vero spostamento dimensionale con cui si può entrare in mondi paralleli.
Con un lungo e paziente allenamento il sognatore varcherà progressivamente sette porte “Don Juan riteneva che il nostro mondo, da noi ritenuto unico e assoluto, non fosse che un componente di un insieme di mondi consecutivi. La nostra configurazione dell'energia ci permetteva di percepire solo il nostro mondo, ma noi avevamo la capacità di penetrare negli altri, i quali erano reali, unici e assoluti, coinvolgenti quanto il nostro…I mondi nuovi esistevano, erano avvolti gli uni attorno agli altri come gli strati di una cipolla…Il mondo in cui viviamo non è che uno di questi strati”.
Nel condizionamento attuale dell’energia questi mondi ci sono inaccessibili, ma questa configurazione si può modificare. Gli sciamani hanno perfezionate delle pratiche per ricondizionare la struttura energetica e aprire “un varco verso l’infinito”.
“Sognare è percepire più di quel che riteniamo possibile percepire”.
“Solitamente i Sogni vengono analizzati per il loro significato o sono considerati presagi ma non sono mai intesi come un mondo di reali accadimenti… ma qui diventano porte per viaggiare in altre realtà…
Il sognare, allora, non è solo fare sogni e neppure fantasticare o immaginare, può produrre uno spostamento della percezione, un varco che ci apre nuovi regni, quando vi sia una trasformazione nei nostri corpi di energia e una consapevolezza diversa nelle nostre menti…
Sognare è volare in altri regni, vedere energia, preparare il corpo energetico. Gli stregoni acquistano energia col semplice atto di recarsi in altri regni.”
Castaneda lavorò su queste tecniche per 15 anni. Entrava nella Seconda Attenzione, ma, quando si svegliava, non ricordava che parte delle esperienze fatte.
“Qualunque cosa noi percepiamo è energia ma, poiché non siamo in grado di vederla direttamente, la riduciamo a forma e crediamo che essa sia la sola cosa che esiste, pensiamo che il mondo sia fatto da oggetti concreti, in realtà l’energia è la sola cosa che conta. Tutto è energia, l’intero universo. Ma noi dovremmo fare un grande sforzo per percepire questo…La percezione ordinaria è una forma sociale che abbiamo accettato dai nostri antenati, essi crearono un mondo di oggetti consistenti che abbiamo ereditato….Questo tipo di percezione è un sistema predatorio che è efficiente per apprezzare e classificare cibo e pericoli, ma ci sono altri modi di vedere.”
“Gli stregoni antichi videro il mondo come un insieme di filamenti luminosi e consapevoli che si allungavano all’infinito, in questo sistema gli esseri umani erano come forme scintillanti, uova o palle luminose….Un uomo è una gigantesca forma splendente che galleggia. Essa crea, muovendosi, un solco profondo nell’energia della Terra.. in questa forma c’è un piccolo punto luminoso, grande come una pallina da tennis, situato in corrispondenza della punta della scapola destra, a distanza di un braccio dalla schiena”
“Esso è il punto di unione, una zona di luce circondata da un alone…In tale punto avviene la percezione…Attraverso questo punto passa un numero limitato dei milioni di filamenti dell’energia…Il punto di unione ha una sua posizione fissa, da cui vede il mondo in un certo modo, ma se si sposta in posizione diversa crea la percezione di un altro mondo, cioè una percezione straordinaria… La Prima Attenzione è la consapevolezza del mondo di ogni giorno, la Seconda Attenzione è la percezione degli altri mondi..All’inizio questa percezione è tutt’altro che chiara e sembra uno strano sogno. Solo gli stregoni riescono a ricordarla completamente…Lo spostamento del punto di unione è più facile durante il sonno. I sogni sono collegati con lo spostamento, dunque possono essere usati come porta. I sogni sono una botola verso altri mondi…Gli sciamani lavorarono sui sogni, dapprima si aiutarono con piante psicotrope, digiuni, stati di stress…alla fine impararono a gestire il sogno come un’arte raffinata, esercitando un controllo pratico e rigoroso…Occorreva spostare il punto di unione e poi fissarlo in un’altra posizione….L’arte di fissarlo si chiamava Arte dell’Agguato…Durante il sogno si spalanca la botola bidirezionale: noi Sogniamo. E, nei nostri Sogni, stabiliamo dei contatti”.
I primi passi del potere furono questi: Castaneda avrebbe sognato e si sarebbe ricordato di guardarsi le mani.
Per mesi Castaneda provò ma fu un fiasco. Poi un giorno durante un sonnellino sognò che si guardava le mani. Si svegliò immediatamente, Nei sogni successivi provava la sensazione vaga che doveva fare qualcosa e continuava a svegliarsi nel cuore della notte. Alla fine imparò a sognare delle mani ma non gli sembravano le sue e a volte erano un vero incubo. Per mesi andò avanti così poi di colpo ebbe un sogno un po’ troppo reale, era andato troppo in là.
“Nel Sognare ci sono sette varchi- gli disse lo sciamano- e tu devi aprirli uno alla volta.”
“Il primo varco è diventare coscienti di quando cominciamo a entrare nel sonno profondo.”
Guardarsi le mani è solo un espediente per far caso che si comincia a sognare.
“La mente comprende, il corpo energetico intende…Intendere è desiderare senza desiderare, fare senza fare…Il primo varco sarà la consapevolezza non della mente ma del corpo energetico…Usa la determinazione silenziosa senza alcun pensiero per convincerti di aver raggiunto il tuo corpo energetico e di essere un Sognatore…Fa’ questo con immaginazione, disciplina e fermezza.”
“Ognuno ha un alone, l’alone è fioco in chi ha perso conoscenza o sta per morire e manca del tutto nei cadaveri…Il punto di unione e il suo splendore sono indice di vita e di consapevolezza…Il Nagual o stregone è immediatamente percepito dagli altri stregoni come un doppio globo luminoso…Il Nagual è tale solo perché può riflettere meglio di altri l’astratto, lo spirito”.
“Quando il punto d’unione si sposta in una nuova posizione là passano altri filamenti luminosi e si forma un’altra percezione globale, cioè un altro mondo…Se lo spostamento avviene all’interno dell’uovo si percepisce un mondo umano, se abbiamo un movimento fuori dell’uovo si percepisce un mondo oltre l’umano…A volte questo spostamento può avvenire in modo casuale e non controllato, a seguito di correnti di energia che vengono dall’interno o dall’esterno, nell’uomo comune queste correnti di energia sono avvertite come un improvviso disagio, un senso confuso di tristezza seguito da improvvisa euforia”.
“I sogni sono botole a doppio senso verso altri mondi. La nostra consapevolezza attraverso questa botola va in altri regni e questi altri regni inviano esploratori nei nostri sogni…Questi esploratori sono cariche di energia, esplosioni che entrano nei nostri sogni, energia sconosciuta che arriva a noi e a volte prende delle forme… Gli sciamani riconoscono queste correnti, le isolano dal sogno e le seguono fino alla loro fonte”.
“Il secondo esercizio fu di focalizzare l’attenzione solo su un oggetto del sogno lanciando occhiate rapidissime sugli altri affinché non si dissolvessero ma tornando poi sempre all’oggetto punto di partenza.”
“Noi raggiungiamo il primo varco del Sognare quando diventiamo consapevoli che siamo entrati nel sogno oppure quando facciamo un sogno troppo reale… Allora raggiungiamo anche il nostro corpo energetico, che è una controfigura del corpo fisico, una configurazione fantasma fatta da energia pura che non ha massa e può fare azioni che vanno oltre le possibilità del corpo fisico, come volare o spostarsi in tempo reale in un altro punto dello spazio…
Sognare è l’arte di temprare il corpo energetico e di renderlo agile e coerente con l’esercizio graduale. Questo corpo ha una percezione indipendente…tratta con l’energia in termini di energia…vede l’energia come una luce o come una corrente vibratoria o la sente come una scossa o come un dolore”.
“Tutti noi abbiamo un tot di energia fissa che non possiamo aumentare...ma possiamo semplificare la nostra vita con scelte comportamentali, così da non disperdere energia in cose inutili e focalizzarla tutta dove ci serve, eliminando tutto il superfluo della vita. Poiché non c’è modo di attingere energia esterna, possiamo distribuire meglio quella che abbiamo.
Intanto occorre perdere la presunzione, che è il difetto principale dell’uomo.
La maggior parte della nostra energia se ne va nella preoccupazione infinita di essere ammirati, amati e riconosciuti….
Se si persevera abbastanza a lungo le barriere della mente cedono e sboccia l’Attenzione del Sogno”.
“Le streghe non hanno bisogno di supporti. Esse hanno una inclinazione naturale a spostarsi in altri mondi. “
Il secondo Varco del sognare era quello di passare da un sogno a un altro sogno.
Castaneda non sapeva da dove incominciare. Dopo un anno stava contemplando in sogno una finestra e una forza simile a un vento lo tirò fuori dalla finestra presso una fattoria, poi si spostò sulle Sierras e prese a sorvolarle a velocità rapidissima. Come perse il controllo, rientrò nell’oscurità.
Uno dei modi per fare l’esercizio è sognare di sognare oppure sognare che ci si sveglia da un sogno, oppure fissare un elemento finché esso ci attira in un sogno diverso. Durante queste pratiche, Castaneda aveva accessi di paura o disagio o vero terrore.
Castaneda sentiva nei suoi sogni una voce esterna che gli diceva cosa doveva fare (come avveniva nei miei ‘sogni neri’ che spiegavano la realtà delle cose) e Don Juan ipotizzò che fossero entità energetiche che venivano a lui da altri mondi.
Gli esseri inorganici. Gli sciamani avevano scoperto che il mondo è una combinazione di due luoghi opposti e complementari, uno è il mondo che conosciamo o mondo degli esseri organici, l’altro è il mondo degli esseri inorganici che hanno consapevolezza ma non organismo, è un mondo gemello che occupa lo stesso spazio del nostro, noi non ci accorgiamo di loro ma loro si accorgono di noi.
Questi esseri non sono mai stati organici eppure hanno una consapevolezza che si evolve al pari della nostra.
Don Juan gli disse che sulla terra c’erano esseri inorganici che vagavano; gli sciamani li vedevano come sottili serpenti verticali o masse opache simili a candele. Essi sono attratti da noi e interagiscono con noi, la loro consapevolezza è lentissima, e gli sciamani li attirano nei sogni. Quando nel sogno il punto di unione si sposta essi ne sono attratti. Attraversando i due varchi del sognare si può attrarli e sentire le loro scariche di energia.
La loro energia si muove a velocità diversa dalla nostra per cui è difficile entrare in contatto con loro, ma si deve farlo senza paura, con un senso di forza e di distacco.
Possiamo avvertirne la presenza anche nel mondo visibile con un soprassalto fisico, una specie di brivido freddo che ci corre d’improvviso nelle ossa o una specie di scarica elettrica.
Nei sogni proviamo un parossismo di paura, ma, se abbiamo paura, queste forme ci inseguono.
Gli sciamani invece sanno unirsi a loro e farne degli alleati, e il segreto è non averne paura. Non si diventa sciamani se si ha paura.
Occorre abbandonare tanto la presunzione quanto la paura. Il viaggio interdimensionale richiede un sottile senso dell’equilibrio.
Gli esseri inorganici possono portare lo sciamano fuori del mondo umano.
Quando Castaneda cessò di avere attacchi di paura e entrò in una gran calma, allora le svolte del sognare arrivarono improvvise. Ed ecco che in un sogno li vide: “erano due figure dall’aspetto insolito, sottili, larghe non più di trenta cm ma lunghe ben più di due metri, incombevano su me come due enormi lombrichi”. Poi, le figure gli apparvero ogni volta che sognava. Don Juan gli disse che lo avevano scelto come amico in un reciproco scambio di consapevolezza e glieli fece incontrare da sveglio.
Lo portò tra le rocce nel deserto di Sonora dicendogli di visualizzare la loro forma, quando Castaneda aprì gli occhi vide due scuri bastoni minacciosi, ne afferrò uno e fu colpito da una scarica elettrica che gli diede la nausea, fu una specie di lotta, poi l’essere scomparve.
Quello che noi chiamiamo Angelo. Angelo vuol dire ‘messaggero’.
Castaneda si faceva molte domande, un giorno una voce dal nulla gli rispose. (Io ebbi una voce diretta per sei mesi che diceva fuori di me, nella stanza, delle brevi frasi a mo’ di epigrafi, con contenuto morale, indicative di come migliorarmi nella mia vita. Lori invece sentiva queste brevi frasi al risveglio, quando era a metà tra sonno e veglia. Laura bionda chiudeva gli occhi e vedeva le frasi scritte su un muro bianco. Donatella sentiva le frasi quando entrava in trance e le scriveva su un foglio, molti messaggi erano in poesia. E si pensi che tutti i libri di rivelazione sacra, La Bibbia come il Corano come i Veda sono in forma poetica).
Don Juan gli disse che cose simili sono normali per uno stregone e che aveva sentito la voce del suo Emissario del Sogno.
Dopo aver attraversato il primo e il secondo Varco i Sognatori cominciano a vedere cose e a sentire una voce. L’Emissario del Sogno è energia aliena che si propone di aiutare il Sognatore, ma non può oltrepassare ciò che il Sognatore sa, anche se ciò dice appare come una rivelazione.
In genere il Sognatore pensa di ricevere dei consigli sacri.
L’Emissario può essere una voce disincarnata o può apparire con una forma visibile, è una forza che viene dal mondo degli esseri inorganici e che i Sognatori incontrano sempre.
Tutto il mondo degli esseri inorganici è sempre pronto a insegnare, essi hanno una consapevolezza più profonda e si sentono obbligati a prenderci sotto le loro ali, “prendono il nostro Sé di base come misura di quello di cui abbiamo bisogno e poi ci insegnano di conseguenza…Ma se questo Sé è di basso livello anche gli insegnamenti sono di basso livello”.
Gli antichi sciamani si appoggiarono molto a questi Emissari, essi rappresentavano un ponte perfetto, erano portati a guidare. Ma Don Juan non li apprezzava perché voleva essere libero nelle sue scelte mentre chi si appoggiava agli Emissari finisce col consultarli per ogni cosa perdendo la propria iniziativa.
Castaneda sentì la voce dell’Emissario che diceva: ”Io ti piaccio perché non trovi nulla di male nell’esplorare tutte le possibilità. Tu miri alla conoscenza e la conoscenza è Potere. Non vuoi rimanertene al sicuro nelle credenze e nelle abitudini del nostro mondo di tutti i giorni”. La voce parlava in californiano, in spagnolo e in portoghese ma Castaneda ne provò nausea.
Quando il punto di unione si spostava, cambiava la forma di energia e avveniva un piccolo cambiamento. Ora questi cambiamenti dovevano essere conservati in una unità coesa, e questo avveniva quando il sogno era molto chiaro.
Don Juan voleva far diventare il punto di unione di Castaneda fluido, diceva che nei bambini esso è sfarfallante e cambia posto con facilità, per questo i bambini sanno e vedono molte più cose degli adulti, ma non ne parlano perché gli adulti non li credono e a poco a poco essi imparano a rimuovere quelle percezioni che non si adattano all’ambiente culturale in cui crescono e si omologano agli altri.
L’abitudine culturale e sociale stabilizza il punto di unione.
Nello stregone questa fissazione viene annullata, egli percepisce cose per cui non ha punti di riferimento.
Il terzo varco del sognare è vedere in sogno qualcuno che dorme e scoprire che siamo noi.
Questo completa il corpo energetico che deve resistere alla tentazione di essere catturato da ogni dettaglio di ciò che vede.
Le storie di stregoneria dicono che gli sciamani antichi riuscirono a modificare le linee delle loro uova luminose, formularono una linea che era mille volte più grande delle dimensioni di un globo energetico normale e percepirono tutti i filamenti luminosi che attraversano quella linea, e dunque riuscirono ad allungare la durata della coscienza, così restarono vivi in qualche mondo che non sappiamo, da cui a volte tornano sulla terra.
Si dice che la sciamana Carol Tiggs, amica di Don Juan, scomparve per dieci anni per ricomparire all’improvviso, stralunata, in una libreria di Santa Monica.
La storia della magia tolteca finisce qui.
Castaneda è morto a 73 anni di tumore al fegato. Nel mondo antico il fegato era l’organo della consapevolezza, l’organo dell’anima, dove Jung poneva l’origine del sognare. Quell’organo che rifletteva l’universo e che antichi popoli, gli Etruschi come i Celti, consultavano nell’arte aruspicina per predire le sorti.
Noi possiamo anche pensare che Castaneda non sia veramente morto ma che si sia spinto in là con la sua consapevolezza e che stia viaggiando attraverso mondi a noi sconosciuti e possiamo pensare che egli possa un giorno misteriosamente ritornare.
Aveva detto a Don Juan: “Io voglio la libertà. La libertà di conservare la mia consapevolezza e anche di scomparire nell’infinito”.
Il mescalito o peyote, è una pianta sacra che contiene un alcaloide allucinogeno. Il termine azteco è Peyote, quello latino Lophophora Williams.
In Messico viene impiegato a scopi magici e terapeutici.
Si tratta di un piccolo cactus privo di spine, simile al tubero di una rapa, che cresce spontaneamente nel deserto. I fiori grigiastri, o bottoni, hanno la forma di un fungo e contengono diversi alcaloidi, tra cui la mescalina, che è una droga potente e pericolosa, che può essere consumata in vari modi e provoca una alterazione delle percezioni sensoriali senza dare assuefazione.
Fin dall’epoca precolombiana, il peyote è stato usato dalle popolazioni indigene nel corso di riti religiosi per raggiungere il contatto diretto con l’energia.
Nel mondo moderno la mescalina è sperimentata negli ospedali sui malati mentali gravi come gli schizofrenici e gli psicotici, perché i suoi effetti modificano le onde mentali.
Quando la Chiesa cristiana arrivò in Messico, l’Inquisizione proibì duramente l’uso del peyote ma invano, perché i fedeli non rinunciavano a una via tanto potente di trance con cui accedere all’energia divina, anzi dopo il 1800 il culto del peyote, o peyotismo, si diffuse anche tra gli Indiani degli Stati Uniti.
La Chiesa cristiana ha combattuto questo culto in ogni modo riuscendo a metterlo fuori legge in 14 stati. Ma finalmente, nel 1940, la Native American Church, detta anche Peyote Cult, che sintetizza il culto del peyote con le credenze cristiane, è riuscita a farsi riconoscere la libertà di culto.
Il Peyote Cult è praticato principalmente da Sioux e Navajo.
Problemi particolari nacquero dal fatto che anche sotto le armi i giovani pellerossa avevano momenti rituali in cui assumevano il peyote, e ciò era equiparato all’assunzione di droga, reato molto grave, così si vietò loro di praticare il culto ed essi si considerarono dei perseguitati religiosi.
La questione si è protratta per anni con scontri molto duri.
Dopo il 1960, finalmente, la legge americana ha riconosciuto ufficialmente il diritto a certi gruppi di nativi di utilizzare l’allucinogeno in spazi rituali appositi.
Il Peyote Cult unisce le regole dell’antico culto amerindo ai dogmi cristiani, e comprende inni, preghiere e norme che bandiscono l’alcool e impongono il rispetto della famiglia e della natura.
(Qui, nei miei corsi, faccio sentire una cassetta dove ho raccolto una antologia di richiami sciamanici da tutto il mondo, e dove c’è anche una salmodia del culto del peyote. Il canto successivo è di uno sciamano jivaro (Ecuador), guaritore spirituale, che, per curare gli ammalati, beve prima una bevanda allucinogena detta natema per entrare in trance e comunicare con gli spiriti. Lo sciamano fischia per avvisare gli spiriti poi canta per loro perché lo aiutino a cacciare il male).
Il boccio del peyote viene masticato o fumato oppure se ne fa una pozione usata nel rituale. Bastano 500 mg di mescalina per produrre alterazioni mentali, modificazioni dello stato di coscienza di tipo psicotico, sintomi esterni come tremito, dilatazione pupillare, eccitazione, tremori…con forti modificazioni della percezione.
In Messico è facile acquistare i bocci e provare i vivissimi fenomeni allucinatori, per quanto la loro esperienza fuori di un contesto rituale esautora l’anima di tutte quelle forme di conoscenza che invece il rito prepara e avvilisce il peyote a mezzo che procura solo delle sensazioni forti e squilibranti.
Il mescalito o herba del diablo è considerato dagli indios una divinità, un potere superiore. Gli sciamani ne consumano forti quantità considerandolo il loro benefattore. (Quando lo stregone messicano che ho incontrato a Riccione era arrivato con l’aereo, aveva con sé molte di queste divinità, ovvero molte radici o bocci che piante psicotrope, che gli furono sequestrati dalla polizia aeroportuale in quanto erano droghe. Gli vennero anche rubate, sempre in aeroporto, le acconciature di piume d’Aquila, che per lui erano sacre, la sua disperazione fu grande. Quando poi vide il mare Adriatico, che in quei giorni era particolarmente inquinato dalle alghe, capì di essere arrivato in un paese di gente senz’anima).
I Toltechi erano una civiltà precolombiana che i conquistadores trovarono in Messico e distrussero totalmente facendo sparire la loro lingua, i loro costumi, l’intera loro conoscenza.
Erano arrivati da Nord attorno al 200 a.C., si erano mescolati alle popolazioni preesistenti e in parte fusi con i Maia.
Discendevano da una leggendaria civiltà dai templi del serpente e del giaguaro, erano stati guerrieri formidabili e stregoni di grandissima sapienza, e avevano esercitato una grande influenza su Atzechi e Maia.
Il loro nome che in lingua ‘nahua’ vuol dire ‘maestri costruttori’.
Si stabilirono prima nella città-stato di Teotihuacan, poi verso il 1000 d. C. nell’interno fondarono la leggendaria Tula, presso l’attuale Città del Messico. Anche la sorella di Nietzsche e Hitler favoleggiarono su una leggendaria TULE.
La città aveva tre grandi piramidi.
Infine migrarono verso lo Yucatan, insediandosi nella città maya di Chichenitza. Avevano una cultura raffinata ed erano esperti di metallurgia, astronomia e magia.
Nel 95 uno sciamano tolteco con un suo assistente venne in Italia con 12 dei, ovvero piante del potere e io ho assistito ai suoi riti, che ci venivano illustrati da una etnologa.
Nella simbiosi tra mondo umano e natura, nel magico mondo tolteco, le piante psicotrope sono usate per comunicare con le altre dimensioni, da esse potevano venire energie aliene che comunicavano con lo stregone prendendo le forme di animali, alleati o guardiani.
Un alleato è un forza che può adottare qualsiasi forma che l’uomo può percepire, un fungo, un uccello, un uomo, un vento, un animale…
Nelle fiabe c’è la memoria di un mondo interdimensionale in cui energie benefiche prendono la forme di piante o animali per aiutare l'eroe e fanno parte del suo ‘sacro’.
Gli sciamani messicani fanno tutt’ora riunioni, dette ‘mitote’, in cui ingeriscono il peyote o piante simili per avere delle visioni.
Erba del diavolo e funghi polverizzati e fumati oppure mangiati sono alleati per viaggiare in altre realtà. L’uso di piante che creano sconnessioni mentali è praticato presso tutto lo sciamanesimo.
Oggi è di moda cercare persone miracolistiche tipo Sai Baba. La gente affronta lunghi e costosi viaggi per vedere di lontano, dopo lunga attesa, un piccolo uomo che materializza anelli e cenere grigia.
La gente crede di essere molto spirituale facendo questo mentre cerca solo il circo, cerca sensazioni con cui riempire un vuoto d’anima, e pensa che basti un biglietto della Pan American per trovare ciò che ha perduto.
Ho visto un giovane esaltatissimo che ha penato degli anni per fare questo viaggio e finalmente Sai Baba, tramite l’interprete, gli ha parlato e lui era emozionatissimo e ha detto che l’incontro ha trasformato la sua vita. Gli ho chiesto “Ma cosa ti ha detto Sai Baba?” “Mi ha detto di amare di più”. “E sei andato fino in India per questo? Non ti bastava leggere i Vangeli?”
Siamo esseri fuggitivi, Non saremmo capace della lunga pazienza di anni che ha permesso a Castaneda di diventare uno sciamano. Non abbiamo possibilità, perché ci manca la profondità e la pazienza. Così sempre correndo troveremo solo cose fuggevoli e di scarsa durata, nella vita come nell’anima.
Rapidamente l’uomo prende, rapidamente dimentica. La trasformazione non arriva nel profondo. Dura il tempo della sensazione. Meno di un attimo. Poi la memoria e l’orgoglio inventano ciò che non si è mai fatto frutto maturo. Ma l’impasto non lievitato non si fa pane.
Tristemente noi notiamo che l’uomo non riesce più, da solo, a toccare la sua anima e aspetta di essere miracolato dal di fuori, come se solo il contatto col santo, il guru, il mago, il rito, potesse sanarlo, sbloccando il meccanismo interrotto, aprendo l’avventura interiore.
L’uomo non sa leggere, non sa pensare, non sa amare, non sa sentire l’energia, non sa stare fisso in se stesso. Quello che fa è suscitare piccole forme in un deserto, è opacizzato e spera solo che il contatto con un Sai Baba possa farlo rivivere.
Siamo tutti pigri e inetti, senza immaginazione, e speriamo che, pagando, qualcuno dal di fuori possa fare il lavoro al posto nostro.
Ogni tanto è anche possibile che qualcuno si svegli dal sonno profondo e illusorio di Maia e per un po’ riesca a relazionarsi con la parte più profonda di se stesso, con la propria energia, ma è una fatica debole ed egli ricade di nuovo addormentato e così la vita di certuni è una corsa da un Sai Baba a un altro mentre l’anima non si muove.
La crescita interiore non ha effetti speciali né viene venduta al mercato, è lenta, durissima, faticosa, ha momenti di grande crisi e incertezza e proprio per questo è cosa di pochi.
Perché la gente va a vedere Sai Baba? Perché non va a vedere le case dei moribondi di Madre Teresa di Calcutta e magari aiuta, spazza e lava? Credete voi che vi sia più Dio nei miracoli di Sai Baba piuttosto che nelle piccole suore della carità? Se credete questo, allora siete nati per il circo.
Siete nati per inverare il teorema di Barnum.
Barnum è stato il più grande direttore di circo equestre. Un giorno era affacciato alla finestra su una piazza piena di gente e un giornalista gli chiedeva il segreto del suo successo. “Vede quelle persone laggiù?”- disse Barnum- “Solo il 3% ragiona con la sua testa. Bene, io lavoro per le altre 97”. Quanti politici fanno così?
Credo che molti cerchino il circo, il miracolo, gli effetti speciali o anche sperino di essere investiti di poteri speciali, la guarigione, la chiaroveggenza, il benessere, per appagare la loro vanità.
Invece, Castaneda ci racconta una iniziazione durissima che dura 37 anni, all’interno di una via di liberazione, fatta di sforzo e di noia e di ripetizione paziente, di disorientamento.
Anche noi dovremmo decidere se vogliamo una via di liberazione o il circo, ricordando che il circo è fatto per i bambini e per la massa e che la ricerca è tutta un’altra cosa.
Ogni volta che l'uomo sta per destrutturarsi e posizionarsi su un diverso equilibrio, il cambiamento è preannunciato da disagio, angoscia, infelicità e struggimento. Solitamente l'energia sta ben radicata in noi nella sua forma abituale e cerca di non spostarsi, pena malessere e depressione. Questo dipende da un uso cattivo del 1° chakra, che riguarda il radicamento, la difesa dell’esistente, del proprio territorio o del proprio essere, la paura di ogni apertura o cambiamento o ingresso di forze nuove, l’opposizione al diverso. Possiamo dice che vi sono persone in cui il chakra del radicamento è fortissimo, e naturalmente esse avranno forti difficoltà a evolvere, perché avverseranno ogni idea nuova e ogni cambiamento.
Un primo chakra eccessivo corrisponde alla paura e spesso ha patologie nei reni e nel labirinto degli orecchi o colpisce le caviglie. Ogni volta che noi stiamo per cambiare energeticamente, il primo chakra può fare opposizione mandandoci malessere, nausea, depressione, vertigini, vomito, mal di testa.
Una forza conservativa impedisce, con raffiche di dolore fisico e malessere psichico, qualunque variazione, è la "paura al cambiamento". L'ignoto è terrificante e l'iniziato è agghiacciato dal terrore dell’ignoto. Nessuno vuole cambiare, per questo ognuno resta radicato alla propria visione mentale, per dolorosa o insufficiente che sia, negando che vi possa essere altro mondo che questo e altro modo di vivere che il suo. Lo scetticismo è figlio della paura. L'uomo può cambiare solo quando la sua curiosità diventi superiore alla paura. Ma occorre molto coraggio, spirito di ostinazione e sprezzo del pericolo per andare avanti, virtù che non sono facili a trovare.
Nello Zen è lo stesso, il maestro non dà mai risposte, il suo silenzio è irritante, quando poi il maestro parla confonde la logica dell'allievo e lo disorienta. Solo quando l'allievo ha intuito con un lampo di illuminazione personale la verità, è cresciuto nella verità. La verità è un ESSERE, non un SAPERE.
Di fronte all'ignoto ci sono molte posizioni: lo scettico non crede a niente; il bigotto rifiuta a priori il diverso, restando fideisticamente attaccato al poco che conosce e che gli dà sicurezza; il credulo accetta tutto troppo in fretta e viene plagiato, così che non c'è in lui nessuna trasformazione, perché crede sempre a tutto, girando come una banderuola; il pazzo resta a metà tra molte visioni e l'una invade l'altra, senza che egli riesca a dominarne nessuna. Solo il saggio riesce ad allargare a poco a poco la propria conoscenza, controllandola. Prenderà ogni cosa come relativa, tappa di un progressivo disvelarsi, sarà sempre aperto, mai fanatico, accettando senza accettare, rifiutando senza rifiutare. Non penserà mai di possedere la verità, sa che sta facendo esperienza e che la sua strada è così lunga che ogni conoscenza ulteriore supererà la precedente. Egli si abbandona in avanti ed esplora. Un guerriero non ha bisogno di nulla perché possiede se stesso
In quanto al rapporto con la ragione, Buddha racconta questo aneddoto : “Un uomo doveva attraversare un fiume e si costruì una zattera, così poté passare di là. Allora disse: “Questa zattera è stata una cosa buona, la terrò sempre con me, me la metterò sulla testa e non la lascerò più”. Così riprese il cammino con la zattera sulla testa ma questa lo rendeva pesante e lo rallentava.
La razionalità è uno strumento buono ma non possiamo diventare schiavi del suo modo di vedere le cose. C’è molto universo oltre ciò che la razionalità conosce.
Tutto il sistema di Castaneda, che sia o no un reale sistema tolteco, è analgo al sistema del Buddhismo tibetano o tantrico.
Ricordo la mia amica Katharina che da piccola vedeva l’aura rosata degli alberi.
Sulle parti dell’aura.
Il corpo eterico rispecchia la nostra energia vitale primaria. Appare come una nebbiolina grigio-lilla (più lilla se stiamo bene, più grigia e bassa se siamo malati), un leggero vapore come il fumo di una sigaretta, o piuttosto un bordo acquoso, leggermente più ampio del corpo fisico. E' facile vederlo ritraendo lo sguardo, ponendosi in posizione assorta, e fissando in modo apatico e deconcentrato, i bordi delle le mani aperte a 7-8 cm su un tavolo bianco, o in luce solare forte o al crepuscolo. Qualcuno può pensare che questo bordo sia un effetto ottico, ma non è così. Se si mettono i palmi uno contro l’altro, senza toccarsi lasciando un mm. di spazio, e fissando questo spazio, si vede come il corpo eterico di un palmo si attacchi vischiosamente a quello dell’altro e con piccolissimi movimenti a organetto si può allargare progressivamente lo spazio tra i palmi fino ad alcuni cm, dilatando il corpo eterico come fosse un elastico.
Con un po' di pazienza e allenamento, si riesce in genere abbastanza bene a vedere questo nostro secondo corpo, che esprime immediatamente il nostro stato di benessere fisico. I ragazzi in estate per esempio lo hanno molto visibile, come una strisciolina al neon azzurra, gli anziani lo hanno smorto e grigiastro, molto basso e quasi invisibile. Riuscire a vederlo permette una prima diagnosi immediata, un po' come provarsi la pressione.
Vedere gli altri corpi è un po' più difficile, ma non impossibile. I corpi più sottili sono visibili solo ai veggenti superiori, ma tuttavia in tutte le culture sono esistiti uomini che hanno dedicato la loro vita a questa ricerca e alla fine hanno visto le stesse cose, entrando in stati di coscienza simili, dunque la visione è rara ma non impossibile.
E' abbastanza facile per es. in autobus, fissare sopra il capo qualcuno e vedere come una vaporizzazione blu elettrico (nervosismo) o verdognola (pace) o rossastra (fegato acceso, passionalità) o dorata (benessere spirituale).
Se mettete un vostro amico contro una parete bianca non troppo in luce, e guardate con sguardo ritratto le zone attorno al suo capo e alle spalle potrete vedere, senza difficoltà dei lampi di luce gialla o delle macchie scure. La cosa è molto facile durante una conferenza col conferenziere che magari vi ha creato un leggero stato ipnotico, mentre continuate a essere fissi con lo sguardo su di lui che sta davanti a una parete chiara. A un certo punto non lo vedete più e vedete dei lampi sulla parete o l'aureola attorno al suo capo. In genere più grande e bella è questa aureola, più la persona è significativa e importante.
Ritroviamo l’energia universale come Aquila presso gli Indiani dell’America del Nord che portano sul capo le penne dell’Aquila, identificandosi col suo irraggiamento superiore.
Nella Danza del sole si usano piume d’aquila e un fischietto d’osso d’aquila per chiamare l’energia.
L’Aquila è un grande archetipo presente preso molti popoli. E’ l’energia superiore che sta sopra la nostra percezione, così come l’aquila reale vola oltre il nostro sguardo. Come gli angeli, l’aquila indica gli stati superiori dell’essere. In Grecia era il simbolo di Zeus, rappresenta il sole, la luce, la vita. Questo simbolo compare anche presso gli sciamani siberiani. L’identificazione con l’energia attraverso l’Aquila era presente presso gli Atzechi e negli antichi culti giapponesi, dove l’Aquila è il messaggero del Sole Celeste.
L’aquila che fissa il sole indica l’intelletto che riesce a percepire il divino, questo anche nella mistica cristiana.
Angelus Silesius dice: “L’aquila guarda senza timore il sole bene in faccia e tu puoi guardare la luce eterna se il tuo cuore è puro”.
Ritroviamo il cuore puro nel primo requisito del guerriero spirituale di Castaneda.
S. Giovanni, apostolo della contemplazione, ha come simbolo l’aquila.
Cristo stesso è nel Medioevo raffigurato come aquila.
Nei Salmi l’aquila, come la fenice, indica la rigenerazione spirituale.
Poiché l’archetipo è sempre doppio, positivo come negativo, l’aquila compare anche come potere crudele e oppressivo, nell’Aquila imperiale romana, nella feroce Aquila nazista e nella meschina Aquila del Littorio fascista e, infine, nell’Aquila americana, simbolo de capitalismo predatore e invasore.
In India l’Aquila è la cavalcatura di Vishnu, l’uccello mitico Garuna detto ‘parola alata’, presente anche in Cambogia.
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Ciao SIMONE,
RispondiEliminaricordati dell' esempio che ho riportato del MAESTRO svedese sull' assonanza energetica in un altro post; ecco perchè più il tema è elevato "spiritualmente" meno interventi ci sono, se a questo sommi quanti dei tuoi navigatori sono in vacanza (es. ELI) capirai che i numeri a 2 cifre sono difficili da raggiungere quindi NON scoraggiarti !!!
HASTA SIEMPRE
Ciao SDEI e a tutti gli altri,
RispondiEliminaPostare qualcosa su Castaneda per me e' dura perche' di lui ho solo letto un libro in vita mia ma mi rifaro' presto..Al massimo posso parlare delle mie esperienze con la meditazione, con gli elementali di altri piani astrali, o della tante cose accadute nella mia vita, e vi assicuro che se attacco a raccontare pensate che Simone e' la persona piu' sana di mente dell'universo:))
Piuttosto, vorrei farvi una domanda che mi sta a cuore:
Da svariato tempo sto seriamente pensando alla possibilita' di trascorrere un periodo in un monastero buddista, possibilmente in un paese buddista, quindi India, Nepal, Tibet, Giappone, ecc., secondo voi e' fattibile? Io intendo proprio vivere con i monaci e seguire le loro ferree regole, tutto insomma, ma non sono sicura di cosa fare. Si possono contattare i monasteri direttamente? Ho sentito di persone che l'hanno fatto, bisogna essere buddisti per farlo?
Nemesis, tu dicevi di vivere in un paese buddista, magari puoi darmi delle info? O chiunque abbia gia' fatto quest'esperienza, o intenda farla, o non intenda farla ma ne sa piu' di me, potete aiutarmi? Dite che dovrei chiedere a Paolo?
Onestamente non so se saro' davvero in grado di farlo, avrei tante cose da risolvere prima, pero' e' un mio grande desiderio che spero di realizzare.
Grazie a tutti per qualunque info siate in grado di darmi,
Buon ferragosto!
Anna
Anna,
RispondiEliminadire monastero buddhista è un po' generico, perché ce ne sono di molti tipi :-)
Dipende dalla scuola a cui si rifanno e dal tipo di buddhismo praticato.
Ci sono i monasteri theravada, i monasteri tibetani, i monasteri nichiren, i monasteri zen...
Questi che ho elencato sono i tipi di buddhismo più famosi e anche quelli più conosciuti in occidente, ma in oriente ce ne sono molti altri... ad esempio in Cina ci sono forme di buddhismo tipicamente cinesi, come la scuola della Terra Pura.
In Italia, conosco il monastero Santacittarama, che è in provincia di Rieti. So che da loro si possono trascorrere periodi di ritiro più o meno lunghi, facendo la vita che fanno i monaci (ma naturalmente senza necessariamente diventare monaco).
Il fatto di "essere buddhisti" è relativo, perché essere buddhisti non è come essere cattolici, o musulmani, o ebrei... Non è che c'è un momento in cui tu diventi ufficialmente buddhista. Non c'è un battesimo o qualcosa del genere, tranne ovviamente se decidi di diventare monaco... allora in quel caso è diverso. Ma se pratichi per conto tuo (o frequenti qualche gruppo con altre persone) pratichi il buddhismo e basta, e non sei iscritto ufficialmente in qualche elenco che attesti che "sei buddhista".
Alcune scuole o gruppi, come ad esempio la Soka Gakkai, fanno una cerimonia nel momento in cui entri ufficialmente a far parte dell'associazione (nel caso della SGI, è la consegna del gohonzon, l'oggetto "sacro") ma comunque non sei in alcun modo vincolato a nessuna religione. E' un modo di ragionare un po' diverso rispetto a quello che, ad esempio, abbiamo noi riguardo al cattolicesimo.
Quindi, ad esempio nel monastero Santacittarama, penso che chiunque possa entrare per fare un ritiro. Non è che ti fanno l'esame di ammissione per vedere se sei buddhista :-)
Diverso invece il discorso se sei monaco o no. Io so che quel monastero accetta i laici per periodi di ritiro, ma non so se sia così dappertutto. Cioè non so se in altri monasteri devi essere per forza monaco o diventare monaco per entrare a far parte.
Comunque è una cosa che piacerebbe anche a me, e prima o poi è un'esperienza che penso di fare!
Per quanto riguarda Castaneda, finora non è stato tra le mie letture preferite, ma lo sto approfondendo. Mi è piaciuto molto il libro "Il potere del silenzio", che ho letto l'anno scorso.
p.s.: Anna, devo ancora risponderti alla mail, ma oggi o domani lo faccio! :-)
Ciao Stefania,
RispondiEliminaMille grazie per le info! Si, so che ci sono diversi tipi di monasteri buddisti, solo che non sono sicura di chi accetti gente laica e chi no, quindi non ho specificato, anche perche' onestamente da profana nel campo quale sono, non saprei neanche valutare quale scuola o pratica buddista potrebbe essere alla mia portata; a me basterebbe che mi facessero stare li per un po', e farei del mio meglio per praticare le loro regole facendo cio' che mi dicono di fare, naturalmente saprei fare ben poco di quello che fanno loro, ma finche' si tratta di praticare il silenzio e la meditazione, ci riesco benissimo (anche se dalle mie email non sembra, lo so ahah).
Aspettero' la tua email allora, un abbraccio!
Anna
Ciao Anna,
RispondiEliminada quanto ne so io (sullo zen) puoi andare a vivere con i monaci per un po' di tempo ma devi lavorare per guadagnarti vitto e alloggio.
Inoltre sono piu' propensi ad accettare uomini.
A loro permettono piu' facilmente di studiare e meditare mentre la donna deve compiere alcuni servizi, tipo pulire, cucinare, lavare i panni...anche questo per loro e' una forma di meditazione/rispetto.
Poi c'e' anche la Soka che mi pare piu' aperta agli stranieri ed alle donne, pero' magari li' puoi informarti meglio con Paolo e Stefania.
Qui e' tutto zen, qualunque apprendistato, che sia cucina o arte della calligrafia e' improntata allo zen, quindi potresti iniziare con quello e farti invitare da un maestro di un'arte in seguito.
L'immagine di allieva in un tempio su un picco isolato mi pare sia comunque difficile, perche' e' raro prndano allieve straniere e donne.
Posso comunque informarmi se ti fa piacere, anche se ti ripeto che l'apprendistato e' piu' duro e piu' zen...Da quello che scrivi, potresti essere interessata a varie cose, ad esempio il Reiki (che qui non esiste e si chiama Kikou), la pranoterapia orientale.
Basta vivere qui e prendere una via (quella della cucina, un'arte marziale, il disegno...) per praticare uno stile di vita zen...
Chiedero' in giro se esistono templi sul picco aperti alle donne straniere. Scusa se non ti sono di grande aiuto.
Comunque il buddismo non e' una religione, e' piu' uno stile di vita.
ciao da nemesis
cara anna,
RispondiEliminarispetto alla tua decisione di diventare monaca.....un po perchè sono un rompicoglioni cagadubbi, un po perchè mi piace fare regali a chi mi è simpatico...ti dedico una poesia del mio amato kabir.
O servo, dove mi cerchi?
Guarda, Io sono vicino a te.
Non sono nel Tempio o nella Moschea;
non sono nel Kaaba o nel Kailash.
Non sono nei riti, ne nelle cerimonie;
non sono nello Yoga, ne nelle rinuncie.
Se sei un buon cercatore mi troverai facilmente: mi incontrerai in un attimo.
Kabir dice: O Santo, Dio è il respiro di ogni respiro.
la figura di kabir è tuttora molto venerata in india, sia dai mussulmani che dagli indù. la leggenda vuole che un anziano kabir si intrattenesse x 16 giorni con un giovane che poi diventerà il futuro gurù nanak, quindi anche x i sick è una figura di grande importanza. il suo linguaggio è semplice e diretto, non scrisse nulla, anche perchè non sapeva scrivere, ma ci ha lasciato una raccolta di canzoni, che sembrano la descrizione della mappa di un tesoro. lui sa che non può "dirti" la verità, ma da tutte le indicazioni affinchè tu la possa trovare.
e ancora:
Non vi é che acqua nei sacri bagni: io so che é inefficace perché in essa mi sono bagnato.
I simulacri sono senza vita, non possono parlare: io lo so, perché li ho invocati gridando inutilmente.
I Purana e il Corano non sono che parole: sollevando la cortina io ho veduto.
Kabir esprime le parole dell’esperienza: egli sa bene che ogni altra cosa è menzogna.
comunque ti auguro di cuore le migliori fortune e che tu possa trovare la pace che cerchi.
Ciao nemesis e democrito,
RispondiEliminaGrazie di cuore per le cose che mi avete detto, mi siete di aiuto piu' di quanto credete! Non e' che voglia diventare monaca buddista democrito, non sono ancora pronta alla rinuncia totale dei piaceri della carne:)
Scherzi doverosi a parte, grazie per le belle parole, e' proprio per questo che amo il buddismo nemesis, perche' non e' una religione!, ma uno stile di vita che se davvero seguito puo' fare la differenza in questo mondo, amo il loro rispetto per la natura e l'universo, e chissa' che finalmente non diventi vegetariana, mi piacerebbe assai:))
Caro democrito, quando mi parlavi di Kabir un po' di articoli fa mi sono dimenticata di dirti che io amo Rumi, il poeta e mistico persiano che ha fondato i sufi, cioe' i dervisci che danzano girando su se stessi e che io ho avuto il piacere e la fortuna di vedere dal vivo quando vivevo in Turchia anni fa, anche se purtroppo ormai i dervisci sono solo un fenomeno turistico- almeno in Turchia- e non religioso, anche se scuole sufiche ci sono in giro.
Io amo questi suoi versi tra i tanti, bellissimi, che ha lasciato:
Là fuori
al di là delle idee di falso e giusto
c’è un vasto campo:
come vorrei incontrarvi là.
Quando colui che cerca raggiunge
quel campo
si stende e si rilassa:
là non esiste credere o non credere.
In quanto alla pace, sto lavorando molto su me stessa da qualche anno e in special modo da qualche mese, e per molte cose l'ho ottenuta. Mi ci sono voluti anni e grossi dolori per capire che dovevo lasciar fare alle cose il loro corso, e alle persone che amavo quello che vogliono e sentono, anche quando questo significa far del male a me, volontariamente o meno. E che un giorno tutto avra' un senso piu' grande. Quando finalmente ho smesso di lottare mi sono sentita libera, leggera, piu' forte. Alla fine per me quello che conta e' un cammino verso la Luce, posso affrontare anche il buio pur di raggiungerla, e non mi pesa piu'.
Vi stupira' ragazzi, ma vi penso tutti con tanto affetto.
Un abbraccio di Luce a tutti voi, so che ci leggi Eli, ci manchi tanto!
Anna
Ciao ANNA,
RispondiEliminanella mia regione il Friuli Venezia Giulia; esiste a Polazzo di Savogna in Comune di CIVIDALE del FRIULI (UD), un MONASTERO con una piccola Comunità di MONACI che sono disponibili ad insegnare i fondamentali del BUDDISMO !!!
Se vuoi saperne di più oltre a cliccare sul tuo PC, lascia a SIMONE la tua e-mail; così se sei interessata, mi informo meglio e ti scrivo !!!
HASTA SIEMPRE
Kabir era un buddha, un risvegliato. Ho letto alcune sue poesie perché lo trovavo spesso citato nei libri di Osho. Riesce ad esprimersi con una semplicità disarmante.
RispondiEliminaIl piacere di vagare nell'oceano
della vita immortale
mi ha liberato da ogni interrogativo.
Come l'albero è nel seme, così
ogni malattia è nel porsi
delle domande.
Anna, se ti piacciono Rumi e il sufismo, dovresti vedere questo film:
http://petali-di-loto.blogspot.com/2010/04/babaziz.html
http://www.youtube.com/view_play_list?p=27B0EF488973067D
E' davvero meraviglioso. Uno dei film più belli che abbia visto.
Il monastero di cui parla SDEI è questo:
http://www.cianciubcioling.com/home.htm
Ci andai due anni fa, in occasione di una delle loro lezioni sul buddismo, e fu davvero una bella esperienza. Visitai anche la saletta di meditazione, che allora era non era ancora stata del tutto completata, e che era stata visitata dal Dalai Lama nella sua ultima visita a Udine. Ricordi, Anna, te ne parlai via mail :-)
Anche il posto è bellissimo, in mezzo alle montagne al confine con la Slovenia. Un luogo molto meditativo :-)
E' un centro tibetano. Non so se si possano fare ritiri da loro, dato che il posto è davvero molto piccolo... non è nemmeno un vero e proprio monastero. Da quello che ho capito, ci vive un solo monaco. Infatti, quando ci andai, al pianterreno c'era il letto del monaco, e di sopra la sala dove fanno gli incontri e le meditazioni (la saletta invece è separata).
E' una casetta, insomma.
p.s.: Comunque è vero quello che dice SDEI. Fanno dei cicli di conferenze tenute da monaci, in cui spiegano i concetti del buddismo tibetano.
RispondiEliminaIo sinceramente, quando ci sono andata, ho trovato la lezione molto noiosa :-) Il monaco era tanto carino, gentile, pacifico... e non dimenticherò mai il sorriso che aveva e la pace che emanava. Però la lezione fu lunga e prolissa, e non la trovai molto interessante. Tanti concetti complessi (già li conoscevo in parte), tutta teoria, tutte cose "mentali"... Sarà che a me non piace molto il buddismo tibetano e lo sento lontano dal mio modo di sentire... Ma la parte più interessante della giornata fu per me la visita alla saletta di meditazione, con tutte le statue e i mandala. In realtà la giornata fu bella nel suo complesso, perché comunque era stata un'esperienza nuova. Però il buddismo tibetano non fa per me, e non credo che andrei ad ascoltarmi tutte le conferenze :-)
Ciao SDEI e Stefania,
RispondiEliminaGrazie mille per le info, andro' sul sito di questo monastero e vedro' che dice, mi fido pero' della tua esperienza Stefy:) ripeto, non so nemmeno se e quando avro' tempo di andare, al momento sto cercando lavoro quindi gli affari mondani ahime' avranno la meglio per un po':(
Grazie per il link del film, lo guardero' ben volentieri e ti diro' via email...a proposito, non so se mi hai scritto, non ho ricevuto nulla, spero di non essermi persa la tua email, nel caso rimandamela grazie!
Un abbraccio,
Anna
Ciao Anna.
RispondiEliminaNo, è che ho problemi con la mail, mannaggia!!!
Sia ieri che oggi non mi funziona. Non si apre proprio. Quindi, se anche domani non va, userò quella di hotmail e ti risponderò da lì. Ma spero che si sistemi tutto, più che altro per gli indirizzi e la posta importante che avevo.
Un abbraccio!
p.s.: Scusate per l'uso privato del blog :-)
Tranquilla Stefy,
RispondiEliminaAvevo solo paura di essermela persa, scrivi quando vuoi e puoi!
Un abbraccio anche a te!